Università di Camerino 6 luglio 2006 La Carta europea dei ricercatori e il Codice di condotta per la loro assunzione Aspetti rilevanti della Carta: la Mobilità internazionale Piazza Rondanini, 48 - 00186 Roma Tel. +39 06 68 44 11 Fax +39 06 68 44 13 99 www.fondazionecrui.it Natalia Paganelli Fondazione CRUI per le Università Italiane Le misure UE per l’ingresso dei ricercatori dei Paesi Terzi. Elementi positivi e criticità per una futura applicazione in Italia Misure UE per ricercatori di Paesi Terzi Sommario Le misure UE per l’ingresso dei ricercatori dei Paesi Terzi. Elementi positivi e criticità per una futura applicazione in Italia Presentazione degli strumenti adottati (una Direttiva e due Raccomandazioni) Motivazioni e obiettivi Situazione attuale Applicazione Possibili aree critiche Risultati attesi Indicazioni ed esempi per una buona applicazione Conclusioni Iniziative di contesto Misure UE per ricercatori di Paesi Terzi Gli strumenti adottati DIRETTIVA 2005/71/CE DEL CONSIGLIO del 12 ottobre 2005 relativa a una procedura specificamente concepita per l’ammissione di cittadini di paesi terzi a fini di ricerca scientifica - GUCE L 289/15 del 3.11.2005 – Applicazione: entro 2 anni RACCOMANDAZIONE DEL CONSIGLIO del 12 ottobre 2005 volta ad agevolare l'ammissione dei cittadini di paesi terzi a fini di ricerca scientifica nella Comunità europea (2005/762/CE) GUCE L 289/26 del 3.11.2005 – Applicazione: immediata RACCOMANDAZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 28 settembre 2005 diretta a facilitare il rilascio, da parte degli Stati membri, di visti uniformi di soggiorno di breve durata per i ricercatori di paesi terzi che si spostano nella Comunità a fini di ricerca scientifica (2005/761/CE) GUCE L 289/23 del 3.11.2005 Applicazione: immediata Misure UE per ricercatori di Paesi Terzi Gli strumenti adottati Qual è l’obiettivo degli strumenti adottati? Facilitare le procedure di ingresso e soggiorno dei ricercatori provenienti da paesi Terzi (non UE). Perché questo dovrebbe essere un obiettivo strategico? Perché il Consiglio europeo ha sancito la necessità di aumentare la competitività dell’Europa anche con misure relative alla ricerca (Consiglio europeo di Lisbona 2000) Perché il rafforzamento dell’economia è sempre maggiormente basato su innovazione e conoscenza… …e innovazione e conoscenza sono prodotte attraverso le competenze e la formazione di risorse umane altamente specializzate... …attualmente troppo poche in Europa! La valorizzazione delle risorse umane è quindi decisiva La ricerca “pensa” in termini globali attraverso team transnazionali: l’apporto delle diverse culture e competenze (multidisciplinarietà) è decisivo per l’avanzamento della conoscenza, dell’innovazione e dell’economia Misure UE per ricercatori di Paesi Terzi Gli strumenti adottati Quali sono le principali difficoltà esistenti per i ricercatori stranieri in ingresso? In termini generali ¾Procedure lunghe e complesse, che coinvolgono diversi attori ¾In molti Paesi, assenza di specifici strumenti per il target “ricercatori” ¾Difficoltà di applicazione di normative comunitarie ¾Difficoltà di reperire informazioni per il ricercatore, specialmente in Stati membri diversi In Italia la procedura segue due percorsi e coinvolge diverse amministrazioni: - Ingresso per studio (in genere per soggiorni brevi o con borse) -Ingresso per lavoro (contratto) -MAE (Rappresentanze italiane all’estero) -Ministero dell’Interno (Questure e Uffici stranieri) -Ministero del Lavoro (Direzioni Provinciali) (ingr. per lavoro) -L’istituzione ospitante (Università/ Centro di ricerca pubbl. o privato) Da Febbraio 2005 disposizioni per l’attivazione di Sportelli Unici per l’Immigrazione sul territorio italiano. Misure UE per ricercatori di Paesi Terzi Gli strumenti adottati Quali novità introducono la Direttiva e le due Raccomandazioni? Obiettivo primario: accelerare le procedure amministrative di ingresso dei ricercatori di Paesi Terzi per evitare attese e ritardi che possono pregiudicare o danneggiare – anche gravemente l’inizio delle attività di ricerca. Rendere tali procedure più omogenee fra gli Stati Membri dell’UE. Punto nodale: Introduzione di una “procedura veloce” basata su una “convenzione di accoglienza” siglata fra l’istituzione ospitante e il ricercatore. Questa procedura, autorizzata dalle competenti autorità nazionali per le istituzioni di ricerca riconosciute (pubblicazione di elenco), consente alle istituzioni di ricerca di beneficiare di una procedura amministrativa basata sulla fiducia e la responsabilità, in grado di ottimizzare tempi e risorse di tutte le amministrazioni coinvolte. LA SUA IMPLEMENTAZIONE OTTIMALE (concertata!) E’ IMPORTANTE PER IL FUTURO DELLE ATTIVITA’ INTERNAZIONALI DI RICERCA nel nostro Paese. Misure UE per ricercatori di Paesi Terzi L’applicazione a livello nazionale Quali le criticità di applicazione? 1/2 •“Certificazione” dello status dell’istituzione per accesso a procedura (pubblicazione elenchi nazionali) •Ruolo e responsabilità delle istituzioni di accoglienza •Definizione e “attestazione” dello status di ricercatore •Accertamento qualifiche •Applicazione per studenti (vale la Direttiva 2004/114/CE) La procedura facilitata annulla la necessità del nullaosta al lavoro (esenzione o rilascio automatico o procedura accelerata) – non del permesso di soggiorno. Una volta che i requisiti e le condizioni indicati dalla Direttiva (art.7) sono rispettati, il ricercatore ha diritto all’ammissione Esenzione dalle “quote di ingresso” per i ricercatori (In Italia il ricercatore è già al di fuori dal regime delle quote ma talvolta si verificano ugualmente difficoltà…) N.B. Tutto ciò nel pieno rispetto delle esigenze di sicurezza e controllo da parte degli organismi preposti a livello nazionale! Misure UE per ricercatori di Paesi Terzi L’applicazione a livello nazionale Quali le criticità di applicazione? 2/2 La Direttiva e le Raccomandazioni sanciscono alcuni principi per il ricercatore •Diritto di movimento negli altri Stati membri •Tempi brevi per il rilascio dei visti e dei permessi di soggiorno •Richiesta di un nuovo permesso per un altro SM senza dover tornare in patria / rinnovo del permesso in tempi rapidi / possibilità di visti multipli •Agevolazione dei ricongiungimenti familiari •Informazioni, rete di contatti nelle amministrazioni competenti… …per evitare difformità di comportamenti e conseguenti ricadute negative a breve termine (il ricercatore rinuncia a formarsi o a svolgere parte delle sue attività in Italia) ma anche a lungo termine (altri ricercatori di istituzioni prestigiose sceglieranno altre destinazioni in Europa, in Paesi che rendono i propri sistemi complessivi di accoglienza più attrattivi) Misure UE per ricercatori di Paesi Terzi L’applicazione a livello nazionale Come far sì che la Direttiva sia efficace? Identificare le aree critiche di applicazione Trovare soluzioni concertate fra i diversi attori Fornire informazioni chiare e corrette Monitorare le procedure per rimuovere le difficoltà Su questi 4 principi la Fondazione CRUI sta già lavorando attraverso la partecipazione all’iniziativa comunitaria ERA-MORE, di cui mette a disposizione le competenze (info: http://www.fondazionecrui.it/eracareers/italy/default.htm ) Misure UE per ricercatori di Paesi Terzi L’applicazione a livello nazionale Gli esempi all’estero 1. Grecia: Legge 3386 ingresso e integrazione di cittadini di Paesi Terzi sul territorio greco - I ricercatori sono riconosciuti come una categoria specifica - Maggiore semplificazione delle procedure amministrative 2. Francia:”protocol d’accueil” - Accordo con la Prefettura - L’istituzione ospitante prepara l’accordo 3. Portogallo: Certificato per i “Visiting Researchers” - Copre tutti gli aspetti legali relativi al soggiorno del ricercatore 4. Spagna: esempio di “autorizzazione al rientro” - Facilita la mobilità intra-europea dei ricercatori di Paesi Terzi Misure UE per ricercatori di Paesi Terzi L’applicazione a livello nazionale Per l’implementazione, la CE raccomanda 1. Diffusione dell’informazione - Redigere opuscoli con linguaggio esplicativo semplice - Rendere disponibili informazioni ai ricercatori dei Paesi Terzi - Stimolare anche il settore privato della ricerca - Organizzare attività di aggiornamento e formazione per il personale delle amministrazioni coinvolte 2. Trasposizione nella normativa nazionale (non solo in singole procedure) - Favorire luoghi di riflessione e confronto nazionale sulle regole relative alle migrazioni con Ministeri e altri organismi interessati - Promuovere il coordinamento a livello nazionale per assicurare un approccio “olistico” (es. anche su sicurezza sociale e tassazione) 3. Raccogliere e scambiare informazioni, competenze e studi di caso Misure UE per ricercatori di Paesi Terzi L’applicazione a livello nazionale Conclusioni Gli strumenti varati intendono contribuire alla creazione di uno Spazio europeo della ricerca che attragga ricercatori dall’estero: l’Italia è uno dei tasselli di questo spazio, insieme agli altri 24 stati membri Una mancata o parziale applicazione avrà come conseguenza un danno per l’attrattività del nostro sistema di ricerca L’implementazione migliore è basata sulla concertazione fra tutti gli attori coinvolti, nel rispetto dei rispettivi ruoli ma a partire dalla fiducia reciproca (come nell’esperienza di altri Paesi) Le istituzioni universitarie hanno vincoli di responsabilità derivanti da impegni progettuali e di ateneo, possono quindi fornire garanzie adeguate Il target dei ricercatori è affidabile (es. francese) Misure UE per ricercatori di Paesi Terzi Le iniziative di contesto Infine…. I servizi per l’accoglienza dei ricercatori acquisiranno un ruolo sempre maggiore. Nelle istituzioni che hanno scambi internazionali significativi tali servizi potranno potenziare ulteriormente il valore della mobilità e l’internazionalizzazione; in quelle in fase di crescita potranno contribuire ad ottimizzare la gestione delle procedure e creare nuove competenze organizzative, già sviluppate in altri Paesi Alcuni fra i maggiori atenei italiani si stanno organizzando in tal senso, anche attraverso l’iniziativa ERA-MORE (Network europeo dei Centri di Mobilità) cui aderiscono attualmente in Italia 16 fra università, centri di ricerca e enti, coordinata dalla Fondazione CRUI con la collaborazione di CNR e APRE. Un Portale europeo per la Mobilità dei ricercatori è stato predisposto dalla CE; gli Stati che aderiscono all’iniziativa hanno creato dei Portali nazionali (accesso: http://europa.eu.int/eracareers/index_en.cfm?l1=8 ) GRAZIE PER L’ATTENZIONE!