una pubblicazione gue/ngl lampedusa e melilla frontiera sud della fortezza europa sinistra unitaria europea/sinistra verde nordica gruppo parlamentare europeo GUE/NGL Sinistra unitaria europea / Sinistra verde nordica rue Wiertz 43 1047 Bruxelles Tel. +32 2 284 26 83 / 26 86 Fax: +32 2 284 17 74 www.guengl.eu Correzione bozze: Edoardo Boggio Marzet, Myriam Losa, Nora Chaal, Gay Kavanagh, David Lundy, Charles Canonne Fotos: Julia Garlito Y Romo, Chiara Tamburini, Mette Tonsberg, Luisa Morgantini, Feleknas Uca, Tobias Pflüger, David Lundy Per ulteriori informazioni su questa pubblicazione: [email protected] Realizatto da GUE/NGL Unità pubblicazioni e sito internet Contatto: Gay Kavanagh — [email protected] | David Lundy — [email protected] Design e impaginazione: Liz Morrison Tipografia: Arte Print, Bruxelles lampedusa e melilla frontiera sud della fortezza europa indice Prefazione di Francis Wurtz 5 Introduzione di Giusto Catania 6 lampedusa 8 La prima delegazione del Parlamento europeo al centro di permanenza temporanea 8 L’Europa, i migranti — conferenza di Palermo 12 “La vera Lampedusa”: audizione con i giornalisti italiani Fabrizio Gatti e Mauro Parissone 18 Lampedusa: cosa ha scritto la stampa 19 melilla 20 Relazione sulla visita della delegazione GUE/NGL a Melilla 20 Melilla: cosa ha scritto la stampa 23 allegati 24 Allegato 1: Risoluzione del Parlamento europeo su Lampedusa 24 Allegato 2: Relazione della delegazione della Commissione Giustizia e Affari Interni sulla visita al centro di permanenza temporanea di Lampedusa 26 gue/ngl “Che cosa è il Mediterraneo? Mille cose insieme. Non un paesaggio ma innumerevoli paesaggi. Non un mare, ma un susseguirsi di mari. Non una civiltà, ma una serie di civiltà accatastate le une sulle altre. Viaggiare nel Mediterraneo significa incontrare il mondo romano in Libano, la preistoria in Sardegna, le città greche in Sicilia, la presenza araba in Spagna, l’Islam turco in Jugoslavia. Significa sprofondare nell’abisso dei secoli, fino alle costruzioni megalitiche di Malta o alle piramidi d’Egitto. Significa incontrare realtà antichissime, ancora vive, a fianco dell’ultramoderno. Significa immergersi nell’arcaismo dei mondi insulari e nello stesso tempo stupirsi di fronte all’estrema giovinezza di città molto antiche, aperte a tutti i venti della cultura e del profitto, e che da secoli sorvegliano e consumano il mare. Tutto questo perché il Mediterraneo è un crocevia antichissimo. Da millenni tutto vi confluisce, complicandone e arricchendone la Storia... Il Mediterraneo è una buona occasione per presentare un ‘altro’ modo di accostarsi alla Storia.” Fernand Braudel lampedusa e melilla frontiera sud della fortezza europa prefazione costruire una fortezza o cambiare il mondo Tra le iniziative più significative del nostro gruppo politico nel 2005 vi sono indubbiamente le due visite raccontate da questo opuscolo: a Lampedusa e a Melilla. Abbiamo appreso con stupore, specialmente per quanto riguarda il centro “di accoglienza” dell’isola siciliana (purtroppo tragicamente sotto la luce dei riflettori a causa degli innumerevoli drammi umani di cui è teatro) che nessuna delegazione di parlamentari europei vi si era mai recata in visita fino a quel momento! Nonostante la ripulitura del centro, disposta in tutta fretta dalle autorità italiane prima del nostro arrivo — centinaia di persone in soprannumero trasferite prontamente in altri luoghi tenuti segreti — l’esperienza è stata costruttiva. Il dialogo approfondito avuto con i circa duecento migranti presenti, la visita delle strutture e il tenore della discussione con le autorità avrebbero fatto trasalire anche i più esitanti: l’Europa, in violazione delle convenzioni internazionali sul diritto di asilo, tratta come delinquenti persone che fuggono rischiando la propria vita! Francis Wurtz Tre mesi più tardi, l’opinione pubblica internazionale ha appreso con sgomento che lungo un’altra frontiera, tra l’Europa e i suoi vicini della sponda meridionale del Mediterraneo, si spara sui migranti da un lato e dall’altro di una cortina tanto orrenda quanto quella che separa gli Stati Uniti dal Messico! Sei migranti sono morti, altri sono stati abbandonati nel deserto... Verso quale mondo andremo se permettiamo una simile barbarie! Questa terribile esperienza deve servire per mettere in evidenza il dilemma vero davanti al quale si trova l’Europa: o farsi accecare dall’ossessione della sicurezza, ciò che implica il ripetersi di scandali insopportabili come quelli di Lampedusa e Melilla, oppure intraprendere una svolta radicale nei rapporti con il Sud per far rinascere la speranza di un progresso collettivo in regioni del mondo — specialmente l’Africa — in cui la sensazione generale è che oggi, nel proprio paese, non c’è futuro. Senza dubbio, per l’Europa, questa è la scelta di civiltà cruciale del secolo XXI, appena iniziato. Francis WURTZ Presidente del gruppo GUE/NGL gue/ngl introduzione la fine della civilità dell’ accoglienza Giusto Catania Lampedusa e Melilla rappresentano la frontiera Sud della “fortezza Europa” e sono ormai i luoghi simbolo di quella crisi della “civiltà dell’accoglienza” che purtroppo sta pervadendo il vecchio continente. Lampedusa è un’isola tra la Sicilia e l’Africa, in cui sono sbarcati nel 2005 circa quindicimila migranti, partiti quasi tutti da porti della Libia e giunti in Europa dopo aver attraversato il Mediterraneo. Purtroppo non conosciamo il numero di quanti hanno trovato nel Canale di Sicilia la loro illacrimata ed umida sepoltura. Lampedusa è il primo approdo europeo e appena arrivati, dopo un viaggio drammatico, i migranti vengono rinchiusi nel Centro di Permanenza Temporanea (CPT) che è un luogo inumano, dove regolarmente vengono commessi abusi e violenze, fisiche e psichiche, nei confronti dei migranti. Quasi sempre le procedure di identificazione sono sommarie, le espulsioni arbitrarie ed effettuate senza la presenza di avvocati né di giudici. A Lampedusa ai migranti sono concesse solo due possibilità: o vengono caricati in aerei militari o civili, dopo essere stati ammanettati, per essere deportati verso la Libia; oppure, dopo una detenzione massima di sessanta giorni, vengono lasciati liberi nel territorio italiano con l’ordine di abbandonare il Paese entro cinque giorni, diventando così manodopera a basso costo per il mercato del lavoro europeo. Pertanto il CPT dell’isola si è trasformato in una struttura di produzione di clandestini e di deportati. Le deportazioni verso la Libia sono state numerose, quasi sempre di cittadini egiziani, malgrado il Paese di Gheddafi sia un Paese che non riconosce i profughi (la Libia non ha firmato la Convenzione di Ginevra sui rifugiati) e in cui i diritti umani sono violati sistematicamente. È stato anche dimostrato, da inchieste giornalistiche e da denunce di ONG, che varie volte le autorità libiche hanno abbandonato nel deserto numerosi migranti subsahariani e alcuni di loro sono morti per sete e per fame. Oggi la Libia è diventata una frontiera esterna dell’Europa: infatti l’Italia ha costruito in Libia tre Centri di Permanenza Temporanea, ha addestrato la polizia libica ed offerto strumenti militari per il contrasto all’immigrazione illegale. Melilla, insieme a Ceuta, è l’enclave spagnola in Marocco ed è il luogo dove un’inquietante doppia barriera separa l’Europa dall’Africa. A Melilla, secondo le denunce di varie organizzazioni non governative, si è consumato un evento drammatico, inaccettabile per i valori costitutivi dell’Europa: la guardia civile spagnola ha sparato con proiettili di gomma a distanza lampedusa e melilla frontiera sud della fortezza europa Il gruppo Parlamentare della Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica ha organizzato, in entrambi i luoghi, la prima delegazione ufficiale del Parlamento Europeo e ha potuto toccare con mano le modalità concrete di costruzione della “fortezza Europa”. ravvicinata, uccidendo diversi migranti subsahariani che tentavano di scavalcare la doppia barriera. Molti migranti, dopo aver superato la prima barriera sono stati espulsi in territorio marocchino, senza identificazione e senza valutare le loro condizioni individuali, e le autorità del paese africano hanno provveduto ad una vera e propria deportazione nel deserto che ha determinato la morte di tante persone. Solo i forti, quelli che hanno potuto affrontare la selezione naturale ed hanno superato anche la seconda barriera, sono stati accolti nel Centro di Accoglienza per Immigrati di Melilla, che è un luogo, contrariamene a Lampedusa, decoroso e civile. A seguito di questo evento l’Europa ha stanziato quaranta milioni di euro per aiutare il Marocco nel contrasto all’immigrazione e buona parte di queste risorse saranno utilizzate per costruire centri di permanenza per immigrati come quelli già presenti in Libia e per costruire un fossato in territorio marocchino. Il gruppo Parlamentare della Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica ha organizzato, in entrambi i luoghi, la prima delegazione ufficiale del Parlamento Europeo e ha potuto toccare con mano le modalità concrete di costruzione della “fortezza Europa”. Spagna ed Italia hanno governi di diverso colore politico e di opposta ispirazione culturale, tuttavia gli abusi e le violenze sui migranti diventano sempre più una caratteristica di questa Europa che, piuttosto dell’accoglienza, ha scelto di praticare i respingimenti. Secondo gli studi della Commissione, l’Europa, attraversata da una decrescita demografica, ha bisogno entro il 2030 di altri venti milioni di lavoratori immigrati per sostenere l’attuale livello economico e sociale; malgrado ciò l’armonizzazione delle politiche d’immigrazione dell’Unione Europea è esclusivamente di tipo repressivo: espulsioni, detenzione amministrativa ed esternalizzazione delle frontiere sono le uniche pratiche condivise dai Paesi Membri. Invece, diventa sempre più urgente battersi per la libera circolazione degli uomini e delle donne e per l’acquisizione della cittadinanza per tutti i residenti nel territorio europeo: questa è l’unica strada per riprendere il percorso di costruzione di una comunità accogliente e di un grande progetto politico chiamato Europa. Giusto CATANIA Coordinatore GUE/NGL in Commissione Giustizia e Affari Interni gue/ngl lampedusa la prima delegazione del parlamento europeo al centro di permanenza temporanea Martedì 28 giugno 2005 una delegazione di 12 deputati del gruppo della Sinistra Unitaria Europea/Sinistra Verde Nordica (GUE/NGL), accompagnati da 4 funzionari, un avvocato e alcuni rappresentanti di ONG impegnate nella difesa dei diritti dei migranti, è entrata nel Centro di Permanenza Temporanea (CPT) dell’isola di Lampedusa, a Sud della Sicilia. lampedusa e melilla frontiera sud della fortezza europa Per alcune ore la delegazione ha visitato il Centro, accompagnata a distanza dal Prefetto di Agrigento e dai responsabili delle forze dell’ordine, e ha potuto parlare con alcuni dei migranti presenti nella struttura che, quel giorno, ospitava 206 persone. La struttura è composta da quattro container prefabbricati ognuno dei quali contiene circa 40 letti (due file di letti a castello). Entrando nel primo container l’impatto è pesante. Nonostante sia solo giugno, il caldo è soffocante: non c’è aerazione e 48 persone in un container sono tante. Ci mostrano ripetutamente i letti: un sottile materasso fatiscente in gomma piuma, spesso neppure ricoperto da lenzuola, appoggiato su una griglia metallica rigida che dovrebbe fungere da rete. I migranti raccontano che ricevono una bottiglia d’acqua al giorno ogni due persone. Le docce sono alimentate da acqua salata che, unita al caldo e al sole cocente, contribuisce a provocare spaventose dermatiti da cui sono affetti molti dei migranti del centro. L’infermeria non è attrezzata per curare questo tipo di affezioni. Il numero delle persone visitate dal medico del CPT sembra molto inferiore alle persone transitate per il centro: i deputati che hanno potuto controllare i registri affermano che nel mese di giugno sono stati visitati circa la metà degli ospiti del centro. I migranti detenuti nel Centro mostrano alla delegazione documenti giudiziari che li riguardano: alcuni sono scritti in italiano, altri sono tradotti in inglese oppure in francese, raramente in arabo. Alcuni di loro hanno rifiutato di firmarli, altri spiegano che li hanno dovuti firmare, anche se non hanno capito il contenuto. Il giudice ha incontrato i migranti, senza avvocato né interprete, solo due giorni prima della visita dei deputati, malgrado la maggior parte di loro fosse detenuta nel Centro da tanto tempo. Trattenere qualcuno in un centro per più di cinque giorni (e a fortiori un mese) senza aver visto né un avvocato né un giudice, è contrario alla legge italiana. Molti di loro dicono di essere dentro da più di un mese, anche se i decreti di trattenimento sono datati “25/06/2005”: osservandoli con attenzione, si nota tuttavia che la data scritta al computer è diversa (“25/05/2005”) ed è stata corretta a mano. Raccontano che la notte precedente il Centro è stato pulito a fondo e che quattro giorni prima del nostro arrivo c’erano oltre 900 migranti che dormivano per terra e all’aperto. Circa 700 persone sono state trasferite con aerei verso una destinazione ignota. Entrando nel primo container l’impatto è pesante. Nonostante sia solo giugno, il caldo è soffocante: non c’è aerazione e 48 persone in un container sono tante. I container sono separati tra loro da delle stradine sterrate e l’unico spazio ampio è un campo asfaltato in mezzo al sole. Il tutto è circondato da un recinto di reti metalliche e filo spinato in abbondanza, tipico delle aree militari. Un grande cancello separa i container dal settore amministrativo, con gli uffici dei responsabili del centro: i migranti li chiamano, con un lieve sorriso, “gli uffici con l’aria condizionata”. E’ lì che la delegazione è stata ricevuta da Prefetto, Questore, responsabile della sicurezza e gestore dell’assistenza del Centro, e dai funzionari delegati del Ministero degli Interni giunti appositamente sul posto. E’ stato spiegato che ad ogni migrante viene fornita una scheda telefonica da 5 euro ogni 10 giorni oppure una da 3 euro ogni 6 giorni: una cifra infima con cui chiamare i familiari in Africa o un avvocato. A seguito di richieste pressanti, qualche giorno prima è stata installata una seconda cabi- gue/ngl na telefonica per chiamare verso l’esterno, mentre l’unico numero dal quale è possibile ricevere chiamate è momentaneamente fuori servizio. L’assistenza di base (distribuzione dei pasti, dell’acqua e delle carte telefoniche, eventuale primo soccorso medico, ecc.) viene fornita dalla Misericordia — una Onlus diffusa su tutto il territorio nazionale — attraverso un organico complessivo di nove addetti suddivisi in tre turni giornalieri. Tuttavia quando chiediamo di conoscere i termini della Convenzione tra la Misericordia e il Ministero degli Interni, rimandano al gabinetto del Ministro. E’ solo il primo di una serie di sorprendenti dinieghi e “rinvii al Ministro”. Un copione simile si è ripetuto quando i deputati chiedono dove siano finiti i 900 migranti presenti nel Centro fino a pochi giorni prima. I funzionari di polizia ammettono che sono stati imbarcati su degli aerei ma si rifiutano di chiarire la destinazione e il responsabile delle forze dell’ordine addirittura afferma di non conoscere la destinazione dei voli. Alla richiesta di poter visionare i registri di entrata e di uscita e i decreti di espulsione, la delegazione incassa un ulteriore rifiuto in nome della “legge sulla privacy”. Comincia un lungo dialogo nel tentativo di comprendere le procedure di identificazione e il trattamento riservato ai richiedenti di asilo: si apprende con sconcerto che le autorità consolari di diversi paesi terzi partecipano regolarmente alle procedure sommarie di identificazione, al fine di determinare la nazionalità dei migranti. E’ evidente che per un potenziale richiedente asilo è pericolosissimo farsi identificare dalle autorità consolari del paese da cui fugge. Questo particolare chiarisce le ragioni per cui nell’ultimo periodo a Lampedusa non ci sono state domande di asilo. Il dato è di per sé incredibile: sarebbe, infatti, il primo Centro in Italia in cui non esistono i “richiedenti asilo” e tutto ciò contrasta con il fatto che alcuni migranti dichiarano di provenire dall’Iraq o dalla Palestina. Le autorità italiane si sono giustificate dicendo che chiunque richieda asilo viene mandato in altri centri dove potrà incontrare la commissione che dovrà valutare l’idoneità della richiesta. La spiegazione non è affatto convincente, infatti nessuna informazione è generalmente fornita ai migranti sulla loro possibilità, offerta in diritto italiano, di richiedere asilo. Il dialogo diventa una farsa nel momento in cui i funzionari del ministero negano le verità a tutti note (come l’esistenza stessa di un Accordo bilaterale Italia/Libia) o affermano l’esistenza di improponibili articoli della Convenzione europea per i diritti dell’uomo (il “diritto al trattenimento”). E’ evidente che la parola d’ordine è negare o, quando impossibile, rinviare le domande al gabinetto del Ministro. La delegazione, terminata l’ispezione al Centro di Permanenza Temporanea di Lampedusa, è sconcertata e, uscendo, viene salutata dall’applauso dei migranti. 10 lampedusa e melilla frontiera sud della fortezza europa Nella conferenza stampa improvvisata all’uscita, Giusto Catania pone l’accento sull’operazione di “maquillage” effettuata in vista dell’arrivo della delegazione, facendo “sparire” la maggior parte dei migranti e cercando di rendere apparentemente più vivibile la struttura. Francis Wurtz dichiara che la situazione in cui si trovano i migranti a Lampedusa è inaccettabile sia dal punto di vista legale che umano. Roberto Musacchio ricorda che il Parlamento europeo, nell’aprile 2004, si è espresso contro le espulsioni collettive da Lampedusa effettuate dal governo italiano. Tobias Pflüger sottolinea che questo tipo di campi nasce da una proposta del Ministro tedesco Otto Schilly e che è uno shock vedere questa idea realizzata. Vittorio Agnoletto evidenzia la precarietà della situazione igienico sanitaria della struttura. Miguel Portas infine esprime la sua incredulità rispetto ad un luogo che sembra più una prigione che un centro di accoglienza. Uscendo dall’area del centro, si nota che esso si trova proprio a fianco dell’aeroporto di Lampedusa ed ha un ingresso diretto e privato sulla pista: certamente un modo semplice e discreto per imbarcare velocemente i migranti sui voli, civili o militari, che li riporteranno in Africa. gue/ngl 11 l’europa i migranti Il 27 giugno 2005 alla vigilia della visita al Centro di Permanenza Temporanea di Lampedusa, a Palermo nel Palazzo del Parlamento siciliano, l’ufficio di Presidenza del Gruppo ha organizzato una conferenza sull’immigrazione. Hanno partecipato dodici deputati della Sinistra Unitaria Europea e qualificati interlocutori esterni. I numerosi interventi, oggi, sono patrimonio dell’elaborazione complessiva del gruppo in materia di asilo ed immigrazione. Francis Wurtz presidente del gruppo parti communiste — francia [ Lampedusa è l’avamposto di un’Europa priva di una politica organica nel campo dell’immigrazione. Dobbiamo, invece, leggere il ruolo dei numerosi centri di detenzione sparsi per l’Europa avendo un approccio europeo alla questione immigrazione. Le stime delle Nazioni Unite sottolineano che il numero di migranti che ha come meta l’Europa rappresenta una porzione minima rispetto ai 175 milioni di migranti nel mondo. Ricordando che quella del nostro gruppo è la prima delegazione ufficiale del Parlamento Europeo a visitare il centro di detenzione amministrativa di Lampedusa, urge quindi un momento di riflessione al fine di trovare soluzioni reali per contrastare le attuali politiche migratorie degli Stati membri, dominate unicamente da principi di discriminazione e di barbara violenza. A riprova di questo stato dei fatti, si consideri ciò che Tony Blair ha annunciato come priorità della Presidenza inglese: sicurezza, criminalità e immigrazione. Nell’immediato, la pericolosità di questo abbinamento si concretizza nel rafforzamento degli accordi di riammissione, dell’esternalizzazione delle frontiere e la legalizzazione di pratiche come quelle della detenzione amministrativa. Queste proposte sono lo specchio di un’Europa che non ha una visione a lungo termine rispetto al fenomeno migratorio, il quale deve essere affrontato alle sue radici. Quali soluzioni, dunque? Le proposte elaborate dai vertici europei prevedono una proposta di cancellazione del debito di 18 fra i paesi in via di sviluppo. Quest’azione risulta però insufficiente. L’Europa dovrebbe avere una solida politica di aiuto allo sviluppo. ] Giusto Catania eurodeputato rifondazione comunista — italia [ L’isola di Lampedusa rappresenta il simbolo della fortezza Europa, fenomenologia estrema delle barbarie, metafora della criminalizzazione di uomini e donne senza colpa. Il Mediterraneo, per millenni teatro d’intensi scambi sociali e culturali, è diventato il campo di battaglia dove si consumano le speranze e i drammi di persone “colpevoli” di voler tentare una vita migliore in un luogo, l’Europa, che si erge storicamente a patria dei diritti moderni. Accostando le misure adottate contro il terrorismo e la criminalità organizzata alle politiche sull’immigrazione si commette un errore che porta a conseguenze catastrofiche: si legalizza la negazione dei diritti dei migranti. Da tempo denunciamo che i 12 lampedusa e melilla frontiera sud della fortezza europa Centri di Permanenza Temporanea sono luoghi inumani e degradanti; strutture inaccettabili, sia dal punto di vista umano che legale. L’Unione Europea si trova ad un momento di svolta per la gestione coordinata dell’’immigrazione: il maggiore coinvolgimento del Parlamento Europeo nel processo decisionale e la nascita dell’agenzia per la protezione delle frontiere esterne e quella di tutela dei diritti fondamentali, sono elementi importanti che potrebbero influenzare il futuro approccio dell’Unione a queste tematiche. La tematica dell’immigrazione dovrebbe esser affrontata alle sue radici socio-economiche e dovrebbe essere diretta verso l’eliminazione delle cause che determinano le differenze Nord-Sud. Le attuali politiche partono da un presupposto securitario e restrittivo, ma hanno come solo esito l’ aumento della clandestinità. La conseguenza immediata è la crescita del mercato nero del lavoro e la diminuzione del costo del lavoro. Urgono quindi politiche che si basino su un approccio totalmente innovativo. Rispetto alle politiche d’asilo dobbiamo bandire il concetto di paese terzo sicuro e proponiamo di istituire un permesso di soggiorno per ricerca di lavoro, il diritto di voto ai migranti e la cittadinanza di residenza. Questi sono i punti centrali di questo nuovo corso politico. ] Roberto Musacchio eurodeputato rifondazione comunista — italia [ La crisi del processo di costruzione dell’Europa è una conseguenza nefasta degli abusi liberisti che, nel corso di questi ultimi anni, si sono intensificati. Gli effetti immediati della minaccia neoliberista sono tangibili e riscontrabili nei processi di precarizzazione del lavoro e nella minaccia più generale alle garanzie sociali. Una serie di diritti, oramai consolidati, sono ora messi in discussione e il liberismo utilizza la clandestinità dei migranti per agitare la guerra tra i poveri. Solo attraverso la consapevolezza delle cause di questa crisi e dopo un accurato lavoro di riflessione, si potrà far ripartire un processo di dialogo sociale e culturale che possa riaggregare i soggetti potenzialmente protagonisti della trasformazione della società. ] Marco Evola docente Università di Palermo [ Il concetto di cittadinanza, così come proposto dal Trattato e dal progetto di Costituzione Europea, è fortemente connotato da un carattere di “esclusività”, infatti i diritti ad essa collegati sono condivisi solo da pochi eletti: i cittadini degli Stati membri. Purtroppo il ruolo secondario del Parlamento Europeo e dei parlamenti nazionali nella gestione delle politiche migratorie determina un grave deficit nel controllo democratico di un settore così delicato. Le attuali politiche sull’immigrazione cercano di affermare un “imperialismo dei valori”, completamente contrario al rispetto dei diritti dei migranti. ] Gabi Zimmer eurodeputata die linke.pds — germania [ L’immigrazione, politica d’importanza fondamentale per l’UE, è stata sinora costruita su presupposti completamente errati. Dalla strategia di Lisbona e dalle ultime proposte della Commissione emerge con forza l’idea che il migrante rappresenta una mera risorsa economica. La regolarizzazione di coloro che già sono in Europa dovrebbe essere il primo passo verso un approccio realistico per combattere tutte le forme di speculazione sulla gestione dell’immigrazione. Dobbiamo porre particolare attenzione al fenomeno della tratta degli esseri umani che sono le vere vittime di questo dramma. In definitiva, bisogna evitare la capitalizzazione delle politiche migratorie. ] La tematica dell’immigrazione dovrebbe esser affrontata alle sue radici socio-economiche e dovrebbe essere diretta verso l’eliminazione delle cause che determinano le differenze Nord-Sud. giusto catania gue/ngl 13 Alessandra Ballerini avvocato [ La mia esperienza di visita in vari Centri di Permanenza Temporanea italiani mostra tutte le carenze del sistema della detenzione amministrativa. Alle sistematiche violazioni dei diritti legali dei cittadini stranieri e dei richiedenti di asilo, si aggiungono le denunce di violenze fisiche e di precarietà delle condizioni sanitarie rilevate in tutti i luoghi che vengono impropriamente chiamati centri di accoglienza. Si delinea un quadro in cui l’illegalità, la poca chiarezza giuridica e l’ ignoranza degli operatori dei CPT e delle questure prendono il sopravvento sullo stato di diritto. ] Kyriacos Triantaphyllides eurodeputato akel — cipro [ Quando si parla d’immigrazione si mette sempre l’accento sui fenomeni migratori, tralasciando l’aspetto più importante: le cause che portano migliaia di persone a cercare fortuna altrove. A tale riguardo, il nostro gruppo dovrebbe intraprendere una iniziativa decisa a sostegno di reali programmi di solidarietà europei verso i paesi di provenienza dell’immigrazione. Presupposto di questi programmi deve essere un’azione concreta per stabilire le condizioni di un reale sviluppo in tali paesi. ] Rosario Scanio dipartimento immigrazione del sindacato CISL [ Osservando la reazione degli Stati europei al fenomeno migratorio, sorge spontaneo l’interrogativo inquietante sul perché gli Stati europei, che si considerano portatori per eccellenza dei valori democratici, possano presentare come unica soluzione la risposta repressiva basata sull’utilizzazione indiscriminata del potere poliziesco. Forgiata solo su considerazioni di carattere economico, la politica comunitaria è orientata verso la riduzione progressiva dei diritti del migrante, sia come lavoratore che come essere umano. ] di prendersi cura di queste persone che cercano solo protezione in Europa. ] Federica Sossi docente Università di Bergamo Vittorio Agnoletto eurodeputato rifondazione comunista — italia [ La realtà dei centri di detenzione è totalmente inumana. In un quadro completamente illegale che va anche oltre legislazione vigente, i CPT sono teatro di quotidiani abusi e violazioni dei diritti fondamentali delle persone, che hanno come conseguenza le espulsioni di massa e l’arbitraria negazione del diritto d’asilo. Al fine di poter sconfiggere le cause della migrazione, bisogna pensare a una completa ridefinizione della politica di solidarietà verso i paesi in via di sviluppo. ] Feleknas Uca eurodeputata die linke.pds — germania [ La gente fugge dai loro paesi a causa di persecuzioni etniche, politiche e religiose. La gente prova le condizioni prevaricanti nei loro paesi d’origine come la violenza sulle donne, la differenziazione sociale e la povertà. Queste sono solo alcune delle ragioni o delle condizioni che impongono alla gente di lasciare i loro paesi. In questa situazione, l’argomento principale è che nessuno fugge volontariamente. Quindi, il mio approccio alla questione dell’immigrazione europea è che nessuna persona deve essere considerata illegale in Europa. Ciononostante, i governi costruiscono un muro intorno all’Europa, per impedire ai rifugiati d’entrare nel continente. Mentre uomini, donne e bambini sono espulsi, i governi europei affermano che queste persone sono illegali e che non hanno diritto di stare sul territorio europeo. Invece, è un dovere umanitario e politico degli stati membri europei [ L’obiettivo principale della politica d’immigrazione europea è quello di creare un fortezza inespugnabile. Ossessionati da una retorica securitaria, gli Stati europei sono impegnati in una “guerra continua” contro i migranti: questa strategia mira all’affermazione di una presunta superiorità europea in termini neo-colonialisti. Il risultato di questa strategia consiste nel solo aumento della clandestinità. ] Luisa Morgantini eurodeputata — presidente della Commissione Sviluppo rifondazione comunista - italia [ L’azione politica deve essere necessariamente legata alla realtà concreta e all’esperienza sul campo. Bisogna stabilire un legame più stretto e continuativo con quelle parti della società civile che operano nel settore dell’immigrazione. Un modo più umano di fare politica che dia un volto e una voce ai veri protagonisti, i migranti, deve prevalere rispetto ad una concezione, quella attuale, che cerca di stabilire un muro invalicabile per dividere coloro che hanno diritti da quelli che non li possono avere. Nessun essere umano deve essere considerato clandestino in nessuna parte del mondo. ] Diamanto Manolakou eurodeputata kke — grecia [ L’immigrazione è il frutto della povertà e della miseria causata dalla crescente violenza neoliberista. Scontrandosi contro un muro d’indifferenza i 175 milioni di migranti presenti nel mondo stentano a fare riconoscere i loro diritti. Esempi di sfruttamento di questa massa 14 lampedusa e melilla frontiera sud della fortezza europa Giulia Binazzi, Alessandra Ballerini di disperati sono presenti in ogni parte del globo. L’Europa non fa eccezione. Solo attraverso una più diffusa solidarietà, si può ottenere il sostegno effettivo per avviare un vero processo di cambiamento. In questo processo, la classe operaia deve avere un ruolo guida. ] dei rifugiati e diritti umani. L’opera di vigilanza del Parlamento Europeo non dovrebbe limitarsi alle visite ai Centri di Permanenza Temporanea in Europa, ma dovrebbe proseguire anche nei centri di detenzione nati nel quadro degli accordi “segreti” fra l’Unione europea e gli stati di partenza dei flussi migratori. ] Fulvio Vassallo Si delinea un quadro in cui l’illegalità, la poca chiarezza giuridica e l’ ignoranza degli operatori dei CPT e delle questure prendono il sopravvento sullo stato di diritto. alessandra ballerini giurista dell’Università di Palermo Angelo Caputo [ In violazione dei trattati internazionali e della propria costituzione, l’Italia si macchia di costanti e gravi mancanze nell’applicazione dei diritti della persona, riconosciuti indipendentemente dalla nazionalità d’appartenenza dell’individuo. La realtà dei CPT, le espulsioni di massa e la poca trasparenza nella gestione della politica migratoria sono solo alcuni dei fattori che determinano questa terribile realtà. A livello europeo, le sinistre dovrebbero trovare una posizione comune che possa permettere un cambiamento radicale nell’approccio alla materia dell’immigrazione. ] responsabile immigrazione di Magistratura Democratica Giulia Binazzi Bairbre de Brún Medici Senza Frontiere eurodeputata [ La realtà dei richiedenti di asilo è spesso molto dura in Italia: nonostante l’impegno che lo Stato si assume nei confronti di queste persone, in concreto, si deve denunciare la completa assenza e la mancanza di protezione per queste donne e questi uomini. ] sinn fein — irlanda Tobias Pflüger eurodeputato die linke.pds — germania [ Il tentativo di un maggior coordinamento a livello europeo delle politiche d’immigrazione ha portato all’affermazione di concetti quali l’esternalizzazione delle frontiere e la nozione di paese terzo sicuro. Queste tematiche sono completamente in contrasto con nozioni base del diritto internazionale in materia di diritti [ In Europa, le politiche di immigrazione tendono ad imporre meccanismi per contrastare l’entrata dei migranti piuttosto che favorire la gestione di tale risorsa. Bisogna superare la concezione di “diritti speciali per i migranti” che si materializzano attraverso pratiche quali le espulsioni collettive o il sistema detenzione amministrativa. Così facendo lo Stato italiano legalizza di fatto la violazione di libertà personali dei migranti, mettendosi al di fuori del sistema di garanzie costituzionali. ] [ In relazione all’immigrazione irregolare e ai richiedenti di asilo, si dovrebbe mettere enfasi sull’aspetto della protezione piuttosto che concentrarsi principalmente sui concetti di detenzione ed espulsione. Quando si considera che la maggior parte dei rifugiati resta nei paesi in via di sviluppo, non c’è nessuna scusa per quei “ricchi paesi europei” che adottano l’approccio della “Fortezza Europa”. Dovremmo adottare criteri più umani, basati sulle norme del diritto internazionale. Bisogna anche affrontare le cause più profonde dei conflitti, delle guerre e della povertà, motivi che portano molti a cercare rifugio all’interno dei confini europei. In Irlanda, dobbiamo ricordarci dei nostri padri che emigrarono a migliaia, quando l’Irlanda era Luisa Morgantini, Vittorio Agnoletto & Roberto Musacchio Tobias Pflüger, Gabi Zimmer & Feleknas Uca gue/ngl 15 meno prospera di oggi. Ciò che volevamo per loro deve essere ciò noi cerchiamo per coloro che arrivano oggi sulle nostre spiagge. ] Francesco Martone senatore italiano [ Al fine di poter portare un’azione di vero cambiamento è necessario che il legame fra società civile e parlamenti nazionali si rafforzi. Tale coordinamento, che dovrebbe interessare tutti i parlamenti europei, porterebbe a una maggiore trasparenza e alla risoluzioni di alcune problematiche immediate, come l’utilizzazione delle rimesse dei migranti e ad una modalità più trasparente nelle operazione di accoglienza. Bisogna, inoltre, impegnarsi fortemente affinché le differenze economiche e sociali fra il Nord e il Sud del mondo possano ridursi. A livello europeo, bisogna contrastare l’idea sottintesa nel Libro Verde della Commissione di “selezione qualitativa” dei migranti, nella quale la persona è concepita solamente in funzione del suo valore economico. ] Piero Soldini Luca Cumbo responsabile immigrazione sindacato CGIL centro sociale Laboratorio ZETA di Palermo [ La realtà dei lavoratori migranti è inesorabilmente legata a quella del mercato nero del lavoro. Alla precarizzazione dei diritti della persona del migrante, si aggiunge la violazione dei diritti del lavoratore. Il concetto di cittadinanza di residenza e la previsione di alternative atte ad aumentare i canali di entrata legale in Europa devono essere alla base di un’efficace politica di immigrazione. ] [ Molti degli attori coinvolti nella gestione amministrativa dei CPT in Sicilia sono sospettati di approfittare di tale situazione. Una maggiore trasparenza dovrebbe essere il punto di partenza di una politica d’accoglienza più giusta ed umana. ] Giuseppe Di Lello magistrato ex eurodeputato [ L’analisi della questione immigrazione deve partire dal presupposto del rispetto e la protezione dei diritti di tutti migranti. Nessun essere umano deve essere considerato illegale. Bisogna mostrare la nostra solidarietà ai paesi d’origine dei migranti e trovare soluzioni durevoli ed efficaci. ] [ Il problema reale è che le politiche in materia d’immigrazione restano in mano al Consiglio. Purtroppo, il cammino iniziato con il Consiglio Europeo di Tampere, non ha avuto un seguito. Il Consiglio ha costantemente rifiutato ogni proposta per migliorare la coordinazione europea in materia d’immigrazione e di asilo.Bisognerebbe insistere sul rafforzamento delle vie legali di entrata in Europa. Parallelamente, gli stati europei dovrebbero muovere un passo deciso verso la cancellazione dei debiti di tali paesi. ] Maurizio Zampardi Giuseppe Casucci Filippo Miraglia Amnesty International responsabile immigrazione sindacato UIL responsabile immigrazione associazione ARCI [ L’immigrazione è concepita come una battaglia culturale. Attualmente, le politiche degli stati europei considerano questo fenomeno solo come un’emergenza temporanea, senza una prospettiva a lungo temine. La battaglia più importante va quindi svolta sul piano culturale, cercando di creare i presupposti per un dibattito politico costruttivo che veda un coinvolgimento più partecipativo dell’opinione pubblica. ] [ Si constata negli ultimi anni una proliferazione dei Centri di Permanenza Temporanea, specialmente nell’area del Mediterraneo. L’esternalizzazione delle frontiere è una misura pensata affinché i popoli europei perdano la cognizione di ciò che è il dramma dei migranti. In tale maniera, l’opinione pubblica non potrà sapere cosa realmente accade. Di conseguenza, ogni iniziativa di sensibilizzazione della società civile è un passo importante verso la presa di conoscenza dell’opinione pubblica. ] [ Le ONG portano un valore aggiunto al lavoro di analisi sulle politiche migratorie in quanto, grazie al loro impegno sul campo, possono monitorare quotidianamente l’applicazione della legislazione vigente. In Italia, l’attività delle ONG è fortemente ostacolata dallo Stato, che conduce le operazioni correlate alla gestione delle politiche migratorie in maniera ambigua e poco trasparente. In termini più generali, lo Stato italiano è stato fortemente criticato da più parti. In un rapporto delle Nazioni Unite, il contenuto della legge italiana sull’immigrazione Bossi-Fini è giudicata come “aberrante”. ] Kartika Liotard eurodeputata socialistische partij — olanda 16 lampedusa e melilla frontiera sud della fortezza europa Kartika Liotard, Bairbre de Brún Miguel Portas eurodeputato bloco de esquerda — portogallo [ La politica di destra sull’immigrazione porta solo allo sfruttamento della risorsa economica che questi rappresentano. Sotto costante minaccia, i migranti sono costretti a lavorare in situazioni precarie. Risulta anche indispensabile comprendere l’impatto che il fenomeno immigrazione determina a livello sociale e culturale nella società d’accoglienza. La regolarizzazione e il conferimento della nazionalità di residenza sono misure che vanno verso un più ampio riconoscimento dei diritti dei migranti. In una dimensione europea, dovrebbe essere fortemente sostenuta un campagna pubblica di sensibilizzazione. ] che non lascia spazio agli obblighi internazionali ai quali è sottomessa (mancanza di una politica nazionale di asilo), o verso le quali dovrebbe conformarsi. ] Roberta Fantozzi responsabile immigrazione di Rifondazione Comunista [ La legislazione italiana in materia d’immigrazione è inaccettabile. Bisogna considerare l’immigrazione come una priorità nella sua programmazione politica occurre. Una strategia a lungo termine che proponga un approccio totalmente nuovo, basato sul rispetto della dignità del migrante. Sul piano pratico, insieme ad altri soggetti della sinistra dobbiamo promuovere iniziative che abbiano come obiettivo l’immediata chiusura di tutti i CPT in Europa. ] Laura Peduzzo cooperativa Rotta indipendente Francis Wurtz [ I migranti rappresentano una risorsa di valore inestimabile. Attraverso il loro coinvolgimento nelle attività delle cooperative sociali, il contributo dei migranti risulta indispensabile per il buon funzionamento e il successo di tali cooperative. D’altra parte, questi progetti permettono di far recuperare dignità e diritti ai migranti, altrimenti negati dalla dura realtà del lavoro nero, che spesso rappresenta l’unica via per garantirsi i minimi mezzi di sussistenza. ] conclusioni Giorgia Listì dipartimento immigrazione sindacato di base Cobas [ In queste brevi conclusioni voglio sottolineare la necessità di batterci contro l’esternalizzazione delle frontiere che rischiano di sottrarre all’opinione pubblica alla realtà drammatica dell’immigrazione. Bisogna quindi sostenere ogni tipo di iniziative, sia a livello nazionale che internazionale, per sensibilizzare l’opinione pubblica. Ribadiamo che i cardini di una nuova politica d’accoglienza devono essere: il permesso ricerca di lavoro, l’abolizione della priorità comunitaria, la cittadinanza di residenza. e, soprattutto, una nuova ed effettiva politica allo sviluppo dell’Unione europea. ] Bisogna mostrare la nostra solidarietà ai paesi d’origine dei migranti e trovare soluzioni durevoli ed efficaci. kartika liotard [ Le destre e la stampa ritraggono il fenomeno dell’immigrazione in termini allarmistici ma, in effetti, il numero di migranti e richiedenti d’asilo è poco rilevante in termini quantitativi. Il Governo italiano porta avanti una politica securitaria, Diamanto Manolakou gue/ngl 17 “la vera lampedusa” audizione con i giornalisti italiani fabrizio gatti e mauro parissone “Il Governo italiano dovrebbe fornire al Parlamento Europeo spiegazioni convincenti sugli abusi e le violenze commesse all’interno del Centro di Permanenza Temporanea di Lampedusa. Inoltre sarebbe necessario che il Ministro degli Interni, Giuseppe Pisanu, venga a riferire in Commissione Giustizia sul comportamento tenuto dalle autorità italiane in occasione della “visita beffa” della delegazione ufficiale dell’Europarlamento.” Giusto Catania, Fabrizio Gatti, Martine Roure Questa presa di posizione è emersa nel corso dell’audizione dei giornalisti italiani Fabrizio Gatti e Mauro Parissone, organizzata da quattro gruppi del Parlamento Europeo e tenuta a Strasburgo nell’ottobre 2005. Gli organizzatori della audizione Giusto Catania (GUE/NGL), Kathalijne Maria Buitenweg (Verdi), Jeanine Hennis-Plasschaert (Liberali), Martine Roure (Socialisti) hanno previsto anche la proiezione di un servizio su Lampedusa, realizzato da Parissone per la televisione italiana LA7 in cui si dimostra, in modo inequivocabile, che il Parlamento Europeo è stato raggirato dal Governo Italiano. Fabrizio Gatti ha raccontato la sua straordinaria esperienza dentro il CPT di Lampedusa dove è riuscito a rimanere per otto giorni fingendosi immigrato irregolare. L’Audizione ha visto la partecipazione di numerosi parlamentari, tra cui il Presidente del Parlamento Josep Borrell, giornalisti, rappresentanti di associazioni ed ONG. L’intervento di Gatti è stato molto apprezzato, infatti il giornalista de L’Espresso ha raccontato le condizioni di vita all’interno della struttura, ha descritto le violenze e gli abusi commessi dalle autorità nei confronti dei migranti trattenuti, ha evidenziato l’assurdità delle procedure di identificazioni che non hanno rilevato la vera identità del finto clandestino “Bilal”. Il racconto di Gatti ha ripercorso le accuse che il gruppo GUE/NGL aveva già formulato in occasione della visita del giugno 2005: scarsità delle provviste alimentari, pessime condizioni igienico-sanitarie, mancanza di informazione ai migranti e procedure sommarie di identificazione e di espulsione. L’audizione ha avuto un ottimo riscontro sui mezzi di informazione. Josep Borrell, Presidente del Parlamento europeo 18 lampedusa e melilla frontiera sud della fortezza europa Lampedusa: cosa ha scritto la stampa gue/ngl 19 melilla relazione sulla visita della delegazione gue/ngl a melilla Il 10 ottobre 2005 una delegazione del gruppo GUE/NGL si è recata in visita alla città di Melilla, un’enclave spagnola in Marocco, in seguito alle preoccupanti notizie di omicidi e deportazioni di migranti subsahariani. 20 lampedusa e melilla frontiera sud della fortezza europa Tobias Pflüger, Willy Meyer, Miguel Portas, Giusto Catania La delegazione, guidata da Willy Meyer, era composta da Giusto Catania, Luisa Morgantini, Sylvia-Yvonne Kaufmann, Tobias Pflüger e Miguel Portas ed era accompagnata da Susana Lopez (Izquierda Unida, responsabile per l’immigrazione) e Chiara Tamburini (personale GUE/NGL). Gli scopi principali della visita erano la verifica in loco della situazione alla frontiera, la valutazione del centro di accoglienza per i migranti e uno scambio di opinioni con le autorità locali e le ONG. Alle 12.00, presso la sede del governo locale, la delegazione ha incontrato il capo dell’Ufficio tecnico della delegazione del governo, il capo della Guardia Civil e il direttore del centro di accoglienza per i migranti. Gli europarlamentari hanno manifestato le loro preoccupazioni in merito alle violazioni dei diritti umani dei migranti e hanno posto domande sul numero di persone che erano state espulse e sul numero dei richiedenti asilo. Nello specifico, gli europarlamentari hanno chiesto quanti migranti, dopo aver oltrepassato solo la prima delle due barriere di filo spinato (trovandosi quindi nella cosiddetta “terra di nessuno”), erano stati rinviati in Marocco senza la possibilità di presentare una domanda di asilo, nonostante molti provenissero da paesi in stato di guerra. Non è stata fornita una risposta precisa. È stato solo dichiarato che l’assistenza viene fornita “quando i migranti raggiungono il territorio spagnolo” (ossia dopo aver attraversato la seconda barriera). Alle 12.30 la delegazione ha incontrato il sig. Imbroda, presidente dell’Assemblea autonoma. Egli ritiene che la frequenza degli assalti sia aumentata in seguito alle ultime regolarizzazioni in Spagna e ha sottolineato che la questione di Melilla dovrebbe essere considerata un problema europeo, in quanto si tratta non solo di un semplice confine spagnolo, ma anche di una frontiera europea con il Marocco. Gli europarlamentari hanno espresso la necessità di modificare la politica di migrazione europea, offrendo maggiori possibilità di migrare legalmente e affrontando il fenomeno alla radice. Alle 13.00, negli uffici della delegazione del governo, si è svolta una conferenza stampa alla quale hanno partecipato molto giornalisti di diversi paesi. Fallimento della politica europea di immigrazione Oltre a protestare contro il trattamento riservato ai migranti, Willy Meyer in particolare ha affermato che gli eventi descritti dimostravano il fallimento della politica europea di immigrazione, che rende l’Europa simile a una fortezza e non affronta le cause primarie del fenomeno, quali povertà e guerra. Egli ha affermato che Zapatero, primo ministro spagnolo, era congiuntamente responsabile — assieme alle autorità del Marocco — del ritorno di migliaia di migranti in paesi dove la loro vita poteva essere in pericolo, considerato che molti erano stati abbandonati nel deserto. La delegazione è rimasta sconvolta dalla crudeltà di tali barriere, che mostravano ancora tracce visibili quali brandelli di abiti persi dai migranti nel tentativo di oltrepassare le barriere. Giusto Catania ha dichiarato che i rappresentanti del governo spagnolo non erano stati in grado di fornire cifre precise concernenti l’espulsione da un territorio sotto il controllo della Guardia Civil (quindi sotto la giurisdizione spagnola) e ha affermato di condividere la posizione di Willy Meyer sulla corresponsabilità del governo spagnolo per quanto stava accadendo. Ha poi aggiunto che l’Europa dovrebbe accogliere le persone, anziché respingerle, e che un’Unione circondata da muri non ha futuro. gue/ngl 21 Luisa Morgantini ha rimarcato la tragica situazione dei migranti e ha auspicato una radicale modifica della posizione del Marocco ed una nuova politica comunitaria di accoglienza, occupazione e sviluppo con i paesi di origine. Tobias Pflüger ha dichiarato che simili avvenimenti rappresentano il fallimento delle politiche comunitarie sia in materia di asilo sia di migrazione: non dovrebbe essere possibile utilizzare armi contro i rifugiati e ricorrere al fuoco per difendere un confine. A suo giudizio, l’impressione generale era che le mansioni venissero suddivise tra autorità spagnole e autorità marocchine, lasciando a queste ultime il “lavoro sporco”. Ha quindi espresso la propria vergogna in quanto tedesco di fronte alla graduale attuazione dei progetti del ministro tedesco Schily volti ad istituire campi di detenzione per migranti esternamente all’Unione e ha sottolineato il dovere degli europarlamentari di esaminare tali siti. Centro efficiente ma affollato Luisa Morgantini Alle 13.30 la delegazione ha visitato il centro di accoglienza per migranti. Gli europarlamentari hanno riscontrato con un certo stupore il buon funzionamento del centro, dal quale i migranti erano liberi di spostarsi a loro piacimento beneficiando di cibo, alloggi, assistenza medica ed istruzione (scuole per bambini e corsi di lingue per adulti) in un ambiente pulito e gradevole con molti spazi verdi. Il centro è gestito dal ministero per gli Affari sociali con il sostegno della Croce rossa e delle ONG locali che lavorano con migranti e richiedenti asilo. Nel giorno della visita il centro ospitava circa 1 500 migranti, sebbene la normale capacità sia di 400 persone al massimo. Ciononostante non sembrava essere estremamente sovraffollato e chi non aveva a disposizione un vero e proprio “tetto” poteva usufruire delle tende della Croce rossa, ciascuna in grado di ospitare 20 persone. Giusto Catania, Luisa Morgantini, Miguel portas e Tobias Pflüger (che avevano visitato anche il centro di Lampedusa durante la visita del gruppo GUE/NGL alla fine di giugno) hanno rimarcato le enormi differenze tra i due centri. “Crudeli” barriere alla frontiera Alle 14.00 la delegazione si è recata in autobus alla frontiera con il Marocco, costituita da due barriere, alte da tre a sei metri e sormontate da filo spinato, separate da un corridoio di circa 5 metri di larghezza, pattugliate dalla Guardia Civil spagnola e, in alcuni punti, con altri rotoli di filo spinato e aste di ferro verticali. Il corridoio è al centro di una delle questioni giuridiche più controverse, poiché le autorità spagnole affermano che si tratta di “terra di nessuno”. La delegazione è rimasta sconvolta dalla crudeltà di tali barriere, che mostravano ancora tracce visibili quali brandelli di abiti persi dai migranti nel tentativo di oltrepassare le barriere. Oltre le barriere, in terra spagnola, giaceva sul terreno un alto cumulo di scale a pioli di legno costruite dai migranti per cercare di superare la barriera della frontiera. Allarmanti relazioni dalle ONG Dopo un breve pranzo con i giornalisti, alle 16.00 la delegazione ha incontrato varie ONG operanti a Melilla in difesa dei diritti dei migranti e dei bambini, che hanno presentato all’attenzione degli europarlamentari alcuni documenti nei quali l’Ufficio generale del procuratore di Stato veniva formalmente denunciato. 22 lampedusa e melilla frontiera sud della fortezza europa Melilla: cosa ha scritto la stampa Le accuse concernenti il comportamento della Guardia Civil erano allarmanti ed includevano atti di violenza quali percosse inflitte ai migranti prima del loro rilascio alle autorità marocchine oltre la frontiera oppure, in alcuni casi, addirittura la loro uccisione (agli europarlamentari sono state segnalate almeno sei vittime). Le accuse riguardavano anche la corruzione di guardie di frontiera allo scopo di rinviare i migranti in Marocco dal corridoio tra le due barriere attraverso “ingressi illegali” aperti temporaneamente nella barriera. Le ONG hanno inoltre spiegato che a Melilla e Ceuta esistono solamente centri di accoglienza, mentre i centri di detenzione sono situati nell’entroterra. È possibile presentare una richiesta di asilo nei centri di accoglienza, mentre i centri di detenzione ospitano esclusivamente migranti illegali che un giorno saranno probabilmente rinviati nel loro paese. Le ONG hanno inoltre comunicato agli europarlamentari un dato interessante: la percentuale di richiedenti asilo a Ceuta è significativamente più elevata rispetto a Melilla, poiché a Ceuta esistono più ONG che informano i migranti sui loro diritti di presentare una richiesta di asilo. In altri casi i migranti verrebbero espulsi, ma i loro paesi di origine non hanno sottoscritto alcun accordo di riammissione. Essi non possono quindi vivere in Spagna, ma non possono nemmeno essere espulsi: si tratta di un paradosso che li costringe a vivere nei centri per anni. Alle 18.20 la delegazione è tornata in aereo a Madrid dove alle 20.30 ha partecipato a una cena di lavoro con rappresentanti di Medici senza frontiere e Amnesty International a Madrid. Entrambe la parti hanno condiviso pareri e dati concernenti la situazione della frontiera con il Marocco e le iniziative da intraprendere a livello comunitario. Considerando la durata della procedura di asilo, alcuni migranti possono rimanere nei centri per mesi o anche per anni. Poiché il governo spagnolo rilascia un numero esiguo di visti di asilo (meno del 3% delle richieste nel 2004), molti potenziali richiedenti non presentano neppure la domanda. gue/ngl 23 allegato 1 risoluzione del parlamento europeo su lampedusa italia mediterranneo sicilia malta tunesia lampedusa Il Parlamento europeo, • vista la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e, in particolare, il suo articolo 14, • vista la Convenzione di Ginevra del 1951 relativa allo status dei rifugiati e, in particolare, il suo articolo 33, paragrafo 1, che esige un esame adeguato di ciascun caso individuale e vieta l’espulsione (refoulement), • vista la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, in particolare il suo protocollo IV, articolo 4, in base al quale “le espulsioni collettive di stranieri sono vietate”, • visti la dichiarazione di Barcellona e il programma di lavoro adottati dalla conferenza euromediterranea del 27 e 28 novembre 1995, per quanto concerne la promozione e la difesa dei diritti fondamentali nella regione mediterranea, • vista la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea ı e, in particolare, il suo articolo 18 relativo al diritto d’asilo, • visti l’articolo 6 del trattato UE e l’articolo 63 del trattato CE, • viste le sue interrogazioni scritte E-2616/04 e E-0545/05, • visto l’articolo 115, paragrafo 5, del suo regolamento, A. considerando che Lampedusa, piccola isola di circa 20 km2 situata nel canale di Sicilia, con una popolazione di 5.500 abitanti, ha evidenti limiti di capacità per quanto riguarda la possibilità di accogliere e ospitare i numerosi immigranti e richiedenti asilo che, regolarmente, sbarcano sulle sue coste, spesso in condizioni disperate, B. considerando con preoccupazione le espulsioni collettive di immigranti effettuate dalle autorità italiane tra l’ottobre 2004 e il marzo 2005 dall’isola italiana di Lampedusa verso la Libia, C. considerando che l’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR) ha denunciato l’espulsione di 180 persone il 17 marzo 2005 e dichiarato che “non è affatto chiaro se l’Italia abbia preso le precauzioni necessarie per assicurarsi che non stia rimandando veri rifugiati in Libia, che non può essere considerato esattamente un paese sicuro per il diritto d’asilo”; considerando che l’UNHCR ha espresso il proprio rammarico per la mancanza di trasparenza da parte delle autorità sia italiane che libiche, D. considerando con preoccupazione che le autorità italiane hanno negato all’UNHCR l’accesso al centro rifugiati di Lampedusa il 15 marzo 2005 mentre, secondo l’UNHCR, avrebbero autorizzato l’accesso di funzionari libici, E. considerando con grande preoccupazione la situazione di centinaia di richiedenti asilo rinviati in Libia, visto che tale paese non è firmatario della Convenzione di Ginevra sui rifugiati, non dispone di un regime di asilo, non offre garanzie efficaci di tutela dei diritti dei rifugiati e pratica arresti, detenzioni ed espulsioni arbitrari; considerando inoltre che le persone espulse sono generalmente ammanettate e ignorano il luogo cui sono destinate, F. considerando con preoccupazione il trattamento e le condizioni di vita deplorevoli delle persone detenute nei campi libici, nonché i recenti rimpatri di massa di stranieri dalla Libia verso i loro paesi d’origine in condizioni che non assicuravano la dignità né la sopravvivenza; preoccupato inoltre dalle informazioni provenienti da fonti libiche secondo le quali a seguito di tali espulsioni si sarebbero verificati 106 decessi, ı GU C 364 del 18.12.2000, pag. 1. 24 lampedusa e melilla frontiera sud della fortezza europa G. considerando l’accordo bilaterale tra l’Italia e la Libia, il cui contenuto è ancora segreto, che sembra affidi alle autorità libiche la sorveglianza dei flussi migratori e impegni la Libia a riammettere le spersone espulse dall’Italia, H. considerando l’assenza in Italia di una legislazione in materia di diritto di asilo, I. considerando la richiesta presentata all’Italia dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, il 6 aprile 2005, di trasmettere informazioni sulla situazione a Lampedusa, a seguito del reclamo n. 11593/05 presentato da un gruppo di migranti espulsi, 1. invita le autorità italiane e tutti gli Stati membri ad astenersi dall’effettuare espulsioni collettive di richiedenti asilo e di “migranti irregolari” verso la Libia o altri paesi e ad assicurare l’esame individuale delle domande di asilo nonché il rispetto del principio di non espulsione; 2. ritiene che le espulsioni collettive di migranti verso la Libia da parte delle autorità italiane, compresa quella del 17 marzo 2005, costituiscano una violazione del principio di non espulsione e che le autorità italiane siano venute meno ai loro obblighi internazionali omettendo di assicurarsi che la vita delle persone espulse non fosse minacciata nel loro paese di origine; 3. invita le autorità italiane a garantire all’UNHCR libero accesso al centro rifugiati di Lampedusa e alle persone ivi detenute, che potrebbero avere bisogno di una protezione internazionale; 4. invita la Commissione, guardiana dei trattati, a vegliare sul rispetto del diritto d’asilo nell’Unione europea a norma degli articoli 6 del trattato UE e 63 del trattato CE, a far cessare le espulsioni collettive e ad esigere che l’Italia e gli altri Stati membri rispettino gli obblighi loro derivanti dal diritto dell’Unione; 5. ricorda la necessità di una politica comunitaria di immigrazione e asilo basata sull’apertura di canali di immigrazione legale e sulla definizione di norme comuni di protezione dei diritti fondamentali degli immigrati e dei richiedenti asilo in tutta l’Unione europea, come stabilito dal Consiglio europeo di Tampere del 1999 e confermato dal programma dell’Aia; 6. ribadisce le sue profonde riserve per quanto riguarda l’approccio del “minimo denominatore comune” della proposta di direttiva del Consiglio sulle procedure di asilo (COM(2002)0326) ed invita gli Stati membri ad assicurare il tempestivo recepimento della direttiva 2004/83/CE ıı recante norme minime sull’attribuzione della qualifica di rifugiato; 7. invita la Commissione a svolgere un dialogo trasparente in materia, rendendo pubblici tra l’altro i risultati della sua missione tecnica in Libia del novembre-dicembre 2004 sull’immigrazione clandestina; 8. chiede alla Libia di permettere l’accesso di osservatori internazionali, di porre fine alle espulsioni e agli arresti arbitrari di migranti, di ratificare la convenzione di Ginevra sui rifugiati e di riconoscere il mandato dell’UNHCR; chiede che sia reso pubblico ogni accordo di riammissione concluso con la Libia; 9. chiede l’invio di una delegazione composta da membri delle commissioni competenti al centro rifugiati di Lampedusa e in Libia, per poter valutare la portata del problema e verificare la legittimità dell’operato delle autorità italiane e libiche; 10. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai governi e ai parlamenti degli Stati membri, al governo della Libia e all’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite. ıı GU L 304 del 30.9.2004, pag. 12. gue/ngl 25 allegato 2 relazione della delegazione della commissione giustizia e affari interni sulla visita al centre di permanenza temporanea di Lampedusa relatrice: martine roure Svolgimento della visita Una delegazione di 12 parlamentari si è recata a Lampedusa per visitare il centro di permanenza temporanea dell’isola di Lampedusa, a sud della Sicilia. Prima di visitare il centro, la delegazione del PE ha interrogato le autorità italiane per più di due ore per ottenere informazioni relative al centro. Tra le autorità italiane presenti figuravano: il sottosegretario all’Interno Gianpiero D’Alia, i prefetti Bruno Pezzuto, Michele Lepri Gallerano, Nicola Prete, il questore di Agrigento Nicola Zito, il sindaco di Lampedusa Bruno Siragusa e altri responsabili delle forze dell’ordine. La delegazione si è quindi recata in visita al CPT per circa un’ora e mezzo ed ha infine rilasciato una conferenza stampa. La visita ha avuto una buona copertura da parte dei media, in particolare televisivi. La simulazione in mare di un’operazione di soccorso e di assistenza da parte delle imbarcazioni della Guardia costiera non ha avuto luogo. Briefing con le autorità italiane Cifre Le autorità italiane hanno comunicato ai parlamentari che il centro, quel giorno, ospitava 11 persone. La delegazione ha espresso notevole stupore al riguardo, in quanto tale cifra non rifletteva la realtà quotidiana del centro di Lampedusa. Il questore di Agrigento ha replicato dichiarando che, il giorno precedente, nel centro vi erano 56 persone. Alla domanda relativa al numero di persone presenti nel centro nel corso delle 96 ore precedenti, le autorità hanno rispo- sto fornendo il numero di arrivi: 200 persone il 21 agosto scorso, 148 persone il 7 settembre, 29 persone l’11 settembre. Tale informazione non chiariva il numero totale di presenze nei giorni precedenti la visita dei deputati. I parlamentari non hanno potuto consultare il registro delle presenze con gli arrivi e le partenze in quanto tali registri non si trovavano nel centro ma presso gli uffici della prefettura di Agrigento. Gli eurodeputati hanno chiesto a più riprese di avere accesso a tali dati senza ottenere una risposta affermativa. Analogamente, è stato impossibile avere accesso ai decreti di espulsione, anch’essi conservati presso la prefettura di Agrigento. Le autorità hanno comunicato altre cifre: • il CPT di Lampedusa ha una capacità di 186 posti; • nel 2004 sono state accolte presso il CPT di Lampedusa 10 497 persone, di cui 412 minori e 309 donne; • la media giornaliera di presenze tra aprile e ottobre si attesta sulle 350-400 persone; • durante il periodo estivo il centro ha dovuto, in alcuni giorni, accogliere fino a più di mille persone; • la durata media della permanenza nel centro è di 4/5 giorni. Il questore ha ammesso che la presenza di sole 11 persone nel periodo estivo è da considerarsi eccezionale. Tra ottobre e marzo il centro è quasi vuoto. In relazione alla risoluzione del Parlamento europeo del 14 aprile 2005, nella 26 lampedusa e melilla frontiera sud della fortezza europa quale quest’ultimo dichiarava di considerare “con preoccupazione le espulsioni collettive di immigranti effettuate dalle autorità italiane tra l’ottobre 2004 e il marzo 2005 dall’isola italiana di Lampedusa verso la Libia” le autorità italiane hanno comunicato le seguenti cifre: • dal 29 settembre 2004 all’8 ottobre 2004 sono arrivate a Lampedusa 1 787 persone, di cui 544 hanno chiesto di presentare domanda di asilo e sono state immediatamente trasferite nel centro di Crotone. Tra queste, 181 hanno ottenuto un permesso di soggiorno temporaneo e 140 sono fuggite. 1 153, tutte presumibilmente di nazionalità egiziana, sono state trasferite in Libia con 11 voli charter. Non è stata fatta alcuna menzione delle 90 persone che non rientravano in queste due categorie. • dal 13 al 21 marzo 2005 sono arrivate sull’isola 1 235 persone, di cui 421 hanno chiesto di presentare domanda di asilo e sono state immediatamente trasferite nel centro di Crotone. Tutte le 421 persone sono evase dal centro di Crotone mediante un’azione di forza contro i carabinieri. Delle altre, 494 sono state inviate in Libia e 126 rimpatriate in Egitto. Gestione del centro Il centro è gestito dalla ONG Misericordia, che fornisce assistenza di base (distribuzione dei pasti, acqua e schede telefoniche, eventualmente assistenza medica di primo soccorso ecc.). L’ONG Misericordia dispone di una equipe di nove persone che si danno il cambio su tre turni quotidiani. Non è stata ottenuta risposta in merito ai termini dell’accordo tra l’ONG e il ministero dell’Interno. Procedura di accoglienza Le autorità italiane hanno descritto in maniera approfondita la procedura di accoglienza. Generalmente, le barche che trasportano gli immigrati clandestini vengono fermate al largo di Lampedusa e molto raramente arrivano fino alla costa. Le persone sono dapprima perquisite in un locale all’ingresso del centro e quindi sottoposte ad una prima visita medica; ricevono in seguito vestiti, sigarette, schede telefoniche. Ogni tre giorni si provvede al cambio delle lenzuola. Nel corso di un colloquio, con l’aiuto di interpreti, e in funzione delle caratteristiche fisiche delle persone, viene stabilita la loro nazionalità. Le autorità hanno dichiarato che la maggior parte delle persone che arriva nel centro è di nazionalità egiziana. Il fatto che la quasi totalità dei migranti provenga dall’Egitto ha sorpreso la maggioranza dei deputati, i quali hanno inoltre espresso alcune perplessità in merito alla possibilità di identificare una persona dopo un colloquio di appena pochi minuti e soltanto in base all’accento e al colore della pelle. I deputati si sono detti stupiti del fatto che la quasi totalità dei migranti sia considerata di origine egiziana e che, tra le nazionalità presenti nel centro, siano completamente assenti altre nazionalità, in particolare quella irachena e palestinese. Le persone che arrivano a Lampedusa sono senza documenti o possiedono documenti falsi. Nel centro, i migranti possono avere accesso all’assistenza legale e ad un interprete, nel rispetto delle loro convinzioni religiose. In realtà essi ricevono un elenco con i nomi degli avvocati del tribunale di Agrigento che risiedono in Sicilia. Nel dormitorio del centro era affisso un avviso in arabo, francese e inglese che illustrava “i diritti e i doveri dell’emigrato”. Gli interpreti traducono dall’arabo e dall’inglese, mentre non vi sono interpreti dal francese. gue/ngl 27 Tutti coloro che arrivano al CPT di Lampedusa devono sottoporsi al rilevamento delle impronte digitali mediante un sistema di scanner, senza inchiostro, molto avanzato dal punto di vista tecnologico. Le impronte dei richiedenti asilo sono immesse nel sistema Eurodac, le altre restano a disposizione delle autorità italiane. Non è stato possibile stabilire quale uso facciano di tali impronte le autorità di polizia. L’identificazione dei bambini è eseguita dai medici mediante una radiografia. Le autorità italiane hanno dichiarato che il CPT di Lampedusa è un centro di permanenza temporanea. La durata media di permanenza nel centro sarebbe di 4/5 giorni; tuttavia, se il giudice lo stabilisce, un emigrato può essere detenuto nel centro fino a 60 giorni. In pratica, se una persona esprime il desiderio di richiedere asilo, è trasferita nel centro di accoglienza di Crotone. Per le altre, si applica la legge italiana in materia di respingimento alla frontiera. Le persone hanno diritto ad un colloquio individuale, tuttavia se non presentano domanda di asilo sono immediatamente inviate in Libia o rimpatriate nel loro paese d’origine. Tobias Pflüger Le autorità italiane hanno dichiarato che, in generale, le domande d’asilo sono molto scarse e che la maggior parte di coloro che arrivano a Lampedusa sono immigrati economici. Il centro di Lampedusa non è un centro di identificazione per i richiedenti asilo ma un centro di accoglienza temporanea che diventa, in alcuni casi, un centro di detenzione provvisoria per al massimo 60 giorni (30 giorni + 20 + 10) qualora il giudice lo richieda per motivi legati ad un’indagine (traffico di esseri umani). ııı Le autorità italiane hanno spiegato che, in base alla legge italiana sull’immigrazione (articolo 10 della legge 189/2002 del luglio 2002, la cosiddetta legge Bossi-Fini), le procedure di respingimento (refusal of entry in inglese) non necessitano dell’autorizzazione di un giudice in quanto non si tratta di espulsione ma di respingimento alla frontiera effettuato su base individuale. Nel caso in cui le autorità che gestiscono il centro non siano in grado di rimpatriare le persone entro un termine di 3-4 giorni, è necessario richiedere l’autorizzazione di un giudice per poter trattenere le persone nel centro. Spetta al questore decidere in merito al “respingimento”. Le autorità italiane hanno insistito a più riprese sulla differenza tra “respingimento” ed “espulsione” ııı. L’espulsione necessita dell’ordine di un giudice ed ha validità 10 anni; il respingimento è una misura amministrativa, stabilita da un questore e non impedisce all’immigrato di ritornare sul territorio italiano. Le autorità italiane hanno escluso l’eventualità di un ricorso a rimpatri collettivi ed hanno ribadito il rispetto della legislazione internazionale ed europea in materia di protezione dei rifugiati e rispetto dei diritti dell’uomo. Le stesse autorità hanno inoltre spiegato che il respingimento è effettuato verso la Libia in quanto le barche arrivano da questo paese. Nel 2004, i costi relativi ai biglietti aerei ed altre spese tecniche ammontavano a 21 326 000 euro. Le autorità italiane hanno disposto l’istituzione di un nuovo centro, più grande, situato in un’ex caserma militare, al fine di garantire una capacità di accoglienza maggiore. Si veda la legge Bossi Fini, articolo 10: respingimento, art 13: espulsione. 28 lampedusa e melilla frontiera sud della fortezza europa Visita del centro Gli eurodeputati hanno potuto accedere al centro insieme al loro staff, agli interpreti e agli accompagnatori, uno per ogni deputato, tra cui numerosi giornalisti. Per quasi due ore, la delegazione ha potuto visitare tutto il centro ed intrattenersi con le 11 persone che quel giorno vi alloggiavano. Il centro è circondato da un recinto di inferriate metalliche rafforzate da fili di ferro, come se ne vedono nelle zone militari. Il centro si trova proprio a fianco dell’aeroporto di Lampedusa e dispone di un’entrata diretta e privata alla pista. La struttura è costituita da quattro container prefabbricati, ciascuno dei quali contiene circa 40 letti (due file di letti a castello). Il primo container è apparso pulito, dipinto di recente, con affissa la carta dei diritti dei migranti in francese, inglese e arabo. I deputati hanno constatato che tale carta era stata affissa di recente. I letti a castello sono di ferro con materassi di gomma spugnosa nuovi. Sui letti non c’erano né lenzuola né coperte e le finestre erano prive di vetri. La spiegazione fornita in merito è stata che, a causa delle numerose liti che scoppiano all’interno del centro, i vetri sono sempre rotti. Vi è un’unica struttura comune che funge da bagno collettivo, con WC senza porte, lavandini e docce senza porte. Vi è solo una decina di WC per tutto il centro; le docce e i lavandini sono alimentati da acqua di mare, quindi salata, e collocati in stanze anch’esse prive di finestre. L’infermeria è piccola e costituita da un solo lettino, una scrivania e un piccolo armadio. Non sono visibili medicinali. Un altro container comprende: • la cucina, in cui vi sono notevoli provviste di viveri; • una stanza separata in cui alloggiano le donne e i bambini ed intere famiglie, che i deputati non hanno potuto visitare; • una stanza vuota adibita ai colloqui con gli avvocati, senza scrivania né sedie, un’unica stanza per tutto il centro. I deputati hanno espresso il loro stupore a tale proposito: dato lo spazio limitato, sembra impossibile valutare la situazione di ciascuno con tranquillità e chiarezza. In soli quattro giorni di permanenza appare impossibile poter fornire a tutti la possibilità di un colloquio individuale, soprattutto in periodi di forte presenza (fino a 1 000 persone); • una scrivania fornita di apparecchiature per il rilevamento delle impronte digitali e per le foto digitali. del caso, ad un’eventuale audizione presso la commissione LIBE. Testimonianze dei migranti Tra le 11 persone presenti vi erano cittadini di nazionalità tunisina, alcuni dei quali erano accusati di essere degli scafisti, mentre altri ne erano le vittime, tutti detenuti nello stesso centro. Un cittadino tunisino ha dichiarato di trovarsi nel centro da 4 mesi, nonostante le autorità avessero assicurato che la legge permette un soggiorno massimo di 60 giorni. Altri hanno dichiarato di non aver mai visto un avvocato e di non sapere per quale motivo erano trattenuti nel centro. 2.Le condizioni di vita nel centro restano precarie e del tutto inadeguate al flusso migratorio verso Lampedusa che presenta proporzioni notevoli. Richiesta di chiarimenti al governo italiano La delegazione ha deciso, una volta rientrata a Bruxelles, di inviare una richiesta formale di ulteriori informazioni al governo italiano. Il sottosegretario all’Interno Gianpiero D’Alia si è detto pronto a trasmettere tutta la documentazione necessaria, nonché a partecipare, se Le informazioni che la delegazione LIBE desidera ricevere riguardano: • cifre più precise e dettagliate sulle presenze nel centro, al fine di poter verificare le entrate e le uscite; • copia dei decreti di espulsione, in particolare per il periodo coperto dalla risoluzione del PE del 14 aprile 2005; • copia dell’accordo tra Italia e Libia per l’invio in Libia di immigrati irregolari; • le cifre concernenti le persone inviate in Libia dall’inizio del 2004. Conclusioni 1. La delegazione esprime preoccupazione in merito alle espulsioni di migranti verso la Libia effettuate dal governo italiano. 3.Le autorità italiane hanno dato prova di insufficiente trasparenza per quanto concerne l’accesso ai documenti che certificano la situazione giuridica delle persone ospitate nel centro. La delegazione aspetta di ricevere dal ministero italiano dell’Interno i dati relativi alle presenze nel centro e i decreti di espulsione. 4.La delegazione, a nome della commissione LIBE, chiede alla Commissione europea di presentare una relazione al Parlamento europeo sulla missione che la stessa Commissione ha recentemente effettuato in Libia per verificare le condizioni dei centri di detenzione dei migranti. gue/ngl 29 Osservazioni della relatrice I parlamentari hanno raccolto numerose testimonianze di abitanti di Lampedusa che hanno notato un traffico eccezionale di aerei militari nei giorni che hanno preceduto la visita della delegazione a Lampedusa. Durante la visita di una delegazione di un gruppo parlamentare nel mese di giugno, i deputati presenti avevano constatato che la carta dei diritti non era affissa e le autorità avevano spiegato che le informazioni necessarie erano fornite solo su esplicita richiesta. Alcune fonti esterne hanno fatto riferimento ad una somma, passata da 21 euro a 85 euro per persona e al giorno, che l’associazione che gestisce il centro riceverebbe dal ministero dell’Interno (a fronte dei 21 euro che riceveva l’amministrazione comunale quando era responsabile del centro). Durante un colloquio con un carabiniere, quest’ultimo ha negato che di recente nel centro si fossero verificate liti ed è quindi dato presumere che le porte dei WC e le finestre fossero rotte da lungo tempo. Ciò è confermato dalla relazione di una delegazione di un gruppo parlamentare recatasi in visita al centro nell’ottobre 2004. In merito alla procedura di accoglienza, è stato constatato che le autorità italiane, per tutta la durata della visita, hanno definito le persone presenti come “immigrati clandestini” e mai come “rifugiati o richiedenti asilo”. Secondo le testimonianze dei deputati che vi si erano già recati più volte in passato, il centro di Lampedusa così com’è stato mostrato ai deputati europei non rispecchia affatto la realtà. In teoria, le persone presenti nel centro hanno la possibilità di accedere all’assistenza legale e ad un interprete, nel rispetto delle loro convinzioni religiose; in realtà, esse ricevono un elenco con i nomi degli avvocati del tribunale di Agrigento, i quali abitano in Sicilia e con cui è molto difficile mettersi in contatto. Il fatto che le autorità italiane abbiano dichiarato che, in generale, vengono presentate pochissime domande di asilo ha suscitato lo stupore della maggior parte dei membri della delegazione i quali hanno paragonato tale situazione a quella di altri paesi che presentano un numero di richiedenti asilo molto elevato. 30 lampedusa e melilla frontiera sud della fortezza europa Centr0 di permanenza temporanea di Lampedusa Melilla: confine tra Spagna e Morocco Centro di accoglienza di Melilla gue/ngl 31 www.guengl.eu