Le donne nella regione
E u r o - m e d i t e r r a n e a : Pilastri del progresso
d i R o d i K R AT S A - T S A G A R O P O U L O U ,
Primo Viceprésidente del Parlemento europeo
Gruppo del Partito Popolare Europeo (Democratico-cristiano)
e Democratici Europei al Parlamento europeo
Le donne nella regione
E u r o - m e d i t e r r a n e a : Pilastri del progresso
d i R o d i K R AT S A - T S A G A R O P O U L O U ,
Primo Viceprésidente del Parlemento europeo
Contenuto
Prefazione di Joseph Daul,
Presidente del Gruppo del PPE-DE al Parlamento europeo
7
Introduzione di Rodi Kratsa Tsagaropoulou,
primo Vicepresidente del Parlamento europeo,
responsabile della cooperazione EUROMED e dell’APEM
9
2
Vicepresidente del Gruppo del PPE-DE al Parlamento europeo
13
I. A
ll’Assemblea parlamentare
Euromediterranea (APEM) 23
A. C
ommissione ad hoc per i diritti della donna
nei paesi Euromediterranei dell’APEM Concorso annuale di disegno (2007) sull’uguaglianza di genere, per i bambini
di 8 - 10 anni provenienti dai paesi terzi della regione mediterranea. Concorso
organizzato da Europe-Aid in occasione della giornata internazionale della donna.
Vincitrice: Sarah Naser Khalil Al-manasear, Giordania
Relazioni e audizioni pubbliche
> Relazione – Documento di lavoro: Progetti comunitari e misure
finanziarie dedicate ai programmi di sostegno a favore delle
donne e dell’uguaglianza fra i sessi, 2a sessione plenaria dell’APEM
20-21 novembre 2006, Il Cairo
25
> Audizione pubblica della commissione ad hoc per i diritti
della donna nei paesi euromediterranei dell’APEM,
17 ottobre 2007, Bruxelles a) Le donne e l’immigrazione nel Mediterraneo
b) Le donne e la scienza nel Mediterraneo
Concorso annuale di disegno (2008) sull’uguaglianza di genere, per i bambini
di 8 - 10 anni provenienti dai paesi terzi della regione mediterranea. Concorso
organizzato da Europe-Aid in occasione della giornata internazionale della donna.
Vincitore: Mohamed Hédi Jemai, 10 anni, Tunisia
49
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Conclusioni di Vito Bonsignore,
3
> 3a sessione plenaria dell’APEM, 16-17 marzo 2007, Tunisi
53
> 4a sessione plenaria dell’APEM, 27-28 marzo 2008, Atene
68
II. Al Parlamento europeo 79
A. R
isoluzioni del Parlamento europeo sulle
donne della regione euromediterranea > Risoluzione del Parlamento europeo sulla politica dell’Unione europea
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
nei confronti dei paesi mediterranei per quanto riguarda la promozione
4
dei diritti della donna e delle pari opportunità in tali paesi
(2001/2129(INI)) – 7 febbraio 2002
81
> Risoluzione del Parlamento europeo sull’immigrazione femminile:
ruolo e condizione delle donne immigrate nell’Unione europea
(2006/2010(INI)) – 24 ottobre 2006
100
B. P
areri nell’ambito dei lavori della commissione
per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere > Parere della commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza
di genere destinato alla commissione per gli affari esteri (2005/2058(INI))
sul processo di Barcellona rivisitato – 16 settembre 2005
126
> Parere della commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza
destinato alla commissione per gli affari esteri rapporti tra l’Unione
europea e i paesi del Mediterraneo (2008/2231(INI)) – 2 dicembre 2008
128
III. ALLEGATI: Informazioni generali 133
A. Q
UADRO POLITICO E ISTITUZIONALE
PER LA TUTELA DELLE DONNE
NEI PAESI PARTNER MEDITERRANEI 135
B. I PRINCIPALI STRUMENTI FINANZIARI
A FAVORE DELLE DONNE NEL MEDITERRANEO 137
C. P
ROGRAMMI A FAVORE DELLE DONNE
NEI PAESI PARTNER MEDITERRANEI 139
D. L A CONDIZIONE DELLA DONNA
NELLA REGIONE MEDITERRANEA 147
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
B. R
accomandazioni della commissione ad hoc
per i diritti della donna nei paesi euromediterranei 5
Prefazione
6
La questione della parità di genere e dell’uguaglianza di diritti fra uomini e
donne a tutti i livelli della società, è stata da sempre al centro della nostra visione
e delle nostre politiche. Questo principio è racchiuso sia nella nostra Costituzione
europea sia nelle costituzioni della maggior parte degli Stati membri e
rappresenta uno dei pilastri delle nostre società. Sono particolarmente lieto che
questo tema di rilievo sia stato affrontato anche dai parlamentari rappresentati
in seno all’EMPA tramite un commissione ad hoc sui diritti delle donne, attivo sin
dal 2005 e recentemente trasformato in commissione permanente.
Settimana araba al Parlamento europeo, 3 - 7 novembre 2008
Da sinistra a destra: on. Joseph Daul, presidente del gruppo PPE-DE,
on. Rodi Kratsa-Tsagaropoulou (PPE-DE, Grecia),
primo vicepresidente del Parlamento europeo,
on. Anna Záborská (PPE-DE, Slovacchia), presidente della commissione parlamentare
per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere,
e on. Bogusław Sonik (PPE-DE, Polonia)
Tale commissione è indispensabile, poiché consente ai parlamentari di
scambiarsi informazioni e migliori prassi, nonché di elaborare idee per
future azioni. I partner euromediterranei si prefiggono di garantire la parità
di genere, di tutelare i diritti delle donne e di impedire qualsiasi tipo di
discriminazione. L’istruzione e l’occupazione femminile, senza escludere il
maggior accesso per garantire un uguale status giuridico per uomini e donne,
costituiscono il perno delle attività delle commissioni.
La condizione delle donne all’interno di una società rappresenta un importante
indicatore della sua modernità e della sua forza democratica. Esprimo tutto
il mio apprezzamento per le attività in corso e mi congratulo con tutti i miei
colleghi impegnati in questo ambito.
Joseph Daul,
Presidente del Gruppo del PPE-DE al Parlamento europeo
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Il Gruppo PPE-DE in seno al Parlamento europeo ha sempre considerato il processo
di partenariato euromediterraneo una priorità politica. La creazione dell’Assemblea
parlamentare euromediterranea (EMPA), fortemente sostenuta dalla nostra famiglia
politica, è stata la logica conseguenza. È inconcepibile non promuovere stretti
legami con i nostri vicini dell’altra sponda del Mediterraneo, anche e soprattutto a
livello parlamentare: da un lato, essi rivestono e continueranno a rivestire un ruolo
rilevante nella nostra economia; dall’altro, molti immigrati provenienti da quei paesi
vivono stabilmente nell’Unione europea, integrati nelle nostre società, insieme a noi.
Dialogo e comprensione costanti fra tutti gli attori politici sono essenziali.
7
Introduzione
8
Già nel quadro del Forum interparlamentare euromediterraneo, e poi
dell’APEM (Assemblea parlamentare euromediterranea), il nostro Gruppo ha
sempre appoggiato la causa della promozione della donna e del suo ruolo
nella regione euromediterranea, sia a livello politico che istituzionale. Dopo
una forte mobilitazione del Gruppo PPE-DE, il 24 maggio 2005 il suo Ufficio
di presidenza ha deciso di nominare la commissione ad hoc per i diritti della
donna nei paesi euromediterranei.
In occasione della prima sessione costitutiva della commissione ad hoc per
i diritti della donna nei paesi euromediterranei, svoltasi nella sede del
Parlamento europeo a Bruxelles il 28 marzo 2006, i membri del Gruppo del
PPE-DE hanno partecipato attivamente all’attuazione del contesto operativo
della suddetta commissione ad hoc nonché del suo piano di lavoro, dei suoi
orientamenti e delle priorità di natura politica e strategica.
Commemorazione del decennale del processo di Barcellona.
Strasburgo, 15 novembre 2005. Evento del gruppo PPE-DE
José Manuel Durão Barroso, presidente della Commissione europea,
accompagnato (da sinistra a destra) dall’on. Rodi Kratsa-Tsagaropoulou (PPE-DE, Grecia),
vicepresidente della commissione ad hoc sui diritti delle donne dell’APEM,
dall’on. Dominique Vlasto (PPE-DE, Francia) e dall’on. Tokia Saifi, (PPE-DE, Francia),
presidente della commissione politica dell’APEM
Ho avuto l’onore di essere nominata vicepresidente della commissione ad
hoc, rappresentando il Parlamento europeo. Per il PPE-DE, la priorità dei
lavori di detta commissione è stata l’analisi delle cause della discriminazione
contro le donne nella vita politica, economica e sociale, evidenziando
l’importanza della strategia del diritto comunitario. Per quanto riguarda il
metodo di lavoro, il PPE-DE ha proposto l’istituzione di una serie di gruppi
di lavoro, una proposta accolta dalla Commissione.
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
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Il Gruppo PPE-DE ha sempre chiesto l’integrazione della dimensione di
«genere» nei tre pilastri del partenariato euromediterraneo nonché il rispetto
del principio di uguaglianza politica, sociale ed economica fra i due sessi, e
ha espresso la volontà politica che, nel quadro dei lavori dell’Assemblea
parlamentare euromediterranea e in ogni forma di cooperazione fra le due
sponde del Mediterraneo, trovi testimonianza una ferma volontà a favore
della parità fra gli uomini e le donne.
9
Il nostro Gruppo ha potuto partecipare nel quadro dei lavori e delle
varie attività dell’APEM e della sua commissione ad hoc per i diritti della
donna nonché alle diverse iniziative che si svolgono in seno al Parlamento
europeo.
10
Il nostro Gruppo deve continuare a essere pioniere e a svolgere azioni
mirate e coordinate nella regione ai fini della promozione della condizione
e del ruolo delle donne, data la loro importanza per lo sviluppo sociale ed
economico dei paesi partner che contribuiranno alla pace, alla prosperità e
alla stabilità del Mediterraneo.
Rodi Kratsa-Tsagaropoulou,
primo Vicepresidente del PE,
responsabile dell´APEM e della cooperazione Euromed
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Insieme alla nostra iniziativa, al fine di sottolineare l’importanza che riveste
il rafforzamento della cooperazione fra il nord e il sud del Mediterraneo,
è stata approvata anche l’idea di creare un premio della donna Euro-Med
dell’anno, assegnato ogni anno a un’organizzazione o a una persona del
sud o del nord che si ritiene abbia apportato, in cooperazione con altri
attori mediterranei, il massimo contributo alla promozione dei diritti della
donna.
11
Conclusioni
12
Diversi paesi mediterranei hanno ricevuto delegazioni del Gruppo PPE-DE.
I paesi del Mediterraneo meridionale rivestono non solo un’importanza
strategica vitale per l’Unione europea, ma sono anche i nostri vicini con
i quali abbiamo legami storici, economici, culturali e migratori a cui non
possiamo sottrarci. Il nostro obiettivo comune è quello di collaborare e
lavorare assieme per creare una regione mediterranea dinamica e prospera,
che goda di pace e sicurezza.
Il Gruppo PPE-DE è infatti il più attivo all’interno del partenariato avviato
dal processo di Barcellona nel 1995, in particolare per quel che riguarda
l’aspetto parlamentare, rappresentato dall’Assemblea parlamentare
euromediterranea con le sue quattro commissioni (politica, economica,
cultura e diritti delle donne) e la commissione ad hoc per l’energia e
l’ambiente, oltre ai suoi gruppi di lavoro.
Da sinistra a destra:
on. Joseph Daul, presidente del gruppo PPE-DE al Parlamento europeo,
on. Vito Bonsignore, vicepresidente del gruppo PPE-DE,
e Benita Ferrero-Waldner, commissario europeo per le relazioni esterne
e la politica europea di vicinato
Nell’ambito della sua attività parlamentare e delle visite e scambi con gli
attori politici e sociali dell’altra sponda del Mediterraneo, il Gruppo PPEDE promuove il dialogo, la collaborazione, la realizzazione e la difesa di
valori e obiettivi comuni, sia per lo sviluppo del dialogo politico sia per
lo sfruttamento del potenziale umano e delle risorse a disposizione degli
obiettivi comuni.
Su iniziativa dei membri del Gruppo PPE-DE, durante l’assemblea è stata
costituita la commissione provvisoria per i diritti delle donne perché il nostro
gruppo, insieme ai suoi partner, crede fermamente, che il ruolo, la posizione
e l’evoluzione delle donne costituiscono un parametro essenziale per la
promozione degli obiettivi comuni da noi fissati e che la difesa dei loro
diritti è parte integrante dei diritti umani.
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Nel corso degli ultimi dieci anni il Gruppo PPE-DE ha stabilito strette
relazioni con i paesi mediterranei, fondate sul concetto di “partenariato
regionale”. Il nostro gruppo è alla base del nuovo impulso al processo di
Barcellona, il mezzo più importante e pratico per incoraggiare la discussione
e la cooperazione tra l’UE, i suoi Stati membri e i partner mediterranei. Nella
dichiarazione di Barcellona, i 27 partner euromediterranei hanno concordato
di creare una zona di libero scambio euromediterranea entro il 2010.
13
A marzo 2008 la commissione ad hoc per i diritti della donna dell’APEM
è stata trasformata in commissione permanente grazie alla decisione
dell’Ufficio di presidenza dell’APEM durante la riunione svolta ad Atene
il 28 febbraio 2008. La presidenza della commissione è stata assegnata
al Portogallo e le cariche di vicepresidente al Parlamento europeo, all’Algeria
e al Libano.
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Vito Bonsignore,
Vicepresidente del Gruppo del PPE-DE al Parlamento europeo
14
15
Scene tratte dal film «I giardini di Samira «, proiettato al Parlamento
europeo durante la settimana araba, Bruxelles, 3-7 novembre 2008
Da sinistra a destra: on. Rodi Kratsa-Tsagaropoulou, primo vicepresidente
del Parlamento europeo, che presenta il film marocchino dal titolo
I giardini di Samira, proiettato al Parlamento europeo durante la settimana araba,
e che coordina il dibattito con Latif Lahlou, il regista marocchino del film,
e con Mohamed Khouyi, attore marocchino e protagonista (Driss) del film,
dibattito relativo alle conclusioni e ai messaggi di questo famoso film.
Il soggetto principale di questa pellicola, che ha vinto numerosi premi,
ruota attorno ad argomenti tabù per il mondo arabo, come ad esempio
questioni e problemi che riguardano la vita familiare quotidiana,
l’adulterio delle donne e l’impotenza sessuale degli uomini
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
16
Settimana araba al Parlamento europeo, Bruxelles, 3-7 novembre 2008
17
Amman, 12 - 13 ottobre 2008 : Sessione plenaria dell’APEM
Sua Maestà Abdullah II, Re di Giordania e on. Rodi Kratsa-Tsagaropoulou,
primo vicepresidente del Parlamento europeo
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
18
Tunisia, 2001: on. Rodi Kratsa-Tsagaropoulou (PPE-DE, Grecia)
con Neziha Zarrouk, ministro tunisino per le questioni concernenti
la donna e la famiglia, nell’ufficio del primo ministro
19
Da sinistra a destra:
on. Rodi Kratsa-Tsagaropoulou, primo vicepresidente del Parlamento europeo
e Franco Frattini, vicepresidente della Commissione europea e commissario
incaricato della giustizia, della libertà e della sicurezza
Settimana araba al Parlamento europeo, Bruxelles, 3-7 novembre 2008
Da destra a sinistra: Joseph Daul, Presidente del Gruppo PPE-DE,
on. Rodi Kratsa-Tsagaropoulou, primo vicepresidente del Parlamento europeo,
on. Anna Záborská, presidente della commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza
di genere del Parlamento europeo e on. Bogusław Sonik, che ammirano alcuni
dei “Ritratti berberi” eseguiti da Omar D ed esposti al Parlamento europeo durante
la settimana araba
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
20
Bruxelles, 17 ottobre 2007 : Audizione pubblica della commissione ad hoc
sui diritti delle donne dell’APEM sul tema “Donne e immigrazione”
21
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
I. A
ll’Assemblea parlamentare
euromediterranea (APEM)
22
23
A. C
ommissione ad hoc per i diritti
della donna nei paesi euromediterranei
dell’APEM
Relazioni e audizioni pubbliche
> Relazione – Documento di lavoro: Progetti comunitari e misure
finanziarie destinate ai programmi di sostegno in favore delle donne e
dell’uguaglianza fra i sessi presentato dall’on. Rodi Kratsa Tsagaropoulou,
vicepresidente della commissione ad hoc per i diritti della donna nei paesi
euromediterranei.
La relazione è stata discussa e approvata nel quadro della prima riunione
della commissione ad hoc per i diritti della donna dell’APEM tenutasi il 20
Il documento si basa sulle informazioni e sulle statistiche fornite dal sito
Internet ufficiale e dai servizi della Commissione europea (DG AIDCO,
DG RELEX e UNIFEM).
Contenuto della relazione
Introduzione
Riunione della commissione ad hoc sui diritti delle donne.
Polonia, 26 giugno 2006.
L’on. Rodi Kratsa-Tsagaropoulou, vicepresidente della commissione ad hoc
sui diritti delle donne (PPE-DE, Grecia) durante una riunione della commissione
La politica multipolare dell’Unione europea in materia di parità fra donne
e uomini si concretizza grazie a positive azioni legislative e di promozione.
È inoltre disponibile un sostegno finanziario attraverso programmi d’azione
specifici.
La promozione della parità fra i sessi si manifesta con l’inclusione della
sua problematica in tutte le fasi del processo politico – dall’ideazione,
passando per l’attuazione, il seguito, fino alla valutazione –, nell’ottica
dell’instaurazione della parità fra donne e uomini. Un tale approccio
impone una valutazione dell’impatto dei diversi interventi sulla situazione
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
novembre 2006 al Cairo, durante la seconda sessione plenaria dell’APEM.
delle donne e degli uomini al fine di procedere, se del caso, alla loro
24
correzione. Per dare alla parità fra i sessi una dimensione reale nella vita
delle donne e degli uomini, occorre offrire a tutti la possibilità di trovare
25
processo di formulazione di una visione condivisa dello sviluppo sostenibile
dell’umanità e quindi metterla in pratica.
A. Basi giuridiche
nel periodo di programmazione 1994-99
Nel periodo di programmazione 1994-99, l’intervento della Comunità ha
assunto la forma di un’azione combinata: da un lato, aiuto diretto alle donne
e, dall’altro, sostegno indiretto attraverso la promozione della parità fra i sessi.
dell’uguaglianza fra i sessi in seno alla Comunità europea, conformemente
Questo sostegno aveva principalmente come oggetto le azioni di formazione
agli articoli 2 e 3 del trattato CE (promozione della parità tra uomini e
per le donne (formazione di base, professionale e formazione continua).
donne), all’articolo 141 (parità di trattamento fra uomini e donne in materia
Altre iniziative attuate erano incentrate su formazione dei formatori, tirocini,
di occupazione e di lavoro) e all’articolo 13 (discriminazioni fondate sul sesso
aiuto all’occupazione e sovvenzioni agli imprenditori, consulenza e assistenza,
sul lavoro e al di fuori del lavoro).
servizi di consulenza e di aiuto allo stabilimento, assistenza alla creazione di
di applicazione obbligatoria per gli Stati membri in questo settore, i due
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Applicazione del principio della parità fra i sessi
L’obiettivo principale è l’eliminazione dello squilibrio e la promozione
Sebbene né la Costituzione europea né la Carta dei diritti fondamentali siano
26
B. Programmi per le pari opportunità
documenti costituiscono tuttavia un’ispirazione per la politica dell’Unione
europea. La Carte dei diritti fondamentali, firmata e proclamata il 7 dicembre
2000 a Nizza, riunisce in un testo unico tutti i diritti civili, politici, economici e
sociali di cui godono i cittadini dell’Europa e ogni soggetto che vive sul territorio
asili, aiuti alle infrastrutture (ad esempio trasporti pubblici), sensibilizzazione,
azioni di comunicazione e pubblicità. Come di consueto, il sostegno è stato
finanziato dal FSE, con il contributo degli altri Fondi strutturali, come nel
caso, ad esempio, del finanziamento dei programmi destinati specificamente
alle donne nelle zone rurali e dei programmi relativi alle infrastrutture per
l’accoglienza dei bambini nelle zone rurali.
dell’Unione europea. Il capitolo III, dedicato alla parità, sancisce all’articolo 20
il principio di uguaglianza di tutte le persone davanti alla legge, l’articolo 21 è
Parità fra i sessi e relativa promozione nel periodo
dedicato alla non discriminazione e l’articolo 23 contiene le norme della parità
di programmazione 2000-2006: cambiamenti e sfide
fra donne e uomini, ovvero l’obbligo di assicurare detta parità in tutti i campi,
anche in materia di occupazione, di lavoro e di retribuzione. Il principio della
parità non impedisce il mantenimento o l’adozione di misure che prevedono
vantaggi specifici a favore del sesso sottorappresentato.
Considerato quanto suesposto, il coinvolgimento dei Fondi strutturali nella
promozione della parità non è un fenomeno recente. Occorre tuttavia
sottolineare che, fino all’attuale periodo di programmazione, i Fondi erano
destinati soprattutto a finanziare azioni specifiche a favore delle donne,
Il testo proposto della Costituzione europea prevede all’articolo I-2, il
senza che tali azioni fossero idonee a eliminare le ineguaglianze strutturali.
concetto di «uguaglianza», considerandolo uno dei valori dell’Unione che
Il nuovo quadro regolamentare che disciplina i Fondi strutturali e la strategia
sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo,
europea per l’occupazione hanno permesso di attribuire al problema
dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà
dell’ineguaglianza fra i sessi un posto importante nella programmazione
e dalla parità tra donne e uomini. L’articolo I-3 stabilisce inoltre la parità
dei Fondi strutturali 2000-2006. I nuovi quadri comunitari di sostegno e i
tra donne e uomini come uno degli obiettivi perseguiti dall’Unione. Il titolo
documenti di programmazione specifici sono più esaustivi nella definizione
II del documento riprende esplicitamente la Carta dei diritti fondamentali
della strategia della parità di quanto non lo siano stati fino a ora. Infatti,
(cfr. infra), mentre il titolo III (Competenze dell’Unione) riprende le attuali
poggiano sulla promozione della parità fra i sessi e sull’attuazione di azioni
disposizioni del trattato relative alla parità e alla non discriminazione.
specifiche, nello spirito del trattato di Amsterdam.
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
una collocazione nelle organizzazioni e nelle comunità, alimentare il
27
Le disposizioni generali sui Fondi strutturali definiscono la parità fra i sessi
È difficile valutare l’importo globale degli investimenti legati alla promozione
come obiettivo principale ed esigono che l’aspetto della parità fra i sessi
della parità fra i sessi. Le azioni specifiche intraprese a questo fine e finanziate
sia tenuto in considerazione nell’ambito dei progetti cofinanziati da questi
dal FSE hanno un valore, per gli anni 2000-2006, di quasi 4 miliardi di euro.
Fondi. Motivo per cui la promozione della problematica della parità fra i
L’inclusione dei fondi di promozione aumenterebbe considerevolmente
sessi deve manifestarsi in tutti i settori di intervento dei Fondi strutturali e in
questo importo.
tutti gli assi prioritari, quali l’imprenditorialità, le risorse umane, i trasporti,
le infrastrutture, la ricerca e la tecnologia. Tutti i progetti e i programmi
devono essere basati su dati ripartiti in funzione del sesso e presentare
indicatori della parità fra i sessi.
Parità fra i sessi nelle disposizioni generali sui Fondi
Le disposizioni generali sui Fondi strutturali1 (2000-2006) prevedono che le
azioni cofinanziate dai Fondi debbano tenere conto della parità.
Conformemente ai regolamenti concernenti il Fondo sociale europeo, la
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
sua vocazione consiste nel sostenere le azioni specifiche tese a migliorare
l’accesso delle donne al mercato del lavoro e ad aumentarne la parte
occupata dalle donne. Il Fondo deve anche tenere conto della parità fra
donne e uomini in tutti gli aspetti della sua politica, nel quadro di un
approccio che favorisca la parità fra i sessi. Per la prima volta, il regolamento
(CE) n. 2084/93 sul FSE definisce chiaramente la parità di opportunità fra
donne e uomini come una delle quattro priorità di intervento.
Conformemente alle disposizioni generali (articoli 1 e 2), i Fondi strutturali
contribuiscono alla promozione della parità fra donne e uomini. Si prevede
che «nel quadro della sua azione di rafforzamento della coesione economica
e sociale, la Comunità cerca anche di promuovere [...] la parità fra i sessi».
La realizzazione dell’azione dei Fondi strutturali «contribuisce ad eliminare
le ineguaglianze e a promuovere la parità tra uomini e donne». Tali
disposizioni vanno ancora più lontano e, in aggiunta a questo obbligo
generale, prevedono che la valutazione ex ante dei piani a livello nazionale
tenga conto della parità delle opportunità (articolo 41) e che le statistiche
e gli indicatori per la sorveglianza siano ripartiti per sesso (articolo 36).
Sebbene il numero di programmi che presentano un’analisi più approfondita
L’articolo 29 definisce la diversificazione dei tassi di partecipazione dei
degli aspetti socioeconomici delle ineguaglianze fra le donne e gli uomini
Fondi in funzione dell’interesse che gli interventi prioritari rivestono per
sia più elevato che nel passato, tale approccio non è mai stato seguito
la promozione della parità. Inoltre, nel quadro del partenariato, lo Stato
da obiettivi quantificabili in materia di parità. Il sostegno alle donne
membro tiene conto dell’esigenza di promuovere le pari opportunità tra
che viene proposto copre una vastissima gamma di iniziative legate al
uomini e donne (articolo 8). L’articolo 35 invita i comitati di sorveglianza a
mercato del lavoro. Fra queste iniziative, sono numerose quelle che
garantire una partecipazione equilibrata di donne e uomini. Conformemente
propongono un’azione concreta per elaborare e sostenere una strategia
all’articolo 46, l’autorità di gestione ha la responsabilità di assicurare che
dell’accoglienza e assistenza dei bambini, una maggiore flessibilità
l’intervento sia reso pubblico e di informare gli organismi per la promozione
nell’accesso all’istruzione e alla formazione nonché una concentrazione
della parità tra uomini e donne.
sull’ambiente delle donne (ad esempio creazione di imprese). L’attività
principale del Fondo sociale europeo non consiste più soltanto nel
concentrarsi su un Gruppo bersaglio.
Oltre all’integrazione orizzontale della parità fra i sessi, sono sempre
necessarie azioni specifiche a vantaggio delle donne al fine di ridurre
l’attuale squilibrio. Questo duplice approccio è proposto nei nuovi testi.
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Parità fra i sessi e Fondo sociale europeo
Il Fondo sociale europeo è impegnato verso una maggiore partecipazione
28
29
delle donne nel mercato del lavoro, anche nello sviluppo della carriera,
conciliazione della vita professionale e familiare e, dall’altro, l’eliminazione
facilitando il loro accesso alle nuove opportunità di impiego, offrendo un
delle diseguaglianze fra i sessi e delle disparità sul mercato del lavoro.
aiuto per lo stabilimento e riducendo le disparità del mercato del lavoro
legate al sesso (articolo 2 delle disposizioni generali sul FSE).
Le strategie di rafforzamento dei partenariati per lo sviluppo attivi nel
settore della parità fra donne e uomini, riguardanti sia le organizzazioni
Questo nuovo quadro giuridico ha un’importanza di primo piano sia come
coinvolte che i beneficiari finali, sono sempre legate alla problematica della
base giuridica che come strumento per favorire la realizzazione di una
parità fra i sessi. La sfida consiste nel formulare meccanismi che permettano
politica che colloca la parità fra i sessi nel campo di applicazione dei Fondi
a queste due categorie di partecipare attivamente all’elaborazione dei
strutturali.
progetti e a prendere le relative decisioni. Grande attenzione è dedicata
anche ai diritti dei beneficiari finali: individui e gruppi vittime della
La partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini deve essere
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
assicurata anche nel programma EQUAL.
Al fine di favorire l’innovazione e le buone pratiche nel quadro dei
partenariati per lo sviluppo EQUAL (Development Partnership – DP), la
Commissione organizza, in stretta collaborazione con gli Stati membri, reti
tematiche a livello europeo e locale. A livello europeo, queste reti sono
dedicate a cinque temi: occupabilità, imprenditorialità, adattabilità, pari
opportunità e richiedenti asilo.
discriminazione e dell’esclusione sociale.
Le disparità dei rendimenti dei diversi Stati membri per quanto riguarda sia
la protezione dei bambini e degli altri carichi di famiglia sia la diminuzione
delle diseguaglianze fra i sessi sul mercato del lavoro introducono una certa
rivalità fra i vari governi e gli attori chiave a tutti i livelli.
Il carattere innovativo dei partenariati per lo sviluppo delle pari opportunità
fra donne e uomini non si esprime solo attraverso un approccio scientifico
dei problemi, come la conciliazione o la soppressione della segregazione
a motivo del sesso, ma anche attraverso la valorizzazione del potenziale e
della sinergia fra queste due problematiche al fine di garantire che la parità
La struttura inedita del programma EQUAL, basata su cinque principi
fra donne e uomini diventi realtà. Accade spesso che il valore aggiunto si
trasversali, è manifestamente convergente con l’obiettivo del Gruppo
crei grazie alla cooperazione e all’aspetto territoriale, manifestandosi sotto
tematico europeo sulle pari opportunità (GTE 4), che è quello di creare e
forma di coalizioni locali o di successi specifici in materia di uguaglianza che
promuovere un «Modello europeo di approcci globali alla parità».
contribuiscono allo sviluppo locale.
Una modalità d’azione basata sul partenariato obbliga i partenariati
Questi successi sono possibili non soltanto grazie al coinvolgimento dei
per lo sviluppo EQUAL a formare coalizioni che raggruppano le parti
partner, ma anche grazie ai temi e alle problematiche sollevati. Nella
interessate e competenti nell’ottica di cooperare al fine di trovare soluzioni
maggior parte dei casi, queste ultime sono strettamente legate alle
a problemi complessi legati alla discriminazione e all’esclusione sociale.
priorità nazionali e agli orientamenti per la strategia europea in materia
Quest’obbligo, che si applica alle pari opportunità fra donne e uomini e
di occupazione. L’impegno strategico dei responsabili politici e dei poteri
ai partenariati transitori per le pari opportunità, conduce spesso a fusioni
pubblici offre prospettive interessanti per l’integrazione dei risultati dei
fra le organizzazioni che hanno come vocazione l’uguaglianza fra i sessi
programmi EQUAL nel contesto giuridico, fondamentale per la parità di
e i partner chiave capaci di mettere in pratica i risultati dei programmi
opportunità.
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Programma EQUAL
EQUAL. Nel loro lavoro, i partenariati per lo sviluppo affrontano spesso
30
due sfide essenziali per la realizzazione della parità fra i sessi: da un lato la
31
Il programma DAPHNE II copre il periodo da maggio 2004 al 31 dicembre
2008. Integra i programmi realizzati dagli Stati membri dell’Unione europea,
in particolare quelli il cui tema è lo scambio in seno alla Comunità delle
buone pratiche legate alla lotta contro la violenza. Il programma fa seguito
al successo del programma DAPHNE I (1997-2004).
Daphne è un punto di partenza per la cooperazione delle organizzazioni
non governative e dei volontari su scala europea, intesa a lottare contro la
violenza esercitata a danno dei bambini, degli adolescenti e delle donne.
Incoraggia le organizzazioni non governative a istituire o a rafforzare le reti
europee, aiutandole a realizzare progetti innovativi i cui risultati possono
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
poi essere ripresi da altri Stati membri e da altre regioni.
> creazione di reti multidisciplinari sostenibili;
> preparazione e utilizzazione di kit educativi;
> elaborazione e attuazione di programmi di accompagnamento e di aiuti alle
vittime e alle persone in pericolo, compresi gli autori di atti di violenza;
> elaborazione e realizzazione di attività di sensibilizzazione destinate a
uno specifico pubblico mirato.
Nel quadro di una dotazione finanziaria globale di 50 milioni di euro, la
Commissione stessa può utilizzare il 15% di questo importo per migliorare
l’efficacia del programma e assumere un atteggiamento più proattivo nella
diffusione delle buone pratiche. Queste attività possono essere ripartite in tre
categorie. La prima consiste nell’elaborare indicatori in materia di violenza,
il che consentirà di quantificare la portata del fenomeno. La seconda nel
definire e dedurre, a partire dai risultati forniti dai progetti finanziati, assi
Non è inusuale che queste organizzazioni propongano servizi per i quali
strategici al fine di proporre la visione comune di una strategia in materia di
i poteri pubblici non dispongono della competenza né degli strumenti.
violenza su scala comunitaria, il che permetterà di venire in aiuto all’autorità
La società potrà trarre profitto dalle conoscenze e dall’esperienza delle
giudiziaria. La terza mira a diffondere in tutta Europa le buone pratiche
organizzazioni non governative solo a condizione che le loro idee e i loro
individuate grazie ai progetti finanziati. Le attività sono sostenute da inviti
programmi siano oggetto di una discussione in tutta la Comunità e siano
a presentare proposte e/o da bandi di gara.
messi in pratica solidalmente dai loro omologhi sul territorio degli altri Stati
membri.
Il programma Daphne II sostiene qualsiasi forma di intervento tesa a lottare
contro la violenza sui bambini, gli adolescenti e le donne in Europa e
contro ogni manifestazione di questo fenomeno (violenza nella famiglia, a
scuola e in altri ambienti, violenza sul lavoro, sfruttamento sessuale a fini
commerciali, mutilazione sessuale, ripercussioni a livello di salute, tratta
degli esseri umani, riabilitazione degli aggressori, eccetera).
L’aiuto può essere accordato alle seguenti azioni:
> individuazione e scambio delle buone pratiche ed esperienze, con
un’attenzione particolare alla prevenzione e all’assistenza delle vittime;
> ricerche, studi e indagini;
> lavoro sul campo associando i beneficiari all’elaborazione, all’attuazione e
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Programma DAPHNE II
alla valutazione dei progetti;
32
33
Gli incontri di livello ministeriale, che si tengono regolarmente in conformità delle
disposizioni del processo di Barcellona, riguardano sempre molto concretamente
la problematica della protezione dei diritti delle donne, come è avvenuto a
Barcellona (1996), Stoccarda (1999), Valencia (1999) e Marsiglia (2000).
Le dichiarazioni formulate in occasione delle sessioni del Consiglio europeo
dedicate alla strategia euromediterranea riguardano anche la necessità
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
di assicurare la protezione dei diritti delle donne (ad esempio il Consiglio
dei paesi partner e la garanzia della loro buona integrazione sociale
costituiscono un tema di interesse comune importante. Nel corso degli ultimi
dieci anni sono stati compiuti progressi parziali, ma costanti, ad esempio nel
settore della legislazione comunitaria che vieta ogni forma di discriminazione
basata sulla religione, sulle origini razziali o etniche, e anche nel lavoro in
modo più generale. Secondo la giurisprudenza della Corte di giustizia
europea, le disposizioni degli accordi d’associazione relative alla parità di
trattamento sul lavoro, a prescindere dalla cittadinanza del lavoratore, sono
europeo di Feira).
di applicazione diretta. La strategia europea per l’occupazione e le misure
Nel contesto della politica europea relativa al Mediterraneo, talune
della situazione e dei problemi specifici dei lavoratori migranti. Il sostegno
conferenze ministeriali sono dedicate specificamente ai problemi dei diritti
finanziario che facilita l’integrazione dei lavoratori migranti e delle loro
delle donne (partecipazione delle donne alla vita sociale ed economica),
famiglie è assicurato dal Fondo sociale europeo, dall’iniziativa comunitaria
come nel caso di Ericeira (1998) e Bruxelles (2000). Nel quadro di questa
EQUAL e dai programmi d’azione specifici che hanno come fine la non
stessa politica, sono organizzate conferenze interparlamentari con la
discriminazione e la lotta contro l’esclusione sociale.
partecipazione dei rappresentanti dei parlamenti nazionali degli Stati
membri e del Parlamento europeo. La Commissione offrirà il proprio sostegno
all’uguaglianza fra i sessi nel perimetro mediterraneo, che si manifesterà, fra
l’altro, con l’organizzazione nel 2006 di una conferenza ministeriale EuroMed sull’uguaglianza fra i sessi, preceduta da consultazioni sociali e che
potrà sfociare nell’adozione di un piano d’azione (tabella di marcia per la
di lotta contro l’esclusione sociale tengono inoltre sistematicamente conto
L’uguaglianza fra i sessi e il miglioramento della situazione della donna
nella vita economica, politica e sociale rientrano tra gli obiettivi prioritari
del processo di Barcellona. Durante incontri organizzati nel quadro del
Gruppo di lavoro affari sociali, hanno avuto luogo scambi interessanti. Sotto
la presidenza belga, nel luglio 2001, è stata organizzata una conferenza di
parità fra le donne e gli uomini, 2006-2010).
alto livello dedicata alla dimensione della parità fra uomini e donne nei
Gli accordi di associazione attualmente in vigore riprendono le disposizioni
seguita da una serie di incontri bilaterali di alto livello e da visite in diversi
generali sul rispetto dei diritti dell’uomo e delle regole democratiche,
paesi da parte del commissario per l’Occupazione e gli affari sociali, al fine
nonché le disposizioni specifiche relative alla necessità di promuovere il
di discutere delle questioni relative al genere.
ruolo delle donne, in particolare nell’istruzione.
paesi membri del partenariato euromediterraneo. La conferenza è stata
I regolamenti MEDA I (1996) e MEDA II (2000) contengono disposizioni
Tutti gli accordi dell’associazione euromediterranea contengono disposizioni
esplicite in materia di protezione dei diritti delle donne e di promozione del
relative all’occupazione e alla problematica sociale, prevedendo il dialogo
loro ruolo nella vita economica e sociale, nello sviluppo e nell’istruzione1.
e la cooperazione nei settori di interesse comune. Questi problemi sono
dibattuti principalmente in seno a strutture quali i gruppi per gli affari
sociali, istituiti in virtù di numerosi accordi di associazione. Le discussioni
svolte in queste strutture riguardano soprattutto le condizioni di vita e di
34
Il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori migranti
lavoro dei lavoratori migranti, la parità fra i sessi, la politica dell’occupazione
e la lotta contro la povertà e l’esclusione sociale.
1. Cfr.,
ad esempio, i programmi indicativi nazionali (accordi bilaterali stipulati dall’UE
e ciascun partner individuale, basati sulle loro necessità) e i programmi regionali
(accordi multilaterali che riguardano tre settori di intervento, conformemente al
processo di Barcellona).
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
C. U guaglianza fra i sessi nel partenariato euromediterraneo
35
nel suo terzo pilastro dedicato alla cooperazione regionale, locale e
transfrontaliera, che gli interventi realizzati a questo titolo devono tenere
conto dell’analisi delle esigenze e del potenziale delle donne e degli uomini
nella vita economica e sociale, affinché la programmazione e l’attuazione
della cooperazione allo sviluppo tengano conto dei problemi della parità fra
SIRIA: Misure che favoriscono la creazione delle piccole imprese
da parte delle donne
i sessi. Un’attenzione speciale va riservata all’istruzione e alla creazione di
Molte donne in Siria sono svantaggiate sia a causa della povertà,
posti di lavoro per le donne.
dell’analfabetismo, della malnutrizione e della mancanza di cure mediche
Verso la fine del 2005 è stato lanciato il primo programma regionale
dedicato alla partecipazione delle donne alla vita economica e sociale (la
decisione sulla creazione del programma era già stata presa nel 2001). Il
programma deve essere ampliato, sia in termini del suo perimetro che della
gamma dei temi trattati. Deve integrare altresì attività di comunicazione e
di sensibilizzazione sull’immagine della donna e del suo ruolo nel processo
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
D. P
rogrammi e iniziative recenti relativi al finanziamento
da parte della Comunità delle attività relative alla parità fra
i sessi nei paesi membri del partenariato euro-mediterraneo
democratico.
Sono stati elaborati orientamenti volti a migliorare lo status e la condizione
della donna nella zona mediterranea grazie all’introduzione di interventi
specifici nel piano d’azione quinquennale adottato al vertice dei capi di
Stato e di governo svoltosi a Barcellona nel novembre 2005. I risultati del
vertice confermano la determinazione dei paesi partner a rafforzare la
partecipazione delle donne ai processi decisionali, alla vita politica, sociale,
culturale ed economica. «I partner euro-mediterranei si impegnano ad
adottare misure tese a realizzare la parità fra i sessi, a prevenire ogni forma
di discriminazione e a garantire la protezione dei diritti delle donne».
sia per l’assenza di opportunità economiche. La loro situazione economica
è ancora più fragile nelle zone in cui, per evitare la frammentazione delle
terre, è consuetudine che le donne cedano le loro parti nella successione
ai fratelli, in cambio di una compensazione in denaro o in animali. Questa
pratica non manca di creare difficoltà per le donne che desiderano ottenere
un prestito da una banca, che viene sistematicamente rifiutato perché esse
non sono in grado di dare in garanzia la terra. Da uno studio recente sulle
donne nelle campagne è emerso che il 97% delle donne intervistate non
beneficia di alcuna forma di servizi cooperativi né di estensione.
Alla base del progetto Creazione di imprese in ambiente rurale (Village
business Incubator – VBI), realizzato grazie al cofinanziamento dell’Unione
europea e della Siria vi sono gli sforzi organizzati per dare potere alle donne
(to empower women) grazie allo sviluppo dell’attività imprenditoriale a
livello delle piccole e medie imprese. La finalità del progetto VBI consiste
nel favorire la presenza delle donne sul mercato del lavoro, aiutandole a
creare microimprese e piccole imprese. Il progetto ha per scopo lo sviluppo
delle reti istituzionali necessarie alla creazione di un centro di servizi che
garantiscano un accompagnamento tecnico ed educativo alla creazione di
tali imprese e al loro lancio da parte di singole donne o di cooperative di
donne. Gli obiettivi del VBI sono i seguenti:
> dare assistenza alle imprese esistenti al fine di permettere loro di passare
dallo status di piccola impresa a quello di media impresa;
> rafforzare la capacità delle organizzazioni locali ad attuare programmi
orientati verso le imprese femminili;
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
In particolare, il regolamento relativo al programma MEDA II precisa,
> favorire e consolidare la creazione di incubatori d’imprese in ambiente
36
rurale in quanto nucleo solido e sostenibile che può servire da modello per
iniziative analoghe a livello del paese.
37
L’obiettivo consiste nell’orientare le donne nelle loro scelte professionali,
un esempio di successo che potrà essere imitato dalle microimprese e dalle
proponendo loro formazioni nel settore della conduzione degli affari e
piccole imprese nelle altre zone rurali della Siria.
assistenza tecnica. Saranno offerte formazioni specifiche nel settore della
e del miele, nonché in altri settori individuati dalle donne stesse durante lo
svolgimento del progetto.
Attualmente, il progetto VBI è già operativo nelle zone rurali della provincia
di Latakia, nell’ambito dell’iniziativa dal titolo «Creazione di un incubatore
di imprese in ambiente rurale, destinato alle microimprese e alle medie
imprese femminili situate nella zona costiera della media Siria». Si tratta di
un progetto finanziato dall’Unione europea, dal Fondo internazionale per
lo sviluppo agricolo (FISA) e dal Fondo per lo sviluppo rurale integrato della
Siria (FIRDOS), con il sostegno tecnico dell’Associazione italiana donne per
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
lo sviluppo (AIDOS).
Questo progetto considera le imprese femminili una strategia di successo,
idonea a sviluppare le comunità rurali, poiché crea l’opportunità di liberare
il potenziale delle donne che diventano operatrici attive del cambiamento
socioeconomico. Fornisce un sostegno alle donne fra i 20 e i 50 anni,
provenienti da famiglie a basso reddito e da quelle che sussistono grazie alle
attività di microimprese, desiderose di lanciarsi nelle attività economiche tese
Per oltre 35 anni, più di un milione di giovani donne sono emigrate per
lavorare nelle case del Libano. I lavoratori residenti sono spesso privati
dei loro diritti di libertà da datori di lavoro/sponsor che possono togliere
loro i passaporti e limitare la loro circolazione allo scopo di preservare
«l’investimento» nelle spese di trasporto e di commissione, nelle spese dei
visti e dei vari permessi di lavoro e di soggiorno. Anche se comprendono le
clausole e le condizioni inserite nei loro contratti di lavoro, queste donne
raramente dispongono degli strumenti necessari per far valere i loro diritti
o opporre resistenza. Come accade in molti altri paesi, sono spesso mal
protette dalla legge locale e anche quando sono adottate norme severe in
materia di lavoro, queste donne continuano a ignorare i loro diritti.
La conoscenza del tipo di donne immigrate è stata la fonte di ispirazione
del progetto finanziato dalla Comunità, dal titolo «Protezione dei diritti
umani dei lavoratori migranti, dei profughi e dei richiedenti asilo», avviato
nel 2002.
alla crescita. Lo scopo del progetto è permettere una distribuzione più equa
Il progetto «Protezione dei diritti umani dei lavoratori migranti, dei
dei redditi nelle famiglie, aprire nuove prospettive e creare opportunità di
profughi e dei richiedenti asilo», attuato dal Centro Caritas del Libano per
impiego. Si prevede che il progetto VBI contribuirà al miglioramento della
gli emigranti, ha organizzato seminari per 8 500 lavoratori migranti e per
qualità di vita delle comunità locali, grazie allo stimolo, alla diversificazione
2 000 profughi al fine di informarli dei loro diritti e dei servizi messi a loro
e alla promozione delle economie locali, aiutando le donne a godere di
disposizione in Libano. I consulenti e i lavoratori sociali sono stati autorizzati
maggiore influenza grazie al rafforzamento della loro autostima.
di recente a distribuire volantini e opuscoli destinati ai lavoratori residenti
Si tratta del primo incubatore di questo tipo in Siria e di un’iniziativa ancora
rara nel Medio Oriente. Rispetto agli altri incubatori che si concentrano sulla
fornitura di uffici e di attrezzature, il progetto VBI si interessa soprattutto del
trasferimento delle qualifiche utili alle attività economiche, della costruzione
di capacità, di informazione, di marketing e di promozione economica.
Questo progetto pilota, gestito da un’équipe di esperti giovani e motivati,
specializzati nel settore della formazione, dell’assistenza professionale, della
38
LIBANO: Protezione dei diritti umani dei lavoratori migranti
gestione di progetti, del marketing e della promozione, dovrebbe offrire
appena arrivati all’aeroporto internazionale di Beirut per metterli al
corrente dei loro diritti e della protezione di cui possono beneficiare. Questo
progetto li ha aiutati in più di 300 procedure di contenzioso nei tribunali e
ha fornito loro protezione. In molti casi, le procedure si sono concluse con
un successo grazie all’assistenza legale e agli interventi in tribunale, il che
ha creato precedenti come il rimborso di salari non pagati, il versamento di
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
produzione e della trasformazione dei prodotti agroalimentari, della seta
indennità o la pronuncia di sanzioni (pecuniarie o detentive) per abusi fisici
e sessuali. In alcuni casi, è stata pronunciata l’innocenza a seguito di una
39
falsa accusa di stupro. Più di 3 000 lavoratori migranti hanno beneficiato
parte degli egiziani si dichiara favorevole a questa pratica perché considera
dell’assistenza legale e della consulenza giuridica.
che aumenti le possibilità per una ragazza di sposarsi. Secondo censimenti
popolazione libanese in materia di diritti dei lavoratori migranti, il progetto
ha lanciato una vasta campagna di sensibilizzazione e di promozione, al
fine di favorire le buone pratiche e il comportamento corretto nei confronti
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
questa pratica, e il tasso aumenta nettamente a partire dagli 11 anni, per
raggiungere il suo picco del 77% fra le ragazze nella fascia di età compresa
fra i 15 e i 17 anni.
dei lavoratori migranti e di incoraggiare il rispetto dei loro diritti. In
Il Modello di villaggio libero dalla MGF del PNUS, sostenuto dal progetto
quanto elemento di questa campagna, il progetto ha fornito un sostegno
della Commissione europea «Bambino a rischio», ha come obiettivo le
finanziario alle riprese di un film dal titolo «Aiuto a domicilio nel Libano».
percezioni erronee, il che giustifica un’azione basata sul dialogo, l’iniziativa,
Si tratta di un documentario dedicato alle donne originarie dello Sri Lanka,
l’interazione e la difesa. Rivolgendosi non solo alle ragazze, ma anche agli
che si mettono alla ricerca di migliori sbocchi all’estero per dare sostegno
uomini di tutte le età, alle istituzioni, ai capi religiosi e ai capi locali, ai media
alle loro famiglie.
e agli altri attori, il suo obiettivo è creare un ambiente di sostegno sociale
Finanziato dal Centro Caritas del Libano per gli emigrati e beneficiario del
40
recenti, il 27,7% delle ragazze di età inferiore ai 17 anni è favorevole a
sostegno finanziario della Commissione europea, della Caritas svedese e
dell’ambasciata olandese a Beirut, in cooperazione con l’Organizzazione
e di pressione che condurrà a cambiamenti rapidi negli atteggiamenti e nei
comportamenti, avendo come risultato definitivo una condanna pubblica
della MGF da parte dei capi locali.
internazionale del lavoro, il film è attualmente proiettato nelle scuole
Il Modello di villaggio libero dalla MGF del PNUS è stato lanciato nel 2003
libanesi e nelle università, durante manifestazioni civili, ai gruppi della
in 60 villaggi di sei province nel sud dell’Egitto, guidato dal Consiglio
comunità libanese e agli studenti di tutto il mondo ai fini di una più ampia
nazionale per l’infanzia e la maternità (NCCM), dal PNUS e dai donatori. A
sensibilizzazione sui problemi incontrati dai lavoratori migranti.
integrazione, alcuni dei volontari egiziani sono stati mobilitati nel quadro
A oggi, oltre 2 000 libanesi hanno partecipato ai seminari di sensibilizzazione.
Uno dei risultati significativi della campagna di difesa, e del film in particolare,
è stata la decisione presa dal ministero libanese del Lavoro di istituire un
comitato, in seno al quale è rappresentato il Centro Caritas libanese per gli
emigrati, al fine di proporre un nuovo modello di contratto per i lavoratori
del progetto per lavorare nelle loro comunità, sotto la tutela di 24 volontari
ONU. L’obiettivo è anche quello di rafforzare le capacità delle agenzie
governative e delle ONG che si occupano dello sviluppo locale, della salute
e dei diritti dell’uomo a concepire, attuare, sorvegliare e valutare le misure
in materia di prevenzione delle MGF.
residenti, elaborare una nuova legislazione in materia di lavoro e redigere
Una delle ragazze volontarie egiziane spiega le difficoltà per modificare le
e pubblicare un opuscolo dedicato a «diritti e responsabilità», destinato ai
credenze e le pratiche ancestrali: «Abbiamo incontrato molte difficoltà a
lavoratori migranti residenti.
convincere la popolazione del villaggio del carattere aberrante di questa
usanza. Per decenni, la società utilizzava definizioni socialmente accettabili
EGITTO: verso l’eliminazione delle pratiche ancestrali
quali ‘epurazione delle ragazze’, al fine di giustificare questa pratica. Ecco
perché ogni cambiamento di prospettiva sembrava essere, di primo acchito,
La mutilazione genitale femminile (MGF) è una pratica consacrata dalla
impossibile. Una delle maggiori sfide che abbiamo dovuto affrontare era
tradizione che, secondo le stime, colpisce il 96% delle donne coniugate
convincere le persone che né l’islam né il cristianesimo prevedevano tali
in età fertile (15-49) in Egitto. Pone gravi rischi di salute non solo per le
pratiche. Abbiamo sollecitato l’aiuto dei capi religiosi dei due culti per
ragazze e per le donne, ma anche per i loro figli alla nascita. La maggior
tentare di eliminare queste credenze erronee.»
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Tenuto conto dell’elevato livello di ignoranza dei datori di lavoro e della
41
Infatti, per questa pratica, non esiste alcuna base dottrinaria né nell’islam
Nel luglio 2004, l’organizzazione Donne contro la violenza ha lanciato una
né nel cristianesimo. Tuttavia, benché gli alti capi religiosi sia dell’islam che
campagna finanziata dall’UE (460 000 euro) con l’obiettivo di sensibilizzare
del cristianesimo abbiano espresso la loro disapprovazione verso le MGF,
sui diritti delle donne e sui servizi disponibili in seno alla comunità palestinese
queste ultime sono sempre sostenute da alcune autorità religiose a livello
in Israele nonché sulla violenza basata sul sesso a livello nazionale.
contribuiscono considerevolmente alla castità, dato che quest’ultima è un
elemento della tradizione religiosa. In una delle indagini, quasi il 75% delle
donne esprime la sensazione che i mariti preferirebbero che le loro donne di
meno di 15 anni fossero sottoposte a tale procedura. Più di un terzo parla di
motivi di igiene, mentre un numero meno importante vi vede una misura di
prevenzione della promiscuità e dell’infedeltà nel matrimonio.
Tuttavia, la coscienza degli effetti nefasti della MGF per la salute non
cessa di aumentare. Numerosi capi della comunità locale hanno firmato
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
dichiarazioni pubbliche per lanciare un appello per l’eliminazione delle
MGF. Il governo e le ONG si rivolgono ai media per diffondere informazioni
sui rischi per la salute legati a questa pratica. I giornali del governo e le
riviste hanno pubblicato testimonianze che illustrano le opinioni di eminenti
Questa campagna mirava a raggiungere la comunità e più in particolare
gli strati della popolazione ancora non sensibilizzati o insensibili a questa
problematica. All’inizio, è stata condotta un’indagine di portata nazionale
per identificare con precisione i gruppi destinatari, il che doveva permettere
di stabilire i profili degli atteggiamenti più diffusi in seno alla comunità
verso le donne, i loro diritti e la violenza basata sul sesso.
L’obiettivo principale perseguito dalla FCV sin dalla sua origine è stata la
lotta contro la violenza basata sul sesso, attraverso il rafforzamento del
sistema sociale di sostegno alle donne (l’organizzazione stessa gestisce un
centro di urgenza, due asili e centri di transizione: uno per le ragazze, l’altro
per le donne maltrattate e i loro figli) e del lobbying che favorisce una
maggiore responsabilità del governo in materia di protezione delle donne.
personalità del mondo medico e scientifico che si oppongono alle MGF.
Questa
Sono state anche diffuse trasmissioni televisive che condannano la pratica
dell’uguaglianza fra i sessi, attraverso l’attuazione di progetti destinati a
delle MGF. I funzionari del governo di alto livello, compreso il ministro della
comunicare alla comunità i messaggi concernenti i problemi delle donne e
Salute e della popolazione, sono apparsi alla televisione per discutere dei
con azioni tese a proteggere e a informare le donne in tutti i casi in cui è
MGF in quanto problema sia religioso che sanitario.
limitata la loro capacità di far valere i propri diritti.
organizzazione
opera
direttamente
per
la
promozione
Il progetto per i diritti della donna dovrebbe fornire legittimità e sostegno
PALESTINA: promuovere e far valere i diritti della donna
alle comunità locali che si occupano della protezione delle donne.
nella comunità palestinese in Israele
Il progetto aveva come scopo la sensibilizzazione della popolazione
Secondo le ricerche, molte donne arabe e palestinesi in Israele, quasi il 25%,
attraverso i media. Mirava anche a ridefinire e a rinnovare il messaggio
sono state vittime di periodici abusi fisici, con un numero considerevole
dell’organizzazione Donne contro la violenza rivolto alla società, tenendo
di violenze non denunciate perpetrate contro le donne, per motivi legati
conto dei cambiamenti che si erano verificati nel settore dei diritti della
alla pressione sociale, all’ignoranza dell’esistenza dei centri di urgenza o a
donna. In particolare gli obiettivi precisi erano i seguenti:
causa del timore di subire altre violenze. Fino a qualche tempo fa, questa
problematica era sottovalutata o sconosciuta.
> Migliorare la diffusione di informazioni e approfondire le conoscenze
dei diritti dell’uomo in seno alla comunità palestinese in Israele su scala
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
locale. Inoltre, molti egiziani, comprese le donne, pretendono che le MGF
nazionale.
42
43
> Sensibilizzare la comunità sulle violenze subite dalle donne.
Il progetto sostiene le azioni condotte dal segretario di Stato per la
> Dare alle donne della comunità informazioni sui servizi mirati a fornire
Famiglia, l’infanzia e i portatori di handicap (SEFEPH), che ha il ruolo di un
loro una protezione contro le violenze basate sul sesso.
> Incoraggiare le donne a impegnarsi nella lotta per il rispetto dei loro
diritti.
> Rafforzare la sensibilità della popolazione e il sostegno offerto dalla
comunità alle donne vittime di violenze che sono in fase di ricostruzione
delle loro vite.
> Raccogliere e condividere dati statistici relativi alla percezione della
violenza esercitata contro le donne dai membri della comunità, al fine
di orientare meglio le azioni intraprese dalla comunità allo scopo di
cambiare il livello di sensibilità.
> Assicurare il coinvolgimento del governo nel rispetto del suo impegno a
meccanismo nazionale responsabile della promozione dei problemi legati
alle donne e che ha come vocazione la creazione di un Centro marocchino di
informazione, di documentazione e di studio sulle donna (CMIDEF).
Oltre alla raccolta, al trattamento e alla diffusione di informazioni e di
documenti relativi alla parità dei sessi, il Centro ha il compito di realizzare
una rete di partner (ministeri, associazioni, ricercatori universitari, deputati,
media, eccetera) e sostenere e sorvegliare la politica dello Stato in materia
di eliminazione delle diseguaglianze. L’obiettivo supremo del Centro è
influenzare le decisioni politiche affinché siano orientate verso l’eliminazione
delle diseguaglianze basate sul sesso.
migliorare la qualità dell’azione del governo in materia di prevenzione
PROGRAMMI REGIONALI: il sostegno della Comunità ai progetti dedicati al
delle violazioni dei diritti delle donne.
ruolo della donna nella vita economica
> Rafforzare la capacità delle ONG attive sul campo, che operano in settori
identici o vicini.
fra i sessi, sono numerosi i progetti realizzati in un paese scelto come
L’organizzazione Donne contro la violenza prevede di procedere a una
beneficiario, ma esistono comunque molti progetti per i quali la Comunità
valutazione dell’efficacia delle sue azioni a tre anni dalla fine del progetto.
lavora nello stesso tempo con diversi paesi mediterranei. Di seguito sono
descritti sette progetti di questo tipo.
MAROCCO: sostenere lo sviluppo umano e l’integrazione sociale
L’istituzione del Centro marocchino d’informazione, di documentazione e di
studio sulle donne (CMIDEF) costituisce uno dei primi esempi di cooperazione
> Parità fra i sessi nell’occupazione e nelle piccole imprese
(Egitto, Giordania)
fra l’UE e il governo di un paese partner del Mediterraneo nel settore della
Obiettivo: migliorare il peso economico delle donne attraverso la creazione
parità fra i sessi. Infatti, finora, questa cooperazione prendeva soprattutto
di microimprese e piccole imprese e la promozione dello sviluppo delle
la forma di relazioni dirette con la società civile.
carriere, secondo un principio di combinazione delle misure finanziarie e
Il progetto è stato lanciato in un momento particolarmente propizio, perché
la società civile marocchina cominciava a risentire gli effetti di una lunga
campagna a favore della parità fra uomini e donne. Le riforme dello statuto
legale della donna e una loro maggiore rappresentanza in parlamento sono
esempi eloquenti. Tuttavia, questi risultati sono sempre fragili e devono
44
Fra i progetti finanziati dalla Comunità europea nel settore della parità
essere consolidati da un approccio all’uguaglianza istituzionalizzato.
non finanziarie, nonché attraverso programmi di costruzione di capacità
destinati a otto ONG. Gli obiettivi specifici di questo progetto coprono non
soltanto il miglioramento dell’accesso delle donne alla produzione di moduli
di formazione dedicati alla parità fra i sessi, destinati alle ONG, ma anche
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
essere responsabile della vita e della sicurezza delle donne e delle ragazze;
l’accesso ai crediti e ai servizi legati allo sviluppo delle attività economiche
indispensabili all’efficace conduzione degli affari.
45
> Incoraggiamento economico a favore delle donne palestinesi:
sarà esortata a rivedere gli ostacoli culturali e religiosi che impediscono alle
trasformare i progetti di attività economica in una realtà
donne di partecipare pienamente alla vita economica delle loro comunità e
(Territori palestinesi, Israele)
del loro paese.
Obiettivo: aumentare la presenza delle donne sul mercato del lavoro,
incoraggiando la creazione e la gestione delle imprese femminili attraverso
una migliore formazione professionale e la realizzazione di reti sostenibili,
rafforzando la cooperazione transfrontaliera e i partenariati fra le
imprenditrici palestinesi e israeliane.
> Opportunità economiche sostenibili per le donne
(Algeria, Egitto, Libano, Marocco, Siria)
Obiettivo: contribuire alla riduzione dell’indigenza e al raggiungimento
degli Obiettivi di sviluppo del Millennio per quanto riguarda la parità fra i
sessi, facilitando l’accesso delle donne alle possibilità economiche, creando
(Territori palestinesi, Israele)
Obiettivo: aumentare la presenza delle donne e il loro contributo allo
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
sviluppo dell’economia e della società palestinese grazie a un programma
di formazione integrato, orientato verso il rafforzamento del potere, la
formazione professionale, l’aumento della capacità e l’apprendimento degli
elementi essenziali della conoscenza nel settore della conduzione degli
affari. A titolo complementare, il progetto è dedicato alla promozione della
coesistenza pacifica dei palestinesi e degli israeliani, grazie alla condivisione
delle conoscenze pratiche e delle esperienze e al rafforzamento della
per loro opportunità economiche nuove e alternative, promuovendo
la partecipazione delle donne e dei gruppi di donne ai dibattiti e alla
formulazione delle strategie, incoraggiando il dibattito che ha per scopo
la promozione e la facilitazione della presenza delle donne nella vita
economica. Questo programma si rivolge anche alle organizzazioni non
governative a livello locale, attive nel settore dello sviluppo delle donne,
in particolare quelle che vivono in seno a comunità locali e rurali, alle
organizzazioni internazionali per lo sviluppo, ai datori di lavoro (in
particolare quelli che manifestano il loro impegno verso la responsabilità
sociale delle imprese) e agli organi del governo.
cooperazione economica diretta.
> Creazione di nuove opportunità e di soluzioni di messa in rete per le
> Libertà nel lavoro (Giordania, Territori palestinesi)
Obiettivo: fare un bilancio della situazione attuale e futura del mercato
del lavoro a Amman e a Gaza, allo scopo di offrire alle donne maggiori
opportunità in materia di occupazione permanente, di informare, orientare
e consigliare le donne che fanno parte di un Gruppo obiettivo in merito
ai posti di lavoro disponibili e alle possibilità in materia di formazione
professionale, nonché di attuare altre misure di accompagnamento. Le
consultazioni condotte con i datori di lavoro e i membri della società civile
permetteranno di individuare le esigenze nel settore delle risorse umane
donne vittime dell’esclusione che lavorano a domicilio (Marocco, Turchia)
Obiettivo: recarsi dalle donne che lavorano a domicilio e dalle organizzazioni
di donne che desiderano ottenere un accesso alle nuove opportunità
d’impiego rese possibili grazie alla globalizzazione, costruendo la capacità
delle organizzazioni locali attive in Marocco, conducendo campagne di
sensibilizzazione della popolazione e creando reti subregionali e regionali.
Saranno istituiti una rete dei cittadini e un centro mediterraneo per la
promozione e lo sviluppo delle donne che lavorano a domicilio.
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
> Incoraggiamenti economici rivolti alle donne della campagna palestinese
e di adeguare i posti di lavoro disponibili alle attitudini e alle competenze
46
delle donne disoccupate, intenzionate a lavorare. I datori di lavoro saranno
incoraggiati a proporre formazioni professionali mentre la società stessa
47
> Aumentare le opportunità delle microimprese femminili
A udizione pubblica su:
(Marocco, Egitto, Libano, Tunisia)
Obiettivo: migliorare le condizioni economiche delle donne, rafforzando la
loro attitudine a generare reddito. Le microimprese fanno ricorso, sempre più
frequentemente, ai servizi di microcredito disponibili nella regione, tuttavia
a) le donne e l’immigrazione nel Mediterraneo
b) le donne e la scienza nel Mediterraneo
la maggior parte delle donne è autodidatta e ha bisogno di un’assistenza
che consenta di migliorare la qualità dei prodotti che offrono e della
La commissione ad hoc per i diritti della donna dell’APEM, su iniziativa
conoscenza in materia di gestione. Sarà possibile conseguire quest’obiettivo
dell’on. Rodi Kratsa, vicepresidente del Parlamento europeo e vicepresidente
grazie alla formazione dei formatori, alla creazione di una rete commerciale
della commissione, ha tenuto la sua ultima riunione il 17 ottobre 2007 presso
che vende ai consumatori europei i prodotti delle microimprese ubicate
i locali del Parlamento europeo a Bruxelles.
nella zona meridionale della regione, alla messa in rete e alla promozione
del lavoro indipendente in seno alle microimprese.
Alla riunione, presieduta dall’on. Rodi Kratsa, erano presenti: Lidya Geringer
de Oedenberg, Iratxe García Pérez, Anna Zaborska e Marie Panayotopoulos
48
(Egitto); Cayetana de Zulueta (IT); Mohamed El-Ansari (Marocco); Alexandru
Stiuca (RO); Farha Al-Elwan, Siham Abu Fakhr e Fadia Dib (Siria); Moufida
Abidli e Afifa Salah (Tunisia).
Alla riunione hanno partecipato anche i seguenti ospiti, invitati
dalla presidenza della riunione in qualità di oratori: Franco Frattini,
vicepresidente della Commissione europea; Bouthaina Shaaban, ministro
siriano dell’Immigrazione; Robert Cliquet, alto consigliere presso la ONG
«Population and Social Policy Consultants»; Jan Jařab, membro dell’ufficio
del commissario Vladimir Špidla, in sostituzione del commissario; Ndioro
Ndiaye, vicedirettore generale dell’Organizzazione internazionale per le
migrazioni; Marina Marchetti, responsabile politico, Commissione europea,
DG Ricerca, unità Cultura scientifica e questioni di genere; Maren Jochimsen,
segretario generale, Piattaforma europea delle donne scienziate, e Jennifer
Campbell, direttore di «Global Philanthropy and Partnerships», L´OREAL.
In linea con i due argomenti che la commissione ad hoc tratterà in
vista dell’elaborazione delle sue due relazioni e della conseguente
raccomandazione da sottoporre all’approvazione in Aula nella successiva
tornata di marzo 2008, la riunione è stata suddivisa in due parti:
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
(PE); Chemissa Guergour (Algeria); Stefan Schennach (AT); Amal Othman
49
> durante la riunione della mattinata si sono affrontate le tematiche
relative alla situazione e ai problemi delle donne immigrate, suddivise in
due sottoargomenti: «L’integrazione delle donne immigrate nell’UE – un
processo bilaterale» e «Le donne immigrate come fattore di sviluppo dei
rispettivi paesi d’origine»;
> nel corso della discussione del pomeriggio si è dibattuto in merito a «Le
donne e la scienza», prestando particolare attenzione alla «Promozione
della parità di genere nelle politiche scientifiche».
Durante la trattazione dell’argomento «Le donne e l’immigrazione», la
presidenza della riunione ha informato i membri della situazione delle
quattro correlatrici – Kratsa (PE), Terzi (Tunisia), Krafess (Marocco) e Akgün
(DE) – nominate nel corso della riunione del 31 maggio 2007 a Varsavia:
50
sostituzione della signora Terzi (nella doppia veste di vicepresidente della
commissione e di relatrice) a seguito della sua nomina a membro del
governo tunisino
> la relatrice marocchina, signora Krafess, non è stata rieletta e pertanto
non fa più parte della delegazione marocchina presso l’APEM
> la signora Akgün (DE) ha ritirato la propria candidatura a relatrice
sull’argomento
I membri hanno assistito alle presentazioni degli oratori sui due argomenti
in esame tenendo in seguito uno scambio di opinioni. Il relatore El Ansari
ha brevemente presentato il suo progetto di relazione su «Le donne e la
scienza».
Sulla base delle conclusioni dell’audizione pubblica e delle relazioni
presentate dall’on. Kratsa e dal sig. Ansari, la quarta sessione plenaria
dell’APEM (27-28 marzo 2008, Atene) ha approvato la raccomandazione
presentata dalla commissione ad hoc per i diritti della donna.
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
> il Parlamento tunisino invierà una comunicazione formale in merito alla
51
B. R
accomandazioni della commissione
ad hoc per i diritti della donna
nei paesi euromediterranei
3a Sessione plenaria dell’APEM,
Tunisi, 16-17 marzo 2007
Raccomandazione dell’Assemblea parlamentare
euro-mediterranea concernente i diritti della donna
nei paesi euromediterranei
adottata sulla base del progetto presentato a nome della commissione
ad hoc sui diritti della donna nei paesi euromediterranei
52
L’Assemblea parlamentare euromediterranea:
> vista la decisione adottata dall’Ufficio di presidenza dell’Assemblea
parlamentare euromediterranea (APEM) il 24 maggio 2005 di istituire la
commissione ad hoc per i diritti della donna,
> visto il mandato attribuito in occasione della sessione straordinaria
dell’Assemblea parlamentare euromediterranea il 22 novembre 2005 a
Rabat,
Seconda sessione plenaria dell’Assemblea parlamentare euromediterranea.
Bruxelles, 26 marzo 2006
Da sinistra a destra: Grazyna Ciemniak, presidente della commissione ad hoc
sui diritti delle donne dell’APEM, on. Rodi Kratsa-Tsagaropoulou, vicepresidente
della commissione ad hoc sui diritti delle donne dell’APEM, (PPE-DE, Grecia)
e Salwa Terzi, vicepresidente della commissione ad hoc sui diritti delle donne dell’APEM
> vista la relazione sui diritti della donna nei paesi euromediterranei,
adottata dalla commissione ad hoc sui diritti della donna nei paesi
euromediterranei durante la riunione del 16 marzo 2007, la commissione
ad hoc presenta la raccomandazione seguente sui diritti della donna nei
paesi euromediterranei, sulla base della relazione da essa elaborata e
adottata all’unanimità nella riunione della commissione ad hoc sui diritti
della donna nei paesi euro-mediterranei il 16 marzo 2007 a Tunisi.
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
da Grażyna CIEMNIAK, Presidente
53
6. La commissione per i diritti della donna dell’Assemblea parlamentare
Raccomandazioni generali
1. Sottolineando la necessità urgente di migliorare la condizione delle donne
nei paesi euromediterranei, la commissione ad hoc constata che sono
tuttora necessari sforzi importanti e continui per affrontare i problemi di
discriminazione e per eliminarli mediante l’adozione di una legislazione
pertinente e la sua attuazione in ciascuno dei paesi partecipanti al
parlamenti di tutti i paesi partecipanti al processo di Barcellona, in seno
al Parlamento europeo e a organizzazioni internazionali. Essa dovrebbe
assolvere il ruolo di coordinatore di tutte le azioni svolte nel settore.
7. La commissione ad hoc insiste che i rappresentanti della Commissione per
in tutti i settori della vita economica, politica, educativa e sociale è
i diritti della donna dell’Assemblea parlamentare euromediterranea siano
indispensabile.
invitati alle conferenze ministeriali dedicate al ruolo delle donne nella
sono diritti umani fondamentali e che il loro rispetto è necessario per la
qualità della democrazia e il successo degli obiettivi politici ed economici
società. In questo contesto, la Commissione sollecita che una delegazione
dei membri della commissione ad hoc partecipi alla conferenza ministeriale
di revisione nel 2009.
3. Chiede di realizzare e di applicare concretamente gli impegni finanziari
adottati nel programma MEDA per promuovere la partecipazione attiva
delle donne alla vita economica e sociale e di prendere sistematicamente
le risorse finanziarie per l’attuazione delle conclusioni tratte dalla
conferenza ministeriale: «Rafforzamento del ruolo delle donne» svoltasi
il 14 e 15 novembre 2006 a Istanbul.
in considerazione la dimensione di genere nel quadro dei programmi
9. La commissione ad hoc chiede all’Assemblea parlamentare euromediterranea
MEDA; invita la Commissione europea a includere la dimensione di
di comunicare la propria relazione sui diritti della donna nei paesi
genere nelle valutazioni dei programmi MEDA, e a utilizzare le relative
euromediterranei a tutte le commissioni permanenti dell’Assemblea
conclusioni per la pianificazione dei programmi futuri.
affinché queste ultime possano utilizzarla nei rispettivi lavori.
4. Considerando quanto precede, la commissione ad hoc ritiene necessario,
10. Compiacendosi della decisione del Parlamento europeo e del Consiglio
parlamentare
europeo del 17 maggio 2006 che proclama il 2007 «Anno europeo delle
euromediterranea, una commissione permanente per i diritti della
pari opportunità per tutti» (decisione 771/2006/CE del Parlamento europeo
donna. La composizione della commissione per i diritti della donna deve
e del Consiglio, del 17 maggio 2006, che istituisce l’anno europeo delle pari
corrispondere a quella delle altre commissioni dell’APEM.
opportunità per tutti (2007) – Verso una società giusta), la commissione
all’unanimità,
creare,
nel
quadro
dell’Assemblea
5. Sottolinea che la cooperazione regolare con la commissione per i
diritti della donna e l’uguaglianza di genere del Parlamento europeo,
con la commissione per le pari opportunità per le donne e gli uomini
del Consiglio d’Europa e con le rispettive commissioni competenti dei
ad hoc incoraggia i paesi membri a partecipare alla realizzazione degli
obiettivi dell’Anno europeo delle pari opportunità, vale a dire:
a) sensibilizzare l’opinione pubblica al diritto alla parità e alla non
discriminazione di fatto e di diritto,
parlamenti nazionali, nonché con la Commissione europea, incaricata dei
b) stimolare un dibattito sui modi per rafforzare la partecipazione
programmi MEDA I e MEDA II, dovrebbe contribuire a un’attuazione più
equilibrata fra uomini e donne nella vita sociale, economica e
efficace del principio di uguaglianza di genere.
politica e il loro coinvolgimento nelle azioni tese a combattere tali
discriminazioni, in tutti i settori e a tutti i livelli,
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
8. La commissione ad hoc sottolinea in parallelo la necessità di determinare
del processo di Barcellona.
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
azioni e le decisioni prese dalle commissioni per i diritti delle donne dei
processo di Barcellona e che la promozione attiva dei diritti della donna
2. La commissione ad hoc sottolinea con risolutezza che i diritti delle donne
54
euromediterranea deve ricevere informazioni complete su tutte le
55
c) mettere in evidenza il contributo positivo che ogni persona, qualunque
sia il sesso, può apportare alla società nel suo insieme, in particolare
mettendo l’accento sui vantaggi della diversità e della parità
nell’interesse della società in generale,
d) sensibilizzare il pubblico sull’importanza di abolire gli stereotipi,
i pregiudizi e la violenza, di favorire buone relazioni fra tutti i
membri della società, in particolare i giovani, nonché di promuovere
e diffondere i valori che sono alla base della lotta contro le
discriminazioni.
Raccomandazioni particolari
Analisi comparativa della legislazione in vigore nell’Unione europea
e nei paesi partner mediterranei
13. La commissione ad hoc invita i governi dei paesi membri dell’Unione
europea e le parti sociali a rispettare appieno e ad attuare i diritti
derivanti dalla legislazione europea e dalla legislazione di ciascuno dei
paesi membri.
14. La commissione ad hoc invita i governi a prendere decisioni coerenti
e coordinate al fine di stabilire una strategia comune per creare una
11. La commissione ad hoc raccomanda ai parlamenti nazionali dei paesi
partecipanti al processo di Barcellona di designare, per i lavori della
commissione per i diritti della donna dell’Assemblea parlamentare
euromediterranea, donne parlamentari che siano anche membri del
Forum per garantire la migliore utilizzazione delle esperienze acquisite
dal Forum stesso.
12. La commissione ad hoc propone che la Presidente del Forum assista
regolarmente alle riunioni della commissione per i diritti della donna
dell’APEM.
società in cui uomini e donne siano uguali nei diritti e nei doveri, nel
rispetto reciproco delle loro differenze. Pratiche legislative efficaci e di
altra natura costituiscono uno strumento utile di non discriminazione.
15. La commissione ad hoc incoraggia l’Unione europea a sostenere
maggiormente le organizzazioni non governative che militano a favore
delle donne e delle pari opportunità e sottolinea l’importanza che
rivestono le valutazioni periodiche di detta cooperazione. L’UE e altri
donatori devono determinare e coordinare gli sforzi che compiono nei
diversi paesi e, all’occorrenza, sottolineare che esistono nei paesi della
regione MENA organizzazioni di donne disposte a sostenere le iniziative
tese a eliminare le disparità fra i sessi.
16. Si compiace della creazione di istituzioni votate a promuovere le
pari opportunità fra i sessi nella parte meridionale e orientale del
Mediterraneo, fra cui l’Organizzazione della donna araba e altre ONG
simili che coordinano le attività di tutte le istituzioni nazionali in questo
settore, e sottolinea l’importanza che rivestono valutazioni periodiche
di questa cooperazione.
17. La commissione ad hoc incoraggia i governi a tenere conto delle politiche
e delle misure specifiche in materia di uguaglianza di genere e a fare
ricorso a strategie di integrazione della dimensione di genere (strategie
di integrazione della dimensione di genere nei bilanci e nelle valutazioni
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Raccomandazioni in materia di integrazione
del Forum euromediterraneo delle donne parlamentari
con l’Assemblea parlamentare euromediterranea
dell’impatto sulla parità uomini-donne) in sede di elaborazione delle
56
politiche macro/microeconomiche e sociali.
57
regione di MENA a impegnarsi in un dibattito, nella stampa, sulla parità
dei generi, gettando così le basi per l’introduzione di meccanismi efficaci
e costruttivi che introdurrebbero lo spirito di uguaglianza fra gli uomini
e le donne nella nuova legislazione.
19. La commissione ad hoc per i diritti della donna si compiace delle
numerose riforme giuridiche nei paesi meridionali dell’APEM, ma è
anche preoccupata per il fatto che lo status giuridico della donna
conosce forme sempre diverse di discriminazione rispetto ad altri paesi,
e fa osservare che i partner del sud non hanno tutti firmato o ratificato
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
la convenzione sull’eliminazione di qualsiasi forma di discriminazione
La partecipazione delle donne alla vita politica, economia e sociale
23. La commissione ad hoc constata che la partecipazione accresciuta
delle donne fa sì che tutti i paesi partecipanti al processo di Barcellona
rispettino i diritti delle donne a un trattamento paritario con gli uomini
in tutti i settori della vita sociale, economica e politica.
24. La commissione ad hoc sottolinea la necessità di assicurare l’uguaglianza
degli uomini e delle donne in tutti i settori della vita – politica,
economica e sociale, dando prova di un approccio multidimensionale e
applicando diverse misure in questi settori, anche creando o rafforzando
il meccanismo nazionale sulla parità dei generi.
contro la donna; invita quindi tutti questi partner a impegnarsi a
25. La commissione ad hoc esorta i paesi a compiere sforzi volti a promuovere la
rispettare la suddetta convenzione nonché le convenzioni delle Nazioni
sensibilizzazione sulla necessità di attuare il principio di rappresentatività
Unite sui diritti dell’uomo introducendo meccanismi regionali e nazionali
più equilibrata dei sessi sia nelle istituzioni internazionali, sia nelle
di controllo più severi.
strutture e negli organi nazionali, nonché a eliminare le disparità in
20. Riconosce che esistono alcune lacune anche nei partenariati incrociati in
materia di matrimoni, cittadinanza, autorità parentale, eredità e libertà
di circolazione e sollecita quindi i partner dell’APEM ad affrontare
tali lacune dei partenariati incrociati armonizzando la legislazione sul
matrimonio, il divorzio, l’autorità parentale e l’eredità.
21. La commissione ad hoc per i diritti della donna invita tutti gli Stati, in
particolare i partner meridionali del dialogo euromediterraneo, a firmare
il protocollo del 2000 delle Nazioni Unite inteso a prevenire, eliminare e
punire la tratta di esseri umani, che completa la convenzione contro la
criminalità transnazionale organizzata, e a favorire una cooperazione e
un’azione effettiva in questo settore.
22. Riconosce il ruolo dei media nelle questioni relative alla condizione
delle donne e al loro ruolo nella società, nonché la loro influenza
sull’atteggiamento dei cittadini in questi paesi, e invita i governi a
cooperare con i media in quest’ottica.
materia di partecipazione delle donne alla vita politica. Inoltre, la
commissione ad hoc ritiene necessario facilitare i profondi sforzi delle
donne per creare organizzazioni e istituzioni di donne, nel quadro del
rafforzamento del processo di democratizzazione.
26. Anche se in tutti i paesi dell’APEM si compiono sforzi per arrivare
alla parità fra i sessi, le donne che arrivano a posizioni di potere non
sono sempre in grado di esercitare appieno i loro diritti, tenuto conto
delle barriere imposte da reti di influenza informali e patriarcali che
discriminano le donne e le privano di fatto della parità di genere;
sottolinea che questo accade, in particolare, alle donne nei parlamenti
e nel mondo politico e chiede, quindi, di prendere misure tese a
sopprimere le limitazioni dei loro diritti (privati e sociali).
27. La commissione ad hoc esorta i paesi ad aumentare il numero di donne
occupate, fissando un indicatore di occupazione, e a realizzare strutture
che consentano alle donne di conciliare il lavoro professionale con le
responsabilità familiari e la custodia dei figli, in particolari per le madri
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
18. La commissione ad hoc esorta le donne attive nella vita politica nella
single. Questo sarà possibile attraverso il sostegno degli asili e delle
58
scuole materne, l’attuazione di clausole giuridiche che proteggano le
59
donne dopo il congedo parentale per l’istruzione dei figli, e l’attuazione
32. Invita gli Stati membri dell’Unione europea e i paesi d’origine a
di disposizioni relative alla possibilità per i genitori di condividere il
comunicare alle loro popolazioni informazioni sistematiche e responsabili
congedo parentale per l’istruzione dei figli.
sulle politiche in materia di immigrazione dell’Unione europea e le sfide,
28. La commissione ad hoc rileva che la parità dei generi può essere
raggiunta solo dando un potere economico alle donne; conviene quindi
le possibilità e gli obblighi dei migranti, uomini e donne, nei paesi di
accoglienza.
prendere le misure necessarie per sostenere l’imprenditorialità delle
migliorare l’occupazione delle donne, dovrebbe essere garantita la
parità di trattamento sul mercato del lavoro; dovrebbero essere adottate
misure per eliminare le diseguaglianze strutturali quali la segregazione
settoriale; il sistema di previdenza sociale dovrebbe essere migliorato
al fine di comprendere le donne che lavorano a tempo parziale e che
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
hanno fatto riscorso al telelavoro.
29. La lotta contro le disparità incoraggia i membri della commissione ad hoc
a prendere misure per porre fine alla violenza psichica e fisica di cui sono
vittime uomini e donne e per impedire le diseguaglianze nell’accesso al
mondo politico, economico e sociale. Chiedono di creare una banca di dati
disaggregati Euro-Med (in cooperazione con l’Agenzia europea dei diritti
dell’uomo, a Vienna) per sorvegliare e valutare la situazione dei diritti
della donna in tutti i settori, in parallelo con la creazione di centri locali
Accesso delle donne all’istruzione e alle cure mediche
33. La commissione ad hoc evidenzia il ruolo particolare dell’istruzione e
della formazione in materia di accesso delle donne e tutti i settori della
vita sociale, economica e politica. In questo contesto, la commissione ad
hoc è lieta di constatare un costante aumento del livello di istruzione
e del livello decrescente di analfabetismo fra le donne nella regione
euromediterranea.
34. La commissione ad hoc invita i paesi partner mediterranei a rendere la
loro politica sull’istruzione ancora più attiva, a incoraggiare una politica
di parità di genere e a non elaborare modelli di ruoli sulla base di una
divisione del lavoro per sesso, sottolineando che il sempre maggiore
livello di formazione delle donne ha un impatto positivo sullo sviluppo
dell’economia nazionale.
in ciascun paese partner con la missione di elaborare relazioni annuali sui
35. La commissione ad hoc prevede l’applicazione di nuove tecnologie al
diritti della donna, sulla base di determinati indicatori, poiché non sono
fine di risolvere i problemi nell’insegnamento e nel settore medico.
disponibili dati per quanto riguarda la violenza dovuta al sesso nei paesi
meridionali dell’APEM, esorta a realizzare meccanismi di questo tipo.
36. Per quanto attiene agli Obiettivi di sviluppo del Millennio, adottati nella
dichiarazione del millennio al vertice delle Nazioni Unite l’8 settembre
30. Sollecita l’elaborazione di un programma di scambio fra i paesi
2000, la commissione ad hoc chiede di assicurare uno status di parità
settentrionali e meridionali dell’APEM al fine di aiutare le donne
fra uomini e donne in tutti i settori della vita. La commissione ad hoc
parlamentari a scambiare le esperienze politiche e culture; chiede inoltre
incoraggia in particolare i paesi a prestare una speciale attenzione
di creare nei parlamenti degli Stati dell’APEM tirocini speciali per le
all’istruzione delle ragazze, anche quelle che abitano nelle zone rurali,
giovani donne che lavorano in organizzazioni politiche per la gioventù.
affinché non siano obbligate ad abbandonare prematuramente la
31. Invita tutti gli Stati membri dell’Unione europea a garantire, sulla base della
loro legislazione nazionale e delle convenzioni internazionali, il rispetto dei
scuola, per garantire loro condizioni adeguate per lo sviluppo personale
e affinché possano sfruttare appieno le loro capacità.
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
donne grazie a un migliore accesso alle risorse finanziarie; al fine di
diritti fondamentali dei migranti e a promuovere politiche di lotta contro
60
tutte le forme di discriminazione di cui sono vittime le emigranti.
61
37. La commissione ad hoc invita i governi dei paesi a favorire la promozione
delle donne e a garantire loro una retribuzione paritaria sul lavoro.
38. Sottolinea l’importanza di tenere conto della dimensione di genere in
tutte le politiche in materia di salute nonché nel quadro dei programmi
scientifici e di ricerca.
39. La commissione ad hoc invita i paesi partecipanti al processo di Barcellona
l) creando, in ciascun paese, forum nazionali per la salute delle donne;
m) pubblicando relazioni circostanziate e periodiche sulla salute delle
donne, da presentare ai parlamenti, ai media e al pubblico;
n) definendo in modo preciso gli assi prioritari della ricerca, indicando le
azioni specifiche che devono risultarne;
o) creando meccanismi che consentano di raccogliere i pareri delle donne
sulle loro esigenze e i problemi che incontrano;
a compiere tutti gli sforzi necessari per migliorare l’accesso delle donne
p) acquisendo conoscenze pertinenti sulle azioni governative intraprese
dei paesi euromediterranei a tutte le cure sanitarie in tutte le regioni, in
a livello internazionale (CEDAW e Piattaforma di Pechino per quanto
particolare le regioni rurali in cui l’infrastruttura delle cure sanitarie per
riguarda le decisioni relative alle azioni già approvate) e a livello
le donne è gravemente lacunosa. In questo contesto, la commissione ad
euromediterraneo (dichiarazione di Barcellona e impegni assunti da
hoc mette in particolare l’accento sulla situazione delle donne anziane e
diversi forum e conferenze);
sui loro problemi di salute.
q) condividendo le esperienze con i cittadini degli Stati membri
attenzione alle possibili somiglianze (e alle differenze considerate
loro sessualità, la commissione ad hoc raccomanda un accesso migliore
accettate) in campo sociale, economico, religioso e culturale in queste
delle donne alla sanità, segnatamente:
a) assicurando l’accesso ai contraccettivi per tutte le donne;
b) migliorando i metodi di parto;
c) promuovendo il carattere privato dell’allattamento;
delle donne, rispettando il loro diritto all’intimità.
41. Invita tutti gli Stati membri dell’APEM a migliorare la gestione dell’epatite
d) migliorando le conoscenze e le competenze delle ostetriche;
B e dell’HIV elaborando migliori strategie di screening, di prevenzione
e) limitando il numero di IVG (interruzione volontaria di gravidanza) che
e di trattamento della malattia per le donne incinte e i loro figli esposti
comportano un rischio per la salute o la vita della donna;
f) applicando regole stigmatizzanti dei maltrattamenti e dello stupro e
garantendo il loro rispetto;
g) lottando contro ogni forma di violenza a danno delle donne, ovvero
violenza domestica, lo stupro e la prostituzione forzata;
h) migliorando le condizioni economiche e finanziarie e lo status delle
collaboratrici del sistema sanitario;
i) nominando più donne a posti di direzione nel settore della sanità;
ai rischi; da quando le relazioni dell’Organizzazione mondiale della
salute mettono in evidenza la crescente minaccia costituita da malattie
infettive e in particolare dall’epatite B e dall’HIV in tutti i paesi e che
le infezioni neonatali con il virus dell’epatite B fanno correre un rischio
elevato di infezione persistente, chiede lo screening di tutte le donne
durante la gravidanza, quale elemento centrale della strategia di ogni
nazione tesa a ridurre i casi e le conseguenze dell’infezione da HIV e da
epatite B e, alla fine, a eliminarli.
j) offrendo al personale del settore sanitario una formazione continua e
di qualità per quanto riguarda la questione di genere;
k) creando un servizio dedicato alla salute delle donne, incaricato di
elaborare la politica intersettoriale e piani d’azione;
62
due zone geografiche;
r) ideando strategie e servizi di cure sanitarie per proteggere la dignità
42. La commissione ad hoc sottolinea il problema della crescente violenza
a danno delle donne e raccomanda ai paesi di mettere in atto una
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
dell’Unione europea e dei paesi del MENA, prestando particolare
40. Sostenendo il diritto delle donne di decidere da sole dei loro corpi e della
normativa appropriata sulla protezione delle vittime, permettendo
l’applicazione di misure economiche.
63
43. La commissione ad hoc raccomanda ai governi di prendere tutte le misure
49. La commissione ad hoc raccomanda di elaborare piani d’azione favorevoli
necessarie in materia di prevenzione e di protezione e di assicurare una
al miglioramento dell’immagine delle donne nei media, che consentano
formazione specializzata per i professionisti che si occupano delle vittime
di garantire loro una posizione più paritaria nei media, e di attuarle in
della violenza, per eliminare tutte le forme di violenza contro le donne,
modo coerente.
44. La commissione ad hoc è consapevole del crescente problema della
violenza contro le donne (violenze fisiche e psicologiche, violenze
domestiche, matrimoni forzati, poligamia, delitti d’onore, mutilazioni
genitali femminili) e raccomanda ai paesi di adottare le disposizioni
giuridiche necessarie sulla protezione delle vittime e di rafforzarle,
nonché di garantirne il rispetto; chiede di sensibilizzare di più il
pubblico nei confronti di questo fenomeno attraverso campagne
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
d’informazione.
64
45. Prende nota delle statistiche che riguardano le violenze e i delitti di cui
sono vittime le donne e chiede, quindi, riforme giudiziarie e giuridiche in
tutti gli Stati membri dell’APEM, riforme tese in particolare a fare adottare
una legislazione che protegga le donne e a punire più severamente gli
autori dei reati, in particolare nel caso di violenze domestiche.
46. La commissione ad hoc fa appello a una maggiore solidarietà fra i governi,
i parlamenti, i cittadini e le cittadine nella regione mediterranea, e a
un’azione più risoluta dell’Unione europea sulla scena internazionale, al
fine di trovare soluzioni per i conflitti in questa regione.
50. A tal fine, la Commissione ritiene che sarebbe opportuno:
a) aiutare le organizzazioni non governative di donne a sviluppare la
sorveglianza sul contenuto non discriminatorio delle informazioni nei
media;
b) sostenere le azioni tese a migliorare la posizione sociale delle
donne realizzate dal settore dei media, sulla base del principio di
responsabilità;
c) mettere maggiormente l’accento sui programmi di sensibilizzazione
delle donne diffusi dalla radio/televisione pubblica e informarle dei
loro diritti;
d) realizzare negli organismi privati di radiodiffusione campagne per
incitarli a diffondere programmi simili;
e) garantire l’utilizzazione effettiva, da parte delle donne, delle
nuove tecnologie di comunicazione, per sviluppare le loro capacità
informatiche, e promuovere programmi educativi organizzati dai
governi in cooperazione con i media, tenendo presente, tuttavia,
che questi programmi educativi dovrebbero porre maggiormente
l’accento sulla capacità di utilizzare i media, tenendo conto degli
effetti negativi del trattamento sfavorevole delle donne nei media e
delle eventuali conseguenze di tale situazione.
Le donne nei media
47. Consapevole dell’immagine sfavorevole delle donne in tutti i media
dei paesi partecipanti al processo di Barcellona, la commissione ad
hoc chiede di avviare tutte le azioni necessarie per migliorare questa
immagine.
Progetti dell’Unione europea e fonti di finanziamento dei programmi
di sostegno delle donne e della parità fra i sessi
51. La commissione ad hoc invita la Commissione europea a includere la
dimensione della parità di genere in tutte le politiche, tutti i programmi
48. La commissione ad hoc sottolinea il ruolo che svolgono le donne
e progetti dell’UE attuati nel quadro del partenariato euromediterraneo
parlamentari in termini di miglioramento dell’immagine delle donne
o della politica europea di vicinato. Occorre, in particolare, tenere
nei media e invita i partiti politici e le istituzioni interessate a creare gli
conto della partecipazione accresciuta delle donne in tutti i settori di
strumenti e le possibilità per conseguire questo obiettivo.
attività, segnatamente attraverso la realizzazione di programmi d’azione
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
compresa la mutilazione genitale e il matrimonio forzato.
65
positivi, assicurando strumenti finanziari e tecnici necessari e mediante
57. Incarica il suo Presidente di trasmettere la presente raccomandazione
un rafforzamento delle procedure di informazione e delle consultazioni
ai presidenti dei parlamenti membri del processo di Barcellona, alla
condotte con le organizzazioni non governative in tutte le questioni
conferenza ministeriale euromediterranea, alla Commissione europea,
concernenti i diritti delle donne.
ai governi dei paesi membri del processo di Barcellona nonché alle
52. Esorta ad agire per colmare il divario fra i generi nell’insegnamento
istituzioni interessate.
secondario e complementare nei paesi meridionali dell’APEM e rafforzare
la partecipazione delle giovani donne ai programmi di scambio della
Commissione europea nel settore dell’istruzione, come i programmi
Erasmus, Leonardo Da Vinci, Comenius e Grundtvig, nonché i programmi
Socrates, Culture 2007-2013 e Gioventù in azione 2007-2013.
53. Sottolinea l’importanza che riveste il rafforzamento della cooperazione
fra il nord e il sud del Mediterraneo in questo settore e approva l’idea
assegnato, ogni anno, a un’organizzazione o a una persona del sud o
del nord, che si ritiene abbia apportato, in cooperazione con altri attori
mediterranei, il massimo contributo nel settore della promozione dei
diritti della donna.
54. Invita la Commissione europea e il Consiglio a inserire negli accordi di
associazione, oltre alla clausola democratica concernente il rispetto dei
diritti fondamentali, la dimensione di genere, attraverso l’introduzione
di una disposizione esplicita sulla protezione dei diritti della donna, e di
prevedere un seguito e una valutazione delle legislazioni nazionali, dei
piani d’azione e dei programmi comunitari in questo settore.
55. Si rallegra dei crediti concessi nel quadro di MEDA I e II e dell’iniziativa
europea per la democrazia e i diritti umani in questo settore, e chiede
l’adozione di un programma MEDA regionale teso in particolare a
promuovere i diritti della donna.
56. Sostiene con risolutezza gli scopi e gli obiettivi del programma
quinquennale di lavoro 2005 sul partenariato euromediterraneo, ma
raccomanda di definire meglio gli obiettivi e di corredarli di un
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
di creare un premio della donna Euro-Med dell’anno, che sarebbe
calendario di attuazione.
66
67
a Sessione plenaria dell’APEM,
4
27-28 marzo 2008, Atene, Grecia
> vista la comunicazione della Commissione «Un’agenda comune per
Raccomandazione dell’Assemblea parlamentare
euromediterranea sui seguenti temi:
> vista la comunicazione della Commissione su un piano d’azione
> Le donne e l’immigrazione: il ruolo e la posizione delle donne
migranti nel quadro del partenariato euromediterraneo
> le donne e la scienza
adottata in base al progetto elaborato a nome della commissione ad hoc
sui diritti delle donne nei paesi euromediterranei
l’integrazione. Quadro per l’integrazione dei cittadini di paesi terzi
nell’Unione europea (COM(2005)0389)»,
sull’immigrazione legale (COM(2005)0669),
> vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento
europeo «Decimo anniversario del partenariato euromediterraneo: un
programma di lavoro per far fronte alle sfide dei prossimi cinque anni»
(SEC(2005)483), presentata al vertice dei capi di Stato e di governo
(Barcellona, 27 e 28 novembre 2005),
> vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento
europeo «Il partenariato euromediterraneo: è tempo di passare all’azione»
proposta dal presidente, on. Anna Zielinska-Glebocka, e dai relatori
(COM (2006)620 def.),
on. Rodi KRATSA-TSAGAROPOULOU,
degli Affari esteri, svoltasi a Lisbona il 5 e 6 novembre 2007,
delegazione del Parlamento europeo
> viste le conclusioni della prima conferenza euromediterranea dei ministri
Mohamed EL-ANSARI, delegazione del Marocco
> viste le disposizioni della dichiarazione di Pechino,
dell’Immigrazione, svoltasi nell’Algarve il 18 e 19 novembre 2007,
> vista la convenzione contro la discriminazione nell’istruzione, adottata
il 14 dicembre 1960 dalla conferenza generale dell’Organizzazione delle
L’Assemblea parlamentare euromediterranea:
> visto l’articolo 13 del Trattato CE sulla lotta contro le discriminazioni,
> vista la comunicazione della Commissione su immigrazione, integrazione
e occupazione (COM(2003)0336),
> visto il Libro verde della Commissione sull’approccio dell’Unione europea
alla gestione della migrazione economica (COM(2004)0811),
> visto il Libro verde della Commissione relativo al futuro della rete europea
sulle migrazioni (COM(2005)0606),
> vista la comunicazione della Commissione che istituisce un programma
quadro sulla solidarietà e gestione dei flussi migratori per il periodo 20072013 (COM(2005)0123),
> vista la comunicazione della Commissione su migrazione e sviluppo:
Nazioni Unite per l’istruzione, la scienza e la cultura,
> vista la sua ultima raccomandazione adottata sulla base del progetto
elaborato a nome della commissione ad hoc sui diritti delle donne nei
paesi euromediterranei (Tunisi, 17 marzo 2007),
> viste le conclusioni dell’ultima riunione della sua commissione ad hoc
sui diritti delle donne nei paesi euromediterranei svoltasi a Bruxelles il
17 ottobre 2007 e relativa alle donne e l’immigrazione e alle donne e la
scienza,
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
> viste le conclusioni della nona conferenza euromediterranea dei ministri
orientamenti concreti (COM(2005)0390),
68
69
1. sottolinea che l’immigrazione femminile aumenta costantemente
nell’Unione europea e costituisce circa il 54% del fenomeno nel suo
cultura del paese di accoglienza;
6. sottolinea che, dalle conclusioni di studi recenti, è emerso che i cittadini
economica, immigrazione a seguito di catastrofi, ricongiungimento
dei paesi di accoglienza sono preoccupati per la presenza di immigrati e
familiare, immigrazione per motivi politici, immigrazione come
che le reazioni negative nei loro confronti sono in aumento; dall’altro
conseguenza di conflitti armati, immigrazione irregolare, asilo);
canto, è indubbio che i cittadini dei paesi di accoglienza si aspettano che
di vicinato dell’Unione europea, che prevede l’impegno a cooperare
nel settore della migrazione e a cui si fa sempre più spesso riferimento
nelle relazioni comunitarie e nella cooperazione con le altre regioni del
mondo;
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
accoglienza, mancata conoscenza della lingua, della legislazione e della
complesso, coprendo un fascio di categorie sempre più ampio (immigrazione
2. ricorda che l’immigrazione è parte integrante della politica europea
gli stranieri e gli immigrati si integrino nel paese di accoglienza;
7. ricorda che il processo di integrazione è biunivoco e bidirezionale:
a) coinvolge non solo gli strumenti giuridici e finanziari disponibili
nel paese di accoglienza, ma implica anche una forte cooperazione
dei paesi di origine e degli immigrati stessi al fine di lottare contro
3. sottolinea che l’ingresso e i flussi migratori tra gli Stati membri dell’Europa
l’immigrazione clandestina, gettare normalmente le basi per la loro
del Sud verso il Nord è una realtà storica dagli anni 50, ma che in futuro si
integrazione sociale nel paese di accoglienza, informarli in merito alla
assisterà a un’inversione dirotta (dai paesi dell’UE verso i paesi partner del
situazione economica, sociale e culturale del paese di accoglienza;
Mediterraneo), soprattutto con la creazione di una zona di libero scambio
nella regione mediterranea;
b) presuppone tanto la disponibilità delle donne migranti e delle
loro famiglie ad assumersi la responsabilità dell’integrazione nella
4. sottolinea che l’integrazione degli aspetti legati all’immigrazione
società di accoglienza, quanto la disponibilità dei cittadini dell’UE ad
nell’azione esterna della Comunità deve rispettare la coerenza dell’insieme
accettare e integrare le migranti, sulla base di un impegno reciproco
delle politiche e azioni esterne; precisa pertanto che il dialogo e le azioni
che consiste in diritti e doveri per la società di accoglienza e le
con i paesi terzi nel settore della migrazione fanno parte di un approccio
migranti;
globale ma al tempo stesso differenziato che tiene conto della situazione
di ogni singolo paese terzo;
8. sottolinea che l’acquis comunitario disciplina i diritti delle donne migranti,
quali ad esempio il diritto al lavoro di cui godono sia i cittadini europei
5. ricorda che le donne immigrate devono affrontare in linea generale gravi
che i lavoratori immigrati; sottolinea altresì che è importante informare
problemi di inserimento, soprattutto per via della povertà, esclusione
le migranti dei loro diritti, in modo da consentire loro di beneficiarne
sociale, «ghettizzazione», accesso limitato ai servizi pubblico-sociali e alle
appieno e di partecipare in modo attivo alla vita della società di
cure mediche, difficoltà di accesso al mercato del lavoro, bassi tassi di
accoglienza;
occupazione ed elevate percentuali di disoccupazione, impiego in posti
di lavoro temporanei scarsamente retribuiti e spesso privi di protezione
sociale ed economica o in settori dell’economia sommersa e del lavoro
clandestino, limitate competenze linguistiche, scarsa partecipazione
70
partecipazione alla vita sociale, politica, sindacale e culturale del paese di
all’istruzione di base e in particolare a quella superiore, limitata
9. r icorda
la
prima
conferenza
euromediterranea
dei
ministri
dell’Immigrazione (Algarve, 18-19 novembre 2007), che ha messo in luce
la necessità di un approccio globale ed equilibrato per un’immigrazione
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne e l’immigrazione
riuscita, che rispetti interamente e protegga i diritti degli immigrati e
i diritti dell’uomo, in particolar modo le donne e i bambini migranti,
71
e che garantisca un’efficace protezione internazionale ai bisognosi di
discriminazione e che la definizione delle condizioni e delle misure di
aiuto, sulla base dei principi contenuti nel diritto internazionale e degli
integrazione non dovrebbe metterne in discussione l’efficacia;
o accordi specifici;
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
in particolare le donne, che costituiscono la categoria più vulnerabile
10. invita gli Stati membri e i paesi partner, nel quadro degli accordi di
poiché sono oggetto di una doppia discriminazione basata e sull’origine
lavoro bilaterali sull’accoglienza dei cittadini dei paesi terzi o attraverso
etnica e sul sesso, potendo altresì subire ulteriori discriminazioni se
altri strumenti, a vigilare affinché le donne migranti beneficino di
appartenenti a una minoranza religiosa; invita gli Stati membri a
un regime giuridico e lavorativo sicuro nei paesi d’accoglienza e non
rafforzare le strutture e i servizi sociali che consentiranno il normale
subiscano discriminazioni, né per motivi di genere né per motivi di
stabilimento dei migranti, nonché l’informazione relativa ai diritti e ai
origine, conformemente all’acquis comunitario;
doveri che discendono dai principi e dalle leggi vigenti in ciascuno Stato
11. ricorda che il quadro giuridico europeo relativo all’ingresso e al
membro;
soggiorno di cittadini di paesi terzi, regolamentato dalle direttive
15. chiede ai paesi d’origine di informare, in maniera sistematica e
in materia di diritto al ricongiungimento familiare e allo status di
responsabile, le proprie popolazioni rispettive sulle politiche e le
soggiornante di lungo periodo, di studente e di ricercatore, dispone la
sfide dell’UE in materia di immigrazione, sulle possibilità offerte ai
parità di trattamento e di diritto di accesso all’occupazione, all’istruzione/
migranti, uomini e donne, e sui loro obblighi, al fine di prevenire le
formazione nonché di altri diritti sociali fondamentali;
conseguenze negative dell’immigrazione illegale, dell’emarginazione e
12. sottolinea che la direttiva 2003/86/CE relativa al ricongiungimento
familiare e allo status dei cittadini dei paesi terzi soggiornanti di
dello sfruttamento economico e sessuale delle donne migranti nei paesi
di accoglienza;
lungo periodo regolamenta alcuni aspetti importanti direttamente
16. invita gli Stati membri e la Commissione a prevedere il finanziamento di
correlati alle donne migranti: a) il diritto al ricongiungimento familiare,
programmi che si rivolgano specificamente alle donne e che forniscano
conformemente all’obbligo di protezione della famiglia e di rispetto
informazioni sui requisiti che i migranti devono soddisfare per entrare
della vita familiare. Il coniuge del richiedente il ricongiungimento può
e soggiornare nell’Unione europea; chiede che vengano potenziate le
invocare tale diritto; b) oltre a un permesso di soggiorno della durata
strutture consolari e diplomatiche al fine di gestire meglio le necessità
equivalente a quella del richiedente, i membri della sua famiglia hanno
connesse con l’immigrazione;
il diritto di accedere all’istruzione, all’occupazione e alla formazione
professionale; c) trascorso un periodo massimo di cinque anni di
soggiorno, il coniuge o il partner non coniugato e il figlio diventato
maggiorenne hanno diritto a un permesso di soggiorno autonomo,
indipendente da quello del soggiornante;
13. sottolinea che la direttiva 2003/86/CE non è stata ancora applicata in
modo soddisfacente da tutti gli Stati membri, il che ha lasciato ampio
spazio a trattamenti discriminatori nei confronti delle donne migranti;
72
14. riconosce le difficoltà che incontrano gli immigrati appena arrivati,
ricorda che tale direttiva dovrebbe essere applicata senza alcuna
17. accoglie con favore il nuovo Fondo europeo per l’integrazione dei
migranti (dotazione finanziaria: 825 milioni di euro), che si inserisce nel
quadro del programma «Solidarietà e gestione dei flussi migratori» per
il periodo 2007-2013 e consente di finanziare misure volte a integrare
gruppi sociali specifici, donne e bambini in particolare;
18. invita gli Stati membri, nel quadro dei piani d’azione nazionali per
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
impegni specifici assunti da ogni paese in seguito all’adesione a strumenti
l’occupazione e l’integrazione sociale, a prevedere azioni intese a
promuovere la partecipazione delle donne migranti al mercato del
lavoro, a lottare contro il lavoro non dichiarato, a garantire il rispetto
73
dei loro diritti sociali (parità di remunerazione, sicurezza sociale, diritto
b) la direttiva relativa alla manodopera altamente qualificata, che
alla pensione, eccetera), a rafforzare lo spirito d’impresa nonché la
propone condizioni favorevoli di ricongiungimento familiare e
protezione delle donne migranti della terza età contro la povertà e
garantisce il diritto di accesso al mercato del lavoro per le mogli degli
l’esclusione e il rafforzamento del ruolo delle parti sociali e dei sindacati
immigrati altamente qualificati;
19. esorta gli Stati membri e i paesi partner che non abbiano ancora adottato
interculturale, la qual cosa dovrà servire a sensibilizzare i cittadini
disposizioni in questo senso ad attivarsi affinché tutte le violenze a danno
alle discriminazioni contro le donne e le giovani (violazioni dei diritti
di donne e bambini, in particolare il matrimonio forzato, la poligamia, le
fondamentali) nonché a informare più ampiamente il pubblico sulla
molestie sessuali, la violenza coniugale e domestica, i delitti d’onore e le
posizione e il ruolo delle donne migranti, le loro culture rispettive e le
mutilazioni genitali, che si verificano in quei paesi che hanno commesso o
loro aspirazioni nel paese d’accoglienza; ricorda che occorre adottare
commettono ancora gravi violazioni dei diritti dell’uomo, siano punite con
un approccio bidirezionale che promuova sia l’informazione sia la
sanzioni efficaci e dissuasive, in conformità con il loro codice penale; li esorta
partecipazione delle donne immigrate alle manifestazioni della società
altresì a sensibilizzare le autorità di polizia e giudiziarie su tali questioni;
europea;
20. sottolinea il ruolo delle comunità organizzate di donne migranti e delle
24. plaude alla resistenza e alla tenacia delle donne costrette ad abbandonare
ONG impegnate a consigliare, informare e sostenere le donne migranti;
il loro paese d’origine in conseguenza di guerre o conflitti; chiede con
ricorda che tali organizzazioni dovrebbero costituire un punto di dialogo
forza che questa categoria di donne migranti possa beneficiare di un
con la società di accoglienza, motivo per cui la partecipazione delle
sostegno specifico nel nuovo paese di accoglienza, sotto forma di cure
donne al loro interno è ritenuta fondamentale;
psicologiche e fisiche,
21. partendo dalla consapevolezza che la complessità dei cambiamenti e
dei vincoli socioeconomici della nostra epoca ha sconvolto il ruolo della
madre nei confronti dei propri figli, invita a trovare i mezzi idonei a
garantire la complementarietà dei ruoli della scuola, della famiglia e dei
componenti della società civile affinché gli estremisti e i terroristi non
traggano vantaggio dal vuoto che si è creato;
22. accoglie con favore le due nuove proposte che la Commissione europea
presenterà a breve, e nello specifico:
a) la proposta di direttiva quadro intesa a porre fine al «divario giuridico»
esistente tra i lavoratori dei paesi terzi – uomini e donne – e i cittadini
dell’UE, garantendo alle due categorie di lavoratori pari diritti in
ambito lavorativo (ad esempio, stesse condizioni di lavoro, compreso
l’accesso alla formazione professionale e ai benefici sociali essenziali).
74
23. si compiace della decisione di dichiarare il 2008 anno del dialogo
È infatti innegabile che anche i lavoratori dei paesi terzi contribuiscono
all’economia europea lavorando e pagando regolarmente le tasse,
Le donne e la scienza
25. riconosce che la ricchezza e la qualità della vita dei cittadini degli Stati
membri dell’UE e dei paesi partner dipendono da una promozione
efficace dell’eccellenza nella scienza;
26. sottolinea che le donne svolgono un ruolo secondario nel processo
decisionale relativo alle politiche scientifiche e alle priorità nel campo della
ricerca, in quanto soltanto poche intraprendono una carriera scientifica;
27. evidenzia che le donne subiscono un «filtraggio» (gatekeeping) da parte
degli scienziati più anziani, che possono sostenere le giovani colleghe
oppure ostacolarle nella carriera; esse devono far fronte altresì a
«ostacoli culturali» nella scala gerarchica di una qualsiasi organizzazione
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
nel processo della loro integrazione sociale ed economica;
e rimangono bloccate a un certo livello in ragione di diverse forme di
discriminazione;
75
28. ricorda che, nel settore scientifico, le donne dovrebbero poter contribuire
in ugual misura al mondo della scienza, nonché intraprendere una
carriera scientifica e avere accesso senza limitazione alcuna alle scoperte
scientifiche, ricerche, conferenze e seminari;
29. riconosce la necessità di promuovere un dialogo ampio e costruttivo con
la società su questioni legate alla scienza, di potenziare il ruolo delle
donne in questo settore e di ampliare le loro prospettive di carriera nel
settore scientifico e della gestione della scienza;
30. invita gli Stati membri dell’UE e i paesi partner ad adoperarsi affinché
sia garantita la parità tra i sessi e vengano intraprese tutte le misure
necessarie in tal senso nell’ambito della scienza e delle carriere
scientifiche;
76
livello tra gli scienziati uomini e donna e a promuovere pari opportunità
tra i sessi nell’ambiente scolastico attraverso azioni intese a intensificare
la presenza delle donne nei settori tecnico-scientifici degli istituti
scolastici e formativi, a conferire loro le qualifiche necessarie ad adattarsi
meglio alle esigenze della società dell’informazione e del sapere, nonché
a consolidare le conoscenze nel campo delle nuove tecnologie affinché
possano accedere più facilmente alle relative professioni.
32. incarica il suo presidente di trasmettere la presente raccomandazione al
Consiglio dei ministri dell’Unione europea, alla Commissione europea,
ai parlamenti e governi dei paesi partner del processo di Barcellona,
nonché al Parlamento europeo.
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
31. esorta gli Stati membri dell’UE e i paesi partner a ridurre le differenze di
77
78
L’on. Rodi Kratsa-Tsagaropoulou, primo vicepresidente del Parlamento europeo
(PPE-DE, Grecia), insieme ad alcuni bambini della città di Saida, Libano
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
II. Al Parlamento europeo
79
A. R
isoluzioni del Parlamento europeo sulle
donne della regione euromediterranea
> Risoluzione del Parlamento europeo sulla politica dell’Unione europea
nei confronti dei paesi mediterranei partner per quanto riguarda la
promozione dei diritti della donna e delle pari opportunità in tali paesi
(2001/2129(INI))
Il 7 febbraio 2002, con l’adozione della relazione d’iniziativa dell’on. Rodi
KRATSA TSAGAROPOULOU (PPE-DE, GR) sulla situazione e il ruolo delle
donne nella regione euromediterranea, il Parlamento si allinea ampiamente
80
Concorso annuale di disegno (2008) sull’uguaglianza di genere, per i bambini di 8 - 10
anni provenienti dai paesi terzi della regione mediterranea. Concorso organizzato da
Europe-Aid in occasione della giornata internazionale della donna
Vincitrice: Liana Maher Touqan, 10 anni, Giordania.
Titolo: “Se quest’uomo è medico, allora deve esserlo anche questa donna”
diritti della donna e l’uguaglianza di genere.
Il Parlamento chiede in sostanza di integrare la dimensione di genere
nei tre pilastri del partenariato euromediterraneo, nonché di rispettare il
principio di parità politica, sociale ed economica tra i generi. Nel quadro
del programma MEDA, il Parlamento invita la Commissione a promuovere
piani d’azione finalizzati alla promozione dell’istruzione e della formazione
delle donne, all’accesso e alla permanenza delle donne nel mercato del
lavoro, alla promozione del ruolo delle donne nel settore imprenditoriale,
al sostegno a organizzazioni operanti a favore delle donne, all’elaborazione
di programmi relativi alla tutela della salute e alla sicurezza dei lavoratori
e al miglioramento dell’accesso delle donne ai servizi di base della salute
riproduttiva.
Il Parlamento chiede all’Unione europea di assumere un ruolo attivo nella
composizione del conflitto arabo-israeliano allo scopo di instaurare nella
regione una pace giusta e duratura tenendo conto dei diritti delle donne di
entrambe le parti.
L’Aula ha infine approvato un emendamento che riprendeva le conclusioni
Concorso annuale di disegno (2007) sull’uguaglianza di genere, per i bambini di 8 - 10
anni provenienti dai paesi terzi della regione mediterranea. Concorso organizzato
da Europe-Aid in occasione della giornata internazionale della donna
Vincitore: Kinan Sinjekdar, Siria
della Presidenza dell’UE in occasione della Conferenza euromediterranea
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
alla posizione espressa dalla commissione competente, la commissione per i
del 5 e 6 novembre 2001 in cui chiede di porre termine al traffico di esseri
umani, e in particolare delle donne.
81
> vista la sua risoluzione del 1° febbraio 2001 sulla strategia comune
Il contenuto della relazione
dell’Unione europea sulla regione mediterranea adottata dal Consiglio
europeo di Feira del 19 giugno 2000 (C5-0510/2000 – 2000/2247(COS))(10),
Il Parlamento europeo,
> vista la sua risoluzione del 1° febbraio 2001 sulla comunicazione della
Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo volta a preparare la
> visti gli articoli 13, 14, 15, 16, 17, 18, 21, 23, 27 e 28 del trattato UE,
> vista la strategia comune dell’Unione europea nei confronti della regione
mediterranea approvata dal Consiglio europeo di Feira del 19 giugno
2000(1),
> viste le conclusioni della Presidenza dell’Unione europea in occasione della
conferenza euromediterranea dei Ministri degli Affari esteri svoltasi il 5 e
6 novembre 2001,
> vista la dichiarazione finale del I Forum parlamentare euromediterraneo
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
svoltosi a Bruxelles il 27 e 28 ottobre 1998,
> vista la dichiarazione finale del II Forum parlamentare euromediterraneo
svoltosi a Bruxelles l’8 e 9 febbraio 2001,
> vista la sua risoluzione dell’11 ottobre 1995 sulla politica mediterranea
dell’Unione europea in vista della Conferenza di Barcellona(2),
> vista la sua risoluzione del 14 dicembre 1995 sulla conferenza
euromediterranea di Barcellona(3),
> vista la sua risoluzione del 13 marzo 1997 sulla relazione congiunta
della Presidenza del Consiglio e della Commissione sul proseguimento
della politica mediterranea dell’Unione europea dopo la Conferenza di
Barcellona (7987/96 – C4 0414/96)(4),
> v ista
la
sua
risoluzione
del
14
maggio
1998
sugli
accordi
euromediterranei(5),
> viste la sua risoluzione dell’11 marzo 1999 sulla comunicazione della
Commissione intitolata: «Il ruolo dell’Unione europea nel processo di
pace e le prospettive della sua assistenza al Medio Oriente (COM(97)
715 – C4-0114/98)(6), e la sua raccomandazione al Consiglio sulla politica
mediterranea dell’Unione(7),
> vista la sua risoluzione del 30 marzo 2000 sulla politica mediterranea(8),
> vista la sua risoluzione del 15 novembre 2000 sulla politica mediterranea
dell’Unione alla vigilia della quarta riunione del Consiglio dei ministri
82
euromediterranei degli Affari esteri a Marsiglia(9),
quarta riunione dei Ministri degli esteri euromediterranei «Imprimere un
nuovo impulso al processo di Barcellona» (COM(2000) 497 – C5-0630/2000
– 2000/2294(COS))(11),
> vista la dichiarazione di Barcellona, come pure il programma di lavoro
approvato il 28 novembre 1995 nel corso della Conferenza in questione,
> viste le conclusioni della Conferenza di Malta del 15 e 16 aprile 1997,
> viste le conclusioni della Conferenza di Palermo del 3 e 4 giugno 1998,
> viste le conclusioni della Conferenza di Valencia del 28 e 29 gennaio
1999,
> viste le conclusioni della Conferenza di Stoccarda del 15 e 16 aprile 1999,
> viste le conclusioni della Conferenza di Marsiglia del 16 e 17 novembre
2000,
> viste le conclusioni delle Conferenze di Ericeira del 16 e 17 novembre 1998
e di Bruxelles del 24 e 25 marzo 2000 sulla promozione del ruolo delle
donne nello sviluppo economico,
> viste le conclusioni dei Forum civili di Malta, Napoli, Stoccarda e
Marsiglia,
> viste le conclusioni del I Forum parlamentare euromediterraneo delle
donne svoltosi a Roma il 27 novembre 2000,
> viste le conclusioni del II Forum parlamentare euromediterraneo delle
donne svoltosi a Malta il 1° e 2 marzo 2001,
> viste le conclusioni del Forum regionale di Bruxelles del 14 luglio 2001 sul
ruolo della donna nello sviluppo economico,
> visto il regolamento (CE) n. 1488/96 del Consiglio, del 23 luglio 1996,
relativo a misure d’accompagnamento finanziarie e tecniche (MEDA) a
sostegno della riforma delle strutture economiche e sociali nel quadro del
partenariato euromediterraneo,(12),
> visto il regolamento CE n. 2698/2000 del Consiglio del 27 novembre 2000
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
> visti l’articolo 2 e l’articolo 3, paragrafo 2 del trattato CE,
che modifica il sopra menzionato regolamento (CE) n. 1488/96(13),
> visti la dichiarazione e il programma d’azione della Conferenza delle
Nazioni Unite sulla popolazione e lo sviluppo (Il Cairo, 13 settembre 1994),
83
così come le conclusioni dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite
D. ricordando che, benché esista un’espressa previsione della promozione
relativa alla Conferenza sulla popolazione e lo sviluppo, di cinque anni
del ruolo delle donne nella vita socio-economica nei regolamenti MEDA I
dopo (Il Cairo +5, New York, 1999),
e II, di fatto tale disposizione permane inapplicata,
> viste le conclusioni e il progetto di piattaforma d’azione della IV
Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle donne, svoltasi a Pechino il
4 e 5 settembre 1995, su un nuovo impulso internazionale alla lotta per la
parità, lo sviluppo e la pace,
> viste le conclusioni della Conferenza straordinaria dell’Assemblea generale
delle Nazioni Unite sulle donne nel 2000: parità tra i sessi, sviluppo e pace
nel XXI secolo, svoltasi a New York il 5-9 giugno 2000,
> vista l’audizione pubblica sulla promozione della donna e delle pari
opportunità in seno al partenariato euromediterraneo, svoltasi al
E. esprimendo rincrescimento perché, anche se i vigenti accordi di associazione
con i paesi partner contengono sempre una clausola generale relativa al
rispetto dei diritti dell’uomo, essi non prevedono una clausola esplicita e
distinta (conditio sine qua non) sul rispetto dei diritti delle donne,
F. rilevando che per i due paesi partner candidati all’adesione (Malta e Cipro)
la situazione dei diritti delle donne è oggetto di osservazione nel capitolo
relativo alla politica sociale e all’applicazione dell’acquis comunitario nel
settore del genere,
Parlamento europeo a Bruxelles il 20 novembre 2001,
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
> vista la relazione della commissione per i diritti della donna e le pari
84
opportunità (A5-0022/2002),
II. C
ondizione delle donne nei paesi
del Mediterraneo meridionale
G. esprimendo preoccupazione per l’aggravarsi dell’analfabetismo delle
I. R
uolo delle donne nell’ambito del partenariato
euromediterraneo
donne in taluni paesi, per l’emarginazione scolastica delle bambine nelle
zone rurali, per gli alti tassi di abbandono dell’istruzione secondaria,
come pure per il basso numero di donne che frequentano l’istruzione
A. onstatando con soddisfazione che nelle conclusioni degli incontri
ministeriali e nelle risoluzioni delle conferenze interparlamentari svoltesi
media e superiore, soprattutto al di fuori delle grandi agglomerazioni
urbane,
sulla base del processo di Barcellona figura una clausola speciale a favore
della promozione del ruolo delle donne nella vita socio-economica,
H. osservando che la crescente partecipazione femminile al mercato del
lavoro permane sensibilmente inferiore a quella maschile e che inoltre la
B. considerando che nell’ambito della medesima politica vengono organizzate
conferenze interministeriali e interparlamentari di donne sul tema della
disoccupazione nelle zone urbane e nelle professioni di livello universitario
colpisce soprattutto le donne e, in particolare, le donne giovani,
condizione femminile e che il bilancio comunitario prevede inoltre di
accordare un aiuto finanziario per la loro organizzazione,
I. notando che nel mercato del lavoro le donne sono discriminate a causa
della segregazione orizzontale e verticale per motivi legati al sesso, dato
C. ritenendo che il progetto volto a dare un nuovo impulso al partenariato
euromediterraneo tiene ormai conto della dimensione femminile (strategia
che sono relegate nelle professioni tradizionali e nei bassi gradi della
gerarchia,
comune per il Mediterraneo, Feira – 2000, Forum regionale delle donne,
Bruxelles – 2001, fissazione del I Programma regionale mediterraneo –
Donne e sviluppo),
J. sottolineando che nonostante tutte le differenze esistenti fra i vari paesi e
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
> visto l’articolo 163 del regolamento,
all’interno degli stessi la povertà e l’emarginazione colpiscono soprattutto
le donne, segnatamente nelle aree rurali,
85
K. sottolineando che la partecipazione delle donne ai programmi operativi
integrale basata sui diritti dell’uomo e sulla giustizia sociale, i cui
europei è irrisoria per la mancanza di adeguata informazione e di
principali elementi sono l’accesso ai servizi di salute riproduttiva e la
sufficienti mezzi finanziari, tecnologie e risorse umane,
libera decisione in materia sessuale e riproduttiva al fine di promuovere lo
L. considerando che la partecipazione delle donne all’esercizio della politica
e al processo decisionale (governo, pubblica amministrazione, partiti,
sindacati) è molto bassa o addirittura nulla,
sviluppo ottimale di una sessualità responsabile; ricordando che l’assenza
di politiche pubbliche in materia di salute riproduttiva e la mancanza
di riconoscimento dei diritti riproduttivi delle donne pongono gravi
problemi,
M. ricordando che, benché il diritto internazionale tuteli formalmente i
meridionale hanno espresso svariate riserve su tale legislazione sicché
buona parte della sua applicazione risulta in larga parte giuridicamente
impossibile; nel contempo, una volta firmate e ratificate senza riserve le
principali convenzioni internazionali, la loro applicazione pratica risulta
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
ardua a causa di meccanismi insufficienti, del persistere di stereotipi
86
tradizionali o religiosi, poiché rare sono le misure positive a tutela dei
diritti delle donne per il loro inserimento nella vita socio-economica,
N. constatando che la lotta contro le violenze a danno delle donne
non registra alcun progresso a causa dell’assenza di una strategia
d’informazione, di meccanismi di prevenzione e di repressione di tali
reati, nonché per la carenza di sistemi di protezione, di assistenza e di
III. P
olitiche a favore della promozione delle donne
nell’ambito della cooperazione euromediterranea
Q. sottolineando che né a livello dell’amministrazione pubblica né a livello
della società civile le donne hanno avuto l’opportunità di contribuire
sostanzialmente e sistematicamente alla pianificazione e realizzazione
dell’ideale di Barcellona,
R. rilevando che a tutt’oggi nessun programma regionale destinato
esclusivamente alle donne è stato finanziato sulla base di MEDA I e II
e che gli scarsi programmi di massima nazionali a favore delle donne
presentano una visione parziale e frammentata a livello nazionale,
accoglienza delle vittime, ma anche per l’insufficienza, dal punto di vista
S. constatando la grande differenza tra partecipazione e attuazione a opera
delle vittime di violenze, dei sistemi di accoglienza e dell’accesso ad essi
dei partner dei programmi di massima regionali e nazionali che toccano
da parte delle donne,
direttamente o indirettamente la condizione e i diritti delle donne con
O. sottolineando che la salute delle donne difetta tradizionalmente di
protezione in quanto le gravi discriminazioni basate sul sesso e la scarsa
modernità dei sistemi sanitari rendono difficile l’accesso delle donne alla
sanità,
P. ricordando che, dopo la Conferenza internazionale del Cairo sulla
popolazione e lo sviluppo del 5-13 settembre 1994, il concetto di salute
l’importante progresso in alcuni paesi del Maghreb, il forte ritardo dei
paesi del Mashrak e la situazione estremamente problematica delle
società implicate nel conflitto arabo-israeliano,
T. sottolineando che nelle valutazioni periodiche effettuate dalla Commissione
sui progressi del partenariato non si rilevano elementi riguardanti le
donne a livello regionale o nazionale,
riproduttiva comprende non soltanto la pianificazione familiare ma anche
U. sottolineando che nell’ambito dei prestiti concessi ai partner dalla Banca
la salute sessuale, la tutela della gravidanza, del parto e dell’assistenza
europea per gli investimenti (1996-2000) nessun finanziamento è andato
dopo il parto; sottolineando che esso comprende inoltre la presa a carico
a progetti destinati alle donne,
di esigenze vitali come la maternità e la prevenzione delle malattie
sessualmente trasmissibili come l’HIV, a partire da un’impostazione
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
diritti individuali e collettivi delle donne, numerosi Stati del Mediterraneo
87
b) all’accesso e alla permanenza delle donne nel mercato del lavoro
dell’uomo ed auspica l’espressa integrazione orizzontale nei tre pilastri
attraverso il sostegno della riforma del quadro normativo riguardante
del partenariato della dimensione di genere e, pertanto, del rispetto
le regole del mercato del lavoro, la formazione professionale aperta
e della promozione dei diritti delle donne nell’ambito del processo di
agli strumenti tecnologici, l’adozione di azioni positive e la creazione
Barcellona; invita pertanto le istituzioni europee, gli Stati membri e i
di infrastrutture che consentano alle donne di conciliare la vita
governi dei paesi partner a riconoscere, rispettare e proteggere i diritti
professionale e familiare, quali asili nido e servizi assistenziali per
fondamentali della donna e il principio di parità politica, sociale ed
le persone non autonome (anziani, invalidi, ecc.), nonché alla
economica tra i sessi;
promozione del ruolo delle donne presso le organizzazioni sindacali
2. invita la Commissione a includere, in sede di negoziati sugli accordi di
associazione, la clausola democratica del rispetto dei diritti fondamentali,
così come la dimensione di genere, introducendo una disposizione
esplicita relativa alla protezione dei diritti delle donne, e a provvedere
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
affinché venga prevista una politica di monitoraggio di detta tutela
simile a quella applicata per i paesi candidati all’adesione; ritiene che tale
clausola, come pure il meccanismo di monitoraggio, dovranno costituire
uno strumento non solo di repressione, ma soprattutto un mezzo per
prendere misure positive a salvaguardia dei diritti delle donne;
3. invita la Commissione a esigere come condizione essenziale la
partecipazione delle donne nell’ambito dei negoziati sugli accordi di
associazione, onde garantire un’equilibrata attuazione della futura zona
di libero scambio;
4. invita la Commissione a fornire informazioni sulla realizzazione e
sull’applicazione effettiva degli impegni finanziari fissati nell’ambito del
programma MEDA a favore del sostegno alla partecipazione attiva delle
donne alla vita economica e sociale e per finanziare azioni preparatorie
e progetti pilota destinati all’informazione e alla formazione nell’ambito
della parità tra i sessi; chiede inoltre alla Commissione di studiare la
possibilità di creare, nell’ambito del programma MEDA, un’azione
specifica a favore delle donne;
5. invita la Commissione a promuovere, nell’ambito del primo programma
regionale per la partecipazione delle donne alla vita e allo sviluppo socio-
88
a) alla promozione dell’istruzione e della formazione delle donne,
Barcellona in merito ai progressi della democrazia e al rispetto dei diritti
economico, piani d’azione finalizzati:
agevolando la loro partecipazione agli organi direttivi dei sindacati,
c) alla promozione del ruolo delle donne nel settore imprenditoriale
attraverso la creazione di reti a livello regionale, come pure
facilitandone l’accesso agli strumenti finanziari e creditizi;
d) al sostegno di azioni che diano maggiore visibilità al partenariato
euromediterraneo, destinate in particolare a organizzazioni operanti
per i diritti e il ruolo delle donne nell’ambito di detto partenariato,
e) all’elaborazione di programmi relativi alla tutela della salute e alla
sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro,
f) al miglioramento dell’accesso delle donne ai servizi di base della salute
riproduttiva;
ricorda che i progetti e i programmi che verranno sviluppati dovranno tenere
conto delle esigenze delle organizzazioni femminili in tema di pluralismo e
di trasparenza sul piano locale e prevedere il necessario sostegno tecnico ed
economico affinché le organizzazioni possano trarne beneficio;
6. raccomanda alla Commissione e ai paesi partner di prendere le misure
indispensabili per rivalutare l’immagine delle donne nei mezzi di
informazione di massa avvalendosi delle possibilità offerte dal programma
MEDA-audiovisivi;
7. invita gli Stati membri, la Commissione e il Consiglio ad onorare gli
impegni finanziari assunti nell’ambito del programma di azione della
Conferenza del Cairo in materia di popolazione e di salute sessuale e
riproduttiva per le loro politiche di cooperazione allo sviluppo;
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
1. chiede l’effettiva attuazione di quanto stabilito nella dichiarazione di
89
8. sottolinea che le barriere ingiustificate all’immigrazione legale favoriscono
13. ritiene che la Banca europea per gli investimenti dovrebbe creare
la tratta di esseri umani, in particolare di donne; di conseguenza invita gli
una linea di aiuti finanziari destinata a progetti articolati o prestiti,
Stati membri, la Commissione e il Consiglio ad applicare le raccomandazioni
organizzati e/o diretti da donne;
cooperazione con i paesi partner in materia di immigrazione e di asilo, tenendo
conto delle rispettive esigenze delle economie della zona euromediterranea
nel pieno rispetto dei diritti degli immigrati quali risultano dalla Carta dei
sviluppo;
15. rivolge un appello ai governi dei paesi partner affinché dimostrino
delle conclusioni e degli orientamenti formulati dalla Presidenza dell’Unione
l’indispensabile volontà politica e accelerino le riforme legislative,
europea in merito alla gestione del problema dell’immigrazione clandestina
amministrative e di altra natura volte a stabilire la parità giuridica tra
e dei flussi migratori in occasione della conferenza euromediterranea dei
uomini e donne e a inserire la parità tra i sessi in tutte le loro politiche,
ministri degli Affari esteri svoltasi il 5 e 6 novembre 2001;
promuovendo la partecipazione delle donne e la loro associazione ai
statistici, ricerche, indici di progresso, ecc.) in un capitolo a se stante della
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
nell’ambito del processo di Barcellona, una Banca euromediterranea di
diritti fondamentali e dalla politica comunitaria, nonché tenendo conto
9. chiede alla Commissione di includere la dimensione «genere» (dati
sua relazione annuale sulla situazione del partenariato euromediterraneo
e il finanziamento dei programmi MEDA;
10. chiede di promuovere la sistematica raccolta e pubblicazione di dati
statistici comparabili per sesso, al fine di fornire un quadro più chiaro
della rappresentanza di uomini e donne nei processi decisionali;
11. invita la Commissione e i paesi partner a promuovere i diritti delle donne
attraverso la creazione di un osservatorio – banca dati sul monitoraggio
e sulla valutazione della condizione e dei diritti delle donne in tali settori
– e, parallelamente, di centri locali in ogni Stato partner, con il compito
di elaborare una relazione annuale sui diritti della donna sulla base di
tali indicatori fissi;
12. raccomanda alla Commissione e agli paesi partner di coordinare le
rispettive azioni per migliorare la comunicazione e gli scambi di opinioni
per far fronte alle peculiarità culturali in fatto di pianificazione e
realizzazione delle politiche di cooperazione euromediterranea affinché
vengano profusi sforzi per lo sviluppo di una nuova considerazione della
situazione e dei diritti della donna non condizionata dagli stereotipi
di genere o di natura religiosa, tramite l’analisi e la riflessione sulla
90
14. propone che venga studiata, discussa e valutata la possibilità di creare,
presenza e sul ruolo delle donne nel mondo attuale;
processi decisionali, sviluppando politiche pubbliche di lotta contro la
violenza a danno delle donne, agevolando una formazione specifica
della polizia e della magistratura, favorendo la parità di opportunità
in materia di istruzione (in particolare, evitando l’assenteismo e
l’abbandono scolastico da parte delle bambine) e consolidando i
programmi sanitari e di salute riproduttiva;
16. invita i governi dei paesi partner a sostenere le iniziative e azioni
intraprese dalle organizzazioni femminili nei suddetti ambiti;
17. ritiene indispensabile che i governi dei paesi partner coordinino i loro
sforzi per l’adozione di un dialogo regionale incentrato non solo sulla
prossimità geografica, ma anche sui progressi raggiunti, sullo scambio
di migliori prassi e dei mezzi utilizzati per rispondere alle sfide comuni
che devono affrontare sulla via della loro democratizzazione e ricerca di
coesione sociale;
18. chiede all’Unione europea di assumere un ruolo attivo e determinato
nella composizione del conflitto arabo-israeliano allo scopo di instaurare
nella regione una pace giusta e duratura e di creare condizioni atte
a innescare uno sviluppo politico, economico, sociale e culturale
incontestabilmente propizio ai diritti e ai progressi delle donne di
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
del Parlamento europeo sulla tratta di esseri umani e ad avviare una stretta
entrambe le parti;
91
19. invita la Commissione a varare, in cooperazione con gli Stati membri e
MOTIVAZIONE
i paesi partner, una vasta campagna di informazione sul partenariato
euromediterraneo, il ruolo delle donne e le possibilità di cooperazione e
sviluppo offerte alle organizzazioni femminili nell’ambito dei programmi
MEDA;
Introduzione
La cooperazione euromediterranea costituisce un sogno politico e un
progetto vitale per l’UE. Essa non è soltanto un modo sicuro di salvaguardare
20. invita la Commissione a assumere le opportune iniziative ai fini del
i suoi interessi economici, ma soprattutto mira alla creazione di una zona
ravvicinamento dei paesi partner ai paesi candidati all’adesione e ai
di pace, di sicurezza, di stabilità e di prosperità. La sua accelerazione
paesi dei Balcani istituendo un dialogo regionale aperto alle donne e
impone una migliore comprensione tra i popoli europei e i popoli dei paesi
incentrato sui diritti delle donne;
partner, come pure l’emersione di una società attiva di cittadini in grado di
92
partecipare a tale processo.
iniziative per promuovere le attività femminili in campi diversi da
Oggi il ruolo delle donne nell’ambito di tale cooperazione è marginale
quelli tradizionali; in tale contesto si compiace dell’iniziativa della
o incentrato nel solo settore economico con risultati miseri ovunque. Al
Commissione, annunciata dalla Commissaria Reding nel corso della
contrario un tale sogno politico deve considerare le donne alla stregua di
riunione informale dei ministri dello sport del 12 novembre 2001, di
fattori di coesione, pace e sviluppo durevole.
organizzare nel secondo semestre 2002 una conferenza sullo sport e le
donne nei paesi mediterranei;
Obiettivo della presente relazione è quello di fare una valutazione della
politica sinora seguita e di esortare l’UE a attuare tutte le indispensabili
22. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla
politiche a favore della promozione dei diritti sociali, civili ed economici
Commissione, al Consiglio e ai governi degli Stati membri, nonché ai
delle donne del Mediterraneo, come anche dei paesi partner affinché si
governi dei paesi partner del processo di Barcellona e dei paesi candidati
assumano le loro responsabilità nell’affrontare con ogni mezzo possibile le
all’adesione.
sfide da esso derivanti.
I. R
uolo delle donne nell’ambito della partnership
euromediterranea
Nell’ambito degli incontri interministeriali che sono alla base del processo di
Barcellona vi è sempre specifica menzione della difesa dei diritti delle donne:
Barcellona (1996), Stoccarda (1999), Valencia (1999) e Marsiglia (2000).
Nell’ambito dei Consiglio europei e nelle dichiarazioni sulla strategia
euromediterranea è citata l’esigenza di tutelare i diritti delle donne
(Consiglio europeo di Feira).
Nell’ambito delle Conferenze interparlamentari sul processo di Barcellona e
nelle risoluzioni finali vi è sempre uno specifico riferimento – disposizione a
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
21. invita la Commissione, gli Stati membri e i paesi partner a prendere
93
1998 e secondo Forum parlamentare euromediterraneo, Bruxelles 2001.
II. C
ondizione femminile nei paesi del Mediterraneo
meridionale
Nell’ambito della politica europea per il Mediterraneo vengono organizzate
La realtà differisce sensibilmente da paese a paese o da Gruppo di paesi a
riunioni interministeriali incentrate sulla concreta tematica delle donne
Gruppo di paesi (Maghreb, Mashrak, paesi candidati), ma per una corretta
(partecipazione delle donne alla vita socio-economica): Ericeira (1998),
valutazione della situazione sussiste sempre la mancanza di dati statistici
Bruxelles (2000).
specifici a ogni sesso in tutti i settori dell’attività economica, sociale
Nell’ambito di questa stessa politica vengono organizzati incontri
interparlamentari tra rappresentanti donna dei parlamenti nazionali di
tutti gli stati partner e del Parlamento europeo: Roma (2000), Malta (2001),
Madrid (2002).
Per iniziativa della Presidenza belga è stato convocato un Forum regionale:
«Ruolo della donna nello sviluppo economico: dimensione della parità
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
tra uomo e donna nell’ambito della partnership euromediterranea»,
94
Bruxelles 2002 al fine di scambiare punti di vista sull’elaborazione del primo
programma regionale destinato a promuovere la partecipazione delle
donne nella vita economica.
Nei regolamenti MEDA I (1996) e MEDA II (2000) figura un’espressa
disposizione a tutela dei diritti delle donne e per la promozione del loro ruolo
nell’ambito della vita socio-economica, dello sviluppo e dell’istruzione2.
Negli accordi di associazione finora entrati in vigore vi è una clausola
generale per il rispetto dei diritti dell’uomo e dei principi democratici, ma
anche specifiche disposizioni sulla necessità di promuovere il ruolo delle
donne segnatamente in materia di istruzione.
Nell’ambito dei paesi candidati all’adesione (Cipro, Malta e Turchia) come
requisito per l’adesione figura l’attuazione dell’acquis comunitario nel
settore della parità tra i due sessi quale parte indissociabile del rispetto dei
diritti dell’uomo (criteri di Copenaghen).
e politica, come pure la mancanza di studi che facciano il punto della
situazione sia da parte della Commissione europea sia da parte dei governi
nazionali riguardo alle conseguenze della cooperazione euromediterranea
ai fini della promozione dei diritti delle donne.
Istruzione e formazione professionale
Nonostante i progressi realizzati numerosi sono gli ostacoli che continuano
a sussistere ai fini di una piena partecipazione delle donne al sistema
educativo. L’analfabetismo denota una tendenza all’aumento e riguarda
una percentuale di circa il 25% delle donne nelle città e dal 30 al 60% delle
donne nelle campagne.
Va altresì sottolineato l’elevato tasso di abbandono degli studi da parte
delle bambine spesso dovuto a decisioni familiari derivanti da concezioni
economiche e culturali ormai radicate, come le nozze precoci o la preferenza
data all’istruzione dei maschi.
Nonostante che in molti paesi la percentuale delle ragazze che seguono
studi superiori e universitari sia ormai pari o superiore al 50% degli
studenti (Giordania, Malta e Cipro), le donne sono sottorappresentate tra il
personale docente degli istituti di istruzione superiore, come pure nei posti
dirigenziali.
Nel settore della formazione professionale si osservano per grandi linee
strutture organizzative troppo rigide, l’uso di materiale didattico obsoleto,
la mancanza di sensibilità e di approccio alla dimensione sessista da parte
2. Distinzione
va fatta tra i programmi operativi nazionali (accordi bilaterali dell’UE
con ciascuno dei paesi partner a seconda delle loro esigenze) e i programmi
regionali (accordi multilaterali nei tre settori di azione previsti dal processo di
Barcellona).
dei professionisti del settore, come pure la mancanza di previsioni circa i
mutamenti registrati dal mercato del lavoro e dalle nuove professioni.
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
favore delle donne: primo Forum parlamentare euromediterraneo, Bruxelles
95
In tutti i paesi la partecipazione delle donne al mercato del lavoro è
aumentata negli ultimi anni, nonostante rimanga chiaramente inferiore a
quella maschile.
Si constata un forte discrimine orizzontale: il lavoro subordinato delle donne
è incentrato nei settori della pubblica amministrazione, dell’istruzione, della
sanità, dell’agricoltura e dei servizi sociali.
La disoccupazione femminile costituisce un fenomeno incentrato soprattutto
nelle città e colpisce le donne che hanno una formazione universitaria.
La privatizzazione del settore pubblico contribuisce all’aumento della
disoccupazione femminile poiché non è accompagnato dai necessari
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
cambiamenti strutturali nell’istruzione e nel mercato del lavoro.
Lo sviluppo della carriera è ostacolato da obblighi familiari (cura dei figli e
delle persone non autosufficienti). Nel caso della pari opportunità le donne
occupano più difficilmente degli uomini posti di inquadramento e posizioni
dirigenziali. La mancanza di infrastrutture sociali che consentirebbero di
combinare meglio la cura della famiglia e la vita professionale costituisce un
ostacolo all’allargamento dell’occupazione femminile e al miglioramento
contesto sociale delle donne divorziate e delle madri non sposate, come
pure la loro condizione economica incerta, le collocano in una categoria in
cui è in agguato la prostituzione.
Le donne nei posti dirigenziali
Per grandi linee la partecipazione delle donne al potere politico e alla presa
di decisioni è infima. La distinzione tradizionale dei ruoli tra i sessi e tra gli
ambiti pubblici e privati che è giustificata con argomentazioni di carattere
culturale o religioso – condizione della donna nell’Islam o nella tradizione
ebraica – contribuisce a limitare la partecipazione femminile alla vita
pubblica e nei centri decisionali.
Ciò nonostante molti partiti hanno introdotto discriminazioni positive per
arricchire le loro liste con presenze femminili. La Tunisia con l’11,6% di
parlamentari donna, e la Siria con il 10,4% di donne elette nell’Assemblea
nazionale, costituiscono i primi due paesi del mondo arabo quanto a
presenza femminile nei rispettivi parlamenti. In altri paesi, tale tasso è
sensibilmente inferiore: ad esempio 4% in Algeria e 0,6% in Marocco.
delle condizioni di lavoro e di vita delle donne.
Quanto alla creazione e gestione di imprese da parte delle donne nel
Diritti fondamentali delle donne
Maghreb soprattutto si osserva un certo dinamismo: in Tunisia, ad esempio,
Dal punto di vista giuridico i diritti individuali e civili delle donne vengono
dove nel 1990 è stata creata una camera nazionale per le donne imprenditrici,
riconosciuti dalla Costituzione o dalla legislazione nella maggior parte
risultavano iscritte 4850 donne imprenditrici (1994). I principali ostacoli
dei paesi euromediterranei che hanno altresì ratificato le fondamentali
alla creazione di piccole imprese da parte delle donne sono la mancanza
convenzioni internazionali dell’ONU e dell’OMC. I principali problemi
di finanziamenti e di credito, la difficoltà nel creare reti commerciali e la
derivano dai vuoti esistenti nell’attuazione delle disposizioni giuridiche
mancanza di personale specializzato.
esistenti.
Difficoltà vi sono altresì per quanto riguarda i diritti relativi allo status di
Povertà
La povertà e la mancanza di tutela sociale colpisce soprattutto le donne,
laddove talune categorie femminili sono ancor più vulnerabili dalla povertà.
96
senza marito, le donne e le giovani delle campagne. L’isolamento dal
Tra queste vanno comprese le donne appartenenti a minoranze, le madri
individuo a causa delle varie concezioni derivanti da tradizioni e precetti
religiosi diversi che sono tali da ostacolare l’accesso delle donne alla parità.
Tali stereotipi hanno un influsso decisivo su determinate legislazioni e sulla
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Accesso e partecipazione delle donne al mercato del lavoro
loro applicazione.
97
A ciò si aggiungono l’ignoranza dell’esistenza di una legislazione a favore
della parità, la mancanza di informazione delle donne in merito ai loro
diritti e l’assenza di efficaci meccanismi di osservazione dell’applicazione
di tali diritti. Molto scarso è l’uso di azioni positive nel settore pubblico e
III. P
olitiche a favore della promozione delle donne
nell’ambito della cooperazione europea
con taluni gruppi di paesi
privato.
Unite sull’abolizione di ogni forma di discriminazione a danno delle donne,
Tale Gruppo di stati ha fatto passi avanti nella partecipazione e valorizzazione
sempre molti sono quelli che mantengono riserva su determinate disposizioni
dei programmi MEDA. A livello nazionale tali programmi operano al fine di
riguardanti il matrimonio, il divorzio, l’acquisto della cittadinanza (Marocco,
pervenire a un equilibrio sociale che riguardi direttamente o indirettamente
Egitto, Giordania e Turchia). Il codice penale di molti paesi include
il ruolo della donna. La partecipazione ai programmi regionali a favore
disposizioni che introducono discriminazioni per quanto riguarda ad
della donna (per via indiretta) soprattutto attraverso MEDA – democrazia è
esempio, l’adulterio e i delitti d’onore.
diversa per ognuno di tali paesi, anche se progressi sostanziali ha compiuto
Il riconoscimento giuridico della poligamia (Algeria, Egitto, Giordania e
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
PAESI DEL MAGHREB (Algeria, Marocco e Tunisia)
la Tunisia.
Marocco) e il disconoscimento del coniuge costituiscono altrettanti ostacoli
alla parità. Il disconoscimento e l’abbandono permettono agli uomini di
sottrarsi agli obblighi che comporta il divorzio.
PAESI DEL MASHRAK
(Egitto, Giordania, Libano, Siria, Israele e Palestina)
Per i paesi del Mashrak costituiscono assi comuni i dati riguardanti: a) di
Violenza contro le donne
norma, non sono previsti programmi operativi nazionali che implicano
direttamente le donne (con un’eccezione della Palestina), b) la realizzazione
In generale il tema della violenza contro le donne non è visibile a livello
di programmi volti all’equilibrio sociale (fondo sociale per lo sviluppo
di legge. E` deplorevole che non sussistano dati, mentre al contempo vi
socio-economico – tutela delle popolazioni svantaggiate,…) incide sulla
sono vuoti giuridici rispetto alla sanzione delle molestie sessuali e della
condizione femminile, c) per quanto riguarda i programmi regionali la
violenza soprattutto per quanto riguarda il coniuge donna. Non vi sono
partecipazione si concentra soprattutto nel programma MEDA-democrazia
altresì opportune strutture di accoglienza delle vittime e manca il personale
e d) per Israele e la Palestina le possibilità sono limitate soprattutto a causa
specializzato nelle forze di polizia e nella magistratura.
della prolungata crisi.
Sanità
PAESI CANDIDATI ALL’ADESIONE
La povertà e le discriminazioni o determinate pratiche tradizionali influiscono
Cipro e Malta: partecipano a numerosi programmi regionali, soprattutto
negativamente sulla salute delle donne. In numerosi paesi la situazione nel
quello relativo alla gioventù.
settore della salute riproduttiva è insoddisfacente.
Turchia: nell’ambito di MEDA I figurano complessivamente dodici programmi
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Nonostante molti paesi abbiano ratificato la Convenzione delle Nazioni
nazionali e regionali riguardanti direttamente (lavoro, sanità, istruzione) o
98
indirettamente (PMI, ….) la condizioni femminile. Per il 2000 sono stati
99
approvati quattro programmi regionali. Due concernono direttamente la
indipendentemente dalla regolarità della loro situazione, il rispetto dei
partecipazione delle donne alle società e al governo nell’ambito di MEDA-
loro diritti fondamentali e, in particolare, la protezione contro la schiavitù
democrazia.
e la violenza, l’accesso alle cure sanitarie urgenti, all’assistenza giudiziaria,
all’istruzione per i bambini e i lavoratori migranti, la parità di trattamento
Risoluzione del Parlamento europeo
sull’immigrazione femminile: ruolo e condizione
delle donne immigrate nell’Unione europea
(2006/2010(INI))
(Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori
Il 24 ottobre 2006, con l’adozione della relazione d’iniziativa dell’on.
conciliare la vita professionale e la vita privata, lottare contro il lavoro nero,
Rodi KRATSA TSAGAROPOULOU (PPE-DE, GR) sull’immigrazione femminile
garantire il rispetto dei diritti sociali delle donne, assicurare alle donne
nell’Unione europea il Parlamento europeo riconosce le difficoltà con cui
immigrate un’istruzione adeguata e solida attraverso corsi di lingua e
devono confrontarsi gli immigrati appena arrivati, in particolare le donne
promuovere l’accesso delle giovani donne migranti a sistemi d’istruzione e
che costituiscono la categoria più vulnerabile poiché sono oggetto di una
formazione del paese di accoglienza.
doppia discriminazione basata sull’origine etnica e sul sesso. Invita gli Stati
membri:
La relazione raccomanda di creare negli Stati membri condizioni favorevoli
affinché le donne immigrate possano accedere al mercato del lavoro e
Il Parlamento sottolinea, in particolare, l’importanza di un accesso
incondizionato, ossia prioritario, delle donne migranti all’insegnamento
> a rafforzare le strutture e i servizi sociali che consentiranno il normale
e alla formazione linguistica, che costituiscono condizioni essenziali per
stabilimento dei migranti nonché l’informazione relativa ai diritti e
permettere una reale integrazione nella società e nel mondo del lavoro.
ai doveri che discendono dai principi e dalle leggi vigenti nel paese
Gli Stati membri, da parte loro, sono invitati a introdurre una formazione
d’accoglienza;
linguistica obbligatoria per le donne e le ragazze migranti, in quanto
> a promuovere, anche a livello regionale e locale, campagne multilingue
di informazione rivolte alle donne migranti al fine di prevenire ed evitare
matrimoni forzati o concordati, mutilazioni genitali femminili ed altre
forme di costrizione psicologica o fisica;
> a prevedere il finanziamento di programmi che si rivolgano specificamente
alle donne e che forniscano informazioni sui requisiti da soddisfare per
entrare e soggiornare nell’Unione europea.
Date queste premesse, le organizzazioni di immigrati sono invitate ad
attivarsi per l’integrazione delle loro aderenti, ma anche ad accettare le
offerte di integrazione dei paesi d’accoglienza, in modo da sostenere gli
sforzi che le società di accoglienza compiono ai fini dell’integrazione.
I deputati chiedono agli Stati membri, in base alle rispettive legislazioni
100
migranti e dei membri delle loro famiglia – 1990).
nazionali e alle convenzioni internazionali di garantire alle donne migranti,
strumento volto a facilitare la loro integrazione e a proteggerle contro la
discriminazione in seno alla famiglia e alla società.
La relazione esorta i paesi che non abbiano ancora adottato delle
disposizioni in questo senso ad attivarsi affinché tutte le violenze a danno
di donne e bambini, in particolare il matrimonio forzato, la poligamia, i
cosiddetti delitti d’onore e le mutilazioni, siano punite con sanzioni efficaci
e dissuasive, in conformità del loro codice penale.
Gli Stati membri sono inoltre invitati più precisamente:
> a tener debitamente conto, nell’esaminare le richieste di riconoscimento
di uno status giuridico autonomo, dei casi in cui le donne immigrate
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
per quanto riguarda le condizione di lavoro e il diritto ad aderire a sindacati
hanno subíto violenze, in particolare fisiche e psicologiche, inclusa la
prassi continua di matrimoni forzati o concordati e di garantire che
101
vengano prese tutte le misure amministrative necessarie per proteggere
Il contenuto della relazione:
queste donne, incluso l’accesso effettivo ai meccanismi di assistenza e di
protezione;
vittime della prostituzione e a dare attuazione a misure che prevedano
permessi di soggiorno temporaneo o permanente alle vittime della
prostituzione sulla base delle disposizioni del suddetto protocollo per
impedire, sopprimere e sanzionare il traffico di persone, in particolare di
donne e bambini e a dare attuazione a misure che prevedano permessi di
soggiorno speciali in casi eccezionali, onde offrire ai clandestini stranieri
riconosciuti come vittime la possibilità di sottrarsi alla violenza;
> a introdurre l’obbligo, per gli operatori sanitari, di registrare tutti i casi di
mutilazione genitale femminile, compresi i casi accertati e quelli in cui vi è
il sospetto che si possa procedere a questo tipo di pratica;
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
> a garantire che gli accordi bilaterali con i paesi terzi siano negoziati
e conclusi sulla base del rispetto della Carta dei diritti fondamentali
dell’Unione europea e della Convenzione europea per la salvaguardia dei
diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, in particolare per quanto
riguarda lo stato delle persone nel matrimonio, nel divorzio, nella custodia
dei figli, nel ripudio o la poligamia.
Il Parlamento europeo,
> vista la Convenzione OIL concernente la migrazione a scopo di lavoro
(1949), la Convenzione OIL concernente la migrazione in condizioni
abusive, la promozione della parità delle opportunità e il trattamento
dei lavoratori migranti (1975) e la Convenzione internazionale sulla
protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro
famiglie (1990),
> visto il Protocollo sulla prevenzione, soppressione e sanzione del traffico
di persone, in particolare di donne e bambini (2000) e il Protocollo contro
l’espatrio illegale di migranti via terra, mare e aria (2000), entrambi i quali
fanno parte della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità
transnazionale,
> vista la Convenzione sullo status dei rifugiati (1951) e il relativo Protocollo
concernente lo status dei rifugiati (1967),
> vista la relazione del Fondo per la popolazione delle Nazioni Unite sulla
situazione della popolazione mondiale (2006) intitolata «Un passaggio
verso la speranza: le donne e la migrazione internazionale»,
La Commissione è invitata a raccogliere dati sull’immigrazione nell’UE,
> vista la direttiva 2004/81/CE del Consiglio, del 29 aprile 2004, riguardante
basati sul genere, e a promuoverne l’analisi da parte dell’Istituto europeo
il titolo di soggiorno da rilasciare ai cittadini di paesi terzi vittime della
per l’uguaglianza di genere, onde sottolineare ulteriormente le particolari
tratta di esseri umani o coinvolti in un’azione di favoreggiamento
esigenze e i problemi delle donne immigrate e i modi più opportuni di
integrarle socialmente nei paesi d’accoglienza.
dell’immigrazione illegale che cooperino con le autorità competenti(1),
> visto l’articolo 13 del trattato CE sulla lotta contro le discriminazioni,
> visto l’articolo 63 trattato CE che conferisce alla comunità poteri e
competenze in materia di immigrazione e di asilo,
> viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Tampere del
15-16 ottobre 1999, del Consiglio europeo di Laeken del 14-15 dicembre
2001, del Consiglio europeo di Siviglia del 21-22 giugno 2002 e del
Consiglio europeo di Salonicco del 19-20 giugno 2003, in cui si sottolinea
l’importanza di sviluppare la cooperazione e lo scambio di informazioni
nell’ambito del Gruppo, recentemente istituito, di punti di contatto nazionali
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
> a semplificare le procedure per il rilascio del permesso di soggiorno alle
sull’integrazione, segnatamente al fine di rafforzare il coordinamento delle
102
politiche pertinenti a livello nazionale e dell’Unione europea,
103
europea alla gestione della migrazione economica (COM(2004)0811),
(COM(2004)0811),
> visto il Libro verde della Commissione relativo al futuro della rete europea
sulle migrazioni»(COM(2005)0606),
> vista la comunicazione della Commissione su immigrazione, integrazione
e occupazione (COM(2003)0336),
> viste la comunicazione della Commissione che istituisce un programma
quadro sulla solidarietà e gestione dei flussi migratori per il periodo 2007-
> vista la direttiva 2003/109/CE del Consiglio del 25 novembre 2003 relativa
allo status dei cittadini di paesi terzi che siano soggiornanti di lungo
periodo(5),
> vista la direttiva 2004/83/CE del Consiglio del 29 aprile 2004 recante norme
minime sull’attribuzione a cittadini di paesi terzi o apolidi della qualifica di
rifugiato o di persona altrimenti bisognosa di protezione internazionale,
nonché norme minime sul contenuto della protezione riconosciuta(6),
> vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio
quali modificate che istituiscono il Fondo europeo per i rifugiati per il
relativo alle statistiche comunitarie in materia di migrazioni e di protezione
periodo 2008-2013, il Fondo europeo per le frontiere esterne per il periodo
internazionale (COM(2005)0375),
la proposta di decisione del Consiglio che istituisce il Fondo europeo
per l’integrazione dei cittadini dei paesi terzi per il periodo 2007-2013,
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
diritto al ricongiungimento familiare(4),
2013, le proposte di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio
2007-2013 e il Fondo europeo per i rimpatri per il periodo 2008-2013, e
nell’ambito del programma generale «Solidarietà e gestione dei flussi
migratori» (COM(2005)0123),
> vista la comunicazione della Commissione su migrazione e sviluppo:
orientamenti concreti» (COM(2005)0390),
> vista la comunicazione della Commissione «Un’agenda comune per
l’integrazione. Quadro per l’integrazione dei cittadini di paesi terzi
nell’Unione europea» ( (COM(2005)0389),
> vista la comunicazione della Commissione su un piano d’azione
sull’immigrazione legale» (COM(2005)0669),
> vista la comunicazione della Commissione sulle priorità d’azione per
rispondere alle sfide dell’immigrazione. Prima iniziativa presa dopo la
riunione di Hampton Court (COM(2005)0621),
> vista la sua risoluzione del 13 ottobre 2005 sull’integrazione degli immigrati
in Europa grazie alle scuole e a un insegnamento plurilingue(7),
> vista la sua risoluzione del 9 giugno 2005 sui legami tra immigrazione
legale e clandestina e integrazione dei migranti(8),
> vista la sua risoluzione del 15 gennaio 2004 sulla comunicazione della
Commissione su immigrazione, integrazione e occupazione(9),
> vista la sua risoluzione del 9 marzo 2004 sulla situazione delle donne di
gruppi minoritari nell’Unione europea(10),
> visto il programma dell’Aja, approvato dal Consiglio europeo del 4
novembre 2004, che stabilisce gli obbiettivi per la realizzazione dello
spazio di libertà, sicurezza e giustizia per il periodo 2005-2010,
> visto l’incontro ministeriale informale di Groninga del 9 novembre 2004,
che ha visto riuniti per la prima volta i ministri competenti in materia di
politica di integrazione,
> visti i principi fondamentali comuni per l’integrazione adottati dal
> vista la comunicazione della Commissione su un programma tematico
Consiglio dell’Unione europea il 19 novembre 2004, che costituiscono un
di cooperazione con i paesi terzi nei settori dell’emigrazione e dell’asilo
insieme coerente di raccomandazioni le quali devono rappresentare le
(COM(2006)0026),
basi della politica dell’Unione europea in materia di integrazione,
> vista la direttiva 2000/43/CE del Consiglio del 29 giugno 2000 che attua il
> vista la Convenzione europea per la protezione dei diritti dell’uomo e le
principio della parità di trattamento tra le persone indipendentemente
libertà fondamentali (ECHR) e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione
dalla razza e dall’origine etnica(2),
> vista la direttiva 2003/9/CE del Consiglio del 27 gennaio 2003 che stabilisce
104
> vista la direttiva 2003/86/CE del Consiglio del 22 settembre 2003 relativa al
criteri minimi per il ricevimento delle persone che cercano asilo(3),
europea, in particolare gli articoli 18, 20, 21 e 22,
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
> visto il Libro verde della Commissione sull’approccio dell’Unione
> visto l’articolo 45 del regolamento,
> vista la relazione della commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza
di genere, (A6-0307/2006),
105
A. considerando che l’immigrazione femminile aumenta di continuo
migranti esse affrontano problemi cruciali quali l’emarginazione, i
nell’Unione europea e costituisce circa il 54% del fenomeno nel suo
matrimoni forzati, la mutilazione genitale femminile e i cosiddetti crimini
complesso, coprendo un fascio di categorie sempre più ampio (immigrazione
di onore,
familiare, immigrazione per motivi politici, immigrazione come
conseguenza di conflitti armati, immigrazione irregolare, asilo),
B. considerando che non esiste un’autentica politica di immigrazione europea
organizzata e coordinata, e che è necessario che l’Unione e i suoi Stati
membri si dotino di una politica di regolamentazione dell’immigrazione
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
in collaborazione con i paesi terzi,
106
E. insistendo sul fatto che dall’integrazione delle donne migranti nella
società dipende molto spesso anche l’integrazione dei famigliari della
seconda e terza generazione di cittadini discendenti da immigrati,
F. rilevando che le donne immigrate sono maggiormente esposte alla
violenza, psichica e fisica, sia perché sono dipendenti economicamente
e giuridicamente sia perché, prive di uno status legale, rischiano
maggiormente di subire violenze e sfruttamento sessuale nel luogo di
C. considerando che le donne immigrate devono affrontare in linea
lavoro ma anche di finire nel giro di quanti fanno traffico di esseri umani;
generale gravi problemi di inserimento, soprattutto per via di un non
considerando che, in mancanza di un loro status giuridico sul territorio
facile accesso al mercato del lavoro, bassi tassi di occupazione ed elevate
dello Stato in cui risiedono, le donne migranti in situazione irregolare
percentuali di disoccupazione, impiego in posti di lavoro temporanei
sono particolarmente esposte al rischio di vedersi negati i propri diritti
o scarsamente retribuiti e senza protezione sociale ed economica o
fondamentali e pertanto di diventare oggetto di discriminazioni e
in settori dell’economia sommersa e del lavoro clandestino, limitate
violenze quotidiane,
competenze linguistiche, scarsa partecipazione all’istruzione di base
e in particolare a quella superiore, limitata partecipazione alla vita
sociale, politica, sindacale e culturale del paese di accoglienza, povertà
ed esclusione sociale, rilevando tuttavia che un numero non indifferente
di giovani donne, in possesso di un diploma d’istruzione superiore nel
loro paese, accettano nell’Unione europea posti che richiedono scarse
qualifiche, come, ad esempio, quelli di collaboratrici domestiche, a causa
dell’alto tasso di disoccupazione delle donne nei loro paesi e del basso
livello salariale delle professioni e dei posti di lavoro adeguati alle loro
competenze e capacità,
D. considerando che le donne migranti spesso sono oggetto di gravi
discriminazioni in quanto individui che dipendono dallo stato giuridico
del coniuge, in base alla direttiva 2003/86/CE (stato non autonomo,
accesso ristretto al mercato del lavoro, stato residenziale non sicuro
G. considerando che l’integrazione è un processo biunivoco che presuppone
tanto la disponibilità delle donne migranti ad assumersi la responsabilità
dell’integrazione nella società d’accoglienza, quanto la disponibilità
dei cittadini dell’UE ad accettare e integrare le migranti; in tale
contesto, occorre elaborare ed applicare misure integrate per influire sui
comportamenti sia delle migranti sia delle società di accoglienza, a tutti
i livelli, e per mobilitare risorse su ambo i lati; rileva che tale processo
implica un impegno reciproco che consiste in diritti e doveri per la società
di accoglienza e le migranti,
H. considerando che alla luce delle ultime relazioni di valutazione delle
politiche nazionali di integrazione dei migranti la dimensione del genere
non sembra esser presa sistematicamente in considerazione, sia a livello
di politiche poste in essere sia a livello di raccolta di dati,
in caso di vedovanza, divorzio, ecc.) e a causa della mentalità, degli
I. considerando che le violazioni dei diritti umani nei confronti di donne
stereotipi negativi e delle prassi prevalenti nei rispettivi paesi d’origine e
e giovani migranti, sotto forma di cosiddetti delitti d’onore, matrimoni
anche nella società ospite; considerando inoltre che in talune comunità
forzati, mutilazioni genitali o altre violazioni, non possono essere
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
economica, immigrazione a seguito di catastrofi, ricongiungimento
107
giustificati in base ad alcun motivo culturale o religioso e non vanno in
ed altre forme di costrizione psicologica o fisica. Tali campagne dovranno
alcun modo tollerati,
utilizzare un linguaggio semplice, divulgativo e multilinguistico;
J. sottolineando che nel nuovo quadro finanziario 2007-2013, oltre ai
4. invita gli Stati membri e la Commissione a prevedere il finanziamento di
finanziamenti a favore degli attuali programmi e Fondi per l’integrazione
programmi che si rivolgano specificamente alle donne e che forniscano
dei migranti, sono previste nuove iniziative quali il Programma quadro
informazioni sui requisiti che i migranti devono soddisfare per entrare
di solidarietà e gestione dei flussi migratori (tale programma comprende
e soggiornare nell’Unione europea; chiede che vengano potenziate le
il Fondo di integrazione dei cittadini provenienti da paesi terzi, il Fondo
strutture consolari e diplomatiche al fine di gestire meglio le necessità
per le frontiere esterne e il Fondo per i profughi), nel cui ambito occorre
connesse con l’immigrazione;
inserire la dimensione di genere e l’integrazione ottimale delle donne
migranti,
K. rilevando che sono stati osservati molteplici collegamenti tra il traffico e
il commercio di donne e l’immigrazione economica,
5. chiede alle organizzazioni di immigrati di incoraggiare soprattutto le loro
aderenti, ma anche le loro famiglie, ad attivarsi per la loro integrazione
e ad accettare le offerte di integrazione dei paesi d’accoglienza, in modo
da sostenere gli sforzi che le società di accoglienza compiono ai fini
1. ritiene che la politica dell’Unione europea per lo sviluppo e la coesione
6. sottolinea che la direttiva 2003/86/CE non è stata ancora applicata in
sociale debba prevedere efficaci misure di accoglienza e di integrazione
modo soddisfacente da tutti gli Stati membri, il che ha lasciato ampio
degli immigrati, in particolare delle donne, che rappresentano ormai la
spazio a trattamenti discriminatori nei confronti delle donne migranti;
maggioranza di coloro che migrano nell’UE per motivi sempre più vari
(immigrazione economica, rifugiati, asilo, ricongiungimento familiare);
plaude all’iniziativa della Commissione di pubblicare orientamenti sul
«programma quadro comune per l’integrazione dei cittadini di paesi terzi
nell’UE», sottolineando che tutte le misure dovranno tener conto delle
specificità relative al genere e della situazione delle donne;
7. invita gli Stati membri in base alle rispettive legislazioni nazionali
e alle Convenzioni internazionali a garantire alle donne migranti,
indipendentemente dalla regolarità della loro situazione, il rispetto dei
loro diritti fondamentali e, in particolare la protezione contro la riduzione
in schiavitù e la violenza, l’accesso alle cure mediche di emergenza, il
patrocinio legale, l’istruzione per i bambini e i lavoratori migranti, la
2. riconosce le difficoltà che incontrano gli immigranti appena arrivati, in
parità di trattamento per quanto riguarda le condizioni di lavoro, il diritto
particolare le donne, che costituiscono la categoria più vulnerabile poiché
a iscriversi ai sindacati (Convenzione ONU per la protezione dei diritti di
sono oggetto di una doppia discriminazione basata e sull’origine etnica
tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie – 1990);
e sul sesso; invita gli Stati membri a rafforzare le strutture e i servizi
sociali che consentiranno il normale stabilimento dei migranti, nonché
l’informazione relativa ai diritti e ai doveri che discendono dai principi e
dalle leggi vigenti in ciascuno Stato membro;
3. invita gli Stati membri a promuovere, anche a livello regionale e locale,
8. invita gli Stati membri conformemente alla legislazione nazionale e alle
Convenzioni internazionali (Convenzione ONU per la protezione dei
diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie –
1990) ad assicurare l’accesso all’istruzione ai figli delle donne migranti in
situazione irregolare;
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
dell’integrazione;
campagne di informazione rivolte alle donne migranti al fine di prevenire
108
ed evitare matrimoni forzati o concordati, mutilazioni genitali femminili
109
9. invita gli Stati membri, nel quadro degli accordi di lavoro bilaterali
per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, in
sull’accoglienza dei cittadini dei paesi terzi o attraverso altri strumenti,
particolare per quanto riguarda lo stato delle persone nel matrimonio,
a vigilare affinché le donne migranti beneficino di un regime giuridico e
nel divorzio, nella custodia dei figli, nel ripudio o la poligamia;
né per motivi di genere né per motivi di origine, conformemente all’acquis
comunitario;
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
forte sviluppo dell’industria del divertimento e del sesso fornisce ulteriori
canali di immigrazione per le donne migranti, a rafforzare il quadro
10. invita gli Stati membri ad affrontare con efficacia ogni forma di violenza
giuridico che garantisce a queste ultime il diritto a un passaporto e a un
a danno delle donne immigrate, fornendo un adeguato sostegno
permesso di soggiorno propri, e che permette di perseguire penalmente
medico, giuridico e sociale alle vittime della violenza, applicando i
la sottrazione di tali documenti, in conformità della decisione 2006/619/
programmi di reinserimento sociale delle vittime, offrendo alle vittime
CE del Consiglio, del 24 luglio 2006(11) relativa alla conclusione, a
della prostituzione la possibilità di accedere a case di cura, tenendo
nome della Comunità europea, del protocollo delle Nazioni Unite per
debitamente conto delle esigenze di sicurezza e tutela di queste vittime
prevenire, reprimere e punire la tratta di persone, in particolare donne
nonché informando preventivamente le donne immigrate sui loro diritti
e bambini (2000);
nel paese di accoglienza;
14. invita gli Stati membri, nel quadro dei piani d’azione nazionali per
11. invita gli Stati membri a tener debitamente conto, in osservanza della
l’occupazione e l’integrazione sociale, a prevedere azioni intese a
direttiva 2004/81/CE, nell’esaminare le richieste di riconoscimento di uno
promuovere la partecipazione delle donne migranti al mercato del
status giuridico autonomo, dei casi in cui le donne immigrate hanno
lavoro, a lottare contro il lavoro non dichiarato, a garantire il rispetto dei
subíto violenze, in particolare fisiche e psicologiche, inclusa la prassi
loro diritti sociali (parità di remunerazione, sicurezza sociale, diritto alla
continua di matrimoni forzati o concordati e di garantire che vengano
pensione, ecc.), a rafforzare lo spirito d’impresa nonché la protezione
prese tutte le misure amministrative per proteggere queste donne,
delle donne migranti della terza età contro la povertà e l’esclusione e
incluso l’accesso effettivo ai meccanismi di assistenza e di protezione;
il rafforzamento del ruolo delle parti sociali e dei sindacati nel processo
invita gli Stati a semplificare le procedure per il rilascio del permesso di
della loro integrazione sociale ed economica;
soggiorno alle vittime della prostituzione e a dare attuazione a misure
che prevedano permessi di soggiorno temporaneo o permanente alle
vittime della prostituzione sulla base delle disposizioni del suddetto
protocollo per impedire, sopprimere e sanzionare il traffico di persone,
in particolare di donne e bambini e a dare attuazione a misure che
prevedano permessi di soggiorno speciali in casi eccezionali, onde offrire
ai clandestini stranieri riconosciuti come vittime la possibilità di sottrarsi
alla violenza;
12. invita gli Stati membri a garantire che gli accordi bilaterali con i paesi
terzi siano negoziati e conclusi sulla base del rispetto della Carta dei
diritti fondamentali dell’Unione europea e/o la Convenzione europea
110
13. invita il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri, dal momento che il
15. invita gli Stati membri ad assicurare alle donne immigrate un’istruzione
adeguata e solida attraverso corsi di lingua e di informazione riguardo
ai diritti umani, civili e sociali fondamentali e ai principi democratici
del paese di accoglienza, il che renderà possibile a queste persone
di integrarsi socialmente e con facilità nel paese di accoglienza e le
proteggerà da discriminazioni in famiglia e nella società;
16. sottolinea in particolare l’importanza di un accesso incondizionale,
e perfino prioritario, per le donne immigranti all’educazione e alla
formazione linguistica, requisiti essenziali per una vera integrazione
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
lavorativo sicuro nei paesi d’accoglienza e non subiscano discriminazioni,
nella società e nel mondo del lavoro; invita gli Stati membri ad istituire
111
una formazione linguistica obbligatoria per le donne e le ragazze
dialogo aperto più intenso per comunicare e cooperare con comunità e
immigrate, mezzo inteso a facilitarne l’integrazione, e a proteggerle
reti di donne immigrate; chiede agli Stati membri e all’Unione europea di
dalla discriminazione in famiglia e nella società;
sostenere questi sforzi sia sul piano finanziario che attraverso uno scambio
migranti all’istruzione e ai sistemi di formazione nei paesi di accoglienza,
e a promuovere la loro partecipazione al programma d’azione integrato
(2007-2013) relativo all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita,
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
che comprende i programmi Erasmus, Leonardo da Vinci, Comenius e
l’alloggio, la ghettizzazione, la criminalità, l’accesso ai servizi pubblici,
sociali e sanitari, ai servizi di accoglienza dei bambini, ecc.; sottolinea
altresì il ruolo delle comunità organizzate di donne migranti e delle ONG
impegnate a consigliare, informare e sostenere le donne migranti;
Grundtvig, e ai programmi Socrates, Cultura 2007 2013 e Gioventù in
22. invita il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri a prendere tutte le
azione 2007-2013; ritiene che è fondamentale, in particolare, riconoscere
misure necessarie per salvaguardare i diritti delle donne e delle giovani
le qualifiche professionali, le capacità delle donne (in particolare diplomi
migranti e per combattere la discriminazione cui sono esposte nelle loro
universitari) e garantire loro l’accesso alla formazione linguistica atta ad
comunità d’origine, rifiutando tutte le forme di relativismo culturale e
agevolare la loro integrazione;
religioso che possano violare i diritti fondamentali delle donne;
18. invita gli Stati membri a promuovere l’accesso delle donne migranti
23. invita gli Stati membri ad adottare e a dare attuazione a disposizioni
all’occupazione e a garantirne un’adeguata formazione professionale
giuridiche specifiche in materia di mutilazione genitale femminile o ad
mediante l’adozione di misure positive volte a combattere la duplice
adottare tali disposizioni e a perseguire chiunque pratichi la mutilazione
discriminazione sofferta dalle donne migranti sul mercato del lavoro e a
genitale, nonché ad introdurre l’obbligo, per gli operatori sanitari, di
creare le condizioni favorevoli perché possano accedere al mercato del
registrare tutti i casi di mutilazione genitale femminile, compresi i casi
lavoro e ad equilibrare la propria vita professionale e privata, soprattutto
accertati e quelli in cui vi è il sospetto che si possa procedere a questo
creando strutture accessibili per la cura dei figli;
tipo di pratica;
19. chiede agli Stati membri di evidenziare una sensibilità particolare in
24. invita gli Stati membri a prendere posizione contro la violenza a
merito alla promozione della partecipazione delle donne migranti alla
danno delle donne radicata nelle tradizioni, a condannare le violazioni
vita sociale e politica, conformemente alle legislazioni nazionali e alle
dei diritti umani delle donne e delle giovani migranti indotte dalla
opportunità che ne derivano;
famiglia e a verificare quali siano le leggi applicabili in materia di
20. sottolinea che il fatto che i genitori delle giovani migranti proibiscano
loro di partecipare alle attività sportive, ai corsi di nuoto e ad altri corsi
responsabilizzazione dei familiari, in particolare nel caso dei cosiddetti
delitti d’onore;
scolastici non può essere tollerato e giustificato con motivazioni culturali
25. chiede alla Commissione, agli Stati membri e ai paesi d’origine
o religiose; invita gli istituti scolastici e le autorità ad assicurare che le
d’informare, in maniera sistematica e responsabile, le proprie popolazioni
ragazze migranti partecipino all’istruzione scolastica e a far rispettare
rispettive sulle politiche e le sfide dell’UE in materia di immigrazione,
l’obbligo scolastico conformemente alle norme nazionali;
sulle possibilità offerte ai migranti, uomini e donne, e sui loro obblighi,
21. sottolinea che le autorità nazionali, locali e regionali sono chiamate a
112
di informazioni, affinché si possano affrontare in particolare problemi quali
svolgere un ruolo sempre più importante nel processo di integrazione
delle donne migranti per il tramite di politiche proattive e a condurre un
al fine di prevenire le conseguenze negative dell’immigrazione illegale,
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
17. invita gli Stati membri a promuovere l’accesso delle giovani donne
dell’emarginazione e dello sfruttamento economico e sessuale delle
donne migranti nei paesi d’accoglienza;
113
26. invita la Commissione ad introdurre, nella proposta di regolamento
31. accoglie favorevolmente il riferimento ai summenzionati principi
relativo alle statistiche comunitarie in materia di migrazioni e di
fondamentali comuni adottati dal Consiglio dell’Unione europea,
protezione internazionale, indicatori e dati affidabili e comparabili sulle
che costituiscono un insieme coeso di raccomandazioni che dovrebbe
donne migranti, al fine di poter disporre di un quadro preciso della
costituire il fondamento della politica di integrazione della UE, e invita
situazione e dei problemi cui esse si confrontano;
la Presidenza finlandese ad iscrivere nuovamente tali principi in una
114
posizione prioritaria all’ordine del giorno;
quantitativa delle politiche e delle azioni attuate a favore delle donne
32. si compiace della decisione adottata di dichiarare il 2007 Anno delle
migranti attraverso strumenti finanziari e programmi esistenti (Fondo
pari opportunità per tutti e il 2008 Anno del dialogo interculturale, la
sociale europeo, Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo europeo
qual cosa dovrà servire a sensibilizzare i cittadini alle discriminazioni
per i rifugiati, Iniziativa EQUAL, programma Daphne di lotta contro la
contro le donne e le giovani (violazioni dei diritti fondamentali) nonché
violenza nei confronti dei bambini, dei giovani e delle donne, programmi
a informare più ampiamente il pubblico sulla posizione e il ruolo delle
europei nel settore dell’istruzione, dell’occupazione, della lotta contro
donne migranti, le loro culture rispettive e le loro aspirazioni nel paese
l’esclusione sociale e le discriminazioni);
d’accoglienza; ricorda che occorre adottare un approccio bidirezionale
28. si compiace del fatto che la Commissione, nell’ambito del programma
quadro comune per l’inserimento dei cittadini provenienti da paesi terzi
che promuova sia l’informazione sia la partecipazione delle donne
immigrate alle manifestazioni della società europea;
nell’UE, abbia preso l’iniziativa di definire linee direttrici in ordine alla
33. condanna i matrimoni forzati e invita gli Stati membri ad introdurre nelle
politica di integrazione che gli Stati membri dovranno seguire e rileva
rispettive legislazioni nazionali misure volte a perseguire i cittadini che
l’intento esplicito di far sì che le azioni che saranno adottate tengano
cerchino di contrarre un matrimonio di questo tipo o che contribuiscano
conto delle peculiarità connesse al genere e della situazione delle donne,
ad organizzarlo, anche quando il matrimonio forzato è contratto fuori
dei giovani e dei figli dei migranti;
dal loro territorio;
29. invita la Commissione a raccogliere dati sull’immigrazione nell’UE, basati
34. esorta il Consiglio e la Commissione ad includere, nel quadro di una
sul genere, e a promuoverne l’analisi da parte dell’Istituto europeo per
politica europea comune in materia di immigrazione e di asilo, il rischio
l’uguaglianza di genere, onde sottolineare ulteriormente le particolari
di mutilazione genitale femminile tra i motivi di richiesta del diritto
esigenze e i problemi delle donne immigrate e i modi più opportuni di
di asilo, in conformità delle linee direttrici internazionali dell’Alto
integrarle socialmente nei paesi d’accoglienza;
Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, in base alle quali la
30. si felicita perché nel quadro dell’azione del Fondo europeo di integrazione
l’obbligo imposto ai prestatori di servizi degli Stati membri di dare una
definizione internazionale di rifugiato «copre le richieste per ragioni
legate al genere»;
migliore risposta ai diversi gruppi di cittadini di paesi terzi, incluse le
35. esorta gli Stati membri che non abbiano ancora adottato delle
donne e i minori, rientra tra i principali obiettivi specifici; chiede che,
disposizioni in questo senso ad attivarsi affinché tutte le violenze a
nell’ambito di tale azione, vengano finanziati servizi di consulenza
danno di donne e bambini, in particolare il matrimonio forzato, la
gratuiti a disposizione delle donne migranti in materia di diritti
poligamia, i cosiddetti delitti d’onore e le mutilazioni, siano punite con
della donna, salute, diritti sessuali e riproduttivi, occupazione e temi
sanzioni efficaci e dissuasive, in conformità del loro codice penale, e a
connessi;
sensibilizzare le autorità di polizia e giudiziarie su tali questioni;
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
27. chiede alla Commissione di procedere ad una valutazione qualitativa e
115
36. nota con preoccupazione che i matrimoni poligami sono stati riconosciuti
MOTIVAZIONE
come legali negli Stati membri, nonostante la poligamia sia proibita;
invita gli Stati membri a garantire il mantenimento dell’illegalità della
L’accoglienza dei migranti nell’Unione europea costituisce una realtà storica
poligamia; stimola la Commissione a considerare la possibilità di includere
al pari di una sicura previsione per il futuro. I nostri obiettivi in materia
un bando dei matrimoni poligami nell’attuale proposta di introdurre
di sviluppo e coesione sociale sono pertanto direttamente connessi con la
norme concernenti la legge applicabile in materia matrimoniale;
capacità di gestire i flussi migratori, valorizzare e integrare i migranti nelle
nostre società. I disordini sociali scoppiati in molte città europee hanno una
37. invita gli Stati membri ad applicare politiche che garantiscano l’uguaglianza
di tutte le persone, rifacendosi in particolare alla Convenzione del
relazione con i vuoti esistenti nella ricerca, nello studio e nell’attuazione
delle nostre politiche in tale settore.
1951 sullo status dei rifugiati, in modo che le misure adottate a livello
nazionale contro l’immigrazione illegale siano pienamente compatibili
In particolare, la situazione e i problemi delle giovani migranti sono rimasti
con i principi di non discriminazione;
ai margini o nell’ombra. La vostra relatrice intende mostrare i vari risvolti
e le possibilità dell’immigrazione femminile come pure gli strumenti che la
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Consiglio, alla Commissione, nonché ai governi e ai parlamenti degli
116
politica europea ha per tutelare i diritti delle donne migranti e valorizzarne
al meglio le potenzialità.
Stati membri.
A. P
RESENTAZIONE SINOTTICA DEL FENOMENO
DELL’IMMIGRAZIONE FEMMINILE NELL’UE
a) D ati numerici generali
Va rilevato che sia a livello di stati membri sia a livello di Unione europea
si incontra grande difficoltà nel raccogliere e catalogare dati e elementi
statistici per quanto riguarda le correnti migratorie in Europa e, in particolare,
la migrazione femminile3; sulla base dei dati pubblicati dall’organizzazione
internazionale per i migranti, le donne rappresentano il 45% dei migranti
nei paesi sviluppati.
3. Proposta
di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo
alle statistiche comunitarie sulla migrazione e la protezione internazionale
[COM(2005)0375 def. - Non pubblicato sulla Gazzetta ufficiale].
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
38. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al
117
Nell’Unione europea allargata si osserva la tendenza a un continuo aumento
«basso livello», o lavorano in nero o nell’economia sommersa (in agricoltura,
dell’immigrazione femminile, che raggiunge percentuali di quasi il 54%
nel settore alimentare, nei servizi di pulizia, nei servizi domestici), il che non
sul totale dei migranti4. Sulla base degli ultimi dati disponibili5, le donne
da loro l’indipendenza e la sicurezza economica.
migranti legali nell’Unione europea costituiscono il 4% della popolazione
complessiva.
Il tasso di occupazione delle donne migranti regolari ammonta ad appena
il 44%, mentre quello di disoccupazione raggiunge il 19%7. Si osservi che
sussiste una grande differenza di occupazione (16,9%) tra le donne migranti
L’immigrazione femminile nell’Unione europea comprende un ampio fascio
di categorie, quali:
> ricongiungimento familiare
> immigrazione economica
> rifugiati,
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
> immigrazione clandestina.
118
Oggi, nonostante tutte le politiche attuate dall’Unione europea, un gran
numero di migranti donne vive ai margini della società. Il loro accesso alla
vita pubblica, politica ed economica permane eccezionalmente limitato e,
stando ai dati del Consiglio d’Europa, le donne immigrate sono vittime di
una doppia discriminazione per ragioni di sesso e per ragioni di origine
etnica. E ciò a un duplice livello: nell’ambito dell’accoglienza sociale e
nell’ambito della comunità di migranti in cui esse vivono6.
Una politica di immigrazione deve quindi tener conto del genere e delle
differenze esistenti tra le comunità di immigrati, in quanto i problemi e
le discriminazioni non sempre sono gli stessi e della stessa intensità. In
talune comunità, soprattutto musulmane, le donne migranti una volta
sposate restano di regola a casa, senza avere la possibilità di conoscere
la società d’accoglienza e di apprenderne la lingua, fatto che rafforza il
loro isolamento. Quando lavorano, occupano posti che sono considerati di
4. E
uropean Community Labour Forces Survey (Eurostat)
5. Eurostat, Statistic in Focus, Theme 3-2/2003, pag. 1.
6. Cfr. Risoluzione 1478 (2006) relativa all’integrazione delle donne immigrate in
Europa, paragrafo 1.
dei paesi terzi e quelle migranti dei paesi dell’Unione europea, mentre lo
stesso rapporto per gli uomini migranti è dell’11%. Quanto alla differenza
di occupazione tra le donne migranti dei paesi terzi con elevate qualifiche e
quelle dei paesi dell’Unione europea, essa sale considerevolmente (23,2%)8.
Nel 2000 le retribuzioni delle giovani migranti di paesi terzi sono state del
10% inferiori a quelle delle giovani migranti dei paesi dell’Unione europea.
Per quanto riguarda gli uomini, la differenza è stata solo del 4%.
Uno dei principali problemi delle donne migranti permane quello
dell’istruzione, tenendo conto del fatto che il 50% delle donne migranti
non va oltre l’istruzione obbligatoria, mentre solo il 17% arriva all’istruzione
superiore9.
La condizione delle donne migranti dipende in molti casi dallo status
giuridico del coniuge, o esse vengono considerate giuridicamente come
persone dipendenti, con conseguenze negative in caso di divorzio o decesso
del coniuge e, in particolare, in casi di poligamia, che le spingono al lavoro
illegale o in nero e alla privazione della sicurezza sociale se non della stessa
dignità.
In talune comunità, gli stereotipi negativi riguardo al sesso femminile
creano di regola gravi discriminazioni nei confronti di queste donne, che
culminano spesso in fenomeni di violenza, psicologica e fisica, fino al
delitto d’onore. Sulla base di dati in possesso di talune ONG, cinquemila
7. E
urostat, Statistic in Focus, Theme 3-2/2003, pag. 1.
8. Cfr. Relazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Consiglio
economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sulla parità tra le donne e
gli uomini, (COM (2005) 44 finale), del 14.2.2005, pag. 6.
9. Eurostat, Statistic in Focus, Theme 3-2/2003, pag. 1.
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
b) D ati qualitativi
119
donne sono ogni anno vittima di delitti d’onore, mentre un gran numero
La Direttiva 2003/86/CE che disciplina una questione importante concernente
di essi concerne donne migranti che fanno parte di comunità musulmane
direttamente le donne migranti, vale a dire il diritto al ricongiungimento
in Europa. La Commissione non dispone di elementi statistici attendibili per
familiare, conformemente all’obbligo di proteggere la famiglia e di
quanto riguarda la dimensione del fenomeno in Europa, ma si é impegnata
rispettare la vita familiare. Tale diritto può oramai essere rivendicato
a pubblicare tra breve una comunicazione in materia di istituzione di un
dal coniuge del richiedente o della richiedente. Oltre a un permesso di
sistema che permetta di comparare i dati statistici relativi ai delitti e alla
soggiorno di una durata pari a quella del richiedente, i membri della
giustizia penale.
famiglia di quest’ultimo hanno accesso all’istruzione, al mercato del lavoro
e alla formazione professionale. Alla scadenza di un termine massimo di 5
B. P
OLITICA COMUNITARIA IN MATERIA
DI IMMIGRAZIONE – DIMENSIONE FEMMINILE
che hanno nel frattempo raggiunto la maggiore età, possono richiedere un
a) B ase giuridica
All’inizio del 2005 la Commissione ha pubblicato un Libro verde sull’approccio
La promozione dei diritti fondamentali, l’assenza di discriminazione e la
dello stesso anno, una comunicazione su un progetto di politiche in materia
parità di opportunità per tutti costituiscono elementi fondamentali delle
di migrazione legale, gettando le basi di una serie di proposte di direttiva
politiche di integrazione. La legislazione dell’Unione europea fornisce
(condizioni di ammissione e di soggiorno di migranti che dispongono di
un ampio quadro di disposizioni in materia di parità di trattamento sulla
qualifiche particolari, di lavoratori stagionali, di persone trasferite con la
base dell’articolo 13 del trattato CE. L’articolo 63 del trattato CE conferisce
propria impresa, di tirocinanti remunerati) ecc.
poteri e competenze alla Comunità europea nei settori dell’immigrazione e
dell’asilo.
comunitario della gestione delle migrazioni economiche e, nel dicembre
Come già detto sopra, le donne migranti costituiscono altresì un’importante
categoria di migranti economici. Ne deriva che la politica dell’UE in tale
settore deve tener seriamente conto di tale aspetto. Ci fa piacere che la
b) L egislazione comunitaria e iniziative
Il Consiglio europeo di Tampere (1999) ha delimitato il quadro strategico
della gestione efficace che si pone in materia di flussi migratori adottando
una politica dinamica di integrazione di cittadini dei paesi terzi che risiedono
legalmente sul territorio di uno Stato membro.
I principali atti legislativi e le principali iniziative in materia sono i
seguenti:
comunicazione della Commissione (settembre 2005) sul programma comune
per l’integrazione, quadro relativo all’integrazione dei cittadini di paesi terzi
dell’Unione europea, sottolinea espressamente che le azioni messe in opera
dovranno tener conto della specificità relativa al sesso e alla situazione delle
donne, dei giovani e dei figli dei migranti.
È opportuno altresì valorizzare correttamente le potenzialità offerte dagli
strumenti finanziari per azioni a favore delle donne o condotte dalle donne
migranti (Fondo sociale europeo, EQUAL, Fondo europeo per lo sviluppo
La Direttiva 2000/43/CE che definisce e vieta le discriminazioni dirette e
regionale, Programma europeo di azione per l’istruzione.
indirette fondate sull’origine etnica e la Direttiva 2003/109/CE che fissa il
Le proposte della Commissione di proclamare il 2007 Anno europeo
regime e il principio di parità di diritti per i cittadini di paesi terzi che siano
120
permesso di soggiorno individuale.
soggiornanti di lungo periodo.
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
anni, lo sposo o la sposa, ovvero il compagno o la compagna nonché i figli
della parità di opportunità per tutti e il progetto di Anno europeo del
dialogo interculturale per il 2008 costituiscono significative iniziative di
121
sensibilizzazione, che contribuiranno al perseguimento degli obiettivi di
La partecipazione alle decisioni è un problema attuale negli Stati membri,
comprensione reciproca, di integrazione e di promozione della parità per le
in funzione della loro legislazione nazionale, dal momento che la maggior
donne migranti.
parte dei 25 Stati membri ha sin d’ora accordato ai migranti limitati diritti di
voto alle elezioni locali (in altri termini, «garanzia dei diritti civili»).
c) S ituazione attuale
Nel 2003 la Commissione ha pubblicato una comunicazione globale
C. P ROPOSTE DI AZIONI FUTURE
sull’emigrazione, l’integrazione e l’occupazione e, nel 2004, ha presentato
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
non sembra prendere sistematicamente in considerazione le questioni di
122
1. V alutazione – Bilancio delle politiche attuate
genere in materia di emigrazione, sia a livello delle politiche attuate sia a
Alla luce della relazione della Commissione nonché dei problemi sociali
livello della raccolta di dati, come risulta dal bilancio delle politiche nazionali
cui si trovano di fronte le comunità di immigrati in numerosi paesi risulta
d’integrazione (relazioni dei punti nazionali di contatto sull’integrazione,
indispensabile procedere ad una valutazione approfondita delle politiche
piani d’azione nazionali per l’occupazione, piani d’azione nazionali per
attuate nonché ad un bilancio del tasso di assorbimento e di utilizzo delle
l’integrazione sociale). Si ritiene opportuno sottolineare le diverse pratiche
risorse comunitarie.
e azioni innovative concernenti specificamente le donne.
Per quanto concerne la questione delle capacità linguistiche, la maggior
2. P reparazione dei migranti
parte degli Stati membri ha approvato delle misure intese a porre rimedio
a tale situazione (con riguardo in particolare alle donne di recente
La vostra relatrice ritiene indispensabile approvare, in cooperazione con
immigrazione). Sforzi particolari sono intesi a migliorare l’orientamento
i paesi europei, una serie di misure che consentiranno ai migranti di
professionale e sono altresì incentivati la partecipazione e l’impegno delle
conoscere meglio ed accettare le norme e i valori fondamentali delle società
parti sociali in questo settore. Una grande importanza è data all’istruzione
d’accoglienza nonché di apprendere la lingua del paese di destinazione.
dei cittadini, che dispongono ormai di informazioni sui diritti fondamentali
e gli obblighi dei migranti, inclusa la parità fra gli uomini e le donne,
nonché sulle norme e i valori prevalenti nei paesi d’accoglienza. Per quanto
3. P olitiche mirate d’integrazione
riguarda la disoccupazione, la povertà e l’esclusione sociale, tutti i settori in
La relatrice ritiene che l’accesso al mercato del lavoro e alla formazione
cui le donne migranti risultano relativamente vulnerabili, sembrerebbe che
professionale delle donne migranti, a fronte della parità di diritti a livello
numerosi paesi non abbiano ancora condotto un’analisi approfondita dei
professionale (in termini di remunerazione, sicurezza sociale e pensione) atti
fattori che hanno provocato tale situazione.
a garantire loro autonomia e indipendenza, costituisce una priorità assoluta.
Taluni Stati membri si impegnano per fornire un alloggio a prezzi ragionevoli
e rimediare all’impatto negativo della ghettizzazione e delle zone urbane
degradate, che sono nella stragrande maggioranza abitate da immigrati.
La relatrice sottolinea altresì la responsabilità e il ruolo degli Stati membri
per quanto concerne la promozione dell’accesso delle donne al mercato del
lavoro e il rispetto dei loro diritti professionali, il ruolo delle parti sociali
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
una prima relazione di valutazione. La maggior parte degli Stati membri
e quello della Commissione nel controllo dell’applicazione dell’acquis
comunitario.
123
4. Integrazione nel sistema d’istruzione
6. S ensibilizzazione della società di accoglienza
E’ importante prendere in considerazione il problema specifico cui
Il raggiungimento dei nostri obiettivi richiede un atteggiamento positivo
devono far fronte le giovani migranti, adottando misure incentrate sulla
e una cooperazione con la società di accoglienza. Occorre pertanto
prevenzione del fallimento e l’abbandono scolastico. Parallelamente,
promuovere azioni di sensibilizzazione dei popoli europei al significato
una misura di promozione per le giovani migranti potrebbe essere il
dell’immigrazione, al ruolo delle donne migranti, ai loro peculiari problemi
miglioramento dell’accesso delle stesse all’istruzione superiore grazie a
e ai modi di affrontarli.
misure di discriminazione positiva. Per quanto concerne la formazione
professionale, la legislazione vigente dovrà essere integrata da nuove
modalità di riconoscimento delle qualifiche professionali e della formazione/
esperienza professionale delle giovani di recente immigrazione.
7. S cambio di buone prassi
Negli Stati membri dell’UE esistono varie esperienze e politiche nel settore
dell’immigrazione: nel tentativo di attuare una politica di immigrazione
124
Il rafforzamento della partecipazione delle donne migranti a tutte le
espressioni della vita sociale consente loro di uscire dalle condizioni di
isolamento ed estraniamento nella società di accoglienza. La promozione
della loro partecipazione alla vita sociale a tutti i livelli e attraverso tutte le
possibilità offerte dalle legislazioni nazionali è qualcosa di indispensabile.
Inoltre, migliorare il dialogo tra i vari gruppi di cittadini di paesi terzi con
le autorità, le parti sociali e le ONG delle società di accoglienza costituisce
un elemento fondamentale di integrazione sociale. Parallelamente è
importante incoraggiare il funzionamento delle associazioni di migranti
che saranno in grado di dare informazioni e assistenza ai nuovi arrivati
nonché la partecipazione dei loro rappresentanti ai programmi in qualità
di insegnanti. Sarebbe particolarmente utile che fossero proprio le donne
migranti ad indirizzarsi alle giovani migranti appena arrivate. Tali associazioni
dovrebbero col tempo instaurare un dialogo con la società di accoglienza e
per questo motivo è indispensabile anche la partecipazione delle donne.
europea basata su obiettivi e sfide comuni, occorre che l’Unione europea
promuova lo scambio di buone prassi e di punti problematici, che includono
anche la dimensione di genere.
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
5. P artecipazione sociale – partecipazione alle reti
125
B. P
arere nel quadro dei lavori
della commissione per i diritti della
donna e l’uguaglianza di genere
3. invita la Commissione a fornire informazioni qualitative e quantitative
relativamente all’applicazione e all’esecuzione concreta degli impegni
finanziari assunti nel quadro della cooperazione bilaterale (accordi di
associazione), nonché in quello della cooperazione regionale MEDA II
(fase attuale), a sostegno della partecipazione attiva delle donne alla vita
> Parere della commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di
genere (16.09.2005) destinato alla commissione per gli affari esteri sul
processo di Barcellona rivisitato
politica, economica e sociale;
4. si compiace del recente rilancio del primo programma regionale per
la partecipazione delle donne alla vita e allo sviluppo economico e
sociale (programma la cui attuazione era stata decisa già nel 2001) e
Relatrice per parere: Rodi Kratsa-Tsagaropoulou, membro del PPE-DE
invita la Commissione ad estenderne il campo e la tematica ad azioni
d’informazione e di sensibilizzazione sull’immagine della donna e
l’importanza del suo ruolo nel processo di democratizzazione;
126
La commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere invita la
commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella
proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
1. sostiene pienamente la posizione della Commissione (comunicazione sul
decimo anniversario del partenariato euromediterraneo: un programma di
lavoro per far fronte alle sfide dei prossimi cinque anni (COM(2005)0139)
stando alla quale la parità di opportunità fra le donne e gli uomini
rappresenta una questione trasversale che incide sullo sviluppo umano ed
economico e, pertanto, chiede che i diritti della donna siano rispettati e
incentivati nel processo di Barcellona rivisitato, in particolare nell’ambito
dei tre pilastri del partenariato;
2. invita i governi dei paesi partner a riconoscere, a rispettare e a tutelare
i diritti fondamentali e lo statuto della donna quali sono codificati nei
trattati internazionali e lancia un appello ai governi dei paesi partner
affinché accelerino le riforme legislative, amministrative e di altro tipo
nella prospettiva di stabilire l’uguaglianza giuridica fra gli uomini e le
donne nella vita familiare e pubblica, nonché a integrare l’uguaglianza
dei sessi in tutte le loro politiche con obiettivi a breve e a lungo termine;
5. esprime la propria inquietudine dinanzi alle evidenti discriminazioni
che le donne subiscono sul mercato del lavoro, nei sistemi scolastici e di
formazione professionale, nella partecipazione politica e civica, nonché
dinanzi ai gravi problemi che esse affrontano, come la violenza; invita
i paesi partner a dar prova di un’effettiva volontà politica e di efficacia
operativa per far evolvere la mentalità e promuovere l’uguaglianza fra le
donne e gli uomini.
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
SUGGERIMENTI
127
Parere della commissione per i diritti della donna
e l’uguaglianza di genere (02.12.2008) destinato
alla commissione per gli affari esteri sui rapporti tra
l’Unione europea e i paesi del Mediterraneo (2008/2231/INI)
4. esprime preoccupazione per la povertà e l’esclusione sociale di cui sono
principalmente vittime le donne e i bambini e mette in guardia dalle gravi
conseguenze determinate da politiche che non tengano in debito conto la
necessità di promuovere la parità dei diritti e delle opportunità tra uomini
e donne, nel rispetto della dignità della donna;
Il PPE-DE ha partecipato alla stesura finale della relazione con la relatrice
ombra per parere del Gruppo PPE-DE, l’on. Mme Edit Bauer (PPE DE/SK)
5. sottolinea che è fondamentale riconoscere i diritti in materia di nazionalità
alle donne migranti da paesi terzi, comprese quelle provenienti dalla
sponda meridionale del Mediterraneo, negli Stati membri al fine di
La commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere invita la
commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti:
128
1. esorta gli Stati membri e tutti i partner del Mediterraneo coinvolti nel
processo di Barcellona a prestare una maggiore attenzione alla situazione
delle donne e al tema delle pari opportunità tra uomini e donne,
sottolineando l’importanza di inserire la questione del genere all’interno
di tutte le politiche e le misure volte a promuovere l’uguaglianza tra i
generi;
2. chiede a tutti gli Stati che partecipano all’iniziativa «Processo di Barcellona:
Unione per il Mediterraneo» di ratificare la Convenzione sull’eliminazione
di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne (CEDAW),
come pure tutti gli altri strumenti dell’ONU e dell’Organizzazione
Internazionale del Lavoro in materia di diritti dell’uomo;
3. esprime rammarico per il fatto che nella comunicazione della Commissione
intitolata «Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo» non venga
dato ampio respiro al tema della situazione delle donne, e evidenzia la
necessità di includere tra gli obiettivi dei progetti la promozione della
coesione geografica, economica e sociale, tenendo costantemente in
considerazione la questione delle pari opportunità tra uomini e donne e
la prospettiva di genere;
difenderne efficacemente i diritti;
6. invita tutti i protagonisti del processo di Barcellona a prestare particolare
attenzione allo sviluppo e al finanziamento pubblico dei progetti volti
a migliorare le condizioni di vita delle donne, soprattutto in materia
di salute sessuale e riproduttiva, di formazione, di creazione di posti di
lavoro dignitosi in cui vengano pienamente rispettati i diritti delle donne
e di creazione di strumenti di sostegno all’infanzia e alla terza età, in
grado di facilitare l’inclusione delle donne nella società;
7. sottolinea l’importanza di favorire l’accesso delle donne a tutti i livelli
del sistema di istruzione, sapendo che una manodopera adeguatamente
qualificata contribuisce in maniera decisiva non solamente a ridurre le
disparità tra uomini e donne, ma anche a sostenere la competitività e la
coesione sociale di una intera economia;
8. esorta gli Stati membri e i partner del processo di Barcellona a intervenire
concretamente in materia di pari opportunità e di lotta alla discriminazione
delle donne in tutti i settori, in particolare nell’ambito del lavoro, della
famiglia e dell’istruzione, per prevenire la violenza sulle donne e il
traffico di esseri umani, nonché promuovere il rispetto e la valorizzazione
del ruolo della donna all’interno della società, in particolare facilitandole
l’accesso a posti di responsabilità e di decisione;
9. ricorda che la maggior partecipazione delle donne al mercato del lavoro
nell’area euromediterranea richiede lo sviluppo delle infrastrutture e dei
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
SUGGERIMENTI
servizi necessari per consentire alle donne non solamente di accedere al
mercato del lavoro, ma anche di mantenervi la propria posizione;
129
10. sottolinea la necessità di creare legami più stretti tra le associazioni
femminili dei paesi mediterranei per favorire lo sviluppo della società
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
civile e la partecipazione attiva delle donne.
130
131
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
III. ALLEGATI – Informazioni generali
132
133
A. Q
UADRO POLITICO E ISTITUZIONALE
PER LA TUTELA DELLE DONNE
NEI PAESI PARTNER MEDITERRANEI
Essa esprime le proprie posizioni in merito a tutti i temi riguardanti
> Paesi (13) partner dell’Unione europea nell’area mediterranea: Albania,
Conferenza, nel 2005 è stata inoltre istituita una commissione ad hoc
Siria, Tunisia, Turchia e Autorità palestinese. La Libia ha status di
osservatore. Dal 2002 le attività di cooperazione nelle quali è coinvolta la
Turchia sono programmate, finanziate ed eseguite dalla DG Allargamento
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
della Commissione europea.
134
approva risoluzioni o raccomandazioni non giuridicamente vincolanti
e le trasmette alla Conferenza euromediterranea. Nell’ambito della
per i diritti delle donne nei paesi euromediterranei, cui partecipano
40 rappresentanti dei parlamenti nazionali degli Stati membri dell’UE,
dei paesi partner mediterranei e del Parlamento europeo, al fine di
analizzare il ruolo e la condizione della donna negli Stati membri
dell’APEM. La commissione è infatti divenuta permanente in seguito
a una decisione approvata dall’APEM, riunita in sessione plenaria, in
> Processo di Barcellona: istituito in occasione della Conferenza ministeriale
occasione della riunione tenutasi ad Atene nel marzo 2008. Nel maggio
euromediterranea dei ministri degli Esteri degli Stati membri dell’UE (che
2008 la commissione ha definito le tematiche sulle quali dovranno
allora erano 15 e attualmente rappresentano tutti i 27 Stati membri) e dei
essere elaborate delle relazioni con riferimento alle seguenti tre aree: a)
paesi terzi mediterranei (PTM), tenutasi a Barcellona il 27 e 28 novembre
analisi comparativa dei diritti delle donne nei paesi dell’UE e nei paesi
1995. Il processo ha gettato le basi per una cooperazione regionale tra i
partner, b) partecipazione delle donne alla vita politica, economica e
paesi euromediterranei nei seguenti tre ambiti: a) politica e sicurezza, b)
sociale, c) accesso delle donne all’istruzione e alle prestazioni sanitarie,
cooperazione economica e finanziaria e c) partenariato culturale, sociale e
d) programmi UE e strumenti finanziari dei programmi a favore delle
umano, contribuendo al consolidamento delle relazioni bilaterali esistenti
donne e finalizzati alla promozione della parità di genere. Nelle proprie
e delle politiche nazionali. In questo contesto e in particolare nel quadro
risoluzioni, la commissione ha formulato numerose raccomandazioni in
del partenariato economico e finanziario ci si propone di raggiungere un
merito ai diritti delle donne nelle summenzionate aree e, in particolare,
miglioramento della condizione della donna nonché la promozione della
con riferimento alla migrazione delle donne e al ruolo della donna nel
partecipazione attiva delle donne alla vita economica e sociale e al mercato
settore scientifico. La prossima riunione della commissione è prevista per
del lavoro. Nel 2005 il tema dell’immigrazione è stato inserito tra i settori della
il 1° dicembre 2008 a Bruxelles.
cooperazione, con particolare attenzione all’immigrazione delle donne.
Per maggiori informazioni:
http://ec.europa.eu/external_relations/euromed/index_en.htm
http://www.europarl.europa.eu/intcoop/empa/committee_women/default_en.htm
>P
olitica europea di vicinato (PEV): istituita immediatamente dopo
l’allargamento dell’UE nel 2004, essa integra e rafforza il processo di
> L’Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM) è la portavoce
Barcellona su un piano bilaterale anziché regionale attraverso piani
parlamentare del processo di Barcellona ed è stata istituita a Napoli il 3
d’azione elaborati dall’UE e dai paesi partner sulla base di accordi esistenti
dicembre 2003. Essa è formata da 120 deputati europei (75 provenienti
(accordi di associazione, che hanno sostituito gli accordi di cooperazione
dai parlamenti nazionali degli Stati membri e 45 dal Parlamento
in vigore negli anni ‘70). I piani d’azione riguardano anche il settore dei
europeo) e da 120 deputati ai parlamenti dei paesi mediterranei
diritti delle donne alla parità di trattamento, alla valorizzazione del loro
coinvolti nel processo. Essa svolge un ruolo consultivo e imprime
ruolo sotto l’aspetto economico e sociale e alla partecipazione alla vita
l’impulso necessario, fornendo contenuti e sostegno parlamentare per
economica e sociale e comprendono misure per contrastare la tratta delle
il consolidamento e lo sviluppo del partenariato euromediterraneo.
donne. Tali disposizioni fanno parte di regimi speciali o sono inserite in
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Libia, Mauritania, Marocco,
il partenariato, ivi inclusa l’attuazione degli accordi di associazione,
135
anche per la programmazione degli aiuti allo sviluppo messi a disposizione
B. I PRINCIPALI STRUMENTI FINANZIARI
A FAVORE DELLE DONNE NEL
MEDITERRANEO
dall’UE (in particolare mediante i documenti di strategia nazionale – DSN -,
> Il programma MEDA: avviato nel 1995, è il principale strumento finanziario
centrale nei programmi. Infatti, le priorità stabilite congiuntamente con il
governo di ciascun paese partner e registrate nei piani d’azione sono utili
valevoli per un periodo di sette anni, i programmi indicativi nazionali – PIN
–, elaborati a cadenza triennale, nonché i programmi annuali dettagliati)
e da altri donatori e istituzioni finanziarie. Il quadro della PEV è composto
inoltre dai seguenti elementi:
>C
ooperazione transfrontaliera (CBC), che costituisce una delle priorità
della PEV e completa il raggiungimento degli obiettivi della PEV
attraverso l’attuazione di programmi di cooperazione transfrontaliera
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
avviati nel quadro di MEDA;
sue attività. Esso è stato introdotto nel 1996 (MEDA I) e modificato nel
2000 (MEDA II) al fine di fornire assistenza finanziaria e tecnica ai paesi
del Mediterraneo meridionale. Esso riconosce la necessità di promuovere
il ruolo sociale ed economico delle donne, di fornire loro educazione e
lavoro nonché di promuovere l’incorporazione di disposizioni a tutela
dei loro diritti nella programmazione delle misure di cooperazione allo
sviluppo. Il programma MEDA ha sostituito diversi protocolli finanziari
bilaterali ed è finanziato da una voce del bilancio dell’UE. Nel periodo
> Il Programma interregionale (PIR), istituito su iniziativa dell’ENPI
1995-2001, MEDA ha rappresentato 5 071 miliardi di euro dei 6,4 miliardi
e volto a rafforzare la PEV nonché a intensificare il dialogo e la
di risorse di bilancio. Nel periodo in questione, l’86% delle risorse destinate
cooperazione a livello regionale in materia di trasparenza, coerenza,
al MEDA è stato assegnato in modo bilaterale ai partner ammissibili
efficacia e flessibilità. Probabilmente, esso svolgerà un ruolo sempre più
del finanziamento bilaterale, ossia Algeria, Egitto, Giordania, Libano,
importante presso i governi e le università, nelle città e nelle regioni al
Marocco, Siria, Tunisia, Turchia e Autorità palestinese mentre il 12% è
fine di garantire l’attuazione efficace e il rafforzamento per mezzo delle
stato stanziato per attività regionali e il restante 2% è andato agli uffici
azioni e delle iniziative intraprese.
di assistenza tecnica. Per la seconda fase di programmazione (2000-2006)
> Il processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo: varata in occasione
MEDA ha beneficiato di una dotazione di 5 350 miliardi di euro.
del vertice per il Mediterraneo di Parigi del 13 luglio 2008, intende
> Strumento europeo di prossimità e partenariato – ENPI: a partire dal
rafforzare, completare e rinnovare il partenariato e il processo di Barcellona
1° gennaio 2007 il programma MEDA è stato sostituito dallo strumento
introducendo maggiore trasparenza e rendendo più equilibrata la sua
europeo di prossimità e partenariato (ENPI), istituito nel contesto
governance. In altre parole, essa rappresenta un quadro politico rinnovato
della politica europea di vicinato (PEV) – 2004. L’ENPI è uno strumento
per la cooperazione tra l’UE e i paesi partner del Mediterraneo che potrà
finanziario maggiormente flessibile in grado di rispondere alle variazioni
imprimere un nuovo impulso per la promozione dei diritti delle donne. Vi
nelle priorità politiche. Per il periodo di programmazione 2007-2013, sono
prendono parte 43 Stati d’Europa e del Mediterraneo, tra i quali i 27 Stati
stati stanziati circa 12 miliardi di euro: un importo che rappresenta un
membri dell’UE, 13 paesi appartenenti al partenariato euromediterraneo
aumento di circa il 32% rispetto ai precedenti programmi. L’ENPI finanzia
e 4 ulteriori paesi: Bosnia-Erzegovina, Croazia, Monaco e Montenegro; la
15 programmi di cooperazione transfrontaliera (CBC) per un totale di 1,18
Libia partecipa in veste di osservatore.
miliardi di euro per il periodo 2007-2013 e fornisce assistenza tecnica e
http://www.ue2008.fr/PFUE/lang/en/accueil/PFUE-07_2008/PFUE-13.07.2008/
136
comunitario per l’attuazione del partenariato euromediterraneo e delle
sommet_de_paris_pour_la_mediterranee_4758
programmi di miglioramento della governance.
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
quelli riguardanti il rispetto dei diritti umani e occupano una posizione
137
politica di vicinato per il 2007 con uno stanziamento iniziale di 50 milioni
di euro, che ha consentito ai partner della PEV di beneficiare di prestiti a
partire dal 2008. Tuttavia, durante la fase iniziale, il Fondo ha sostenuto
MEDA 2006-2008: Il programma regionale intitolato “Il ruolo della donna
programmi pubblici relativi all’energia, all’ambiente e ai trasporti. Sono
nella vita economica”: su iniziativa della Presidenza belga e con il contributo
attualmente in corso le trattative per la creazione di un Fondo fiduciario per
e l’incoraggiamento del Parlamento europeo, il forum regionale sul
gli investimenti della politica di vicinato destinato ai paesi in via di sviluppo
“Ruolo della donna nello sviluppo economico: la dimensione della parità
da far rientrare nel Fondo investimenti per la politica di vicinato. Questi
tra uomini e donne nel partenariato euromediterraneo” si è tenuto a
fondi potranno successivamente essere utilizzati per rafforzare i programmi
Bruxelles nel 2001. Esso si proponeva di favorire la condivisione di pareri
finalizzati a promuovere il ruolo della donna.
sull’elaborazione del primo programma regionale per la promozione della
Sia il programma MEDA che l’ENPI sono finanziati e coordinati dall‘ufficio di
cooperazione EuropeAid della Commissione europea.
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
C. P
ROGRAMMI A FAVORE DELLE DONNE
NEI PAESI PARTNER MEDITERRANEI
partecipazione delle donne alla vita economica. Tale programma regionale
è stato infine avviato alla fine del 2005 e proseguirà sino a gennaio 2009.
I suoi obiettivi sono la promozione dei diritti economici delle donne e
> L’iniziativa europea per la democrazia e i diritti umani (EIDHR): benché
il rafforzamento dell’imprenditorialità femminile. Esso è finanziato dal
sia stato suggerito il suo assorbimento da parte dell’ENPI, essa ha infine
programma MEDA con 5 milioni di euro stanziati dal 2005 e si concentra
mantenuto la propria autonomia quale strumento finanziario finanziato
su quattro settori: a) maggiore integrazione delle donne nel mondo del
da EuropeAid quale programma tematico. Questo strumento non ha un
lavoro; b) sostegno all’iniziativa imprenditoriale e alle capacità manageriali
carattere geografico (sebbene esso integri i programmi geografici) ma i
nonché alla creazione di piccole e medie imprese. Entrambe le misure sono
cosiddetti regimi di sostegno nazionali da esso finanziati sono realizzati e
finalizzate a promuovere l’affidabilità delle donne e a migliorare l’accesso
coordinati su base locale da delegazioni presenti in diversi paesi, compresi
da parte delle stesse ai programmi di finanziamento; c) promozione della
quelli del Mediterraneo.
partecipazione femminile alla definizione delle politiche e alla creazione
> Il Fondo per gli investimenti e il partenariato euro-mediterranei (FEMIP):
esso è diretto dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) e si propone
di raggiungere lo sviluppo economico dei paesi del Mediterraneo. Le sue
attività si concentrano su due aree prioritarie: sostegno al settore privato e
preparazione di un ambiente favorevole per gli investimenti. Esso finanzia
inoltre programmi di promozione del ruolo della donna. http://www.eib.org/projects/regions/med/index.htm
di reti femminili; e d) educazione e formazione professionale per donne
e contestuale incremento della consapevolezza in materia di integrazione
delle questioni di genere in tutti i settori. Il programma fornisce assistenza
tecnica a sette organizzazioni non governative (ONG) regionali che attuano
i progetti EOWEL (Enhancing Opportunities for Women in Economic Life
– Potenziare le opportunità per le donne nella vita economica) attraverso
programmi formativi e di apprendistato destinati alle donne, l’offerta di
assistenza tecnica e informazioni e la creazione di reti di comunicazione.
Sono già stati realizzati degli studi nell’ambito del programma sull’adeguata
integrazione delle questioni di genere nella programmazione delle politiche
nazionali. In particolare, nel periodo 2006-2007, sono stati realizzati due
studi riguardanti le seguenti tematiche: a) meccanismi di registrazione
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Nel quadro della PEV, esso finanzia inoltre il Fondo investimenti per la
destinati alle donne, in particolare a quelle che si oppongono a quadri
138
giuridici discriminatori e b) analisi della situazione economica della donna,
ivi incluso lo studio del diritto di famiglia e del lavoro. Il programma offre
139
inoltre una rete per la creazione di contatti e lo scambio di esperienze
dalla Commissione e stavolta essa è fondata sulle risposte fornite dai
nonché per l’analisi delle conclusioni degli studi al fine di ottenere migliori
paesi a un questionario strutturato secondo le tre aree del processo
trasparenza e capacità di risposta ai bisogni delle donne nei paesi partner
di Barcellona e su un ambito orizzontale generale. Anche il Forum
mediterranei.
euromediterraneo degli istituti economici (FEMISE) e la Fondazione Anna
2006) – Conferenza ministeriale euromediterranea sulla parità di genere:
rafforzamento del ruolo della donna nella società. Siglato nell’ambito
del processo di Barcellona e in particolare delle conclusioni e degli
impegni (piano d’azione 2005-2010) del vertice euromediterraneo «10+»
tenutosi a Barcellona dal 27 al 29 novembre 2005 in occasione del
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
decimo anniversario dalla creazione del processo e della conferenza
svolte nel periodo 2007-2008 nelle tre aree e indica che, per il 2009, la
maggior parte dei paesi ha scelto i seguenti settori prioritari: accesso
all’occupazione, lotta alla violenza contro le donne, parità di genere,
conciliazione della vita pubblica e della vita privata, partecipazione delle
donne alla vita politica, integrazione della prospettiva di genere in tutte
le politiche e lotta ai pregiudizi.
euromediterranea sul ruolo delle donne, svoltasi nel medesimo periodo,
> Nell’ambito dell’attuazione del piano, è stato avviato nel maggio 2008
ha conferito l’incarico per l’organizzazione della Conferenza di Istanbul.
un nuovo programma regionale valido per un periodo di circa tre anni
Nel 2006 a Istanbul i paesi vicini si sono impegnati ad affermare la parità,
(2008-2011) denominato “Promuovere la parità tra uomo e donna nella
nel diritto e nella prassi. È stato adottato un piano d’azione quinquennale
regione euromediterranea” volto a sostenere gli enti governativi nella
per la promozione del ruolo delle donne nella società nelle tre aree del
gestione delle tematiche di carattere giuridico e sociale, a completamento
processo di Barcellona: diritti civili e politici, diritti sociali ed economici e
degli altri programmi UE a sostegno delle ONG e delle organizzazioni
sviluppo sostenibile nonché diritti delle donne in ambito culturale e ruolo
della società civile. Il programma finanzia inoltre azioni nell’ambito
delle comunicazioni e dei mezzi di comunicazione. Il quadro comprende i
della parità tra uomini e donne e dei mezzi di comunicazione di massa
37 paesi euromediterranei e la Commissione europea.
mediante uno stanziamento di 1,5 milioni di euro della posta di bilancio
> Il finanziamento del programma è garantito attraverso il terzo
pilastro del programma regionale ENPI sulla parità di genere nei 10
paesi partner, i contributi degli Stati membri a livello bilaterale e il
dei programmi regionali per la parità di genere (2007) e di 3,5 milioni
di euro della rubrica di bilancio destinata a dar seguito agli impegni di
Istanbul (ENPI).
Fondo euromediterraneo di investimento e di partenariato (FEMIP-
Per maggiori informazioni sui programmi, consultare anche:
BEI). La revisione di metà periodo, prevista per il 2010, consentirà un
http://ec.europa.eu/external_relations/euromed/women/docs/index_en.htm
adeguamento e una rivalutazione delle risorse, a seconda dei casi.
http://ec.europa.eu/external_relations/euromed/index_en.htm
> L’attuazione del piano d’azione è controllata mediante relazioni annuali
predisposte durante la seconda delle due riunioni di verifica cui partecipa
un Gruppo di esperti di alto livello. Quest’anno la riunione si terrà il 13
ottobre a Bruxelles al fine di discutere la relazione della Commissione
per il 2008 in merito all’attuazione dell’esito del processo di Istanbul;
in tale occasione sarà preso in esame il programma per la conferenza
ministeriale sul rafforzamento del ruolo della donna nella società
140
Lindh (ALF) hanno fornito informazioni. La relazione espone le attività
programmata per il 2009. Si tratta della seconda relazione elaborata
(cfr. programmes and projects PDF, pag. 68)
http://www.roleofwomenineconomiclife.net/
> In occasione della recente conferenza dei ministri degli Esteri dei 43 paesi
partner dell’”Unione per il Mediterraneo”, tenutasi nel novembre 2008,
i ministri hanno evidenziato la necessità di rafforzare le conclusioni e
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
>M
EDA / ENPI: Piano d’azione quinquennale di Istanbul (14-15 novembre
gli impegni di Istanbul, in vista della seconda conferenza ministeriale
prevista per il 2009 in Marocco. Nell’ambito di tale conferenza saranno
istituiti due gruppi di lavoro. Il primo proseguirà l’attività del Gruppo
141
creato a Bruxelles nel 2008 sul tema della «Partecipazione delle donne
e i relativi allegati
alla vita politica”, mentre il secondo sarà istituito per curare la fase
http://ec.europa.eu/europeaid/where/worldwide/health/documents/
preparatoria della conferenza, quale seguito degli impegni di Istanbul in
strategy_annexes_en.pdf
tema di “Diritti sociali delle donne e sviluppo sostenibile” e “Diritti delle
donne in ambito culturale e ruolo della comunicazione e dei media».
In particolare:
Esistono poi altri programmi a sostegno dei diritti delle donne nelle tre aree
> Programma d’azione annuale 2007: 6,8 milioni di euro sono stati stanziati
del processo di Barcellona finanziati attraverso programmi tematici quali il
per favorire la parità di genere nella regione mediterranea nel 2007. Il
programma “Investire nelle persone” (2007-2013) di EuropeAid e EIDHR.
programma d’azione annuale comprende due iniziative principali per
livello mondiale ma anche nei singoli Stati al fine di ottenere il rispetto
tematico nell’ambito della cooperazione con i paesi terzi (aiuti allo
degli impegni politici e l’adozione di iniziative giuridiche ed economiche
sviluppo) con un pilastro specifico per l’affermazione dell’uguaglianza
atte a garantire pari opportunità. La gestione è affidata all’UNIFEM
razziale. Il programma si propone di rafforzare la posizione delle donne
(Fondo delle Nazioni Unite per le donne) e all’UNICEF (Fondo delle
attraverso la lotta all’analfabetismo tra le donne adulte, l’igiene sessuale,
Nazioni Unite per l’infanzia). Esso garantisce inoltre il sostegno degli
l’informazione su malattie quali l’HIV/AIDS, l’offerta di protezione sociale,
attuali programmi nei paesi mediterranei nell’ambito dell’attuazione
occupazione e accesso ai processi decisionali, la tutela dei diritti economici
del piano d’azione di Istanbul, per il quale è stato pubblicato un invito a
e della specificità culturale delle donne, il rafforzamento delle politiche
presentare proposte alla fine del 2007.
di tutela delle pari opportunità attraverso l’integrazione delle questioni
di genere in diversi campi d’azione ma anche per mezzo di specifici
> Programma d’azione annuale 2008: vengono proseguite le azioni volte a
stanziamenti pari a circa il 5% del bilancio totale del programma. Il
promuovere la parità tra uomini e donne, in particolare quelle riguardanti
programma è attuato a livello mondiale e mira a promuovere l’impegno
lo sviluppo di politiche, la sensibilizzazione e la vigilanza nei seguenti
giuridico, economico e politico attraverso procedure di aggiudicazione
settori prioritari: riduzione del tasso di analfabetismo tra le donne adulte,
diretta di contratti, accordi diretti o bandi di gara ma anche a livello
superamento delle disparità nei paesi in cui la vita delle donne è disciplinata
nazionale mediante inviti a presentare proposte finalizzati a incrementare
da leggi non scritte e tutela dei diritti di proprietà delle donne. Tali misure
la partecipazione delle ONG. Verrà attribuita priorità ai paesi secondo
sono attuate attraverso inviti a presentare proposte a sostegno degli sforzi
l’urgenza delle iniziative necessarie. Al programma non viene applicato un
delle organizzazioni della società civile per i diritti delle donne al fine di
approccio “dall’alto verso il basso” ma viene favorita la partecipazione di
influenzare i processi decisionali dei governi e di altri enti. Sono state
soggetti attivi nell’ambito della parità di genere, nella programmazione
inoltre introdotte disposizioni per favorire l’attuazione della risoluzione
e nell’attuazione del programma e negli stanziamenti di bilancio. Gli
1325 del Consiglio di sicurezza dell’ONU sull’importanza del ruolo delle
stanziamenti derivano dal bilancio comunitario per EuropeAid volto al
donne nel mantenimento della pace e per finanziare l’organizzazione di
rafforzamento del ruolo delle donne. Ulteriori finanziamenti provengono,
un colloquio internazionale sull’emancipazione femminile, sullo sviluppo
in alcuni casi, dal Fondo europeo di sviluppo (FES). Consultare il programma
della leadership, sulla pace e la sicurezza internazionali, in collaborazione
d’azione pluriennale inserito nel piano tematico strategico all’indirizzo
con il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (PSNU), dal presidente
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
la parità di genere: sviluppo di politiche, sensibilizzazione e vigilanza a
>E
uropeAid – “Investire nelle persone” 2007-2013: si tratta di un programma
della Liberia signora Johnson Sirleaf, nel marzo 2009. Sono state infine
142
http://ec.europa.eu/europeaid/where/worldwide/health/documents/
introdotte delle misure per colmare il divario tra l’impegno per la parità
strategy_paper_en.pdf
e l’attuazione mediante un aumento delle dotazioni finanziarie stanziate
143
dall’UE nel 2006 per il funzionamento del programma “Assistenza tecnica
> Iniziativa europea per la democrazia e i diritti umani (EIDHR) – Sostegno
e trasparenza per la parità di genere nello sviluppo, la pace e la sicurezza”
alle azioni della società civile: nel proprio programma d’azione annuale
del Fondo delle Nazioni Unite per le donne (UNIFEM), finalizzato a
per il 2008, l’EIDHR prevede finanziamenti totali per 46,2 milioni di
coordinare i donatori, raggiungere una maggiore efficienza delle azioni e
euro a beneficio dei programmi transnazionali e regionali attuati dalla
preparare l’organizzazione, alla fine del 2008, della conferenza dell’OCSE
società civile finalizzati, tra l’altro, alla lotta contro la discriminazione
(Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) in Ghana
delle donne e ad assicurare la parità tra uomo e donna sul piano sociale,
riguardante la revisione della dichiarazione di Parigi sull’efficacia degli aiuti
politico e economico in tutte le aree di cooperazione, compresa la regione
allo sviluppo. In tale occasione della quale sarà discussa l’incorporazione
mediterranea. Per ulteriori informazioni consultare:
di disposizioni a tutela delle donne nelle previsioni di bilancio relative
alle azioni di sviluppo. Cfr. programma d’azione annuale per il 2008,
allegati J, K, L
http://ec.europa.eu/europeaid/where/worldwide/eidhr/index_en.htm
e in particolare http://ec.europa.eu/europeaid/where/worldwide/eidhr/
documents/updated_action_fiches_1to7_en.pdf
http://ec.europa.eu/europeaid/where/worldwide/gender/index_en.htm
occasione della Giornata internazionale della donna, ha ottenuto notevole
successo. Il concorso è incentrato sul tema della parità di genere e mira
ad avvicinare i bambini di età compresa tra gli 8 e i 10 anni, provenienti
da 61 paesi terzi (di 5 regioni del mondo in 3 continenti, compresa l’area
mediterranea), al tema del ruolo della donna nella società. Ogni anno
vengono selezionati due disegni per ciascuna regione partner dell’UE
(Asia, Africa-Caraibi-Pacifico, America latina, area mediterranea e altri
paesi vicini) e ai vincitori viene assegnato un premio in denaro. I disegni
sono raccolti in un opuscolo distribuito nelle scuole dei paesi delle regioni
coinvolte e nelle scuole europee partecipanti al concorso. Durante la
prima fase del concorso, la giuria è composta da rappresentanti dei paesi
partecipanti che svolgono un ruolo attivo nell’affermazione della parità
dell’Unione:
> Gruppo di lavoro delle donne leader: è stato istituito nel 2006 dal
Segretario di Stato statunitense Condoleezza Rice con la finalità di
rafforzare il ruolo delle donne nel mondo promuovendo i loro diritti
nell’educazione, affermando il loro ruolo politico ed economico e
facilitando il loro accesso alla giustizia. Il Gruppo è composto da donne
che in tutto il mondo ricoprono la carica di capo di stato, ministro o altre
cariche di alto grado e si riunisce a cadenza regolare. Finora si sono tenute
tre importanti riunioni: a New York e Vienna (sui temi della pace e della
sicurezza nella regione del Medio Oriente) nel 2007 e ad Atene nel giugno
2008.10 http://www.state.gov/s/we/c25293.htm
di genere nel proprio paese di provenienza. Durante la seconda fase del
Il tema trattato durante l’ultima riunione è stato: «Iniziativa di nuova
concorso, a Bruxelles, la giuria è composta da un membro proveniente
generazione: interessi locali per diritti globali – forum regionale sul Medio
da ciascuna regione, anch’esso attivo nella tutela dei diritti delle donne.
Oriente delle imprenditrici a livello locale e regionale».
Ogni membro della giuria, proveniente da ciascuna delle cinque regioni
partecipanti, valuta i disegni dei bambini di una regione diversa dalla
propria. Nel 2008, in particolare, la giuria era composta da bambini della
medesima fascia d’età (8-10 anni) provenienti dagli Stati membri dell’UE.
http://ec.europa.eu/europeaid/where/worldwide/gender/drawing-
144
Altre iniziative al di fuori dell’UE alle quali prendono parte gli Stati membri
competition-2008/concours-dessin-2008_en.htm)
10. Nel
marzo 2008, su iniziativa del commissario per le relazioni esterne Benita
Ferrero-Waldner, è stata organizzata una conferenza internazionale a Bruxelles
nel quadro del gruppo di lavoro delle donne leader sul “Contributo delle donne
per la stabilità di un mondo insicuro”. Per ulteriori informazioni: http://ec.europa.eu/commission_barroso/ferrero-waldner/women_en.htm
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
> Concorso di disegno per bambini: indetto per la prima volta nel 2007 in
145
anche due seminari tematici sull’”Imprenditorialità femminile nel
quadro della risoluzione dei conflitti: le donne come fattore di pace» e
sull’»Imprenditorialità femminile in un contesto post-bellico: imprenditrici
Documento regionale in materia di genere per l’area MENA (Banca Mondiale,
come fattori e fautori della stabilità nel processo di costruzione della
dicembre 200711) e relazione sullo sviluppo umano nel mondo arabo 200512
nazione”.
(Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, PNUS)
> Si è inoltre deciso di accelerare il processo per la creazione di un
In assenza di dati statistici e analisi elaborati per conto dell’UE e dell’Assemblea
Fondo comune (FUND) per la promozione dell’imprenditorialità locale
parlamentare euromediterranea in relazione alla condizione della donna
e regionale nel Medio Oriente e nell’Africa settentrionale (MENA).
nei paesi partner dell’UE nella regione mediterranea, sono stati estrapolati
Il Fondo si propone di concentrare gli sforzi finanziari e le iniziative
i seguenti dati dal documento regionale in materia di genere per l’area
che attualmente coesistono e che, in alcuni casi, potrebbero risultare
MENA della Banca Mondiale del dicembre 2007 e dalla relazione sullo
controproducenti. Il Fondo concentrerà la propria attività nelle iniziative
sviluppo umano nel mondo arabo del Programma delle Nazioni Unite per lo
formative ed educative destinate alle donne della regione. Il Gruppo di
sviluppo del 2005.
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
lavoro costituirà una commissione che fornirà le modalità organizzative
146
D. L A CONDIZIONE DELLA DONNA
NELLA REGIONE MEDITERRANEA
del Fondo garantendo la partecipazione delle rappresentanti dell’area
MENA.
Secondo tali relazioni, si è registrato un notevole progresso con riferimento
al riconoscimento e al rispetto dei diritti delle donne nel Medio Oriente
benché nella regione si registri tuttora un ritardo in termini di parità di
> La conferenza ha inoltre deciso di creare un premio per l’imprenditorialità
genere. Secondo quanto esposto nella Relazione annuale dell’UNDP sullo
femminile, da conferirsi con cadenza biennale a iniziative imprenditoriali
sviluppo umano nel mondo arabo del 2005 (una nuova relazione per il
significative avviate da donne nell’area MENA. I relativi costi saranno
2008 è in fase di elaborazione e si concentra sulla tematica della sicurezza
sostenuti dalla Grecia.
dei cittadini), ciò costituisce uno dei principali ostacoli allo sviluppo sociale,
> La Conferenza ha inoltre previsto un programma di tirocinio destinato
a giovani donne dell’area MENA presso imprese pubbliche e private al
di fuori dalla regione stessa. I primi due programmi di tirocinio saranno
messi a disposizione dalla Grecia.
Per ulteriori informazioni sugli impegni di Lagonisi, consultare:
http://www.mfa.gr/www.mfa.gr/Articles/el-GR/030608_M1933.htm
economico e politico dell’area. Sebbene i movimenti moderati abbiano
registrato uno sviluppo sensibile negli ultimi 50 anni e benché le loro
posizioni sulle principali questioni sociali siano profondamente mutate, essi
non sono ancora riusciti a neutralizzare le influenze della stabilità sociale
nei paesi arabi su diverse questioni sociali, quali ad esempio quella dei diritti
delle donne.
Gli sviluppi più significativi nell’ambito dei diritti delle donne nel Medio
Oriente e nell’Africa settentrionale (MENA) si sono avuti nel settore del
riconoscimento dei diritti legittimi. In particolare, tutti i paesi partner (ad
11. http://web.worldbank.org/WBSITE/EXTERNAL/COUNTRIES/MENAEXT/EXTMNAR
EGTOPGENDER/0,,menuPK:493339~pagePK:34004175~piPK:34004435~theSiteP
K:493333,00.html
12. http://www.arab-hdr.org/contents/index.asp?rid=1
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
> Oltre alla discussione, durante la conferenza di Atene si sono tenuti
147
dimostrata dai datori di lavoro per la forza lavoro maschile, una carenza
Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le
generalizzata di posti di lavoro, la discriminazione riguardante condizioni
donne. Tuttavia, essi hanno espresso delle riserve, che in alcuni casi appaiono
di lavoro e retribuzione e una legislazione che discrimina le donne. Anche
ingiustificate, riguardo a diverse disposizioni che, in definitiva, influiscono
tra i paesi di una stessa regione esistono notevoli differenze: in Algeria, ad
sul livello di protezione garantito. Infatti, alcuni articoli, tra i quali l’articolo
esempio, si è registrata una drastica riduzione del tasso di disoccupazione
2 (principio dell’eguaglianza tra uomo e donna), l’articolo 9 (discriminazione
femminile (durante il periodo 2001-2004, la disoccupazione femminile si è
in materia di cittadinanza dei figli) e l’articolo 16 (discriminazione nelle
ridotta del 13%, a fronte di un dato per la popolazione maschile del 9,5%)
questioni relative al matrimonio e ai rapporti familiari) sono stati respinti,
mentre in Marocco la partecipazione femminile al mercato del lavoro si è
parzialmente o totalmente, poiché risultano essere contrari alla legge
ulteriormente ridotta. Inoltre, si può inoltre registrare un basso grado di
islamica (Sharia). Tuttavia, molti paesi (tra i quali Tunisia, Marocco, Egitto,
partecipazione femminile nei settori economici diversi da quello agricolo,
Algeria e Giordania) hanno riconosciuto legalmente la parità di genere,
con una percentuale in tali settori di quasi il 20%, ad eccezione dell’Algeria
approvando delle leggi che riconoscono lo status sociale delle donne nonché
e dell’Egitto, a dimostrazione dell’impossibilità di un accesso equo delle
norme di diritto di famiglia riguardanti, tra l’altro, il divorzio, la nazionalità
donne all’economia formale. Nei casi in cui le donne lavorano in un settore
dei figli. In questo ambito i paesi del Maghreb hanno registrato notevoli
diverso da quello agricolo, esse operano di norma nel settore dei servizi,
progressi. Inoltre, i legislatori hanno compiuto notevoli sforzi per eliminare
caratterizzato da retribuzioni molto basse. Si ritiene che attraverso la
le forme discriminatorie previste dal diritto penale, sebbene essi abbiano
promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro e alla
riguardato casi concreti e i loro risultati siano frammentari. Nonostante
vita economica, il pregiudizio secondo il quale spetta all’uomo provvedere
ciò, le legislazioni nazionali presentano tuttora problematiche riguardanti
finanziariamente alla famiglia sarebbe superato e il reddito familiare
temi quali matrimonio, divorzio, affidamento dei figli, nazionalità dei figli
registrerebbe un aumento, portando a una riduzione dei livelli di povertà.
(le donne coniugate con stranieri non possono generalmente trasmettere
la propria nazionalità ai figli, ma si stanno registrando notevoli mutamenti
a questo riguardo) o la protezione delle donne contro i delitti d’onore, la
violenza e gli abusi sessuali.
Nel settore dell’educazione, negli scorsi due decenni si è registrata una
tendenza positiva, evidenziata in particolare da studi comparativi tra donne
adulte e giovani. Gli investimenti in favore dell’educazione delle ragazze si
sono rivelati molto proficui: la percentuale di iscrizioni da parte di ragazze
Per quanto attiene alla partecipazione femminile alla vita economica,
(confrontata con la percentuale corrispondente di ragazzi) alle scuole
si è notato un aumento dal 28% registrato nel 2000 al 30% del 2004. Si
primaria e secondaria è aumentata dall‘85% del 2000 al 92% del 2002.
evince, infatti, che in alcuni casi le donne svolgono importanti attività
Anche la percentuale di ragazze che ha portato a termine il proprio corso di
imprenditoriali. Il 14,5% delle imprese è di proprietà di donne e un terzo di
studi è aumentata (85% nel 2002), consentendo alle ragazze di occupare la
esse rientra nella categoria delle “grandi imprese”. La percentuale registrata
maggior parte delle posizioni di eccellenza, di affermarsi quali destinatarie
nell’area MENA risulta maggiore rispetto al dato corrispondente in altre aree
maggiormente ricettive degli interventi formativi e a registrare prestazioni
del mondo. È opportuno sottolineare che le imprese di proprietà di donne
scolastiche migliori rispetto ai ragazzi, numericamente più rappresentativi.
impiegano in gran parte personale femminile e operano principalmente
Tuttavia, le differenze persistono e nel mondo arabo si registra uno dei tassi
nel settore alimentare (in Egitto) e nell’industria tessile (in Marocco e in
di analfabetismo femminile più elevato, vicino al 50% della popolazione
Siria). Tuttavia, si registra ancora un ritardo nell’area MENA rispetto ad
femminile (a fronte di un terzo dei ragazzi), con una percentuale molto
altre regioni, nelle quali questa percentuale è del 55%. Alla base della
bassa di scolarizzazione, nonostante i risultati positivi registrati in alcuni Stati
partecipazione generalmente limitata delle donne vi sono la preferenza
arabi, in particolare nell’area del Golfo. Inoltre, si conferma la tradizionale
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
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eccezione, naturalmente, dell’Autorità palestinese) hanno sottoscritto la
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partecipazione delle ragazze in determinati settori educativi, considerati più
La percentuale di donne presenti nei parlamenti nazionali è aumentata dal
“appropriati” alle ragazze, quali letteratura e scienze umane o sociali, per
4% registrato nel 2000 al 6% nel 2004. I migliori risultati si sono ottenuti
le quali la richiesta del mercato del lavoro è decisamente limitata, benché
in Tunisia, Giordania e Marocco, a seguito di nomine e dell’introduzione di
l’opinione pubblica sembri sostenere la parità di accesso all’educazione e
leggi sulle quote di presenza femminile. Per la prima volta, inoltre, sono state
la capacità delle ragazze di scegliere il proprio settore di specializzazione
nominate delle donne a ricoprire ruoli di governo e altre funzioni di alto
nell’istruzione superiore.
livello. A questo riguardo si sono particolarmente distinti Algeria, Libano,
decisamente positiva e si sta procedendo nella medesima direzione.
L’aspettativa di vita delle donne è aumentata da 68 anni nel 1997 a 70
anni nel 2003 e il tasso di fertilità si è ridotto durante il medesimo periodo
da quattro figli nel 1997 a tre per donna nel 2003, come conseguenza
dell’educazione e delle politiche di pianificazione familiare. Un numero
maggiore di donne e ragazze può oggi accedere all’assistenza sanitaria.
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
Tuttavia, l’accesso alle prestazioni sociali e sanitarie è limitato per le
donne che risiedono nelle aree rurali e la mortalità femminile è elevata a
causa, soprattutto, dei matrimoni e delle gravidanze precoci. La mortalità
Giordania e Siria. Tuttavia, la percentuale di donne deputate ai parlamenti
degli Stati arabi rimane inferiore al 10% e si attesta tra i minimi al mondo.
Esistono tuttora molti pregiudizi e vuoti giuridici che impediscono alle
donne di partecipare concretamente alla vita politica e finché non saranno
introdotte delle quote il progresso sarà alquanto lento. Inoltre, anche
gli aumenti percentuali rilevati non riflettono alcun progresso costante
nell’emancipazione femminile, in generale; al contrario, molto spesso essi
riguardano le donne appartenenti alle classi elitarie, donne sostenute dallo
Stato o donne nominate dai partiti al potere come operazioni «di facciata»
per le politiche attuate.
femminile raggiunge una media di 179 decessi per ogni 100 000 nascite. Le
In materia di attività della società civile, un numero sempre maggiore di
donne sono inoltre colpite dalle malattie croniche. Ciò non risulta essere
organizzazioni e associazioni è stato istituito da donne che svolgono attività
una conseguenza degli elementi sopra descritti, delle condizioni di vita o dei
di grande rilevanza nella sensibilizzazione dei cittadini riguardo ai diritti
fattori di rischio ma è riconducibile a stili di vita discriminatori nei confronti
legittimi e di altra natura delle donne nonché nella sensibilizzazione delle
delle donne. L’incidenza di HIV/AIDS è limitata nell’area (2003: 0,1% della
donne stesse riguardo al loro stato di inferiorità e alla necessità di agire per
popolazione di età compresa tra 15 e 49 anni) ma la malattia interessa in
cambiare la situazione. Il profilo di tali organizzazioni è stato valorizzato
particolare le ragazze, che rappresentano ora il 50% della popolazione
attraverso il loro coinvolgimento diretto nella vita pubblica, anche mediante
infetta dal virus dell’HIV nel mondo arabo, poiché è stato dimostrato dal
il ricorso alla stampa indipendente, alle trasmissioni televisive via satellite,
punto di vista medico che le donne e le ragazze sono molto più vulnerabili al
alle riunioni private, alla partecipazione a campagne e, in particolare, a
virus, in particolare nella fascia d’età 15 - 24. Infatti, dal 2001 si è registrato
internet. In questo modo esse sono riuscite a attirare l’opinione pubblica
un aumento, in particolare in Egitto e in Algeria.
sulle norme che disciplinano la condizione sociale della donna inducendo
Per quanto attiene alla partecipazione e alla rappresentata pubblica, sono
stati compiuti notevoli progressi. La legislazione nazionale in molti Stati
arabi garantisce i diritti politici delle donne e la parità con riferimento alla
partecipazione elettorale e all’esercizio di cariche pubbliche.
I sondaggi mostrano come l’opinione pubblica sostenga il diritto delle
gli Stati arabi a migliorare il diritto di famiglia, con particolare attenzione
ai temi legati al matrimonio e al divorzio. Un importante ostacolo alla loro
attività è rappresentato dal fatto che la legislazione in molti Stati arabi nega
la partecipazione di tali organizzazioni alle questioni politiche, sostenendo
che la politica è indipendente dall’operato della società civile e dalle attività
private di carattere sociale e di solidarietà.
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
In materia di salute, nello scorso ventennio si è registrata una tendenza
donne a partecipare alla vita pubblica e a ricoprire cariche esecutive.
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In conclusione, con riferimento alla correlazione tra discriminazione razziale
e povertà, in particolare nell’area MENA, si è notato che la discriminazione
razziale influenza nella medesima misura sia le donne delle classi sociali
basse che quelle delle classi medio-alte. Le donne povere risultano tuttavia
essere particolarmente vulnerabili. I nuclei familiari sostenuti da donne
sono meno numerosi rispetto ad altre regioni e più vulnerabili alla
povertà. I fattori che influenzano i livelli di povertà di tali nuclei familiari
comprendono l’area di residenza, la situazione familiare e il numero di figli.
Inoltre, gli studi sottolineano la presenza di discriminazione all’interno di
tali nuclei familiari (es. in Egitto, Algeria, Giordania, Marocco e Tunisia),
posto che il basso reddito si ripercuote in primo luogo sulle possibilità di
accedere all’educazione, alle prestazioni sanitarie e all’occupazione da
parte delle donne e delle ragazze della famiglia. Cionondimeno, le donne
e gli altri membri della famiglia sembrano partecipare in misura maggiore
Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso
al mercato del lavoro nei casi in cui essi provengono da nuclei familiari
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disagiati sostenuti da donne rispetto a quelli nelle medesime condizioni
condotti da uomini.
In conclusione, malgrado l’uguaglianza tra i sessi sancita dal diritto
internazionale e le capacità dimostrate dalle donne in vari settori dell’attività
umana, come quelli letterario e artistico (es. cinema), nelle scienze sociali,
nelle discipline sportive e nell’imprenditorialità, e nonostante il loro
contribuito alle famiglie e alle società, le donne nell’area MENA continuano
a incontrare ostacoli, sia nella vita pubblica che in quella privata. È
pertanto necessario che l’UE prosegua nella propria attività di sostegno alla
sensibilizzazione al fine di superare i pregiudizi nei paesi partner.
Gruppo del Partito Popolare Europeo (Democratico-cristiano)
e Democratici Europei al Parlamento europeo
Pubblicato da:
Gruppo del PPE-DE al Parlamento europeo
Editore: Servizio Presidenza - Pubblicazioni
Coordinamento: Angela Kaladjis
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Indirizzo:
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Le donne nella regione Euro-mediterranea: Pilastri del progresso