Le donne nella regione E u r o - m e d i t e r r a n e a : Pilastri del progresso d i R o d i K R AT S A - T S A G A R O P O U L O U , Primo Viceprésidente del Parlemento europeo Gruppo del Partito Popolare Europeo (Democratico-cristiano) e Democratici Europei al Parlamento europeo Le donne nella regione E u r o - m e d i t e r r a n e a : Pilastri del progresso d i R o d i K R AT S A - T S A G A R O P O U L O U , Primo Viceprésidente del Parlemento europeo Contenuto Prefazione di Joseph Daul, Presidente del Gruppo del PPE-DE al Parlamento europeo 7 Introduzione di Rodi Kratsa Tsagaropoulou, primo Vicepresidente del Parlamento europeo, responsabile della cooperazione EUROMED e dell’APEM 9 2 Vicepresidente del Gruppo del PPE-DE al Parlamento europeo 13 I. A ll’Assemblea parlamentare Euromediterranea (APEM) 23 A. C ommissione ad hoc per i diritti della donna nei paesi Euromediterranei dell’APEM Concorso annuale di disegno (2007) sull’uguaglianza di genere, per i bambini di 8 - 10 anni provenienti dai paesi terzi della regione mediterranea. Concorso organizzato da Europe-Aid in occasione della giornata internazionale della donna. Vincitrice: Sarah Naser Khalil Al-manasear, Giordania Relazioni e audizioni pubbliche > Relazione – Documento di lavoro: Progetti comunitari e misure finanziarie dedicate ai programmi di sostegno a favore delle donne e dell’uguaglianza fra i sessi, 2a sessione plenaria dell’APEM 20-21 novembre 2006, Il Cairo 25 > Audizione pubblica della commissione ad hoc per i diritti della donna nei paesi euromediterranei dell’APEM, 17 ottobre 2007, Bruxelles a) Le donne e l’immigrazione nel Mediterraneo b) Le donne e la scienza nel Mediterraneo Concorso annuale di disegno (2008) sull’uguaglianza di genere, per i bambini di 8 - 10 anni provenienti dai paesi terzi della regione mediterranea. Concorso organizzato da Europe-Aid in occasione della giornata internazionale della donna. Vincitore: Mohamed Hédi Jemai, 10 anni, Tunisia 49 Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Conclusioni di Vito Bonsignore, 3 > 3a sessione plenaria dell’APEM, 16-17 marzo 2007, Tunisi 53 > 4a sessione plenaria dell’APEM, 27-28 marzo 2008, Atene 68 II. Al Parlamento europeo 79 A. R isoluzioni del Parlamento europeo sulle donne della regione euromediterranea > Risoluzione del Parlamento europeo sulla politica dell’Unione europea Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso nei confronti dei paesi mediterranei per quanto riguarda la promozione 4 dei diritti della donna e delle pari opportunità in tali paesi (2001/2129(INI)) – 7 febbraio 2002 81 > Risoluzione del Parlamento europeo sull’immigrazione femminile: ruolo e condizione delle donne immigrate nell’Unione europea (2006/2010(INI)) – 24 ottobre 2006 100 B. P areri nell’ambito dei lavori della commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere > Parere della commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere destinato alla commissione per gli affari esteri (2005/2058(INI)) sul processo di Barcellona rivisitato – 16 settembre 2005 126 > Parere della commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza destinato alla commissione per gli affari esteri rapporti tra l’Unione europea e i paesi del Mediterraneo (2008/2231(INI)) – 2 dicembre 2008 128 III. ALLEGATI: Informazioni generali 133 A. Q UADRO POLITICO E ISTITUZIONALE PER LA TUTELA DELLE DONNE NEI PAESI PARTNER MEDITERRANEI 135 B. I PRINCIPALI STRUMENTI FINANZIARI A FAVORE DELLE DONNE NEL MEDITERRANEO 137 C. P ROGRAMMI A FAVORE DELLE DONNE NEI PAESI PARTNER MEDITERRANEI 139 D. L A CONDIZIONE DELLA DONNA NELLA REGIONE MEDITERRANEA 147 Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso B. R accomandazioni della commissione ad hoc per i diritti della donna nei paesi euromediterranei 5 Prefazione 6 La questione della parità di genere e dell’uguaglianza di diritti fra uomini e donne a tutti i livelli della società, è stata da sempre al centro della nostra visione e delle nostre politiche. Questo principio è racchiuso sia nella nostra Costituzione europea sia nelle costituzioni della maggior parte degli Stati membri e rappresenta uno dei pilastri delle nostre società. Sono particolarmente lieto che questo tema di rilievo sia stato affrontato anche dai parlamentari rappresentati in seno all’EMPA tramite un commissione ad hoc sui diritti delle donne, attivo sin dal 2005 e recentemente trasformato in commissione permanente. Settimana araba al Parlamento europeo, 3 - 7 novembre 2008 Da sinistra a destra: on. Joseph Daul, presidente del gruppo PPE-DE, on. Rodi Kratsa-Tsagaropoulou (PPE-DE, Grecia), primo vicepresidente del Parlamento europeo, on. Anna Záborská (PPE-DE, Slovacchia), presidente della commissione parlamentare per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere, e on. Bogusław Sonik (PPE-DE, Polonia) Tale commissione è indispensabile, poiché consente ai parlamentari di scambiarsi informazioni e migliori prassi, nonché di elaborare idee per future azioni. I partner euromediterranei si prefiggono di garantire la parità di genere, di tutelare i diritti delle donne e di impedire qualsiasi tipo di discriminazione. L’istruzione e l’occupazione femminile, senza escludere il maggior accesso per garantire un uguale status giuridico per uomini e donne, costituiscono il perno delle attività delle commissioni. La condizione delle donne all’interno di una società rappresenta un importante indicatore della sua modernità e della sua forza democratica. Esprimo tutto il mio apprezzamento per le attività in corso e mi congratulo con tutti i miei colleghi impegnati in questo ambito. Joseph Daul, Presidente del Gruppo del PPE-DE al Parlamento europeo Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Il Gruppo PPE-DE in seno al Parlamento europeo ha sempre considerato il processo di partenariato euromediterraneo una priorità politica. La creazione dell’Assemblea parlamentare euromediterranea (EMPA), fortemente sostenuta dalla nostra famiglia politica, è stata la logica conseguenza. È inconcepibile non promuovere stretti legami con i nostri vicini dell’altra sponda del Mediterraneo, anche e soprattutto a livello parlamentare: da un lato, essi rivestono e continueranno a rivestire un ruolo rilevante nella nostra economia; dall’altro, molti immigrati provenienti da quei paesi vivono stabilmente nell’Unione europea, integrati nelle nostre società, insieme a noi. Dialogo e comprensione costanti fra tutti gli attori politici sono essenziali. 7 Introduzione 8 Già nel quadro del Forum interparlamentare euromediterraneo, e poi dell’APEM (Assemblea parlamentare euromediterranea), il nostro Gruppo ha sempre appoggiato la causa della promozione della donna e del suo ruolo nella regione euromediterranea, sia a livello politico che istituzionale. Dopo una forte mobilitazione del Gruppo PPE-DE, il 24 maggio 2005 il suo Ufficio di presidenza ha deciso di nominare la commissione ad hoc per i diritti della donna nei paesi euromediterranei. In occasione della prima sessione costitutiva della commissione ad hoc per i diritti della donna nei paesi euromediterranei, svoltasi nella sede del Parlamento europeo a Bruxelles il 28 marzo 2006, i membri del Gruppo del PPE-DE hanno partecipato attivamente all’attuazione del contesto operativo della suddetta commissione ad hoc nonché del suo piano di lavoro, dei suoi orientamenti e delle priorità di natura politica e strategica. Commemorazione del decennale del processo di Barcellona. Strasburgo, 15 novembre 2005. Evento del gruppo PPE-DE José Manuel Durão Barroso, presidente della Commissione europea, accompagnato (da sinistra a destra) dall’on. Rodi Kratsa-Tsagaropoulou (PPE-DE, Grecia), vicepresidente della commissione ad hoc sui diritti delle donne dell’APEM, dall’on. Dominique Vlasto (PPE-DE, Francia) e dall’on. Tokia Saifi, (PPE-DE, Francia), presidente della commissione politica dell’APEM Ho avuto l’onore di essere nominata vicepresidente della commissione ad hoc, rappresentando il Parlamento europeo. Per il PPE-DE, la priorità dei lavori di detta commissione è stata l’analisi delle cause della discriminazione contro le donne nella vita politica, economica e sociale, evidenziando l’importanza della strategia del diritto comunitario. Per quanto riguarda il metodo di lavoro, il PPE-DE ha proposto l’istituzione di una serie di gruppi di lavoro, una proposta accolta dalla Commissione. Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Il Gruppo PPE-DE ha sempre chiesto l’integrazione della dimensione di «genere» nei tre pilastri del partenariato euromediterraneo nonché il rispetto del principio di uguaglianza politica, sociale ed economica fra i due sessi, e ha espresso la volontà politica che, nel quadro dei lavori dell’Assemblea parlamentare euromediterranea e in ogni forma di cooperazione fra le due sponde del Mediterraneo, trovi testimonianza una ferma volontà a favore della parità fra gli uomini e le donne. 9 Il nostro Gruppo ha potuto partecipare nel quadro dei lavori e delle varie attività dell’APEM e della sua commissione ad hoc per i diritti della donna nonché alle diverse iniziative che si svolgono in seno al Parlamento europeo. 10 Il nostro Gruppo deve continuare a essere pioniere e a svolgere azioni mirate e coordinate nella regione ai fini della promozione della condizione e del ruolo delle donne, data la loro importanza per lo sviluppo sociale ed economico dei paesi partner che contribuiranno alla pace, alla prosperità e alla stabilità del Mediterraneo. Rodi Kratsa-Tsagaropoulou, primo Vicepresidente del PE, responsabile dell´APEM e della cooperazione Euromed Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Insieme alla nostra iniziativa, al fine di sottolineare l’importanza che riveste il rafforzamento della cooperazione fra il nord e il sud del Mediterraneo, è stata approvata anche l’idea di creare un premio della donna Euro-Med dell’anno, assegnato ogni anno a un’organizzazione o a una persona del sud o del nord che si ritiene abbia apportato, in cooperazione con altri attori mediterranei, il massimo contributo alla promozione dei diritti della donna. 11 Conclusioni 12 Diversi paesi mediterranei hanno ricevuto delegazioni del Gruppo PPE-DE. I paesi del Mediterraneo meridionale rivestono non solo un’importanza strategica vitale per l’Unione europea, ma sono anche i nostri vicini con i quali abbiamo legami storici, economici, culturali e migratori a cui non possiamo sottrarci. Il nostro obiettivo comune è quello di collaborare e lavorare assieme per creare una regione mediterranea dinamica e prospera, che goda di pace e sicurezza. Il Gruppo PPE-DE è infatti il più attivo all’interno del partenariato avviato dal processo di Barcellona nel 1995, in particolare per quel che riguarda l’aspetto parlamentare, rappresentato dall’Assemblea parlamentare euromediterranea con le sue quattro commissioni (politica, economica, cultura e diritti delle donne) e la commissione ad hoc per l’energia e l’ambiente, oltre ai suoi gruppi di lavoro. Da sinistra a destra: on. Joseph Daul, presidente del gruppo PPE-DE al Parlamento europeo, on. Vito Bonsignore, vicepresidente del gruppo PPE-DE, e Benita Ferrero-Waldner, commissario europeo per le relazioni esterne e la politica europea di vicinato Nell’ambito della sua attività parlamentare e delle visite e scambi con gli attori politici e sociali dell’altra sponda del Mediterraneo, il Gruppo PPEDE promuove il dialogo, la collaborazione, la realizzazione e la difesa di valori e obiettivi comuni, sia per lo sviluppo del dialogo politico sia per lo sfruttamento del potenziale umano e delle risorse a disposizione degli obiettivi comuni. Su iniziativa dei membri del Gruppo PPE-DE, durante l’assemblea è stata costituita la commissione provvisoria per i diritti delle donne perché il nostro gruppo, insieme ai suoi partner, crede fermamente, che il ruolo, la posizione e l’evoluzione delle donne costituiscono un parametro essenziale per la promozione degli obiettivi comuni da noi fissati e che la difesa dei loro diritti è parte integrante dei diritti umani. Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Nel corso degli ultimi dieci anni il Gruppo PPE-DE ha stabilito strette relazioni con i paesi mediterranei, fondate sul concetto di “partenariato regionale”. Il nostro gruppo è alla base del nuovo impulso al processo di Barcellona, il mezzo più importante e pratico per incoraggiare la discussione e la cooperazione tra l’UE, i suoi Stati membri e i partner mediterranei. Nella dichiarazione di Barcellona, i 27 partner euromediterranei hanno concordato di creare una zona di libero scambio euromediterranea entro il 2010. 13 A marzo 2008 la commissione ad hoc per i diritti della donna dell’APEM è stata trasformata in commissione permanente grazie alla decisione dell’Ufficio di presidenza dell’APEM durante la riunione svolta ad Atene il 28 febbraio 2008. La presidenza della commissione è stata assegnata al Portogallo e le cariche di vicepresidente al Parlamento europeo, all’Algeria e al Libano. Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Vito Bonsignore, Vicepresidente del Gruppo del PPE-DE al Parlamento europeo 14 15 Scene tratte dal film «I giardini di Samira «, proiettato al Parlamento europeo durante la settimana araba, Bruxelles, 3-7 novembre 2008 Da sinistra a destra: on. Rodi Kratsa-Tsagaropoulou, primo vicepresidente del Parlamento europeo, che presenta il film marocchino dal titolo I giardini di Samira, proiettato al Parlamento europeo durante la settimana araba, e che coordina il dibattito con Latif Lahlou, il regista marocchino del film, e con Mohamed Khouyi, attore marocchino e protagonista (Driss) del film, dibattito relativo alle conclusioni e ai messaggi di questo famoso film. Il soggetto principale di questa pellicola, che ha vinto numerosi premi, ruota attorno ad argomenti tabù per il mondo arabo, come ad esempio questioni e problemi che riguardano la vita familiare quotidiana, l’adulterio delle donne e l’impotenza sessuale degli uomini Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso 16 Settimana araba al Parlamento europeo, Bruxelles, 3-7 novembre 2008 17 Amman, 12 - 13 ottobre 2008 : Sessione plenaria dell’APEM Sua Maestà Abdullah II, Re di Giordania e on. Rodi Kratsa-Tsagaropoulou, primo vicepresidente del Parlamento europeo Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso 18 Tunisia, 2001: on. Rodi Kratsa-Tsagaropoulou (PPE-DE, Grecia) con Neziha Zarrouk, ministro tunisino per le questioni concernenti la donna e la famiglia, nell’ufficio del primo ministro 19 Da sinistra a destra: on. Rodi Kratsa-Tsagaropoulou, primo vicepresidente del Parlamento europeo e Franco Frattini, vicepresidente della Commissione europea e commissario incaricato della giustizia, della libertà e della sicurezza Settimana araba al Parlamento europeo, Bruxelles, 3-7 novembre 2008 Da destra a sinistra: Joseph Daul, Presidente del Gruppo PPE-DE, on. Rodi Kratsa-Tsagaropoulou, primo vicepresidente del Parlamento europeo, on. Anna Záborská, presidente della commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere del Parlamento europeo e on. Bogusław Sonik, che ammirano alcuni dei “Ritratti berberi” eseguiti da Omar D ed esposti al Parlamento europeo durante la settimana araba Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso 20 Bruxelles, 17 ottobre 2007 : Audizione pubblica della commissione ad hoc sui diritti delle donne dell’APEM sul tema “Donne e immigrazione” 21 Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso I. A ll’Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM) 22 23 A. C ommissione ad hoc per i diritti della donna nei paesi euromediterranei dell’APEM Relazioni e audizioni pubbliche > Relazione – Documento di lavoro: Progetti comunitari e misure finanziarie destinate ai programmi di sostegno in favore delle donne e dell’uguaglianza fra i sessi presentato dall’on. Rodi Kratsa Tsagaropoulou, vicepresidente della commissione ad hoc per i diritti della donna nei paesi euromediterranei. La relazione è stata discussa e approvata nel quadro della prima riunione della commissione ad hoc per i diritti della donna dell’APEM tenutasi il 20 Il documento si basa sulle informazioni e sulle statistiche fornite dal sito Internet ufficiale e dai servizi della Commissione europea (DG AIDCO, DG RELEX e UNIFEM). Contenuto della relazione Introduzione Riunione della commissione ad hoc sui diritti delle donne. Polonia, 26 giugno 2006. L’on. Rodi Kratsa-Tsagaropoulou, vicepresidente della commissione ad hoc sui diritti delle donne (PPE-DE, Grecia) durante una riunione della commissione La politica multipolare dell’Unione europea in materia di parità fra donne e uomini si concretizza grazie a positive azioni legislative e di promozione. È inoltre disponibile un sostegno finanziario attraverso programmi d’azione specifici. La promozione della parità fra i sessi si manifesta con l’inclusione della sua problematica in tutte le fasi del processo politico – dall’ideazione, passando per l’attuazione, il seguito, fino alla valutazione –, nell’ottica dell’instaurazione della parità fra donne e uomini. Un tale approccio impone una valutazione dell’impatto dei diversi interventi sulla situazione Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso novembre 2006 al Cairo, durante la seconda sessione plenaria dell’APEM. delle donne e degli uomini al fine di procedere, se del caso, alla loro 24 correzione. Per dare alla parità fra i sessi una dimensione reale nella vita delle donne e degli uomini, occorre offrire a tutti la possibilità di trovare 25 processo di formulazione di una visione condivisa dello sviluppo sostenibile dell’umanità e quindi metterla in pratica. A. Basi giuridiche nel periodo di programmazione 1994-99 Nel periodo di programmazione 1994-99, l’intervento della Comunità ha assunto la forma di un’azione combinata: da un lato, aiuto diretto alle donne e, dall’altro, sostegno indiretto attraverso la promozione della parità fra i sessi. dell’uguaglianza fra i sessi in seno alla Comunità europea, conformemente Questo sostegno aveva principalmente come oggetto le azioni di formazione agli articoli 2 e 3 del trattato CE (promozione della parità tra uomini e per le donne (formazione di base, professionale e formazione continua). donne), all’articolo 141 (parità di trattamento fra uomini e donne in materia Altre iniziative attuate erano incentrate su formazione dei formatori, tirocini, di occupazione e di lavoro) e all’articolo 13 (discriminazioni fondate sul sesso aiuto all’occupazione e sovvenzioni agli imprenditori, consulenza e assistenza, sul lavoro e al di fuori del lavoro). servizi di consulenza e di aiuto allo stabilimento, assistenza alla creazione di di applicazione obbligatoria per gli Stati membri in questo settore, i due Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Applicazione del principio della parità fra i sessi L’obiettivo principale è l’eliminazione dello squilibrio e la promozione Sebbene né la Costituzione europea né la Carta dei diritti fondamentali siano 26 B. Programmi per le pari opportunità documenti costituiscono tuttavia un’ispirazione per la politica dell’Unione europea. La Carte dei diritti fondamentali, firmata e proclamata il 7 dicembre 2000 a Nizza, riunisce in un testo unico tutti i diritti civili, politici, economici e sociali di cui godono i cittadini dell’Europa e ogni soggetto che vive sul territorio asili, aiuti alle infrastrutture (ad esempio trasporti pubblici), sensibilizzazione, azioni di comunicazione e pubblicità. Come di consueto, il sostegno è stato finanziato dal FSE, con il contributo degli altri Fondi strutturali, come nel caso, ad esempio, del finanziamento dei programmi destinati specificamente alle donne nelle zone rurali e dei programmi relativi alle infrastrutture per l’accoglienza dei bambini nelle zone rurali. dell’Unione europea. Il capitolo III, dedicato alla parità, sancisce all’articolo 20 il principio di uguaglianza di tutte le persone davanti alla legge, l’articolo 21 è Parità fra i sessi e relativa promozione nel periodo dedicato alla non discriminazione e l’articolo 23 contiene le norme della parità di programmazione 2000-2006: cambiamenti e sfide fra donne e uomini, ovvero l’obbligo di assicurare detta parità in tutti i campi, anche in materia di occupazione, di lavoro e di retribuzione. Il principio della parità non impedisce il mantenimento o l’adozione di misure che prevedono vantaggi specifici a favore del sesso sottorappresentato. Considerato quanto suesposto, il coinvolgimento dei Fondi strutturali nella promozione della parità non è un fenomeno recente. Occorre tuttavia sottolineare che, fino all’attuale periodo di programmazione, i Fondi erano destinati soprattutto a finanziare azioni specifiche a favore delle donne, Il testo proposto della Costituzione europea prevede all’articolo I-2, il senza che tali azioni fossero idonee a eliminare le ineguaglianze strutturali. concetto di «uguaglianza», considerandolo uno dei valori dell’Unione che Il nuovo quadro regolamentare che disciplina i Fondi strutturali e la strategia sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, europea per l’occupazione hanno permesso di attribuire al problema dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà dell’ineguaglianza fra i sessi un posto importante nella programmazione e dalla parità tra donne e uomini. L’articolo I-3 stabilisce inoltre la parità dei Fondi strutturali 2000-2006. I nuovi quadri comunitari di sostegno e i tra donne e uomini come uno degli obiettivi perseguiti dall’Unione. Il titolo documenti di programmazione specifici sono più esaustivi nella definizione II del documento riprende esplicitamente la Carta dei diritti fondamentali della strategia della parità di quanto non lo siano stati fino a ora. Infatti, (cfr. infra), mentre il titolo III (Competenze dell’Unione) riprende le attuali poggiano sulla promozione della parità fra i sessi e sull’attuazione di azioni disposizioni del trattato relative alla parità e alla non discriminazione. specifiche, nello spirito del trattato di Amsterdam. Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso una collocazione nelle organizzazioni e nelle comunità, alimentare il 27 Le disposizioni generali sui Fondi strutturali definiscono la parità fra i sessi È difficile valutare l’importo globale degli investimenti legati alla promozione come obiettivo principale ed esigono che l’aspetto della parità fra i sessi della parità fra i sessi. Le azioni specifiche intraprese a questo fine e finanziate sia tenuto in considerazione nell’ambito dei progetti cofinanziati da questi dal FSE hanno un valore, per gli anni 2000-2006, di quasi 4 miliardi di euro. Fondi. Motivo per cui la promozione della problematica della parità fra i L’inclusione dei fondi di promozione aumenterebbe considerevolmente sessi deve manifestarsi in tutti i settori di intervento dei Fondi strutturali e in questo importo. tutti gli assi prioritari, quali l’imprenditorialità, le risorse umane, i trasporti, le infrastrutture, la ricerca e la tecnologia. Tutti i progetti e i programmi devono essere basati su dati ripartiti in funzione del sesso e presentare indicatori della parità fra i sessi. Parità fra i sessi nelle disposizioni generali sui Fondi Le disposizioni generali sui Fondi strutturali1 (2000-2006) prevedono che le azioni cofinanziate dai Fondi debbano tenere conto della parità. Conformemente ai regolamenti concernenti il Fondo sociale europeo, la Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso sua vocazione consiste nel sostenere le azioni specifiche tese a migliorare l’accesso delle donne al mercato del lavoro e ad aumentarne la parte occupata dalle donne. Il Fondo deve anche tenere conto della parità fra donne e uomini in tutti gli aspetti della sua politica, nel quadro di un approccio che favorisca la parità fra i sessi. Per la prima volta, il regolamento (CE) n. 2084/93 sul FSE definisce chiaramente la parità di opportunità fra donne e uomini come una delle quattro priorità di intervento. Conformemente alle disposizioni generali (articoli 1 e 2), i Fondi strutturali contribuiscono alla promozione della parità fra donne e uomini. Si prevede che «nel quadro della sua azione di rafforzamento della coesione economica e sociale, la Comunità cerca anche di promuovere [...] la parità fra i sessi». La realizzazione dell’azione dei Fondi strutturali «contribuisce ad eliminare le ineguaglianze e a promuovere la parità tra uomini e donne». Tali disposizioni vanno ancora più lontano e, in aggiunta a questo obbligo generale, prevedono che la valutazione ex ante dei piani a livello nazionale tenga conto della parità delle opportunità (articolo 41) e che le statistiche e gli indicatori per la sorveglianza siano ripartiti per sesso (articolo 36). Sebbene il numero di programmi che presentano un’analisi più approfondita L’articolo 29 definisce la diversificazione dei tassi di partecipazione dei degli aspetti socioeconomici delle ineguaglianze fra le donne e gli uomini Fondi in funzione dell’interesse che gli interventi prioritari rivestono per sia più elevato che nel passato, tale approccio non è mai stato seguito la promozione della parità. Inoltre, nel quadro del partenariato, lo Stato da obiettivi quantificabili in materia di parità. Il sostegno alle donne membro tiene conto dell’esigenza di promuovere le pari opportunità tra che viene proposto copre una vastissima gamma di iniziative legate al uomini e donne (articolo 8). L’articolo 35 invita i comitati di sorveglianza a mercato del lavoro. Fra queste iniziative, sono numerose quelle che garantire una partecipazione equilibrata di donne e uomini. Conformemente propongono un’azione concreta per elaborare e sostenere una strategia all’articolo 46, l’autorità di gestione ha la responsabilità di assicurare che dell’accoglienza e assistenza dei bambini, una maggiore flessibilità l’intervento sia reso pubblico e di informare gli organismi per la promozione nell’accesso all’istruzione e alla formazione nonché una concentrazione della parità tra uomini e donne. sull’ambiente delle donne (ad esempio creazione di imprese). L’attività principale del Fondo sociale europeo non consiste più soltanto nel concentrarsi su un Gruppo bersaglio. Oltre all’integrazione orizzontale della parità fra i sessi, sono sempre necessarie azioni specifiche a vantaggio delle donne al fine di ridurre l’attuale squilibrio. Questo duplice approccio è proposto nei nuovi testi. Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Parità fra i sessi e Fondo sociale europeo Il Fondo sociale europeo è impegnato verso una maggiore partecipazione 28 29 delle donne nel mercato del lavoro, anche nello sviluppo della carriera, conciliazione della vita professionale e familiare e, dall’altro, l’eliminazione facilitando il loro accesso alle nuove opportunità di impiego, offrendo un delle diseguaglianze fra i sessi e delle disparità sul mercato del lavoro. aiuto per lo stabilimento e riducendo le disparità del mercato del lavoro legate al sesso (articolo 2 delle disposizioni generali sul FSE). Le strategie di rafforzamento dei partenariati per lo sviluppo attivi nel settore della parità fra donne e uomini, riguardanti sia le organizzazioni Questo nuovo quadro giuridico ha un’importanza di primo piano sia come coinvolte che i beneficiari finali, sono sempre legate alla problematica della base giuridica che come strumento per favorire la realizzazione di una parità fra i sessi. La sfida consiste nel formulare meccanismi che permettano politica che colloca la parità fra i sessi nel campo di applicazione dei Fondi a queste due categorie di partecipare attivamente all’elaborazione dei strutturali. progetti e a prendere le relative decisioni. Grande attenzione è dedicata anche ai diritti dei beneficiari finali: individui e gruppi vittime della La partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini deve essere Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso assicurata anche nel programma EQUAL. Al fine di favorire l’innovazione e le buone pratiche nel quadro dei partenariati per lo sviluppo EQUAL (Development Partnership – DP), la Commissione organizza, in stretta collaborazione con gli Stati membri, reti tematiche a livello europeo e locale. A livello europeo, queste reti sono dedicate a cinque temi: occupabilità, imprenditorialità, adattabilità, pari opportunità e richiedenti asilo. discriminazione e dell’esclusione sociale. Le disparità dei rendimenti dei diversi Stati membri per quanto riguarda sia la protezione dei bambini e degli altri carichi di famiglia sia la diminuzione delle diseguaglianze fra i sessi sul mercato del lavoro introducono una certa rivalità fra i vari governi e gli attori chiave a tutti i livelli. Il carattere innovativo dei partenariati per lo sviluppo delle pari opportunità fra donne e uomini non si esprime solo attraverso un approccio scientifico dei problemi, come la conciliazione o la soppressione della segregazione a motivo del sesso, ma anche attraverso la valorizzazione del potenziale e della sinergia fra queste due problematiche al fine di garantire che la parità La struttura inedita del programma EQUAL, basata su cinque principi fra donne e uomini diventi realtà. Accade spesso che il valore aggiunto si trasversali, è manifestamente convergente con l’obiettivo del Gruppo crei grazie alla cooperazione e all’aspetto territoriale, manifestandosi sotto tematico europeo sulle pari opportunità (GTE 4), che è quello di creare e forma di coalizioni locali o di successi specifici in materia di uguaglianza che promuovere un «Modello europeo di approcci globali alla parità». contribuiscono allo sviluppo locale. Una modalità d’azione basata sul partenariato obbliga i partenariati Questi successi sono possibili non soltanto grazie al coinvolgimento dei per lo sviluppo EQUAL a formare coalizioni che raggruppano le parti partner, ma anche grazie ai temi e alle problematiche sollevati. Nella interessate e competenti nell’ottica di cooperare al fine di trovare soluzioni maggior parte dei casi, queste ultime sono strettamente legate alle a problemi complessi legati alla discriminazione e all’esclusione sociale. priorità nazionali e agli orientamenti per la strategia europea in materia Quest’obbligo, che si applica alle pari opportunità fra donne e uomini e di occupazione. L’impegno strategico dei responsabili politici e dei poteri ai partenariati transitori per le pari opportunità, conduce spesso a fusioni pubblici offre prospettive interessanti per l’integrazione dei risultati dei fra le organizzazioni che hanno come vocazione l’uguaglianza fra i sessi programmi EQUAL nel contesto giuridico, fondamentale per la parità di e i partner chiave capaci di mettere in pratica i risultati dei programmi opportunità. Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Programma EQUAL EQUAL. Nel loro lavoro, i partenariati per lo sviluppo affrontano spesso 30 due sfide essenziali per la realizzazione della parità fra i sessi: da un lato la 31 Il programma DAPHNE II copre il periodo da maggio 2004 al 31 dicembre 2008. Integra i programmi realizzati dagli Stati membri dell’Unione europea, in particolare quelli il cui tema è lo scambio in seno alla Comunità delle buone pratiche legate alla lotta contro la violenza. Il programma fa seguito al successo del programma DAPHNE I (1997-2004). Daphne è un punto di partenza per la cooperazione delle organizzazioni non governative e dei volontari su scala europea, intesa a lottare contro la violenza esercitata a danno dei bambini, degli adolescenti e delle donne. Incoraggia le organizzazioni non governative a istituire o a rafforzare le reti europee, aiutandole a realizzare progetti innovativi i cui risultati possono Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso poi essere ripresi da altri Stati membri e da altre regioni. > creazione di reti multidisciplinari sostenibili; > preparazione e utilizzazione di kit educativi; > elaborazione e attuazione di programmi di accompagnamento e di aiuti alle vittime e alle persone in pericolo, compresi gli autori di atti di violenza; > elaborazione e realizzazione di attività di sensibilizzazione destinate a uno specifico pubblico mirato. Nel quadro di una dotazione finanziaria globale di 50 milioni di euro, la Commissione stessa può utilizzare il 15% di questo importo per migliorare l’efficacia del programma e assumere un atteggiamento più proattivo nella diffusione delle buone pratiche. Queste attività possono essere ripartite in tre categorie. La prima consiste nell’elaborare indicatori in materia di violenza, il che consentirà di quantificare la portata del fenomeno. La seconda nel definire e dedurre, a partire dai risultati forniti dai progetti finanziati, assi Non è inusuale che queste organizzazioni propongano servizi per i quali strategici al fine di proporre la visione comune di una strategia in materia di i poteri pubblici non dispongono della competenza né degli strumenti. violenza su scala comunitaria, il che permetterà di venire in aiuto all’autorità La società potrà trarre profitto dalle conoscenze e dall’esperienza delle giudiziaria. La terza mira a diffondere in tutta Europa le buone pratiche organizzazioni non governative solo a condizione che le loro idee e i loro individuate grazie ai progetti finanziati. Le attività sono sostenute da inviti programmi siano oggetto di una discussione in tutta la Comunità e siano a presentare proposte e/o da bandi di gara. messi in pratica solidalmente dai loro omologhi sul territorio degli altri Stati membri. Il programma Daphne II sostiene qualsiasi forma di intervento tesa a lottare contro la violenza sui bambini, gli adolescenti e le donne in Europa e contro ogni manifestazione di questo fenomeno (violenza nella famiglia, a scuola e in altri ambienti, violenza sul lavoro, sfruttamento sessuale a fini commerciali, mutilazione sessuale, ripercussioni a livello di salute, tratta degli esseri umani, riabilitazione degli aggressori, eccetera). L’aiuto può essere accordato alle seguenti azioni: > individuazione e scambio delle buone pratiche ed esperienze, con un’attenzione particolare alla prevenzione e all’assistenza delle vittime; > ricerche, studi e indagini; > lavoro sul campo associando i beneficiari all’elaborazione, all’attuazione e Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Programma DAPHNE II alla valutazione dei progetti; 32 33 Gli incontri di livello ministeriale, che si tengono regolarmente in conformità delle disposizioni del processo di Barcellona, riguardano sempre molto concretamente la problematica della protezione dei diritti delle donne, come è avvenuto a Barcellona (1996), Stoccarda (1999), Valencia (1999) e Marsiglia (2000). Le dichiarazioni formulate in occasione delle sessioni del Consiglio europeo dedicate alla strategia euromediterranea riguardano anche la necessità Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso di assicurare la protezione dei diritti delle donne (ad esempio il Consiglio dei paesi partner e la garanzia della loro buona integrazione sociale costituiscono un tema di interesse comune importante. Nel corso degli ultimi dieci anni sono stati compiuti progressi parziali, ma costanti, ad esempio nel settore della legislazione comunitaria che vieta ogni forma di discriminazione basata sulla religione, sulle origini razziali o etniche, e anche nel lavoro in modo più generale. Secondo la giurisprudenza della Corte di giustizia europea, le disposizioni degli accordi d’associazione relative alla parità di trattamento sul lavoro, a prescindere dalla cittadinanza del lavoratore, sono europeo di Feira). di applicazione diretta. La strategia europea per l’occupazione e le misure Nel contesto della politica europea relativa al Mediterraneo, talune della situazione e dei problemi specifici dei lavoratori migranti. Il sostegno conferenze ministeriali sono dedicate specificamente ai problemi dei diritti finanziario che facilita l’integrazione dei lavoratori migranti e delle loro delle donne (partecipazione delle donne alla vita sociale ed economica), famiglie è assicurato dal Fondo sociale europeo, dall’iniziativa comunitaria come nel caso di Ericeira (1998) e Bruxelles (2000). Nel quadro di questa EQUAL e dai programmi d’azione specifici che hanno come fine la non stessa politica, sono organizzate conferenze interparlamentari con la discriminazione e la lotta contro l’esclusione sociale. partecipazione dei rappresentanti dei parlamenti nazionali degli Stati membri e del Parlamento europeo. La Commissione offrirà il proprio sostegno all’uguaglianza fra i sessi nel perimetro mediterraneo, che si manifesterà, fra l’altro, con l’organizzazione nel 2006 di una conferenza ministeriale EuroMed sull’uguaglianza fra i sessi, preceduta da consultazioni sociali e che potrà sfociare nell’adozione di un piano d’azione (tabella di marcia per la di lotta contro l’esclusione sociale tengono inoltre sistematicamente conto L’uguaglianza fra i sessi e il miglioramento della situazione della donna nella vita economica, politica e sociale rientrano tra gli obiettivi prioritari del processo di Barcellona. Durante incontri organizzati nel quadro del Gruppo di lavoro affari sociali, hanno avuto luogo scambi interessanti. Sotto la presidenza belga, nel luglio 2001, è stata organizzata una conferenza di parità fra le donne e gli uomini, 2006-2010). alto livello dedicata alla dimensione della parità fra uomini e donne nei Gli accordi di associazione attualmente in vigore riprendono le disposizioni seguita da una serie di incontri bilaterali di alto livello e da visite in diversi generali sul rispetto dei diritti dell’uomo e delle regole democratiche, paesi da parte del commissario per l’Occupazione e gli affari sociali, al fine nonché le disposizioni specifiche relative alla necessità di promuovere il di discutere delle questioni relative al genere. ruolo delle donne, in particolare nell’istruzione. paesi membri del partenariato euromediterraneo. La conferenza è stata I regolamenti MEDA I (1996) e MEDA II (2000) contengono disposizioni Tutti gli accordi dell’associazione euromediterranea contengono disposizioni esplicite in materia di protezione dei diritti delle donne e di promozione del relative all’occupazione e alla problematica sociale, prevedendo il dialogo loro ruolo nella vita economica e sociale, nello sviluppo e nell’istruzione1. e la cooperazione nei settori di interesse comune. Questi problemi sono dibattuti principalmente in seno a strutture quali i gruppi per gli affari sociali, istituiti in virtù di numerosi accordi di associazione. Le discussioni svolte in queste strutture riguardano soprattutto le condizioni di vita e di 34 Il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori migranti lavoro dei lavoratori migranti, la parità fra i sessi, la politica dell’occupazione e la lotta contro la povertà e l’esclusione sociale. 1. Cfr., ad esempio, i programmi indicativi nazionali (accordi bilaterali stipulati dall’UE e ciascun partner individuale, basati sulle loro necessità) e i programmi regionali (accordi multilaterali che riguardano tre settori di intervento, conformemente al processo di Barcellona). Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso C. U guaglianza fra i sessi nel partenariato euromediterraneo 35 nel suo terzo pilastro dedicato alla cooperazione regionale, locale e transfrontaliera, che gli interventi realizzati a questo titolo devono tenere conto dell’analisi delle esigenze e del potenziale delle donne e degli uomini nella vita economica e sociale, affinché la programmazione e l’attuazione della cooperazione allo sviluppo tengano conto dei problemi della parità fra SIRIA: Misure che favoriscono la creazione delle piccole imprese da parte delle donne i sessi. Un’attenzione speciale va riservata all’istruzione e alla creazione di Molte donne in Siria sono svantaggiate sia a causa della povertà, posti di lavoro per le donne. dell’analfabetismo, della malnutrizione e della mancanza di cure mediche Verso la fine del 2005 è stato lanciato il primo programma regionale dedicato alla partecipazione delle donne alla vita economica e sociale (la decisione sulla creazione del programma era già stata presa nel 2001). Il programma deve essere ampliato, sia in termini del suo perimetro che della gamma dei temi trattati. Deve integrare altresì attività di comunicazione e di sensibilizzazione sull’immagine della donna e del suo ruolo nel processo Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso D. P rogrammi e iniziative recenti relativi al finanziamento da parte della Comunità delle attività relative alla parità fra i sessi nei paesi membri del partenariato euro-mediterraneo democratico. Sono stati elaborati orientamenti volti a migliorare lo status e la condizione della donna nella zona mediterranea grazie all’introduzione di interventi specifici nel piano d’azione quinquennale adottato al vertice dei capi di Stato e di governo svoltosi a Barcellona nel novembre 2005. I risultati del vertice confermano la determinazione dei paesi partner a rafforzare la partecipazione delle donne ai processi decisionali, alla vita politica, sociale, culturale ed economica. «I partner euro-mediterranei si impegnano ad adottare misure tese a realizzare la parità fra i sessi, a prevenire ogni forma di discriminazione e a garantire la protezione dei diritti delle donne». sia per l’assenza di opportunità economiche. La loro situazione economica è ancora più fragile nelle zone in cui, per evitare la frammentazione delle terre, è consuetudine che le donne cedano le loro parti nella successione ai fratelli, in cambio di una compensazione in denaro o in animali. Questa pratica non manca di creare difficoltà per le donne che desiderano ottenere un prestito da una banca, che viene sistematicamente rifiutato perché esse non sono in grado di dare in garanzia la terra. Da uno studio recente sulle donne nelle campagne è emerso che il 97% delle donne intervistate non beneficia di alcuna forma di servizi cooperativi né di estensione. Alla base del progetto Creazione di imprese in ambiente rurale (Village business Incubator – VBI), realizzato grazie al cofinanziamento dell’Unione europea e della Siria vi sono gli sforzi organizzati per dare potere alle donne (to empower women) grazie allo sviluppo dell’attività imprenditoriale a livello delle piccole e medie imprese. La finalità del progetto VBI consiste nel favorire la presenza delle donne sul mercato del lavoro, aiutandole a creare microimprese e piccole imprese. Il progetto ha per scopo lo sviluppo delle reti istituzionali necessarie alla creazione di un centro di servizi che garantiscano un accompagnamento tecnico ed educativo alla creazione di tali imprese e al loro lancio da parte di singole donne o di cooperative di donne. Gli obiettivi del VBI sono i seguenti: > dare assistenza alle imprese esistenti al fine di permettere loro di passare dallo status di piccola impresa a quello di media impresa; > rafforzare la capacità delle organizzazioni locali ad attuare programmi orientati verso le imprese femminili; Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso In particolare, il regolamento relativo al programma MEDA II precisa, > favorire e consolidare la creazione di incubatori d’imprese in ambiente 36 rurale in quanto nucleo solido e sostenibile che può servire da modello per iniziative analoghe a livello del paese. 37 L’obiettivo consiste nell’orientare le donne nelle loro scelte professionali, un esempio di successo che potrà essere imitato dalle microimprese e dalle proponendo loro formazioni nel settore della conduzione degli affari e piccole imprese nelle altre zone rurali della Siria. assistenza tecnica. Saranno offerte formazioni specifiche nel settore della e del miele, nonché in altri settori individuati dalle donne stesse durante lo svolgimento del progetto. Attualmente, il progetto VBI è già operativo nelle zone rurali della provincia di Latakia, nell’ambito dell’iniziativa dal titolo «Creazione di un incubatore di imprese in ambiente rurale, destinato alle microimprese e alle medie imprese femminili situate nella zona costiera della media Siria». Si tratta di un progetto finanziato dall’Unione europea, dal Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (FISA) e dal Fondo per lo sviluppo rurale integrato della Siria (FIRDOS), con il sostegno tecnico dell’Associazione italiana donne per Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso lo sviluppo (AIDOS). Questo progetto considera le imprese femminili una strategia di successo, idonea a sviluppare le comunità rurali, poiché crea l’opportunità di liberare il potenziale delle donne che diventano operatrici attive del cambiamento socioeconomico. Fornisce un sostegno alle donne fra i 20 e i 50 anni, provenienti da famiglie a basso reddito e da quelle che sussistono grazie alle attività di microimprese, desiderose di lanciarsi nelle attività economiche tese Per oltre 35 anni, più di un milione di giovani donne sono emigrate per lavorare nelle case del Libano. I lavoratori residenti sono spesso privati dei loro diritti di libertà da datori di lavoro/sponsor che possono togliere loro i passaporti e limitare la loro circolazione allo scopo di preservare «l’investimento» nelle spese di trasporto e di commissione, nelle spese dei visti e dei vari permessi di lavoro e di soggiorno. Anche se comprendono le clausole e le condizioni inserite nei loro contratti di lavoro, queste donne raramente dispongono degli strumenti necessari per far valere i loro diritti o opporre resistenza. Come accade in molti altri paesi, sono spesso mal protette dalla legge locale e anche quando sono adottate norme severe in materia di lavoro, queste donne continuano a ignorare i loro diritti. La conoscenza del tipo di donne immigrate è stata la fonte di ispirazione del progetto finanziato dalla Comunità, dal titolo «Protezione dei diritti umani dei lavoratori migranti, dei profughi e dei richiedenti asilo», avviato nel 2002. alla crescita. Lo scopo del progetto è permettere una distribuzione più equa Il progetto «Protezione dei diritti umani dei lavoratori migranti, dei dei redditi nelle famiglie, aprire nuove prospettive e creare opportunità di profughi e dei richiedenti asilo», attuato dal Centro Caritas del Libano per impiego. Si prevede che il progetto VBI contribuirà al miglioramento della gli emigranti, ha organizzato seminari per 8 500 lavoratori migranti e per qualità di vita delle comunità locali, grazie allo stimolo, alla diversificazione 2 000 profughi al fine di informarli dei loro diritti e dei servizi messi a loro e alla promozione delle economie locali, aiutando le donne a godere di disposizione in Libano. I consulenti e i lavoratori sociali sono stati autorizzati maggiore influenza grazie al rafforzamento della loro autostima. di recente a distribuire volantini e opuscoli destinati ai lavoratori residenti Si tratta del primo incubatore di questo tipo in Siria e di un’iniziativa ancora rara nel Medio Oriente. Rispetto agli altri incubatori che si concentrano sulla fornitura di uffici e di attrezzature, il progetto VBI si interessa soprattutto del trasferimento delle qualifiche utili alle attività economiche, della costruzione di capacità, di informazione, di marketing e di promozione economica. Questo progetto pilota, gestito da un’équipe di esperti giovani e motivati, specializzati nel settore della formazione, dell’assistenza professionale, della 38 LIBANO: Protezione dei diritti umani dei lavoratori migranti gestione di progetti, del marketing e della promozione, dovrebbe offrire appena arrivati all’aeroporto internazionale di Beirut per metterli al corrente dei loro diritti e della protezione di cui possono beneficiare. Questo progetto li ha aiutati in più di 300 procedure di contenzioso nei tribunali e ha fornito loro protezione. In molti casi, le procedure si sono concluse con un successo grazie all’assistenza legale e agli interventi in tribunale, il che ha creato precedenti come il rimborso di salari non pagati, il versamento di Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso produzione e della trasformazione dei prodotti agroalimentari, della seta indennità o la pronuncia di sanzioni (pecuniarie o detentive) per abusi fisici e sessuali. In alcuni casi, è stata pronunciata l’innocenza a seguito di una 39 falsa accusa di stupro. Più di 3 000 lavoratori migranti hanno beneficiato parte degli egiziani si dichiara favorevole a questa pratica perché considera dell’assistenza legale e della consulenza giuridica. che aumenti le possibilità per una ragazza di sposarsi. Secondo censimenti popolazione libanese in materia di diritti dei lavoratori migranti, il progetto ha lanciato una vasta campagna di sensibilizzazione e di promozione, al fine di favorire le buone pratiche e il comportamento corretto nei confronti Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso questa pratica, e il tasso aumenta nettamente a partire dagli 11 anni, per raggiungere il suo picco del 77% fra le ragazze nella fascia di età compresa fra i 15 e i 17 anni. dei lavoratori migranti e di incoraggiare il rispetto dei loro diritti. In Il Modello di villaggio libero dalla MGF del PNUS, sostenuto dal progetto quanto elemento di questa campagna, il progetto ha fornito un sostegno della Commissione europea «Bambino a rischio», ha come obiettivo le finanziario alle riprese di un film dal titolo «Aiuto a domicilio nel Libano». percezioni erronee, il che giustifica un’azione basata sul dialogo, l’iniziativa, Si tratta di un documentario dedicato alle donne originarie dello Sri Lanka, l’interazione e la difesa. Rivolgendosi non solo alle ragazze, ma anche agli che si mettono alla ricerca di migliori sbocchi all’estero per dare sostegno uomini di tutte le età, alle istituzioni, ai capi religiosi e ai capi locali, ai media alle loro famiglie. e agli altri attori, il suo obiettivo è creare un ambiente di sostegno sociale Finanziato dal Centro Caritas del Libano per gli emigrati e beneficiario del 40 recenti, il 27,7% delle ragazze di età inferiore ai 17 anni è favorevole a sostegno finanziario della Commissione europea, della Caritas svedese e dell’ambasciata olandese a Beirut, in cooperazione con l’Organizzazione e di pressione che condurrà a cambiamenti rapidi negli atteggiamenti e nei comportamenti, avendo come risultato definitivo una condanna pubblica della MGF da parte dei capi locali. internazionale del lavoro, il film è attualmente proiettato nelle scuole Il Modello di villaggio libero dalla MGF del PNUS è stato lanciato nel 2003 libanesi e nelle università, durante manifestazioni civili, ai gruppi della in 60 villaggi di sei province nel sud dell’Egitto, guidato dal Consiglio comunità libanese e agli studenti di tutto il mondo ai fini di una più ampia nazionale per l’infanzia e la maternità (NCCM), dal PNUS e dai donatori. A sensibilizzazione sui problemi incontrati dai lavoratori migranti. integrazione, alcuni dei volontari egiziani sono stati mobilitati nel quadro A oggi, oltre 2 000 libanesi hanno partecipato ai seminari di sensibilizzazione. Uno dei risultati significativi della campagna di difesa, e del film in particolare, è stata la decisione presa dal ministero libanese del Lavoro di istituire un comitato, in seno al quale è rappresentato il Centro Caritas libanese per gli emigrati, al fine di proporre un nuovo modello di contratto per i lavoratori del progetto per lavorare nelle loro comunità, sotto la tutela di 24 volontari ONU. L’obiettivo è anche quello di rafforzare le capacità delle agenzie governative e delle ONG che si occupano dello sviluppo locale, della salute e dei diritti dell’uomo a concepire, attuare, sorvegliare e valutare le misure in materia di prevenzione delle MGF. residenti, elaborare una nuova legislazione in materia di lavoro e redigere Una delle ragazze volontarie egiziane spiega le difficoltà per modificare le e pubblicare un opuscolo dedicato a «diritti e responsabilità», destinato ai credenze e le pratiche ancestrali: «Abbiamo incontrato molte difficoltà a lavoratori migranti residenti. convincere la popolazione del villaggio del carattere aberrante di questa usanza. Per decenni, la società utilizzava definizioni socialmente accettabili EGITTO: verso l’eliminazione delle pratiche ancestrali quali ‘epurazione delle ragazze’, al fine di giustificare questa pratica. Ecco perché ogni cambiamento di prospettiva sembrava essere, di primo acchito, La mutilazione genitale femminile (MGF) è una pratica consacrata dalla impossibile. Una delle maggiori sfide che abbiamo dovuto affrontare era tradizione che, secondo le stime, colpisce il 96% delle donne coniugate convincere le persone che né l’islam né il cristianesimo prevedevano tali in età fertile (15-49) in Egitto. Pone gravi rischi di salute non solo per le pratiche. Abbiamo sollecitato l’aiuto dei capi religiosi dei due culti per ragazze e per le donne, ma anche per i loro figli alla nascita. La maggior tentare di eliminare queste credenze erronee.» Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Tenuto conto dell’elevato livello di ignoranza dei datori di lavoro e della 41 Infatti, per questa pratica, non esiste alcuna base dottrinaria né nell’islam Nel luglio 2004, l’organizzazione Donne contro la violenza ha lanciato una né nel cristianesimo. Tuttavia, benché gli alti capi religiosi sia dell’islam che campagna finanziata dall’UE (460 000 euro) con l’obiettivo di sensibilizzare del cristianesimo abbiano espresso la loro disapprovazione verso le MGF, sui diritti delle donne e sui servizi disponibili in seno alla comunità palestinese queste ultime sono sempre sostenute da alcune autorità religiose a livello in Israele nonché sulla violenza basata sul sesso a livello nazionale. contribuiscono considerevolmente alla castità, dato che quest’ultima è un elemento della tradizione religiosa. In una delle indagini, quasi il 75% delle donne esprime la sensazione che i mariti preferirebbero che le loro donne di meno di 15 anni fossero sottoposte a tale procedura. Più di un terzo parla di motivi di igiene, mentre un numero meno importante vi vede una misura di prevenzione della promiscuità e dell’infedeltà nel matrimonio. Tuttavia, la coscienza degli effetti nefasti della MGF per la salute non cessa di aumentare. Numerosi capi della comunità locale hanno firmato Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso dichiarazioni pubbliche per lanciare un appello per l’eliminazione delle MGF. Il governo e le ONG si rivolgono ai media per diffondere informazioni sui rischi per la salute legati a questa pratica. I giornali del governo e le riviste hanno pubblicato testimonianze che illustrano le opinioni di eminenti Questa campagna mirava a raggiungere la comunità e più in particolare gli strati della popolazione ancora non sensibilizzati o insensibili a questa problematica. All’inizio, è stata condotta un’indagine di portata nazionale per identificare con precisione i gruppi destinatari, il che doveva permettere di stabilire i profili degli atteggiamenti più diffusi in seno alla comunità verso le donne, i loro diritti e la violenza basata sul sesso. L’obiettivo principale perseguito dalla FCV sin dalla sua origine è stata la lotta contro la violenza basata sul sesso, attraverso il rafforzamento del sistema sociale di sostegno alle donne (l’organizzazione stessa gestisce un centro di urgenza, due asili e centri di transizione: uno per le ragazze, l’altro per le donne maltrattate e i loro figli) e del lobbying che favorisce una maggiore responsabilità del governo in materia di protezione delle donne. personalità del mondo medico e scientifico che si oppongono alle MGF. Questa Sono state anche diffuse trasmissioni televisive che condannano la pratica dell’uguaglianza fra i sessi, attraverso l’attuazione di progetti destinati a delle MGF. I funzionari del governo di alto livello, compreso il ministro della comunicare alla comunità i messaggi concernenti i problemi delle donne e Salute e della popolazione, sono apparsi alla televisione per discutere dei con azioni tese a proteggere e a informare le donne in tutti i casi in cui è MGF in quanto problema sia religioso che sanitario. limitata la loro capacità di far valere i propri diritti. organizzazione opera direttamente per la promozione Il progetto per i diritti della donna dovrebbe fornire legittimità e sostegno PALESTINA: promuovere e far valere i diritti della donna alle comunità locali che si occupano della protezione delle donne. nella comunità palestinese in Israele Il progetto aveva come scopo la sensibilizzazione della popolazione Secondo le ricerche, molte donne arabe e palestinesi in Israele, quasi il 25%, attraverso i media. Mirava anche a ridefinire e a rinnovare il messaggio sono state vittime di periodici abusi fisici, con un numero considerevole dell’organizzazione Donne contro la violenza rivolto alla società, tenendo di violenze non denunciate perpetrate contro le donne, per motivi legati conto dei cambiamenti che si erano verificati nel settore dei diritti della alla pressione sociale, all’ignoranza dell’esistenza dei centri di urgenza o a donna. In particolare gli obiettivi precisi erano i seguenti: causa del timore di subire altre violenze. Fino a qualche tempo fa, questa problematica era sottovalutata o sconosciuta. > Migliorare la diffusione di informazioni e approfondire le conoscenze dei diritti dell’uomo in seno alla comunità palestinese in Israele su scala Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso locale. Inoltre, molti egiziani, comprese le donne, pretendono che le MGF nazionale. 42 43 > Sensibilizzare la comunità sulle violenze subite dalle donne. Il progetto sostiene le azioni condotte dal segretario di Stato per la > Dare alle donne della comunità informazioni sui servizi mirati a fornire Famiglia, l’infanzia e i portatori di handicap (SEFEPH), che ha il ruolo di un loro una protezione contro le violenze basate sul sesso. > Incoraggiare le donne a impegnarsi nella lotta per il rispetto dei loro diritti. > Rafforzare la sensibilità della popolazione e il sostegno offerto dalla comunità alle donne vittime di violenze che sono in fase di ricostruzione delle loro vite. > Raccogliere e condividere dati statistici relativi alla percezione della violenza esercitata contro le donne dai membri della comunità, al fine di orientare meglio le azioni intraprese dalla comunità allo scopo di cambiare il livello di sensibilità. > Assicurare il coinvolgimento del governo nel rispetto del suo impegno a meccanismo nazionale responsabile della promozione dei problemi legati alle donne e che ha come vocazione la creazione di un Centro marocchino di informazione, di documentazione e di studio sulle donna (CMIDEF). Oltre alla raccolta, al trattamento e alla diffusione di informazioni e di documenti relativi alla parità dei sessi, il Centro ha il compito di realizzare una rete di partner (ministeri, associazioni, ricercatori universitari, deputati, media, eccetera) e sostenere e sorvegliare la politica dello Stato in materia di eliminazione delle diseguaglianze. L’obiettivo supremo del Centro è influenzare le decisioni politiche affinché siano orientate verso l’eliminazione delle diseguaglianze basate sul sesso. migliorare la qualità dell’azione del governo in materia di prevenzione PROGRAMMI REGIONALI: il sostegno della Comunità ai progetti dedicati al delle violazioni dei diritti delle donne. ruolo della donna nella vita economica > Rafforzare la capacità delle ONG attive sul campo, che operano in settori identici o vicini. fra i sessi, sono numerosi i progetti realizzati in un paese scelto come L’organizzazione Donne contro la violenza prevede di procedere a una beneficiario, ma esistono comunque molti progetti per i quali la Comunità valutazione dell’efficacia delle sue azioni a tre anni dalla fine del progetto. lavora nello stesso tempo con diversi paesi mediterranei. Di seguito sono descritti sette progetti di questo tipo. MAROCCO: sostenere lo sviluppo umano e l’integrazione sociale L’istituzione del Centro marocchino d’informazione, di documentazione e di studio sulle donne (CMIDEF) costituisce uno dei primi esempi di cooperazione > Parità fra i sessi nell’occupazione e nelle piccole imprese (Egitto, Giordania) fra l’UE e il governo di un paese partner del Mediterraneo nel settore della Obiettivo: migliorare il peso economico delle donne attraverso la creazione parità fra i sessi. Infatti, finora, questa cooperazione prendeva soprattutto di microimprese e piccole imprese e la promozione dello sviluppo delle la forma di relazioni dirette con la società civile. carriere, secondo un principio di combinazione delle misure finanziarie e Il progetto è stato lanciato in un momento particolarmente propizio, perché la società civile marocchina cominciava a risentire gli effetti di una lunga campagna a favore della parità fra uomini e donne. Le riforme dello statuto legale della donna e una loro maggiore rappresentanza in parlamento sono esempi eloquenti. Tuttavia, questi risultati sono sempre fragili e devono 44 Fra i progetti finanziati dalla Comunità europea nel settore della parità essere consolidati da un approccio all’uguaglianza istituzionalizzato. non finanziarie, nonché attraverso programmi di costruzione di capacità destinati a otto ONG. Gli obiettivi specifici di questo progetto coprono non soltanto il miglioramento dell’accesso delle donne alla produzione di moduli di formazione dedicati alla parità fra i sessi, destinati alle ONG, ma anche Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso essere responsabile della vita e della sicurezza delle donne e delle ragazze; l’accesso ai crediti e ai servizi legati allo sviluppo delle attività economiche indispensabili all’efficace conduzione degli affari. 45 > Incoraggiamento economico a favore delle donne palestinesi: sarà esortata a rivedere gli ostacoli culturali e religiosi che impediscono alle trasformare i progetti di attività economica in una realtà donne di partecipare pienamente alla vita economica delle loro comunità e (Territori palestinesi, Israele) del loro paese. Obiettivo: aumentare la presenza delle donne sul mercato del lavoro, incoraggiando la creazione e la gestione delle imprese femminili attraverso una migliore formazione professionale e la realizzazione di reti sostenibili, rafforzando la cooperazione transfrontaliera e i partenariati fra le imprenditrici palestinesi e israeliane. > Opportunità economiche sostenibili per le donne (Algeria, Egitto, Libano, Marocco, Siria) Obiettivo: contribuire alla riduzione dell’indigenza e al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo del Millennio per quanto riguarda la parità fra i sessi, facilitando l’accesso delle donne alle possibilità economiche, creando (Territori palestinesi, Israele) Obiettivo: aumentare la presenza delle donne e il loro contributo allo Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso sviluppo dell’economia e della società palestinese grazie a un programma di formazione integrato, orientato verso il rafforzamento del potere, la formazione professionale, l’aumento della capacità e l’apprendimento degli elementi essenziali della conoscenza nel settore della conduzione degli affari. A titolo complementare, il progetto è dedicato alla promozione della coesistenza pacifica dei palestinesi e degli israeliani, grazie alla condivisione delle conoscenze pratiche e delle esperienze e al rafforzamento della per loro opportunità economiche nuove e alternative, promuovendo la partecipazione delle donne e dei gruppi di donne ai dibattiti e alla formulazione delle strategie, incoraggiando il dibattito che ha per scopo la promozione e la facilitazione della presenza delle donne nella vita economica. Questo programma si rivolge anche alle organizzazioni non governative a livello locale, attive nel settore dello sviluppo delle donne, in particolare quelle che vivono in seno a comunità locali e rurali, alle organizzazioni internazionali per lo sviluppo, ai datori di lavoro (in particolare quelli che manifestano il loro impegno verso la responsabilità sociale delle imprese) e agli organi del governo. cooperazione economica diretta. > Creazione di nuove opportunità e di soluzioni di messa in rete per le > Libertà nel lavoro (Giordania, Territori palestinesi) Obiettivo: fare un bilancio della situazione attuale e futura del mercato del lavoro a Amman e a Gaza, allo scopo di offrire alle donne maggiori opportunità in materia di occupazione permanente, di informare, orientare e consigliare le donne che fanno parte di un Gruppo obiettivo in merito ai posti di lavoro disponibili e alle possibilità in materia di formazione professionale, nonché di attuare altre misure di accompagnamento. Le consultazioni condotte con i datori di lavoro e i membri della società civile permetteranno di individuare le esigenze nel settore delle risorse umane donne vittime dell’esclusione che lavorano a domicilio (Marocco, Turchia) Obiettivo: recarsi dalle donne che lavorano a domicilio e dalle organizzazioni di donne che desiderano ottenere un accesso alle nuove opportunità d’impiego rese possibili grazie alla globalizzazione, costruendo la capacità delle organizzazioni locali attive in Marocco, conducendo campagne di sensibilizzazione della popolazione e creando reti subregionali e regionali. Saranno istituiti una rete dei cittadini e un centro mediterraneo per la promozione e lo sviluppo delle donne che lavorano a domicilio. Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso > Incoraggiamenti economici rivolti alle donne della campagna palestinese e di adeguare i posti di lavoro disponibili alle attitudini e alle competenze 46 delle donne disoccupate, intenzionate a lavorare. I datori di lavoro saranno incoraggiati a proporre formazioni professionali mentre la società stessa 47 > Aumentare le opportunità delle microimprese femminili A udizione pubblica su: (Marocco, Egitto, Libano, Tunisia) Obiettivo: migliorare le condizioni economiche delle donne, rafforzando la loro attitudine a generare reddito. Le microimprese fanno ricorso, sempre più frequentemente, ai servizi di microcredito disponibili nella regione, tuttavia a) le donne e l’immigrazione nel Mediterraneo b) le donne e la scienza nel Mediterraneo la maggior parte delle donne è autodidatta e ha bisogno di un’assistenza che consenta di migliorare la qualità dei prodotti che offrono e della La commissione ad hoc per i diritti della donna dell’APEM, su iniziativa conoscenza in materia di gestione. Sarà possibile conseguire quest’obiettivo dell’on. Rodi Kratsa, vicepresidente del Parlamento europeo e vicepresidente grazie alla formazione dei formatori, alla creazione di una rete commerciale della commissione, ha tenuto la sua ultima riunione il 17 ottobre 2007 presso che vende ai consumatori europei i prodotti delle microimprese ubicate i locali del Parlamento europeo a Bruxelles. nella zona meridionale della regione, alla messa in rete e alla promozione del lavoro indipendente in seno alle microimprese. Alla riunione, presieduta dall’on. Rodi Kratsa, erano presenti: Lidya Geringer de Oedenberg, Iratxe García Pérez, Anna Zaborska e Marie Panayotopoulos 48 (Egitto); Cayetana de Zulueta (IT); Mohamed El-Ansari (Marocco); Alexandru Stiuca (RO); Farha Al-Elwan, Siham Abu Fakhr e Fadia Dib (Siria); Moufida Abidli e Afifa Salah (Tunisia). Alla riunione hanno partecipato anche i seguenti ospiti, invitati dalla presidenza della riunione in qualità di oratori: Franco Frattini, vicepresidente della Commissione europea; Bouthaina Shaaban, ministro siriano dell’Immigrazione; Robert Cliquet, alto consigliere presso la ONG «Population and Social Policy Consultants»; Jan Jařab, membro dell’ufficio del commissario Vladimir Špidla, in sostituzione del commissario; Ndioro Ndiaye, vicedirettore generale dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni; Marina Marchetti, responsabile politico, Commissione europea, DG Ricerca, unità Cultura scientifica e questioni di genere; Maren Jochimsen, segretario generale, Piattaforma europea delle donne scienziate, e Jennifer Campbell, direttore di «Global Philanthropy and Partnerships», L´OREAL. In linea con i due argomenti che la commissione ad hoc tratterà in vista dell’elaborazione delle sue due relazioni e della conseguente raccomandazione da sottoporre all’approvazione in Aula nella successiva tornata di marzo 2008, la riunione è stata suddivisa in due parti: Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso (PE); Chemissa Guergour (Algeria); Stefan Schennach (AT); Amal Othman 49 > durante la riunione della mattinata si sono affrontate le tematiche relative alla situazione e ai problemi delle donne immigrate, suddivise in due sottoargomenti: «L’integrazione delle donne immigrate nell’UE – un processo bilaterale» e «Le donne immigrate come fattore di sviluppo dei rispettivi paesi d’origine»; > nel corso della discussione del pomeriggio si è dibattuto in merito a «Le donne e la scienza», prestando particolare attenzione alla «Promozione della parità di genere nelle politiche scientifiche». Durante la trattazione dell’argomento «Le donne e l’immigrazione», la presidenza della riunione ha informato i membri della situazione delle quattro correlatrici – Kratsa (PE), Terzi (Tunisia), Krafess (Marocco) e Akgün (DE) – nominate nel corso della riunione del 31 maggio 2007 a Varsavia: 50 sostituzione della signora Terzi (nella doppia veste di vicepresidente della commissione e di relatrice) a seguito della sua nomina a membro del governo tunisino > la relatrice marocchina, signora Krafess, non è stata rieletta e pertanto non fa più parte della delegazione marocchina presso l’APEM > la signora Akgün (DE) ha ritirato la propria candidatura a relatrice sull’argomento I membri hanno assistito alle presentazioni degli oratori sui due argomenti in esame tenendo in seguito uno scambio di opinioni. Il relatore El Ansari ha brevemente presentato il suo progetto di relazione su «Le donne e la scienza». Sulla base delle conclusioni dell’audizione pubblica e delle relazioni presentate dall’on. Kratsa e dal sig. Ansari, la quarta sessione plenaria dell’APEM (27-28 marzo 2008, Atene) ha approvato la raccomandazione presentata dalla commissione ad hoc per i diritti della donna. Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso > il Parlamento tunisino invierà una comunicazione formale in merito alla 51 B. R accomandazioni della commissione ad hoc per i diritti della donna nei paesi euromediterranei 3a Sessione plenaria dell’APEM, Tunisi, 16-17 marzo 2007 Raccomandazione dell’Assemblea parlamentare euro-mediterranea concernente i diritti della donna nei paesi euromediterranei adottata sulla base del progetto presentato a nome della commissione ad hoc sui diritti della donna nei paesi euromediterranei 52 L’Assemblea parlamentare euromediterranea: > vista la decisione adottata dall’Ufficio di presidenza dell’Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM) il 24 maggio 2005 di istituire la commissione ad hoc per i diritti della donna, > visto il mandato attribuito in occasione della sessione straordinaria dell’Assemblea parlamentare euromediterranea il 22 novembre 2005 a Rabat, Seconda sessione plenaria dell’Assemblea parlamentare euromediterranea. Bruxelles, 26 marzo 2006 Da sinistra a destra: Grazyna Ciemniak, presidente della commissione ad hoc sui diritti delle donne dell’APEM, on. Rodi Kratsa-Tsagaropoulou, vicepresidente della commissione ad hoc sui diritti delle donne dell’APEM, (PPE-DE, Grecia) e Salwa Terzi, vicepresidente della commissione ad hoc sui diritti delle donne dell’APEM > vista la relazione sui diritti della donna nei paesi euromediterranei, adottata dalla commissione ad hoc sui diritti della donna nei paesi euromediterranei durante la riunione del 16 marzo 2007, la commissione ad hoc presenta la raccomandazione seguente sui diritti della donna nei paesi euromediterranei, sulla base della relazione da essa elaborata e adottata all’unanimità nella riunione della commissione ad hoc sui diritti della donna nei paesi euro-mediterranei il 16 marzo 2007 a Tunisi. Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso da Grażyna CIEMNIAK, Presidente 53 6. La commissione per i diritti della donna dell’Assemblea parlamentare Raccomandazioni generali 1. Sottolineando la necessità urgente di migliorare la condizione delle donne nei paesi euromediterranei, la commissione ad hoc constata che sono tuttora necessari sforzi importanti e continui per affrontare i problemi di discriminazione e per eliminarli mediante l’adozione di una legislazione pertinente e la sua attuazione in ciascuno dei paesi partecipanti al parlamenti di tutti i paesi partecipanti al processo di Barcellona, in seno al Parlamento europeo e a organizzazioni internazionali. Essa dovrebbe assolvere il ruolo di coordinatore di tutte le azioni svolte nel settore. 7. La commissione ad hoc insiste che i rappresentanti della Commissione per in tutti i settori della vita economica, politica, educativa e sociale è i diritti della donna dell’Assemblea parlamentare euromediterranea siano indispensabile. invitati alle conferenze ministeriali dedicate al ruolo delle donne nella sono diritti umani fondamentali e che il loro rispetto è necessario per la qualità della democrazia e il successo degli obiettivi politici ed economici società. In questo contesto, la Commissione sollecita che una delegazione dei membri della commissione ad hoc partecipi alla conferenza ministeriale di revisione nel 2009. 3. Chiede di realizzare e di applicare concretamente gli impegni finanziari adottati nel programma MEDA per promuovere la partecipazione attiva delle donne alla vita economica e sociale e di prendere sistematicamente le risorse finanziarie per l’attuazione delle conclusioni tratte dalla conferenza ministeriale: «Rafforzamento del ruolo delle donne» svoltasi il 14 e 15 novembre 2006 a Istanbul. in considerazione la dimensione di genere nel quadro dei programmi 9. La commissione ad hoc chiede all’Assemblea parlamentare euromediterranea MEDA; invita la Commissione europea a includere la dimensione di di comunicare la propria relazione sui diritti della donna nei paesi genere nelle valutazioni dei programmi MEDA, e a utilizzare le relative euromediterranei a tutte le commissioni permanenti dell’Assemblea conclusioni per la pianificazione dei programmi futuri. affinché queste ultime possano utilizzarla nei rispettivi lavori. 4. Considerando quanto precede, la commissione ad hoc ritiene necessario, 10. Compiacendosi della decisione del Parlamento europeo e del Consiglio parlamentare europeo del 17 maggio 2006 che proclama il 2007 «Anno europeo delle euromediterranea, una commissione permanente per i diritti della pari opportunità per tutti» (decisione 771/2006/CE del Parlamento europeo donna. La composizione della commissione per i diritti della donna deve e del Consiglio, del 17 maggio 2006, che istituisce l’anno europeo delle pari corrispondere a quella delle altre commissioni dell’APEM. opportunità per tutti (2007) – Verso una società giusta), la commissione all’unanimità, creare, nel quadro dell’Assemblea 5. Sottolinea che la cooperazione regolare con la commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere del Parlamento europeo, con la commissione per le pari opportunità per le donne e gli uomini del Consiglio d’Europa e con le rispettive commissioni competenti dei ad hoc incoraggia i paesi membri a partecipare alla realizzazione degli obiettivi dell’Anno europeo delle pari opportunità, vale a dire: a) sensibilizzare l’opinione pubblica al diritto alla parità e alla non discriminazione di fatto e di diritto, parlamenti nazionali, nonché con la Commissione europea, incaricata dei b) stimolare un dibattito sui modi per rafforzare la partecipazione programmi MEDA I e MEDA II, dovrebbe contribuire a un’attuazione più equilibrata fra uomini e donne nella vita sociale, economica e efficace del principio di uguaglianza di genere. politica e il loro coinvolgimento nelle azioni tese a combattere tali discriminazioni, in tutti i settori e a tutti i livelli, Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso 8. La commissione ad hoc sottolinea in parallelo la necessità di determinare del processo di Barcellona. Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso azioni e le decisioni prese dalle commissioni per i diritti delle donne dei processo di Barcellona e che la promozione attiva dei diritti della donna 2. La commissione ad hoc sottolinea con risolutezza che i diritti delle donne 54 euromediterranea deve ricevere informazioni complete su tutte le 55 c) mettere in evidenza il contributo positivo che ogni persona, qualunque sia il sesso, può apportare alla società nel suo insieme, in particolare mettendo l’accento sui vantaggi della diversità e della parità nell’interesse della società in generale, d) sensibilizzare il pubblico sull’importanza di abolire gli stereotipi, i pregiudizi e la violenza, di favorire buone relazioni fra tutti i membri della società, in particolare i giovani, nonché di promuovere e diffondere i valori che sono alla base della lotta contro le discriminazioni. Raccomandazioni particolari Analisi comparativa della legislazione in vigore nell’Unione europea e nei paesi partner mediterranei 13. La commissione ad hoc invita i governi dei paesi membri dell’Unione europea e le parti sociali a rispettare appieno e ad attuare i diritti derivanti dalla legislazione europea e dalla legislazione di ciascuno dei paesi membri. 14. La commissione ad hoc invita i governi a prendere decisioni coerenti e coordinate al fine di stabilire una strategia comune per creare una 11. La commissione ad hoc raccomanda ai parlamenti nazionali dei paesi partecipanti al processo di Barcellona di designare, per i lavori della commissione per i diritti della donna dell’Assemblea parlamentare euromediterranea, donne parlamentari che siano anche membri del Forum per garantire la migliore utilizzazione delle esperienze acquisite dal Forum stesso. 12. La commissione ad hoc propone che la Presidente del Forum assista regolarmente alle riunioni della commissione per i diritti della donna dell’APEM. società in cui uomini e donne siano uguali nei diritti e nei doveri, nel rispetto reciproco delle loro differenze. Pratiche legislative efficaci e di altra natura costituiscono uno strumento utile di non discriminazione. 15. La commissione ad hoc incoraggia l’Unione europea a sostenere maggiormente le organizzazioni non governative che militano a favore delle donne e delle pari opportunità e sottolinea l’importanza che rivestono le valutazioni periodiche di detta cooperazione. L’UE e altri donatori devono determinare e coordinare gli sforzi che compiono nei diversi paesi e, all’occorrenza, sottolineare che esistono nei paesi della regione MENA organizzazioni di donne disposte a sostenere le iniziative tese a eliminare le disparità fra i sessi. 16. Si compiace della creazione di istituzioni votate a promuovere le pari opportunità fra i sessi nella parte meridionale e orientale del Mediterraneo, fra cui l’Organizzazione della donna araba e altre ONG simili che coordinano le attività di tutte le istituzioni nazionali in questo settore, e sottolinea l’importanza che rivestono valutazioni periodiche di questa cooperazione. 17. La commissione ad hoc incoraggia i governi a tenere conto delle politiche e delle misure specifiche in materia di uguaglianza di genere e a fare ricorso a strategie di integrazione della dimensione di genere (strategie di integrazione della dimensione di genere nei bilanci e nelle valutazioni Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Raccomandazioni in materia di integrazione del Forum euromediterraneo delle donne parlamentari con l’Assemblea parlamentare euromediterranea dell’impatto sulla parità uomini-donne) in sede di elaborazione delle 56 politiche macro/microeconomiche e sociali. 57 regione di MENA a impegnarsi in un dibattito, nella stampa, sulla parità dei generi, gettando così le basi per l’introduzione di meccanismi efficaci e costruttivi che introdurrebbero lo spirito di uguaglianza fra gli uomini e le donne nella nuova legislazione. 19. La commissione ad hoc per i diritti della donna si compiace delle numerose riforme giuridiche nei paesi meridionali dell’APEM, ma è anche preoccupata per il fatto che lo status giuridico della donna conosce forme sempre diverse di discriminazione rispetto ad altri paesi, e fa osservare che i partner del sud non hanno tutti firmato o ratificato Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso la convenzione sull’eliminazione di qualsiasi forma di discriminazione La partecipazione delle donne alla vita politica, economia e sociale 23. La commissione ad hoc constata che la partecipazione accresciuta delle donne fa sì che tutti i paesi partecipanti al processo di Barcellona rispettino i diritti delle donne a un trattamento paritario con gli uomini in tutti i settori della vita sociale, economica e politica. 24. La commissione ad hoc sottolinea la necessità di assicurare l’uguaglianza degli uomini e delle donne in tutti i settori della vita – politica, economica e sociale, dando prova di un approccio multidimensionale e applicando diverse misure in questi settori, anche creando o rafforzando il meccanismo nazionale sulla parità dei generi. contro la donna; invita quindi tutti questi partner a impegnarsi a 25. La commissione ad hoc esorta i paesi a compiere sforzi volti a promuovere la rispettare la suddetta convenzione nonché le convenzioni delle Nazioni sensibilizzazione sulla necessità di attuare il principio di rappresentatività Unite sui diritti dell’uomo introducendo meccanismi regionali e nazionali più equilibrata dei sessi sia nelle istituzioni internazionali, sia nelle di controllo più severi. strutture e negli organi nazionali, nonché a eliminare le disparità in 20. Riconosce che esistono alcune lacune anche nei partenariati incrociati in materia di matrimoni, cittadinanza, autorità parentale, eredità e libertà di circolazione e sollecita quindi i partner dell’APEM ad affrontare tali lacune dei partenariati incrociati armonizzando la legislazione sul matrimonio, il divorzio, l’autorità parentale e l’eredità. 21. La commissione ad hoc per i diritti della donna invita tutti gli Stati, in particolare i partner meridionali del dialogo euromediterraneo, a firmare il protocollo del 2000 delle Nazioni Unite inteso a prevenire, eliminare e punire la tratta di esseri umani, che completa la convenzione contro la criminalità transnazionale organizzata, e a favorire una cooperazione e un’azione effettiva in questo settore. 22. Riconosce il ruolo dei media nelle questioni relative alla condizione delle donne e al loro ruolo nella società, nonché la loro influenza sull’atteggiamento dei cittadini in questi paesi, e invita i governi a cooperare con i media in quest’ottica. materia di partecipazione delle donne alla vita politica. Inoltre, la commissione ad hoc ritiene necessario facilitare i profondi sforzi delle donne per creare organizzazioni e istituzioni di donne, nel quadro del rafforzamento del processo di democratizzazione. 26. Anche se in tutti i paesi dell’APEM si compiono sforzi per arrivare alla parità fra i sessi, le donne che arrivano a posizioni di potere non sono sempre in grado di esercitare appieno i loro diritti, tenuto conto delle barriere imposte da reti di influenza informali e patriarcali che discriminano le donne e le privano di fatto della parità di genere; sottolinea che questo accade, in particolare, alle donne nei parlamenti e nel mondo politico e chiede, quindi, di prendere misure tese a sopprimere le limitazioni dei loro diritti (privati e sociali). 27. La commissione ad hoc esorta i paesi ad aumentare il numero di donne occupate, fissando un indicatore di occupazione, e a realizzare strutture che consentano alle donne di conciliare il lavoro professionale con le responsabilità familiari e la custodia dei figli, in particolari per le madri Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso 18. La commissione ad hoc esorta le donne attive nella vita politica nella single. Questo sarà possibile attraverso il sostegno degli asili e delle 58 scuole materne, l’attuazione di clausole giuridiche che proteggano le 59 donne dopo il congedo parentale per l’istruzione dei figli, e l’attuazione 32. Invita gli Stati membri dell’Unione europea e i paesi d’origine a di disposizioni relative alla possibilità per i genitori di condividere il comunicare alle loro popolazioni informazioni sistematiche e responsabili congedo parentale per l’istruzione dei figli. sulle politiche in materia di immigrazione dell’Unione europea e le sfide, 28. La commissione ad hoc rileva che la parità dei generi può essere raggiunta solo dando un potere economico alle donne; conviene quindi le possibilità e gli obblighi dei migranti, uomini e donne, nei paesi di accoglienza. prendere le misure necessarie per sostenere l’imprenditorialità delle migliorare l’occupazione delle donne, dovrebbe essere garantita la parità di trattamento sul mercato del lavoro; dovrebbero essere adottate misure per eliminare le diseguaglianze strutturali quali la segregazione settoriale; il sistema di previdenza sociale dovrebbe essere migliorato al fine di comprendere le donne che lavorano a tempo parziale e che Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso hanno fatto riscorso al telelavoro. 29. La lotta contro le disparità incoraggia i membri della commissione ad hoc a prendere misure per porre fine alla violenza psichica e fisica di cui sono vittime uomini e donne e per impedire le diseguaglianze nell’accesso al mondo politico, economico e sociale. Chiedono di creare una banca di dati disaggregati Euro-Med (in cooperazione con l’Agenzia europea dei diritti dell’uomo, a Vienna) per sorvegliare e valutare la situazione dei diritti della donna in tutti i settori, in parallelo con la creazione di centri locali Accesso delle donne all’istruzione e alle cure mediche 33. La commissione ad hoc evidenzia il ruolo particolare dell’istruzione e della formazione in materia di accesso delle donne e tutti i settori della vita sociale, economica e politica. In questo contesto, la commissione ad hoc è lieta di constatare un costante aumento del livello di istruzione e del livello decrescente di analfabetismo fra le donne nella regione euromediterranea. 34. La commissione ad hoc invita i paesi partner mediterranei a rendere la loro politica sull’istruzione ancora più attiva, a incoraggiare una politica di parità di genere e a non elaborare modelli di ruoli sulla base di una divisione del lavoro per sesso, sottolineando che il sempre maggiore livello di formazione delle donne ha un impatto positivo sullo sviluppo dell’economia nazionale. in ciascun paese partner con la missione di elaborare relazioni annuali sui 35. La commissione ad hoc prevede l’applicazione di nuove tecnologie al diritti della donna, sulla base di determinati indicatori, poiché non sono fine di risolvere i problemi nell’insegnamento e nel settore medico. disponibili dati per quanto riguarda la violenza dovuta al sesso nei paesi meridionali dell’APEM, esorta a realizzare meccanismi di questo tipo. 36. Per quanto attiene agli Obiettivi di sviluppo del Millennio, adottati nella dichiarazione del millennio al vertice delle Nazioni Unite l’8 settembre 30. Sollecita l’elaborazione di un programma di scambio fra i paesi 2000, la commissione ad hoc chiede di assicurare uno status di parità settentrionali e meridionali dell’APEM al fine di aiutare le donne fra uomini e donne in tutti i settori della vita. La commissione ad hoc parlamentari a scambiare le esperienze politiche e culture; chiede inoltre incoraggia in particolare i paesi a prestare una speciale attenzione di creare nei parlamenti degli Stati dell’APEM tirocini speciali per le all’istruzione delle ragazze, anche quelle che abitano nelle zone rurali, giovani donne che lavorano in organizzazioni politiche per la gioventù. affinché non siano obbligate ad abbandonare prematuramente la 31. Invita tutti gli Stati membri dell’Unione europea a garantire, sulla base della loro legislazione nazionale e delle convenzioni internazionali, il rispetto dei scuola, per garantire loro condizioni adeguate per lo sviluppo personale e affinché possano sfruttare appieno le loro capacità. Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso donne grazie a un migliore accesso alle risorse finanziarie; al fine di diritti fondamentali dei migranti e a promuovere politiche di lotta contro 60 tutte le forme di discriminazione di cui sono vittime le emigranti. 61 37. La commissione ad hoc invita i governi dei paesi a favorire la promozione delle donne e a garantire loro una retribuzione paritaria sul lavoro. 38. Sottolinea l’importanza di tenere conto della dimensione di genere in tutte le politiche in materia di salute nonché nel quadro dei programmi scientifici e di ricerca. 39. La commissione ad hoc invita i paesi partecipanti al processo di Barcellona l) creando, in ciascun paese, forum nazionali per la salute delle donne; m) pubblicando relazioni circostanziate e periodiche sulla salute delle donne, da presentare ai parlamenti, ai media e al pubblico; n) definendo in modo preciso gli assi prioritari della ricerca, indicando le azioni specifiche che devono risultarne; o) creando meccanismi che consentano di raccogliere i pareri delle donne sulle loro esigenze e i problemi che incontrano; a compiere tutti gli sforzi necessari per migliorare l’accesso delle donne p) acquisendo conoscenze pertinenti sulle azioni governative intraprese dei paesi euromediterranei a tutte le cure sanitarie in tutte le regioni, in a livello internazionale (CEDAW e Piattaforma di Pechino per quanto particolare le regioni rurali in cui l’infrastruttura delle cure sanitarie per riguarda le decisioni relative alle azioni già approvate) e a livello le donne è gravemente lacunosa. In questo contesto, la commissione ad euromediterraneo (dichiarazione di Barcellona e impegni assunti da hoc mette in particolare l’accento sulla situazione delle donne anziane e diversi forum e conferenze); sui loro problemi di salute. q) condividendo le esperienze con i cittadini degli Stati membri attenzione alle possibili somiglianze (e alle differenze considerate loro sessualità, la commissione ad hoc raccomanda un accesso migliore accettate) in campo sociale, economico, religioso e culturale in queste delle donne alla sanità, segnatamente: a) assicurando l’accesso ai contraccettivi per tutte le donne; b) migliorando i metodi di parto; c) promuovendo il carattere privato dell’allattamento; delle donne, rispettando il loro diritto all’intimità. 41. Invita tutti gli Stati membri dell’APEM a migliorare la gestione dell’epatite d) migliorando le conoscenze e le competenze delle ostetriche; B e dell’HIV elaborando migliori strategie di screening, di prevenzione e) limitando il numero di IVG (interruzione volontaria di gravidanza) che e di trattamento della malattia per le donne incinte e i loro figli esposti comportano un rischio per la salute o la vita della donna; f) applicando regole stigmatizzanti dei maltrattamenti e dello stupro e garantendo il loro rispetto; g) lottando contro ogni forma di violenza a danno delle donne, ovvero violenza domestica, lo stupro e la prostituzione forzata; h) migliorando le condizioni economiche e finanziarie e lo status delle collaboratrici del sistema sanitario; i) nominando più donne a posti di direzione nel settore della sanità; ai rischi; da quando le relazioni dell’Organizzazione mondiale della salute mettono in evidenza la crescente minaccia costituita da malattie infettive e in particolare dall’epatite B e dall’HIV in tutti i paesi e che le infezioni neonatali con il virus dell’epatite B fanno correre un rischio elevato di infezione persistente, chiede lo screening di tutte le donne durante la gravidanza, quale elemento centrale della strategia di ogni nazione tesa a ridurre i casi e le conseguenze dell’infezione da HIV e da epatite B e, alla fine, a eliminarli. j) offrendo al personale del settore sanitario una formazione continua e di qualità per quanto riguarda la questione di genere; k) creando un servizio dedicato alla salute delle donne, incaricato di elaborare la politica intersettoriale e piani d’azione; 62 due zone geografiche; r) ideando strategie e servizi di cure sanitarie per proteggere la dignità 42. La commissione ad hoc sottolinea il problema della crescente violenza a danno delle donne e raccomanda ai paesi di mettere in atto una Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso dell’Unione europea e dei paesi del MENA, prestando particolare 40. Sostenendo il diritto delle donne di decidere da sole dei loro corpi e della normativa appropriata sulla protezione delle vittime, permettendo l’applicazione di misure economiche. 63 43. La commissione ad hoc raccomanda ai governi di prendere tutte le misure 49. La commissione ad hoc raccomanda di elaborare piani d’azione favorevoli necessarie in materia di prevenzione e di protezione e di assicurare una al miglioramento dell’immagine delle donne nei media, che consentano formazione specializzata per i professionisti che si occupano delle vittime di garantire loro una posizione più paritaria nei media, e di attuarle in della violenza, per eliminare tutte le forme di violenza contro le donne, modo coerente. 44. La commissione ad hoc è consapevole del crescente problema della violenza contro le donne (violenze fisiche e psicologiche, violenze domestiche, matrimoni forzati, poligamia, delitti d’onore, mutilazioni genitali femminili) e raccomanda ai paesi di adottare le disposizioni giuridiche necessarie sulla protezione delle vittime e di rafforzarle, nonché di garantirne il rispetto; chiede di sensibilizzare di più il pubblico nei confronti di questo fenomeno attraverso campagne Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso d’informazione. 64 45. Prende nota delle statistiche che riguardano le violenze e i delitti di cui sono vittime le donne e chiede, quindi, riforme giudiziarie e giuridiche in tutti gli Stati membri dell’APEM, riforme tese in particolare a fare adottare una legislazione che protegga le donne e a punire più severamente gli autori dei reati, in particolare nel caso di violenze domestiche. 46. La commissione ad hoc fa appello a una maggiore solidarietà fra i governi, i parlamenti, i cittadini e le cittadine nella regione mediterranea, e a un’azione più risoluta dell’Unione europea sulla scena internazionale, al fine di trovare soluzioni per i conflitti in questa regione. 50. A tal fine, la Commissione ritiene che sarebbe opportuno: a) aiutare le organizzazioni non governative di donne a sviluppare la sorveglianza sul contenuto non discriminatorio delle informazioni nei media; b) sostenere le azioni tese a migliorare la posizione sociale delle donne realizzate dal settore dei media, sulla base del principio di responsabilità; c) mettere maggiormente l’accento sui programmi di sensibilizzazione delle donne diffusi dalla radio/televisione pubblica e informarle dei loro diritti; d) realizzare negli organismi privati di radiodiffusione campagne per incitarli a diffondere programmi simili; e) garantire l’utilizzazione effettiva, da parte delle donne, delle nuove tecnologie di comunicazione, per sviluppare le loro capacità informatiche, e promuovere programmi educativi organizzati dai governi in cooperazione con i media, tenendo presente, tuttavia, che questi programmi educativi dovrebbero porre maggiormente l’accento sulla capacità di utilizzare i media, tenendo conto degli effetti negativi del trattamento sfavorevole delle donne nei media e delle eventuali conseguenze di tale situazione. Le donne nei media 47. Consapevole dell’immagine sfavorevole delle donne in tutti i media dei paesi partecipanti al processo di Barcellona, la commissione ad hoc chiede di avviare tutte le azioni necessarie per migliorare questa immagine. Progetti dell’Unione europea e fonti di finanziamento dei programmi di sostegno delle donne e della parità fra i sessi 51. La commissione ad hoc invita la Commissione europea a includere la dimensione della parità di genere in tutte le politiche, tutti i programmi 48. La commissione ad hoc sottolinea il ruolo che svolgono le donne e progetti dell’UE attuati nel quadro del partenariato euromediterraneo parlamentari in termini di miglioramento dell’immagine delle donne o della politica europea di vicinato. Occorre, in particolare, tenere nei media e invita i partiti politici e le istituzioni interessate a creare gli conto della partecipazione accresciuta delle donne in tutti i settori di strumenti e le possibilità per conseguire questo obiettivo. attività, segnatamente attraverso la realizzazione di programmi d’azione Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso compresa la mutilazione genitale e il matrimonio forzato. 65 positivi, assicurando strumenti finanziari e tecnici necessari e mediante 57. Incarica il suo Presidente di trasmettere la presente raccomandazione un rafforzamento delle procedure di informazione e delle consultazioni ai presidenti dei parlamenti membri del processo di Barcellona, alla condotte con le organizzazioni non governative in tutte le questioni conferenza ministeriale euromediterranea, alla Commissione europea, concernenti i diritti delle donne. ai governi dei paesi membri del processo di Barcellona nonché alle 52. Esorta ad agire per colmare il divario fra i generi nell’insegnamento istituzioni interessate. secondario e complementare nei paesi meridionali dell’APEM e rafforzare la partecipazione delle giovani donne ai programmi di scambio della Commissione europea nel settore dell’istruzione, come i programmi Erasmus, Leonardo Da Vinci, Comenius e Grundtvig, nonché i programmi Socrates, Culture 2007-2013 e Gioventù in azione 2007-2013. 53. Sottolinea l’importanza che riveste il rafforzamento della cooperazione fra il nord e il sud del Mediterraneo in questo settore e approva l’idea assegnato, ogni anno, a un’organizzazione o a una persona del sud o del nord, che si ritiene abbia apportato, in cooperazione con altri attori mediterranei, il massimo contributo nel settore della promozione dei diritti della donna. 54. Invita la Commissione europea e il Consiglio a inserire negli accordi di associazione, oltre alla clausola democratica concernente il rispetto dei diritti fondamentali, la dimensione di genere, attraverso l’introduzione di una disposizione esplicita sulla protezione dei diritti della donna, e di prevedere un seguito e una valutazione delle legislazioni nazionali, dei piani d’azione e dei programmi comunitari in questo settore. 55. Si rallegra dei crediti concessi nel quadro di MEDA I e II e dell’iniziativa europea per la democrazia e i diritti umani in questo settore, e chiede l’adozione di un programma MEDA regionale teso in particolare a promuovere i diritti della donna. 56. Sostiene con risolutezza gli scopi e gli obiettivi del programma quinquennale di lavoro 2005 sul partenariato euromediterraneo, ma raccomanda di definire meglio gli obiettivi e di corredarli di un Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso di creare un premio della donna Euro-Med dell’anno, che sarebbe calendario di attuazione. 66 67 a Sessione plenaria dell’APEM, 4 27-28 marzo 2008, Atene, Grecia > vista la comunicazione della Commissione «Un’agenda comune per Raccomandazione dell’Assemblea parlamentare euromediterranea sui seguenti temi: > vista la comunicazione della Commissione su un piano d’azione > Le donne e l’immigrazione: il ruolo e la posizione delle donne migranti nel quadro del partenariato euromediterraneo > le donne e la scienza adottata in base al progetto elaborato a nome della commissione ad hoc sui diritti delle donne nei paesi euromediterranei l’integrazione. Quadro per l’integrazione dei cittadini di paesi terzi nell’Unione europea (COM(2005)0389)», sull’immigrazione legale (COM(2005)0669), > vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo «Decimo anniversario del partenariato euromediterraneo: un programma di lavoro per far fronte alle sfide dei prossimi cinque anni» (SEC(2005)483), presentata al vertice dei capi di Stato e di governo (Barcellona, 27 e 28 novembre 2005), > vista la comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo «Il partenariato euromediterraneo: è tempo di passare all’azione» proposta dal presidente, on. Anna Zielinska-Glebocka, e dai relatori (COM (2006)620 def.), on. Rodi KRATSA-TSAGAROPOULOU, degli Affari esteri, svoltasi a Lisbona il 5 e 6 novembre 2007, delegazione del Parlamento europeo > viste le conclusioni della prima conferenza euromediterranea dei ministri Mohamed EL-ANSARI, delegazione del Marocco > viste le disposizioni della dichiarazione di Pechino, dell’Immigrazione, svoltasi nell’Algarve il 18 e 19 novembre 2007, > vista la convenzione contro la discriminazione nell’istruzione, adottata il 14 dicembre 1960 dalla conferenza generale dell’Organizzazione delle L’Assemblea parlamentare euromediterranea: > visto l’articolo 13 del Trattato CE sulla lotta contro le discriminazioni, > vista la comunicazione della Commissione su immigrazione, integrazione e occupazione (COM(2003)0336), > visto il Libro verde della Commissione sull’approccio dell’Unione europea alla gestione della migrazione economica (COM(2004)0811), > visto il Libro verde della Commissione relativo al futuro della rete europea sulle migrazioni (COM(2005)0606), > vista la comunicazione della Commissione che istituisce un programma quadro sulla solidarietà e gestione dei flussi migratori per il periodo 20072013 (COM(2005)0123), > vista la comunicazione della Commissione su migrazione e sviluppo: Nazioni Unite per l’istruzione, la scienza e la cultura, > vista la sua ultima raccomandazione adottata sulla base del progetto elaborato a nome della commissione ad hoc sui diritti delle donne nei paesi euromediterranei (Tunisi, 17 marzo 2007), > viste le conclusioni dell’ultima riunione della sua commissione ad hoc sui diritti delle donne nei paesi euromediterranei svoltasi a Bruxelles il 17 ottobre 2007 e relativa alle donne e l’immigrazione e alle donne e la scienza, Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso > viste le conclusioni della nona conferenza euromediterranea dei ministri orientamenti concreti (COM(2005)0390), 68 69 1. sottolinea che l’immigrazione femminile aumenta costantemente nell’Unione europea e costituisce circa il 54% del fenomeno nel suo cultura del paese di accoglienza; 6. sottolinea che, dalle conclusioni di studi recenti, è emerso che i cittadini economica, immigrazione a seguito di catastrofi, ricongiungimento dei paesi di accoglienza sono preoccupati per la presenza di immigrati e familiare, immigrazione per motivi politici, immigrazione come che le reazioni negative nei loro confronti sono in aumento; dall’altro conseguenza di conflitti armati, immigrazione irregolare, asilo); canto, è indubbio che i cittadini dei paesi di accoglienza si aspettano che di vicinato dell’Unione europea, che prevede l’impegno a cooperare nel settore della migrazione e a cui si fa sempre più spesso riferimento nelle relazioni comunitarie e nella cooperazione con le altre regioni del mondo; Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso accoglienza, mancata conoscenza della lingua, della legislazione e della complesso, coprendo un fascio di categorie sempre più ampio (immigrazione 2. ricorda che l’immigrazione è parte integrante della politica europea gli stranieri e gli immigrati si integrino nel paese di accoglienza; 7. ricorda che il processo di integrazione è biunivoco e bidirezionale: a) coinvolge non solo gli strumenti giuridici e finanziari disponibili nel paese di accoglienza, ma implica anche una forte cooperazione dei paesi di origine e degli immigrati stessi al fine di lottare contro 3. sottolinea che l’ingresso e i flussi migratori tra gli Stati membri dell’Europa l’immigrazione clandestina, gettare normalmente le basi per la loro del Sud verso il Nord è una realtà storica dagli anni 50, ma che in futuro si integrazione sociale nel paese di accoglienza, informarli in merito alla assisterà a un’inversione dirotta (dai paesi dell’UE verso i paesi partner del situazione economica, sociale e culturale del paese di accoglienza; Mediterraneo), soprattutto con la creazione di una zona di libero scambio nella regione mediterranea; b) presuppone tanto la disponibilità delle donne migranti e delle loro famiglie ad assumersi la responsabilità dell’integrazione nella 4. sottolinea che l’integrazione degli aspetti legati all’immigrazione società di accoglienza, quanto la disponibilità dei cittadini dell’UE ad nell’azione esterna della Comunità deve rispettare la coerenza dell’insieme accettare e integrare le migranti, sulla base di un impegno reciproco delle politiche e azioni esterne; precisa pertanto che il dialogo e le azioni che consiste in diritti e doveri per la società di accoglienza e le con i paesi terzi nel settore della migrazione fanno parte di un approccio migranti; globale ma al tempo stesso differenziato che tiene conto della situazione di ogni singolo paese terzo; 8. sottolinea che l’acquis comunitario disciplina i diritti delle donne migranti, quali ad esempio il diritto al lavoro di cui godono sia i cittadini europei 5. ricorda che le donne immigrate devono affrontare in linea generale gravi che i lavoratori immigrati; sottolinea altresì che è importante informare problemi di inserimento, soprattutto per via della povertà, esclusione le migranti dei loro diritti, in modo da consentire loro di beneficiarne sociale, «ghettizzazione», accesso limitato ai servizi pubblico-sociali e alle appieno e di partecipare in modo attivo alla vita della società di cure mediche, difficoltà di accesso al mercato del lavoro, bassi tassi di accoglienza; occupazione ed elevate percentuali di disoccupazione, impiego in posti di lavoro temporanei scarsamente retribuiti e spesso privi di protezione sociale ed economica o in settori dell’economia sommersa e del lavoro clandestino, limitate competenze linguistiche, scarsa partecipazione 70 partecipazione alla vita sociale, politica, sindacale e culturale del paese di all’istruzione di base e in particolare a quella superiore, limitata 9. r icorda la prima conferenza euromediterranea dei ministri dell’Immigrazione (Algarve, 18-19 novembre 2007), che ha messo in luce la necessità di un approccio globale ed equilibrato per un’immigrazione Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne e l’immigrazione riuscita, che rispetti interamente e protegga i diritti degli immigrati e i diritti dell’uomo, in particolar modo le donne e i bambini migranti, 71 e che garantisca un’efficace protezione internazionale ai bisognosi di discriminazione e che la definizione delle condizioni e delle misure di aiuto, sulla base dei principi contenuti nel diritto internazionale e degli integrazione non dovrebbe metterne in discussione l’efficacia; o accordi specifici; Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso in particolare le donne, che costituiscono la categoria più vulnerabile 10. invita gli Stati membri e i paesi partner, nel quadro degli accordi di poiché sono oggetto di una doppia discriminazione basata e sull’origine lavoro bilaterali sull’accoglienza dei cittadini dei paesi terzi o attraverso etnica e sul sesso, potendo altresì subire ulteriori discriminazioni se altri strumenti, a vigilare affinché le donne migranti beneficino di appartenenti a una minoranza religiosa; invita gli Stati membri a un regime giuridico e lavorativo sicuro nei paesi d’accoglienza e non rafforzare le strutture e i servizi sociali che consentiranno il normale subiscano discriminazioni, né per motivi di genere né per motivi di stabilimento dei migranti, nonché l’informazione relativa ai diritti e ai origine, conformemente all’acquis comunitario; doveri che discendono dai principi e dalle leggi vigenti in ciascuno Stato 11. ricorda che il quadro giuridico europeo relativo all’ingresso e al membro; soggiorno di cittadini di paesi terzi, regolamentato dalle direttive 15. chiede ai paesi d’origine di informare, in maniera sistematica e in materia di diritto al ricongiungimento familiare e allo status di responsabile, le proprie popolazioni rispettive sulle politiche e le soggiornante di lungo periodo, di studente e di ricercatore, dispone la sfide dell’UE in materia di immigrazione, sulle possibilità offerte ai parità di trattamento e di diritto di accesso all’occupazione, all’istruzione/ migranti, uomini e donne, e sui loro obblighi, al fine di prevenire le formazione nonché di altri diritti sociali fondamentali; conseguenze negative dell’immigrazione illegale, dell’emarginazione e 12. sottolinea che la direttiva 2003/86/CE relativa al ricongiungimento familiare e allo status dei cittadini dei paesi terzi soggiornanti di dello sfruttamento economico e sessuale delle donne migranti nei paesi di accoglienza; lungo periodo regolamenta alcuni aspetti importanti direttamente 16. invita gli Stati membri e la Commissione a prevedere il finanziamento di correlati alle donne migranti: a) il diritto al ricongiungimento familiare, programmi che si rivolgano specificamente alle donne e che forniscano conformemente all’obbligo di protezione della famiglia e di rispetto informazioni sui requisiti che i migranti devono soddisfare per entrare della vita familiare. Il coniuge del richiedente il ricongiungimento può e soggiornare nell’Unione europea; chiede che vengano potenziate le invocare tale diritto; b) oltre a un permesso di soggiorno della durata strutture consolari e diplomatiche al fine di gestire meglio le necessità equivalente a quella del richiedente, i membri della sua famiglia hanno connesse con l’immigrazione; il diritto di accedere all’istruzione, all’occupazione e alla formazione professionale; c) trascorso un periodo massimo di cinque anni di soggiorno, il coniuge o il partner non coniugato e il figlio diventato maggiorenne hanno diritto a un permesso di soggiorno autonomo, indipendente da quello del soggiornante; 13. sottolinea che la direttiva 2003/86/CE non è stata ancora applicata in modo soddisfacente da tutti gli Stati membri, il che ha lasciato ampio spazio a trattamenti discriminatori nei confronti delle donne migranti; 72 14. riconosce le difficoltà che incontrano gli immigrati appena arrivati, ricorda che tale direttiva dovrebbe essere applicata senza alcuna 17. accoglie con favore il nuovo Fondo europeo per l’integrazione dei migranti (dotazione finanziaria: 825 milioni di euro), che si inserisce nel quadro del programma «Solidarietà e gestione dei flussi migratori» per il periodo 2007-2013 e consente di finanziare misure volte a integrare gruppi sociali specifici, donne e bambini in particolare; 18. invita gli Stati membri, nel quadro dei piani d’azione nazionali per Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso impegni specifici assunti da ogni paese in seguito all’adesione a strumenti l’occupazione e l’integrazione sociale, a prevedere azioni intese a promuovere la partecipazione delle donne migranti al mercato del lavoro, a lottare contro il lavoro non dichiarato, a garantire il rispetto 73 dei loro diritti sociali (parità di remunerazione, sicurezza sociale, diritto b) la direttiva relativa alla manodopera altamente qualificata, che alla pensione, eccetera), a rafforzare lo spirito d’impresa nonché la propone condizioni favorevoli di ricongiungimento familiare e protezione delle donne migranti della terza età contro la povertà e garantisce il diritto di accesso al mercato del lavoro per le mogli degli l’esclusione e il rafforzamento del ruolo delle parti sociali e dei sindacati immigrati altamente qualificati; 19. esorta gli Stati membri e i paesi partner che non abbiano ancora adottato interculturale, la qual cosa dovrà servire a sensibilizzare i cittadini disposizioni in questo senso ad attivarsi affinché tutte le violenze a danno alle discriminazioni contro le donne e le giovani (violazioni dei diritti di donne e bambini, in particolare il matrimonio forzato, la poligamia, le fondamentali) nonché a informare più ampiamente il pubblico sulla molestie sessuali, la violenza coniugale e domestica, i delitti d’onore e le posizione e il ruolo delle donne migranti, le loro culture rispettive e le mutilazioni genitali, che si verificano in quei paesi che hanno commesso o loro aspirazioni nel paese d’accoglienza; ricorda che occorre adottare commettono ancora gravi violazioni dei diritti dell’uomo, siano punite con un approccio bidirezionale che promuova sia l’informazione sia la sanzioni efficaci e dissuasive, in conformità con il loro codice penale; li esorta partecipazione delle donne immigrate alle manifestazioni della società altresì a sensibilizzare le autorità di polizia e giudiziarie su tali questioni; europea; 20. sottolinea il ruolo delle comunità organizzate di donne migranti e delle 24. plaude alla resistenza e alla tenacia delle donne costrette ad abbandonare ONG impegnate a consigliare, informare e sostenere le donne migranti; il loro paese d’origine in conseguenza di guerre o conflitti; chiede con ricorda che tali organizzazioni dovrebbero costituire un punto di dialogo forza che questa categoria di donne migranti possa beneficiare di un con la società di accoglienza, motivo per cui la partecipazione delle sostegno specifico nel nuovo paese di accoglienza, sotto forma di cure donne al loro interno è ritenuta fondamentale; psicologiche e fisiche, 21. partendo dalla consapevolezza che la complessità dei cambiamenti e dei vincoli socioeconomici della nostra epoca ha sconvolto il ruolo della madre nei confronti dei propri figli, invita a trovare i mezzi idonei a garantire la complementarietà dei ruoli della scuola, della famiglia e dei componenti della società civile affinché gli estremisti e i terroristi non traggano vantaggio dal vuoto che si è creato; 22. accoglie con favore le due nuove proposte che la Commissione europea presenterà a breve, e nello specifico: a) la proposta di direttiva quadro intesa a porre fine al «divario giuridico» esistente tra i lavoratori dei paesi terzi – uomini e donne – e i cittadini dell’UE, garantendo alle due categorie di lavoratori pari diritti in ambito lavorativo (ad esempio, stesse condizioni di lavoro, compreso l’accesso alla formazione professionale e ai benefici sociali essenziali). 74 23. si compiace della decisione di dichiarare il 2008 anno del dialogo È infatti innegabile che anche i lavoratori dei paesi terzi contribuiscono all’economia europea lavorando e pagando regolarmente le tasse, Le donne e la scienza 25. riconosce che la ricchezza e la qualità della vita dei cittadini degli Stati membri dell’UE e dei paesi partner dipendono da una promozione efficace dell’eccellenza nella scienza; 26. sottolinea che le donne svolgono un ruolo secondario nel processo decisionale relativo alle politiche scientifiche e alle priorità nel campo della ricerca, in quanto soltanto poche intraprendono una carriera scientifica; 27. evidenzia che le donne subiscono un «filtraggio» (gatekeeping) da parte degli scienziati più anziani, che possono sostenere le giovani colleghe oppure ostacolarle nella carriera; esse devono far fronte altresì a «ostacoli culturali» nella scala gerarchica di una qualsiasi organizzazione Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso nel processo della loro integrazione sociale ed economica; e rimangono bloccate a un certo livello in ragione di diverse forme di discriminazione; 75 28. ricorda che, nel settore scientifico, le donne dovrebbero poter contribuire in ugual misura al mondo della scienza, nonché intraprendere una carriera scientifica e avere accesso senza limitazione alcuna alle scoperte scientifiche, ricerche, conferenze e seminari; 29. riconosce la necessità di promuovere un dialogo ampio e costruttivo con la società su questioni legate alla scienza, di potenziare il ruolo delle donne in questo settore e di ampliare le loro prospettive di carriera nel settore scientifico e della gestione della scienza; 30. invita gli Stati membri dell’UE e i paesi partner ad adoperarsi affinché sia garantita la parità tra i sessi e vengano intraprese tutte le misure necessarie in tal senso nell’ambito della scienza e delle carriere scientifiche; 76 livello tra gli scienziati uomini e donna e a promuovere pari opportunità tra i sessi nell’ambiente scolastico attraverso azioni intese a intensificare la presenza delle donne nei settori tecnico-scientifici degli istituti scolastici e formativi, a conferire loro le qualifiche necessarie ad adattarsi meglio alle esigenze della società dell’informazione e del sapere, nonché a consolidare le conoscenze nel campo delle nuove tecnologie affinché possano accedere più facilmente alle relative professioni. 32. incarica il suo presidente di trasmettere la presente raccomandazione al Consiglio dei ministri dell’Unione europea, alla Commissione europea, ai parlamenti e governi dei paesi partner del processo di Barcellona, nonché al Parlamento europeo. Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso 31. esorta gli Stati membri dell’UE e i paesi partner a ridurre le differenze di 77 78 L’on. Rodi Kratsa-Tsagaropoulou, primo vicepresidente del Parlamento europeo (PPE-DE, Grecia), insieme ad alcuni bambini della città di Saida, Libano Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso II. Al Parlamento europeo 79 A. R isoluzioni del Parlamento europeo sulle donne della regione euromediterranea > Risoluzione del Parlamento europeo sulla politica dell’Unione europea nei confronti dei paesi mediterranei partner per quanto riguarda la promozione dei diritti della donna e delle pari opportunità in tali paesi (2001/2129(INI)) Il 7 febbraio 2002, con l’adozione della relazione d’iniziativa dell’on. Rodi KRATSA TSAGAROPOULOU (PPE-DE, GR) sulla situazione e il ruolo delle donne nella regione euromediterranea, il Parlamento si allinea ampiamente 80 Concorso annuale di disegno (2008) sull’uguaglianza di genere, per i bambini di 8 - 10 anni provenienti dai paesi terzi della regione mediterranea. Concorso organizzato da Europe-Aid in occasione della giornata internazionale della donna Vincitrice: Liana Maher Touqan, 10 anni, Giordania. Titolo: “Se quest’uomo è medico, allora deve esserlo anche questa donna” diritti della donna e l’uguaglianza di genere. Il Parlamento chiede in sostanza di integrare la dimensione di genere nei tre pilastri del partenariato euromediterraneo, nonché di rispettare il principio di parità politica, sociale ed economica tra i generi. Nel quadro del programma MEDA, il Parlamento invita la Commissione a promuovere piani d’azione finalizzati alla promozione dell’istruzione e della formazione delle donne, all’accesso e alla permanenza delle donne nel mercato del lavoro, alla promozione del ruolo delle donne nel settore imprenditoriale, al sostegno a organizzazioni operanti a favore delle donne, all’elaborazione di programmi relativi alla tutela della salute e alla sicurezza dei lavoratori e al miglioramento dell’accesso delle donne ai servizi di base della salute riproduttiva. Il Parlamento chiede all’Unione europea di assumere un ruolo attivo nella composizione del conflitto arabo-israeliano allo scopo di instaurare nella regione una pace giusta e duratura tenendo conto dei diritti delle donne di entrambe le parti. L’Aula ha infine approvato un emendamento che riprendeva le conclusioni Concorso annuale di disegno (2007) sull’uguaglianza di genere, per i bambini di 8 - 10 anni provenienti dai paesi terzi della regione mediterranea. Concorso organizzato da Europe-Aid in occasione della giornata internazionale della donna Vincitore: Kinan Sinjekdar, Siria della Presidenza dell’UE in occasione della Conferenza euromediterranea Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso alla posizione espressa dalla commissione competente, la commissione per i del 5 e 6 novembre 2001 in cui chiede di porre termine al traffico di esseri umani, e in particolare delle donne. 81 > vista la sua risoluzione del 1° febbraio 2001 sulla strategia comune Il contenuto della relazione dell’Unione europea sulla regione mediterranea adottata dal Consiglio europeo di Feira del 19 giugno 2000 (C5-0510/2000 – 2000/2247(COS))(10), Il Parlamento europeo, > vista la sua risoluzione del 1° febbraio 2001 sulla comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo volta a preparare la > visti gli articoli 13, 14, 15, 16, 17, 18, 21, 23, 27 e 28 del trattato UE, > vista la strategia comune dell’Unione europea nei confronti della regione mediterranea approvata dal Consiglio europeo di Feira del 19 giugno 2000(1), > viste le conclusioni della Presidenza dell’Unione europea in occasione della conferenza euromediterranea dei Ministri degli Affari esteri svoltasi il 5 e 6 novembre 2001, > vista la dichiarazione finale del I Forum parlamentare euromediterraneo Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso svoltosi a Bruxelles il 27 e 28 ottobre 1998, > vista la dichiarazione finale del II Forum parlamentare euromediterraneo svoltosi a Bruxelles l’8 e 9 febbraio 2001, > vista la sua risoluzione dell’11 ottobre 1995 sulla politica mediterranea dell’Unione europea in vista della Conferenza di Barcellona(2), > vista la sua risoluzione del 14 dicembre 1995 sulla conferenza euromediterranea di Barcellona(3), > vista la sua risoluzione del 13 marzo 1997 sulla relazione congiunta della Presidenza del Consiglio e della Commissione sul proseguimento della politica mediterranea dell’Unione europea dopo la Conferenza di Barcellona (7987/96 – C4 0414/96)(4), > v ista la sua risoluzione del 14 maggio 1998 sugli accordi euromediterranei(5), > viste la sua risoluzione dell’11 marzo 1999 sulla comunicazione della Commissione intitolata: «Il ruolo dell’Unione europea nel processo di pace e le prospettive della sua assistenza al Medio Oriente (COM(97) 715 – C4-0114/98)(6), e la sua raccomandazione al Consiglio sulla politica mediterranea dell’Unione(7), > vista la sua risoluzione del 30 marzo 2000 sulla politica mediterranea(8), > vista la sua risoluzione del 15 novembre 2000 sulla politica mediterranea dell’Unione alla vigilia della quarta riunione del Consiglio dei ministri 82 euromediterranei degli Affari esteri a Marsiglia(9), quarta riunione dei Ministri degli esteri euromediterranei «Imprimere un nuovo impulso al processo di Barcellona» (COM(2000) 497 – C5-0630/2000 – 2000/2294(COS))(11), > vista la dichiarazione di Barcellona, come pure il programma di lavoro approvato il 28 novembre 1995 nel corso della Conferenza in questione, > viste le conclusioni della Conferenza di Malta del 15 e 16 aprile 1997, > viste le conclusioni della Conferenza di Palermo del 3 e 4 giugno 1998, > viste le conclusioni della Conferenza di Valencia del 28 e 29 gennaio 1999, > viste le conclusioni della Conferenza di Stoccarda del 15 e 16 aprile 1999, > viste le conclusioni della Conferenza di Marsiglia del 16 e 17 novembre 2000, > viste le conclusioni delle Conferenze di Ericeira del 16 e 17 novembre 1998 e di Bruxelles del 24 e 25 marzo 2000 sulla promozione del ruolo delle donne nello sviluppo economico, > viste le conclusioni dei Forum civili di Malta, Napoli, Stoccarda e Marsiglia, > viste le conclusioni del I Forum parlamentare euromediterraneo delle donne svoltosi a Roma il 27 novembre 2000, > viste le conclusioni del II Forum parlamentare euromediterraneo delle donne svoltosi a Malta il 1° e 2 marzo 2001, > viste le conclusioni del Forum regionale di Bruxelles del 14 luglio 2001 sul ruolo della donna nello sviluppo economico, > visto il regolamento (CE) n. 1488/96 del Consiglio, del 23 luglio 1996, relativo a misure d’accompagnamento finanziarie e tecniche (MEDA) a sostegno della riforma delle strutture economiche e sociali nel quadro del partenariato euromediterraneo,(12), > visto il regolamento CE n. 2698/2000 del Consiglio del 27 novembre 2000 Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso > visti l’articolo 2 e l’articolo 3, paragrafo 2 del trattato CE, che modifica il sopra menzionato regolamento (CE) n. 1488/96(13), > visti la dichiarazione e il programma d’azione della Conferenza delle Nazioni Unite sulla popolazione e lo sviluppo (Il Cairo, 13 settembre 1994), 83 così come le conclusioni dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite D. ricordando che, benché esista un’espressa previsione della promozione relativa alla Conferenza sulla popolazione e lo sviluppo, di cinque anni del ruolo delle donne nella vita socio-economica nei regolamenti MEDA I dopo (Il Cairo +5, New York, 1999), e II, di fatto tale disposizione permane inapplicata, > viste le conclusioni e il progetto di piattaforma d’azione della IV Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle donne, svoltasi a Pechino il 4 e 5 settembre 1995, su un nuovo impulso internazionale alla lotta per la parità, lo sviluppo e la pace, > viste le conclusioni della Conferenza straordinaria dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sulle donne nel 2000: parità tra i sessi, sviluppo e pace nel XXI secolo, svoltasi a New York il 5-9 giugno 2000, > vista l’audizione pubblica sulla promozione della donna e delle pari opportunità in seno al partenariato euromediterraneo, svoltasi al E. esprimendo rincrescimento perché, anche se i vigenti accordi di associazione con i paesi partner contengono sempre una clausola generale relativa al rispetto dei diritti dell’uomo, essi non prevedono una clausola esplicita e distinta (conditio sine qua non) sul rispetto dei diritti delle donne, F. rilevando che per i due paesi partner candidati all’adesione (Malta e Cipro) la situazione dei diritti delle donne è oggetto di osservazione nel capitolo relativo alla politica sociale e all’applicazione dell’acquis comunitario nel settore del genere, Parlamento europeo a Bruxelles il 20 novembre 2001, Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso > vista la relazione della commissione per i diritti della donna e le pari 84 opportunità (A5-0022/2002), II. C ondizione delle donne nei paesi del Mediterraneo meridionale G. esprimendo preoccupazione per l’aggravarsi dell’analfabetismo delle I. R uolo delle donne nell’ambito del partenariato euromediterraneo donne in taluni paesi, per l’emarginazione scolastica delle bambine nelle zone rurali, per gli alti tassi di abbandono dell’istruzione secondaria, come pure per il basso numero di donne che frequentano l’istruzione A. onstatando con soddisfazione che nelle conclusioni degli incontri ministeriali e nelle risoluzioni delle conferenze interparlamentari svoltesi media e superiore, soprattutto al di fuori delle grandi agglomerazioni urbane, sulla base del processo di Barcellona figura una clausola speciale a favore della promozione del ruolo delle donne nella vita socio-economica, H. osservando che la crescente partecipazione femminile al mercato del lavoro permane sensibilmente inferiore a quella maschile e che inoltre la B. considerando che nell’ambito della medesima politica vengono organizzate conferenze interministeriali e interparlamentari di donne sul tema della disoccupazione nelle zone urbane e nelle professioni di livello universitario colpisce soprattutto le donne e, in particolare, le donne giovani, condizione femminile e che il bilancio comunitario prevede inoltre di accordare un aiuto finanziario per la loro organizzazione, I. notando che nel mercato del lavoro le donne sono discriminate a causa della segregazione orizzontale e verticale per motivi legati al sesso, dato C. ritenendo che il progetto volto a dare un nuovo impulso al partenariato euromediterraneo tiene ormai conto della dimensione femminile (strategia che sono relegate nelle professioni tradizionali e nei bassi gradi della gerarchia, comune per il Mediterraneo, Feira – 2000, Forum regionale delle donne, Bruxelles – 2001, fissazione del I Programma regionale mediterraneo – Donne e sviluppo), J. sottolineando che nonostante tutte le differenze esistenti fra i vari paesi e Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso > visto l’articolo 163 del regolamento, all’interno degli stessi la povertà e l’emarginazione colpiscono soprattutto le donne, segnatamente nelle aree rurali, 85 K. sottolineando che la partecipazione delle donne ai programmi operativi integrale basata sui diritti dell’uomo e sulla giustizia sociale, i cui europei è irrisoria per la mancanza di adeguata informazione e di principali elementi sono l’accesso ai servizi di salute riproduttiva e la sufficienti mezzi finanziari, tecnologie e risorse umane, libera decisione in materia sessuale e riproduttiva al fine di promuovere lo L. considerando che la partecipazione delle donne all’esercizio della politica e al processo decisionale (governo, pubblica amministrazione, partiti, sindacati) è molto bassa o addirittura nulla, sviluppo ottimale di una sessualità responsabile; ricordando che l’assenza di politiche pubbliche in materia di salute riproduttiva e la mancanza di riconoscimento dei diritti riproduttivi delle donne pongono gravi problemi, M. ricordando che, benché il diritto internazionale tuteli formalmente i meridionale hanno espresso svariate riserve su tale legislazione sicché buona parte della sua applicazione risulta in larga parte giuridicamente impossibile; nel contempo, una volta firmate e ratificate senza riserve le principali convenzioni internazionali, la loro applicazione pratica risulta Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso ardua a causa di meccanismi insufficienti, del persistere di stereotipi 86 tradizionali o religiosi, poiché rare sono le misure positive a tutela dei diritti delle donne per il loro inserimento nella vita socio-economica, N. constatando che la lotta contro le violenze a danno delle donne non registra alcun progresso a causa dell’assenza di una strategia d’informazione, di meccanismi di prevenzione e di repressione di tali reati, nonché per la carenza di sistemi di protezione, di assistenza e di III. P olitiche a favore della promozione delle donne nell’ambito della cooperazione euromediterranea Q. sottolineando che né a livello dell’amministrazione pubblica né a livello della società civile le donne hanno avuto l’opportunità di contribuire sostanzialmente e sistematicamente alla pianificazione e realizzazione dell’ideale di Barcellona, R. rilevando che a tutt’oggi nessun programma regionale destinato esclusivamente alle donne è stato finanziato sulla base di MEDA I e II e che gli scarsi programmi di massima nazionali a favore delle donne presentano una visione parziale e frammentata a livello nazionale, accoglienza delle vittime, ma anche per l’insufficienza, dal punto di vista S. constatando la grande differenza tra partecipazione e attuazione a opera delle vittime di violenze, dei sistemi di accoglienza e dell’accesso ad essi dei partner dei programmi di massima regionali e nazionali che toccano da parte delle donne, direttamente o indirettamente la condizione e i diritti delle donne con O. sottolineando che la salute delle donne difetta tradizionalmente di protezione in quanto le gravi discriminazioni basate sul sesso e la scarsa modernità dei sistemi sanitari rendono difficile l’accesso delle donne alla sanità, P. ricordando che, dopo la Conferenza internazionale del Cairo sulla popolazione e lo sviluppo del 5-13 settembre 1994, il concetto di salute l’importante progresso in alcuni paesi del Maghreb, il forte ritardo dei paesi del Mashrak e la situazione estremamente problematica delle società implicate nel conflitto arabo-israeliano, T. sottolineando che nelle valutazioni periodiche effettuate dalla Commissione sui progressi del partenariato non si rilevano elementi riguardanti le donne a livello regionale o nazionale, riproduttiva comprende non soltanto la pianificazione familiare ma anche U. sottolineando che nell’ambito dei prestiti concessi ai partner dalla Banca la salute sessuale, la tutela della gravidanza, del parto e dell’assistenza europea per gli investimenti (1996-2000) nessun finanziamento è andato dopo il parto; sottolineando che esso comprende inoltre la presa a carico a progetti destinati alle donne, di esigenze vitali come la maternità e la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili come l’HIV, a partire da un’impostazione Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso diritti individuali e collettivi delle donne, numerosi Stati del Mediterraneo 87 b) all’accesso e alla permanenza delle donne nel mercato del lavoro dell’uomo ed auspica l’espressa integrazione orizzontale nei tre pilastri attraverso il sostegno della riforma del quadro normativo riguardante del partenariato della dimensione di genere e, pertanto, del rispetto le regole del mercato del lavoro, la formazione professionale aperta e della promozione dei diritti delle donne nell’ambito del processo di agli strumenti tecnologici, l’adozione di azioni positive e la creazione Barcellona; invita pertanto le istituzioni europee, gli Stati membri e i di infrastrutture che consentano alle donne di conciliare la vita governi dei paesi partner a riconoscere, rispettare e proteggere i diritti professionale e familiare, quali asili nido e servizi assistenziali per fondamentali della donna e il principio di parità politica, sociale ed le persone non autonome (anziani, invalidi, ecc.), nonché alla economica tra i sessi; promozione del ruolo delle donne presso le organizzazioni sindacali 2. invita la Commissione a includere, in sede di negoziati sugli accordi di associazione, la clausola democratica del rispetto dei diritti fondamentali, così come la dimensione di genere, introducendo una disposizione esplicita relativa alla protezione dei diritti delle donne, e a provvedere Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso affinché venga prevista una politica di monitoraggio di detta tutela simile a quella applicata per i paesi candidati all’adesione; ritiene che tale clausola, come pure il meccanismo di monitoraggio, dovranno costituire uno strumento non solo di repressione, ma soprattutto un mezzo per prendere misure positive a salvaguardia dei diritti delle donne; 3. invita la Commissione a esigere come condizione essenziale la partecipazione delle donne nell’ambito dei negoziati sugli accordi di associazione, onde garantire un’equilibrata attuazione della futura zona di libero scambio; 4. invita la Commissione a fornire informazioni sulla realizzazione e sull’applicazione effettiva degli impegni finanziari fissati nell’ambito del programma MEDA a favore del sostegno alla partecipazione attiva delle donne alla vita economica e sociale e per finanziare azioni preparatorie e progetti pilota destinati all’informazione e alla formazione nell’ambito della parità tra i sessi; chiede inoltre alla Commissione di studiare la possibilità di creare, nell’ambito del programma MEDA, un’azione specifica a favore delle donne; 5. invita la Commissione a promuovere, nell’ambito del primo programma regionale per la partecipazione delle donne alla vita e allo sviluppo socio- 88 a) alla promozione dell’istruzione e della formazione delle donne, Barcellona in merito ai progressi della democrazia e al rispetto dei diritti economico, piani d’azione finalizzati: agevolando la loro partecipazione agli organi direttivi dei sindacati, c) alla promozione del ruolo delle donne nel settore imprenditoriale attraverso la creazione di reti a livello regionale, come pure facilitandone l’accesso agli strumenti finanziari e creditizi; d) al sostegno di azioni che diano maggiore visibilità al partenariato euromediterraneo, destinate in particolare a organizzazioni operanti per i diritti e il ruolo delle donne nell’ambito di detto partenariato, e) all’elaborazione di programmi relativi alla tutela della salute e alla sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro, f) al miglioramento dell’accesso delle donne ai servizi di base della salute riproduttiva; ricorda che i progetti e i programmi che verranno sviluppati dovranno tenere conto delle esigenze delle organizzazioni femminili in tema di pluralismo e di trasparenza sul piano locale e prevedere il necessario sostegno tecnico ed economico affinché le organizzazioni possano trarne beneficio; 6. raccomanda alla Commissione e ai paesi partner di prendere le misure indispensabili per rivalutare l’immagine delle donne nei mezzi di informazione di massa avvalendosi delle possibilità offerte dal programma MEDA-audiovisivi; 7. invita gli Stati membri, la Commissione e il Consiglio ad onorare gli impegni finanziari assunti nell’ambito del programma di azione della Conferenza del Cairo in materia di popolazione e di salute sessuale e riproduttiva per le loro politiche di cooperazione allo sviluppo; Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso 1. chiede l’effettiva attuazione di quanto stabilito nella dichiarazione di 89 8. sottolinea che le barriere ingiustificate all’immigrazione legale favoriscono 13. ritiene che la Banca europea per gli investimenti dovrebbe creare la tratta di esseri umani, in particolare di donne; di conseguenza invita gli una linea di aiuti finanziari destinata a progetti articolati o prestiti, Stati membri, la Commissione e il Consiglio ad applicare le raccomandazioni organizzati e/o diretti da donne; cooperazione con i paesi partner in materia di immigrazione e di asilo, tenendo conto delle rispettive esigenze delle economie della zona euromediterranea nel pieno rispetto dei diritti degli immigrati quali risultano dalla Carta dei sviluppo; 15. rivolge un appello ai governi dei paesi partner affinché dimostrino delle conclusioni e degli orientamenti formulati dalla Presidenza dell’Unione l’indispensabile volontà politica e accelerino le riforme legislative, europea in merito alla gestione del problema dell’immigrazione clandestina amministrative e di altra natura volte a stabilire la parità giuridica tra e dei flussi migratori in occasione della conferenza euromediterranea dei uomini e donne e a inserire la parità tra i sessi in tutte le loro politiche, ministri degli Affari esteri svoltasi il 5 e 6 novembre 2001; promuovendo la partecipazione delle donne e la loro associazione ai statistici, ricerche, indici di progresso, ecc.) in un capitolo a se stante della Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso nell’ambito del processo di Barcellona, una Banca euromediterranea di diritti fondamentali e dalla politica comunitaria, nonché tenendo conto 9. chiede alla Commissione di includere la dimensione «genere» (dati sua relazione annuale sulla situazione del partenariato euromediterraneo e il finanziamento dei programmi MEDA; 10. chiede di promuovere la sistematica raccolta e pubblicazione di dati statistici comparabili per sesso, al fine di fornire un quadro più chiaro della rappresentanza di uomini e donne nei processi decisionali; 11. invita la Commissione e i paesi partner a promuovere i diritti delle donne attraverso la creazione di un osservatorio – banca dati sul monitoraggio e sulla valutazione della condizione e dei diritti delle donne in tali settori – e, parallelamente, di centri locali in ogni Stato partner, con il compito di elaborare una relazione annuale sui diritti della donna sulla base di tali indicatori fissi; 12. raccomanda alla Commissione e agli paesi partner di coordinare le rispettive azioni per migliorare la comunicazione e gli scambi di opinioni per far fronte alle peculiarità culturali in fatto di pianificazione e realizzazione delle politiche di cooperazione euromediterranea affinché vengano profusi sforzi per lo sviluppo di una nuova considerazione della situazione e dei diritti della donna non condizionata dagli stereotipi di genere o di natura religiosa, tramite l’analisi e la riflessione sulla 90 14. propone che venga studiata, discussa e valutata la possibilità di creare, presenza e sul ruolo delle donne nel mondo attuale; processi decisionali, sviluppando politiche pubbliche di lotta contro la violenza a danno delle donne, agevolando una formazione specifica della polizia e della magistratura, favorendo la parità di opportunità in materia di istruzione (in particolare, evitando l’assenteismo e l’abbandono scolastico da parte delle bambine) e consolidando i programmi sanitari e di salute riproduttiva; 16. invita i governi dei paesi partner a sostenere le iniziative e azioni intraprese dalle organizzazioni femminili nei suddetti ambiti; 17. ritiene indispensabile che i governi dei paesi partner coordinino i loro sforzi per l’adozione di un dialogo regionale incentrato non solo sulla prossimità geografica, ma anche sui progressi raggiunti, sullo scambio di migliori prassi e dei mezzi utilizzati per rispondere alle sfide comuni che devono affrontare sulla via della loro democratizzazione e ricerca di coesione sociale; 18. chiede all’Unione europea di assumere un ruolo attivo e determinato nella composizione del conflitto arabo-israeliano allo scopo di instaurare nella regione una pace giusta e duratura e di creare condizioni atte a innescare uno sviluppo politico, economico, sociale e culturale incontestabilmente propizio ai diritti e ai progressi delle donne di Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso del Parlamento europeo sulla tratta di esseri umani e ad avviare una stretta entrambe le parti; 91 19. invita la Commissione a varare, in cooperazione con gli Stati membri e MOTIVAZIONE i paesi partner, una vasta campagna di informazione sul partenariato euromediterraneo, il ruolo delle donne e le possibilità di cooperazione e sviluppo offerte alle organizzazioni femminili nell’ambito dei programmi MEDA; Introduzione La cooperazione euromediterranea costituisce un sogno politico e un progetto vitale per l’UE. Essa non è soltanto un modo sicuro di salvaguardare 20. invita la Commissione a assumere le opportune iniziative ai fini del i suoi interessi economici, ma soprattutto mira alla creazione di una zona ravvicinamento dei paesi partner ai paesi candidati all’adesione e ai di pace, di sicurezza, di stabilità e di prosperità. La sua accelerazione paesi dei Balcani istituendo un dialogo regionale aperto alle donne e impone una migliore comprensione tra i popoli europei e i popoli dei paesi incentrato sui diritti delle donne; partner, come pure l’emersione di una società attiva di cittadini in grado di 92 partecipare a tale processo. iniziative per promuovere le attività femminili in campi diversi da Oggi il ruolo delle donne nell’ambito di tale cooperazione è marginale quelli tradizionali; in tale contesto si compiace dell’iniziativa della o incentrato nel solo settore economico con risultati miseri ovunque. Al Commissione, annunciata dalla Commissaria Reding nel corso della contrario un tale sogno politico deve considerare le donne alla stregua di riunione informale dei ministri dello sport del 12 novembre 2001, di fattori di coesione, pace e sviluppo durevole. organizzare nel secondo semestre 2002 una conferenza sullo sport e le donne nei paesi mediterranei; Obiettivo della presente relazione è quello di fare una valutazione della politica sinora seguita e di esortare l’UE a attuare tutte le indispensabili 22. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione alla politiche a favore della promozione dei diritti sociali, civili ed economici Commissione, al Consiglio e ai governi degli Stati membri, nonché ai delle donne del Mediterraneo, come anche dei paesi partner affinché si governi dei paesi partner del processo di Barcellona e dei paesi candidati assumano le loro responsabilità nell’affrontare con ogni mezzo possibile le all’adesione. sfide da esso derivanti. I. R uolo delle donne nell’ambito della partnership euromediterranea Nell’ambito degli incontri interministeriali che sono alla base del processo di Barcellona vi è sempre specifica menzione della difesa dei diritti delle donne: Barcellona (1996), Stoccarda (1999), Valencia (1999) e Marsiglia (2000). Nell’ambito dei Consiglio europei e nelle dichiarazioni sulla strategia euromediterranea è citata l’esigenza di tutelare i diritti delle donne (Consiglio europeo di Feira). Nell’ambito delle Conferenze interparlamentari sul processo di Barcellona e nelle risoluzioni finali vi è sempre uno specifico riferimento – disposizione a Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso 21. invita la Commissione, gli Stati membri e i paesi partner a prendere 93 1998 e secondo Forum parlamentare euromediterraneo, Bruxelles 2001. II. C ondizione femminile nei paesi del Mediterraneo meridionale Nell’ambito della politica europea per il Mediterraneo vengono organizzate La realtà differisce sensibilmente da paese a paese o da Gruppo di paesi a riunioni interministeriali incentrate sulla concreta tematica delle donne Gruppo di paesi (Maghreb, Mashrak, paesi candidati), ma per una corretta (partecipazione delle donne alla vita socio-economica): Ericeira (1998), valutazione della situazione sussiste sempre la mancanza di dati statistici Bruxelles (2000). specifici a ogni sesso in tutti i settori dell’attività economica, sociale Nell’ambito di questa stessa politica vengono organizzati incontri interparlamentari tra rappresentanti donna dei parlamenti nazionali di tutti gli stati partner e del Parlamento europeo: Roma (2000), Malta (2001), Madrid (2002). Per iniziativa della Presidenza belga è stato convocato un Forum regionale: «Ruolo della donna nello sviluppo economico: dimensione della parità Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso tra uomo e donna nell’ambito della partnership euromediterranea», 94 Bruxelles 2002 al fine di scambiare punti di vista sull’elaborazione del primo programma regionale destinato a promuovere la partecipazione delle donne nella vita economica. Nei regolamenti MEDA I (1996) e MEDA II (2000) figura un’espressa disposizione a tutela dei diritti delle donne e per la promozione del loro ruolo nell’ambito della vita socio-economica, dello sviluppo e dell’istruzione2. Negli accordi di associazione finora entrati in vigore vi è una clausola generale per il rispetto dei diritti dell’uomo e dei principi democratici, ma anche specifiche disposizioni sulla necessità di promuovere il ruolo delle donne segnatamente in materia di istruzione. Nell’ambito dei paesi candidati all’adesione (Cipro, Malta e Turchia) come requisito per l’adesione figura l’attuazione dell’acquis comunitario nel settore della parità tra i due sessi quale parte indissociabile del rispetto dei diritti dell’uomo (criteri di Copenaghen). e politica, come pure la mancanza di studi che facciano il punto della situazione sia da parte della Commissione europea sia da parte dei governi nazionali riguardo alle conseguenze della cooperazione euromediterranea ai fini della promozione dei diritti delle donne. Istruzione e formazione professionale Nonostante i progressi realizzati numerosi sono gli ostacoli che continuano a sussistere ai fini di una piena partecipazione delle donne al sistema educativo. L’analfabetismo denota una tendenza all’aumento e riguarda una percentuale di circa il 25% delle donne nelle città e dal 30 al 60% delle donne nelle campagne. Va altresì sottolineato l’elevato tasso di abbandono degli studi da parte delle bambine spesso dovuto a decisioni familiari derivanti da concezioni economiche e culturali ormai radicate, come le nozze precoci o la preferenza data all’istruzione dei maschi. Nonostante che in molti paesi la percentuale delle ragazze che seguono studi superiori e universitari sia ormai pari o superiore al 50% degli studenti (Giordania, Malta e Cipro), le donne sono sottorappresentate tra il personale docente degli istituti di istruzione superiore, come pure nei posti dirigenziali. Nel settore della formazione professionale si osservano per grandi linee strutture organizzative troppo rigide, l’uso di materiale didattico obsoleto, la mancanza di sensibilità e di approccio alla dimensione sessista da parte 2. Distinzione va fatta tra i programmi operativi nazionali (accordi bilaterali dell’UE con ciascuno dei paesi partner a seconda delle loro esigenze) e i programmi regionali (accordi multilaterali nei tre settori di azione previsti dal processo di Barcellona). dei professionisti del settore, come pure la mancanza di previsioni circa i mutamenti registrati dal mercato del lavoro e dalle nuove professioni. Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso favore delle donne: primo Forum parlamentare euromediterraneo, Bruxelles 95 In tutti i paesi la partecipazione delle donne al mercato del lavoro è aumentata negli ultimi anni, nonostante rimanga chiaramente inferiore a quella maschile. Si constata un forte discrimine orizzontale: il lavoro subordinato delle donne è incentrato nei settori della pubblica amministrazione, dell’istruzione, della sanità, dell’agricoltura e dei servizi sociali. La disoccupazione femminile costituisce un fenomeno incentrato soprattutto nelle città e colpisce le donne che hanno una formazione universitaria. La privatizzazione del settore pubblico contribuisce all’aumento della disoccupazione femminile poiché non è accompagnato dai necessari Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso cambiamenti strutturali nell’istruzione e nel mercato del lavoro. Lo sviluppo della carriera è ostacolato da obblighi familiari (cura dei figli e delle persone non autosufficienti). Nel caso della pari opportunità le donne occupano più difficilmente degli uomini posti di inquadramento e posizioni dirigenziali. La mancanza di infrastrutture sociali che consentirebbero di combinare meglio la cura della famiglia e la vita professionale costituisce un ostacolo all’allargamento dell’occupazione femminile e al miglioramento contesto sociale delle donne divorziate e delle madri non sposate, come pure la loro condizione economica incerta, le collocano in una categoria in cui è in agguato la prostituzione. Le donne nei posti dirigenziali Per grandi linee la partecipazione delle donne al potere politico e alla presa di decisioni è infima. La distinzione tradizionale dei ruoli tra i sessi e tra gli ambiti pubblici e privati che è giustificata con argomentazioni di carattere culturale o religioso – condizione della donna nell’Islam o nella tradizione ebraica – contribuisce a limitare la partecipazione femminile alla vita pubblica e nei centri decisionali. Ciò nonostante molti partiti hanno introdotto discriminazioni positive per arricchire le loro liste con presenze femminili. La Tunisia con l’11,6% di parlamentari donna, e la Siria con il 10,4% di donne elette nell’Assemblea nazionale, costituiscono i primi due paesi del mondo arabo quanto a presenza femminile nei rispettivi parlamenti. In altri paesi, tale tasso è sensibilmente inferiore: ad esempio 4% in Algeria e 0,6% in Marocco. delle condizioni di lavoro e di vita delle donne. Quanto alla creazione e gestione di imprese da parte delle donne nel Diritti fondamentali delle donne Maghreb soprattutto si osserva un certo dinamismo: in Tunisia, ad esempio, Dal punto di vista giuridico i diritti individuali e civili delle donne vengono dove nel 1990 è stata creata una camera nazionale per le donne imprenditrici, riconosciuti dalla Costituzione o dalla legislazione nella maggior parte risultavano iscritte 4850 donne imprenditrici (1994). I principali ostacoli dei paesi euromediterranei che hanno altresì ratificato le fondamentali alla creazione di piccole imprese da parte delle donne sono la mancanza convenzioni internazionali dell’ONU e dell’OMC. I principali problemi di finanziamenti e di credito, la difficoltà nel creare reti commerciali e la derivano dai vuoti esistenti nell’attuazione delle disposizioni giuridiche mancanza di personale specializzato. esistenti. Difficoltà vi sono altresì per quanto riguarda i diritti relativi allo status di Povertà La povertà e la mancanza di tutela sociale colpisce soprattutto le donne, laddove talune categorie femminili sono ancor più vulnerabili dalla povertà. 96 senza marito, le donne e le giovani delle campagne. L’isolamento dal Tra queste vanno comprese le donne appartenenti a minoranze, le madri individuo a causa delle varie concezioni derivanti da tradizioni e precetti religiosi diversi che sono tali da ostacolare l’accesso delle donne alla parità. Tali stereotipi hanno un influsso decisivo su determinate legislazioni e sulla Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Accesso e partecipazione delle donne al mercato del lavoro loro applicazione. 97 A ciò si aggiungono l’ignoranza dell’esistenza di una legislazione a favore della parità, la mancanza di informazione delle donne in merito ai loro diritti e l’assenza di efficaci meccanismi di osservazione dell’applicazione di tali diritti. Molto scarso è l’uso di azioni positive nel settore pubblico e III. P olitiche a favore della promozione delle donne nell’ambito della cooperazione europea con taluni gruppi di paesi privato. Unite sull’abolizione di ogni forma di discriminazione a danno delle donne, Tale Gruppo di stati ha fatto passi avanti nella partecipazione e valorizzazione sempre molti sono quelli che mantengono riserva su determinate disposizioni dei programmi MEDA. A livello nazionale tali programmi operano al fine di riguardanti il matrimonio, il divorzio, l’acquisto della cittadinanza (Marocco, pervenire a un equilibrio sociale che riguardi direttamente o indirettamente Egitto, Giordania e Turchia). Il codice penale di molti paesi include il ruolo della donna. La partecipazione ai programmi regionali a favore disposizioni che introducono discriminazioni per quanto riguarda ad della donna (per via indiretta) soprattutto attraverso MEDA – democrazia è esempio, l’adulterio e i delitti d’onore. diversa per ognuno di tali paesi, anche se progressi sostanziali ha compiuto Il riconoscimento giuridico della poligamia (Algeria, Egitto, Giordania e Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso PAESI DEL MAGHREB (Algeria, Marocco e Tunisia) la Tunisia. Marocco) e il disconoscimento del coniuge costituiscono altrettanti ostacoli alla parità. Il disconoscimento e l’abbandono permettono agli uomini di sottrarsi agli obblighi che comporta il divorzio. PAESI DEL MASHRAK (Egitto, Giordania, Libano, Siria, Israele e Palestina) Per i paesi del Mashrak costituiscono assi comuni i dati riguardanti: a) di Violenza contro le donne norma, non sono previsti programmi operativi nazionali che implicano direttamente le donne (con un’eccezione della Palestina), b) la realizzazione In generale il tema della violenza contro le donne non è visibile a livello di programmi volti all’equilibrio sociale (fondo sociale per lo sviluppo di legge. E` deplorevole che non sussistano dati, mentre al contempo vi socio-economico – tutela delle popolazioni svantaggiate,…) incide sulla sono vuoti giuridici rispetto alla sanzione delle molestie sessuali e della condizione femminile, c) per quanto riguarda i programmi regionali la violenza soprattutto per quanto riguarda il coniuge donna. Non vi sono partecipazione si concentra soprattutto nel programma MEDA-democrazia altresì opportune strutture di accoglienza delle vittime e manca il personale e d) per Israele e la Palestina le possibilità sono limitate soprattutto a causa specializzato nelle forze di polizia e nella magistratura. della prolungata crisi. Sanità PAESI CANDIDATI ALL’ADESIONE La povertà e le discriminazioni o determinate pratiche tradizionali influiscono Cipro e Malta: partecipano a numerosi programmi regionali, soprattutto negativamente sulla salute delle donne. In numerosi paesi la situazione nel quello relativo alla gioventù. settore della salute riproduttiva è insoddisfacente. Turchia: nell’ambito di MEDA I figurano complessivamente dodici programmi Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Nonostante molti paesi abbiano ratificato la Convenzione delle Nazioni nazionali e regionali riguardanti direttamente (lavoro, sanità, istruzione) o 98 indirettamente (PMI, ….) la condizioni femminile. Per il 2000 sono stati 99 approvati quattro programmi regionali. Due concernono direttamente la indipendentemente dalla regolarità della loro situazione, il rispetto dei partecipazione delle donne alle società e al governo nell’ambito di MEDA- loro diritti fondamentali e, in particolare, la protezione contro la schiavitù democrazia. e la violenza, l’accesso alle cure sanitarie urgenti, all’assistenza giudiziaria, all’istruzione per i bambini e i lavoratori migranti, la parità di trattamento Risoluzione del Parlamento europeo sull’immigrazione femminile: ruolo e condizione delle donne immigrate nell’Unione europea (2006/2010(INI)) (Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori Il 24 ottobre 2006, con l’adozione della relazione d’iniziativa dell’on. conciliare la vita professionale e la vita privata, lottare contro il lavoro nero, Rodi KRATSA TSAGAROPOULOU (PPE-DE, GR) sull’immigrazione femminile garantire il rispetto dei diritti sociali delle donne, assicurare alle donne nell’Unione europea il Parlamento europeo riconosce le difficoltà con cui immigrate un’istruzione adeguata e solida attraverso corsi di lingua e devono confrontarsi gli immigrati appena arrivati, in particolare le donne promuovere l’accesso delle giovani donne migranti a sistemi d’istruzione e che costituiscono la categoria più vulnerabile poiché sono oggetto di una formazione del paese di accoglienza. doppia discriminazione basata sull’origine etnica e sul sesso. Invita gli Stati membri: La relazione raccomanda di creare negli Stati membri condizioni favorevoli affinché le donne immigrate possano accedere al mercato del lavoro e Il Parlamento sottolinea, in particolare, l’importanza di un accesso incondizionato, ossia prioritario, delle donne migranti all’insegnamento > a rafforzare le strutture e i servizi sociali che consentiranno il normale e alla formazione linguistica, che costituiscono condizioni essenziali per stabilimento dei migranti nonché l’informazione relativa ai diritti e permettere una reale integrazione nella società e nel mondo del lavoro. ai doveri che discendono dai principi e dalle leggi vigenti nel paese Gli Stati membri, da parte loro, sono invitati a introdurre una formazione d’accoglienza; linguistica obbligatoria per le donne e le ragazze migranti, in quanto > a promuovere, anche a livello regionale e locale, campagne multilingue di informazione rivolte alle donne migranti al fine di prevenire ed evitare matrimoni forzati o concordati, mutilazioni genitali femminili ed altre forme di costrizione psicologica o fisica; > a prevedere il finanziamento di programmi che si rivolgano specificamente alle donne e che forniscano informazioni sui requisiti da soddisfare per entrare e soggiornare nell’Unione europea. Date queste premesse, le organizzazioni di immigrati sono invitate ad attivarsi per l’integrazione delle loro aderenti, ma anche ad accettare le offerte di integrazione dei paesi d’accoglienza, in modo da sostenere gli sforzi che le società di accoglienza compiono ai fini dell’integrazione. I deputati chiedono agli Stati membri, in base alle rispettive legislazioni 100 migranti e dei membri delle loro famiglia – 1990). nazionali e alle convenzioni internazionali di garantire alle donne migranti, strumento volto a facilitare la loro integrazione e a proteggerle contro la discriminazione in seno alla famiglia e alla società. La relazione esorta i paesi che non abbiano ancora adottato delle disposizioni in questo senso ad attivarsi affinché tutte le violenze a danno di donne e bambini, in particolare il matrimonio forzato, la poligamia, i cosiddetti delitti d’onore e le mutilazioni, siano punite con sanzioni efficaci e dissuasive, in conformità del loro codice penale. Gli Stati membri sono inoltre invitati più precisamente: > a tener debitamente conto, nell’esaminare le richieste di riconoscimento di uno status giuridico autonomo, dei casi in cui le donne immigrate Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso per quanto riguarda le condizione di lavoro e il diritto ad aderire a sindacati hanno subíto violenze, in particolare fisiche e psicologiche, inclusa la prassi continua di matrimoni forzati o concordati e di garantire che 101 vengano prese tutte le misure amministrative necessarie per proteggere Il contenuto della relazione: queste donne, incluso l’accesso effettivo ai meccanismi di assistenza e di protezione; vittime della prostituzione e a dare attuazione a misure che prevedano permessi di soggiorno temporaneo o permanente alle vittime della prostituzione sulla base delle disposizioni del suddetto protocollo per impedire, sopprimere e sanzionare il traffico di persone, in particolare di donne e bambini e a dare attuazione a misure che prevedano permessi di soggiorno speciali in casi eccezionali, onde offrire ai clandestini stranieri riconosciuti come vittime la possibilità di sottrarsi alla violenza; > a introdurre l’obbligo, per gli operatori sanitari, di registrare tutti i casi di mutilazione genitale femminile, compresi i casi accertati e quelli in cui vi è il sospetto che si possa procedere a questo tipo di pratica; Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso > a garantire che gli accordi bilaterali con i paesi terzi siano negoziati e conclusi sulla base del rispetto della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, in particolare per quanto riguarda lo stato delle persone nel matrimonio, nel divorzio, nella custodia dei figli, nel ripudio o la poligamia. Il Parlamento europeo, > vista la Convenzione OIL concernente la migrazione a scopo di lavoro (1949), la Convenzione OIL concernente la migrazione in condizioni abusive, la promozione della parità delle opportunità e il trattamento dei lavoratori migranti (1975) e la Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie (1990), > visto il Protocollo sulla prevenzione, soppressione e sanzione del traffico di persone, in particolare di donne e bambini (2000) e il Protocollo contro l’espatrio illegale di migranti via terra, mare e aria (2000), entrambi i quali fanno parte della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità transnazionale, > vista la Convenzione sullo status dei rifugiati (1951) e il relativo Protocollo concernente lo status dei rifugiati (1967), > vista la relazione del Fondo per la popolazione delle Nazioni Unite sulla situazione della popolazione mondiale (2006) intitolata «Un passaggio verso la speranza: le donne e la migrazione internazionale», La Commissione è invitata a raccogliere dati sull’immigrazione nell’UE, > vista la direttiva 2004/81/CE del Consiglio, del 29 aprile 2004, riguardante basati sul genere, e a promuoverne l’analisi da parte dell’Istituto europeo il titolo di soggiorno da rilasciare ai cittadini di paesi terzi vittime della per l’uguaglianza di genere, onde sottolineare ulteriormente le particolari tratta di esseri umani o coinvolti in un’azione di favoreggiamento esigenze e i problemi delle donne immigrate e i modi più opportuni di integrarle socialmente nei paesi d’accoglienza. dell’immigrazione illegale che cooperino con le autorità competenti(1), > visto l’articolo 13 del trattato CE sulla lotta contro le discriminazioni, > visto l’articolo 63 trattato CE che conferisce alla comunità poteri e competenze in materia di immigrazione e di asilo, > viste le conclusioni della Presidenza del Consiglio europeo di Tampere del 15-16 ottobre 1999, del Consiglio europeo di Laeken del 14-15 dicembre 2001, del Consiglio europeo di Siviglia del 21-22 giugno 2002 e del Consiglio europeo di Salonicco del 19-20 giugno 2003, in cui si sottolinea l’importanza di sviluppare la cooperazione e lo scambio di informazioni nell’ambito del Gruppo, recentemente istituito, di punti di contatto nazionali Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso > a semplificare le procedure per il rilascio del permesso di soggiorno alle sull’integrazione, segnatamente al fine di rafforzare il coordinamento delle 102 politiche pertinenti a livello nazionale e dell’Unione europea, 103 europea alla gestione della migrazione economica (COM(2004)0811), (COM(2004)0811), > visto il Libro verde della Commissione relativo al futuro della rete europea sulle migrazioni»(COM(2005)0606), > vista la comunicazione della Commissione su immigrazione, integrazione e occupazione (COM(2003)0336), > viste la comunicazione della Commissione che istituisce un programma quadro sulla solidarietà e gestione dei flussi migratori per il periodo 2007- > vista la direttiva 2003/109/CE del Consiglio del 25 novembre 2003 relativa allo status dei cittadini di paesi terzi che siano soggiornanti di lungo periodo(5), > vista la direttiva 2004/83/CE del Consiglio del 29 aprile 2004 recante norme minime sull’attribuzione a cittadini di paesi terzi o apolidi della qualifica di rifugiato o di persona altrimenti bisognosa di protezione internazionale, nonché norme minime sul contenuto della protezione riconosciuta(6), > vista la proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio quali modificate che istituiscono il Fondo europeo per i rifugiati per il relativo alle statistiche comunitarie in materia di migrazioni e di protezione periodo 2008-2013, il Fondo europeo per le frontiere esterne per il periodo internazionale (COM(2005)0375), la proposta di decisione del Consiglio che istituisce il Fondo europeo per l’integrazione dei cittadini dei paesi terzi per il periodo 2007-2013, Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso diritto al ricongiungimento familiare(4), 2013, le proposte di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio 2007-2013 e il Fondo europeo per i rimpatri per il periodo 2008-2013, e nell’ambito del programma generale «Solidarietà e gestione dei flussi migratori» (COM(2005)0123), > vista la comunicazione della Commissione su migrazione e sviluppo: orientamenti concreti» (COM(2005)0390), > vista la comunicazione della Commissione «Un’agenda comune per l’integrazione. Quadro per l’integrazione dei cittadini di paesi terzi nell’Unione europea» ( (COM(2005)0389), > vista la comunicazione della Commissione su un piano d’azione sull’immigrazione legale» (COM(2005)0669), > vista la comunicazione della Commissione sulle priorità d’azione per rispondere alle sfide dell’immigrazione. Prima iniziativa presa dopo la riunione di Hampton Court (COM(2005)0621), > vista la sua risoluzione del 13 ottobre 2005 sull’integrazione degli immigrati in Europa grazie alle scuole e a un insegnamento plurilingue(7), > vista la sua risoluzione del 9 giugno 2005 sui legami tra immigrazione legale e clandestina e integrazione dei migranti(8), > vista la sua risoluzione del 15 gennaio 2004 sulla comunicazione della Commissione su immigrazione, integrazione e occupazione(9), > vista la sua risoluzione del 9 marzo 2004 sulla situazione delle donne di gruppi minoritari nell’Unione europea(10), > visto il programma dell’Aja, approvato dal Consiglio europeo del 4 novembre 2004, che stabilisce gli obbiettivi per la realizzazione dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia per il periodo 2005-2010, > visto l’incontro ministeriale informale di Groninga del 9 novembre 2004, che ha visto riuniti per la prima volta i ministri competenti in materia di politica di integrazione, > visti i principi fondamentali comuni per l’integrazione adottati dal > vista la comunicazione della Commissione su un programma tematico Consiglio dell’Unione europea il 19 novembre 2004, che costituiscono un di cooperazione con i paesi terzi nei settori dell’emigrazione e dell’asilo insieme coerente di raccomandazioni le quali devono rappresentare le (COM(2006)0026), basi della politica dell’Unione europea in materia di integrazione, > vista la direttiva 2000/43/CE del Consiglio del 29 giugno 2000 che attua il > vista la Convenzione europea per la protezione dei diritti dell’uomo e le principio della parità di trattamento tra le persone indipendentemente libertà fondamentali (ECHR) e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione dalla razza e dall’origine etnica(2), > vista la direttiva 2003/9/CE del Consiglio del 27 gennaio 2003 che stabilisce 104 > vista la direttiva 2003/86/CE del Consiglio del 22 settembre 2003 relativa al criteri minimi per il ricevimento delle persone che cercano asilo(3), europea, in particolare gli articoli 18, 20, 21 e 22, Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso > visto il Libro verde della Commissione sull’approccio dell’Unione > visto l’articolo 45 del regolamento, > vista la relazione della commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere, (A6-0307/2006), 105 A. considerando che l’immigrazione femminile aumenta di continuo migranti esse affrontano problemi cruciali quali l’emarginazione, i nell’Unione europea e costituisce circa il 54% del fenomeno nel suo matrimoni forzati, la mutilazione genitale femminile e i cosiddetti crimini complesso, coprendo un fascio di categorie sempre più ampio (immigrazione di onore, familiare, immigrazione per motivi politici, immigrazione come conseguenza di conflitti armati, immigrazione irregolare, asilo), B. considerando che non esiste un’autentica politica di immigrazione europea organizzata e coordinata, e che è necessario che l’Unione e i suoi Stati membri si dotino di una politica di regolamentazione dell’immigrazione Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso in collaborazione con i paesi terzi, 106 E. insistendo sul fatto che dall’integrazione delle donne migranti nella società dipende molto spesso anche l’integrazione dei famigliari della seconda e terza generazione di cittadini discendenti da immigrati, F. rilevando che le donne immigrate sono maggiormente esposte alla violenza, psichica e fisica, sia perché sono dipendenti economicamente e giuridicamente sia perché, prive di uno status legale, rischiano maggiormente di subire violenze e sfruttamento sessuale nel luogo di C. considerando che le donne immigrate devono affrontare in linea lavoro ma anche di finire nel giro di quanti fanno traffico di esseri umani; generale gravi problemi di inserimento, soprattutto per via di un non considerando che, in mancanza di un loro status giuridico sul territorio facile accesso al mercato del lavoro, bassi tassi di occupazione ed elevate dello Stato in cui risiedono, le donne migranti in situazione irregolare percentuali di disoccupazione, impiego in posti di lavoro temporanei sono particolarmente esposte al rischio di vedersi negati i propri diritti o scarsamente retribuiti e senza protezione sociale ed economica o fondamentali e pertanto di diventare oggetto di discriminazioni e in settori dell’economia sommersa e del lavoro clandestino, limitate violenze quotidiane, competenze linguistiche, scarsa partecipazione all’istruzione di base e in particolare a quella superiore, limitata partecipazione alla vita sociale, politica, sindacale e culturale del paese di accoglienza, povertà ed esclusione sociale, rilevando tuttavia che un numero non indifferente di giovani donne, in possesso di un diploma d’istruzione superiore nel loro paese, accettano nell’Unione europea posti che richiedono scarse qualifiche, come, ad esempio, quelli di collaboratrici domestiche, a causa dell’alto tasso di disoccupazione delle donne nei loro paesi e del basso livello salariale delle professioni e dei posti di lavoro adeguati alle loro competenze e capacità, D. considerando che le donne migranti spesso sono oggetto di gravi discriminazioni in quanto individui che dipendono dallo stato giuridico del coniuge, in base alla direttiva 2003/86/CE (stato non autonomo, accesso ristretto al mercato del lavoro, stato residenziale non sicuro G. considerando che l’integrazione è un processo biunivoco che presuppone tanto la disponibilità delle donne migranti ad assumersi la responsabilità dell’integrazione nella società d’accoglienza, quanto la disponibilità dei cittadini dell’UE ad accettare e integrare le migranti; in tale contesto, occorre elaborare ed applicare misure integrate per influire sui comportamenti sia delle migranti sia delle società di accoglienza, a tutti i livelli, e per mobilitare risorse su ambo i lati; rileva che tale processo implica un impegno reciproco che consiste in diritti e doveri per la società di accoglienza e le migranti, H. considerando che alla luce delle ultime relazioni di valutazione delle politiche nazionali di integrazione dei migranti la dimensione del genere non sembra esser presa sistematicamente in considerazione, sia a livello di politiche poste in essere sia a livello di raccolta di dati, in caso di vedovanza, divorzio, ecc.) e a causa della mentalità, degli I. considerando che le violazioni dei diritti umani nei confronti di donne stereotipi negativi e delle prassi prevalenti nei rispettivi paesi d’origine e e giovani migranti, sotto forma di cosiddetti delitti d’onore, matrimoni anche nella società ospite; considerando inoltre che in talune comunità forzati, mutilazioni genitali o altre violazioni, non possono essere Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso economica, immigrazione a seguito di catastrofi, ricongiungimento 107 giustificati in base ad alcun motivo culturale o religioso e non vanno in ed altre forme di costrizione psicologica o fisica. Tali campagne dovranno alcun modo tollerati, utilizzare un linguaggio semplice, divulgativo e multilinguistico; J. sottolineando che nel nuovo quadro finanziario 2007-2013, oltre ai 4. invita gli Stati membri e la Commissione a prevedere il finanziamento di finanziamenti a favore degli attuali programmi e Fondi per l’integrazione programmi che si rivolgano specificamente alle donne e che forniscano dei migranti, sono previste nuove iniziative quali il Programma quadro informazioni sui requisiti che i migranti devono soddisfare per entrare di solidarietà e gestione dei flussi migratori (tale programma comprende e soggiornare nell’Unione europea; chiede che vengano potenziate le il Fondo di integrazione dei cittadini provenienti da paesi terzi, il Fondo strutture consolari e diplomatiche al fine di gestire meglio le necessità per le frontiere esterne e il Fondo per i profughi), nel cui ambito occorre connesse con l’immigrazione; inserire la dimensione di genere e l’integrazione ottimale delle donne migranti, K. rilevando che sono stati osservati molteplici collegamenti tra il traffico e il commercio di donne e l’immigrazione economica, 5. chiede alle organizzazioni di immigrati di incoraggiare soprattutto le loro aderenti, ma anche le loro famiglie, ad attivarsi per la loro integrazione e ad accettare le offerte di integrazione dei paesi d’accoglienza, in modo da sostenere gli sforzi che le società di accoglienza compiono ai fini 1. ritiene che la politica dell’Unione europea per lo sviluppo e la coesione 6. sottolinea che la direttiva 2003/86/CE non è stata ancora applicata in sociale debba prevedere efficaci misure di accoglienza e di integrazione modo soddisfacente da tutti gli Stati membri, il che ha lasciato ampio degli immigrati, in particolare delle donne, che rappresentano ormai la spazio a trattamenti discriminatori nei confronti delle donne migranti; maggioranza di coloro che migrano nell’UE per motivi sempre più vari (immigrazione economica, rifugiati, asilo, ricongiungimento familiare); plaude all’iniziativa della Commissione di pubblicare orientamenti sul «programma quadro comune per l’integrazione dei cittadini di paesi terzi nell’UE», sottolineando che tutte le misure dovranno tener conto delle specificità relative al genere e della situazione delle donne; 7. invita gli Stati membri in base alle rispettive legislazioni nazionali e alle Convenzioni internazionali a garantire alle donne migranti, indipendentemente dalla regolarità della loro situazione, il rispetto dei loro diritti fondamentali e, in particolare la protezione contro la riduzione in schiavitù e la violenza, l’accesso alle cure mediche di emergenza, il patrocinio legale, l’istruzione per i bambini e i lavoratori migranti, la 2. riconosce le difficoltà che incontrano gli immigranti appena arrivati, in parità di trattamento per quanto riguarda le condizioni di lavoro, il diritto particolare le donne, che costituiscono la categoria più vulnerabile poiché a iscriversi ai sindacati (Convenzione ONU per la protezione dei diritti di sono oggetto di una doppia discriminazione basata e sull’origine etnica tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie – 1990); e sul sesso; invita gli Stati membri a rafforzare le strutture e i servizi sociali che consentiranno il normale stabilimento dei migranti, nonché l’informazione relativa ai diritti e ai doveri che discendono dai principi e dalle leggi vigenti in ciascuno Stato membro; 3. invita gli Stati membri a promuovere, anche a livello regionale e locale, 8. invita gli Stati membri conformemente alla legislazione nazionale e alle Convenzioni internazionali (Convenzione ONU per la protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie – 1990) ad assicurare l’accesso all’istruzione ai figli delle donne migranti in situazione irregolare; Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso dell’integrazione; campagne di informazione rivolte alle donne migranti al fine di prevenire 108 ed evitare matrimoni forzati o concordati, mutilazioni genitali femminili 109 9. invita gli Stati membri, nel quadro degli accordi di lavoro bilaterali per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, in sull’accoglienza dei cittadini dei paesi terzi o attraverso altri strumenti, particolare per quanto riguarda lo stato delle persone nel matrimonio, a vigilare affinché le donne migranti beneficino di un regime giuridico e nel divorzio, nella custodia dei figli, nel ripudio o la poligamia; né per motivi di genere né per motivi di origine, conformemente all’acquis comunitario; Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso forte sviluppo dell’industria del divertimento e del sesso fornisce ulteriori canali di immigrazione per le donne migranti, a rafforzare il quadro 10. invita gli Stati membri ad affrontare con efficacia ogni forma di violenza giuridico che garantisce a queste ultime il diritto a un passaporto e a un a danno delle donne immigrate, fornendo un adeguato sostegno permesso di soggiorno propri, e che permette di perseguire penalmente medico, giuridico e sociale alle vittime della violenza, applicando i la sottrazione di tali documenti, in conformità della decisione 2006/619/ programmi di reinserimento sociale delle vittime, offrendo alle vittime CE del Consiglio, del 24 luglio 2006(11) relativa alla conclusione, a della prostituzione la possibilità di accedere a case di cura, tenendo nome della Comunità europea, del protocollo delle Nazioni Unite per debitamente conto delle esigenze di sicurezza e tutela di queste vittime prevenire, reprimere e punire la tratta di persone, in particolare donne nonché informando preventivamente le donne immigrate sui loro diritti e bambini (2000); nel paese di accoglienza; 14. invita gli Stati membri, nel quadro dei piani d’azione nazionali per 11. invita gli Stati membri a tener debitamente conto, in osservanza della l’occupazione e l’integrazione sociale, a prevedere azioni intese a direttiva 2004/81/CE, nell’esaminare le richieste di riconoscimento di uno promuovere la partecipazione delle donne migranti al mercato del status giuridico autonomo, dei casi in cui le donne immigrate hanno lavoro, a lottare contro il lavoro non dichiarato, a garantire il rispetto dei subíto violenze, in particolare fisiche e psicologiche, inclusa la prassi loro diritti sociali (parità di remunerazione, sicurezza sociale, diritto alla continua di matrimoni forzati o concordati e di garantire che vengano pensione, ecc.), a rafforzare lo spirito d’impresa nonché la protezione prese tutte le misure amministrative per proteggere queste donne, delle donne migranti della terza età contro la povertà e l’esclusione e incluso l’accesso effettivo ai meccanismi di assistenza e di protezione; il rafforzamento del ruolo delle parti sociali e dei sindacati nel processo invita gli Stati a semplificare le procedure per il rilascio del permesso di della loro integrazione sociale ed economica; soggiorno alle vittime della prostituzione e a dare attuazione a misure che prevedano permessi di soggiorno temporaneo o permanente alle vittime della prostituzione sulla base delle disposizioni del suddetto protocollo per impedire, sopprimere e sanzionare il traffico di persone, in particolare di donne e bambini e a dare attuazione a misure che prevedano permessi di soggiorno speciali in casi eccezionali, onde offrire ai clandestini stranieri riconosciuti come vittime la possibilità di sottrarsi alla violenza; 12. invita gli Stati membri a garantire che gli accordi bilaterali con i paesi terzi siano negoziati e conclusi sulla base del rispetto della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e/o la Convenzione europea 110 13. invita il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri, dal momento che il 15. invita gli Stati membri ad assicurare alle donne immigrate un’istruzione adeguata e solida attraverso corsi di lingua e di informazione riguardo ai diritti umani, civili e sociali fondamentali e ai principi democratici del paese di accoglienza, il che renderà possibile a queste persone di integrarsi socialmente e con facilità nel paese di accoglienza e le proteggerà da discriminazioni in famiglia e nella società; 16. sottolinea in particolare l’importanza di un accesso incondizionale, e perfino prioritario, per le donne immigranti all’educazione e alla formazione linguistica, requisiti essenziali per una vera integrazione Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso lavorativo sicuro nei paesi d’accoglienza e non subiscano discriminazioni, nella società e nel mondo del lavoro; invita gli Stati membri ad istituire 111 una formazione linguistica obbligatoria per le donne e le ragazze dialogo aperto più intenso per comunicare e cooperare con comunità e immigrate, mezzo inteso a facilitarne l’integrazione, e a proteggerle reti di donne immigrate; chiede agli Stati membri e all’Unione europea di dalla discriminazione in famiglia e nella società; sostenere questi sforzi sia sul piano finanziario che attraverso uno scambio migranti all’istruzione e ai sistemi di formazione nei paesi di accoglienza, e a promuovere la loro partecipazione al programma d’azione integrato (2007-2013) relativo all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita, Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso che comprende i programmi Erasmus, Leonardo da Vinci, Comenius e l’alloggio, la ghettizzazione, la criminalità, l’accesso ai servizi pubblici, sociali e sanitari, ai servizi di accoglienza dei bambini, ecc.; sottolinea altresì il ruolo delle comunità organizzate di donne migranti e delle ONG impegnate a consigliare, informare e sostenere le donne migranti; Grundtvig, e ai programmi Socrates, Cultura 2007 2013 e Gioventù in 22. invita il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri a prendere tutte le azione 2007-2013; ritiene che è fondamentale, in particolare, riconoscere misure necessarie per salvaguardare i diritti delle donne e delle giovani le qualifiche professionali, le capacità delle donne (in particolare diplomi migranti e per combattere la discriminazione cui sono esposte nelle loro universitari) e garantire loro l’accesso alla formazione linguistica atta ad comunità d’origine, rifiutando tutte le forme di relativismo culturale e agevolare la loro integrazione; religioso che possano violare i diritti fondamentali delle donne; 18. invita gli Stati membri a promuovere l’accesso delle donne migranti 23. invita gli Stati membri ad adottare e a dare attuazione a disposizioni all’occupazione e a garantirne un’adeguata formazione professionale giuridiche specifiche in materia di mutilazione genitale femminile o ad mediante l’adozione di misure positive volte a combattere la duplice adottare tali disposizioni e a perseguire chiunque pratichi la mutilazione discriminazione sofferta dalle donne migranti sul mercato del lavoro e a genitale, nonché ad introdurre l’obbligo, per gli operatori sanitari, di creare le condizioni favorevoli perché possano accedere al mercato del registrare tutti i casi di mutilazione genitale femminile, compresi i casi lavoro e ad equilibrare la propria vita professionale e privata, soprattutto accertati e quelli in cui vi è il sospetto che si possa procedere a questo creando strutture accessibili per la cura dei figli; tipo di pratica; 19. chiede agli Stati membri di evidenziare una sensibilità particolare in 24. invita gli Stati membri a prendere posizione contro la violenza a merito alla promozione della partecipazione delle donne migranti alla danno delle donne radicata nelle tradizioni, a condannare le violazioni vita sociale e politica, conformemente alle legislazioni nazionali e alle dei diritti umani delle donne e delle giovani migranti indotte dalla opportunità che ne derivano; famiglia e a verificare quali siano le leggi applicabili in materia di 20. sottolinea che il fatto che i genitori delle giovani migranti proibiscano loro di partecipare alle attività sportive, ai corsi di nuoto e ad altri corsi responsabilizzazione dei familiari, in particolare nel caso dei cosiddetti delitti d’onore; scolastici non può essere tollerato e giustificato con motivazioni culturali 25. chiede alla Commissione, agli Stati membri e ai paesi d’origine o religiose; invita gli istituti scolastici e le autorità ad assicurare che le d’informare, in maniera sistematica e responsabile, le proprie popolazioni ragazze migranti partecipino all’istruzione scolastica e a far rispettare rispettive sulle politiche e le sfide dell’UE in materia di immigrazione, l’obbligo scolastico conformemente alle norme nazionali; sulle possibilità offerte ai migranti, uomini e donne, e sui loro obblighi, 21. sottolinea che le autorità nazionali, locali e regionali sono chiamate a 112 di informazioni, affinché si possano affrontare in particolare problemi quali svolgere un ruolo sempre più importante nel processo di integrazione delle donne migranti per il tramite di politiche proattive e a condurre un al fine di prevenire le conseguenze negative dell’immigrazione illegale, Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso 17. invita gli Stati membri a promuovere l’accesso delle giovani donne dell’emarginazione e dello sfruttamento economico e sessuale delle donne migranti nei paesi d’accoglienza; 113 26. invita la Commissione ad introdurre, nella proposta di regolamento 31. accoglie favorevolmente il riferimento ai summenzionati principi relativo alle statistiche comunitarie in materia di migrazioni e di fondamentali comuni adottati dal Consiglio dell’Unione europea, protezione internazionale, indicatori e dati affidabili e comparabili sulle che costituiscono un insieme coeso di raccomandazioni che dovrebbe donne migranti, al fine di poter disporre di un quadro preciso della costituire il fondamento della politica di integrazione della UE, e invita situazione e dei problemi cui esse si confrontano; la Presidenza finlandese ad iscrivere nuovamente tali principi in una 114 posizione prioritaria all’ordine del giorno; quantitativa delle politiche e delle azioni attuate a favore delle donne 32. si compiace della decisione adottata di dichiarare il 2007 Anno delle migranti attraverso strumenti finanziari e programmi esistenti (Fondo pari opportunità per tutti e il 2008 Anno del dialogo interculturale, la sociale europeo, Fondo europeo di sviluppo regionale, Fondo europeo qual cosa dovrà servire a sensibilizzare i cittadini alle discriminazioni per i rifugiati, Iniziativa EQUAL, programma Daphne di lotta contro la contro le donne e le giovani (violazioni dei diritti fondamentali) nonché violenza nei confronti dei bambini, dei giovani e delle donne, programmi a informare più ampiamente il pubblico sulla posizione e il ruolo delle europei nel settore dell’istruzione, dell’occupazione, della lotta contro donne migranti, le loro culture rispettive e le loro aspirazioni nel paese l’esclusione sociale e le discriminazioni); d’accoglienza; ricorda che occorre adottare un approccio bidirezionale 28. si compiace del fatto che la Commissione, nell’ambito del programma quadro comune per l’inserimento dei cittadini provenienti da paesi terzi che promuova sia l’informazione sia la partecipazione delle donne immigrate alle manifestazioni della società europea; nell’UE, abbia preso l’iniziativa di definire linee direttrici in ordine alla 33. condanna i matrimoni forzati e invita gli Stati membri ad introdurre nelle politica di integrazione che gli Stati membri dovranno seguire e rileva rispettive legislazioni nazionali misure volte a perseguire i cittadini che l’intento esplicito di far sì che le azioni che saranno adottate tengano cerchino di contrarre un matrimonio di questo tipo o che contribuiscano conto delle peculiarità connesse al genere e della situazione delle donne, ad organizzarlo, anche quando il matrimonio forzato è contratto fuori dei giovani e dei figli dei migranti; dal loro territorio; 29. invita la Commissione a raccogliere dati sull’immigrazione nell’UE, basati 34. esorta il Consiglio e la Commissione ad includere, nel quadro di una sul genere, e a promuoverne l’analisi da parte dell’Istituto europeo per politica europea comune in materia di immigrazione e di asilo, il rischio l’uguaglianza di genere, onde sottolineare ulteriormente le particolari di mutilazione genitale femminile tra i motivi di richiesta del diritto esigenze e i problemi delle donne immigrate e i modi più opportuni di di asilo, in conformità delle linee direttrici internazionali dell’Alto integrarle socialmente nei paesi d’accoglienza; Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, in base alle quali la 30. si felicita perché nel quadro dell’azione del Fondo europeo di integrazione l’obbligo imposto ai prestatori di servizi degli Stati membri di dare una definizione internazionale di rifugiato «copre le richieste per ragioni legate al genere»; migliore risposta ai diversi gruppi di cittadini di paesi terzi, incluse le 35. esorta gli Stati membri che non abbiano ancora adottato delle donne e i minori, rientra tra i principali obiettivi specifici; chiede che, disposizioni in questo senso ad attivarsi affinché tutte le violenze a nell’ambito di tale azione, vengano finanziati servizi di consulenza danno di donne e bambini, in particolare il matrimonio forzato, la gratuiti a disposizione delle donne migranti in materia di diritti poligamia, i cosiddetti delitti d’onore e le mutilazioni, siano punite con della donna, salute, diritti sessuali e riproduttivi, occupazione e temi sanzioni efficaci e dissuasive, in conformità del loro codice penale, e a connessi; sensibilizzare le autorità di polizia e giudiziarie su tali questioni; Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso 27. chiede alla Commissione di procedere ad una valutazione qualitativa e 115 36. nota con preoccupazione che i matrimoni poligami sono stati riconosciuti MOTIVAZIONE come legali negli Stati membri, nonostante la poligamia sia proibita; invita gli Stati membri a garantire il mantenimento dell’illegalità della L’accoglienza dei migranti nell’Unione europea costituisce una realtà storica poligamia; stimola la Commissione a considerare la possibilità di includere al pari di una sicura previsione per il futuro. I nostri obiettivi in materia un bando dei matrimoni poligami nell’attuale proposta di introdurre di sviluppo e coesione sociale sono pertanto direttamente connessi con la norme concernenti la legge applicabile in materia matrimoniale; capacità di gestire i flussi migratori, valorizzare e integrare i migranti nelle nostre società. I disordini sociali scoppiati in molte città europee hanno una 37. invita gli Stati membri ad applicare politiche che garantiscano l’uguaglianza di tutte le persone, rifacendosi in particolare alla Convenzione del relazione con i vuoti esistenti nella ricerca, nello studio e nell’attuazione delle nostre politiche in tale settore. 1951 sullo status dei rifugiati, in modo che le misure adottate a livello nazionale contro l’immigrazione illegale siano pienamente compatibili In particolare, la situazione e i problemi delle giovani migranti sono rimasti con i principi di non discriminazione; ai margini o nell’ombra. La vostra relatrice intende mostrare i vari risvolti e le possibilità dell’immigrazione femminile come pure gli strumenti che la Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Consiglio, alla Commissione, nonché ai governi e ai parlamenti degli 116 politica europea ha per tutelare i diritti delle donne migranti e valorizzarne al meglio le potenzialità. Stati membri. A. P RESENTAZIONE SINOTTICA DEL FENOMENO DELL’IMMIGRAZIONE FEMMINILE NELL’UE a) D ati numerici generali Va rilevato che sia a livello di stati membri sia a livello di Unione europea si incontra grande difficoltà nel raccogliere e catalogare dati e elementi statistici per quanto riguarda le correnti migratorie in Europa e, in particolare, la migrazione femminile3; sulla base dei dati pubblicati dall’organizzazione internazionale per i migranti, le donne rappresentano il 45% dei migranti nei paesi sviluppati. 3. Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle statistiche comunitarie sulla migrazione e la protezione internazionale [COM(2005)0375 def. - Non pubblicato sulla Gazzetta ufficiale]. Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso 38. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al 117 Nell’Unione europea allargata si osserva la tendenza a un continuo aumento «basso livello», o lavorano in nero o nell’economia sommersa (in agricoltura, dell’immigrazione femminile, che raggiunge percentuali di quasi il 54% nel settore alimentare, nei servizi di pulizia, nei servizi domestici), il che non sul totale dei migranti4. Sulla base degli ultimi dati disponibili5, le donne da loro l’indipendenza e la sicurezza economica. migranti legali nell’Unione europea costituiscono il 4% della popolazione complessiva. Il tasso di occupazione delle donne migranti regolari ammonta ad appena il 44%, mentre quello di disoccupazione raggiunge il 19%7. Si osservi che sussiste una grande differenza di occupazione (16,9%) tra le donne migranti L’immigrazione femminile nell’Unione europea comprende un ampio fascio di categorie, quali: > ricongiungimento familiare > immigrazione economica > rifugiati, Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso > immigrazione clandestina. 118 Oggi, nonostante tutte le politiche attuate dall’Unione europea, un gran numero di migranti donne vive ai margini della società. Il loro accesso alla vita pubblica, politica ed economica permane eccezionalmente limitato e, stando ai dati del Consiglio d’Europa, le donne immigrate sono vittime di una doppia discriminazione per ragioni di sesso e per ragioni di origine etnica. E ciò a un duplice livello: nell’ambito dell’accoglienza sociale e nell’ambito della comunità di migranti in cui esse vivono6. Una politica di immigrazione deve quindi tener conto del genere e delle differenze esistenti tra le comunità di immigrati, in quanto i problemi e le discriminazioni non sempre sono gli stessi e della stessa intensità. In talune comunità, soprattutto musulmane, le donne migranti una volta sposate restano di regola a casa, senza avere la possibilità di conoscere la società d’accoglienza e di apprenderne la lingua, fatto che rafforza il loro isolamento. Quando lavorano, occupano posti che sono considerati di 4. E uropean Community Labour Forces Survey (Eurostat) 5. Eurostat, Statistic in Focus, Theme 3-2/2003, pag. 1. 6. Cfr. Risoluzione 1478 (2006) relativa all’integrazione delle donne immigrate in Europa, paragrafo 1. dei paesi terzi e quelle migranti dei paesi dell’Unione europea, mentre lo stesso rapporto per gli uomini migranti è dell’11%. Quanto alla differenza di occupazione tra le donne migranti dei paesi terzi con elevate qualifiche e quelle dei paesi dell’Unione europea, essa sale considerevolmente (23,2%)8. Nel 2000 le retribuzioni delle giovani migranti di paesi terzi sono state del 10% inferiori a quelle delle giovani migranti dei paesi dell’Unione europea. Per quanto riguarda gli uomini, la differenza è stata solo del 4%. Uno dei principali problemi delle donne migranti permane quello dell’istruzione, tenendo conto del fatto che il 50% delle donne migranti non va oltre l’istruzione obbligatoria, mentre solo il 17% arriva all’istruzione superiore9. La condizione delle donne migranti dipende in molti casi dallo status giuridico del coniuge, o esse vengono considerate giuridicamente come persone dipendenti, con conseguenze negative in caso di divorzio o decesso del coniuge e, in particolare, in casi di poligamia, che le spingono al lavoro illegale o in nero e alla privazione della sicurezza sociale se non della stessa dignità. In talune comunità, gli stereotipi negativi riguardo al sesso femminile creano di regola gravi discriminazioni nei confronti di queste donne, che culminano spesso in fenomeni di violenza, psicologica e fisica, fino al delitto d’onore. Sulla base di dati in possesso di talune ONG, cinquemila 7. E urostat, Statistic in Focus, Theme 3-2/2003, pag. 1. 8. Cfr. Relazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Consiglio economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sulla parità tra le donne e gli uomini, (COM (2005) 44 finale), del 14.2.2005, pag. 6. 9. Eurostat, Statistic in Focus, Theme 3-2/2003, pag. 1. Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso b) D ati qualitativi 119 donne sono ogni anno vittima di delitti d’onore, mentre un gran numero La Direttiva 2003/86/CE che disciplina una questione importante concernente di essi concerne donne migranti che fanno parte di comunità musulmane direttamente le donne migranti, vale a dire il diritto al ricongiungimento in Europa. La Commissione non dispone di elementi statistici attendibili per familiare, conformemente all’obbligo di proteggere la famiglia e di quanto riguarda la dimensione del fenomeno in Europa, ma si é impegnata rispettare la vita familiare. Tale diritto può oramai essere rivendicato a pubblicare tra breve una comunicazione in materia di istituzione di un dal coniuge del richiedente o della richiedente. Oltre a un permesso di sistema che permetta di comparare i dati statistici relativi ai delitti e alla soggiorno di una durata pari a quella del richiedente, i membri della giustizia penale. famiglia di quest’ultimo hanno accesso all’istruzione, al mercato del lavoro e alla formazione professionale. Alla scadenza di un termine massimo di 5 B. P OLITICA COMUNITARIA IN MATERIA DI IMMIGRAZIONE – DIMENSIONE FEMMINILE che hanno nel frattempo raggiunto la maggiore età, possono richiedere un a) B ase giuridica All’inizio del 2005 la Commissione ha pubblicato un Libro verde sull’approccio La promozione dei diritti fondamentali, l’assenza di discriminazione e la dello stesso anno, una comunicazione su un progetto di politiche in materia parità di opportunità per tutti costituiscono elementi fondamentali delle di migrazione legale, gettando le basi di una serie di proposte di direttiva politiche di integrazione. La legislazione dell’Unione europea fornisce (condizioni di ammissione e di soggiorno di migranti che dispongono di un ampio quadro di disposizioni in materia di parità di trattamento sulla qualifiche particolari, di lavoratori stagionali, di persone trasferite con la base dell’articolo 13 del trattato CE. L’articolo 63 del trattato CE conferisce propria impresa, di tirocinanti remunerati) ecc. poteri e competenze alla Comunità europea nei settori dell’immigrazione e dell’asilo. comunitario della gestione delle migrazioni economiche e, nel dicembre Come già detto sopra, le donne migranti costituiscono altresì un’importante categoria di migranti economici. Ne deriva che la politica dell’UE in tale settore deve tener seriamente conto di tale aspetto. Ci fa piacere che la b) L egislazione comunitaria e iniziative Il Consiglio europeo di Tampere (1999) ha delimitato il quadro strategico della gestione efficace che si pone in materia di flussi migratori adottando una politica dinamica di integrazione di cittadini dei paesi terzi che risiedono legalmente sul territorio di uno Stato membro. I principali atti legislativi e le principali iniziative in materia sono i seguenti: comunicazione della Commissione (settembre 2005) sul programma comune per l’integrazione, quadro relativo all’integrazione dei cittadini di paesi terzi dell’Unione europea, sottolinea espressamente che le azioni messe in opera dovranno tener conto della specificità relativa al sesso e alla situazione delle donne, dei giovani e dei figli dei migranti. È opportuno altresì valorizzare correttamente le potenzialità offerte dagli strumenti finanziari per azioni a favore delle donne o condotte dalle donne migranti (Fondo sociale europeo, EQUAL, Fondo europeo per lo sviluppo La Direttiva 2000/43/CE che definisce e vieta le discriminazioni dirette e regionale, Programma europeo di azione per l’istruzione. indirette fondate sull’origine etnica e la Direttiva 2003/109/CE che fissa il Le proposte della Commissione di proclamare il 2007 Anno europeo regime e il principio di parità di diritti per i cittadini di paesi terzi che siano 120 permesso di soggiorno individuale. soggiornanti di lungo periodo. Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso anni, lo sposo o la sposa, ovvero il compagno o la compagna nonché i figli della parità di opportunità per tutti e il progetto di Anno europeo del dialogo interculturale per il 2008 costituiscono significative iniziative di 121 sensibilizzazione, che contribuiranno al perseguimento degli obiettivi di La partecipazione alle decisioni è un problema attuale negli Stati membri, comprensione reciproca, di integrazione e di promozione della parità per le in funzione della loro legislazione nazionale, dal momento che la maggior donne migranti. parte dei 25 Stati membri ha sin d’ora accordato ai migranti limitati diritti di voto alle elezioni locali (in altri termini, «garanzia dei diritti civili»). c) S ituazione attuale Nel 2003 la Commissione ha pubblicato una comunicazione globale C. P ROPOSTE DI AZIONI FUTURE sull’emigrazione, l’integrazione e l’occupazione e, nel 2004, ha presentato Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso non sembra prendere sistematicamente in considerazione le questioni di 122 1. V alutazione – Bilancio delle politiche attuate genere in materia di emigrazione, sia a livello delle politiche attuate sia a Alla luce della relazione della Commissione nonché dei problemi sociali livello della raccolta di dati, come risulta dal bilancio delle politiche nazionali cui si trovano di fronte le comunità di immigrati in numerosi paesi risulta d’integrazione (relazioni dei punti nazionali di contatto sull’integrazione, indispensabile procedere ad una valutazione approfondita delle politiche piani d’azione nazionali per l’occupazione, piani d’azione nazionali per attuate nonché ad un bilancio del tasso di assorbimento e di utilizzo delle l’integrazione sociale). Si ritiene opportuno sottolineare le diverse pratiche risorse comunitarie. e azioni innovative concernenti specificamente le donne. Per quanto concerne la questione delle capacità linguistiche, la maggior 2. P reparazione dei migranti parte degli Stati membri ha approvato delle misure intese a porre rimedio a tale situazione (con riguardo in particolare alle donne di recente La vostra relatrice ritiene indispensabile approvare, in cooperazione con immigrazione). Sforzi particolari sono intesi a migliorare l’orientamento i paesi europei, una serie di misure che consentiranno ai migranti di professionale e sono altresì incentivati la partecipazione e l’impegno delle conoscere meglio ed accettare le norme e i valori fondamentali delle società parti sociali in questo settore. Una grande importanza è data all’istruzione d’accoglienza nonché di apprendere la lingua del paese di destinazione. dei cittadini, che dispongono ormai di informazioni sui diritti fondamentali e gli obblighi dei migranti, inclusa la parità fra gli uomini e le donne, nonché sulle norme e i valori prevalenti nei paesi d’accoglienza. Per quanto 3. P olitiche mirate d’integrazione riguarda la disoccupazione, la povertà e l’esclusione sociale, tutti i settori in La relatrice ritiene che l’accesso al mercato del lavoro e alla formazione cui le donne migranti risultano relativamente vulnerabili, sembrerebbe che professionale delle donne migranti, a fronte della parità di diritti a livello numerosi paesi non abbiano ancora condotto un’analisi approfondita dei professionale (in termini di remunerazione, sicurezza sociale e pensione) atti fattori che hanno provocato tale situazione. a garantire loro autonomia e indipendenza, costituisce una priorità assoluta. Taluni Stati membri si impegnano per fornire un alloggio a prezzi ragionevoli e rimediare all’impatto negativo della ghettizzazione e delle zone urbane degradate, che sono nella stragrande maggioranza abitate da immigrati. La relatrice sottolinea altresì la responsabilità e il ruolo degli Stati membri per quanto concerne la promozione dell’accesso delle donne al mercato del lavoro e il rispetto dei loro diritti professionali, il ruolo delle parti sociali Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso una prima relazione di valutazione. La maggior parte degli Stati membri e quello della Commissione nel controllo dell’applicazione dell’acquis comunitario. 123 4. Integrazione nel sistema d’istruzione 6. S ensibilizzazione della società di accoglienza E’ importante prendere in considerazione il problema specifico cui Il raggiungimento dei nostri obiettivi richiede un atteggiamento positivo devono far fronte le giovani migranti, adottando misure incentrate sulla e una cooperazione con la società di accoglienza. Occorre pertanto prevenzione del fallimento e l’abbandono scolastico. Parallelamente, promuovere azioni di sensibilizzazione dei popoli europei al significato una misura di promozione per le giovani migranti potrebbe essere il dell’immigrazione, al ruolo delle donne migranti, ai loro peculiari problemi miglioramento dell’accesso delle stesse all’istruzione superiore grazie a e ai modi di affrontarli. misure di discriminazione positiva. Per quanto concerne la formazione professionale, la legislazione vigente dovrà essere integrata da nuove modalità di riconoscimento delle qualifiche professionali e della formazione/ esperienza professionale delle giovani di recente immigrazione. 7. S cambio di buone prassi Negli Stati membri dell’UE esistono varie esperienze e politiche nel settore dell’immigrazione: nel tentativo di attuare una politica di immigrazione 124 Il rafforzamento della partecipazione delle donne migranti a tutte le espressioni della vita sociale consente loro di uscire dalle condizioni di isolamento ed estraniamento nella società di accoglienza. La promozione della loro partecipazione alla vita sociale a tutti i livelli e attraverso tutte le possibilità offerte dalle legislazioni nazionali è qualcosa di indispensabile. Inoltre, migliorare il dialogo tra i vari gruppi di cittadini di paesi terzi con le autorità, le parti sociali e le ONG delle società di accoglienza costituisce un elemento fondamentale di integrazione sociale. Parallelamente è importante incoraggiare il funzionamento delle associazioni di migranti che saranno in grado di dare informazioni e assistenza ai nuovi arrivati nonché la partecipazione dei loro rappresentanti ai programmi in qualità di insegnanti. Sarebbe particolarmente utile che fossero proprio le donne migranti ad indirizzarsi alle giovani migranti appena arrivate. Tali associazioni dovrebbero col tempo instaurare un dialogo con la società di accoglienza e per questo motivo è indispensabile anche la partecipazione delle donne. europea basata su obiettivi e sfide comuni, occorre che l’Unione europea promuova lo scambio di buone prassi e di punti problematici, che includono anche la dimensione di genere. Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso 5. P artecipazione sociale – partecipazione alle reti 125 B. P arere nel quadro dei lavori della commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere 3. invita la Commissione a fornire informazioni qualitative e quantitative relativamente all’applicazione e all’esecuzione concreta degli impegni finanziari assunti nel quadro della cooperazione bilaterale (accordi di associazione), nonché in quello della cooperazione regionale MEDA II (fase attuale), a sostegno della partecipazione attiva delle donne alla vita > Parere della commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere (16.09.2005) destinato alla commissione per gli affari esteri sul processo di Barcellona rivisitato politica, economica e sociale; 4. si compiace del recente rilancio del primo programma regionale per la partecipazione delle donne alla vita e allo sviluppo economico e sociale (programma la cui attuazione era stata decisa già nel 2001) e Relatrice per parere: Rodi Kratsa-Tsagaropoulou, membro del PPE-DE invita la Commissione ad estenderne il campo e la tematica ad azioni d’informazione e di sensibilizzazione sull’immagine della donna e l’importanza del suo ruolo nel processo di democratizzazione; 126 La commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere invita la commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti: 1. sostiene pienamente la posizione della Commissione (comunicazione sul decimo anniversario del partenariato euromediterraneo: un programma di lavoro per far fronte alle sfide dei prossimi cinque anni (COM(2005)0139) stando alla quale la parità di opportunità fra le donne e gli uomini rappresenta una questione trasversale che incide sullo sviluppo umano ed economico e, pertanto, chiede che i diritti della donna siano rispettati e incentivati nel processo di Barcellona rivisitato, in particolare nell’ambito dei tre pilastri del partenariato; 2. invita i governi dei paesi partner a riconoscere, a rispettare e a tutelare i diritti fondamentali e lo statuto della donna quali sono codificati nei trattati internazionali e lancia un appello ai governi dei paesi partner affinché accelerino le riforme legislative, amministrative e di altro tipo nella prospettiva di stabilire l’uguaglianza giuridica fra gli uomini e le donne nella vita familiare e pubblica, nonché a integrare l’uguaglianza dei sessi in tutte le loro politiche con obiettivi a breve e a lungo termine; 5. esprime la propria inquietudine dinanzi alle evidenti discriminazioni che le donne subiscono sul mercato del lavoro, nei sistemi scolastici e di formazione professionale, nella partecipazione politica e civica, nonché dinanzi ai gravi problemi che esse affrontano, come la violenza; invita i paesi partner a dar prova di un’effettiva volontà politica e di efficacia operativa per far evolvere la mentalità e promuovere l’uguaglianza fra le donne e gli uomini. Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso SUGGERIMENTI 127 Parere della commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere (02.12.2008) destinato alla commissione per gli affari esteri sui rapporti tra l’Unione europea e i paesi del Mediterraneo (2008/2231/INI) 4. esprime preoccupazione per la povertà e l’esclusione sociale di cui sono principalmente vittime le donne e i bambini e mette in guardia dalle gravi conseguenze determinate da politiche che non tengano in debito conto la necessità di promuovere la parità dei diritti e delle opportunità tra uomini e donne, nel rispetto della dignità della donna; Il PPE-DE ha partecipato alla stesura finale della relazione con la relatrice ombra per parere del Gruppo PPE-DE, l’on. Mme Edit Bauer (PPE DE/SK) 5. sottolinea che è fondamentale riconoscere i diritti in materia di nazionalità alle donne migranti da paesi terzi, comprese quelle provenienti dalla sponda meridionale del Mediterraneo, negli Stati membri al fine di La commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere invita la commissione per gli affari esteri, competente per il merito, a includere nella Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso proposta di risoluzione che approverà i seguenti suggerimenti: 128 1. esorta gli Stati membri e tutti i partner del Mediterraneo coinvolti nel processo di Barcellona a prestare una maggiore attenzione alla situazione delle donne e al tema delle pari opportunità tra uomini e donne, sottolineando l’importanza di inserire la questione del genere all’interno di tutte le politiche e le misure volte a promuovere l’uguaglianza tra i generi; 2. chiede a tutti gli Stati che partecipano all’iniziativa «Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo» di ratificare la Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne (CEDAW), come pure tutti gli altri strumenti dell’ONU e dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro in materia di diritti dell’uomo; 3. esprime rammarico per il fatto che nella comunicazione della Commissione intitolata «Processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo» non venga dato ampio respiro al tema della situazione delle donne, e evidenzia la necessità di includere tra gli obiettivi dei progetti la promozione della coesione geografica, economica e sociale, tenendo costantemente in considerazione la questione delle pari opportunità tra uomini e donne e la prospettiva di genere; difenderne efficacemente i diritti; 6. invita tutti i protagonisti del processo di Barcellona a prestare particolare attenzione allo sviluppo e al finanziamento pubblico dei progetti volti a migliorare le condizioni di vita delle donne, soprattutto in materia di salute sessuale e riproduttiva, di formazione, di creazione di posti di lavoro dignitosi in cui vengano pienamente rispettati i diritti delle donne e di creazione di strumenti di sostegno all’infanzia e alla terza età, in grado di facilitare l’inclusione delle donne nella società; 7. sottolinea l’importanza di favorire l’accesso delle donne a tutti i livelli del sistema di istruzione, sapendo che una manodopera adeguatamente qualificata contribuisce in maniera decisiva non solamente a ridurre le disparità tra uomini e donne, ma anche a sostenere la competitività e la coesione sociale di una intera economia; 8. esorta gli Stati membri e i partner del processo di Barcellona a intervenire concretamente in materia di pari opportunità e di lotta alla discriminazione delle donne in tutti i settori, in particolare nell’ambito del lavoro, della famiglia e dell’istruzione, per prevenire la violenza sulle donne e il traffico di esseri umani, nonché promuovere il rispetto e la valorizzazione del ruolo della donna all’interno della società, in particolare facilitandole l’accesso a posti di responsabilità e di decisione; 9. ricorda che la maggior partecipazione delle donne al mercato del lavoro nell’area euromediterranea richiede lo sviluppo delle infrastrutture e dei Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso SUGGERIMENTI servizi necessari per consentire alle donne non solamente di accedere al mercato del lavoro, ma anche di mantenervi la propria posizione; 129 10. sottolinea la necessità di creare legami più stretti tra le associazioni femminili dei paesi mediterranei per favorire lo sviluppo della società Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso civile e la partecipazione attiva delle donne. 130 131 Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso III. ALLEGATI – Informazioni generali 132 133 A. Q UADRO POLITICO E ISTITUZIONALE PER LA TUTELA DELLE DONNE NEI PAESI PARTNER MEDITERRANEI Essa esprime le proprie posizioni in merito a tutti i temi riguardanti > Paesi (13) partner dell’Unione europea nell’area mediterranea: Albania, Conferenza, nel 2005 è stata inoltre istituita una commissione ad hoc Siria, Tunisia, Turchia e Autorità palestinese. La Libia ha status di osservatore. Dal 2002 le attività di cooperazione nelle quali è coinvolta la Turchia sono programmate, finanziate ed eseguite dalla DG Allargamento Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso della Commissione europea. 134 approva risoluzioni o raccomandazioni non giuridicamente vincolanti e le trasmette alla Conferenza euromediterranea. Nell’ambito della per i diritti delle donne nei paesi euromediterranei, cui partecipano 40 rappresentanti dei parlamenti nazionali degli Stati membri dell’UE, dei paesi partner mediterranei e del Parlamento europeo, al fine di analizzare il ruolo e la condizione della donna negli Stati membri dell’APEM. La commissione è infatti divenuta permanente in seguito a una decisione approvata dall’APEM, riunita in sessione plenaria, in > Processo di Barcellona: istituito in occasione della Conferenza ministeriale occasione della riunione tenutasi ad Atene nel marzo 2008. Nel maggio euromediterranea dei ministri degli Esteri degli Stati membri dell’UE (che 2008 la commissione ha definito le tematiche sulle quali dovranno allora erano 15 e attualmente rappresentano tutti i 27 Stati membri) e dei essere elaborate delle relazioni con riferimento alle seguenti tre aree: a) paesi terzi mediterranei (PTM), tenutasi a Barcellona il 27 e 28 novembre analisi comparativa dei diritti delle donne nei paesi dell’UE e nei paesi 1995. Il processo ha gettato le basi per una cooperazione regionale tra i partner, b) partecipazione delle donne alla vita politica, economica e paesi euromediterranei nei seguenti tre ambiti: a) politica e sicurezza, b) sociale, c) accesso delle donne all’istruzione e alle prestazioni sanitarie, cooperazione economica e finanziaria e c) partenariato culturale, sociale e d) programmi UE e strumenti finanziari dei programmi a favore delle umano, contribuendo al consolidamento delle relazioni bilaterali esistenti donne e finalizzati alla promozione della parità di genere. Nelle proprie e delle politiche nazionali. In questo contesto e in particolare nel quadro risoluzioni, la commissione ha formulato numerose raccomandazioni in del partenariato economico e finanziario ci si propone di raggiungere un merito ai diritti delle donne nelle summenzionate aree e, in particolare, miglioramento della condizione della donna nonché la promozione della con riferimento alla migrazione delle donne e al ruolo della donna nel partecipazione attiva delle donne alla vita economica e sociale e al mercato settore scientifico. La prossima riunione della commissione è prevista per del lavoro. Nel 2005 il tema dell’immigrazione è stato inserito tra i settori della il 1° dicembre 2008 a Bruxelles. cooperazione, con particolare attenzione all’immigrazione delle donne. Per maggiori informazioni: http://ec.europa.eu/external_relations/euromed/index_en.htm http://www.europarl.europa.eu/intcoop/empa/committee_women/default_en.htm >P olitica europea di vicinato (PEV): istituita immediatamente dopo l’allargamento dell’UE nel 2004, essa integra e rafforza il processo di > L’Assemblea parlamentare euromediterranea (APEM) è la portavoce Barcellona su un piano bilaterale anziché regionale attraverso piani parlamentare del processo di Barcellona ed è stata istituita a Napoli il 3 d’azione elaborati dall’UE e dai paesi partner sulla base di accordi esistenti dicembre 2003. Essa è formata da 120 deputati europei (75 provenienti (accordi di associazione, che hanno sostituito gli accordi di cooperazione dai parlamenti nazionali degli Stati membri e 45 dal Parlamento in vigore negli anni ‘70). I piani d’azione riguardano anche il settore dei europeo) e da 120 deputati ai parlamenti dei paesi mediterranei diritti delle donne alla parità di trattamento, alla valorizzazione del loro coinvolti nel processo. Essa svolge un ruolo consultivo e imprime ruolo sotto l’aspetto economico e sociale e alla partecipazione alla vita l’impulso necessario, fornendo contenuti e sostegno parlamentare per economica e sociale e comprendono misure per contrastare la tratta delle il consolidamento e lo sviluppo del partenariato euromediterraneo. donne. Tali disposizioni fanno parte di regimi speciali o sono inserite in Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Libia, Mauritania, Marocco, il partenariato, ivi inclusa l’attuazione degli accordi di associazione, 135 anche per la programmazione degli aiuti allo sviluppo messi a disposizione B. I PRINCIPALI STRUMENTI FINANZIARI A FAVORE DELLE DONNE NEL MEDITERRANEO dall’UE (in particolare mediante i documenti di strategia nazionale – DSN -, > Il programma MEDA: avviato nel 1995, è il principale strumento finanziario centrale nei programmi. Infatti, le priorità stabilite congiuntamente con il governo di ciascun paese partner e registrate nei piani d’azione sono utili valevoli per un periodo di sette anni, i programmi indicativi nazionali – PIN –, elaborati a cadenza triennale, nonché i programmi annuali dettagliati) e da altri donatori e istituzioni finanziarie. Il quadro della PEV è composto inoltre dai seguenti elementi: >C ooperazione transfrontaliera (CBC), che costituisce una delle priorità della PEV e completa il raggiungimento degli obiettivi della PEV attraverso l’attuazione di programmi di cooperazione transfrontaliera Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso avviati nel quadro di MEDA; sue attività. Esso è stato introdotto nel 1996 (MEDA I) e modificato nel 2000 (MEDA II) al fine di fornire assistenza finanziaria e tecnica ai paesi del Mediterraneo meridionale. Esso riconosce la necessità di promuovere il ruolo sociale ed economico delle donne, di fornire loro educazione e lavoro nonché di promuovere l’incorporazione di disposizioni a tutela dei loro diritti nella programmazione delle misure di cooperazione allo sviluppo. Il programma MEDA ha sostituito diversi protocolli finanziari bilaterali ed è finanziato da una voce del bilancio dell’UE. Nel periodo > Il Programma interregionale (PIR), istituito su iniziativa dell’ENPI 1995-2001, MEDA ha rappresentato 5 071 miliardi di euro dei 6,4 miliardi e volto a rafforzare la PEV nonché a intensificare il dialogo e la di risorse di bilancio. Nel periodo in questione, l’86% delle risorse destinate cooperazione a livello regionale in materia di trasparenza, coerenza, al MEDA è stato assegnato in modo bilaterale ai partner ammissibili efficacia e flessibilità. Probabilmente, esso svolgerà un ruolo sempre più del finanziamento bilaterale, ossia Algeria, Egitto, Giordania, Libano, importante presso i governi e le università, nelle città e nelle regioni al Marocco, Siria, Tunisia, Turchia e Autorità palestinese mentre il 12% è fine di garantire l’attuazione efficace e il rafforzamento per mezzo delle stato stanziato per attività regionali e il restante 2% è andato agli uffici azioni e delle iniziative intraprese. di assistenza tecnica. Per la seconda fase di programmazione (2000-2006) > Il processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo: varata in occasione MEDA ha beneficiato di una dotazione di 5 350 miliardi di euro. del vertice per il Mediterraneo di Parigi del 13 luglio 2008, intende > Strumento europeo di prossimità e partenariato – ENPI: a partire dal rafforzare, completare e rinnovare il partenariato e il processo di Barcellona 1° gennaio 2007 il programma MEDA è stato sostituito dallo strumento introducendo maggiore trasparenza e rendendo più equilibrata la sua europeo di prossimità e partenariato (ENPI), istituito nel contesto governance. In altre parole, essa rappresenta un quadro politico rinnovato della politica europea di vicinato (PEV) – 2004. L’ENPI è uno strumento per la cooperazione tra l’UE e i paesi partner del Mediterraneo che potrà finanziario maggiormente flessibile in grado di rispondere alle variazioni imprimere un nuovo impulso per la promozione dei diritti delle donne. Vi nelle priorità politiche. Per il periodo di programmazione 2007-2013, sono prendono parte 43 Stati d’Europa e del Mediterraneo, tra i quali i 27 Stati stati stanziati circa 12 miliardi di euro: un importo che rappresenta un membri dell’UE, 13 paesi appartenenti al partenariato euromediterraneo aumento di circa il 32% rispetto ai precedenti programmi. L’ENPI finanzia e 4 ulteriori paesi: Bosnia-Erzegovina, Croazia, Monaco e Montenegro; la 15 programmi di cooperazione transfrontaliera (CBC) per un totale di 1,18 Libia partecipa in veste di osservatore. miliardi di euro per il periodo 2007-2013 e fornisce assistenza tecnica e http://www.ue2008.fr/PFUE/lang/en/accueil/PFUE-07_2008/PFUE-13.07.2008/ 136 comunitario per l’attuazione del partenariato euromediterraneo e delle sommet_de_paris_pour_la_mediterranee_4758 programmi di miglioramento della governance. Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso quelli riguardanti il rispetto dei diritti umani e occupano una posizione 137 politica di vicinato per il 2007 con uno stanziamento iniziale di 50 milioni di euro, che ha consentito ai partner della PEV di beneficiare di prestiti a partire dal 2008. Tuttavia, durante la fase iniziale, il Fondo ha sostenuto MEDA 2006-2008: Il programma regionale intitolato “Il ruolo della donna programmi pubblici relativi all’energia, all’ambiente e ai trasporti. Sono nella vita economica”: su iniziativa della Presidenza belga e con il contributo attualmente in corso le trattative per la creazione di un Fondo fiduciario per e l’incoraggiamento del Parlamento europeo, il forum regionale sul gli investimenti della politica di vicinato destinato ai paesi in via di sviluppo “Ruolo della donna nello sviluppo economico: la dimensione della parità da far rientrare nel Fondo investimenti per la politica di vicinato. Questi tra uomini e donne nel partenariato euromediterraneo” si è tenuto a fondi potranno successivamente essere utilizzati per rafforzare i programmi Bruxelles nel 2001. Esso si proponeva di favorire la condivisione di pareri finalizzati a promuovere il ruolo della donna. sull’elaborazione del primo programma regionale per la promozione della Sia il programma MEDA che l’ENPI sono finanziati e coordinati dall‘ufficio di cooperazione EuropeAid della Commissione europea. Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso C. P ROGRAMMI A FAVORE DELLE DONNE NEI PAESI PARTNER MEDITERRANEI partecipazione delle donne alla vita economica. Tale programma regionale è stato infine avviato alla fine del 2005 e proseguirà sino a gennaio 2009. I suoi obiettivi sono la promozione dei diritti economici delle donne e > L’iniziativa europea per la democrazia e i diritti umani (EIDHR): benché il rafforzamento dell’imprenditorialità femminile. Esso è finanziato dal sia stato suggerito il suo assorbimento da parte dell’ENPI, essa ha infine programma MEDA con 5 milioni di euro stanziati dal 2005 e si concentra mantenuto la propria autonomia quale strumento finanziario finanziato su quattro settori: a) maggiore integrazione delle donne nel mondo del da EuropeAid quale programma tematico. Questo strumento non ha un lavoro; b) sostegno all’iniziativa imprenditoriale e alle capacità manageriali carattere geografico (sebbene esso integri i programmi geografici) ma i nonché alla creazione di piccole e medie imprese. Entrambe le misure sono cosiddetti regimi di sostegno nazionali da esso finanziati sono realizzati e finalizzate a promuovere l’affidabilità delle donne e a migliorare l’accesso coordinati su base locale da delegazioni presenti in diversi paesi, compresi da parte delle stesse ai programmi di finanziamento; c) promozione della quelli del Mediterraneo. partecipazione femminile alla definizione delle politiche e alla creazione > Il Fondo per gli investimenti e il partenariato euro-mediterranei (FEMIP): esso è diretto dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) e si propone di raggiungere lo sviluppo economico dei paesi del Mediterraneo. Le sue attività si concentrano su due aree prioritarie: sostegno al settore privato e preparazione di un ambiente favorevole per gli investimenti. Esso finanzia inoltre programmi di promozione del ruolo della donna. http://www.eib.org/projects/regions/med/index.htm di reti femminili; e d) educazione e formazione professionale per donne e contestuale incremento della consapevolezza in materia di integrazione delle questioni di genere in tutti i settori. Il programma fornisce assistenza tecnica a sette organizzazioni non governative (ONG) regionali che attuano i progetti EOWEL (Enhancing Opportunities for Women in Economic Life – Potenziare le opportunità per le donne nella vita economica) attraverso programmi formativi e di apprendistato destinati alle donne, l’offerta di assistenza tecnica e informazioni e la creazione di reti di comunicazione. Sono già stati realizzati degli studi nell’ambito del programma sull’adeguata integrazione delle questioni di genere nella programmazione delle politiche nazionali. In particolare, nel periodo 2006-2007, sono stati realizzati due studi riguardanti le seguenti tematiche: a) meccanismi di registrazione Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Nel quadro della PEV, esso finanzia inoltre il Fondo investimenti per la destinati alle donne, in particolare a quelle che si oppongono a quadri 138 giuridici discriminatori e b) analisi della situazione economica della donna, ivi incluso lo studio del diritto di famiglia e del lavoro. Il programma offre 139 inoltre una rete per la creazione di contatti e lo scambio di esperienze dalla Commissione e stavolta essa è fondata sulle risposte fornite dai nonché per l’analisi delle conclusioni degli studi al fine di ottenere migliori paesi a un questionario strutturato secondo le tre aree del processo trasparenza e capacità di risposta ai bisogni delle donne nei paesi partner di Barcellona e su un ambito orizzontale generale. Anche il Forum mediterranei. euromediterraneo degli istituti economici (FEMISE) e la Fondazione Anna 2006) – Conferenza ministeriale euromediterranea sulla parità di genere: rafforzamento del ruolo della donna nella società. Siglato nell’ambito del processo di Barcellona e in particolare delle conclusioni e degli impegni (piano d’azione 2005-2010) del vertice euromediterraneo «10+» tenutosi a Barcellona dal 27 al 29 novembre 2005 in occasione del Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso decimo anniversario dalla creazione del processo e della conferenza svolte nel periodo 2007-2008 nelle tre aree e indica che, per il 2009, la maggior parte dei paesi ha scelto i seguenti settori prioritari: accesso all’occupazione, lotta alla violenza contro le donne, parità di genere, conciliazione della vita pubblica e della vita privata, partecipazione delle donne alla vita politica, integrazione della prospettiva di genere in tutte le politiche e lotta ai pregiudizi. euromediterranea sul ruolo delle donne, svoltasi nel medesimo periodo, > Nell’ambito dell’attuazione del piano, è stato avviato nel maggio 2008 ha conferito l’incarico per l’organizzazione della Conferenza di Istanbul. un nuovo programma regionale valido per un periodo di circa tre anni Nel 2006 a Istanbul i paesi vicini si sono impegnati ad affermare la parità, (2008-2011) denominato “Promuovere la parità tra uomo e donna nella nel diritto e nella prassi. È stato adottato un piano d’azione quinquennale regione euromediterranea” volto a sostenere gli enti governativi nella per la promozione del ruolo delle donne nella società nelle tre aree del gestione delle tematiche di carattere giuridico e sociale, a completamento processo di Barcellona: diritti civili e politici, diritti sociali ed economici e degli altri programmi UE a sostegno delle ONG e delle organizzazioni sviluppo sostenibile nonché diritti delle donne in ambito culturale e ruolo della società civile. Il programma finanzia inoltre azioni nell’ambito delle comunicazioni e dei mezzi di comunicazione. Il quadro comprende i della parità tra uomini e donne e dei mezzi di comunicazione di massa 37 paesi euromediterranei e la Commissione europea. mediante uno stanziamento di 1,5 milioni di euro della posta di bilancio > Il finanziamento del programma è garantito attraverso il terzo pilastro del programma regionale ENPI sulla parità di genere nei 10 paesi partner, i contributi degli Stati membri a livello bilaterale e il dei programmi regionali per la parità di genere (2007) e di 3,5 milioni di euro della rubrica di bilancio destinata a dar seguito agli impegni di Istanbul (ENPI). Fondo euromediterraneo di investimento e di partenariato (FEMIP- Per maggiori informazioni sui programmi, consultare anche: BEI). La revisione di metà periodo, prevista per il 2010, consentirà un http://ec.europa.eu/external_relations/euromed/women/docs/index_en.htm adeguamento e una rivalutazione delle risorse, a seconda dei casi. http://ec.europa.eu/external_relations/euromed/index_en.htm > L’attuazione del piano d’azione è controllata mediante relazioni annuali predisposte durante la seconda delle due riunioni di verifica cui partecipa un Gruppo di esperti di alto livello. Quest’anno la riunione si terrà il 13 ottobre a Bruxelles al fine di discutere la relazione della Commissione per il 2008 in merito all’attuazione dell’esito del processo di Istanbul; in tale occasione sarà preso in esame il programma per la conferenza ministeriale sul rafforzamento del ruolo della donna nella società 140 Lindh (ALF) hanno fornito informazioni. La relazione espone le attività programmata per il 2009. Si tratta della seconda relazione elaborata (cfr. programmes and projects PDF, pag. 68) http://www.roleofwomenineconomiclife.net/ > In occasione della recente conferenza dei ministri degli Esteri dei 43 paesi partner dell’”Unione per il Mediterraneo”, tenutasi nel novembre 2008, i ministri hanno evidenziato la necessità di rafforzare le conclusioni e Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso >M EDA / ENPI: Piano d’azione quinquennale di Istanbul (14-15 novembre gli impegni di Istanbul, in vista della seconda conferenza ministeriale prevista per il 2009 in Marocco. Nell’ambito di tale conferenza saranno istituiti due gruppi di lavoro. Il primo proseguirà l’attività del Gruppo 141 creato a Bruxelles nel 2008 sul tema della «Partecipazione delle donne e i relativi allegati alla vita politica”, mentre il secondo sarà istituito per curare la fase http://ec.europa.eu/europeaid/where/worldwide/health/documents/ preparatoria della conferenza, quale seguito degli impegni di Istanbul in strategy_annexes_en.pdf tema di “Diritti sociali delle donne e sviluppo sostenibile” e “Diritti delle donne in ambito culturale e ruolo della comunicazione e dei media». In particolare: Esistono poi altri programmi a sostegno dei diritti delle donne nelle tre aree > Programma d’azione annuale 2007: 6,8 milioni di euro sono stati stanziati del processo di Barcellona finanziati attraverso programmi tematici quali il per favorire la parità di genere nella regione mediterranea nel 2007. Il programma “Investire nelle persone” (2007-2013) di EuropeAid e EIDHR. programma d’azione annuale comprende due iniziative principali per livello mondiale ma anche nei singoli Stati al fine di ottenere il rispetto tematico nell’ambito della cooperazione con i paesi terzi (aiuti allo degli impegni politici e l’adozione di iniziative giuridiche ed economiche sviluppo) con un pilastro specifico per l’affermazione dell’uguaglianza atte a garantire pari opportunità. La gestione è affidata all’UNIFEM razziale. Il programma si propone di rafforzare la posizione delle donne (Fondo delle Nazioni Unite per le donne) e all’UNICEF (Fondo delle attraverso la lotta all’analfabetismo tra le donne adulte, l’igiene sessuale, Nazioni Unite per l’infanzia). Esso garantisce inoltre il sostegno degli l’informazione su malattie quali l’HIV/AIDS, l’offerta di protezione sociale, attuali programmi nei paesi mediterranei nell’ambito dell’attuazione occupazione e accesso ai processi decisionali, la tutela dei diritti economici del piano d’azione di Istanbul, per il quale è stato pubblicato un invito a e della specificità culturale delle donne, il rafforzamento delle politiche presentare proposte alla fine del 2007. di tutela delle pari opportunità attraverso l’integrazione delle questioni di genere in diversi campi d’azione ma anche per mezzo di specifici > Programma d’azione annuale 2008: vengono proseguite le azioni volte a stanziamenti pari a circa il 5% del bilancio totale del programma. Il promuovere la parità tra uomini e donne, in particolare quelle riguardanti programma è attuato a livello mondiale e mira a promuovere l’impegno lo sviluppo di politiche, la sensibilizzazione e la vigilanza nei seguenti giuridico, economico e politico attraverso procedure di aggiudicazione settori prioritari: riduzione del tasso di analfabetismo tra le donne adulte, diretta di contratti, accordi diretti o bandi di gara ma anche a livello superamento delle disparità nei paesi in cui la vita delle donne è disciplinata nazionale mediante inviti a presentare proposte finalizzati a incrementare da leggi non scritte e tutela dei diritti di proprietà delle donne. Tali misure la partecipazione delle ONG. Verrà attribuita priorità ai paesi secondo sono attuate attraverso inviti a presentare proposte a sostegno degli sforzi l’urgenza delle iniziative necessarie. Al programma non viene applicato un delle organizzazioni della società civile per i diritti delle donne al fine di approccio “dall’alto verso il basso” ma viene favorita la partecipazione di influenzare i processi decisionali dei governi e di altri enti. Sono state soggetti attivi nell’ambito della parità di genere, nella programmazione inoltre introdotte disposizioni per favorire l’attuazione della risoluzione e nell’attuazione del programma e negli stanziamenti di bilancio. Gli 1325 del Consiglio di sicurezza dell’ONU sull’importanza del ruolo delle stanziamenti derivano dal bilancio comunitario per EuropeAid volto al donne nel mantenimento della pace e per finanziare l’organizzazione di rafforzamento del ruolo delle donne. Ulteriori finanziamenti provengono, un colloquio internazionale sull’emancipazione femminile, sullo sviluppo in alcuni casi, dal Fondo europeo di sviluppo (FES). Consultare il programma della leadership, sulla pace e la sicurezza internazionali, in collaborazione d’azione pluriennale inserito nel piano tematico strategico all’indirizzo con il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite (PSNU), dal presidente Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso la parità di genere: sviluppo di politiche, sensibilizzazione e vigilanza a >E uropeAid – “Investire nelle persone” 2007-2013: si tratta di un programma della Liberia signora Johnson Sirleaf, nel marzo 2009. Sono state infine 142 http://ec.europa.eu/europeaid/where/worldwide/health/documents/ introdotte delle misure per colmare il divario tra l’impegno per la parità strategy_paper_en.pdf e l’attuazione mediante un aumento delle dotazioni finanziarie stanziate 143 dall’UE nel 2006 per il funzionamento del programma “Assistenza tecnica > Iniziativa europea per la democrazia e i diritti umani (EIDHR) – Sostegno e trasparenza per la parità di genere nello sviluppo, la pace e la sicurezza” alle azioni della società civile: nel proprio programma d’azione annuale del Fondo delle Nazioni Unite per le donne (UNIFEM), finalizzato a per il 2008, l’EIDHR prevede finanziamenti totali per 46,2 milioni di coordinare i donatori, raggiungere una maggiore efficienza delle azioni e euro a beneficio dei programmi transnazionali e regionali attuati dalla preparare l’organizzazione, alla fine del 2008, della conferenza dell’OCSE società civile finalizzati, tra l’altro, alla lotta contro la discriminazione (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) in Ghana delle donne e ad assicurare la parità tra uomo e donna sul piano sociale, riguardante la revisione della dichiarazione di Parigi sull’efficacia degli aiuti politico e economico in tutte le aree di cooperazione, compresa la regione allo sviluppo. In tale occasione della quale sarà discussa l’incorporazione mediterranea. Per ulteriori informazioni consultare: di disposizioni a tutela delle donne nelle previsioni di bilancio relative alle azioni di sviluppo. Cfr. programma d’azione annuale per il 2008, allegati J, K, L http://ec.europa.eu/europeaid/where/worldwide/eidhr/index_en.htm e in particolare http://ec.europa.eu/europeaid/where/worldwide/eidhr/ documents/updated_action_fiches_1to7_en.pdf http://ec.europa.eu/europeaid/where/worldwide/gender/index_en.htm occasione della Giornata internazionale della donna, ha ottenuto notevole successo. Il concorso è incentrato sul tema della parità di genere e mira ad avvicinare i bambini di età compresa tra gli 8 e i 10 anni, provenienti da 61 paesi terzi (di 5 regioni del mondo in 3 continenti, compresa l’area mediterranea), al tema del ruolo della donna nella società. Ogni anno vengono selezionati due disegni per ciascuna regione partner dell’UE (Asia, Africa-Caraibi-Pacifico, America latina, area mediterranea e altri paesi vicini) e ai vincitori viene assegnato un premio in denaro. I disegni sono raccolti in un opuscolo distribuito nelle scuole dei paesi delle regioni coinvolte e nelle scuole europee partecipanti al concorso. Durante la prima fase del concorso, la giuria è composta da rappresentanti dei paesi partecipanti che svolgono un ruolo attivo nell’affermazione della parità dell’Unione: > Gruppo di lavoro delle donne leader: è stato istituito nel 2006 dal Segretario di Stato statunitense Condoleezza Rice con la finalità di rafforzare il ruolo delle donne nel mondo promuovendo i loro diritti nell’educazione, affermando il loro ruolo politico ed economico e facilitando il loro accesso alla giustizia. Il Gruppo è composto da donne che in tutto il mondo ricoprono la carica di capo di stato, ministro o altre cariche di alto grado e si riunisce a cadenza regolare. Finora si sono tenute tre importanti riunioni: a New York e Vienna (sui temi della pace e della sicurezza nella regione del Medio Oriente) nel 2007 e ad Atene nel giugno 2008.10 http://www.state.gov/s/we/c25293.htm di genere nel proprio paese di provenienza. Durante la seconda fase del Il tema trattato durante l’ultima riunione è stato: «Iniziativa di nuova concorso, a Bruxelles, la giuria è composta da un membro proveniente generazione: interessi locali per diritti globali – forum regionale sul Medio da ciascuna regione, anch’esso attivo nella tutela dei diritti delle donne. Oriente delle imprenditrici a livello locale e regionale». Ogni membro della giuria, proveniente da ciascuna delle cinque regioni partecipanti, valuta i disegni dei bambini di una regione diversa dalla propria. Nel 2008, in particolare, la giuria era composta da bambini della medesima fascia d’età (8-10 anni) provenienti dagli Stati membri dell’UE. http://ec.europa.eu/europeaid/where/worldwide/gender/drawing- 144 Altre iniziative al di fuori dell’UE alle quali prendono parte gli Stati membri competition-2008/concours-dessin-2008_en.htm) 10. Nel marzo 2008, su iniziativa del commissario per le relazioni esterne Benita Ferrero-Waldner, è stata organizzata una conferenza internazionale a Bruxelles nel quadro del gruppo di lavoro delle donne leader sul “Contributo delle donne per la stabilità di un mondo insicuro”. Per ulteriori informazioni: http://ec.europa.eu/commission_barroso/ferrero-waldner/women_en.htm Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso > Concorso di disegno per bambini: indetto per la prima volta nel 2007 in 145 anche due seminari tematici sull’”Imprenditorialità femminile nel quadro della risoluzione dei conflitti: le donne come fattore di pace» e sull’»Imprenditorialità femminile in un contesto post-bellico: imprenditrici Documento regionale in materia di genere per l’area MENA (Banca Mondiale, come fattori e fautori della stabilità nel processo di costruzione della dicembre 200711) e relazione sullo sviluppo umano nel mondo arabo 200512 nazione”. (Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, PNUS) > Si è inoltre deciso di accelerare il processo per la creazione di un In assenza di dati statistici e analisi elaborati per conto dell’UE e dell’Assemblea Fondo comune (FUND) per la promozione dell’imprenditorialità locale parlamentare euromediterranea in relazione alla condizione della donna e regionale nel Medio Oriente e nell’Africa settentrionale (MENA). nei paesi partner dell’UE nella regione mediterranea, sono stati estrapolati Il Fondo si propone di concentrare gli sforzi finanziari e le iniziative i seguenti dati dal documento regionale in materia di genere per l’area che attualmente coesistono e che, in alcuni casi, potrebbero risultare MENA della Banca Mondiale del dicembre 2007 e dalla relazione sullo controproducenti. Il Fondo concentrerà la propria attività nelle iniziative sviluppo umano nel mondo arabo del Programma delle Nazioni Unite per lo formative ed educative destinate alle donne della regione. Il Gruppo di sviluppo del 2005. Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso lavoro costituirà una commissione che fornirà le modalità organizzative 146 D. L A CONDIZIONE DELLA DONNA NELLA REGIONE MEDITERRANEA del Fondo garantendo la partecipazione delle rappresentanti dell’area MENA. Secondo tali relazioni, si è registrato un notevole progresso con riferimento al riconoscimento e al rispetto dei diritti delle donne nel Medio Oriente benché nella regione si registri tuttora un ritardo in termini di parità di > La conferenza ha inoltre deciso di creare un premio per l’imprenditorialità genere. Secondo quanto esposto nella Relazione annuale dell’UNDP sullo femminile, da conferirsi con cadenza biennale a iniziative imprenditoriali sviluppo umano nel mondo arabo del 2005 (una nuova relazione per il significative avviate da donne nell’area MENA. I relativi costi saranno 2008 è in fase di elaborazione e si concentra sulla tematica della sicurezza sostenuti dalla Grecia. dei cittadini), ciò costituisce uno dei principali ostacoli allo sviluppo sociale, > La Conferenza ha inoltre previsto un programma di tirocinio destinato a giovani donne dell’area MENA presso imprese pubbliche e private al di fuori dalla regione stessa. I primi due programmi di tirocinio saranno messi a disposizione dalla Grecia. Per ulteriori informazioni sugli impegni di Lagonisi, consultare: http://www.mfa.gr/www.mfa.gr/Articles/el-GR/030608_M1933.htm economico e politico dell’area. Sebbene i movimenti moderati abbiano registrato uno sviluppo sensibile negli ultimi 50 anni e benché le loro posizioni sulle principali questioni sociali siano profondamente mutate, essi non sono ancora riusciti a neutralizzare le influenze della stabilità sociale nei paesi arabi su diverse questioni sociali, quali ad esempio quella dei diritti delle donne. Gli sviluppi più significativi nell’ambito dei diritti delle donne nel Medio Oriente e nell’Africa settentrionale (MENA) si sono avuti nel settore del riconoscimento dei diritti legittimi. In particolare, tutti i paesi partner (ad 11. http://web.worldbank.org/WBSITE/EXTERNAL/COUNTRIES/MENAEXT/EXTMNAR EGTOPGENDER/0,,menuPK:493339~pagePK:34004175~piPK:34004435~theSiteP K:493333,00.html 12. http://www.arab-hdr.org/contents/index.asp?rid=1 Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso > Oltre alla discussione, durante la conferenza di Atene si sono tenuti 147 dimostrata dai datori di lavoro per la forza lavoro maschile, una carenza Convenzione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le generalizzata di posti di lavoro, la discriminazione riguardante condizioni donne. Tuttavia, essi hanno espresso delle riserve, che in alcuni casi appaiono di lavoro e retribuzione e una legislazione che discrimina le donne. Anche ingiustificate, riguardo a diverse disposizioni che, in definitiva, influiscono tra i paesi di una stessa regione esistono notevoli differenze: in Algeria, ad sul livello di protezione garantito. Infatti, alcuni articoli, tra i quali l’articolo esempio, si è registrata una drastica riduzione del tasso di disoccupazione 2 (principio dell’eguaglianza tra uomo e donna), l’articolo 9 (discriminazione femminile (durante il periodo 2001-2004, la disoccupazione femminile si è in materia di cittadinanza dei figli) e l’articolo 16 (discriminazione nelle ridotta del 13%, a fronte di un dato per la popolazione maschile del 9,5%) questioni relative al matrimonio e ai rapporti familiari) sono stati respinti, mentre in Marocco la partecipazione femminile al mercato del lavoro si è parzialmente o totalmente, poiché risultano essere contrari alla legge ulteriormente ridotta. Inoltre, si può inoltre registrare un basso grado di islamica (Sharia). Tuttavia, molti paesi (tra i quali Tunisia, Marocco, Egitto, partecipazione femminile nei settori economici diversi da quello agricolo, Algeria e Giordania) hanno riconosciuto legalmente la parità di genere, con una percentuale in tali settori di quasi il 20%, ad eccezione dell’Algeria approvando delle leggi che riconoscono lo status sociale delle donne nonché e dell’Egitto, a dimostrazione dell’impossibilità di un accesso equo delle norme di diritto di famiglia riguardanti, tra l’altro, il divorzio, la nazionalità donne all’economia formale. Nei casi in cui le donne lavorano in un settore dei figli. In questo ambito i paesi del Maghreb hanno registrato notevoli diverso da quello agricolo, esse operano di norma nel settore dei servizi, progressi. Inoltre, i legislatori hanno compiuto notevoli sforzi per eliminare caratterizzato da retribuzioni molto basse. Si ritiene che attraverso la le forme discriminatorie previste dal diritto penale, sebbene essi abbiano promozione della partecipazione femminile al mercato del lavoro e alla riguardato casi concreti e i loro risultati siano frammentari. Nonostante vita economica, il pregiudizio secondo il quale spetta all’uomo provvedere ciò, le legislazioni nazionali presentano tuttora problematiche riguardanti finanziariamente alla famiglia sarebbe superato e il reddito familiare temi quali matrimonio, divorzio, affidamento dei figli, nazionalità dei figli registrerebbe un aumento, portando a una riduzione dei livelli di povertà. (le donne coniugate con stranieri non possono generalmente trasmettere la propria nazionalità ai figli, ma si stanno registrando notevoli mutamenti a questo riguardo) o la protezione delle donne contro i delitti d’onore, la violenza e gli abusi sessuali. Nel settore dell’educazione, negli scorsi due decenni si è registrata una tendenza positiva, evidenziata in particolare da studi comparativi tra donne adulte e giovani. Gli investimenti in favore dell’educazione delle ragazze si sono rivelati molto proficui: la percentuale di iscrizioni da parte di ragazze Per quanto attiene alla partecipazione femminile alla vita economica, (confrontata con la percentuale corrispondente di ragazzi) alle scuole si è notato un aumento dal 28% registrato nel 2000 al 30% del 2004. Si primaria e secondaria è aumentata dall‘85% del 2000 al 92% del 2002. evince, infatti, che in alcuni casi le donne svolgono importanti attività Anche la percentuale di ragazze che ha portato a termine il proprio corso di imprenditoriali. Il 14,5% delle imprese è di proprietà di donne e un terzo di studi è aumentata (85% nel 2002), consentendo alle ragazze di occupare la esse rientra nella categoria delle “grandi imprese”. La percentuale registrata maggior parte delle posizioni di eccellenza, di affermarsi quali destinatarie nell’area MENA risulta maggiore rispetto al dato corrispondente in altre aree maggiormente ricettive degli interventi formativi e a registrare prestazioni del mondo. È opportuno sottolineare che le imprese di proprietà di donne scolastiche migliori rispetto ai ragazzi, numericamente più rappresentativi. impiegano in gran parte personale femminile e operano principalmente Tuttavia, le differenze persistono e nel mondo arabo si registra uno dei tassi nel settore alimentare (in Egitto) e nell’industria tessile (in Marocco e in di analfabetismo femminile più elevato, vicino al 50% della popolazione Siria). Tuttavia, si registra ancora un ritardo nell’area MENA rispetto ad femminile (a fronte di un terzo dei ragazzi), con una percentuale molto altre regioni, nelle quali questa percentuale è del 55%. Alla base della bassa di scolarizzazione, nonostante i risultati positivi registrati in alcuni Stati partecipazione generalmente limitata delle donne vi sono la preferenza arabi, in particolare nell’area del Golfo. Inoltre, si conferma la tradizionale Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso 148 eccezione, naturalmente, dell’Autorità palestinese) hanno sottoscritto la 149 partecipazione delle ragazze in determinati settori educativi, considerati più La percentuale di donne presenti nei parlamenti nazionali è aumentata dal “appropriati” alle ragazze, quali letteratura e scienze umane o sociali, per 4% registrato nel 2000 al 6% nel 2004. I migliori risultati si sono ottenuti le quali la richiesta del mercato del lavoro è decisamente limitata, benché in Tunisia, Giordania e Marocco, a seguito di nomine e dell’introduzione di l’opinione pubblica sembri sostenere la parità di accesso all’educazione e leggi sulle quote di presenza femminile. Per la prima volta, inoltre, sono state la capacità delle ragazze di scegliere il proprio settore di specializzazione nominate delle donne a ricoprire ruoli di governo e altre funzioni di alto nell’istruzione superiore. livello. A questo riguardo si sono particolarmente distinti Algeria, Libano, decisamente positiva e si sta procedendo nella medesima direzione. L’aspettativa di vita delle donne è aumentata da 68 anni nel 1997 a 70 anni nel 2003 e il tasso di fertilità si è ridotto durante il medesimo periodo da quattro figli nel 1997 a tre per donna nel 2003, come conseguenza dell’educazione e delle politiche di pianificazione familiare. Un numero maggiore di donne e ragazze può oggi accedere all’assistenza sanitaria. Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso Tuttavia, l’accesso alle prestazioni sociali e sanitarie è limitato per le donne che risiedono nelle aree rurali e la mortalità femminile è elevata a causa, soprattutto, dei matrimoni e delle gravidanze precoci. La mortalità Giordania e Siria. Tuttavia, la percentuale di donne deputate ai parlamenti degli Stati arabi rimane inferiore al 10% e si attesta tra i minimi al mondo. Esistono tuttora molti pregiudizi e vuoti giuridici che impediscono alle donne di partecipare concretamente alla vita politica e finché non saranno introdotte delle quote il progresso sarà alquanto lento. Inoltre, anche gli aumenti percentuali rilevati non riflettono alcun progresso costante nell’emancipazione femminile, in generale; al contrario, molto spesso essi riguardano le donne appartenenti alle classi elitarie, donne sostenute dallo Stato o donne nominate dai partiti al potere come operazioni «di facciata» per le politiche attuate. femminile raggiunge una media di 179 decessi per ogni 100 000 nascite. Le In materia di attività della società civile, un numero sempre maggiore di donne sono inoltre colpite dalle malattie croniche. Ciò non risulta essere organizzazioni e associazioni è stato istituito da donne che svolgono attività una conseguenza degli elementi sopra descritti, delle condizioni di vita o dei di grande rilevanza nella sensibilizzazione dei cittadini riguardo ai diritti fattori di rischio ma è riconducibile a stili di vita discriminatori nei confronti legittimi e di altra natura delle donne nonché nella sensibilizzazione delle delle donne. L’incidenza di HIV/AIDS è limitata nell’area (2003: 0,1% della donne stesse riguardo al loro stato di inferiorità e alla necessità di agire per popolazione di età compresa tra 15 e 49 anni) ma la malattia interessa in cambiare la situazione. Il profilo di tali organizzazioni è stato valorizzato particolare le ragazze, che rappresentano ora il 50% della popolazione attraverso il loro coinvolgimento diretto nella vita pubblica, anche mediante infetta dal virus dell’HIV nel mondo arabo, poiché è stato dimostrato dal il ricorso alla stampa indipendente, alle trasmissioni televisive via satellite, punto di vista medico che le donne e le ragazze sono molto più vulnerabili al alle riunioni private, alla partecipazione a campagne e, in particolare, a virus, in particolare nella fascia d’età 15 - 24. Infatti, dal 2001 si è registrato internet. In questo modo esse sono riuscite a attirare l’opinione pubblica un aumento, in particolare in Egitto e in Algeria. sulle norme che disciplinano la condizione sociale della donna inducendo Per quanto attiene alla partecipazione e alla rappresentata pubblica, sono stati compiuti notevoli progressi. La legislazione nazionale in molti Stati arabi garantisce i diritti politici delle donne e la parità con riferimento alla partecipazione elettorale e all’esercizio di cariche pubbliche. I sondaggi mostrano come l’opinione pubblica sostenga il diritto delle gli Stati arabi a migliorare il diritto di famiglia, con particolare attenzione ai temi legati al matrimonio e al divorzio. Un importante ostacolo alla loro attività è rappresentato dal fatto che la legislazione in molti Stati arabi nega la partecipazione di tali organizzazioni alle questioni politiche, sostenendo che la politica è indipendente dall’operato della società civile e dalle attività private di carattere sociale e di solidarietà. Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso In materia di salute, nello scorso ventennio si è registrata una tendenza donne a partecipare alla vita pubblica e a ricoprire cariche esecutive. 150 151 In conclusione, con riferimento alla correlazione tra discriminazione razziale e povertà, in particolare nell’area MENA, si è notato che la discriminazione razziale influenza nella medesima misura sia le donne delle classi sociali basse che quelle delle classi medio-alte. Le donne povere risultano tuttavia essere particolarmente vulnerabili. I nuclei familiari sostenuti da donne sono meno numerosi rispetto ad altre regioni e più vulnerabili alla povertà. I fattori che influenzano i livelli di povertà di tali nuclei familiari comprendono l’area di residenza, la situazione familiare e il numero di figli. Inoltre, gli studi sottolineano la presenza di discriminazione all’interno di tali nuclei familiari (es. in Egitto, Algeria, Giordania, Marocco e Tunisia), posto che il basso reddito si ripercuote in primo luogo sulle possibilità di accedere all’educazione, alle prestazioni sanitarie e all’occupazione da parte delle donne e delle ragazze della famiglia. Cionondimeno, le donne e gli altri membri della famiglia sembrano partecipare in misura maggiore Le donne regione euro-mediterranea: pilastri del progresso al mercato del lavoro nei casi in cui essi provengono da nuclei familiari 152 disagiati sostenuti da donne rispetto a quelli nelle medesime condizioni condotti da uomini. In conclusione, malgrado l’uguaglianza tra i sessi sancita dal diritto internazionale e le capacità dimostrate dalle donne in vari settori dell’attività umana, come quelli letterario e artistico (es. cinema), nelle scienze sociali, nelle discipline sportive e nell’imprenditorialità, e nonostante il loro contribuito alle famiglie e alle società, le donne nell’area MENA continuano a incontrare ostacoli, sia nella vita pubblica che in quella privata. È pertanto necessario che l’UE prosegua nella propria attività di sostegno alla sensibilizzazione al fine di superare i pregiudizi nei paesi partner. Gruppo del Partito Popolare Europeo (Democratico-cristiano) e Democratici Europei al Parlamento europeo Pubblicato da: Gruppo del PPE-DE al Parlamento europeo Editore: Servizio Presidenza - Pubblicazioni Coordinamento: Angela Kaladjis [email protected] Indirizzo: Parlamento europeo Gruppo del PPE-DE, 60 rue Wiertz, 1047 Bruxelles, Belgio Internet : www.epp-ed.eu