Gildo Pellizzari e Antonio Busatto Una ricerca da consegnare alle future generazioni e soprattutto ai giovani resa possibile e realizzata grazie alla collaborazione di tante persone della Comunità di San Zenone degli Ezzelini e non solo per un giusto riconoscimento ai coraggiosi concittadini degli anni ’40 UNA “STORIA” DI SOLIDARIETA’ 1943… il cristiano impegno di Mons. Oddo Stocco e della sua Comunità di San Zenone degli Ezzelini per salvare la vita ai fratelli di fede ebraica e successivamente anche ai loro persecutori San Zenone degli Ezzelini, 13 novembre 2007 Il sottoscritto parroco don Amedeo Scquizzato, da 34 anni parroco di S. Zenone, fin dall’inizio del mio mandato a parroco di S. Zenone, venivo continuamente informato dell’opera di assistenza caritativa di mons. Oddo Stocco mio predecessore, per la difficile situazione di povertà causa la seconda guerra mondiale. Cercava viveri, polenta e frumento, per le famiglie povere e per salvare gli ebrei, aveva una catena di persone, perché i ricercati ebrei avessero un posto sicuro dalle mani della Gestapo tedesca. Posso dire che non c’era una famiglia che non avesse un nascondiglio per questi fratelli Ebrei. E come qui a S. Zenone anche in tantissime altre parrocchie, per esempio la mia di Piombino Dese, pur in territorio di guerra, le parrocchie con dei parrocchiani sensibili, e rischiando, la loro vita, salvarono questi nascosti dalla persecuzione tedesca. A mio semplice parere, mons. Oddo Stocco si merita l’iscrizione tra i “Giusti”. In fede Don Amedeo Scquizzato San Zenone degli Ezzelini, 15 novembre 2007 Con grande piacere intervengo a sostegno della ricerca qui sinteticamente riportata per presentare l’opera di solidarietà voluta e realizzata da don Oddo Stocco e dalla comunità di San Zenone degli Ezzelini degli anni ’40 a favore di persone di fede ebraica. L’impegno profuso per questo lavoro è stato attento e costante e ha portato ad individuare un consistente numero di persone “salvate” e la totalità delle famiglie che hanno offerto loro un “sicuro” rifugio. Come per ogni ricerca non saranno mancati momenti di difficoltà, ma mi pare che il risultato ottenuto possa essere considerato di notevole interesse umano e storico. I nostri concittadini degli anni’ 40 meritano la riconoscenza di tutti noi per aver evitato, a fratelli di fede ebraica, di incorrere nella condanna di internamento nei campi di sterminio nazisti e per i collegati rischi dalle conseguenze inimmaginabili che hanno saputo accollarsi. Questo lavoro di ricerca è molto positivo sia per l’apporto di contenuti valoriali da proporre ai nostri giovani e alla Comunità globalmente intesa, sia per la comunicazione storica che va a consegnare alle future generazioni. Auspico che le valorose persone che ci hanno preceduto possano essere annoverate tra i “Giusti” di Israele e d’Italia. Desidero infine rivolgere un sentito ringraziamento e un pensiero di commossa gratitudine ai due coordinatori del progetto e ai discendenti di quelle meritorie famiglie che, molto generosamente, si sono impegnati per far rivivere quelle eroiche gesta. Il Sindaco Speranza Marostica 2 Un impegno teso ad ottenere un pubblico riconoscimento: annovero tra i “Giusti” di un Pastore e della sua Comunità “I Giusti, secondo quanto messo in rilievo dal museo dell’Olocausto di Gerusalemme (lo Yad Vashem), sono quegli uomini che hanno saputo individuare il male e hanno rischiato la loro vita per salvare delle altre vite minacciate da un progetto totalizzante di tipo politico, sociale o religioso.” Qualche anno fa, mentre stavamo conducendo delle ricerche per ricomporre le tessere del mosaico che hanno contrassegnato in modo significativo la vita del grande sacerdote e pastore Mons. Oddo Stocco, iniziò a farsi strada in noi l’idea di condurre uno specifico studio sulla tessera: “solidarietà verso i fratelli di fede ebraica”. Terminata tale ricerca, a ferro ancora caldo, ci siamo quindi impegnati in questo secondo sforzo, consapevoli che si doveva iniziare con il diffondere con ogni mezzo il nostro intendimento e facendo appello a tutti coloro che ricordavano qualcosa o che avevano un qualche documento. E’ stato un lavoro impegnativo con momenti di entusiasmo alternati a momenti di sconforto. A volte riponevamo fiduciose speranze su alcune “voci” che al momento della verifica si rivelavano però di scarso valore o addirittura infondate. Sin dall’inizio l’obiettivo è stato quello di riuscire ad individuare circa una cinquantina di persone di fede ebraica, dando loro un nome e cognome, e le famiglie di San Zenone che, con il loro parroco don Oddo Stocco, si erano impegnate ad ospitarle, mettendo a repentaglio la loro stessa vita. Oggi si può dire che l’obiettivo è stato in buona parte raggiunto. Sono infatti trascorsi oltre sessant’anni da quei difficilissimi anni (1943 – 1945), un tempo assai lungo per conservare un ricordo fatto di nomi, angoscie, fatti e speranze in un tempo migliore. E a questa difficoltà va aggiunto il fatto che purtroppo non si possono trovare documenti che certifichino determinati fatti in quanto la totale segretezza impediva non solo di scrivere, ma addirittura di farne menzione a parenti e amici. Il risultato di questa ricerca è riportato alla fine del presente fascicolo e può qui essere così riassunto: . 27 le persone individuate con nome e cognome (4 pers. - parte di famiglia ospitata fuori Comune) . 4 le persone individuate solo per nome . 2 le persone individuate solo per cognome . 15 le persone delle cui generalità si è persa la memoria . 20 le famiglie ospitanti. In totale le persone che hanno trovato rifugio e salvezza sono state 48 I numeri possono sembrare modesti specialmente se riferiti a fatti di ben altra rilevanza storica, che hanno visto coinvolte persone già riconosciute come “Giusti” (vedi Giorgio Perlasca che riuscì a salvare migliaia di Ebrei). Dobbiamo però tener presente che in questo caso ci troviamo di fronte a un parroco e a una piccola comunità di un povero paese della pedemontana del trevigiano, pressoché privi di mezzi di sopravvivenza, ma armati di coraggio e amore verso un prossimo che chiedeva un aiuto estremo. Un risultato comunque è stato ottenuto in quanto si è fatta luce su un fatto molto importante e lo si è messo “nero su bianco” a futura memoria. Nel corso del 2008, anno del 50° anniversario dalla morte del parroco Oddo Stocco, procederemo a una pubblicazione che raccolga tutto il materiale ancora disponibile: testimonianze, documenti e foto. Un particolare ringraziamento va indirizzato al Presidente sig.ra Antonia Martinello e agli Associati del locale CIF, ente che ogni anno organizza a San Zenone degli Ezzelini la “Giornata della Memoria” e alle tante persone che hanno voluto apportare un loro indispensabile contributo all’iniziativa. Un pensiero di riconoscenza a: dott. Giovanni Colbertaldo, prof. Davide Geronazzo, prof. Mariano Montagnin, prof. don Pier Luigi Boracco, Franca Bonvino, prof. Giovanni Ranieri Fascetti, Luciana Pellizzoni Marconi, Angelo Zamboni 3 Comune di San Zenone degli Ezzelini Cenni Storici Testo tratto dal sito Internet del Comune Breve Descrizione Situato nella pianura ad ovest di Asolo lungo la statale n. 248, S. Zenone degli Ezzelini si estende su una superficie di circa 20 kmq tra rilievi collinari, piccole valli ed aree pianeggianti. II suo territorio fu abitato in tempi remoti, come attestano numerosi reperti archeologici appartenenti a diverse epoche preistoriche e storiche. Parte della marca trevigiana, dal sec. X il territorio di S. Zenone appartenne ai vescovi di Treviso ed alla fine del XII sec. divenne possesso di Ezzelino da Romano il Monaco, che lo trasmise nel 1223 al figlio Ezzelino III detto il Tiranno. Questi, a causa della sua politica espansionistica, ebbe molti nemici e nel 1259 fu sconfitto e ferito a morte; il fratello Alberico, suo alleato, si rifugiò nel castello di San Zenone dove, dopo aver subìto 1'assedio di una lega di feudatari, venne trucidato con tutta la famiglia. Dell'antico castello, ricostruito e nuovamente distrutto, rimane la torre, simbolo del paese. Nei pressi della torre sorge l'ottocentesco Santuario della Madonna del Monte (meglio conosciuto come "Chiesetta Rossa") dal cui colle si gode di un incantevole panorama. Una pala di Jacopo da Ponte, un crocifisso ligneo rinascimentale, statue dello scultore sanzenonese Francesco Rebesco ed affreschi del pittore Noè Bordignon adornano la chiesa parrocchiale di S. Zenone. Del patrimonio architettonico di S. Zenone risalgono al cinquecento la villa Tedesco e la villa Vignola, rimaneggiata nel settecento come la villa di Rovero, che è collocata al centro del paese di fronte al Municipio, mentre il località Sopracastello si può ammirare 1'esterno di villa Rubelli. Villa Rovero Con una popolazione di poco più di settemila abitanti, San Zenone vanta 1'attività di più di 400 ditte nel proprio territorio, a conferma di una vitalità economica in continua evoluzione, concentrata inizialmente nei settori manifatturiero, metalmeccanico, ed artigianale (ceramiche a mobili in stile) ma con un occhio di riguardo anche per il commercio ed il turismo. Più di cinquanta associazioni operanti negli ambiti sportivo, sociale, ricreativo e culturale contribuiscono inoltre a rendere particolarmente ricco il calendario delle manifestazioni ed appuntamenti di folclore locale. Gli Ezzelini Re Zalín, forma locale per indicare Ezzelino il Tiranno (1194-1259) è il personaggio che identifica tutta la famiglia, nota ai piú come i Da Romano, presente per circa tre secoli in territorio asolano, infeudata dall'imperatore dei castelli di Onara e di Romano. Nel 1223, Ezzelino il Monaco spartisce i suoi beni tra i figli Alberico ed Ezzelino il Tiranno. Il castello di S. Zenone venne assegnato ad Ezzelino. Da S. Zenone dipendevano i beni familiari ubicati in Liedolo, Crespano, Bessica, Pietrafosca, Loria, Ramon, Spineda di Ríese, Pagnano, Medolo, Oderzo, Fontanelle, Valdobbiadene, Godego, Castion, S. Martino di Lupari e tutto quanto sta a mattina del torrente Cismon, coi beni nel Feltrino e a Fonzaso, in Belluno e a Lentiai (Cesana), incluse le avogarie per conto del vescovo di Belluno, del Patriarca di Aquileia e del Monastero del Pero (Monastier). Da qui, Ezzelino farà splendere la sua stella di abile stratega che lo vedranno impegnato contro i nobili di 4 casa Camposampiero, Estensi, Sambonifacio e poi dominatore delle città del Veneto come Padova, Vicenza, Verona, Treviso, Belluno, Trento, con sconfinamento nella Lombardia, dove occupò Brescia. Divenne cosí il principale ghibellino dell'Alta Italia, ossia il vicario dell'imperatore Federico II, ma anche dopo la morte di questi continuò la sua politica, osteggiato dalla chiesa e da Venezia. Contro di lui fu indetta una crociata, ufficialmente perché non perseguiva gli eretici, ma praticamente perché era ghibellino. L'abbandono del lombardo Pelavicino dopo la conquista di Brescia, lo rese meno forte, tanto che nella marcia di avvicinamento a Milano, in favore di fuoriusciti milanesi, si scontrò ad un guado dell'Adda, dove fu ferito e fatto prigioniero. Tradotto a Soncino vi morì perché, come si racconta, si strappò le bende dalle ferite. Alberico, personaggio di taglia politica minore, pagò con la strage di S. Zenone le colpe del fratello. Politicamente aveva fallito la sua grande occasione: il Papa, con varie bolle, lo aveva scelto come strumento per oscurare Ezzelino, ma Alberico capì troppo tardi il gioco e si riconciliò col fratello. Dopo le spartizioni dei beni, gli Ezzelini divennero sinonimo di diabolico e delle nefandezze commesse nel secolo XIII. Nacquero cosí fantasmi, storie atte a demonizzare, corredate da mille particolari. Nonostante ciò, sei secoli dopo, il primo consiglio comunale di S. Zenone italiana decideva di optare per 1' attributo degli Ezzelini, riabilitando di fatto la famosa famiglia. Ecelino il Balbo e lo stemma di San Zenone degli Ezzelini (*) (*) Stemma approvato il 18-12-1889. Il predicato Degli Ezzelini è stato deliberato dal consiglio comunale il 15-2-1867 e approvato con Regio Decreto 10-11-1867, n. 4098. Lo stemma di San Zenone degli Ezzelini è così descritto: "D'azzurro alla torre d'argento merlata alla ghibellina, cintata da capo e collo di struzzo d'argento, movente dalla torre, tenente col becco un ferro di cavallo dello stesso e crestato di rosso. Motto: "Finis Eccelinorum ". L’antica Pieve di San Zenone Tratto dal volume “PADOVA E IL PEDEMONTE DEL GRAPPA nei primi secoli cristiani” di Luigi Melchiori - 1969 Nel 1297 la pieve di San Zenone – plebes S. Zenonis – con la chiesa di Santa Maria Rossa – capella S. Marie Rosse -, che è l’antenata dell’odierno santuario sopra il colle degli Ezzelini del paese, rientra nella diocesi di Treviso. Si veda Rationes Decimarum … Venetiae, p. 95. La pieve di San Zenone – plebem Sancti Zenonis – figura già nel 1152 tra quelle confermate da papa Eugenio III al vescovo di Treviso Bonifacio. La bolla di conferma è pubblicata in F. UGHELLI, Italia Sacra, sive de Episcopis Italiae et insularum adiacentium, Venetiis 1717-22, V. coll. 521-522; recentemente è stata trascritta da A. Sartoretto, Antichi documenti del vescovado di Treviso dall’anno 905 all’anno 1199, studio paleografico-diplomatico, dattiloscritto presso l’autore in Treviso, 1963, pp. 86-90. Sul santuario del colle ezzeliniano, v. L. Pellizzari, Il santuario del Monte a S. Zenone degli Ezzelini, Longo e Coppelli, Treviso 1960. La Chiesa Parrocchiale Tratto dal volume “LA PIEVE di S. Zenone degli Ezzelini” di D. Carlo Innocenzo Bernardi (1921) e ripreso nel volume dei Pellizzari Nel 1765 l’avvocato curiale, contro il parroco don Piloni, affermava che la popolazione desiderava l’edificazione di una nuova chiesa. Il fatto che diede la spinta definitiva e portò alla concretizzazione del progetto avvenne nel 1855; infatti in quell’anno tante furono le vittime del colera che i parrocchiani di S. Zenone fecero voto solenne di costruire la nuova chiesa e nel 1860 iniziarono i lavori. La festa patronale viene celebrata il 9 dicembre, giorno di ordinazione a Vescovo di San Zenone. 5 San Zenone degli Ezzelini Informazioni flash tratte dai siti Internet Wikipedia e Tragol Abitanti al 30 settembre 2007 n. 7.284 Evoluzione demografica Altitudine ed estensione 117 mt, 19,97 kmq Collocazione A nord-ovest della Marca trevigiana, all'ultima propaggine dei colli Asolani, ai confini con la provincia di Vicenza. Frazioni Boschier, Ca' Rainati, Comunella, Liedolo, Sopracastello, Vollone Luoghi da visitare Lungo la strada che porta verso il massiccio del Monte Grappa si può vedere la Torre degli Ezzelini, e sulla stessa collina dal santuario della Madonna del Monte si può ammirare il panorama della pedemontana e dei colli Asolani. Nel centro del paese, la Villa di Rovero ('600) spicca alla fine di una lunga scalinata. Appuntamenti Ogni seconda domenica del mese, la "Mostra Mercato di Cose Usate e d'Altri Tempi" Prima domenica di agosto, rievocazione "Ricordo dell'Eccidio degli Ezzelini", presso il colle su cui si erge la Torre dell’antico castello 3 gennaio, San Daniele a Liedolo 11 febbraio, Beata Vergine di Lourdes, a Ca' Rainati 25 aprile, San Marco, a Roggio 16 luglio, Beata Vergine del Carmine, a Sopracastello 4 ottobre, S.Francesco d'Assisi a Ca' Rainati 21 novembre, Madonna della Salute a Sopracastello 9 dicembre, San Zenone - festa patronale 6 Flash sulla popolazione residente - ISTAT: Censimento 1951 (4 novembre 1951) Altitudine s.l.m. mt. 244/79 Superfice territoriale pari a Kmq 19,97 Popolazione residente fino a 6 anni da 6 a 14 da 14 a 21 da 21 a 55 da 55 a 65 da 65 in poi Totale Maschi 310 424 322 933 151 156 2296 Femmine 276 438 310 993 186 176 2379 Totale 586 862 632 1926 337 332 4675 Titolo di studio dai 6 anni Laurea in poi Maschi 6 Femmine Scuola media superiore Scuola media inferiore Scuola elementare Privi di titolo Analfabeti 52 36 1445 355 92 1986 21 16 1574 385 107 2103 586 586 Minori di 6 anni Totale Totale 6 73 52 3019 740 785 4675 0,15% 1,79% 1,27% 73,83% 18,10% 4,87% 4089 Attività economica dai 10 anni Agricoltura Industria in poi Artigianato e Servizi In attesa di prima occupaz. Non attiva Cure domestiche e minori Totale Maschi 1077 208 168 17 301 - 1771 Femmine 524 57 102 14 176 1017 1890 1014 1014 Minori di 10 anni Totale Conduttori coltivatori e altri lavoratori in proprio Coadiuvanti di indipendenti 1601 265 270 31 477 2031 4675 43,73% 7,24% 7,38% 0,85% 13,03% 27,78% 3661 484 1032 Il calcolo delle percentuali non tiene conto del numero dei minori. 7 Flash sulla popolazione residente - ISTAT: Censimento 1936 (21 aprile 1936) Altitudine s.l.m. mt. 117 Superfice territoriale pari a Kmq 19,97 Popolazione residente nel Comune Maschi 2197 48,82% Femmine 2303 51,18% Totale 4500 100,00% Popolazione presente nel Comune Maschi 2069 47,60% Femmine 2278 52,40% Totale 4347 100,00% Titolo di studio (dati non disponibili) Attività economica dei presenti dai 10 anni Agricoltura Industria in poi Maschi e Femmine Totale Artigianato e Servizi Non attiva Economia domestica Totale 1586 154 121 2468 18 4347 1586 154 121 2468 18 4347 84,41% 8,20% 6,44% - 0,96% 1879 8 Alcune immagini dell’amena cittadina pedemontana La chiesa di San Zenone, fu costruita dopo una epidemia tra il 1860 e 1870, affrescata da Noè Bordignon, ospita statue del Benvenuti e del Rebesco Il palazzo del Comune e la Torre degli Ezzelini Villa dei Conti di Rovero del ‘600 9 ELENCO DELLE PERSONE DI FEDE EBRAICA CHE TROVARONO RIFUGIO, OSPITALITÀ E SALVEZZA A SAN ZENONE DEGLI EZZELINI (TV), PRESSO LA CASA CANONICA E MOLTE FAMIGLIE DELLA COMUNITÀ SANZENONESE, AD OPERA DEL PARROCO MONS. ODDO STOCCO FRANCO RENZO FRANCO GIORGIO di Venezia di Venezia padre - medico figlio presso la famiglia dott. Paolo Canal e Bianca Paccanoni - testimoni i figli Francesco e Nicola I due uomini erano aiutati dai Padri del Collegio Cavanis di Possagno (TV) e il loro nascondiglio si trovava in Fietta, ma quel luogo era considerato non più sicuro e quindi i Padri, amici di papà Paolo, gli affidarono la famigliola. Restarono chiusi in una stanza del primo piano della casa, dal Natale del 1944 alla Primavera del 1945, nel più assoluto segreto. Da quella stanza uscirono il giorno in cui transitò in paese la prima Jeep americana GESCHMAY HANS (Giovanni) * GESCHMAY HECHT ANNELIESE GESCHMAY HANNELORE ** ° GESCHMAY DOROTHEA ** GESCHMAY SILVIA ** ** marito - nome di copertura Luccio moglie - nome di copertura Luccio di Windsheim (D) di Windsheim (D) figlia maggiore - nome di copertura Luccio figlia - nome di copertura Luccio figlia - nome di copertura Luccio presso la famiglia Giuseppe Colbertaldo e Ida Mazzachiodi - testimone la nuora Nelda Busato. La Comunità Israelitica di Venezia con lettera del 24.10.1955 consegna alla signora Ida Mazzachiodi Colbertaldo la medaglia d’oro (*) Fondatore, nel 1935, della società “Feltrificio Veneto” di Porto Marghera (VE) (**) Ospitate presso l’Orfanotrofio delle Suore di Maria Bambina di Crespano del Grappa (TV) (°) La dottoressa (Hannelore) Anna Laura Geschmay Mevorach vive in provincia di Venezia, è Cavaliere del Lavoro, Presidente di varie società ed è definita una Yakirà del Keren Hayesod (Cara all’istituzione “Keren Hayesod”) GREIDINGER (GUIDO) GREIDINGER (ROMANO) (Rabbino) e vedovo RAKOWER SHLOMO (Stefano) poi coniugato con Dina … poi coniugato con Lina … trasferitosi in Israele trasferitosi prima in Brasile e poi a Sydney, dove risiede la vedova Lina trasferitosi a Ramat-Gan (Israele) presso la famiglia Alfonso Gazzola e Pierina Lessio - testimone la signora Pierina e la figlia Gabriella I tre uomini trascorrevano le ore del giorno nel sottoscala e solo la notte potevano uscire per ritirarsi in una camera. Per i momenti di maggior pericolo era stata svuotata e recuperata la vasca dei liquami sottostante alla concimaia e queste persone vi si infilavano e il coperchio veniva ricoperto con il letame HUBERMANN BORIS * HUBERMANN MAGGIONI … HUBERMANN ADA HUBERMANN LUISA marito - pittore - nome di copertura Bruno Maggioni di Odessa - Russia moglie figlia - nome di copertura Maggioni figlia - nome di copertura Maggioni presso l’albergo della famiglia Pietro Chemello e Meri Dal Bello - testimone dr. Carlo Laghi (*) Pittore che ha dipinto il quadro di Mons. Oddo Stocco, conservato nella quadreria della sacrestia di San Zenone degli Ezzelini (TV) e con molta probabilità anche quello esposto a Salzano (VE). E’ documentato che altre 10 sue opere, disegni e oli su tela, sono conservate a San Zenone, e un pastello e un disegno, iconografia di S. Girolamo Miani, sono conservati a Genova Nervi presso il Collegio Emiliani e a Somasca di Vercurago (LC). Bruno Maggioni (Boris Hubermann), durante il suo “soggiorno” a S. Zenone, ha anche insegnato Storia dell’Arte presso il Collegio Femminile delle Suore di Maria Bambina di Crespano del Grappa (TV) MAJER JOSIF MAJER LUNA MAJER REINA MAJER DZMILA marito - elettromeccanico moglie - modista figlia - corrisp.te lingue estere figlia - ceramista nato a Belgrado il nata a Belgrado il nata a Belgrado il nata a Belgrado il 17 febbraio 1899 9 settembre 1903 9 giugno 1926 22 febbraio 1929 presso la famiglia Bartolomeo Pietro Forner e Caterina Irene Pellizzari - testimone il figlio Francesco In questo caso l’azione è al femminile in quanto il marito Bartolomeo Pietro era emigrato in Germania La famiglia ebrea era nascosta nella casa natale, in quel periodo vuota, della signora Caterina Irene Pellizzari ROSETTI UGO ROSETTI ANNA marito moglie Presso la famiglia Andrea Zanandrea e Ida Vettorazzo - testimone la figlia Maria Per questa coppia la vita di rifugiati era un po’ più movimentata in quanto, data la mancanza di uno spazio per dormire in casa Zanandrea, per la notte dovevano trasferirsi presso la casa privata del parroco don Oddo Stocco SCHWABENITZ ARTUR SCHWABENITZ REBECCA BEM SCHWABENITZ ESTHER * marito - nome di copertura Tamino Arturo moglie - nome di copertura Tamino Elena figlia - nome di copertura Tamino Elsa di Benkovac - ex Jugoslavia di Benkovac - ex Jugoslavia di Benkovac - ex Jugoslavia presso la famiglia Antonio Chiappin e Luigia Colbertaldo - testimone il figlio Sebastiano La famiglia ha usufruito del rifugio dalla Primavera 1944 al Maggio 1945. I Chiappin avevano messo a loro disposizione due stanze, una come camera e l’altra come cucina e con gli aiuti del parroco e della famiglia ospitante i Bem erano autonomi nella preparazione dei cibi. (*) La dottoressa Esther Schwabenitz Bem, coniugata con Mirko Bem, oggi vive a Toronto (Canada) e presta la sua attività presso l’Holocaust Centre of Toronto. Un articolo dal titolo “Noi ebree salvate da italiani” pubblicato sul “ Corriere Canadese” del 10 novembre 2005 e Internet forniscono un’ampia documentazione sulla sua storia TAJTACAKOVIC ZIOKO TAJTACAKOVIC RASELA TAJTACAKOVIC AZENTILA TAJTACAKOVIC ADJELKO nato a Belgrado il nata a Gabbai-Belgrado il nata a Belgrado il nata a Belgrado il 26 giugno 1904 15 dicembre 1906 11 maggio 1932 4 gennaio 1936 presso la famiglia Bartolomeo Pietro Forner e Caterina Irene Pellizzari - testimone il figlio Francesco Seconda famiglia ospitata, assieme ai Majer, nascosta nella casa natale, in quel periodo vuota, della signora Caterina Irene Pellizzari. L’azione è sempre al femminile in quanto il marito Bartolomeo Pietro era emigrato in Germania ROSETTI (…) ROSETTI (…) marito - maestro di musica moglie presso la famiglia Luigi Pandolce e Cesira Tosin - testimone il figlio Claudio La casa dei Pandolce non disponeva di uno spazio per far dormire la coppia ospite e quindi i due Rosetti dovettero adattarsi per tutto il tempo di permanenza a S. Zenone a dormire nel fienile 11 (…) ALBERT (…) ESTHER marito moglie - pianista provenienti dalla Germania si trasferirono in Israele provenienti dalla Germania si trasferirono in Israele Presso la famiglia Gaetano Tedesco e Remigia Bordignon - testimone il figlio Luigi (…) (…) (…) NOME DI CUI SI È PERSA LA MEMORIA NOME DI CUI SI È PERSA LA MEMORIA (VINCENZINA) marito moglie figlia presso la famiglia Antonio Tonelloto e Anna Artuso - testimoni il nipote Adriano Guglielmin e Paola Gazzola La famiglia era identificabile come “piccoli imprenditori del tessile”, amica degli Eger di Mussolente (VI) e di Noale (VE). Alla fine del conflitto si trasferirono a Possagno (TV), poi a Bassano del Grappa e, in seguito, si sono perse le tracce. La signora Paola ricorda altresì che un giorno per spostare queste persone nell’ambito del paese fu utilizzato un carro e loro furono fatti stendere e ricoperti di foglie (…) (…) (VINCENZO) NOME DI CUI SI È PERSA LA MEMORIA signore quarantenne “ “ presso la famiglia Pietro Giovanni Artuso e Maria Maddalena Bravo - testimone la cugina Suor Francesca Artuso – Suore S. Dorotea (Padova) Suor Francesca, allora bambina, ricorda che era comandata a giocare vicino al cancello con il compito di cantare “Quel mazzolin di fiori” se vedeva qualche persona sospetta e che a mezzogiorno era lei che doveva portare il misero pranzo ai due uomini nascosti o nel campo di granoturco o nella buca/caverna nel campo dell’erba medica. Per la notte era stata attrezzata una stanza piuttosto nascosta. Con le due persone di fede ebraica erano ospitate, però alla luce del sole, anche due sorelle sfollate da Santa Bona di Treviso (…) (…) NOME DI CUI SI È PERSA LA MEMORIA NOME DI CUI SI È PERSA LA MEMORIA marito moglie presso la famiglia Cav. Andrea Filippo Favero e Anna Bruffoni - testimone sig.ra Rita Pellizzer Il sig. Mario Favero, che negli anni 1943-1945 prestava i suoi servizi presso i signori Facco di Onè di Fonte, ricorda che ogni giorno verso le 11.30 quei signori gli affidavano un cesto con del cibo da portare alle due persone ospitate dalla signora Anna Bruffoni (…) (…) NOME DI CUI SI È PERSA LA MEMORIA NOME DI CUI SI È PERSA LA MEMORIA marito moglie presso la famiglia Luigi Tasinazzo e Maria Gazzola - testimoni i figli Stefano e Can. don Giovanni Alla coppia era stata assegnata una particolare stanza, dove trascorrere giorno e notte, che aveva una seconda porta che immetteva nel fienile, una rapida via di fuga per nascondersi sotto il fieno nei momenti di grande pericolo Il rapporto con queste due persone fu sempre molto difficile perché non parlavano e non capivano una parola della lingua italiana; forse erano di nazionalità tedesca. (…) (…) NOME DI CUI SI È PERSA LA MEMORIA NOME DI CUI SI È PERSA LA MEMORIA marito - banchiere moglie presso la Casa Canonica del parroco don Oddo Stocco - testimone avv. Andrea Andreatta Fratel Giovanni Battista Andreatta di Cinisello Balsamo (MI) ritiene che nella Casa Canonica, tra il 1943 e il 1945, siano state ospitate anche altre persone. L’Andreatta ricorda che un giorno le SS, dopo un rastrellamento effettuato alle porte della chiesa di tutti i giovani renitenti alle armi, si presentarono in canonica e mentre il banchiere ebbe la prontezza di correre al nascondiglio 12 sua moglie andò addirittura ad aprire la porta e solo la prontezza dell’allora giovane seminarista (Andreatta), che la qualificò come sorella del parroco, la salvò (…) (…) NOME DI CUI SI È PERSA LA MEMORIA NOME DI CUI SI È PERSA LA MEMORIA sorelle di Trieste “ “ “ presso la casa privata del parroco don Oddo Stocco - testimone sig.ra Mary Zonta La sig.ra Mary Zonta racconta che le due sorelle di Trieste si impegnarono, una come perpetua e l’altra, valente magliaia, come insegnante di maglieria. (…) NOME DI CUI SI È PERSA LA MEMORIA presso la famiglia Giovanni Cremasco e Caterina Pellizzari - testimone il nipote Leopoldo Il nipote ricorda che il nonno gli raccontava che quella persona era molto informata sull’andamento della guerra perché possedeva e ascoltava una radio. Tra i ricordi del nonno c’era anche una nota che metteva un brivido di paura in quanto il rifugiato deteneva una pistola (…) NOME DI CUI SI È PERSA LA MEMORIA presso la famiglia Edoardo Gazzola e Aurelia Paola Mazzaro - testimone sig.ra Paola Gazzola (…) NOME DI CUI SI È PERSA LA MEMORIA presso la famiglia Isidoro Martini e Onorina Bergamin - testimone la figlia Rosa La signora Rosa ricorda ancora il severo divieto impostole dal Padre di entrare nella stanza dell’ospite al fine di tenerla completamente all’oscuro del fatto in modo da evitare qualsiasi involontaria fuoruscita di notizie (…) NOME DI CUI SI È PERSA LA MEMORIA presso la famiglia Giovanni Battagin e Angelina Bennacchio - testimone il cugino Giovanni Battista Battagin. Giovanni Battista Battagin, oggi 92 enne, è residente a Lebec – California (USA) Nel corso degli anni 1943 1945 furono emessi un NUNERO IMPRECISATO DI DOCUMENTI DI IDENTITÀ ECC. FALSI, con nomi per lo più suggeriti dal parroco don Oddo Stocco presso il municipio ad opera di don Oddo Stocco (parroco), rag. Italo Laghi (segretario comunale) e sig. Gaspare Zonta (usciere comunale). Ricordo della sig.ra Mary Zonta In questo caso le famiglie chiamate a rispondere del “malfatto” sarebbero state: Italo Laghi e Livia Alessandretti Gaspare Zonta e Lucilda Battistello MONS. PIETRO VANGELISTA, direttore dell’Opera Diocesana Pellegrinaggi di Treviso ricorda che in quegli anni (1943-45) don Oddo Stocco spesso lo incaricava di portare generi di conforto: alimenti ecc. in vari posti dove erano nascoste persone di fede ebraica e non. 13 L’INSEGNANTE GEMMA TERESA FAVERO SCOTTON, originaria di San Zenone, presidente del Club Femminile presso l’“Italian Cultural Centre Society” di Vancouver, come tante altre persone, ha confermato la grande opera di carità di don Oddo Stocco e della sua Comunità in favore di Ebrei e, a fine conflitto, anche di Partigiani. Note Il lavoro di ricerca sui fatti accaduti continua Don Giuseppe Ceccon, cappellano di San Zenone, in un suo manoscritto del 17 gennaio 1946 fa menzione, senza elencare nessun nome, di 34 Ebrei salvati dai campi di sterminio nazisti da don Oddo Stocco e dalla sua Comunità. Dalla nostra ricerca sembra emergere che l’arciprete don Oddo Stocco in questo suo operare senza limiti aveva due obiettivi: salvare vite umane e, possibilmente, convertirle alla fede cattolica. In una lettera pubblicata si legge: “Sfidò le più severe sanzioni e in Canonica e presso le generose famiglie ricoverò un rilevante numero di perseguitati. Ma la sua anima di Apostolo mirava più in alto. Con l’assistenza trasfondere la Fede. Diversi infatti furono i battezzati (E. Chemello)”: A QUESTO OPUSCOLO CON L’ELENCO DI PERSONE DI FEDE EBRAICA, SALVATE DAI CAMPI DI STERMINIO, E DI FAMIGLIE CHE HANNO DATO LORO RIFUGIO, DOVREBBE FAR SEGUITO UNA PUBBLICAZIONE CHE RIPORTA TUTTO IL MATERIALE GIA’ RACCOLTO. IN TALE PUBBLICAZIONE TROVERANNO OSPITALITA’ ANCHE LE AZIONI, ANNUNCIATE NEL SOTTOTITOLO DI COPERTINA, CHE IL PARROCO ODDO STOCCO E LA SUA COMUNITA’ HANNO SAPUTO METTERE IN CAMPO PER SALVARE LA VITA AI PERSECUTORI E, ANCORA, PER SALVARE, DALLA FURIA INCENDIARIA NAZI-FASCISTA, BENI COME LA CASA DI TALUNE FAMIGLIE SANZENONESI. IL DOCUMENTO AVRA’ UN’UGUALE COPERTINA E DOBREBBE ESSERE PUBBLICATO NEL CORSO DEL 2008. UN ANNO PER NOI MOLTO SIGNIFICATIVO IN QUANTO RICORRE IL 50° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DELLO STOCCO, IL SACERDOTE, IL PASTORE, IL MAESTRO CHE E’ STATO IL MOTORE DI QUESTA GRANDE AZIONE DI CARITA’ 14 … Siamo dei laici: padri di famiglia, insegnanti, operai, impiegati, industriali, artisti, commercianti, militari, uomini politici, agricoltori e così via; il nostro stato di vita ci fa non solo spettatori, ma necessariamente attori dei più vasti drammi umani …. (Giorgio La Pira – Le città sono vive). Nel 1950 Giorgio La Pira e Jules Isaac fondano a Firenze la prima “A.E.C. - Amicizia Ebraico Cristiana” in Italia San Zenone degli Ezzelini, 16 novembre 2007 15