InformaServola
MAGG
SPI-CGIL Sindacato Pensionati Italiani - Distretto Est - Lega di Servola - via di Servola, 29 - Trieste
[email protected]
IO 20
11
( 040830886
CONTRIBUTO VOLONTARIO
Al voto!
Due sono gli importanti appuntamenti
che ci attendono:
■ Le elezioni amministrative
■ Il referendum
Non manchiamo!
segue a pagina 2
Perché non possiamo
essere d’accordo
Da anni paghi una tassa
in più: quella sull’evasione!
La riforma della giustizia (o meglio, dei giudici) si colloca
in un quadro contrario alla Costituzione e alle regole dell’Unione Europea, nonché del buon senso. Infatti
Da anni paghi una tassa in più: quella sull’evasione!
La copertina del numero di dicembre del nostro notiziario era
dedicata all’evasione fiscale, a chi paga e chi no. Oggi vogliamo capire chi e come dovrebbe intervenire per far cessare questo scandalo nazionale.
Più loro evadono, più tu paghi.
Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate dovrebbero assolvere in prima persona al compito.
Ma, com’è evidente, il loro impegno non risolve il problema.
Allora, noi del sindacato, che rappresentiamo quelli che pagano tutto, sino all’ultimo centesimo, ci permettiamo di dire alla
politica che la lotta all’evasione deve essere condotta con
tutti i mezzi leciti; senza aver paura che gli evasori protestino
e alle prossime elezioni non ti votino.
Ricordiamo a tutti che una legge del 2005 (la 248 del 2.12.05)
e la successiva 133 del 6.08.08 riconoscono al Comune che, in
collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, abbia contribuito
all’accertamento dell’evasione di Irpef e similari, il 33% degli
importi effettivamente riscossi.
Ovviamente, per quanto riguarda le tasse di competenza comunale, quali quella sulla raccolta rifiuti e l’Ici, una lotta incisiva frutterebbe alle casse comunali il 100% dell’evaso. E
siccome sappiamo tutti (e i comuni lo confermano) che l’evasione è fortissima, cosa si aspetta a dare una decisa caccia ai
soliti furbetti? Muggia è partita, Trieste arranca … l’assessore
Ravidà denuncia un mancato introito, sulle due voci, che supera i 4 (quattro !) milioni di euro. Altrochè difficoltà di bilancio,
se questa caccia fosse realizzata con decisione e convinzione.
Cosa che noi chiediamo con forza, pretendendo anche che le
somme riscosse vadano a coprire quei tagli allo stato sociale
(sanità, assistenza, tariffe pubbliche, case Ater ecc. ecc.), che
mettono oggi in grande difficoltà proprio i pensionati e tutte
quelle persone che si trovano in situazione di disagio.
Come fare? Basta volere, i mezzi ci sono. Ne citiamo alcuni,
non sono tutti e su qualcuno potrà non esserci il consenso: se
ne può discutere, l’importante è comunque fare.
segue a pagina 2
■
Annulla una base della democrazia moderna: l’autonomia dei tre poteri fondamentali dello stato: legislativo,
esecutivo, giudiziario. Quello giudiziario viene posto
sotto un forte controllo dell’esecutivo. Il governo deciderà quale è il tipo di reato da perseguire.
Indovinello n° 1: quali reati indicherà il Berlusconi (se lo lasceremo governare ancora!): Corruzione, falsificazione di bilancio,
fondi neri, … oppure il furto di una mela o di una gallina?
■
La Polizia Giudiziaria, che sino ad oggi è a disposizione
dei magistrati inquirenti, passa agli ordini del governo.
Indovinello n° 2: sarà ancora incaricata di indagare nei casi, ad
esempio, in cui il reato possa esser stato commesso dal capo del
governo, da un ministro, da un loro amico?
■
Quanto sopra discende da una visione della democrazia:
chi è eletto dal popolo, è al di sopra della legge. Questo
contraddice la Costituzione: “tutti i cittadini sono eguali
di fronte alla legge”.
Indovinello n° 3: che sia questo il motivo per il quale Lui vuole
cambiare la Costituzione?
■
L’Unione Europea detta norme che garantiscono l’indipendenza della Magistratura, quindi il contrario della
proposta del nostro Governo.
Indovinello n° 4: Che sia questo il motivo per cui Lui è tanto
ostile ad un vero governo europeo, forte e autorevole?
■
Secondo la Costituzione, i magistrati hanno l’obbligo
di indagare a fronte di una denuncia e/o segnalazione.
Il governo punta a sopprimere questo fondamento, arrogandosi il diritto di decidere se una denuncia debba aver
corso o meno.
segue a pagina 2
Informa Servola
2
MAGGIO 2011
segue da pagina 1
Appello al voto
Nel rinnovare l’appello a non mancare
al voto, che invitiamo ad indirizzare a
quelle forze e a quei candidati che meglio sanno rappresentare gli interessi
collettivi, cioè quelli di tutti noi cittadini
e pensionati, ricordiamo anche che molti
sindacalisti della Cgil si sono candidati.
A loro riconosciamo particolare competenza, dedizione ed impegno nella difesa
dei diritti dei lavoratori e dei pensionati;
per questo vi invitiamo a sostenerli con
il vostro voto di preferenza.
La Segreteria dello Spi
del Distretto Est
Perché
non possiamo
essere d’accordo
segue da pagina 1
Indovinello n° 5: ripropone l’indovinello n°
1.
■
Si separano le carriere dei Pubblici
Ministeri (i PM, quelli che indagano
e istruiscono l’accusa) da quelle dei
Giudici. E’ il contrario delle richieste
dell’Unione Europea: la carriera deve
essere unica, perché il PM deve rappresentare l’interesse della collettività,
valutare le prove a carico e quelle a discarico dell’indagato, in funzione delle
indagini svolte da lui e dalla Polizia
Giudiziaria che oggi è ancora alle sue
dipendenze. Per il PM non deve essere
importante che l’indagato venga condannato (così come per l’avvocato,
uomo di parte, è importante che il suo
cliente venga assolto, a tutti i costi!),
ma che il colpevole venga condannato. E proprio per questi motivi è bene
che maturi ambedue le esperienze, di
giudice e di PM, per avere la massima
capacità di esercitare al meglio la sua
funzione.
Indovinello n° 6: togliendo al PM la possibilità di utilizzare la Polizia Giudiziaria, le
intercettazioni, altri strumenti di indagine, sottoponendoli al rischio di dover pagare di tasca
propria se il giudice non ritiene sufficienti le
prove di colpevolezza, ecc. si aumenta o si diminuisce la possibilità che un presunto colpevole di reato venga mandato a processo?
■
Indovinello n° 7: Sono tutte proposte
nell’interesse dei cittadini? O servono a
Lui, ai suoi amici, ai suoi più stretti collaboratori? Servono più per fuggire dai
processi piuttosto che farsi giudicare e
assolvere, se innocenti?
Certamente la materia è molto più complessa
di quanto semplicisticamente abbiamo qui riportato, ma è una base per approfondire, serve
per capirci meglio !
Augurandoci di poter difendere la Costituzione e i cittadini da questi attacchi scellerati, ai
quali troppi italiani danno credito. Purtroppo !
U.G. (Scritto il 7 marzo u.s.)
P.S.: Ci scusiamo con i nostri lettori,
ma al momento di andare in stampa
non è ancora chiaro se il governo sia
riuscito a sfuggire al giudizio dei cittadini sui quesiti relativi all’acqua ed al
nucleare, inventando vergognose scappatoie.
Da anni paghi una tassa
in più: quella sull’evasione!
segue da pagina 1
- La fotografia aerea, per individuare
costruzioni abusive;
- Verifica del tenore di vita (o di attività per le imprese), rapportate alla
dichiarazione dei redditi (o al bilancio aziendale);
- Controllo delle proprietà (e dell’uso) di beni di lusso (barche, mezzi
aerei, cavalli ecc.) e incrocio dei dati
di catasto e tavolare;
- Riconsiderare le numerose segnalazioni che già pervengono ai comuni e
al 117 della Guardia di Finanza;
- Ecc. ecc. ecc.
Il tutto, oltre al recupero di somme
potenzialmente ingenti, consentirebbe forme di occupazione dedicata proprio agli accertamenti, coinvolgendo
ad esempio cooperative di giovani e/o
disoccupati. E, come sappiamo tutti,
il problema della disoccupazione è in
cima ai nostri pensieri.
Quindi un impegno gravoso, delicato
e complesso, che il sindacato affronta
per ricercare un minimo di equità e
solidarietà, quindi di democrazia, per
la nostra società.
Lavoratori e pensionati pagano,
gli evasori scroccano.
U.G.
Imposte e tasse:
un problema nazionale
Affrontare questo argomento significa muoversi su due terreni paralleli:
da una parte la riforma di un sistema
fiscale che colpisce sempre più pesantemente il lavoro dipendente e le
pensioni, dall’altra capire come concretamente sia possibile aggredire
l’evasione, la “grande vergogna” di
questo paese.
Sul secondo argomento, interveniamo con
l’articolo “Da anni paghi una tassa in più”.
Per quanto riguarda
la riforma del nostro
sistema fiscale, presso
le nostre Leghe potrete trovare il materiale
informativo completo,
che qui brevemente riassumiamo.
- L’Italia è al primo posto in Europa
per la pressione fiscale su lavoro e
pensioni, pari al 44%. L’aumento dal
1980 ammonta ben al 12,50% , pari
mediamente a 3.300 € per anno di
maggiore imposizione !
- La revisione della struttura delle aliquote Irpef, favorendo i redditi bassi
e medio alti, riducendo la prima aliquota dal 23 al 20% e la terza dal 38
al 36%. L’incremento delle detrazioni
e la costituzione di uno strumento che
migliori le prestazioni dell’Assegno
Familiare.
- La tassazione al 20% delle rendite
finanziarie, oggi al 12,50%, come di
fatto avviene in tutta Europa.
- Favorire l’imprenditorialità, la professionalità e l’occupazione giovanile
(e non solo), con appositi interventi di
sostegno, agevolazioni fiscali e semplificazioni burocratiche.
- La costituzione di
una imposta progressiva di solidarietà nazionale sulle Grandi
Ricchezze, seguendo
l’esempio francese,
che si applica su patrimoni superiori agli 800 mila euro.
Queste sono le linee sulle quali si
muove la Cgil, sapendo che il confronto con il Governo, che punta a
privilegiare i redditi e i patrimoni medio alti, è di scontro totale. Siamo veramente su due logiche opposte, come
l’andamento della politica economica
nazionale lascia facilmente intendere.
Non sarebbe ora che gli italiani sappiano finalmente indignarsi?
U.G.
Informa Servola
MAGGIO 2011
3
Chi paga la crisi?
Le ultime notizie sul fronte della crisi ci avvertono che tutte le
spese devono essere ridotte, tutti
i servizi pubblici di cui beneficiano i cittadini devono essere
razionalizzati. Ma mentre noi
tutti siamo chiamati a stringere la cinghia (anche chi non ha
di che sopravvivere), mentre
subiamo i tagli lineari di Tremonti, il governo sperpera .
Infatti prima il governo e poi
il parlamento hanno deciso di
non accorpare le elezioni amministrative al referendum per
il nucleare, l’acqua a gestione
pubblica e contro la legge sul
legittimo impedimento. Tale decisione ci costerà approssimativamente “solo” 350 milioni di
euro! Ma non è tutto: Berlusconi
ha la necessità di compensare il
movimento dei “responsabili”
(i parlamentari fuoriusciti dai
vari partiti di opposizione per
sostenere la maggioranza di governo), per cui vuole nominare
altri 35 componenti di governo
tra ministri e sottosegretari. Tenuto conto che costoro costano
pro capite alla comunità mediamente 15.000 euro mensili (tra
stipendio, indennità e prebende
varie), il costo per i 35 personaggi “responsabili” a cui va la
gratitudine del capo del governo ci costerebbero annualmente
circa 6 milioni e 300 mila euro.
Con la stessa somma si potrebbe
garantire la cassa integrazione (o
altro reddito da lavoro precario,
socialmente utile, ecc.) a 750
persone a 700 euro mensili!
In compenso Tremonti e compagni tagliano sulla scuola pubblica: meno insegnanti, classi di 30
e più studenti, scuole che crollano, ecc. … ma pazienza, c’è
la crisi! Tagliano sulla cultura,
tagliano sulla ricerca, ma tant’è
Aumentano i prezzi
e sale l’inflazione
Secondo i calcoli delle organizzazioni dei consumatori il potere
di acquisto delle famiglie italiane è diminuito mediamente di
1.250 euro all’anno per famiglia a causa dell’aumento strepitoso dei prezzi nei settori vitali. Alimentari ( + 915 euro all’anno
per famiglia) e derivati dal petrolio (+ 300 euro all’anno per famiglia) . Ciò è dovuto soprattutto all’aumento a livello globale
dei prezzi delle materie prime a seguito dei maggiori consumi
di Cina, India ed altri paesi asiatici. Negli alimentari crescono
in particolare pane, formaggi, latticini e la frutta. L’aumento
dell’ inflazione è dovuto anche al settore dei trasporti, che registra aumenti significativi, così come il costo della benzina,
salito dell’11,9% su base annua, Così come il gasolio da autrasporto (+18,1%) e il gpl schizzato a +25,1%. Quanto al gasolio
per riscaldamento il prezzo ha segnato una crescita tendenziale
del 17,2%. L’aumento è dovuto anche alla componente speculativa degli intermediari nella filiera della distribuzione. E per
ultimo arriva anche il governo con le tasse. Infatti ogni volta
che facciamo rifornimento di benzina, in realtà solo un terzo di
quello che paghiamo va al benzinaio, mentre i due terzi vanno
allo Stato come tasse ( accise ed iva). Tutte le associazioni dei
consumatori ed i sindacati chiedono al governo un intervento
urgente per fermare questa «tassa», bloccando le tariffe energetiche. Il governo non solo è stato completamente inerte di
fronte al fatto che il Paese sta entrando in “stagflazione” (stagnazione economica più inflazione), ma non blocca le tariffe e
soprattutto aumenta le proprie tasse, che vanno ulteriormente
ad aggravare lo stato di difficoltà creato alle famiglie dalla crisi
economica. Che dire di fronte ad un governo il cui presidente
del consiglio continua a dire: “non metteremo mai le mani nelle
tasche dei cittadini” ?
Oliviero Kokosar
… c’è la crisi! Ma tagliano soprattutto sulle voci del sociale,
tagliano su quei finanziamenti
statali che poi vanno alle regioni
per essere distribuiti ai comuni
che provvedono al sostegno delle persone in situazioni di difficoltà. Vi sembra logico che in un
momento di difficoltà sociale di
questa portata, con un costante
indice di crescita della disoccupazione e della povertà si tagli
proprio sulle risorse finalizzate
al sostegno delle persone in difficoltà? No, non è logico per noi,
ma per le cricche del malgoverno evidentemente si.
E’ bene soffermarsi nel dettaglio
sui tagli al sociale. Negli anni del
governo di centro sinistra vengono attivati 10 fondi nazionali
a favore del sociale; col bilancio del 2011, l’ultimo bilancio
governativo , tali fondi vengono
Non metteremo le mani
nelle tasche dei cittadini!
Come possiamo definire, allora, la sparizione dalle istruzioni per la dichiarazione dei redditi relativi all’anno 2010
del “Punto 33”, presente per i redditi del
2009, che prevedeva la “detrazione su un
importo massimo di €250 delle spese sostenute per gli abbonamenti ai servizi di
trasporto pubblico locale”? Consentiva
ai cittadini un risparmio di 47,50 €, ma
favoriva anche l’uso dei mezzi pubblici
anzichè della propria automobile, con
beneficio per l’ambiente, meno inquinamento, maggiore sicurezza stradale. E chi
si era conservato accuratamente gli scontrini, ora li può gettare. Ma lo ha saputo
appena oggi! Le regole non si cambiano
a tempo scaduto!
PS: Quando al governo conviene, le variazioni possono essere anche retroattive:
sia per garantire la fuga dai processi a
qualcuno, che per togliere dalle tue tasche
un piccolo aiuto, un “meglio che niente”!
decurtati dell’ 80%. Nello specifico ecco la sintesi:
-FONDO PER LE POLITICHE
SOCIALI (finalizzato ad interventi di sostegno assistenziale
alle persone e alla famiglie) nel
2008 disponibilità di 929,3 milioni di euro, nel 2011 stanziati
273,9 ml, per arrivare al 2013 a
44,6 ml,
-FONDO PER LA NON AUTOSUFFICIENZA (per l’aiuto ai
2,6 milioni di persone che hanno
perso l’autosufficienza) nel 2008
lo stanziamento è di 300 ml, nel
2011 viene azzerato,
-FONDO PER LE POLITICHE
DELLA FAMIGLIA nel 2008
stanziati 346,5 ml. per l’anno in
corso disponibili 51,5 ml,
-FONDO PER LE POLITICHE
GIOVANILI
finanziato con
137,4 ml nel 2008, oggi stanziati
12,8 ml,
-FONDO NAZIONALE PER
L’ACCESSO ALL’ABITAZIONE nel 2008 stanziamento per
205,6 ml, nel bilancio attuale
risorse per 32,9 ml,
-FONDO PER L’INCLUSIONE
SOCIALE DEGLI IMMIGRATI
stanziati nel bilancio previsionale per il 2008 euro 100 ml, mai
rifinanziati dell’attuale governo.
Queste alcune delle voci più significative dell’area prettamente
assistenziale, altri fondi previsti
per l’area educativa, pari opportunità e il servizio civile le ometto per non appesantire la lettura.
Se c’era ancora qualche dubbio è
ormai ben chiaro chi è chiamato
a pagare la crisi: la paga chi ha
di meno, chi ha di più ha anche
il potere di pretendere ancora e
sempre di più, noi massa, gente
qualunque abbiamo la possibilità
di mandarli a casa… facciamolo
e al più presto!
Lidia Mendola
Informa Servola
4
MAGGIO 2011
Assuefazione? Nemmeno per sogno!
Come l’assuefazione a un
farmaco che ne annulla l’efficacia a causa della prolungata
somministrazione. L’aforisma
del “non c’è limite al peggio”
trova sostanza quando “l’abilità”, rafforzata dal potere del
danaro, si pone al servizio della
demagogia.
E’ così che una democrazia,
anche quella ritenuta più solida,
si può tramutare in qualcos’altro. E’ ciò che sta accadendo
in Italia dove quotidianamente
viene sovvertito l’ordinamento
a colpi di piccone facendo leva
sugli istinti della pancia, di paure e di rivalità mai sopite, del
nord e del meridione, di veneti
e lombardi. Istinti antichi che
andrebbero semmai governati e
non alimentati come strumento
di divisione finalizzato al consenso.
Accade che non fa nemmeno clamore più di tanto l’avvilimento delle istituzioni: di
un’Italia inerme di fronte alla
violazione dei suoi principi democratici. Collusa nell’etica
politica da una compagine parlamentare asservita. Comprata,
quasi proprietà privata, al mercato del parlamento in cambio
di incarichi istituzionali. Oltraggiata dalla “monnezza” di
Napoli nascosta sotto un gigantesco tappeto di omertà affinché
non figuri la reale entità della
catastrofe ecologica futura.
Sfigurata nella tragedia dell’Abruzzo dalla natura inclemente e dalla voracità di imprenditori e politici senza scrupoli.
Affabulata da una sofisticata
manipolazione mediatica, permette che un demagogo privo
si scrupoli manometta perfino
la Costituzione nella sua Prima
Parte, principi etici sui quali si
basano convinzioni morali comuni, senza che ciò susciti un
minimo di indignazione.
Dettami costituzionali stravolti
solo per dare corpo al messaggio
populista della “scossa all’economia” con la modifica dell’art.
41 “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi
in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno
alla sicurezza, alla libertà, alla
dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli
opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali” sintetizzato in
“L’attività economica privata è
libera purché non esistano divieti di legge”.
L’etica buttata alle ortiche. Fate
ciò che volete se non è vietato
dalla legge. L’esatto contrario
dell’aspirazione costituzionale
che determina la convivenza e
le norme comportamentali sulla
base di principi etici e sociali,
indicazioni chiaramente definite
nell’articolo cancellato. Evidentemente l’aggettivo “sociale”,
sinonimo di collettivo, evocava
significati antitetici e troppo distanti dall’individualismo propugnato in quel messaggio.
In un solo colpo, concetti morali bruciati senza la messinscena
dei roghi, anzi col consenso di
una popolazione che, distratta,
vede in quell’atto come una sorta di liberazione da una odiosa
burocrazia, certo male applicata
ma che nulla ha a che vedere con
la semplificazione della vita.
Ma cos’altro bisognerà subire
per aprire gli occhi e far riemergere quel sano sdegno popolare, anticorpo naturale a derive
autoritarie. O anch’esso è stato
fagocitato dal trionfo della demagogia?
La Costituzione Italiana, come
le principali democrazie occidentali, nei suoi principi fondamentali nasce dall’ispirazione di uomini non sospettati di
essere politicamente “mancini”
come Voltaire, Rousseau, Montesquieu. Ogni padre costituente che si è aggiunto alla nobiltà
di quell’ispirazione ne ha accresciuto la dimensione rendendola
universale.
Meno male che esistono ancora settori della società civile
ancora sensibili al valore della
convivenza come i pensionati
dello SPI che, fuori da logiche
sindacali, con la consapevolezza dell’esperienza e del rischio
latente all’assuefazione, hanno
assunto l’onere di far conoscere ai giovani l’importanza della
Costituzione, ripresa poi da questi in tutti i suoi significati più
profondi attraverso sensibilità
e riflessioni trascritte nei temi
dedicati ad Essa. Per questo i
valori della costituzione e della
democrazia vanno custoditi, difesi ad ogni costo e dedicati al
futuro. A loro!
Giuseppe Sica
Servola: solo un dormitorio?
I negozi stanno scomparendo da Servola e
basta fare una passeggiata per rendersene
conto.
Non voglio ripetere le solite cose ma fino
a non più di dieci anni fa, la situazione
era molto diversa e anche se non si trovava proprio di tutto, almeno i negozi di
alimentari non mancavano. Da quando i
supermercati sono aumentati come funghi, i negozi nei rioni hanno iniziato a
chiudere, sia per i costi di mantenimento
troppo alti, sia per il diminuire progressivo dei clienti. Siccome si sa che l’età media della popolazione è abbastanza alta, si
può dedurre che ci sono molti anziani e
che non tutti hanno la fortuna di avere dei
figli o parenti che li accompagnano a fare
la spesa. Quelli che si arrangiano da soli,
trovano il necessario nei pochi negozi del
rione, mentre gli anziani più arzilli possono prendere l’autobus e raggiungere il più
vicino centro commerciale. Inoltre, sia alcuni negozi del rione, sia i supermercati
vicini, portano la spesa a domicilio alle
persone che lo richiedono e questo risulta
molto utile.
Il nostro rione è diventato simile a quei
paesini friulani semideserti con qualche
bar e pochi negozi, con la differenza che
qua i posteggi sono ben pochi e non certo
sotto casa, visto che vige quasi dappertutto il divieto di sosta.
A proposito di bar, adesso ne abbiamo
uno nuovo inaugurato da poco alla Trattoria “Bella Trieste” gestito da Daniele e
Maura, mentre la gelateria “Sommariva”
di Marta ha chiuso dopo oltre sessant’anni
di onorata attività, con sommo dispiacere degli avventori visto che era un luogo
simpatico dove ritrovarsi per fare due
chiacchiere.
Lo storico “Caffè De Marchi “ invece tra
breve cambierà gestione e gira voce che il
nuovo gestore sarà un cinese.
Il primo gennaio di quest’anno ha chiuso
anche la panetteria di via di Servola, ma
dopo poco più di un mese ha riaperto con
una nuova gestione. C’e da segnalare che
l’anno scorso ha aperto un nuovo negozio
di abbigliamento al posto del negozio di
Foto-Ottica, il che è positivo dopo tante
chiusure, ed infine che la Salumeria al
centro di Servola (ex Ugo) tra pochi giorni cambierà gestione.
Per quanto riguarda i centri commerciali,
è stata fatta una raccolta di firme per le
aperture domenicali dei negozi durante
tutto l’anno in modo che i giovani possano avere la possibilità di lavorare, ma per
il momento la situazione è un po’ confusa.
Difatti fino a giugno sarà aperto tutte le
domeniche e in seguito si vedrà che cosa
decideranno.
Per finire una riflessione.
Sarà anche comodo e conveniente andare
al centro commerciale ed avere a disposizione tanti negozi tutti assieme, purtroppo
però non ci si rende conto che man mano
che questi centri proliferano, le botteghe
rionali lentamente spariscono e le vie diventano sempre più tristi e deserte.
In questo modo sta venendo a mancare una parte importante nella nostra vita
sociale, cioè il rapporto tra cliente e negoziante abituale, oltre alla possibilità di
incontrare i conoscenti sia nelle botteghe
che per le vie del proprio rione.
Tatiana
MAGGIO 2011
Informa Servola
5
Un bilancio di fine mandato
L’opinione della Presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat
In che modo è possibile incentivare lo sviluppo del territorio?
Il territorio richiede velocità di decisioni e
di realizzazione per guardare a uno sviluppo complessivo che ne premi le specificità
intese come risorse per il futuro. I progetti
concreti che abbiamo in mente di sviluppare nei prossimi anni devono essere costruiti
rielaborando la nostra identità, quella identità che ci rappresenta al meglio e di cui
andiamo fieri, quella unicità nella quale riconoscerci per costruire strategie e vincere
le sfide. La parola chiave è integrazione.
Economia, infrastrutture, innovazione tecnologica e ambientale, cultura non devono
essere un mix indistinto e casuale, ma un
mosaico armonico per una crescita integrata,
possibile e sostenibile. In questo momento di crisi è opportuno poi intervenire nel
sistema di inclusione sociale e affrontare il
problema del lavoro, della difesa dell’occupazione, guardando con particolare attenzione anche all’inserimento delle donne, delle
persone con disabilità, degli immigrati. Sono
molte le potenzialità di questo territorio che
rappresentano i punti di forza della crescita.
Dare valore e promuovere quanto di unico e
di specifico possiede la Provincia di Trieste
è l’ impegno ci siamo assunti nel precedente
mandato e che intendiamo proseguire.
Quali sono le altre sfide da affrontare per
il futuro?
Se parliamo di futuro della provincia di
Trieste è impossibile prescindere dalla dimensione europea di questo territorio. Dopo
l’abbattimento delle frontiere con Schengen,
e in vista dei futuri processi d’integrazione
- in particolare della vicina Croazia - la collaborazione internazionale e transfrontaliera
appare più che mai presupposto essenziale
allo sviluppo. E’ una sfida in parte già intrapresa con l’attivazione nel 2006 di un ufficio
affari comunitari. La Provincia – lo abbiamo
già sperimentato – esercita un ruolo chiave
nell’ambito del reperimento di risorse comunitarie, elaborando strategie progettuali
e fungendo da cerniera tra le istituzioni e le
realtà produttive. Abbiamo dimostrato di saper utilizzare gli strumenti offerti dall’unione Europea, partecipando ai vari Programmi
Interreg sia da capofila con gli opportuni
cofinanziamenti sia da partner, in progetti
proposti da altri soggetti qualificati del territorio, offrendo in tal caso a disposizione un
supporto tecnico grazie al quale il territorio
ha beneficiato di investimenti per oltre 13
milioni di euro.
Conosciamo la Sua attenzione alle questioni dell’ecologia e del rispetto dell’ambiente: oltre al contributo per l’installazione del fotovoltaico, a quali altre iniziative pensa per incrementare il ricorso alle
fonti di energia alternative?
L’ambiente è un tema centrale su cui costruire e pianificare lo sviluppo sostenibile
dell’intero territorio. Nell’ambito delle specifiche competenze provinciali è nostra intenzione proseguire nelle azioni mirate alla
riduzione dei gas serra e al risparmio energetico attraverso l’incentivazione dell’uso
di fonti rinnovabili. Andremo avanti con il
programma di riduzione di inquinanti specifici quali l’amianto, con lo sviluppo programmatico della raccolta differenziata, con
le verifiche sulle emissioni di impianti termici. Lo sviluppo di nuovi ulteriori programmi
finalizzato all’impiego di fonti rinnovabili è
ulteriore obiettivo essenziale. In particolare
saranno implementati gli interventi progettuali avviati o in atto in materia di riduzione
delle emissioni inquinanti e di incentivazione
dell’utilizzo di fonti da energia rinnovabile
anche in accordo, a livello sperimentale. Con
gli Istituti scientifici di valenza nazionale e
internazionale presenti sul territorio.
Intervista a cura di U.G.
Leggende nucleari, tutta
la verità sul fabbisogno
energetico nazionale
Dalle centrali atomiche francesi l’Italia
importa solo l’uno per cento dell’elettricità totale che consuma.
“Che senso ha continuare a snobbare il
nucleare? Alla fine lo importiamo dalla
Francia, tanto vale portarcelo in casa”.
Lo sentiamo ripetere come un mantra
ogni volta che si tocca la questione dell’atomo. Ma è veramente così?
In realtà, se si considera il mix medio
energetico nazionale, la percentuale di
energia nucleare effettivamente utilizzata
in Italia è pari ad appena l’1,5% del totale. Ma c’è un’altro dato da considerare.
Consultando i dati pubblicati da Terna
si scopre infatti che l’Italia dal punto di
vista energetico è tecnicamente autosufficiente. Perché allora importiamo energia
dall’estero? E perché vogliono costruire
le centrali? Perché conviene. Soprattutto
di notte, quando l’elettricità prodotta dalle centrali nucleari, che strutturalmente
non riescono a modulare la potenza pro-
dotta, costa molto meno, perché l’offerta
(che più o meno rimane costante) supera la domanda (che di notte scende). E
quindi in Italia le centrali meno efficienti
vengono spente di notte proprio perché
diventa più conveniente comprare elettricità dall’estero.
“E se dovesse succedere un incidente in
una delle centrali dei paesi confinanti?”.
Beh, non ci sarebbe da rallegrarsi, ma ancora una volta i dati possono esserci (un
po’) di conforto. Le tre centrali nucleari
più vicine all’Italia sono in Francia 100
Km, in Svizzera, 100 Km dal confine e
220 Km da Milano e in Slovenia a Krško,
verso il confine con la Croazia, a 140 Km
da Trieste. Ammesso che si possa usare
come riferimento il disastro di Černobyl‘,
in caso di incidente sembra che la più alta
esposizione alle radiazioni si verifichi nel
raggio di 30-35 chilometri dal reattore.
Quindi nelle nostre valli alpine e nelle
grandi città del nord si possono dormire ancora sonni abbastanza tranquilli ri-
spetto all’eventualità che si costruisca un
reattore dentro i confini nazionali.
Tratto dal quotidiano
“il Fatto Quotidiano”,
domenica 27 marzo 2011
Miei cari, ricordiamoci che con la costruzione di centrali nucleari girano miliardi di
euro. I nostri euro,le tasse di noi cittadini
(quelli che le pagano). Ora, sappiamo bene
cosa succede in Italia ogni qualvolta vi
sono giri di “affari” multimiliardari vero?
Ecco il perché “servono” le centrali nucleari, non certo per noi cittadini che
continueremo a pagare l’elettricità fior di
quattrini, perché l’uranio costa, la costruzione delle centrali deve essere ammortizzata in qualche modo, la gestione delle
scorie è costosa, e infine la dismissione
delle centrali stesse è costosa. Risultato i
soliti noti ingrasseranno bene bene i loro
conti bancari, mentre noi continueremo a
pagare, pagare, pagare.
v.f.
Informa Servola
6
MAGGIO 2011
Il negozio di vicinato e la vivibilità
nei quartieri di periferia
Sempre di più nei paesi e nei quartieri di periferia i piccoli negozi chiudono; contemporaneamente crescono, più lontano, supermercati e centri commerciali. A molti cittadini
può piacere, può far comodo; alla vita del quartiere, agli anziani, a chi ha difficoltà a
raggiungere mercati lontani, questa evoluzione dei punti-vendita non piace, crea difficoltà e problemi. Allora, per una saggia politica nell’interesse dei cittadini più fragili,
anziché favorire il grande centro commerciale, sarebbe più opportuno incentivare, sostenere quei negozianti che, con fatica e sacrificio, mantengono il loro piccolo puntovendita familiare, vicino a casa, in cui ci si incontra, si scambiano quotidianamente
con vicini e conoscenti quelle due parole che aiutano a combattere la tragica piaga
della solitudine degli anziani. Negozianti che si informano e si attivano se un cliente da
qualche giorno non si vede!
C’è qualche candidato sindaco che trovi l’idea interessante?
U.G.
È scomparsa
una parola: ONORE
Abbiamo letto di un ministro tedesco che si
è dimesso per il solo fatto di aver inserito
nella sua tesi di laurea un brano ripreso da
un testo non suo, senza citare la fonte. Ma
sono matti questi tedeschi? Così può pensare
un italiano, confrontando episodi come questo con quello che succede da noi, con i nostri parlamentari e governanti, spesso super
inquisiti e molti anche già condannati. O come
molti nostri manager, da Tanzi e Cragnotti a
Geronzi, che pretendeva di controllare una
società gloriosa, per molti aspetti fiore all’occhiello del nostro Paese, come le Assicurazioni Generali. E pensare che ai nostri vecchi
tempi un politico, per molto meno, si sarebbe
addirittura sparato un colpo di pistola !
Cari lettori, cari cittadini: è scomparsa però
anche un’altra parola: Indignazione!
È possibile che noi non si sia più capaci di
indignarci, di reagire di fronte a questa vergogna, che ci rende più poveri, sia economicamente che nell’immagine di noi che diamo
al mondo?
Coordinamento Donne
Prosegue l’esperienza del Coordinamento
Donne dello SPI-CGIL del Distretto Est.
Ci incontriamo ogni 15 giorni di giovedì;
agli incontri partecipano sistematicamente
circa 13/18 donne che sempre di più si affiatano e intervengono sollevando problemi, riflettono e trovano complicità con le
altre.
Abbiamo riflettuto sulla riduzione dei servizi in sanità, abbiamo sollevato dentro e
fuori della CGIL i disservizi relativi alla
questione “presentazione delle domande di
invalidità civile”; cerchiamo di raccogliere le istanze che vengono dal territorio per
incanalarle negli ambiti istituzionali al fine
di trovare soluzioni idonee. Non è sempre facile, anzi non è mai facile dato che
in questo momento il governo della cosa
pubblica è concentrato sul taglio delle spese sottoponendo il cittadino a sacrifici, ma
noi non molliamo, non vogliamo mollare
nonostante le difficoltà. Riteniamo che
la crisi non possa essere pagata dai più
deboli.
Abbiamo partecipato alla manifestazione
“se non ora quando” del 13 febbraio ed
è stato bellissimo, perché eravamo in tante
anche in questa tranquilla città di provin-
La magistratura
e gli strumenti di indagine
La magistratura e gli strumenti di indagine. Corruzione e concussione: è successo
veramente! Dice uno!
Corruzione e concussione: non è vero, è
una balla! Risponde l’altro!
Ma senza intercettazioni e libertà di stampa, cosa se ne saprebbe? Nulla!
Ma proprio per eliminare le intercettazioni, bloccare il lavoro della Magistratura
e dell’informazione il Governo e il Parlamento sono impegnati a tempo pieno. Ai
cittadini interessa di più il lavoro che manca, le pensioni sempre più povere, il 30%
dei giovani disoccupati, l’economia italia-
na che non cresce, non si sviluppa, l’ambiente degradato che al primo maltempo
causa crolli e allagamenti? Al Governo
tutto questo non interessa. Interessa invece
far sfuggire il presidente del consiglio (con
la p minuscola, uomo-vergogna dell’Italia
nel mondo) dai tanti processi in corso, in
cui sarebbe sicuramente pesantemente
condannato. E, come dice il suo compagno
d’avventura Galliani, assieme a Confalonieri, se non facesse così, “saremmo tutti
e due in galera o sotto i ponti”.
È questo un bene per la democrazia e
per il cittadino?
cia; eravamo in tante a protestare, eravamo
in tante a chiedere una diversa rappresentazione del corpo e delle questioni femminili, eravamo in tante a chiedere le dimissioni di un governo incapace di dare risposte
efficaci ai bisogni delle donne.
La scrivente inoltre è stata designata dal
Distretto Est come componente della Commissione Pari Opportunità del Comune di
Muggia, anche al fine di inserire le istanze
del Coordinamento in un ambito istituzionale. In tale contesto si è organizzato un
seminario sulla questione femminile con
incontri mensili con i servizi sociali e sanitari dell’Ambito 1.3 (Muggia-Dolina).
Il seminario ha lo scopo di informare la
cittadinanza delle risorse messe in campo
dai servizi e dei disagi delle donne del territorio.
I prossimi incontri in calendario sono: il
20 maggio alle ore 17.30 col Servizio per
le Dipendenze e il 17 giugno, sempre alle
17.30, col Centro di Salute Mentale.
Vi aspettiamo numerose sia nel gruppo di
coordinamento che negli incontri pubblici,
anche per riconnettere una comunità tentata dalla disgregazione e dall’isolamento.
Lidia Mendola
Togliere ai poveri,
dare ai ricchi
Questi signori (la sinistra) continuano ad
esser convinti che il fine della politica sia
quello di redistribuire il reddito in modo da
intervenire con la tassazione per far si che
possa avvenire questa redistribuzione, e ciò
che propongono è di rendere eguale il figlio
del professionista con il figlio dell’operaio, di
togliere cioè al ceto medio per dare a quella
che ancora chiamano la classe operaia.
Ipse dixit Silvio Berlusconi,
TG1, 30 Maggio 2007
MAGGIO 2011
Pepi
e le elezioni
Oggi poche brevi e curte parole. Ve fazo subito una domanda:
dove pensè de andar domenica
15 maggio? Aah, gavè de andar
de zia Marietiza a Coloncovez
per vardar come che ghe cressi el
matavilz. Aah. E partì alle sei e
Informa Servola
SU E ZO PER SERVOL A
trequarti de matina e tornè dopo
le dieci e mezza de sera. Capisso,
capisso....... dovè controllar foia
per foia.... e cussì no riverè andar a votar. Logico, se impegnai,
poveri, no come tuti quei che no
andarà a votar, ma al bagno o in
osmizza su pel carso, nooo, voi
gavè de far! Si cocoli, capisso,
ma mi lunedì matina, alle sei e
trequarti in punto, vegno sotto de
casa vostra, e co la manera butto zo la porta, pulito ve strasino
zo del leto, e come che se, se:
camisa de note, mudandoni de
fustagno o nudi come che mama
ve ga fato, VE PORTO A PIADE
IN TEL C.. DAVANTI AL SEGGIO A VOTAR!! E guardè che
no scherzo. Quei che no vota, no
dovessi gaver più diritti civili,
perchè se no i senti la responsabilità de esser protagonisti de sto
diritto - dover no i xe degni de far
Far pipì in strada è una vergogna; giusto il
provvedimento comunale che prevede una
ammenda di cinquecento euro per chi viene colto sul fatto. Nonostante l’importo sia
veramente considerevole, superiore a una
pensione minima, in questi due anni sono
state elevate parecchie multe per questa infrazione.
Trieste, è noto, ha un alto numero di cittadini anziani, con un alto senso civile, molto
autonomi e che amano le passeggiate; si vedono dappertutto con ogni tempo, in centro,
sul Carso, nelle periferie. Io sono uno di
questi anziani che gira molto. Bene, non mi
risulta che da Miramare fino a Borgo San
Sergio esistano servizi pubblici tranne un
orinatoio per soli uomini al porticciolo di
parte de una società civile, fatta
de leggi e regolamenti che vien
decisi da chi che xe eletto e i cui
effetti casca sulle teste, nel ben e
nel mal, sia de chi che vota che
de chi no vota. E ve dirò de più, a
queste elezioni xe più importante che mai andar a votar, e votar
come che se devi, valutando sai
ben chi che se sielzi, perchè se
anche stavolta vien su sti lugheri, per Trieste xe proprio finida.
Dovemo combatter co le onge e
con i denti per costruir novi futuri per sta disgraziada de città,
no continuar a viver de speranze,
sogni e false promesse. Dovemo
poder gaver futuri che viveremo e goderemo sia noi che chi
vegnerà dopo de noi. E tornar a
esserghe, anche andando a votar,
fa la differenza. Altrochè se la fa.
Mi e Marici savè che contrastemo sempre, che la me disi che
Far pipì,
dove?
Barcola (nella pineta di Barcola ce ne sono
due, a gettone, ma quasi sempre fuori servizio).
Purtroppo far pipì a una certa età è un’esigenza che si presenta molto spesso. Entrare
in un bar per usare i servizi comporta una
consumazione (quasi sempre bisogna chiedere la chiave alla cassa). Oltre alla spesa, si
tratta di una bevanda che, anche se è caffè,
è comunque diuretica. Quante bevande per
una passeggiata fino al ritorno a casa?
7
son un tumbaro e mi che ela xe
una crodiga, ma su questo semo
perfettamente daccordo: el voto
xe sacro, perchè xe l’unica arma
che gavemo in man per farghe
calar le ale a sti manigoldi mascalzoni che se gavemo ingrumà
e cavarseli dei totoli. Marici mia,
la ga cavà del cassettin le tessere elettorali za de do settimane
e la lega messe sulla psiche in
camera. Oddio, mi gavessi preferido che piuttosto de meterle
tacade dela Madonna de Lourdes co l’acqua, la fossi vizin alla
mia titovka un fià magnada dei
tarli, con la stella rossa che la
xe pozada là de più de sessantacinque anni. Però, volè che ve
digo? Visti i tempi, giuro che se
quella madonna fa el miracolo,
mi a Lourdes ghe vado per bon.
In pellegrinaggio, con la titovka
in testa, ma giuro che ghe vado.
E porto anche Marici, chissà che
no se manifesti un altro miracolo e che no torno indrio con un
pataton che no finissi più? Bon,
dopo le elezioni se saveremo
dir!!! ANDE’ A VOTAR!
Ogni provvedimento comunale dovrebbe
tendere ad educare il cittadino per migliorare la qualità di vita della comunità.
In questi due anni mi aspettavo che si sarebbe avviata la seconda fase, quella cioè della realizzazione di servizi igienici in punti
strategici del comune, provvedendo provvisoriamente alla sistemazione di servizi mobili come quelli che vengono messi in occasione dei grandi eventi (Barcolana ecc.).
Gradirei fermamente che il Comune iniziasse subito con il posizionare questi servizi
mobili in centro e nelle periferie, ben distinti uomo/donna. A Servola si potrebbero
piazzare intanto nei due parcheggi di via di
Servola e via San Lorenzo in Selva.
Giuliano Della Nora
Scuola elementare di Servola: una foto dei primi anni ’40!
Un appello ai nostri
lettori: qualcuno si
riconosce in questa
foto?
Sarebbe simpatico
che, grazie al
nostro giornaletto,
qualche scolaro,
anche se ormai
anzianotto, potesse
ritrovarsi con i
compagni di allora.
Scriveteci o
telefonateci: vi
metteremo in
contatto!
La Redazione
Informa Servola
8
Ricetta per
il mese di maggio
Come avete trascorso il periodo
di Pasqua? Mangiando!!!, si dice
di solito. Ed è proprio così che
di solito si passano i giorni di festa, a tavola con amici e parenti
o in qualche locale come vuole
l’uso moderno del terribile “fuori
porta”. Che brutto modo di dire,
perdonatemi, ma una volta si andava in gita, oppure “tutti in clapa
andemo in prà”, se non in giro per
frasche e osmize del carso dove
se si ordinava il vino il proprietario chiudeva un occhio per le
“carte” che gli ospiti si portavano
dietro. Oggi non ci sono quasi più
prati, e se ci sono, sono recintati
e se non sono recintati alla voglia
di tirare fuori il plaid, e imbandire con radiceto e ovi duri, persuto, pan, vin, carne panada, ecc.
ecc.si sostituisce l’incubo delle
zecche, ormai onnipresenti, in
quasi tutte le stagioni. Bei tempi, quelli passati, dove per star
bene ci voleva così poco, quando
le zecche c’erano comunque ma
non facevano paura, solo schifo
e il disturbo principale era dato
dalle formiche onnipresenti ospiti
di tutte le scampagnate in compagnia. La ricetta che vi propongo
oggi è pensata per utilizzare le
uova sode, che avete colorato
come tradizione vuole, per Pasqua e adesso si “remenano” in
giro per casa.
Due semplici utilizzi, che diventano piatto e non recupero.
1) Uova alla russa: uova sode; ce-
Servola in cusina
triolini, capperi, una falda di peperone rosso sott’olio o in agrodolce,
senape, tonno all’olio di oliva, sale
e pepe, insalatina o radicchio. Le
quantità sono da misurare in base
a quanti uova si hanno, comunque
una scatola di tonno grande va per
circa sei uova.
Preparazione: sgusciare e tagliare le uova in due per il lungo. Tritare finemente cetriolini,
capperi e peperone. Togliere i
tuorli e schiacciarli in una ciotola
con una forchetta; unite il tonno
scolato dall’olio e sbriciolato, poi
unire una cucchiaiata di senape,
sale e pepe e mescolare finchè
tutti gli ingredienti non si sono
amalgamati. Riprendere le mezze
uova, riempire l’incavo lasciato
dal tuorlo con una parte del composto, cercando di non farlo strabordare e adagiatele su un letto di
insalatina o radicchio, conditi al
momento. Fatele riposare in frigo. Per ultimo date una spolverata di pepe appena macinato.
2) Insalata di uova e asparagi:
uova sode; asparagi lessati, bianchi, verdi o misti (anche in scatola vanno bene); maionese; sale e
pepe; N.B: uova e asparagi devono essere in pari quantità.
Preparazione: sgusciare e tagliare le uova, prima a metà per
il largo e poi a spicchi. Scolare gli
asparagi e tagliarli a tocchetti di
circa due centimetri. Se gli asparagi sono in scatola, farli scolare
molto bene prima di tagliarli e
asciugarli con una carta da cucina. Mettere in una ciotola, le
uova, gli asparagi , il sale, poco
pepe e la maionese. Mescolare
con delicatezza. Il composto può
essere usato semplicemente su
fette di pane, leggermente tostate o come accompagnamento a
piatti di pollo, pesce in bianco, in
particolare con il salmone fresco.
Ricordatevi che una macinata di
pepe, bianco o nero darà un profumo in più al piatto.
Marghet
Notizie utili
L’Inps ed il PIN
Da qualche anno l’Inps scarica sui cittadini e sui Caf
tutta una serie di incombenze che a “loro” creano
fastidio. L’ultima trovata si riferisce alla notizia
che i pensionati trovano nella lettera che stanno
ricevendo: “non ti comunicheremo più per lettera
l’importo della tua pensione, ma potrai conoscerlo,
assieme ad altre notizie, ricorrendo tramite il tuo
computer al nostro sistema informatico utilizzando
il PIN!”
E via con sigle, codici, password ed altre diavolerie.
Certo, molti pensionati facilmente si adegueranno;
ma altrettanti molti entrano in crisi, corrono allo
Spi e, spaventati chiedono: “cossa se sta roba? I
me ciol la pensione?”
Cari pensionati, non vi spaventate. E’ solo il
governo che cerca di renderci la vita più facile e
semplice; ma per fortuna nelle nostre Leghe lo Spi
saprà chiarirvi il mistero e aiutarvi nella soluzione!
Fortuna che lo SPI c’è!
MAGGIO 2011
Museo civico
di storia naturale:
vogliamo che
i giovani lo
frequentino!
Da molto tempo desidero accompagnare i miei nipoti al
Museo di storia naturale. Prima ho aspettato che aprissero
la nuova sede da tempo in allestimento, poi finalmente ho
trovato il posto in via del Tominz n°4, infine ho scoperto
che dovrò aspettare le vacanze estive per soddisfare questo
mio desiderio in quanto l’orario di apertura è “dal lunedì
al venerdì dalle ore 9.00 alle
13.00”, lo stesso della scuola
dell’obbligo che frequentano i
miei nipoti. (gdn)
“
Come dice
il Filosofo!
In democrazia conta chi
comanda, ma ancor più
conta il controllo su chi
comanda.
Ecco il valore della nostra
Costituzione.
Convenzioni
”
Per molti pensionati (e non solo loro) la borsa della spesa è diventata un problema.
Ecco perché lo Spi è a caccia di convenzioni.
Il nostro Sindacato è impegnato anche nella battaglia per la difesa del potere d’acquisto delle pensioni. Per questo, nel confermare tutte le convenzioni già stipulate,
presentate nei precedenti bollettini e nell’opuscolo che i nostri iscritti hanno ricevuto
assieme alla tessera 2011,
Vi segnaliamo alcune importanti novità. Per altre ci stiamo attivando!
SETTORE ALIMENTARE
- “Un mercoledì da pensionati”, con lo sconto del 10% e altre facilitazioni, è l’importante accordo stipulato con Crios-Panapesca di via Madonnina 4/a, tel. 040.766668
- “La pescheria Nicolò”, quella di via Benussi 2, tel. 040.9981440, al mercoledì offre
una borsa della spesa formata in base al pescato del giorno al prezzo speciale di €10;
nelle altre giornate, agli iscritti CGIL viene praticato lo sconto del 15%
SANITÀ
- Progetto Dentale Welfare, numero verde 800 910 637
- Casa di Cura Pineta del Carso, Aurisina, tel. 040.3784.111
- Studio dentistico “Alfa-Srdoci” di Fiume-Rijeka
- Terme Istriane “Miamedica Istra, Istarske Toplice a S.Stefano-Livade
- Valamar Hotel&Resort, con diverse ubicazioni sulla costa istriana, tel. 00385.52.862 070
Inoltre colorifici, librerie ed altro ancora! Maggiori informazioni presso le nostre
Leghe.
Hanno collaborato a questo numero:
TIZIANA CIMOLINO, GIULIANO DELLA NORA, VLADIMIR FURLAN, OLIVIERO KOKOSAR, PEPI KUKERLE, MARGHET,
LIDIA MENDOLA, UGO PIERRI, SUSANNA RIVOLTI, GIUSEPPE SICA, TATIANA, GIORGIO UBONI
Stampa:
Tipografia Arzioni
Trieste
Scarica

Al voto! - Spi-Cgil