InformaServola MAGG SPI-CGIL Sindacato Pensionati Italiani - Distretto Est - Lega di Servola - via di Servola, 29 - Trieste [email protected] IO 20 11 ( 040830886 CONTRIBUTO VOLONTARIO Al voto! Due sono gli importanti appuntamenti che ci attendono: ■ Le elezioni amministrative ■ Il referendum Non manchiamo! segue a pagina 2 Perché non possiamo essere d’accordo Da anni paghi una tassa in più: quella sull’evasione! La riforma della giustizia (o meglio, dei giudici) si colloca in un quadro contrario alla Costituzione e alle regole dell’Unione Europea, nonché del buon senso. Infatti Da anni paghi una tassa in più: quella sull’evasione! La copertina del numero di dicembre del nostro notiziario era dedicata all’evasione fiscale, a chi paga e chi no. Oggi vogliamo capire chi e come dovrebbe intervenire per far cessare questo scandalo nazionale. Più loro evadono, più tu paghi. Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate dovrebbero assolvere in prima persona al compito. Ma, com’è evidente, il loro impegno non risolve il problema. Allora, noi del sindacato, che rappresentiamo quelli che pagano tutto, sino all’ultimo centesimo, ci permettiamo di dire alla politica che la lotta all’evasione deve essere condotta con tutti i mezzi leciti; senza aver paura che gli evasori protestino e alle prossime elezioni non ti votino. Ricordiamo a tutti che una legge del 2005 (la 248 del 2.12.05) e la successiva 133 del 6.08.08 riconoscono al Comune che, in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate, abbia contribuito all’accertamento dell’evasione di Irpef e similari, il 33% degli importi effettivamente riscossi. Ovviamente, per quanto riguarda le tasse di competenza comunale, quali quella sulla raccolta rifiuti e l’Ici, una lotta incisiva frutterebbe alle casse comunali il 100% dell’evaso. E siccome sappiamo tutti (e i comuni lo confermano) che l’evasione è fortissima, cosa si aspetta a dare una decisa caccia ai soliti furbetti? Muggia è partita, Trieste arranca … l’assessore Ravidà denuncia un mancato introito, sulle due voci, che supera i 4 (quattro !) milioni di euro. Altrochè difficoltà di bilancio, se questa caccia fosse realizzata con decisione e convinzione. Cosa che noi chiediamo con forza, pretendendo anche che le somme riscosse vadano a coprire quei tagli allo stato sociale (sanità, assistenza, tariffe pubbliche, case Ater ecc. ecc.), che mettono oggi in grande difficoltà proprio i pensionati e tutte quelle persone che si trovano in situazione di disagio. Come fare? Basta volere, i mezzi ci sono. Ne citiamo alcuni, non sono tutti e su qualcuno potrà non esserci il consenso: se ne può discutere, l’importante è comunque fare. segue a pagina 2 ■ Annulla una base della democrazia moderna: l’autonomia dei tre poteri fondamentali dello stato: legislativo, esecutivo, giudiziario. Quello giudiziario viene posto sotto un forte controllo dell’esecutivo. Il governo deciderà quale è il tipo di reato da perseguire. Indovinello n° 1: quali reati indicherà il Berlusconi (se lo lasceremo governare ancora!): Corruzione, falsificazione di bilancio, fondi neri, … oppure il furto di una mela o di una gallina? ■ La Polizia Giudiziaria, che sino ad oggi è a disposizione dei magistrati inquirenti, passa agli ordini del governo. Indovinello n° 2: sarà ancora incaricata di indagare nei casi, ad esempio, in cui il reato possa esser stato commesso dal capo del governo, da un ministro, da un loro amico? ■ Quanto sopra discende da una visione della democrazia: chi è eletto dal popolo, è al di sopra della legge. Questo contraddice la Costituzione: “tutti i cittadini sono eguali di fronte alla legge”. Indovinello n° 3: che sia questo il motivo per il quale Lui vuole cambiare la Costituzione? ■ L’Unione Europea detta norme che garantiscono l’indipendenza della Magistratura, quindi il contrario della proposta del nostro Governo. Indovinello n° 4: Che sia questo il motivo per cui Lui è tanto ostile ad un vero governo europeo, forte e autorevole? ■ Secondo la Costituzione, i magistrati hanno l’obbligo di indagare a fronte di una denuncia e/o segnalazione. Il governo punta a sopprimere questo fondamento, arrogandosi il diritto di decidere se una denuncia debba aver corso o meno. segue a pagina 2 Informa Servola 2 MAGGIO 2011 segue da pagina 1 Appello al voto Nel rinnovare l’appello a non mancare al voto, che invitiamo ad indirizzare a quelle forze e a quei candidati che meglio sanno rappresentare gli interessi collettivi, cioè quelli di tutti noi cittadini e pensionati, ricordiamo anche che molti sindacalisti della Cgil si sono candidati. A loro riconosciamo particolare competenza, dedizione ed impegno nella difesa dei diritti dei lavoratori e dei pensionati; per questo vi invitiamo a sostenerli con il vostro voto di preferenza. La Segreteria dello Spi del Distretto Est Perché non possiamo essere d’accordo segue da pagina 1 Indovinello n° 5: ripropone l’indovinello n° 1. ■ Si separano le carriere dei Pubblici Ministeri (i PM, quelli che indagano e istruiscono l’accusa) da quelle dei Giudici. E’ il contrario delle richieste dell’Unione Europea: la carriera deve essere unica, perché il PM deve rappresentare l’interesse della collettività, valutare le prove a carico e quelle a discarico dell’indagato, in funzione delle indagini svolte da lui e dalla Polizia Giudiziaria che oggi è ancora alle sue dipendenze. Per il PM non deve essere importante che l’indagato venga condannato (così come per l’avvocato, uomo di parte, è importante che il suo cliente venga assolto, a tutti i costi!), ma che il colpevole venga condannato. E proprio per questi motivi è bene che maturi ambedue le esperienze, di giudice e di PM, per avere la massima capacità di esercitare al meglio la sua funzione. Indovinello n° 6: togliendo al PM la possibilità di utilizzare la Polizia Giudiziaria, le intercettazioni, altri strumenti di indagine, sottoponendoli al rischio di dover pagare di tasca propria se il giudice non ritiene sufficienti le prove di colpevolezza, ecc. si aumenta o si diminuisce la possibilità che un presunto colpevole di reato venga mandato a processo? ■ Indovinello n° 7: Sono tutte proposte nell’interesse dei cittadini? O servono a Lui, ai suoi amici, ai suoi più stretti collaboratori? Servono più per fuggire dai processi piuttosto che farsi giudicare e assolvere, se innocenti? Certamente la materia è molto più complessa di quanto semplicisticamente abbiamo qui riportato, ma è una base per approfondire, serve per capirci meglio ! Augurandoci di poter difendere la Costituzione e i cittadini da questi attacchi scellerati, ai quali troppi italiani danno credito. Purtroppo ! U.G. (Scritto il 7 marzo u.s.) P.S.: Ci scusiamo con i nostri lettori, ma al momento di andare in stampa non è ancora chiaro se il governo sia riuscito a sfuggire al giudizio dei cittadini sui quesiti relativi all’acqua ed al nucleare, inventando vergognose scappatoie. Da anni paghi una tassa in più: quella sull’evasione! segue da pagina 1 - La fotografia aerea, per individuare costruzioni abusive; - Verifica del tenore di vita (o di attività per le imprese), rapportate alla dichiarazione dei redditi (o al bilancio aziendale); - Controllo delle proprietà (e dell’uso) di beni di lusso (barche, mezzi aerei, cavalli ecc.) e incrocio dei dati di catasto e tavolare; - Riconsiderare le numerose segnalazioni che già pervengono ai comuni e al 117 della Guardia di Finanza; - Ecc. ecc. ecc. Il tutto, oltre al recupero di somme potenzialmente ingenti, consentirebbe forme di occupazione dedicata proprio agli accertamenti, coinvolgendo ad esempio cooperative di giovani e/o disoccupati. E, come sappiamo tutti, il problema della disoccupazione è in cima ai nostri pensieri. Quindi un impegno gravoso, delicato e complesso, che il sindacato affronta per ricercare un minimo di equità e solidarietà, quindi di democrazia, per la nostra società. Lavoratori e pensionati pagano, gli evasori scroccano. U.G. Imposte e tasse: un problema nazionale Affrontare questo argomento significa muoversi su due terreni paralleli: da una parte la riforma di un sistema fiscale che colpisce sempre più pesantemente il lavoro dipendente e le pensioni, dall’altra capire come concretamente sia possibile aggredire l’evasione, la “grande vergogna” di questo paese. Sul secondo argomento, interveniamo con l’articolo “Da anni paghi una tassa in più”. Per quanto riguarda la riforma del nostro sistema fiscale, presso le nostre Leghe potrete trovare il materiale informativo completo, che qui brevemente riassumiamo. - L’Italia è al primo posto in Europa per la pressione fiscale su lavoro e pensioni, pari al 44%. L’aumento dal 1980 ammonta ben al 12,50% , pari mediamente a 3.300 € per anno di maggiore imposizione ! - La revisione della struttura delle aliquote Irpef, favorendo i redditi bassi e medio alti, riducendo la prima aliquota dal 23 al 20% e la terza dal 38 al 36%. L’incremento delle detrazioni e la costituzione di uno strumento che migliori le prestazioni dell’Assegno Familiare. - La tassazione al 20% delle rendite finanziarie, oggi al 12,50%, come di fatto avviene in tutta Europa. - Favorire l’imprenditorialità, la professionalità e l’occupazione giovanile (e non solo), con appositi interventi di sostegno, agevolazioni fiscali e semplificazioni burocratiche. - La costituzione di una imposta progressiva di solidarietà nazionale sulle Grandi Ricchezze, seguendo l’esempio francese, che si applica su patrimoni superiori agli 800 mila euro. Queste sono le linee sulle quali si muove la Cgil, sapendo che il confronto con il Governo, che punta a privilegiare i redditi e i patrimoni medio alti, è di scontro totale. Siamo veramente su due logiche opposte, come l’andamento della politica economica nazionale lascia facilmente intendere. Non sarebbe ora che gli italiani sappiano finalmente indignarsi? U.G. Informa Servola MAGGIO 2011 3 Chi paga la crisi? Le ultime notizie sul fronte della crisi ci avvertono che tutte le spese devono essere ridotte, tutti i servizi pubblici di cui beneficiano i cittadini devono essere razionalizzati. Ma mentre noi tutti siamo chiamati a stringere la cinghia (anche chi non ha di che sopravvivere), mentre subiamo i tagli lineari di Tremonti, il governo sperpera . Infatti prima il governo e poi il parlamento hanno deciso di non accorpare le elezioni amministrative al referendum per il nucleare, l’acqua a gestione pubblica e contro la legge sul legittimo impedimento. Tale decisione ci costerà approssimativamente “solo” 350 milioni di euro! Ma non è tutto: Berlusconi ha la necessità di compensare il movimento dei “responsabili” (i parlamentari fuoriusciti dai vari partiti di opposizione per sostenere la maggioranza di governo), per cui vuole nominare altri 35 componenti di governo tra ministri e sottosegretari. Tenuto conto che costoro costano pro capite alla comunità mediamente 15.000 euro mensili (tra stipendio, indennità e prebende varie), il costo per i 35 personaggi “responsabili” a cui va la gratitudine del capo del governo ci costerebbero annualmente circa 6 milioni e 300 mila euro. Con la stessa somma si potrebbe garantire la cassa integrazione (o altro reddito da lavoro precario, socialmente utile, ecc.) a 750 persone a 700 euro mensili! In compenso Tremonti e compagni tagliano sulla scuola pubblica: meno insegnanti, classi di 30 e più studenti, scuole che crollano, ecc. … ma pazienza, c’è la crisi! Tagliano sulla cultura, tagliano sulla ricerca, ma tant’è Aumentano i prezzi e sale l’inflazione Secondo i calcoli delle organizzazioni dei consumatori il potere di acquisto delle famiglie italiane è diminuito mediamente di 1.250 euro all’anno per famiglia a causa dell’aumento strepitoso dei prezzi nei settori vitali. Alimentari ( + 915 euro all’anno per famiglia) e derivati dal petrolio (+ 300 euro all’anno per famiglia) . Ciò è dovuto soprattutto all’aumento a livello globale dei prezzi delle materie prime a seguito dei maggiori consumi di Cina, India ed altri paesi asiatici. Negli alimentari crescono in particolare pane, formaggi, latticini e la frutta. L’aumento dell’ inflazione è dovuto anche al settore dei trasporti, che registra aumenti significativi, così come il costo della benzina, salito dell’11,9% su base annua, Così come il gasolio da autrasporto (+18,1%) e il gpl schizzato a +25,1%. Quanto al gasolio per riscaldamento il prezzo ha segnato una crescita tendenziale del 17,2%. L’aumento è dovuto anche alla componente speculativa degli intermediari nella filiera della distribuzione. E per ultimo arriva anche il governo con le tasse. Infatti ogni volta che facciamo rifornimento di benzina, in realtà solo un terzo di quello che paghiamo va al benzinaio, mentre i due terzi vanno allo Stato come tasse ( accise ed iva). Tutte le associazioni dei consumatori ed i sindacati chiedono al governo un intervento urgente per fermare questa «tassa», bloccando le tariffe energetiche. Il governo non solo è stato completamente inerte di fronte al fatto che il Paese sta entrando in “stagflazione” (stagnazione economica più inflazione), ma non blocca le tariffe e soprattutto aumenta le proprie tasse, che vanno ulteriormente ad aggravare lo stato di difficoltà creato alle famiglie dalla crisi economica. Che dire di fronte ad un governo il cui presidente del consiglio continua a dire: “non metteremo mai le mani nelle tasche dei cittadini” ? Oliviero Kokosar … c’è la crisi! Ma tagliano soprattutto sulle voci del sociale, tagliano su quei finanziamenti statali che poi vanno alle regioni per essere distribuiti ai comuni che provvedono al sostegno delle persone in situazioni di difficoltà. Vi sembra logico che in un momento di difficoltà sociale di questa portata, con un costante indice di crescita della disoccupazione e della povertà si tagli proprio sulle risorse finalizzate al sostegno delle persone in difficoltà? No, non è logico per noi, ma per le cricche del malgoverno evidentemente si. E’ bene soffermarsi nel dettaglio sui tagli al sociale. Negli anni del governo di centro sinistra vengono attivati 10 fondi nazionali a favore del sociale; col bilancio del 2011, l’ultimo bilancio governativo , tali fondi vengono Non metteremo le mani nelle tasche dei cittadini! Come possiamo definire, allora, la sparizione dalle istruzioni per la dichiarazione dei redditi relativi all’anno 2010 del “Punto 33”, presente per i redditi del 2009, che prevedeva la “detrazione su un importo massimo di €250 delle spese sostenute per gli abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale”? Consentiva ai cittadini un risparmio di 47,50 €, ma favoriva anche l’uso dei mezzi pubblici anzichè della propria automobile, con beneficio per l’ambiente, meno inquinamento, maggiore sicurezza stradale. E chi si era conservato accuratamente gli scontrini, ora li può gettare. Ma lo ha saputo appena oggi! Le regole non si cambiano a tempo scaduto! PS: Quando al governo conviene, le variazioni possono essere anche retroattive: sia per garantire la fuga dai processi a qualcuno, che per togliere dalle tue tasche un piccolo aiuto, un “meglio che niente”! decurtati dell’ 80%. Nello specifico ecco la sintesi: -FONDO PER LE POLITICHE SOCIALI (finalizzato ad interventi di sostegno assistenziale alle persone e alla famiglie) nel 2008 disponibilità di 929,3 milioni di euro, nel 2011 stanziati 273,9 ml, per arrivare al 2013 a 44,6 ml, -FONDO PER LA NON AUTOSUFFICIENZA (per l’aiuto ai 2,6 milioni di persone che hanno perso l’autosufficienza) nel 2008 lo stanziamento è di 300 ml, nel 2011 viene azzerato, -FONDO PER LE POLITICHE DELLA FAMIGLIA nel 2008 stanziati 346,5 ml. per l’anno in corso disponibili 51,5 ml, -FONDO PER LE POLITICHE GIOVANILI finanziato con 137,4 ml nel 2008, oggi stanziati 12,8 ml, -FONDO NAZIONALE PER L’ACCESSO ALL’ABITAZIONE nel 2008 stanziamento per 205,6 ml, nel bilancio attuale risorse per 32,9 ml, -FONDO PER L’INCLUSIONE SOCIALE DEGLI IMMIGRATI stanziati nel bilancio previsionale per il 2008 euro 100 ml, mai rifinanziati dell’attuale governo. Queste alcune delle voci più significative dell’area prettamente assistenziale, altri fondi previsti per l’area educativa, pari opportunità e il servizio civile le ometto per non appesantire la lettura. Se c’era ancora qualche dubbio è ormai ben chiaro chi è chiamato a pagare la crisi: la paga chi ha di meno, chi ha di più ha anche il potere di pretendere ancora e sempre di più, noi massa, gente qualunque abbiamo la possibilità di mandarli a casa… facciamolo e al più presto! Lidia Mendola Informa Servola 4 MAGGIO 2011 Assuefazione? Nemmeno per sogno! Come l’assuefazione a un farmaco che ne annulla l’efficacia a causa della prolungata somministrazione. L’aforisma del “non c’è limite al peggio” trova sostanza quando “l’abilità”, rafforzata dal potere del danaro, si pone al servizio della demagogia. E’ così che una democrazia, anche quella ritenuta più solida, si può tramutare in qualcos’altro. E’ ciò che sta accadendo in Italia dove quotidianamente viene sovvertito l’ordinamento a colpi di piccone facendo leva sugli istinti della pancia, di paure e di rivalità mai sopite, del nord e del meridione, di veneti e lombardi. Istinti antichi che andrebbero semmai governati e non alimentati come strumento di divisione finalizzato al consenso. Accade che non fa nemmeno clamore più di tanto l’avvilimento delle istituzioni: di un’Italia inerme di fronte alla violazione dei suoi principi democratici. Collusa nell’etica politica da una compagine parlamentare asservita. Comprata, quasi proprietà privata, al mercato del parlamento in cambio di incarichi istituzionali. Oltraggiata dalla “monnezza” di Napoli nascosta sotto un gigantesco tappeto di omertà affinché non figuri la reale entità della catastrofe ecologica futura. Sfigurata nella tragedia dell’Abruzzo dalla natura inclemente e dalla voracità di imprenditori e politici senza scrupoli. Affabulata da una sofisticata manipolazione mediatica, permette che un demagogo privo si scrupoli manometta perfino la Costituzione nella sua Prima Parte, principi etici sui quali si basano convinzioni morali comuni, senza che ciò susciti un minimo di indignazione. Dettami costituzionali stravolti solo per dare corpo al messaggio populista della “scossa all’economia” con la modifica dell’art. 41 “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali” sintetizzato in “L’attività economica privata è libera purché non esistano divieti di legge”. L’etica buttata alle ortiche. Fate ciò che volete se non è vietato dalla legge. L’esatto contrario dell’aspirazione costituzionale che determina la convivenza e le norme comportamentali sulla base di principi etici e sociali, indicazioni chiaramente definite nell’articolo cancellato. Evidentemente l’aggettivo “sociale”, sinonimo di collettivo, evocava significati antitetici e troppo distanti dall’individualismo propugnato in quel messaggio. In un solo colpo, concetti morali bruciati senza la messinscena dei roghi, anzi col consenso di una popolazione che, distratta, vede in quell’atto come una sorta di liberazione da una odiosa burocrazia, certo male applicata ma che nulla ha a che vedere con la semplificazione della vita. Ma cos’altro bisognerà subire per aprire gli occhi e far riemergere quel sano sdegno popolare, anticorpo naturale a derive autoritarie. O anch’esso è stato fagocitato dal trionfo della demagogia? La Costituzione Italiana, come le principali democrazie occidentali, nei suoi principi fondamentali nasce dall’ispirazione di uomini non sospettati di essere politicamente “mancini” come Voltaire, Rousseau, Montesquieu. Ogni padre costituente che si è aggiunto alla nobiltà di quell’ispirazione ne ha accresciuto la dimensione rendendola universale. Meno male che esistono ancora settori della società civile ancora sensibili al valore della convivenza come i pensionati dello SPI che, fuori da logiche sindacali, con la consapevolezza dell’esperienza e del rischio latente all’assuefazione, hanno assunto l’onere di far conoscere ai giovani l’importanza della Costituzione, ripresa poi da questi in tutti i suoi significati più profondi attraverso sensibilità e riflessioni trascritte nei temi dedicati ad Essa. Per questo i valori della costituzione e della democrazia vanno custoditi, difesi ad ogni costo e dedicati al futuro. A loro! Giuseppe Sica Servola: solo un dormitorio? I negozi stanno scomparendo da Servola e basta fare una passeggiata per rendersene conto. Non voglio ripetere le solite cose ma fino a non più di dieci anni fa, la situazione era molto diversa e anche se non si trovava proprio di tutto, almeno i negozi di alimentari non mancavano. Da quando i supermercati sono aumentati come funghi, i negozi nei rioni hanno iniziato a chiudere, sia per i costi di mantenimento troppo alti, sia per il diminuire progressivo dei clienti. Siccome si sa che l’età media della popolazione è abbastanza alta, si può dedurre che ci sono molti anziani e che non tutti hanno la fortuna di avere dei figli o parenti che li accompagnano a fare la spesa. Quelli che si arrangiano da soli, trovano il necessario nei pochi negozi del rione, mentre gli anziani più arzilli possono prendere l’autobus e raggiungere il più vicino centro commerciale. Inoltre, sia alcuni negozi del rione, sia i supermercati vicini, portano la spesa a domicilio alle persone che lo richiedono e questo risulta molto utile. Il nostro rione è diventato simile a quei paesini friulani semideserti con qualche bar e pochi negozi, con la differenza che qua i posteggi sono ben pochi e non certo sotto casa, visto che vige quasi dappertutto il divieto di sosta. A proposito di bar, adesso ne abbiamo uno nuovo inaugurato da poco alla Trattoria “Bella Trieste” gestito da Daniele e Maura, mentre la gelateria “Sommariva” di Marta ha chiuso dopo oltre sessant’anni di onorata attività, con sommo dispiacere degli avventori visto che era un luogo simpatico dove ritrovarsi per fare due chiacchiere. Lo storico “Caffè De Marchi “ invece tra breve cambierà gestione e gira voce che il nuovo gestore sarà un cinese. Il primo gennaio di quest’anno ha chiuso anche la panetteria di via di Servola, ma dopo poco più di un mese ha riaperto con una nuova gestione. C’e da segnalare che l’anno scorso ha aperto un nuovo negozio di abbigliamento al posto del negozio di Foto-Ottica, il che è positivo dopo tante chiusure, ed infine che la Salumeria al centro di Servola (ex Ugo) tra pochi giorni cambierà gestione. Per quanto riguarda i centri commerciali, è stata fatta una raccolta di firme per le aperture domenicali dei negozi durante tutto l’anno in modo che i giovani possano avere la possibilità di lavorare, ma per il momento la situazione è un po’ confusa. Difatti fino a giugno sarà aperto tutte le domeniche e in seguito si vedrà che cosa decideranno. Per finire una riflessione. Sarà anche comodo e conveniente andare al centro commerciale ed avere a disposizione tanti negozi tutti assieme, purtroppo però non ci si rende conto che man mano che questi centri proliferano, le botteghe rionali lentamente spariscono e le vie diventano sempre più tristi e deserte. In questo modo sta venendo a mancare una parte importante nella nostra vita sociale, cioè il rapporto tra cliente e negoziante abituale, oltre alla possibilità di incontrare i conoscenti sia nelle botteghe che per le vie del proprio rione. Tatiana MAGGIO 2011 Informa Servola 5 Un bilancio di fine mandato L’opinione della Presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat In che modo è possibile incentivare lo sviluppo del territorio? Il territorio richiede velocità di decisioni e di realizzazione per guardare a uno sviluppo complessivo che ne premi le specificità intese come risorse per il futuro. I progetti concreti che abbiamo in mente di sviluppare nei prossimi anni devono essere costruiti rielaborando la nostra identità, quella identità che ci rappresenta al meglio e di cui andiamo fieri, quella unicità nella quale riconoscerci per costruire strategie e vincere le sfide. La parola chiave è integrazione. Economia, infrastrutture, innovazione tecnologica e ambientale, cultura non devono essere un mix indistinto e casuale, ma un mosaico armonico per una crescita integrata, possibile e sostenibile. In questo momento di crisi è opportuno poi intervenire nel sistema di inclusione sociale e affrontare il problema del lavoro, della difesa dell’occupazione, guardando con particolare attenzione anche all’inserimento delle donne, delle persone con disabilità, degli immigrati. Sono molte le potenzialità di questo territorio che rappresentano i punti di forza della crescita. Dare valore e promuovere quanto di unico e di specifico possiede la Provincia di Trieste è l’ impegno ci siamo assunti nel precedente mandato e che intendiamo proseguire. Quali sono le altre sfide da affrontare per il futuro? Se parliamo di futuro della provincia di Trieste è impossibile prescindere dalla dimensione europea di questo territorio. Dopo l’abbattimento delle frontiere con Schengen, e in vista dei futuri processi d’integrazione - in particolare della vicina Croazia - la collaborazione internazionale e transfrontaliera appare più che mai presupposto essenziale allo sviluppo. E’ una sfida in parte già intrapresa con l’attivazione nel 2006 di un ufficio affari comunitari. La Provincia – lo abbiamo già sperimentato – esercita un ruolo chiave nell’ambito del reperimento di risorse comunitarie, elaborando strategie progettuali e fungendo da cerniera tra le istituzioni e le realtà produttive. Abbiamo dimostrato di saper utilizzare gli strumenti offerti dall’unione Europea, partecipando ai vari Programmi Interreg sia da capofila con gli opportuni cofinanziamenti sia da partner, in progetti proposti da altri soggetti qualificati del territorio, offrendo in tal caso a disposizione un supporto tecnico grazie al quale il territorio ha beneficiato di investimenti per oltre 13 milioni di euro. Conosciamo la Sua attenzione alle questioni dell’ecologia e del rispetto dell’ambiente: oltre al contributo per l’installazione del fotovoltaico, a quali altre iniziative pensa per incrementare il ricorso alle fonti di energia alternative? L’ambiente è un tema centrale su cui costruire e pianificare lo sviluppo sostenibile dell’intero territorio. Nell’ambito delle specifiche competenze provinciali è nostra intenzione proseguire nelle azioni mirate alla riduzione dei gas serra e al risparmio energetico attraverso l’incentivazione dell’uso di fonti rinnovabili. Andremo avanti con il programma di riduzione di inquinanti specifici quali l’amianto, con lo sviluppo programmatico della raccolta differenziata, con le verifiche sulle emissioni di impianti termici. Lo sviluppo di nuovi ulteriori programmi finalizzato all’impiego di fonti rinnovabili è ulteriore obiettivo essenziale. In particolare saranno implementati gli interventi progettuali avviati o in atto in materia di riduzione delle emissioni inquinanti e di incentivazione dell’utilizzo di fonti da energia rinnovabile anche in accordo, a livello sperimentale. Con gli Istituti scientifici di valenza nazionale e internazionale presenti sul territorio. Intervista a cura di U.G. Leggende nucleari, tutta la verità sul fabbisogno energetico nazionale Dalle centrali atomiche francesi l’Italia importa solo l’uno per cento dell’elettricità totale che consuma. “Che senso ha continuare a snobbare il nucleare? Alla fine lo importiamo dalla Francia, tanto vale portarcelo in casa”. Lo sentiamo ripetere come un mantra ogni volta che si tocca la questione dell’atomo. Ma è veramente così? In realtà, se si considera il mix medio energetico nazionale, la percentuale di energia nucleare effettivamente utilizzata in Italia è pari ad appena l’1,5% del totale. Ma c’è un’altro dato da considerare. Consultando i dati pubblicati da Terna si scopre infatti che l’Italia dal punto di vista energetico è tecnicamente autosufficiente. Perché allora importiamo energia dall’estero? E perché vogliono costruire le centrali? Perché conviene. Soprattutto di notte, quando l’elettricità prodotta dalle centrali nucleari, che strutturalmente non riescono a modulare la potenza pro- dotta, costa molto meno, perché l’offerta (che più o meno rimane costante) supera la domanda (che di notte scende). E quindi in Italia le centrali meno efficienti vengono spente di notte proprio perché diventa più conveniente comprare elettricità dall’estero. “E se dovesse succedere un incidente in una delle centrali dei paesi confinanti?”. Beh, non ci sarebbe da rallegrarsi, ma ancora una volta i dati possono esserci (un po’) di conforto. Le tre centrali nucleari più vicine all’Italia sono in Francia 100 Km, in Svizzera, 100 Km dal confine e 220 Km da Milano e in Slovenia a Krško, verso il confine con la Croazia, a 140 Km da Trieste. Ammesso che si possa usare come riferimento il disastro di Černobyl‘, in caso di incidente sembra che la più alta esposizione alle radiazioni si verifichi nel raggio di 30-35 chilometri dal reattore. Quindi nelle nostre valli alpine e nelle grandi città del nord si possono dormire ancora sonni abbastanza tranquilli ri- spetto all’eventualità che si costruisca un reattore dentro i confini nazionali. Tratto dal quotidiano “il Fatto Quotidiano”, domenica 27 marzo 2011 Miei cari, ricordiamoci che con la costruzione di centrali nucleari girano miliardi di euro. I nostri euro,le tasse di noi cittadini (quelli che le pagano). Ora, sappiamo bene cosa succede in Italia ogni qualvolta vi sono giri di “affari” multimiliardari vero? Ecco il perché “servono” le centrali nucleari, non certo per noi cittadini che continueremo a pagare l’elettricità fior di quattrini, perché l’uranio costa, la costruzione delle centrali deve essere ammortizzata in qualche modo, la gestione delle scorie è costosa, e infine la dismissione delle centrali stesse è costosa. Risultato i soliti noti ingrasseranno bene bene i loro conti bancari, mentre noi continueremo a pagare, pagare, pagare. v.f. Informa Servola 6 MAGGIO 2011 Il negozio di vicinato e la vivibilità nei quartieri di periferia Sempre di più nei paesi e nei quartieri di periferia i piccoli negozi chiudono; contemporaneamente crescono, più lontano, supermercati e centri commerciali. A molti cittadini può piacere, può far comodo; alla vita del quartiere, agli anziani, a chi ha difficoltà a raggiungere mercati lontani, questa evoluzione dei punti-vendita non piace, crea difficoltà e problemi. Allora, per una saggia politica nell’interesse dei cittadini più fragili, anziché favorire il grande centro commerciale, sarebbe più opportuno incentivare, sostenere quei negozianti che, con fatica e sacrificio, mantengono il loro piccolo puntovendita familiare, vicino a casa, in cui ci si incontra, si scambiano quotidianamente con vicini e conoscenti quelle due parole che aiutano a combattere la tragica piaga della solitudine degli anziani. Negozianti che si informano e si attivano se un cliente da qualche giorno non si vede! C’è qualche candidato sindaco che trovi l’idea interessante? U.G. È scomparsa una parola: ONORE Abbiamo letto di un ministro tedesco che si è dimesso per il solo fatto di aver inserito nella sua tesi di laurea un brano ripreso da un testo non suo, senza citare la fonte. Ma sono matti questi tedeschi? Così può pensare un italiano, confrontando episodi come questo con quello che succede da noi, con i nostri parlamentari e governanti, spesso super inquisiti e molti anche già condannati. O come molti nostri manager, da Tanzi e Cragnotti a Geronzi, che pretendeva di controllare una società gloriosa, per molti aspetti fiore all’occhiello del nostro Paese, come le Assicurazioni Generali. E pensare che ai nostri vecchi tempi un politico, per molto meno, si sarebbe addirittura sparato un colpo di pistola ! Cari lettori, cari cittadini: è scomparsa però anche un’altra parola: Indignazione! È possibile che noi non si sia più capaci di indignarci, di reagire di fronte a questa vergogna, che ci rende più poveri, sia economicamente che nell’immagine di noi che diamo al mondo? Coordinamento Donne Prosegue l’esperienza del Coordinamento Donne dello SPI-CGIL del Distretto Est. Ci incontriamo ogni 15 giorni di giovedì; agli incontri partecipano sistematicamente circa 13/18 donne che sempre di più si affiatano e intervengono sollevando problemi, riflettono e trovano complicità con le altre. Abbiamo riflettuto sulla riduzione dei servizi in sanità, abbiamo sollevato dentro e fuori della CGIL i disservizi relativi alla questione “presentazione delle domande di invalidità civile”; cerchiamo di raccogliere le istanze che vengono dal territorio per incanalarle negli ambiti istituzionali al fine di trovare soluzioni idonee. Non è sempre facile, anzi non è mai facile dato che in questo momento il governo della cosa pubblica è concentrato sul taglio delle spese sottoponendo il cittadino a sacrifici, ma noi non molliamo, non vogliamo mollare nonostante le difficoltà. Riteniamo che la crisi non possa essere pagata dai più deboli. Abbiamo partecipato alla manifestazione “se non ora quando” del 13 febbraio ed è stato bellissimo, perché eravamo in tante anche in questa tranquilla città di provin- La magistratura e gli strumenti di indagine La magistratura e gli strumenti di indagine. Corruzione e concussione: è successo veramente! Dice uno! Corruzione e concussione: non è vero, è una balla! Risponde l’altro! Ma senza intercettazioni e libertà di stampa, cosa se ne saprebbe? Nulla! Ma proprio per eliminare le intercettazioni, bloccare il lavoro della Magistratura e dell’informazione il Governo e il Parlamento sono impegnati a tempo pieno. Ai cittadini interessa di più il lavoro che manca, le pensioni sempre più povere, il 30% dei giovani disoccupati, l’economia italia- na che non cresce, non si sviluppa, l’ambiente degradato che al primo maltempo causa crolli e allagamenti? Al Governo tutto questo non interessa. Interessa invece far sfuggire il presidente del consiglio (con la p minuscola, uomo-vergogna dell’Italia nel mondo) dai tanti processi in corso, in cui sarebbe sicuramente pesantemente condannato. E, come dice il suo compagno d’avventura Galliani, assieme a Confalonieri, se non facesse così, “saremmo tutti e due in galera o sotto i ponti”. È questo un bene per la democrazia e per il cittadino? cia; eravamo in tante a protestare, eravamo in tante a chiedere una diversa rappresentazione del corpo e delle questioni femminili, eravamo in tante a chiedere le dimissioni di un governo incapace di dare risposte efficaci ai bisogni delle donne. La scrivente inoltre è stata designata dal Distretto Est come componente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Muggia, anche al fine di inserire le istanze del Coordinamento in un ambito istituzionale. In tale contesto si è organizzato un seminario sulla questione femminile con incontri mensili con i servizi sociali e sanitari dell’Ambito 1.3 (Muggia-Dolina). Il seminario ha lo scopo di informare la cittadinanza delle risorse messe in campo dai servizi e dei disagi delle donne del territorio. I prossimi incontri in calendario sono: il 20 maggio alle ore 17.30 col Servizio per le Dipendenze e il 17 giugno, sempre alle 17.30, col Centro di Salute Mentale. Vi aspettiamo numerose sia nel gruppo di coordinamento che negli incontri pubblici, anche per riconnettere una comunità tentata dalla disgregazione e dall’isolamento. Lidia Mendola Togliere ai poveri, dare ai ricchi Questi signori (la sinistra) continuano ad esser convinti che il fine della politica sia quello di redistribuire il reddito in modo da intervenire con la tassazione per far si che possa avvenire questa redistribuzione, e ciò che propongono è di rendere eguale il figlio del professionista con il figlio dell’operaio, di togliere cioè al ceto medio per dare a quella che ancora chiamano la classe operaia. Ipse dixit Silvio Berlusconi, TG1, 30 Maggio 2007 MAGGIO 2011 Pepi e le elezioni Oggi poche brevi e curte parole. Ve fazo subito una domanda: dove pensè de andar domenica 15 maggio? Aah, gavè de andar de zia Marietiza a Coloncovez per vardar come che ghe cressi el matavilz. Aah. E partì alle sei e Informa Servola SU E ZO PER SERVOL A trequarti de matina e tornè dopo le dieci e mezza de sera. Capisso, capisso....... dovè controllar foia per foia.... e cussì no riverè andar a votar. Logico, se impegnai, poveri, no come tuti quei che no andarà a votar, ma al bagno o in osmizza su pel carso, nooo, voi gavè de far! Si cocoli, capisso, ma mi lunedì matina, alle sei e trequarti in punto, vegno sotto de casa vostra, e co la manera butto zo la porta, pulito ve strasino zo del leto, e come che se, se: camisa de note, mudandoni de fustagno o nudi come che mama ve ga fato, VE PORTO A PIADE IN TEL C.. DAVANTI AL SEGGIO A VOTAR!! E guardè che no scherzo. Quei che no vota, no dovessi gaver più diritti civili, perchè se no i senti la responsabilità de esser protagonisti de sto diritto - dover no i xe degni de far Far pipì in strada è una vergogna; giusto il provvedimento comunale che prevede una ammenda di cinquecento euro per chi viene colto sul fatto. Nonostante l’importo sia veramente considerevole, superiore a una pensione minima, in questi due anni sono state elevate parecchie multe per questa infrazione. Trieste, è noto, ha un alto numero di cittadini anziani, con un alto senso civile, molto autonomi e che amano le passeggiate; si vedono dappertutto con ogni tempo, in centro, sul Carso, nelle periferie. Io sono uno di questi anziani che gira molto. Bene, non mi risulta che da Miramare fino a Borgo San Sergio esistano servizi pubblici tranne un orinatoio per soli uomini al porticciolo di parte de una società civile, fatta de leggi e regolamenti che vien decisi da chi che xe eletto e i cui effetti casca sulle teste, nel ben e nel mal, sia de chi che vota che de chi no vota. E ve dirò de più, a queste elezioni xe più importante che mai andar a votar, e votar come che se devi, valutando sai ben chi che se sielzi, perchè se anche stavolta vien su sti lugheri, per Trieste xe proprio finida. Dovemo combatter co le onge e con i denti per costruir novi futuri per sta disgraziada de città, no continuar a viver de speranze, sogni e false promesse. Dovemo poder gaver futuri che viveremo e goderemo sia noi che chi vegnerà dopo de noi. E tornar a esserghe, anche andando a votar, fa la differenza. Altrochè se la fa. Mi e Marici savè che contrastemo sempre, che la me disi che Far pipì, dove? Barcola (nella pineta di Barcola ce ne sono due, a gettone, ma quasi sempre fuori servizio). Purtroppo far pipì a una certa età è un’esigenza che si presenta molto spesso. Entrare in un bar per usare i servizi comporta una consumazione (quasi sempre bisogna chiedere la chiave alla cassa). Oltre alla spesa, si tratta di una bevanda che, anche se è caffè, è comunque diuretica. Quante bevande per una passeggiata fino al ritorno a casa? 7 son un tumbaro e mi che ela xe una crodiga, ma su questo semo perfettamente daccordo: el voto xe sacro, perchè xe l’unica arma che gavemo in man per farghe calar le ale a sti manigoldi mascalzoni che se gavemo ingrumà e cavarseli dei totoli. Marici mia, la ga cavà del cassettin le tessere elettorali za de do settimane e la lega messe sulla psiche in camera. Oddio, mi gavessi preferido che piuttosto de meterle tacade dela Madonna de Lourdes co l’acqua, la fossi vizin alla mia titovka un fià magnada dei tarli, con la stella rossa che la xe pozada là de più de sessantacinque anni. Però, volè che ve digo? Visti i tempi, giuro che se quella madonna fa el miracolo, mi a Lourdes ghe vado per bon. In pellegrinaggio, con la titovka in testa, ma giuro che ghe vado. E porto anche Marici, chissà che no se manifesti un altro miracolo e che no torno indrio con un pataton che no finissi più? Bon, dopo le elezioni se saveremo dir!!! ANDE’ A VOTAR! Ogni provvedimento comunale dovrebbe tendere ad educare il cittadino per migliorare la qualità di vita della comunità. In questi due anni mi aspettavo che si sarebbe avviata la seconda fase, quella cioè della realizzazione di servizi igienici in punti strategici del comune, provvedendo provvisoriamente alla sistemazione di servizi mobili come quelli che vengono messi in occasione dei grandi eventi (Barcolana ecc.). Gradirei fermamente che il Comune iniziasse subito con il posizionare questi servizi mobili in centro e nelle periferie, ben distinti uomo/donna. A Servola si potrebbero piazzare intanto nei due parcheggi di via di Servola e via San Lorenzo in Selva. Giuliano Della Nora Scuola elementare di Servola: una foto dei primi anni ’40! Un appello ai nostri lettori: qualcuno si riconosce in questa foto? Sarebbe simpatico che, grazie al nostro giornaletto, qualche scolaro, anche se ormai anzianotto, potesse ritrovarsi con i compagni di allora. Scriveteci o telefonateci: vi metteremo in contatto! La Redazione Informa Servola 8 Ricetta per il mese di maggio Come avete trascorso il periodo di Pasqua? Mangiando!!!, si dice di solito. Ed è proprio così che di solito si passano i giorni di festa, a tavola con amici e parenti o in qualche locale come vuole l’uso moderno del terribile “fuori porta”. Che brutto modo di dire, perdonatemi, ma una volta si andava in gita, oppure “tutti in clapa andemo in prà”, se non in giro per frasche e osmize del carso dove se si ordinava il vino il proprietario chiudeva un occhio per le “carte” che gli ospiti si portavano dietro. Oggi non ci sono quasi più prati, e se ci sono, sono recintati e se non sono recintati alla voglia di tirare fuori il plaid, e imbandire con radiceto e ovi duri, persuto, pan, vin, carne panada, ecc. ecc.si sostituisce l’incubo delle zecche, ormai onnipresenti, in quasi tutte le stagioni. Bei tempi, quelli passati, dove per star bene ci voleva così poco, quando le zecche c’erano comunque ma non facevano paura, solo schifo e il disturbo principale era dato dalle formiche onnipresenti ospiti di tutte le scampagnate in compagnia. La ricetta che vi propongo oggi è pensata per utilizzare le uova sode, che avete colorato come tradizione vuole, per Pasqua e adesso si “remenano” in giro per casa. Due semplici utilizzi, che diventano piatto e non recupero. 1) Uova alla russa: uova sode; ce- Servola in cusina triolini, capperi, una falda di peperone rosso sott’olio o in agrodolce, senape, tonno all’olio di oliva, sale e pepe, insalatina o radicchio. Le quantità sono da misurare in base a quanti uova si hanno, comunque una scatola di tonno grande va per circa sei uova. Preparazione: sgusciare e tagliare le uova in due per il lungo. Tritare finemente cetriolini, capperi e peperone. Togliere i tuorli e schiacciarli in una ciotola con una forchetta; unite il tonno scolato dall’olio e sbriciolato, poi unire una cucchiaiata di senape, sale e pepe e mescolare finchè tutti gli ingredienti non si sono amalgamati. Riprendere le mezze uova, riempire l’incavo lasciato dal tuorlo con una parte del composto, cercando di non farlo strabordare e adagiatele su un letto di insalatina o radicchio, conditi al momento. Fatele riposare in frigo. Per ultimo date una spolverata di pepe appena macinato. 2) Insalata di uova e asparagi: uova sode; asparagi lessati, bianchi, verdi o misti (anche in scatola vanno bene); maionese; sale e pepe; N.B: uova e asparagi devono essere in pari quantità. Preparazione: sgusciare e tagliare le uova, prima a metà per il largo e poi a spicchi. Scolare gli asparagi e tagliarli a tocchetti di circa due centimetri. Se gli asparagi sono in scatola, farli scolare molto bene prima di tagliarli e asciugarli con una carta da cucina. Mettere in una ciotola, le uova, gli asparagi , il sale, poco pepe e la maionese. Mescolare con delicatezza. Il composto può essere usato semplicemente su fette di pane, leggermente tostate o come accompagnamento a piatti di pollo, pesce in bianco, in particolare con il salmone fresco. Ricordatevi che una macinata di pepe, bianco o nero darà un profumo in più al piatto. Marghet Notizie utili L’Inps ed il PIN Da qualche anno l’Inps scarica sui cittadini e sui Caf tutta una serie di incombenze che a “loro” creano fastidio. L’ultima trovata si riferisce alla notizia che i pensionati trovano nella lettera che stanno ricevendo: “non ti comunicheremo più per lettera l’importo della tua pensione, ma potrai conoscerlo, assieme ad altre notizie, ricorrendo tramite il tuo computer al nostro sistema informatico utilizzando il PIN!” E via con sigle, codici, password ed altre diavolerie. Certo, molti pensionati facilmente si adegueranno; ma altrettanti molti entrano in crisi, corrono allo Spi e, spaventati chiedono: “cossa se sta roba? I me ciol la pensione?” Cari pensionati, non vi spaventate. E’ solo il governo che cerca di renderci la vita più facile e semplice; ma per fortuna nelle nostre Leghe lo Spi saprà chiarirvi il mistero e aiutarvi nella soluzione! Fortuna che lo SPI c’è! MAGGIO 2011 Museo civico di storia naturale: vogliamo che i giovani lo frequentino! Da molto tempo desidero accompagnare i miei nipoti al Museo di storia naturale. Prima ho aspettato che aprissero la nuova sede da tempo in allestimento, poi finalmente ho trovato il posto in via del Tominz n°4, infine ho scoperto che dovrò aspettare le vacanze estive per soddisfare questo mio desiderio in quanto l’orario di apertura è “dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00”, lo stesso della scuola dell’obbligo che frequentano i miei nipoti. (gdn) “ Come dice il Filosofo! In democrazia conta chi comanda, ma ancor più conta il controllo su chi comanda. Ecco il valore della nostra Costituzione. Convenzioni ” Per molti pensionati (e non solo loro) la borsa della spesa è diventata un problema. Ecco perché lo Spi è a caccia di convenzioni. Il nostro Sindacato è impegnato anche nella battaglia per la difesa del potere d’acquisto delle pensioni. Per questo, nel confermare tutte le convenzioni già stipulate, presentate nei precedenti bollettini e nell’opuscolo che i nostri iscritti hanno ricevuto assieme alla tessera 2011, Vi segnaliamo alcune importanti novità. Per altre ci stiamo attivando! SETTORE ALIMENTARE - “Un mercoledì da pensionati”, con lo sconto del 10% e altre facilitazioni, è l’importante accordo stipulato con Crios-Panapesca di via Madonnina 4/a, tel. 040.766668 - “La pescheria Nicolò”, quella di via Benussi 2, tel. 040.9981440, al mercoledì offre una borsa della spesa formata in base al pescato del giorno al prezzo speciale di €10; nelle altre giornate, agli iscritti CGIL viene praticato lo sconto del 15% SANITÀ - Progetto Dentale Welfare, numero verde 800 910 637 - Casa di Cura Pineta del Carso, Aurisina, tel. 040.3784.111 - Studio dentistico “Alfa-Srdoci” di Fiume-Rijeka - Terme Istriane “Miamedica Istra, Istarske Toplice a S.Stefano-Livade - Valamar Hotel&Resort, con diverse ubicazioni sulla costa istriana, tel. 00385.52.862 070 Inoltre colorifici, librerie ed altro ancora! Maggiori informazioni presso le nostre Leghe. Hanno collaborato a questo numero: TIZIANA CIMOLINO, GIULIANO DELLA NORA, VLADIMIR FURLAN, OLIVIERO KOKOSAR, PEPI KUKERLE, MARGHET, LIDIA MENDOLA, UGO PIERRI, SUSANNA RIVOLTI, GIUSEPPE SICA, TATIANA, GIORGIO UBONI Stampa: Tipografia Arzioni Trieste