InformaServola
OTTO
BRE 2
008
SPI-CGIL Sindacato Pensionati Italiani - Distretto Est - Lega di Servola - via di Servola, 29 - Trieste
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( 040830886
CONTRIBUTO VOLONTARIO
Inflazione e
costo della vita:
un primo passo
Torniamo sull’argomento, al centro dell’attenzione e delle preoccupazioni di tutti noi.
Abbiamo spesso richiesto una valutazione sugli esiti che potrebbe dare un paniere
che fosse mirato alla tipologia di spesa degli
anziani (i beni essenziali, quali pane, pasta,
benzina e tariffe pubbliche …), così diversa da quella dei giovani e da quella di una
famiglia media. Finalmente l’Istat, su indicazione del governo Prodi, ha effettuato una
sperimentazione il cui esito, come da noi
sempre sostenuto, ha confermato: l’inflazione per un anziano-tipo raggiunge oggi il
6-7% annuo. ….
Questo mentre quella generale ha ormai superato il 4,1%!
Probabilmente un paniere dedicato ai soli
anziani non è concretamente praticabile: ma
questa rilevazione deve essere capita dal
governo, ed usata dai partiti, dai sindacati e
dalla società civile tutta, per arrivare ad una
soluzione positiva per tutti quegli anziani
che ormai hanno perduto tra il 20 e il 30%
del potere d’acquisto delle loro pensioni.
---------------------A metà agosto una prima vittoria per le
nostre richieste: parziale, insufficiente, ma
pur sempre una presa d’atto di questo governo della vergognosa posizione assunta: a
fronte di un’inflazione arrivata a questi livelli, è stata riconosciuta a tutti i pensionati una
rivalutazione dell’1,7%
Pare quasi fatto apposta!
Dopo una breve pausa estiva, il piazzale
antistante la Risiera di San Sabba torna
ad essere utilizzato come sede per spettacoli viaggianti. A settembre il Circo di
Vienna; fra tre mesi, come di consueto, saranno le attrazioni del Luna Park
a dividere lo spazio con il Monumento
nazionale, testimone delle nefandezze
compiute dal nazifascismo.
Ogni anno qualcuno protesta contro lo
scarso rispetto dimostrato dall’amministrazione comunale che continua imperterrita a concedere l’autorizzazione affinché queste manifestazioni si svolgano
nel Piazzale.
Dopo le rimostranze pubbliche, regolarmente arrivano le giustificazioni approssimative dell’assessore in carica.
Ogni tanto a qualcuno viene il dubbio
che per questa Giunta esistano monumenti di serie A e quelli di serie B e
viene subito accusato di riaprire vecchie
ferite, di fomentare inutili attriti.
E così, tra un botta e risposta, due righe sul quotidiano locale, una smentita,
una promessa che dal prossimo anno ci
sarà un sito alternativo, ciò che resta del
campo di sterminio divide il suo spazio
tra zucchero filato, tigri anestetizzate,
autoscontri, trapezisti e tendoni variopinti.
Ed in nome del “politically correct”,
eredità d’oltreoceano, tutto tace!
Sono trascorsi più di sessant’anni da
quando, verso la fine del 1943, lo stabilimento per la raffinazione del riso venne
trasformato in campo di prigionia, smistamento per le deportazioni e campo di
sterminio, “grazie” alla realizzazione di
un forno crematorio collaudato il 4 aprile del 1944 con i 70 ostaggi fucilati al
poligono di Opicina.
La generazione di coloro che sono “passati per il camino” ha ancora memoria
degli eccidi; Trieste è stata il palcoscenico per la proclamazione delle leggi razziali; le celle della Risiera, dove venivano rinchiusi i prigionieri, sono piene
di iscrizioni a testimonianza della loro
tragica presenza.
E’ del 15 aprile 1965 il Decreto n° 510
dell’allora Presidente della Repubblica
Giuseppe Saragat che dichiarava la Risiera di San Sabba Monumento Nazionale: “…conservata ed affidata al rispetto della Nazione per il suo rilevante interesse sotto il profilo storico-politico…”.
Cos’è cambiato da allora? Si è forse modificato il concetto di rispetto, oppure
esistono veramente monumenti di serie
A ed altri di serie B?
Chissà!
Susanna Rivolti
consigliera VII Circoscrizione
Dice il ministro Sacconi: alle pensioni minime offriamo un paniere ad hoc (consumi
di prima necessità) e indicizziamole a quella inflazione. Se così sarà, ma è da vedere
in concreto, sarebbe proprio quello che da
anni stiamo sostenendo con forza e convinzione.
Ma ovviamente il problema non si risolve
così semplicemente. Tutti gli altri? 1,7%
contro 6-7%?
Diciamo basta a questa ingiustizia, all’impoverimento del lavoro dipendente e dei pensionati: riflettiamo e organizziamo la nostra
risposta, per un autunno che non vorremmo
fosse caldo, ma così stando le cose potremmo non avere alternative.
Casermone a Servola,
riprendono i lavori
Sono ripresi i lavori al casermone di via Zara,
esattamente dopo un anno in cui lo scheletro di
cemento faceva bella mostra di se, con le erbacce
che nel frattempo sono ricresciute rigogliose e lo
abbracciano da tutti i lati; con le sue impalcature
che vibrano paurosamente sferzate dalla bora, e
quando piove torrenti senza guida che si riversano nei poderi delle casette sottostanti.
Finalmente i mattoni coprono i buchi dello scheletro, le prime finestre prendono forma. Cosa diventerà questo grandioso edificio con l’accesso dal
vicoletto di via Zara? Le agenzie che avevano in
vendita gli appartamenti, le cantine e i box non
ne sanno più nulla. Alle concessioni edilizie del
comune non risulta niente di nuovo; dicono che
la destinazione d’uso può essere modificata anche
a fine opera. Dicono inoltre che se sono ripresi i
lavori potrebbero aver ceduto in blocco tutto il
cantiere, magari all’A.T.E.R…..
Niente di tutto ciò! Sentendo un muratore sul posto sembra proprio che il casermone diventerà un
condominio con i suoi 24 appartamenti che saranno posti in vendita direttamente dal costruttore.
Salvo proroghe i lavori dovrebbero essere ultimati entro settembre del prossimo anno, c’è tempo!
Un consiglio ai residenti di via Zara e ai futuri
servolani che acquisteranno i nuovi appartamenti: attivarsi da subito con gli enti preposti affinchè
il vicolo sia reso consono alle nuove esigenze. Chi
ha tempo….
Giuliano Della Nora
Informa Servola
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OTTOBRE 2008
Giustizialismo e garantismo:
una contrapposizione
strumentale e opportunistica?
Una opinione personale: riceviamo e pubblichiamo, chiedendo però ai lettori un loro commento.
Grazie!
Nei mesi scorsi il governo, anziché occuparsi dei
problemi della gente, ha impegnato il parlamento
a salvare il Premier dalla condanna per quel reato
che pare certo: aver corrotto, tramite l’avvocato
Mills, i giudici che indagavano su reati di truffa
compiuti tanti anni fa.
Una riflessione di carattere generale si impone, per
capire l’atteggiamento del comune cittadino italiano. Dell’opinione degli stranieri sappiamo già. Fa
dire Bush, con una velina distribuita ai giornalisti:
… Italia paese di corrotti e corruttori, governata
da un corrotto, giunto al potere tramite l’uso spregiudicato di ricchezze accumulate (come?) e controllo e manipolazione dell’informazione… Una
velina che non è stata certo un errore di qualche
funzionario, anche se poi sono seguite scuse formali: questo è quello che pensano di noi. Ma tutti
noi siamo così? No di certo, esiste la parte sana
del Paese. Arrivo al punto. Potere del condizionamento indotto da una certa informazione. Oggi
in Italia chi chiede il rispetto delle regole e delle
leggi, viene chiamato con un termine che ha assunto un significato spregiativo: giustizialista. Chi
Vergogna!
La giunta Tondo non ha
soldi per i più bisognosi,
per l’assistenza agli anziani, per i disoccupati, ma a
Valter Santarossa, nuovo
Presidente di Insiel, si vogliono dare 150.000 € all’anno. Per fare cosa?
Rilanciare l’azienda, caricando sulla collettività alcune inefficienze, passare
ai privati la parte produttiva e licenziando un po’ di
gente?
Per fortuna qualcuno (sindacato in primis) se n’è accorto e l’imbarazzatissimo
Tondo cerca di far marcia
indietro. Una volta servire
il paese era un onore, oggi
questi servitori sono un
onere per tutti noi.
Nota: Il precedente Presidente, l’industriale Della Valentina, percepiva
“solo” 80.000 €.
invece induce al trucco e alle furbizie, all’evasione
fiscale e contributiva, al non rispetto di un decente
livello di convivenza civile, chi considera sciocco
rispettare le regole, disprezza solidarietà ed equità,
viene chiamato garantista, rispettato ed ossequiato,
nella speranza che “come ce l’ha fatta Lui, forse,
anch’io …”.
E in nome della privacy, i garantisti minimizzano il
portato sociale di questi comportamenti, attaccano
la magistratura che indaga e bloccano le intercettazioni che hanno permesso di scoprire molti recenti
grandi crimini. Caso mai tutto questo non bastasse,
ad ogni buon conto, “proibiamo per legge di giudicare (e condannare) per reati comuni (si badi bene,
non per reati in materia di governo) le alte cariche
dello Stato”. Ben sapendo che solo una di queste
era interessata al problema. Se tutto questo crea
consenso, il cancro della nostra società è profondo: come potremo difenderci noi, che rispettiamo
ed onoriamo le regole, pratichiamo solidarietà, cerchiamo giustizia e certezza di pena per chi ha commesso reati, cerchiamo una società più giusta….
Tragicamente, afferma il politologo Giovanni Sartori, “il Paese è trasformato in un sultanato e il ministro della giustizia è diventato, assieme a tutto il
Parlamento, … lo scendiletto del Sultano”.
Giorgio Uboni
Un saluto
e tanti
auguri di serenità
A 83 anni Mario Criscenti ha deciso di godersi la pensione.
E’ stata una militanza
iniziata ancora nel periodo bellico, continuata nel Partito e nel Sindacato per tutti questi
anni con un impegno
ed una abnegazione che
dovrebbero esser conosciuti ed imitati dai nostri giovani.
Un grazie da tutti noi,
sapendo che nel bisogno
ci ritroveremo ancora,
tutti uniti.
La Redazione
Luigi Tenco e la Maestra
In clima caldo di riapertura delle scuole e dell’inizio di un nuovo autunno di lotta contro la
stupidità del “regime” a cui purtroppo troppi
italiani hanno voluto consegnare questa povera nostra Italia, vi ricordo un bellissimo brano
di Luigi Tenco: Cara Maestra. Tenco così cantava:” Cara Maestra, un giorno m’insegnavi,
che a questo mondo noi siamo tutti uguali:
Ma quando entrava in classe il direttore tu ci
facevi alzare tutti in piedi e quando entrava
in classe il bidello ci permettevi di restar seduti….”. Fulgido esempio, in queste parole,
di educazione civica e morale. Erano i tempi
del maestro unico, del grembiulino inamidato
col fiocco e con la merenda di pane e salame nel sacchetto di plastica in cartella. Tempi in cui le voci dei bimbi erano inesistenti,
poiché solo alla maestra o al maestro era dato
di parlare e al discente di rispondere solo se
interrogato. Una scuola che faceva, a seconda
dei casi, iniziare le lezioni con la preghiera o
con il canto alla santa bandiera, la scuola della
maestra che insegnava tutto, ma che se non
era troppo amante della matematica, la svolgeva senza troppa affezione, tirando su schiere di calcolatori dipendenti. Maestre-mamme
surrogate, a cui vanno spesso dolci ricordi, ma
guai ad esserle antipatici fin dal primo giorno, perchè cinque anni sono lunghi da passa-
re. Nessuno nega grandi ed indimenticabili
eccellenze,maestre e maestri che nel cuore di
generazioni di scolari sono rimasti come un
caldo e forte ricordo, ma i tempi di oggi sono
ben diversi. Questa scuola, che si va pesantemente a colpire, oggi si colloca entro le prime
cinque a livello mondiale e con i suoi nuovi programmi, il tempo pieno e modulare, la
presenza di più figure di riferimento è sempre
al passo con la rapida evoluzione del mondo
e dei bambini. Domani probabilmente i danni
delle decisioni scellerate che vengono imposte, non si possono neanche immaginare. Se si
vuol cambiare, risparmiare o ricostruire l’Italia, è proprio da tutta un’altra parte che bisogna partire, magari proprio dal suo Governo.
Ma Cara Maestra Gelmini, se così ci insegni
che siamo tutti uguali…..
Marina Coccolo
P.S. La Redazione pensa di aggiungere: Maestra (o maestro) unico andavano bene sinchè
alle elementari si trattava di asta e filetto, saper leggere e far di conto. Oggi il mondo e
la scuola sono cambiati: lingue straniere, informatica, matematica più complessa, bimbi
di varie etnie, sostegno a quelli diversamente
abili ecc., richiedono professionalità specifiche ed adeguate.
OTTOBRE 2008
Informa Servola
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Servola: da villaggio a sobborgo?
Parliamo ancora di Servola e della vita
di questo villaggio. In questi ultimi anni
varie botteghe e negozi hanno chiuso ed
è così che lentamente stanno sparendo i
punti di ritrovo e di riferimento per gli
abitanti della zona.
Nel mese di agosto, ha smesso l’attività
un negozio di frutta e verdura e purtroppo si sa che altri esercizi lo seguiranno
in futuro.
Servola assomiglia sempre più a certi
paesini del Friuli dove ci sono solo abitazioni e la domenica le vie sono pressoché
deserte. Non è che manchino bar e ristoranti, però a molti piacerebbe il ritorno
delle vecchie osterie.
Fino a qualche anno fa per le vie del villaggio, alla mattina, c’era sempre un bel
movimento di persone che andavano a
fare la spesa nei vari negozi, e lungo la
strada si fermavano a fare quattro chiacchiere con qualche conoscente. Anche
all’interno di queste botteghe si socializzava tra clienti e negozianti e giorno
per giorno, nasceva un rapporto di conoscenza e di amicizia. Una volta la gente
aveva più tempo per fermarsi a parlare, e
molte volte nasceva qualche discussione
su fatti che riguardavano la quotidianità,
e ognuno esprimeva la propria opinione.
Quando capitava qualche personaggio
simpatico dalla battuta pronta, si faceva
qualche sana risata in compagnia.
Al giorno d’oggi la gente si muove soprattutto in macchina o in scooter per andare nei tanti supermercati che si trovano
nelle vicinanze, mentre a Servola c’e il
problema dei parcheggi e dei divieti di
sosta che scoraggiano i possibili avventori.
Ovviamente non é questo l’unico motivo del calo di lavoro delle botteghe ma è
che purtroppo non si può competere con
i prezzi concorrenziali e la scelta dei supermercati.
E mentre nel nostro rione i negozianti chiudono perché il lavoro scarseggia
e le tasse da pagare superano i profitti,
i grandi imprenditori fanno a gara per
aprire ipermercati sempre più grandi o
addirittura vere e proprie città al coperto con tanto di piscine, cinema e palestre
annesse ….
La gente chiaramente viene attratta dalla
novità, e i primi tempi questi luoghi sono
molto frequentati
perché sostituiscono le passeggiate all’aria aperta.
Attivisti sindacali
Vorrei raccontarvi la storia di quattro persone. Il primo si chiamava OGNUNO, il secondo QUALCUNO, il terzo CHIUNQUE
e il quarto NESSUNO.
Dovevano svolgere un impegnativo lavoro. OGNUNO era convinto che il compito
verrà svolto da QUALCUNO. NESSUNO
lo svolse, poteva però farlo CHIUNQUE.
Per questo QUALCUNO era arrabbiato
poiché il compito poteva farlo OGNUNO.
Però OGNUNO pensava lo potesse fare
CHIUNQUE. NESSUNO però noto che
CHIUNQUE non lo fece. E’ finita così che
OGNUNO accusava QUALCUNO, perché
NESSUNO ha fatto quello, che CHIUNQUE poteva farlo.
Questa storiella mi fa venire in mente quello
che si fa, si potrebbe, si dovrebbe o sarebbe
auspicabile si facesse nell’ambito del nostro
sindacato. Lo Spi è il sindacato dei pensionati e delle persone anziane. E’ notorio che
più iscritti siamo più contiamo. Per questo a
volte per il sostegno alle vostre e nostre lotte
e rivendicazioni abbiamo bisogno della vostra presenza fisica. Avremmo però anche bisogno di volontari particolari, che siano più
attivi e pertanto chiamati attivisti. I compiti
di questi collaboratori sono un’pò impegnativi e comportano il fatto di essere presenti
tra la popolazione per la diffusione, informazione e propaganda delle nostre iniziative
sindacali, sociali e rivendicative.
E qui vorrei ricollegarmi alla storiella in
premessa.
Se CHIUNQUE è invitato a darci una mano,
OGNUNO dovrebbe sentirsi in dovere di
farlo, non vorremo però che non si presenti
NESSUNO, perché di quelli che danno una
mano adesso non ne rimanga solo QUALCUNO.
Stesso discorso nel caso delle assemblee alla
presenza delle quali CHIUNQUE è invitato. OGNUNO dovrebbe sentirsi in dovere di
portare alle stesse le sue proposte. Ma se alle
assemblee si presenta solo QUALCUNO il
risultato è già positivo, altrimenti lo sforzo
da noi profuso non sarebbe utile a NESSUNO.
E cosa dire dei momenti di lotta, dei presidi, delle manifestazioni dal sindacato organizzate. Certo anche a questi è invitato
CHIUNQUE, OGNUNO dovrebbe sentirsi
in obbligo ad essere presente, ma se si presenta solamente QUALCUNO, poi alla fine,
dal alto delle finestre dei palazzi dove si decide diranno, “ma se non c’è NESSUNO”.
Alla fine, scherzando, scherzando, vedete
come si può filosofare solamente con quattro
parole. Però seriamente vi invito, ovviamente a chi se la sente, di starci a fianco, di darci una mano anche come attivisti. Agli altri
invece un auspicio di essere maggiormente
presenti alle nostre assemblee ed alle iniziative organizzate per il sostegno alla lotta per
i diritti di noi tutti.
Scusandomi se vi ho annoiato vi invito a meditare per il vostro e il nostro futuro.
v.f.
Però tutto si esaurisce nel guardare le vetrine, perché la crisi si fa sentire sempre
di più e quelli che acquistano sono molto
pochi.
Purtroppo chi trae svantaggio da questi
cambiamenti sono le persone anziane e
sole, alle quali fa sempre comodo avere
dei negozi vicino a casa per potersi procurare il necessario.
Per non parlare dell’aspetto più importante che è quello umano, cioè poter
incontrare qualcuno per scambiare quattro chiacchiere o farsi portare la spesa a
casa. Una lamentela che ho sentito molte
volte in questi ultimi anni è la mancanza di negozi dove poter acquistare, per
esempio, una semplice lampadina o un
rocchetto di filo, perché sinceramente è
seccante dover prendere l’autobus per
queste piccole necessità.
In conclusione, nel rione di negozi ne
sono rimasti pochi, ma in compenso
agli abitanti del villaggio, com’era già
ai tempi della nascita della Ferriera, si
sono aggiunti molti stranieri e questi
sono i benvenuti purché, e penso sia un
pensiero comune, vengano per lavorare
onestamente.
Tatiana
A Boris
Pahor
Complimenti Professore.
Era ora che La conoscessero
anche gli “altri triestini” e gli
italiani tutti.
Grazie e buon compleanno, anche da parte nostra e dei lettori
dell’InformaServola.
Da un nostro
intervento
un punto a favore
dei cittadini
Il dottor Stener ci scriveva paventando che alcune cure specialistiche prestate da un medico
convenzionato non si potessero
avere più di una volta all’anno.
Interpellata al riguardo, l’Azienda Sanitaria ci ha precisato che
tale limite è inesistente.
Pertanto i pazienti possono accedere all’assistenza specialistica
accreditata senza limitazioni durante l’arco dell’anno.
Informa Servola
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OTTOBRE 2008
Nessuno è più sordo...
Nessuno è più sordo… di chi non vuol
ascoltare. Come il Comune di Trieste che
così ben interpreta il volere dei cittadini, insistendo ottusamente nel perpetrare i propri
errori e scelte sbagliate; se così, benevolmente, vogliamo limitarci a definire molte
delle decisioni prese per la riqualificazione
della nostra città. Basta guardarsi un po’ in
giro, per vedere una città che si trasforma
e spesso non in meglio. Anche nel nostro
piccolo, a Servola, dovremmo anche ringraziare chi mostra di comprendere ed interpretare tanto bene e con tanta attenzione i nostri bisogni e desideri. Quali parole
dovremmo esprimere a chi sta realizzando
quello che nessuno proponeva, poiché iniquo, facendolo passare per la sollecita riIn campagna elettorale la coalizione oggi al governo nazionale e
regionale, si impegnava a sostenere i redditi familiari; cerchiamo di capire come e se sono state
mantenute le promesse formulate
allora.
Esaminiamo i fatti!
Il governo nazionale, ancor prima del suo insediamento, ha preteso uno stanziamento pubblico
di 300 milioni a favore dell’Alitalia per ripianare parte del debito
e salvare i posti di lavoro; oggi
il debito è ulteriormente cresciuto e verrà accollato alla finanza
pubblica , i posti di lavoro in pericolo sembrano essere ben 7000.
L’Europa sanziona l’Italia per
violazione della libera concorrenza. Risultato: tutti gli italiani
pagheranno i debiti della azienda
, le eventuali sanzioni europee e i
necessari sostegni ai lavoratori in
esubero; gli imprenditori invece
rilevano la parte sana e produttiva dell’azienda .
L’Europa sanziona l’Italia per
l’abnorme cumulo di reti televisive in mano a Mediaset, il
governo Berlusconi non ritira la
concessione della rete per TV4;
gli italiani pagheranno un certo
numero di milioni all’Europa a
che Mediaset possa mantenere i
propri privilegi.
Il governo procede alla abolizione generalizzata dell’Ici sulla prime casa; il governo Prodi l’aveva
abolita per le abitazioni di valore
catastale sino a 350.000 euro (le
abitazioni del cittadino medio).
L’abolizione per tutti dell’ICI
mette in serie difficoltà i comuni
nell’erogazione dei servizi sociali, ovviamente il cittadino medio
sarà costretto a pagare di più per
l’asilo del figlio o l’assistenza agli
anziani. Inoltre non va trascurato
che per compensare le perdite il
bilancio statale taglia su tutti i
sposta alle richieste della popolazione?
Non era certo questa la richiesta di quei
1800, evidentemente visionari, firmatari
della petizione che sosteneva la realizzazione del centro polifunzionale nell’area
dell’ex cine-teatro di Servola. Ma tantè, c’è
sempre chi si arroga la competenza di sapere, meglio di tutti, quello che è giusto fare
al di là dei desideri e delle richieste della
comunità. E’ logica conseguenza quindi
pensare che nessuno di quei 1800 è stato ritenuto in grado di formulare pensieri maturi
ed ipotesi sensate, con l’unica capacità di
inseguire l’infantile e capricciosa esigenza
di avere un luogo dove fare insieme cultura
e vario intrattenimento, esercitare socialità
e relazionalità in una comunità che sta ra-
pidamente perdendo la sua identità. O forse
questa è la grande paura? Che nell’avere un
luogo in cui trovare e ritrovarsi si rafforzi
un’identità multiculturale e plurilinguistica
che ha sempre caratterizzato questo rione? E dire che nel nostro progetto tutto era
contemplato e tutto era possibile contemplare. Spazi, strutture e funzioni, tutto era
fattibile, con il finanziamento previsto per
la sua realizzazione e calibrato sulle reali
necessità del nostro territorio. Quello che
si sta realizzando ora è tutta un’altra cosa.
Meglio di quello sconcio che l’area era diventata, certamente sarà, ma farsi bastare il
proverbio “chi si accontenta gode”, di certo
non ci può consolare.
MC
Il centro destra
mette le mani
in tasca agli italiani?
servizi pubblici (scuola, università, giustizia, sicurezza, ecc…).
Per garantire l’ordine pubblico il
governo decide di impiegare anche i militari impegnando 35 milioni di euro, in compensa taglia i
fondi in dotazione alle forze dell’ordine e limita le intercettazioni
telefoniche (costano troppo o forse fanno emergere i segreti della
casta). I soldi dei cittadini utilizzati in questo modo ci renderanno più sicuri? Sin qui i progressi
non sembrano eclatanti!
Tremonti ha elaborato un “piano
casa” per aiutare, dice, le famiglie
in difficoltà; Il piano prevede la
vendita degli alloggi pubblici in
locazione per incentivare l’edilizia residenziale (la proprietà).
Praticamente si smantella l’edilizia sociale costruita con i soldi dei
lavoratori (contributi ex Gescal),
lasciando senza risposta gli strati
più deboli della popolazione. E’
bene sottolineare che l’edilizia
pubblica in Italia è oggi al 4%
mentre in Europa è mediamente
al 20% e quindi riesce ad avere
un funzione di calmiere del mercato privato. Ovviamente chi è
sotto sfratto si arrangi!
Nel frattempo il debito pubblico
che nel maggio 2007 ammontava
a 1.626,7 miliardi al maggio 2008
va a 1.647,2 miliardi di euro (dati
della Banca d’Italia) e l’evasione
fiscale sembra essere aumentata.
Ovviamente il futuro ripiano del
debito avverrà attingendo alle
tasche dei lavoratori dipendenti
e pensionati. Inoltre nel mentre
lo stato programma l’inflazione
a 1,7% l’inflazione reale corre
al 4% , quindi si ridurrà ulteriormente la capacità economica dei
lavoratori e pensionati.
Che dire del governo locale? Regione e Comune quale attenzione
pongono al disagio economico
della cittadinanza?
La Regione ha eliminato in un sol
colpo il reddito di cittadinanza (
erogazione temporanea a favore di chi per varie contingenze
della vita, soprattutto a causa del
precariato, ha un reddito annuo
inferiore ai 5.000 euro), l’istituto del difensore civico e il tutore dei minori. Inoltre intende, la
regione, modificare le norme di
sovvenzionamento per favorire
l’assunzione dei precari, si prepara a ridimensionare la normativa
della “carta famiglia” restringendo i sostegni ai minori solo se
figli di coppia legata da contratto
matrimoniale prescindendo dal
reddito. Viene così snaturata la
motivazione del provvedimento
(sostenere la genitorialità dei nuclei numerosi e con reddito inferiore a 35.000 euro annui) e mette
a rischio il principio costituzionale di eguaglianza tra cittadini
inserendo una componente discriminante di natura ideologica.
Per quale ragione logica un minore appartenete ad una famiglia
di fatto dovrebbe avere meno
sostegni nel proprio processo di
crescita ?
La costituzione italiana vincola
i governi a creare condizioni di
pari opportunità per tutti; sovvenzionare chi vive nel benessere è
uno spreco di denaro pubblico!
I tagli sul sociale vengono giustificati dalle necessità di bilancio;
risulta difficile capire perché, in
un momento così difficili la giunta decida di raddoppiare gli emolumenti (150.000 euro annui) al
neo presidente dell’Insiel.
A Trieste paghiamo l’Irpef al
massimo livello consentito, la
Tarsu è molto alta; il sindaco
giustifica l’oneroso prelievo con
l’alta qualità dei servizi offerti ai
cittadini, costoro, in base ad un
sondaggio del quotidiano cittadino, affermano di non essere per
nulla soddisfatti e che la qualità
dei servizi negli ultimi 10 anni è
gradatamente peggiorata. Risparmio l’elenco completo dei tagli
effettuati da questa giunta sul
versante socio-assistenziale, basti ricordare la soppressione del
servizio di scuola-bus, la chiusura di gruppi appartamento per minori, la compressione dei servizi
domiciliari ad anziani e disabili;
di contro con i nostri soldi l’ente locale provvede a fare statue,
spostare statue, riqualificare piazze già riqualificate, ecc…, opere
pubbliche di cui nessuno sente la
necessità!
Ciò detto appare evidente che le
tasche dell’italiano qualunque
sono sempre più vuote mentre chi
già ha tanto se le riempie sempre
di più grazie a privilegi, favoritismi ed evasione fiscale.
Il sindacato non molla , ma è necessaria la consapevolezza e l’attivazione di tutti ; la situazione è
molto difficile e per contrastare
tutto ciò necessità consapevolezza e una sana indignazione dell’opinione pubblica.
Lidia Mendola
OTTOBRE 2008
Informa Servola
SU E ZO PER SERVOL A
Pepi
e el caldo
Oh scolteme, sto istà iera tropo
caldo per andar in giro per Servola a far i mii soliti giri de controlo. A mi no me piasi el caldo e
zerco de moverme meno che posso, solo quel che servi. E po quel
che vedo me fa sempre più mal,
perché no xe proprio possibile
che se possi far zerte robe e no
trovar nissun che protesta, come
per el vecio e bellissimo muro de
piera tirà zò la dela cesa e i alberi
taiai e butai via; l’ex cine-teatro
prima abandonado e che adesso
i farà diventar, con prepotenza,
quel che i servolani no voleva,
ma che volente o nolente i se
tegnerà; le strade abandonade e
sporche, le botteghe che sera una
drio l’altra, el spirito dei servolani che pian pian se distuda e cussì via. Questo e tanto altro a mi
me iaza i sentimenti. No el resto,
però. Ma ve par che sia robe! Fin
ieri me tocava tignir le mudande
in frigo, per star un fià in fresco
e oggi piova fredo e bora, tut int
tun. Cussì go cavà le mutande del
frigo e per star in caldo, gavessi
voludo meterle sula stua che le se
scaldi, ma Marici disi che fin co
no disi el sindaco, la stua no se
la impizza. Vara ti che mi devo
star in fredo perché el Sindaco ga
le scalmane. Po no stemo miga
in condomino, come el fa a saver che mi impizzo diese minuti
de matina e diese minuti de sera,
tanto per spacar l’aria.
- El sa e basta! Po no xe tuto sto
fredo, cossa te fa tute ste pantomime! Ara ti e quel sempio de un
can se proprio esageradi- brontola Marici. Pipi, che ormai el ga i
sui ani, el se ga rodolado in te la
sua covertina e el tien fora solo el
naso. Fin ieri el se butava de qua
e de la in zerca del fresco, fazendo el morto sule piastrelle dela
cusina. Ogi nol voleva gnanche
andar in corte a sporcar. Mi no so
come che el fa a tignir, a mi me
toca corer ogni do minuti! No,
no in corte, cossa gavè pensado!
No xe che Marici me mola in
corte…. Ben bon insomma, mi e
Pipi gavemo fredo. E i primi fre-
di xe i più pericolosi, dopo co se
xe temprai pol vignir anche iazo,
cossa me interessa, ma passar dal
boio al brivido…brrrrr.!
- Ma te me disi come che fa a
saver el sindaco che gavemo
impizzà?Cossa el ga le spie? O
el manda in giro i tubi a vardar
se i camini fuma, perché se xe
cussì, ara che i trova altro che
camini che fuma! A mi sa come
che me fuma….Che i vardi i auto
che cori come mati per Servola o
che xe mesi che nessun no vien
scovar le strade e taiar le erbazze
e netar i tombini.
- Ma cossa te vol che a ti te fumi,
tumbaro! No se pol, no xe ancora
la data giusta. No sta insister e
vestite de più, come che go fato
mi…
- Ah no!! Mi el regipeto de flanella mo me lo meto, el spizza.
Po meti che co sto tempo mato
domani neviga, mi devo morir
incandì perché no xe la data giusta….…
- Che omo spiritoso che go trovà
mi. Sempio ma spiritoso.Cos’ te
vol che nevighi. Ciolte fora un
gilè dell’armeron e tasi.- e la ciol
un ciapin in man e la va verso la
porta. La se ga messo la vestaglia
de flanella, le calze de filanca e
le zavate fodrade de lana. Co la
se movi la lassa drio de ela una
spuzza de canfora e naftalina,
che fin i musati bati sui vetri dele
finestre per domandarme che ghe
verzo e scampar.
- E che dona profumada che go
ingrumà mi! Cossa te ga cambià profumo? Da Torride notti
d’ Oriente a Eau di Naftalinà! Te
sa che xe el stesso profumo dela
moglie de Eta Beta….
- Ma varda, no te gnanche scol-
to…Cossa te volevi che le tarme
ne magni i vestiti?
- Ah! Anche a lore te le tien a
dieta! Ma xe proprio un vizio el
tuo! …..
A quel punto la baba no me ga
risposto e la se ga voltà e la xe
andada a scaldarse a casa de la
siora Rina che sta tacada de noi,
co la scusa de tornarghe el ciapin. Sta baba, xe sai sofistica co
xe de brontolar per le foie, quele
dele nostre piantagioni: garofani turchi, fraile, ortensie, basilico, rosmarin e un oleandro de
un metro, che le va “.. tute, ma
tute tute..” in corte sua e per Pipi
che la guarda in cagnesco e che
el ghe rugna, co la cuca oltra la
rede. Ma mi, devo star zito per
la jungla de piantazze selvadighe
del suo giardin, del suo castagno
selvadigo de diese metri, che
perdi le foie tute in corte nostra,
perché se digo qualcossa Marici
me disi :” Da pase, per do foie!
Cossa sarà mai…”. Tasi Pepi! E
ingruma. Almeno che se podessi
farle roste, quele maledete castagne! Co la fionda una ala volta,
ghe le tireria! In ogni modo, quel
lole del fio de Marici disi che la
veciazza la ga el condizionator,
che in estate el fa fresco e in inverno el fa caldo. E comunque
el fa ZZFFFFFSSSSRRRRRRZZZZSSSSSSFFFFFRRRR tuto
l’anno, proprio tacà dela finestra
dela nostra camera. E Marici ancora me ziga co mì la guardo
in cagnesco e ghe mostro la dentiera, e volessi cior una manera
e spacarghelo, quel casson co no
posso dormir e me par de gaver
un bataglion de musati in camera
che frizi! El lole disi che anche
noi dovessimo pensar de meterlo,
Medici di base: a cosa
servono gli studi associati
L’Azienda Sanitaria punta a sostenere i medici che decidano
di associarsi. Ciò può avvenire sia lavorando nello stesso
ambulatorio che in ambulatori diversi, ma sempre con le
cartelle cliniche dell’assistito disponibili in via informatica
(al computer). Studi recenti (Università Bocconi) confermano
che in questi casi si realizza una più efficace cura ed assistenza
alla persona. Ricordiamo anche ai nostri lettori che il medico
è tenuto a seguire il paziente nel caso di ricovero ospedaliero
e successiva dimissione (la c.d. continuità terapeutica). Certo
molti medici sono restii ad informatizzare il proprio archivio,
a collaborare con altri colleghi, ecc.; ma così facendo non
favoriscono l’assistito! Informatevi quindi dal vostro medico
di famiglia, per conoscere nomi, orari, indirizzi dei colleghi
consociati. E se non lo ha ancora fatto, pretendete che si
adegui, nell’interesse vostro e di tutti i cittadini.
5
cussì no gavessimo più problemi
estate e inverno. No, i problemi
li gavessimo tuto l’anno per pagar le bolete de l’Acegas, con
quel che costa la corente. Lui a
casa lo ga messo e tuta l’estate el
ga tazzà che no savemo cos che
vol dir gaverlo.
- Papaci- mi ghe dessi un papin col me disi cussì- xe fresco
de star col covertor de note, te
ciapa fin el brivido. El rideva el
lole. Marici ga roto el rompibile
perciò che andemo a veder che
fresco che el fa. Cussì el 18 de
agosto, ale tre de dopopranzo, co
semo andai a portarghe el regalo de compleanno, mi che no me
fido, go portà de casa la bareta
col pompon, le zavate co la lampo e el scial de nona Ursa. Marici
ga rugnà tuta la strada, disendo
che son andà proprio in asedo e
che xe de vergognarse de andar
in giro con mi, fazendo rider tuti
per el mio abbigliamento. Mi,
dentro de mi, perché no avevo
el fià per parlar, disevo: “ speta
baba, e vederemo chi xe che riderà fra un poco….”. Co semo
montai in ascensor gavevo el sudor che me coreva zo de per la
schena e el me finiva nele zavate,
e co caminavo i pie fazeva scic
sciac. Caldo african. Ma co Marici ga sonà e se ga verto la porta
del quartier xe vigniù fora un refolo de vento artico che a Marici,
che la gaveva ancora el brazo in
alto e el dito sul campanel, el sudor soto i scai ghe se ga iazà in
candelette che se dondolava fazendo plin plin. Mi tuto vestì, me
go sentà sul divano, go domandà
se i me fazeva un punch e el gato
lole del fio lole me xe saltà in
brazo, se ga ficà soto el scial e el
me ga guardà come per dirme: “
Adottime!”. Morale dela favola:
ieri el fio lole xe vignù in batuda
de soldi per pagar la boleta dela
luce. Mi sto strafanic no lo meto
per casa. Co xe caldo, navigo per
casa in canottiera e mudande,
che tegno tuta la note in frigo,
me sventolo co la sventola che
ghe ga portà Etta a Marici dela
Spagna, quela coi disegni dei toreri e ballerine e tegno i scuri serai. E adesso studio de tirar fora
el vecio sparghert de la cantina.
Se i arabi ne taia i rifornimenti
mi ghe taio l’albero a siora Rina.
E se la baba taca a tazar che el
prossimo ano metemo anche noi
el condizionator ghe digo che la
meti anche ela i intimi in frigo o
meio in iazera, come mi e come
Marilin Monroe. No forsi meio
de no, no xe la stessa roba, che
orror, Marici come Marilin, ma
cos’ te perdi colpi Pepi… Me
vien fredo solo se ghe penso...
Pepi Kukerle
Informa Servola
6
La ricetta
del mese di settembre
Finita l’estate e archiviate le vacanze, il tempo riprende i consueti ritmi. Di solito mai troppo
rilassati e tranquilli, specie per
chi ha figli o nipoti che vanno
a scuola. Tutto il riposo estivo
svanisce in un lampo non appena
riaprono le scuole, i corsi di nuoto, di calcio, di musica, di danza
e tutti quegli impegni che trasformano i nostri ragazzi, e noi
di conseguenza, in forzati delle
corse e in schiavi di orologi e telefonini. In tutto questo correre,
c’è un momento che non dovrebbe mai mancare e che rimane per
sempre nella memoria come uno
dei più piacevoli degli anni verdi: quello della merenda. Sempre
che sia un momento fatto di cose
sane e genuine, ben lontane dai
prodotti industriali che riempiono gli scaffali dei supermercati.
I ragazzi adorano quei prodotti
che, poco da dire, un po’ spinti
dalla pubblicità, dai regali che
trovano dentro alle confezioni e
diciamolo, dai sapori molto ac-
OTTOBRE 2008
Servola in cusina
cattivanti, diventano veri oggetti
del desiderio! Ma arrivare a casa
e sentire che ci viene incontro,
come benvenuto, il profumo di
qualcosa di buono, fa passare
tutte le paturnie e ci riconcilia
con il mondo. Così questo mese
vi do una ricetta semplice semplice, ma piena di sapore e di
affetto per chi la fa e per chi la
gusterà. Buon appetito!
Dolce di mele di Maria
Ingredienti
Pasta frolla: 150 gr. di burro;100
gr. di zucchero; 300 gr. di farina;
1 bustina zucchero vanigliato; 1
bustina lievito Pane degli Angeli;
1 uovo; 1 cucchiaio latte; sale.
Ripieno: 1 kg. di mele grattugiate non troppo finemente; 75
gr. zucchero; 1/2 cucchiaino di
cannella in polvere; 1 pugno di
uvetta ammollata e ben strizzata;
1 pugno di pinoli tostati; 1/2 bicchiere di rum creola.
Per coprire il fondo di frolla: 3 cucchiai di marmellata di
albicocche stemperata in un
cucchiaio d’acqua; 3 cucchiai
di pane grattugiato rosolato in 2
cucchiai di burro
Procedimento: mettete in una
ciotola la farina, il sale, lo zucchero vanigliato, e mescolate
bene. Unite il lievito sciolto in
un cucchiaio di latte, il burro
morbido e l’uovo, impastando
velocemente con le mani. Formate una palla e mettetela in frigo per dieci minuti.
Intanto preparate il ripieno, mescolando in una ciotola tutti gli
ingredienti. Imburrate ed infarinate uno stampo e stendetevi due
terzi della pasta, in modo da coprire il fondo e circa due dita di
bordo. Mettete la marmellata sul
fondo spalmandola bene e cospargete con il pane grattugiato
rosolato nel burro.
Mettere il ripieno stendendolo
bene e coprire con la rimanente
pasta frolla stesa in un disco, sigillandolo bene al bordo. Cuocete in forno a 180° per 40 minuti.
Una volta freddo spolveratelo
con un po’ di zucchero a velo
mescolato con poca cannella in
polvere.
Marghet
NOTIZIE UTILI
Cassazione: il Comune risponde quale custode dei danni arrecati all’utente
della strada.
La Terza Sezione Civile della Cassazione,
chiamata a pronunciarsi in merito alla responsabilità del Comune di Roma per le
lesioni subite da un motociclista, finito su
una buca presente lungo il manto stradale,
ha condiviso (Sent. 4962/2007) la decisione di carattere generale della Cassazione
(Sent. 15383/06), che ritiene responsabile
il manutentore (in questo caso il Comune
di Roma).
Appello dell’Associazione
Donatori di Sangue.
Continua l’emergenza sangue nella Provincia di Trieste, costretta a recuperarne
circa 3.500-4.000 sacche dagli altri Servizi Immunotrasfusionali della Regione.
Facciamo nostro l’invito a tutti i cittadini a
dare il proprio contributo per questo nobile
e necessario senso di solidarietà.
Riscatto contributivo della laurea.
La Legge 244/2007 rende più conveniente
il riscatto degli anni trascorsi all’università. Gli interessati si possono rivolgere agli
sportelli Inps per avere le necessarie delucidazioni, data la notevole complessità
della materia.
EstEnergy: che fare se la bolletta
non arriva?
E’ opportuno informarne l’ufficio. Ma, se
poi ve ne dovessero rispedire una copia e
vi chiedessero interessi di mora e rimborso
del francobollo, sappiate che in un caso simile siamo riusciti a farci rimborsare quegli importi, in quanto non dovuti.
Le nostre sedi.
Ricordiamo ai nostri lettori che presso le
nostre sedi oltre ai tradizionali servizi di
patronato, consulenza fiscale e informazioni sull’assistenza sociale abbiamo attivato,
in collaborazione con Federconsumatori,
uno sportello di tutela del cittadino consumatore. Se avete problemi di contratti stipulati al telefono, contestazioni con banche ed assicurazioni, agenzie immobiliari,
utenze per i servizi domestici … ed altro
ancora, venite a trovarci, contattateci, vi
aiuteremo a risolvere il problema.
Comunque, diffidate da chi vi offre grandi
occasioni, grandi affari … spesso la realtà
è diversa!
Tessere Bus.
Le tessere bus annuali gratuite per invalidi
si ottengono presso la Provincia di Trieste,
Piazza Vittorio Veneto, dietro presentazione della documentazione medica, di due
fotografie e di €3,95 per spese di cancelleria.
Competono a fronte di invalidità superiori
al 66% (cioè 2/3).
Carta Famiglia. Reddito di Cittadinanza.
Fondo per l’Autonomia Possibile (FAP)
Presso le nostre Leghe troverete l’assistenza necessaria a svolgere le pratiche
per l’ottenimento dei contributi a sostegno
dei cittadini in stato di disagio e/o di difficoltà, così come previsto dalla legislazione
regionale del 2006. Quella che la Giunta
Tondo intende ridimensionare e annullare
in buona parte.
Convenzioni
Oltre alle convenzioni già in atto che
confermiamo (i nostri iscritti ricevono assieme alla tessera un apposito
opuscolo), rendiamo nota una ulteriore possibilità relativa a prodotti
per l’edilizia quali pitture, vernici,
laminati e pavimenti, battiscopa ecc.
(sconto 15% agli iscritti Spi):
DG Color
Località Mattonaia 627
Dolina/San Dorligo
Tel. 040.824743
Hanno collaborato a questo numero:
MARINA COCCOLO, GIULIANO DELLA NORA, VLADI FURLAN, PEPI KUKERLE, MARGHET,
LIDIA MENDOLA, SUSANNA RIVOLTI, TATIANA SANNA, ITALICO STENER, GIORGIO UBONI
Stampa:
Tipografia Arzioni - Trieste
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Informa Servola - ottobre 2008 - Spi-Cgil