InformaServola OTTO BRE 2 008 SPI-CGIL Sindacato Pensionati Italiani - Distretto Est - Lega di Servola - via di Servola, 29 - Trieste [email protected] ( 040830886 CONTRIBUTO VOLONTARIO Inflazione e costo della vita: un primo passo Torniamo sull’argomento, al centro dell’attenzione e delle preoccupazioni di tutti noi. Abbiamo spesso richiesto una valutazione sugli esiti che potrebbe dare un paniere che fosse mirato alla tipologia di spesa degli anziani (i beni essenziali, quali pane, pasta, benzina e tariffe pubbliche …), così diversa da quella dei giovani e da quella di una famiglia media. Finalmente l’Istat, su indicazione del governo Prodi, ha effettuato una sperimentazione il cui esito, come da noi sempre sostenuto, ha confermato: l’inflazione per un anziano-tipo raggiunge oggi il 6-7% annuo. …. Questo mentre quella generale ha ormai superato il 4,1%! Probabilmente un paniere dedicato ai soli anziani non è concretamente praticabile: ma questa rilevazione deve essere capita dal governo, ed usata dai partiti, dai sindacati e dalla società civile tutta, per arrivare ad una soluzione positiva per tutti quegli anziani che ormai hanno perduto tra il 20 e il 30% del potere d’acquisto delle loro pensioni. ---------------------A metà agosto una prima vittoria per le nostre richieste: parziale, insufficiente, ma pur sempre una presa d’atto di questo governo della vergognosa posizione assunta: a fronte di un’inflazione arrivata a questi livelli, è stata riconosciuta a tutti i pensionati una rivalutazione dell’1,7% Pare quasi fatto apposta! Dopo una breve pausa estiva, il piazzale antistante la Risiera di San Sabba torna ad essere utilizzato come sede per spettacoli viaggianti. A settembre il Circo di Vienna; fra tre mesi, come di consueto, saranno le attrazioni del Luna Park a dividere lo spazio con il Monumento nazionale, testimone delle nefandezze compiute dal nazifascismo. Ogni anno qualcuno protesta contro lo scarso rispetto dimostrato dall’amministrazione comunale che continua imperterrita a concedere l’autorizzazione affinché queste manifestazioni si svolgano nel Piazzale. Dopo le rimostranze pubbliche, regolarmente arrivano le giustificazioni approssimative dell’assessore in carica. Ogni tanto a qualcuno viene il dubbio che per questa Giunta esistano monumenti di serie A e quelli di serie B e viene subito accusato di riaprire vecchie ferite, di fomentare inutili attriti. E così, tra un botta e risposta, due righe sul quotidiano locale, una smentita, una promessa che dal prossimo anno ci sarà un sito alternativo, ciò che resta del campo di sterminio divide il suo spazio tra zucchero filato, tigri anestetizzate, autoscontri, trapezisti e tendoni variopinti. Ed in nome del “politically correct”, eredità d’oltreoceano, tutto tace! Sono trascorsi più di sessant’anni da quando, verso la fine del 1943, lo stabilimento per la raffinazione del riso venne trasformato in campo di prigionia, smistamento per le deportazioni e campo di sterminio, “grazie” alla realizzazione di un forno crematorio collaudato il 4 aprile del 1944 con i 70 ostaggi fucilati al poligono di Opicina. La generazione di coloro che sono “passati per il camino” ha ancora memoria degli eccidi; Trieste è stata il palcoscenico per la proclamazione delle leggi razziali; le celle della Risiera, dove venivano rinchiusi i prigionieri, sono piene di iscrizioni a testimonianza della loro tragica presenza. E’ del 15 aprile 1965 il Decreto n° 510 dell’allora Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat che dichiarava la Risiera di San Sabba Monumento Nazionale: “…conservata ed affidata al rispetto della Nazione per il suo rilevante interesse sotto il profilo storico-politico…”. Cos’è cambiato da allora? Si è forse modificato il concetto di rispetto, oppure esistono veramente monumenti di serie A ed altri di serie B? Chissà! Susanna Rivolti consigliera VII Circoscrizione Dice il ministro Sacconi: alle pensioni minime offriamo un paniere ad hoc (consumi di prima necessità) e indicizziamole a quella inflazione. Se così sarà, ma è da vedere in concreto, sarebbe proprio quello che da anni stiamo sostenendo con forza e convinzione. Ma ovviamente il problema non si risolve così semplicemente. Tutti gli altri? 1,7% contro 6-7%? Diciamo basta a questa ingiustizia, all’impoverimento del lavoro dipendente e dei pensionati: riflettiamo e organizziamo la nostra risposta, per un autunno che non vorremmo fosse caldo, ma così stando le cose potremmo non avere alternative. Casermone a Servola, riprendono i lavori Sono ripresi i lavori al casermone di via Zara, esattamente dopo un anno in cui lo scheletro di cemento faceva bella mostra di se, con le erbacce che nel frattempo sono ricresciute rigogliose e lo abbracciano da tutti i lati; con le sue impalcature che vibrano paurosamente sferzate dalla bora, e quando piove torrenti senza guida che si riversano nei poderi delle casette sottostanti. Finalmente i mattoni coprono i buchi dello scheletro, le prime finestre prendono forma. Cosa diventerà questo grandioso edificio con l’accesso dal vicoletto di via Zara? Le agenzie che avevano in vendita gli appartamenti, le cantine e i box non ne sanno più nulla. Alle concessioni edilizie del comune non risulta niente di nuovo; dicono che la destinazione d’uso può essere modificata anche a fine opera. Dicono inoltre che se sono ripresi i lavori potrebbero aver ceduto in blocco tutto il cantiere, magari all’A.T.E.R….. Niente di tutto ciò! Sentendo un muratore sul posto sembra proprio che il casermone diventerà un condominio con i suoi 24 appartamenti che saranno posti in vendita direttamente dal costruttore. Salvo proroghe i lavori dovrebbero essere ultimati entro settembre del prossimo anno, c’è tempo! Un consiglio ai residenti di via Zara e ai futuri servolani che acquisteranno i nuovi appartamenti: attivarsi da subito con gli enti preposti affinchè il vicolo sia reso consono alle nuove esigenze. Chi ha tempo…. Giuliano Della Nora Informa Servola 2 OTTOBRE 2008 Giustizialismo e garantismo: una contrapposizione strumentale e opportunistica? Una opinione personale: riceviamo e pubblichiamo, chiedendo però ai lettori un loro commento. Grazie! Nei mesi scorsi il governo, anziché occuparsi dei problemi della gente, ha impegnato il parlamento a salvare il Premier dalla condanna per quel reato che pare certo: aver corrotto, tramite l’avvocato Mills, i giudici che indagavano su reati di truffa compiuti tanti anni fa. Una riflessione di carattere generale si impone, per capire l’atteggiamento del comune cittadino italiano. Dell’opinione degli stranieri sappiamo già. Fa dire Bush, con una velina distribuita ai giornalisti: … Italia paese di corrotti e corruttori, governata da un corrotto, giunto al potere tramite l’uso spregiudicato di ricchezze accumulate (come?) e controllo e manipolazione dell’informazione… Una velina che non è stata certo un errore di qualche funzionario, anche se poi sono seguite scuse formali: questo è quello che pensano di noi. Ma tutti noi siamo così? No di certo, esiste la parte sana del Paese. Arrivo al punto. Potere del condizionamento indotto da una certa informazione. Oggi in Italia chi chiede il rispetto delle regole e delle leggi, viene chiamato con un termine che ha assunto un significato spregiativo: giustizialista. Chi Vergogna! La giunta Tondo non ha soldi per i più bisognosi, per l’assistenza agli anziani, per i disoccupati, ma a Valter Santarossa, nuovo Presidente di Insiel, si vogliono dare 150.000 € all’anno. Per fare cosa? Rilanciare l’azienda, caricando sulla collettività alcune inefficienze, passare ai privati la parte produttiva e licenziando un po’ di gente? Per fortuna qualcuno (sindacato in primis) se n’è accorto e l’imbarazzatissimo Tondo cerca di far marcia indietro. Una volta servire il paese era un onore, oggi questi servitori sono un onere per tutti noi. Nota: Il precedente Presidente, l’industriale Della Valentina, percepiva “solo” 80.000 €. invece induce al trucco e alle furbizie, all’evasione fiscale e contributiva, al non rispetto di un decente livello di convivenza civile, chi considera sciocco rispettare le regole, disprezza solidarietà ed equità, viene chiamato garantista, rispettato ed ossequiato, nella speranza che “come ce l’ha fatta Lui, forse, anch’io …”. E in nome della privacy, i garantisti minimizzano il portato sociale di questi comportamenti, attaccano la magistratura che indaga e bloccano le intercettazioni che hanno permesso di scoprire molti recenti grandi crimini. Caso mai tutto questo non bastasse, ad ogni buon conto, “proibiamo per legge di giudicare (e condannare) per reati comuni (si badi bene, non per reati in materia di governo) le alte cariche dello Stato”. Ben sapendo che solo una di queste era interessata al problema. Se tutto questo crea consenso, il cancro della nostra società è profondo: come potremo difenderci noi, che rispettiamo ed onoriamo le regole, pratichiamo solidarietà, cerchiamo giustizia e certezza di pena per chi ha commesso reati, cerchiamo una società più giusta…. Tragicamente, afferma il politologo Giovanni Sartori, “il Paese è trasformato in un sultanato e il ministro della giustizia è diventato, assieme a tutto il Parlamento, … lo scendiletto del Sultano”. Giorgio Uboni Un saluto e tanti auguri di serenità A 83 anni Mario Criscenti ha deciso di godersi la pensione. E’ stata una militanza iniziata ancora nel periodo bellico, continuata nel Partito e nel Sindacato per tutti questi anni con un impegno ed una abnegazione che dovrebbero esser conosciuti ed imitati dai nostri giovani. Un grazie da tutti noi, sapendo che nel bisogno ci ritroveremo ancora, tutti uniti. La Redazione Luigi Tenco e la Maestra In clima caldo di riapertura delle scuole e dell’inizio di un nuovo autunno di lotta contro la stupidità del “regime” a cui purtroppo troppi italiani hanno voluto consegnare questa povera nostra Italia, vi ricordo un bellissimo brano di Luigi Tenco: Cara Maestra. Tenco così cantava:” Cara Maestra, un giorno m’insegnavi, che a questo mondo noi siamo tutti uguali: Ma quando entrava in classe il direttore tu ci facevi alzare tutti in piedi e quando entrava in classe il bidello ci permettevi di restar seduti….”. Fulgido esempio, in queste parole, di educazione civica e morale. Erano i tempi del maestro unico, del grembiulino inamidato col fiocco e con la merenda di pane e salame nel sacchetto di plastica in cartella. Tempi in cui le voci dei bimbi erano inesistenti, poiché solo alla maestra o al maestro era dato di parlare e al discente di rispondere solo se interrogato. Una scuola che faceva, a seconda dei casi, iniziare le lezioni con la preghiera o con il canto alla santa bandiera, la scuola della maestra che insegnava tutto, ma che se non era troppo amante della matematica, la svolgeva senza troppa affezione, tirando su schiere di calcolatori dipendenti. Maestre-mamme surrogate, a cui vanno spesso dolci ricordi, ma guai ad esserle antipatici fin dal primo giorno, perchè cinque anni sono lunghi da passa- re. Nessuno nega grandi ed indimenticabili eccellenze,maestre e maestri che nel cuore di generazioni di scolari sono rimasti come un caldo e forte ricordo, ma i tempi di oggi sono ben diversi. Questa scuola, che si va pesantemente a colpire, oggi si colloca entro le prime cinque a livello mondiale e con i suoi nuovi programmi, il tempo pieno e modulare, la presenza di più figure di riferimento è sempre al passo con la rapida evoluzione del mondo e dei bambini. Domani probabilmente i danni delle decisioni scellerate che vengono imposte, non si possono neanche immaginare. Se si vuol cambiare, risparmiare o ricostruire l’Italia, è proprio da tutta un’altra parte che bisogna partire, magari proprio dal suo Governo. Ma Cara Maestra Gelmini, se così ci insegni che siamo tutti uguali….. Marina Coccolo P.S. La Redazione pensa di aggiungere: Maestra (o maestro) unico andavano bene sinchè alle elementari si trattava di asta e filetto, saper leggere e far di conto. Oggi il mondo e la scuola sono cambiati: lingue straniere, informatica, matematica più complessa, bimbi di varie etnie, sostegno a quelli diversamente abili ecc., richiedono professionalità specifiche ed adeguate. OTTOBRE 2008 Informa Servola 3 Servola: da villaggio a sobborgo? Parliamo ancora di Servola e della vita di questo villaggio. In questi ultimi anni varie botteghe e negozi hanno chiuso ed è così che lentamente stanno sparendo i punti di ritrovo e di riferimento per gli abitanti della zona. Nel mese di agosto, ha smesso l’attività un negozio di frutta e verdura e purtroppo si sa che altri esercizi lo seguiranno in futuro. Servola assomiglia sempre più a certi paesini del Friuli dove ci sono solo abitazioni e la domenica le vie sono pressoché deserte. Non è che manchino bar e ristoranti, però a molti piacerebbe il ritorno delle vecchie osterie. Fino a qualche anno fa per le vie del villaggio, alla mattina, c’era sempre un bel movimento di persone che andavano a fare la spesa nei vari negozi, e lungo la strada si fermavano a fare quattro chiacchiere con qualche conoscente. Anche all’interno di queste botteghe si socializzava tra clienti e negozianti e giorno per giorno, nasceva un rapporto di conoscenza e di amicizia. Una volta la gente aveva più tempo per fermarsi a parlare, e molte volte nasceva qualche discussione su fatti che riguardavano la quotidianità, e ognuno esprimeva la propria opinione. Quando capitava qualche personaggio simpatico dalla battuta pronta, si faceva qualche sana risata in compagnia. Al giorno d’oggi la gente si muove soprattutto in macchina o in scooter per andare nei tanti supermercati che si trovano nelle vicinanze, mentre a Servola c’e il problema dei parcheggi e dei divieti di sosta che scoraggiano i possibili avventori. Ovviamente non é questo l’unico motivo del calo di lavoro delle botteghe ma è che purtroppo non si può competere con i prezzi concorrenziali e la scelta dei supermercati. E mentre nel nostro rione i negozianti chiudono perché il lavoro scarseggia e le tasse da pagare superano i profitti, i grandi imprenditori fanno a gara per aprire ipermercati sempre più grandi o addirittura vere e proprie città al coperto con tanto di piscine, cinema e palestre annesse …. La gente chiaramente viene attratta dalla novità, e i primi tempi questi luoghi sono molto frequentati perché sostituiscono le passeggiate all’aria aperta. Attivisti sindacali Vorrei raccontarvi la storia di quattro persone. Il primo si chiamava OGNUNO, il secondo QUALCUNO, il terzo CHIUNQUE e il quarto NESSUNO. Dovevano svolgere un impegnativo lavoro. OGNUNO era convinto che il compito verrà svolto da QUALCUNO. NESSUNO lo svolse, poteva però farlo CHIUNQUE. Per questo QUALCUNO era arrabbiato poiché il compito poteva farlo OGNUNO. Però OGNUNO pensava lo potesse fare CHIUNQUE. NESSUNO però noto che CHIUNQUE non lo fece. E’ finita così che OGNUNO accusava QUALCUNO, perché NESSUNO ha fatto quello, che CHIUNQUE poteva farlo. Questa storiella mi fa venire in mente quello che si fa, si potrebbe, si dovrebbe o sarebbe auspicabile si facesse nell’ambito del nostro sindacato. Lo Spi è il sindacato dei pensionati e delle persone anziane. E’ notorio che più iscritti siamo più contiamo. Per questo a volte per il sostegno alle vostre e nostre lotte e rivendicazioni abbiamo bisogno della vostra presenza fisica. Avremmo però anche bisogno di volontari particolari, che siano più attivi e pertanto chiamati attivisti. I compiti di questi collaboratori sono un’pò impegnativi e comportano il fatto di essere presenti tra la popolazione per la diffusione, informazione e propaganda delle nostre iniziative sindacali, sociali e rivendicative. E qui vorrei ricollegarmi alla storiella in premessa. Se CHIUNQUE è invitato a darci una mano, OGNUNO dovrebbe sentirsi in dovere di farlo, non vorremo però che non si presenti NESSUNO, perché di quelli che danno una mano adesso non ne rimanga solo QUALCUNO. Stesso discorso nel caso delle assemblee alla presenza delle quali CHIUNQUE è invitato. OGNUNO dovrebbe sentirsi in dovere di portare alle stesse le sue proposte. Ma se alle assemblee si presenta solo QUALCUNO il risultato è già positivo, altrimenti lo sforzo da noi profuso non sarebbe utile a NESSUNO. E cosa dire dei momenti di lotta, dei presidi, delle manifestazioni dal sindacato organizzate. Certo anche a questi è invitato CHIUNQUE, OGNUNO dovrebbe sentirsi in obbligo ad essere presente, ma se si presenta solamente QUALCUNO, poi alla fine, dal alto delle finestre dei palazzi dove si decide diranno, “ma se non c’è NESSUNO”. Alla fine, scherzando, scherzando, vedete come si può filosofare solamente con quattro parole. Però seriamente vi invito, ovviamente a chi se la sente, di starci a fianco, di darci una mano anche come attivisti. Agli altri invece un auspicio di essere maggiormente presenti alle nostre assemblee ed alle iniziative organizzate per il sostegno alla lotta per i diritti di noi tutti. Scusandomi se vi ho annoiato vi invito a meditare per il vostro e il nostro futuro. v.f. Però tutto si esaurisce nel guardare le vetrine, perché la crisi si fa sentire sempre di più e quelli che acquistano sono molto pochi. Purtroppo chi trae svantaggio da questi cambiamenti sono le persone anziane e sole, alle quali fa sempre comodo avere dei negozi vicino a casa per potersi procurare il necessario. Per non parlare dell’aspetto più importante che è quello umano, cioè poter incontrare qualcuno per scambiare quattro chiacchiere o farsi portare la spesa a casa. Una lamentela che ho sentito molte volte in questi ultimi anni è la mancanza di negozi dove poter acquistare, per esempio, una semplice lampadina o un rocchetto di filo, perché sinceramente è seccante dover prendere l’autobus per queste piccole necessità. In conclusione, nel rione di negozi ne sono rimasti pochi, ma in compenso agli abitanti del villaggio, com’era già ai tempi della nascita della Ferriera, si sono aggiunti molti stranieri e questi sono i benvenuti purché, e penso sia un pensiero comune, vengano per lavorare onestamente. Tatiana A Boris Pahor Complimenti Professore. Era ora che La conoscessero anche gli “altri triestini” e gli italiani tutti. Grazie e buon compleanno, anche da parte nostra e dei lettori dell’InformaServola. Da un nostro intervento un punto a favore dei cittadini Il dottor Stener ci scriveva paventando che alcune cure specialistiche prestate da un medico convenzionato non si potessero avere più di una volta all’anno. Interpellata al riguardo, l’Azienda Sanitaria ci ha precisato che tale limite è inesistente. Pertanto i pazienti possono accedere all’assistenza specialistica accreditata senza limitazioni durante l’arco dell’anno. Informa Servola 4 OTTOBRE 2008 Nessuno è più sordo... Nessuno è più sordo… di chi non vuol ascoltare. Come il Comune di Trieste che così ben interpreta il volere dei cittadini, insistendo ottusamente nel perpetrare i propri errori e scelte sbagliate; se così, benevolmente, vogliamo limitarci a definire molte delle decisioni prese per la riqualificazione della nostra città. Basta guardarsi un po’ in giro, per vedere una città che si trasforma e spesso non in meglio. Anche nel nostro piccolo, a Servola, dovremmo anche ringraziare chi mostra di comprendere ed interpretare tanto bene e con tanta attenzione i nostri bisogni e desideri. Quali parole dovremmo esprimere a chi sta realizzando quello che nessuno proponeva, poiché iniquo, facendolo passare per la sollecita riIn campagna elettorale la coalizione oggi al governo nazionale e regionale, si impegnava a sostenere i redditi familiari; cerchiamo di capire come e se sono state mantenute le promesse formulate allora. Esaminiamo i fatti! Il governo nazionale, ancor prima del suo insediamento, ha preteso uno stanziamento pubblico di 300 milioni a favore dell’Alitalia per ripianare parte del debito e salvare i posti di lavoro; oggi il debito è ulteriormente cresciuto e verrà accollato alla finanza pubblica , i posti di lavoro in pericolo sembrano essere ben 7000. L’Europa sanziona l’Italia per violazione della libera concorrenza. Risultato: tutti gli italiani pagheranno i debiti della azienda , le eventuali sanzioni europee e i necessari sostegni ai lavoratori in esubero; gli imprenditori invece rilevano la parte sana e produttiva dell’azienda . L’Europa sanziona l’Italia per l’abnorme cumulo di reti televisive in mano a Mediaset, il governo Berlusconi non ritira la concessione della rete per TV4; gli italiani pagheranno un certo numero di milioni all’Europa a che Mediaset possa mantenere i propri privilegi. Il governo procede alla abolizione generalizzata dell’Ici sulla prime casa; il governo Prodi l’aveva abolita per le abitazioni di valore catastale sino a 350.000 euro (le abitazioni del cittadino medio). L’abolizione per tutti dell’ICI mette in serie difficoltà i comuni nell’erogazione dei servizi sociali, ovviamente il cittadino medio sarà costretto a pagare di più per l’asilo del figlio o l’assistenza agli anziani. Inoltre non va trascurato che per compensare le perdite il bilancio statale taglia su tutti i sposta alle richieste della popolazione? Non era certo questa la richiesta di quei 1800, evidentemente visionari, firmatari della petizione che sosteneva la realizzazione del centro polifunzionale nell’area dell’ex cine-teatro di Servola. Ma tantè, c’è sempre chi si arroga la competenza di sapere, meglio di tutti, quello che è giusto fare al di là dei desideri e delle richieste della comunità. E’ logica conseguenza quindi pensare che nessuno di quei 1800 è stato ritenuto in grado di formulare pensieri maturi ed ipotesi sensate, con l’unica capacità di inseguire l’infantile e capricciosa esigenza di avere un luogo dove fare insieme cultura e vario intrattenimento, esercitare socialità e relazionalità in una comunità che sta ra- pidamente perdendo la sua identità. O forse questa è la grande paura? Che nell’avere un luogo in cui trovare e ritrovarsi si rafforzi un’identità multiculturale e plurilinguistica che ha sempre caratterizzato questo rione? E dire che nel nostro progetto tutto era contemplato e tutto era possibile contemplare. Spazi, strutture e funzioni, tutto era fattibile, con il finanziamento previsto per la sua realizzazione e calibrato sulle reali necessità del nostro territorio. Quello che si sta realizzando ora è tutta un’altra cosa. Meglio di quello sconcio che l’area era diventata, certamente sarà, ma farsi bastare il proverbio “chi si accontenta gode”, di certo non ci può consolare. MC Il centro destra mette le mani in tasca agli italiani? servizi pubblici (scuola, università, giustizia, sicurezza, ecc…). Per garantire l’ordine pubblico il governo decide di impiegare anche i militari impegnando 35 milioni di euro, in compensa taglia i fondi in dotazione alle forze dell’ordine e limita le intercettazioni telefoniche (costano troppo o forse fanno emergere i segreti della casta). I soldi dei cittadini utilizzati in questo modo ci renderanno più sicuri? Sin qui i progressi non sembrano eclatanti! Tremonti ha elaborato un “piano casa” per aiutare, dice, le famiglie in difficoltà; Il piano prevede la vendita degli alloggi pubblici in locazione per incentivare l’edilizia residenziale (la proprietà). Praticamente si smantella l’edilizia sociale costruita con i soldi dei lavoratori (contributi ex Gescal), lasciando senza risposta gli strati più deboli della popolazione. E’ bene sottolineare che l’edilizia pubblica in Italia è oggi al 4% mentre in Europa è mediamente al 20% e quindi riesce ad avere un funzione di calmiere del mercato privato. Ovviamente chi è sotto sfratto si arrangi! Nel frattempo il debito pubblico che nel maggio 2007 ammontava a 1.626,7 miliardi al maggio 2008 va a 1.647,2 miliardi di euro (dati della Banca d’Italia) e l’evasione fiscale sembra essere aumentata. Ovviamente il futuro ripiano del debito avverrà attingendo alle tasche dei lavoratori dipendenti e pensionati. Inoltre nel mentre lo stato programma l’inflazione a 1,7% l’inflazione reale corre al 4% , quindi si ridurrà ulteriormente la capacità economica dei lavoratori e pensionati. Che dire del governo locale? Regione e Comune quale attenzione pongono al disagio economico della cittadinanza? La Regione ha eliminato in un sol colpo il reddito di cittadinanza ( erogazione temporanea a favore di chi per varie contingenze della vita, soprattutto a causa del precariato, ha un reddito annuo inferiore ai 5.000 euro), l’istituto del difensore civico e il tutore dei minori. Inoltre intende, la regione, modificare le norme di sovvenzionamento per favorire l’assunzione dei precari, si prepara a ridimensionare la normativa della “carta famiglia” restringendo i sostegni ai minori solo se figli di coppia legata da contratto matrimoniale prescindendo dal reddito. Viene così snaturata la motivazione del provvedimento (sostenere la genitorialità dei nuclei numerosi e con reddito inferiore a 35.000 euro annui) e mette a rischio il principio costituzionale di eguaglianza tra cittadini inserendo una componente discriminante di natura ideologica. Per quale ragione logica un minore appartenete ad una famiglia di fatto dovrebbe avere meno sostegni nel proprio processo di crescita ? La costituzione italiana vincola i governi a creare condizioni di pari opportunità per tutti; sovvenzionare chi vive nel benessere è uno spreco di denaro pubblico! I tagli sul sociale vengono giustificati dalle necessità di bilancio; risulta difficile capire perché, in un momento così difficili la giunta decida di raddoppiare gli emolumenti (150.000 euro annui) al neo presidente dell’Insiel. A Trieste paghiamo l’Irpef al massimo livello consentito, la Tarsu è molto alta; il sindaco giustifica l’oneroso prelievo con l’alta qualità dei servizi offerti ai cittadini, costoro, in base ad un sondaggio del quotidiano cittadino, affermano di non essere per nulla soddisfatti e che la qualità dei servizi negli ultimi 10 anni è gradatamente peggiorata. Risparmio l’elenco completo dei tagli effettuati da questa giunta sul versante socio-assistenziale, basti ricordare la soppressione del servizio di scuola-bus, la chiusura di gruppi appartamento per minori, la compressione dei servizi domiciliari ad anziani e disabili; di contro con i nostri soldi l’ente locale provvede a fare statue, spostare statue, riqualificare piazze già riqualificate, ecc…, opere pubbliche di cui nessuno sente la necessità! Ciò detto appare evidente che le tasche dell’italiano qualunque sono sempre più vuote mentre chi già ha tanto se le riempie sempre di più grazie a privilegi, favoritismi ed evasione fiscale. Il sindacato non molla , ma è necessaria la consapevolezza e l’attivazione di tutti ; la situazione è molto difficile e per contrastare tutto ciò necessità consapevolezza e una sana indignazione dell’opinione pubblica. Lidia Mendola OTTOBRE 2008 Informa Servola SU E ZO PER SERVOL A Pepi e el caldo Oh scolteme, sto istà iera tropo caldo per andar in giro per Servola a far i mii soliti giri de controlo. A mi no me piasi el caldo e zerco de moverme meno che posso, solo quel che servi. E po quel che vedo me fa sempre più mal, perché no xe proprio possibile che se possi far zerte robe e no trovar nissun che protesta, come per el vecio e bellissimo muro de piera tirà zò la dela cesa e i alberi taiai e butai via; l’ex cine-teatro prima abandonado e che adesso i farà diventar, con prepotenza, quel che i servolani no voleva, ma che volente o nolente i se tegnerà; le strade abandonade e sporche, le botteghe che sera una drio l’altra, el spirito dei servolani che pian pian se distuda e cussì via. Questo e tanto altro a mi me iaza i sentimenti. No el resto, però. Ma ve par che sia robe! Fin ieri me tocava tignir le mudande in frigo, per star un fià in fresco e oggi piova fredo e bora, tut int tun. Cussì go cavà le mutande del frigo e per star in caldo, gavessi voludo meterle sula stua che le se scaldi, ma Marici disi che fin co no disi el sindaco, la stua no se la impizza. Vara ti che mi devo star in fredo perché el Sindaco ga le scalmane. Po no stemo miga in condomino, come el fa a saver che mi impizzo diese minuti de matina e diese minuti de sera, tanto per spacar l’aria. - El sa e basta! Po no xe tuto sto fredo, cossa te fa tute ste pantomime! Ara ti e quel sempio de un can se proprio esageradi- brontola Marici. Pipi, che ormai el ga i sui ani, el se ga rodolado in te la sua covertina e el tien fora solo el naso. Fin ieri el se butava de qua e de la in zerca del fresco, fazendo el morto sule piastrelle dela cusina. Ogi nol voleva gnanche andar in corte a sporcar. Mi no so come che el fa a tignir, a mi me toca corer ogni do minuti! No, no in corte, cossa gavè pensado! No xe che Marici me mola in corte…. Ben bon insomma, mi e Pipi gavemo fredo. E i primi fre- di xe i più pericolosi, dopo co se xe temprai pol vignir anche iazo, cossa me interessa, ma passar dal boio al brivido…brrrrr.! - Ma te me disi come che fa a saver el sindaco che gavemo impizzà?Cossa el ga le spie? O el manda in giro i tubi a vardar se i camini fuma, perché se xe cussì, ara che i trova altro che camini che fuma! A mi sa come che me fuma….Che i vardi i auto che cori come mati per Servola o che xe mesi che nessun no vien scovar le strade e taiar le erbazze e netar i tombini. - Ma cossa te vol che a ti te fumi, tumbaro! No se pol, no xe ancora la data giusta. No sta insister e vestite de più, come che go fato mi… - Ah no!! Mi el regipeto de flanella mo me lo meto, el spizza. Po meti che co sto tempo mato domani neviga, mi devo morir incandì perché no xe la data giusta….… - Che omo spiritoso che go trovà mi. Sempio ma spiritoso.Cos’ te vol che nevighi. Ciolte fora un gilè dell’armeron e tasi.- e la ciol un ciapin in man e la va verso la porta. La se ga messo la vestaglia de flanella, le calze de filanca e le zavate fodrade de lana. Co la se movi la lassa drio de ela una spuzza de canfora e naftalina, che fin i musati bati sui vetri dele finestre per domandarme che ghe verzo e scampar. - E che dona profumada che go ingrumà mi! Cossa te ga cambià profumo? Da Torride notti d’ Oriente a Eau di Naftalinà! Te sa che xe el stesso profumo dela moglie de Eta Beta…. - Ma varda, no te gnanche scol- to…Cossa te volevi che le tarme ne magni i vestiti? - Ah! Anche a lore te le tien a dieta! Ma xe proprio un vizio el tuo! ….. A quel punto la baba no me ga risposto e la se ga voltà e la xe andada a scaldarse a casa de la siora Rina che sta tacada de noi, co la scusa de tornarghe el ciapin. Sta baba, xe sai sofistica co xe de brontolar per le foie, quele dele nostre piantagioni: garofani turchi, fraile, ortensie, basilico, rosmarin e un oleandro de un metro, che le va “.. tute, ma tute tute..” in corte sua e per Pipi che la guarda in cagnesco e che el ghe rugna, co la cuca oltra la rede. Ma mi, devo star zito per la jungla de piantazze selvadighe del suo giardin, del suo castagno selvadigo de diese metri, che perdi le foie tute in corte nostra, perché se digo qualcossa Marici me disi :” Da pase, per do foie! Cossa sarà mai…”. Tasi Pepi! E ingruma. Almeno che se podessi farle roste, quele maledete castagne! Co la fionda una ala volta, ghe le tireria! In ogni modo, quel lole del fio de Marici disi che la veciazza la ga el condizionator, che in estate el fa fresco e in inverno el fa caldo. E comunque el fa ZZFFFFFSSSSRRRRRRZZZZSSSSSSFFFFFRRRR tuto l’anno, proprio tacà dela finestra dela nostra camera. E Marici ancora me ziga co mì la guardo in cagnesco e ghe mostro la dentiera, e volessi cior una manera e spacarghelo, quel casson co no posso dormir e me par de gaver un bataglion de musati in camera che frizi! El lole disi che anche noi dovessimo pensar de meterlo, Medici di base: a cosa servono gli studi associati L’Azienda Sanitaria punta a sostenere i medici che decidano di associarsi. Ciò può avvenire sia lavorando nello stesso ambulatorio che in ambulatori diversi, ma sempre con le cartelle cliniche dell’assistito disponibili in via informatica (al computer). Studi recenti (Università Bocconi) confermano che in questi casi si realizza una più efficace cura ed assistenza alla persona. Ricordiamo anche ai nostri lettori che il medico è tenuto a seguire il paziente nel caso di ricovero ospedaliero e successiva dimissione (la c.d. continuità terapeutica). Certo molti medici sono restii ad informatizzare il proprio archivio, a collaborare con altri colleghi, ecc.; ma così facendo non favoriscono l’assistito! Informatevi quindi dal vostro medico di famiglia, per conoscere nomi, orari, indirizzi dei colleghi consociati. E se non lo ha ancora fatto, pretendete che si adegui, nell’interesse vostro e di tutti i cittadini. 5 cussì no gavessimo più problemi estate e inverno. No, i problemi li gavessimo tuto l’anno per pagar le bolete de l’Acegas, con quel che costa la corente. Lui a casa lo ga messo e tuta l’estate el ga tazzà che no savemo cos che vol dir gaverlo. - Papaci- mi ghe dessi un papin col me disi cussì- xe fresco de star col covertor de note, te ciapa fin el brivido. El rideva el lole. Marici ga roto el rompibile perciò che andemo a veder che fresco che el fa. Cussì el 18 de agosto, ale tre de dopopranzo, co semo andai a portarghe el regalo de compleanno, mi che no me fido, go portà de casa la bareta col pompon, le zavate co la lampo e el scial de nona Ursa. Marici ga rugnà tuta la strada, disendo che son andà proprio in asedo e che xe de vergognarse de andar in giro con mi, fazendo rider tuti per el mio abbigliamento. Mi, dentro de mi, perché no avevo el fià per parlar, disevo: “ speta baba, e vederemo chi xe che riderà fra un poco….”. Co semo montai in ascensor gavevo el sudor che me coreva zo de per la schena e el me finiva nele zavate, e co caminavo i pie fazeva scic sciac. Caldo african. Ma co Marici ga sonà e se ga verto la porta del quartier xe vigniù fora un refolo de vento artico che a Marici, che la gaveva ancora el brazo in alto e el dito sul campanel, el sudor soto i scai ghe se ga iazà in candelette che se dondolava fazendo plin plin. Mi tuto vestì, me go sentà sul divano, go domandà se i me fazeva un punch e el gato lole del fio lole me xe saltà in brazo, se ga ficà soto el scial e el me ga guardà come per dirme: “ Adottime!”. Morale dela favola: ieri el fio lole xe vignù in batuda de soldi per pagar la boleta dela luce. Mi sto strafanic no lo meto per casa. Co xe caldo, navigo per casa in canottiera e mudande, che tegno tuta la note in frigo, me sventolo co la sventola che ghe ga portà Etta a Marici dela Spagna, quela coi disegni dei toreri e ballerine e tegno i scuri serai. E adesso studio de tirar fora el vecio sparghert de la cantina. Se i arabi ne taia i rifornimenti mi ghe taio l’albero a siora Rina. E se la baba taca a tazar che el prossimo ano metemo anche noi el condizionator ghe digo che la meti anche ela i intimi in frigo o meio in iazera, come mi e come Marilin Monroe. No forsi meio de no, no xe la stessa roba, che orror, Marici come Marilin, ma cos’ te perdi colpi Pepi… Me vien fredo solo se ghe penso... Pepi Kukerle Informa Servola 6 La ricetta del mese di settembre Finita l’estate e archiviate le vacanze, il tempo riprende i consueti ritmi. Di solito mai troppo rilassati e tranquilli, specie per chi ha figli o nipoti che vanno a scuola. Tutto il riposo estivo svanisce in un lampo non appena riaprono le scuole, i corsi di nuoto, di calcio, di musica, di danza e tutti quegli impegni che trasformano i nostri ragazzi, e noi di conseguenza, in forzati delle corse e in schiavi di orologi e telefonini. In tutto questo correre, c’è un momento che non dovrebbe mai mancare e che rimane per sempre nella memoria come uno dei più piacevoli degli anni verdi: quello della merenda. Sempre che sia un momento fatto di cose sane e genuine, ben lontane dai prodotti industriali che riempiono gli scaffali dei supermercati. I ragazzi adorano quei prodotti che, poco da dire, un po’ spinti dalla pubblicità, dai regali che trovano dentro alle confezioni e diciamolo, dai sapori molto ac- OTTOBRE 2008 Servola in cusina cattivanti, diventano veri oggetti del desiderio! Ma arrivare a casa e sentire che ci viene incontro, come benvenuto, il profumo di qualcosa di buono, fa passare tutte le paturnie e ci riconcilia con il mondo. Così questo mese vi do una ricetta semplice semplice, ma piena di sapore e di affetto per chi la fa e per chi la gusterà. Buon appetito! Dolce di mele di Maria Ingredienti Pasta frolla: 150 gr. di burro;100 gr. di zucchero; 300 gr. di farina; 1 bustina zucchero vanigliato; 1 bustina lievito Pane degli Angeli; 1 uovo; 1 cucchiaio latte; sale. Ripieno: 1 kg. di mele grattugiate non troppo finemente; 75 gr. zucchero; 1/2 cucchiaino di cannella in polvere; 1 pugno di uvetta ammollata e ben strizzata; 1 pugno di pinoli tostati; 1/2 bicchiere di rum creola. Per coprire il fondo di frolla: 3 cucchiai di marmellata di albicocche stemperata in un cucchiaio d’acqua; 3 cucchiai di pane grattugiato rosolato in 2 cucchiai di burro Procedimento: mettete in una ciotola la farina, il sale, lo zucchero vanigliato, e mescolate bene. Unite il lievito sciolto in un cucchiaio di latte, il burro morbido e l’uovo, impastando velocemente con le mani. Formate una palla e mettetela in frigo per dieci minuti. Intanto preparate il ripieno, mescolando in una ciotola tutti gli ingredienti. Imburrate ed infarinate uno stampo e stendetevi due terzi della pasta, in modo da coprire il fondo e circa due dita di bordo. Mettete la marmellata sul fondo spalmandola bene e cospargete con il pane grattugiato rosolato nel burro. Mettere il ripieno stendendolo bene e coprire con la rimanente pasta frolla stesa in un disco, sigillandolo bene al bordo. Cuocete in forno a 180° per 40 minuti. Una volta freddo spolveratelo con un po’ di zucchero a velo mescolato con poca cannella in polvere. Marghet NOTIZIE UTILI Cassazione: il Comune risponde quale custode dei danni arrecati all’utente della strada. La Terza Sezione Civile della Cassazione, chiamata a pronunciarsi in merito alla responsabilità del Comune di Roma per le lesioni subite da un motociclista, finito su una buca presente lungo il manto stradale, ha condiviso (Sent. 4962/2007) la decisione di carattere generale della Cassazione (Sent. 15383/06), che ritiene responsabile il manutentore (in questo caso il Comune di Roma). Appello dell’Associazione Donatori di Sangue. Continua l’emergenza sangue nella Provincia di Trieste, costretta a recuperarne circa 3.500-4.000 sacche dagli altri Servizi Immunotrasfusionali della Regione. Facciamo nostro l’invito a tutti i cittadini a dare il proprio contributo per questo nobile e necessario senso di solidarietà. Riscatto contributivo della laurea. La Legge 244/2007 rende più conveniente il riscatto degli anni trascorsi all’università. Gli interessati si possono rivolgere agli sportelli Inps per avere le necessarie delucidazioni, data la notevole complessità della materia. EstEnergy: che fare se la bolletta non arriva? E’ opportuno informarne l’ufficio. Ma, se poi ve ne dovessero rispedire una copia e vi chiedessero interessi di mora e rimborso del francobollo, sappiate che in un caso simile siamo riusciti a farci rimborsare quegli importi, in quanto non dovuti. Le nostre sedi. Ricordiamo ai nostri lettori che presso le nostre sedi oltre ai tradizionali servizi di patronato, consulenza fiscale e informazioni sull’assistenza sociale abbiamo attivato, in collaborazione con Federconsumatori, uno sportello di tutela del cittadino consumatore. Se avete problemi di contratti stipulati al telefono, contestazioni con banche ed assicurazioni, agenzie immobiliari, utenze per i servizi domestici … ed altro ancora, venite a trovarci, contattateci, vi aiuteremo a risolvere il problema. Comunque, diffidate da chi vi offre grandi occasioni, grandi affari … spesso la realtà è diversa! Tessere Bus. Le tessere bus annuali gratuite per invalidi si ottengono presso la Provincia di Trieste, Piazza Vittorio Veneto, dietro presentazione della documentazione medica, di due fotografie e di €3,95 per spese di cancelleria. Competono a fronte di invalidità superiori al 66% (cioè 2/3). Carta Famiglia. Reddito di Cittadinanza. Fondo per l’Autonomia Possibile (FAP) Presso le nostre Leghe troverete l’assistenza necessaria a svolgere le pratiche per l’ottenimento dei contributi a sostegno dei cittadini in stato di disagio e/o di difficoltà, così come previsto dalla legislazione regionale del 2006. Quella che la Giunta Tondo intende ridimensionare e annullare in buona parte. Convenzioni Oltre alle convenzioni già in atto che confermiamo (i nostri iscritti ricevono assieme alla tessera un apposito opuscolo), rendiamo nota una ulteriore possibilità relativa a prodotti per l’edilizia quali pitture, vernici, laminati e pavimenti, battiscopa ecc. (sconto 15% agli iscritti Spi): DG Color Località Mattonaia 627 Dolina/San Dorligo Tel. 040.824743 Hanno collaborato a questo numero: MARINA COCCOLO, GIULIANO DELLA NORA, VLADI FURLAN, PEPI KUKERLE, MARGHET, LIDIA MENDOLA, SUSANNA RIVOLTI, TATIANA SANNA, ITALICO STENER, GIORGIO UBONI Stampa: Tipografia Arzioni - Trieste