L’opinione pubblica continua ad alimentare false credenze e pregiudizi sull’epilessia.
Epilessia
La tempesta in testa
Un sovraccarico di stimoli al cervello può causare convulsioni. Le forme di epilessia hanno
diversi gradi di gravità. Il presente articolo illustra quali siano le differenze esistenti e come
debba reagire il soccorritore.
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Diverse forme di crisi
Le crisi epilettiche possono avere manifestazioni e intensità molto differenti. Possono decorrere senza grida e
perdita di coscienza, senza rigidità muscolare, morso della lingua e caduta, senza cianosi e senza «spasmi». Le
crisi possono essere così innocue da non essere riconosciute né dal paziente né da persone comuni che si trovano
ad osservare la crisi direttamente. L’unico segno di una
crisi epilettica può essere anche una semplice disattenzione di cinque o dieci secondi di durata, oppure un breve
spasmo a carico di un braccio.
In alcune persone sofferenti di epilessia, le crisi si manifestano senza alcun preavviso, come un fulmine a ciel
sereno. In altri soggetti, le crisi si annunciano talvolta già
diversi giorni prima attraverso vari disturbi quali cefalea, capogiri o una maggiore irritabilità o tensione. Alcune persone colpite si accorgono dell’inizio di una crisi
esclusivamente per un segno a loro famigliare quale un
formicolio che sale dalla fossetta epigastrica oppure un
senso di nausea che fa già parte della crisi.
Sebbene negli ultimi decenni le conoscenze specialistiche sull’epilessia si siano considerevolmente ampliate,
questa affezione fa ancora parte dei problemi di salute nei
confronti dei quali l’opinione pubblica nutre innumerevoli false credenze e pregiudizi.
È quindi necessario ancora molto lavoro di sensibilizzazione.
Fonti: Lega svizzera contro l’Epilessia e
opuscolo del Corso samaritano della FSS
Primi soccorsi nella crisi epilettica
In una crisi epilettica generalizzata il paziente perde
coscienza e cade a terra. Il corpo si contrae e si manifestano spasmi muscolari, che sono per lo più molto
violenti. In genere la crisi dura 1–2 minuti, talvolta
solo pochi secondi e raramente si protrae più a lungo.
Dopo la crisi alcune persone colpite sono in stato confusionale e necessitano di riposo o di sonno.
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Evitare la caduta per quanto possibile.
Proteggere da eventuali lesioni conseguenti, ma
senza immobilizzare la persona. L’immobilizzazione
della persona colpita durante e, soprattutto, anche
dopo la crisi aumenta il rischio di lesioni.
L’epilessia può colpire chiunque
Almeno il 5% della popolazione manifesta prima o poi
durante la vita una crisi unica, mentre l`1% della popolazione è affetto da epilessia.
In Svizzera, questa affezione colpisce circa 70 000 persone, di cui circa 15 000 bambini.
Circa il 75 % di tutti i casi di epilessia può essere ben
trattato con medicamenti, raggiungendo la completa
eliminazione delle crisi o uno stato caratterizzato da un
numero molto esiguo di crisi, a fronte di una buona
tollerabilità dei medicamenti.
Più del 90 % delle epilessie non ha origine ereditaria,
per cui in caso di un genitore colpito non deve essere
necessariamente ammalato anche un figlio.
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Non mettere nulla in bocca, poiché così facendo si
può causare un’ostruzione delle vie respiratorie.
Non dare da bere.
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Allertare.
In caso di perdita di coscienza: procedere secondo
lo schema BLS-AED.
Per tutti i soccorritori che osservano una crisi generalizzata («grande male»), nonostante la comprensibile
grande eccitazione e preoccupazione, è importante
cercare di valutare con calma la situazione. Inoltre, si
deve registrare la durata della crisi.
La SeSi, Società epilettici
della Svizzera italiana
Nella Svizzera italiana, per l`assistenza alle persone
affette da epilessia e i loro familiari, esite la SeSi con
sede in via Ghiringhelli 6A a Bellinzona. Essa è attiva da
oltre 20 anni e organizza vari incontri, tra cui anche
vacanze, corsi, conferenze, consulenze ed esposizioni
interattive nonché eventi di sensibilizzazione. Mette
pure a disposizione del materiale informativo. Dal 30
maggio al 2 giugno organizza un soggiorno ai Tre
Laghi. Mensilmente hanno luogo degli incontri di
auto-aiuto a Lugano, Locarno e Bellinzona. Informazioni: allo 091.825.54.74 o www.sesi.ch Buono a sapersi
L’espressione «crisi epilettica» è un termine generale che
può comprendere affezioni molto differenti. Le crisi epilettiche sono disturbi del cervello dovuti a scariche elettriche eccessive di breve durata di cellule nervose. Non
tutte le persone che hanno una o più crisi epilettiche soffrono necessariamente di epilessia.
Di epilessia si parla solo dopo il verificarsi di almeno
due crisi a distanza di almeno 24 ore, le quali si siano
manifestate spontaneamente e senza motivi riconoscibili. La causa è da ricercare perlopiù nel cervello. Un sovraccarico di stimoli al cervello, ma anche lesioni cranioencefaliche, carenza di ossigeno o di zucchero nel sangue,
febbre alta, tumori o intossicazioni possono provocare
convulsioni.
Di una malattia, al contrario di un’affezione, si conosce la causa precisa, valida solo per la forma specifica in
oggetto. Sotto questo punto di vista quasi tutte le epilessie non sono malattie, bensì un gruppo di affezioni e
disturbi con cause differenti, che hanno in comune il ripetersi di crisi convulsive.
Il «dopo-crisi»
Nei primi momenti dopo la crisi è importante osservare
se la persona colpita è di nuovo veramente cosciente
oppure se appare ancora per un certo tempo confusa e
stordita. Possibilmente avvisare i familiari (vedi carta
«SOS»). L’eventuale confusione mentale che si manifesta dopo la crisi coinvolge spesso, oltre al pensiero e alla
parola, anche il comportamento e, negli anziani, può
persistere persino alcuni giorni.
m.z
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