L’opinione pubblica continua ad alimentare false credenze e pregiudizi sull’epilessia. Epilessia La tempesta in testa Un sovraccarico di stimoli al cervello può causare convulsioni. Le forme di epilessia hanno diversi gradi di gravità. Il presente articolo illustra quali siano le differenze esistenti e come debba reagire il soccorritore. oggi samaritani 2/13 Diverse forme di crisi Le crisi epilettiche possono avere manifestazioni e intensità molto differenti. Possono decorrere senza grida e perdita di coscienza, senza rigidità muscolare, morso della lingua e caduta, senza cianosi e senza «spasmi». Le crisi possono essere così innocue da non essere riconosciute né dal paziente né da persone comuni che si trovano ad osservare la crisi direttamente. L’unico segno di una crisi epilettica può essere anche una semplice disattenzione di cinque o dieci secondi di durata, oppure un breve spasmo a carico di un braccio. In alcune persone sofferenti di epilessia, le crisi si manifestano senza alcun preavviso, come un fulmine a ciel sereno. In altri soggetti, le crisi si annunciano talvolta già diversi giorni prima attraverso vari disturbi quali cefalea, capogiri o una maggiore irritabilità o tensione. Alcune persone colpite si accorgono dell’inizio di una crisi esclusivamente per un segno a loro famigliare quale un formicolio che sale dalla fossetta epigastrica oppure un senso di nausea che fa già parte della crisi. Sebbene negli ultimi decenni le conoscenze specialistiche sull’epilessia si siano considerevolmente ampliate, questa affezione fa ancora parte dei problemi di salute nei confronti dei quali l’opinione pubblica nutre innumerevoli false credenze e pregiudizi. È quindi necessario ancora molto lavoro di sensibilizzazione. Fonti: Lega svizzera contro l’Epilessia e opuscolo del Corso samaritano della FSS Primi soccorsi nella crisi epilettica In una crisi epilettica generalizzata il paziente perde coscienza e cade a terra. Il corpo si contrae e si manifestano spasmi muscolari, che sono per lo più molto violenti. In genere la crisi dura 1–2 minuti, talvolta solo pochi secondi e raramente si protrae più a lungo. Dopo la crisi alcune persone colpite sono in stato confusionale e necessitano di riposo o di sonno. 17 1 2 Evitare la caduta per quanto possibile. Proteggere da eventuali lesioni conseguenti, ma senza immobilizzare la persona. L’immobilizzazione della persona colpita durante e, soprattutto, anche dopo la crisi aumenta il rischio di lesioni. L’epilessia può colpire chiunque Almeno il 5% della popolazione manifesta prima o poi durante la vita una crisi unica, mentre l`1% della popolazione è affetto da epilessia. In Svizzera, questa affezione colpisce circa 70 000 persone, di cui circa 15 000 bambini. Circa il 75 % di tutti i casi di epilessia può essere ben trattato con medicamenti, raggiungendo la completa eliminazione delle crisi o uno stato caratterizzato da un numero molto esiguo di crisi, a fronte di una buona tollerabilità dei medicamenti. Più del 90 % delle epilessie non ha origine ereditaria, per cui in caso di un genitore colpito non deve essere necessariamente ammalato anche un figlio. 3 Non mettere nulla in bocca, poiché così facendo si può causare un’ostruzione delle vie respiratorie. Non dare da bere. 4 5 Allertare. In caso di perdita di coscienza: procedere secondo lo schema BLS-AED. Per tutti i soccorritori che osservano una crisi generalizzata («grande male»), nonostante la comprensibile grande eccitazione e preoccupazione, è importante cercare di valutare con calma la situazione. Inoltre, si deve registrare la durata della crisi. La SeSi, Società epilettici della Svizzera italiana Nella Svizzera italiana, per l`assistenza alle persone affette da epilessia e i loro familiari, esite la SeSi con sede in via Ghiringhelli 6A a Bellinzona. Essa è attiva da oltre 20 anni e organizza vari incontri, tra cui anche vacanze, corsi, conferenze, consulenze ed esposizioni interattive nonché eventi di sensibilizzazione. Mette pure a disposizione del materiale informativo. Dal 30 maggio al 2 giugno organizza un soggiorno ai Tre Laghi. Mensilmente hanno luogo degli incontri di auto-aiuto a Lugano, Locarno e Bellinzona. Informazioni: allo 091.825.54.74 o www.sesi.ch Buono a sapersi L’espressione «crisi epilettica» è un termine generale che può comprendere affezioni molto differenti. Le crisi epilettiche sono disturbi del cervello dovuti a scariche elettriche eccessive di breve durata di cellule nervose. Non tutte le persone che hanno una o più crisi epilettiche soffrono necessariamente di epilessia. Di epilessia si parla solo dopo il verificarsi di almeno due crisi a distanza di almeno 24 ore, le quali si siano manifestate spontaneamente e senza motivi riconoscibili. La causa è da ricercare perlopiù nel cervello. Un sovraccarico di stimoli al cervello, ma anche lesioni cranioencefaliche, carenza di ossigeno o di zucchero nel sangue, febbre alta, tumori o intossicazioni possono provocare convulsioni. Di una malattia, al contrario di un’affezione, si conosce la causa precisa, valida solo per la forma specifica in oggetto. Sotto questo punto di vista quasi tutte le epilessie non sono malattie, bensì un gruppo di affezioni e disturbi con cause differenti, che hanno in comune il ripetersi di crisi convulsive. Il «dopo-crisi» Nei primi momenti dopo la crisi è importante osservare se la persona colpita è di nuovo veramente cosciente oppure se appare ancora per un certo tempo confusa e stordita. Possibilmente avvisare i familiari (vedi carta «SOS»). L’eventuale confusione mentale che si manifesta dopo la crisi coinvolge spesso, oltre al pensiero e alla parola, anche il comportamento e, negli anziani, può persistere persino alcuni giorni. m.z oggi samaritani 2/13