dei bambini
Sommario
Le Vaccinazioni dei
Bambini
Nel primo anno di vita
4
12
Nel secondo anno di vita …
24
Nel sesto anno di vita …
32
Dopo i dieci anni di vita …
33
Informazioni ai genitori
Informazioni ai genitori
Le Vaccinazioni dei Bambini
successi delle vaccinazioni
nella storia delle malattie
infettive umane
protezione del singolo e
protezione di comunità
il sistema immunitario
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Molti genitori non hanno mai visto un caso di poliomielite, difterite o
pertosse e quindi si interrogano sulla necessità o meno delle vaccinazioni. Dobbiamo tuttavia considerare che, se ci siamo dimenticati
di quanto alcune malattie infettive possano essere dannose, lo dobbiamo proprio alle vaccinazioni.
Le vaccinazioni hanno contribuito a debellare o contrastare in tutto il mondo malattie gravi come il vaiolo, la poliomielite, il tetano e
la difterite. Il principio su cui si basa la vaccinazione è la produzione
da parte dell’organismo di difese immunitarie contro determinati
microrganismi, cosicché, qualora l’individuo venga infettato, sia in
grado di difendersi.
Le vaccinazioni non si limitano a proteggere i singoli, ma costituiscono un esempio di protezione di “comunità” perché con la vaccinazione di un grande numero di bambini si ostacola la circolazione
del microrganismo: ciò permette di proteggere anche chi non può
essere vaccinato perché ha importanti problemi di salute, ad esempio i bambini affetti da gravi disturbi delle difese immunitarie o da
alcuni tumori.
Il presente opuscolo è rivolto ai genitori e contiene le informazioni
più significative per favorire una scelta consapevole sulle vaccinazioni proposte nel calendario vaccinale regionale. I contenuti del libretto inoltre tengono conto delle più attuali conoscenze scientifiche in
materia di vaccinazioni tratte dalla letteratura e dalle documentazioni fornite dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero del Lavoro
e della Salute.
Il sistema immunitario umano è essenziale per la nostra sopravvivenza in un mondo pieno di microbi potenzialmente pericolosi in grado
di causare anche malattie letali.
L’infezione si verifica quando un agente patogeno invade le cellule
del corpo e si riproduce. L’infezione di solito determina una risposta
immunitaria. Se la risposta è rapida ed efficace, l’infezione verrà eliminata o contenuta e la malattia non si verificherà.
Invece se la virulenza del patogeno, cioè se la sua capacità di danneggiare le cellule ospiti, è alta, il numero degli agenti patogeni nel
corpo è elevato o le difese immunitarie sono compromesse o basse,
l’infezione può determinare la malattia.
A seconda delle malattie infettive, i sintomi possono variare notevolmente. La febbre è una risposta comune alle infezioni: una più alta
temperatura corporea può aumentare la risposta immunitaria e fornire un ambiente ostile per gli agenti patogeni. Infiammazione, gonfiore
causato da un aumento di liquido nella zona infetta sono il segno che
i globuli bianchi sono stati attivati.
Il successo degli esseri viventi, e in particolare dell’uomo, è stato determinato dalla capacità di far fronte agli attacchi dei microbi (virus e
batteri), che ne hanno insidiato fin dalle origini l’esistenza. Nell’evoluzione gli organismi più evoluti hanno imparato ad affrontare sempre
nuove minacce infettive, a riconoscere organismi già incontrati e a
neutralizzarli di volta in volta. Un successo strepitoso ma non definitivo: virus e batteri non demordono, sono alla ricerca continua di organismi in cui vivere e riprodursi. La scienza medica ha però scoperto
progressivamente le regole di questo gioco rischioso e affascinante,
individuando le tecniche con cui i germi ci attaccano, e ha elaborato
delle contro-offensive efficaci, come la vaccinazione.
La vaccinazione permette di combattere virus e batteri sul loro stesso terreno. Si anticipa l’attacco inoculando nell’organismo il vaccino,
che è costituito da piccole quantità di microbi (virus e batteri vivi o
morti), o da loro frazioni o da alcune delle sostanze da loro prodotte
(tossine), responsabili delle malattie infettive. Le sostanze che costituiscono il vaccino sono trattate in modo da risultare attenuate
nella loro azione o inattivate, pur rimanendo in grado di provocare da
parte dell’organismo la produzione di difese (anticorpi) durature e in
taluni casi definitive. Praticamente, la vaccinazione è una infezione
controllata, che non si traduce in malattia. Virus e batteri continueranno ad attaccarci, ma saremo in grado di neutralizzarli. Non solo. La
vaccinazione è un promemoria che viene fornito al nostro corpo, grazie al quale esso memorizza tutte le informazioni circa le modalità di
aggressione dei virus e dei batteri. Nel caso di un nuovo attacco, sarà
in grado di riconoscere l’agente patogeno e attiverà rapidamente le
difese necessarie (anticorpi).
Se il numero di vaccinati è sufficiente, anche le persone che, per particolari motivi di salute, non sono in grado di difendersi o non possono essere vaccinate, hanno una minore probabilità di contrarre
come agiscono i vaccini
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Informazioni ai genitori
Informazioni ai genitori
Le Vaccinazioni dei Bambini
l’agente infettivo e quindi di ammalarsi. La vaccinazione è perciò utile
ai singoli individui e alla società.
Le grandi campagne di vaccinazione di massa, promosse dalle organizzazioni nazionali e internazionali della sanità, hanno dato notevoli
risultati come è avvenuto per il vaiolo che è stato eliminato a livello
mondiale, e come sta verificandosi per la poliomielite ormai assente
in gran parte del pianeta. Vaccinarsi dunque vuol dire difendere la
nostra salute e quella degli altri con una scelta di responsabilità verso se stessi (ed i propri figli) e verso gli altri.
quando rinviare la
vaccinazione
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Tutte le persone sane possono essere vaccinate: le condizioni in cui le
vaccinazioni non possono essere eseguite sono estremamente rare.
In alcune situazioni particolari è opportuno che la somministrazione
delle vaccinazioni venga posticipata o del tutto sospesa.
Le principali controindicazioni alle vaccinazioni (condizioni in presenza delle quali è previsto l’esonero temporaneo o definitivo) sono le
seguenti:
r malattie acute clinicamente importanti (di media,
alta gravità);
r alterazioni del sistema immunitario;
r reazioni gravi dopo precedenti somministrazioni
di vaccino;
r malattie neurologiche evolutive.
Se il vostro bambino ha o ha avuto qualcuno di questi problemi o, in
ogni caso, se avete qualche dubbio, prima della vaccinazione consultate il vostro pediatra di fiducia o i medici dei Servizi di Vaccinazione:
vi indicheranno la soluzione più adatta.
Ricordate comunque che prima di vaccinare viene sempre valutata
con cura l’esistenza di ogni eventuale controindicazione.
Al di fuori delle condizioni appena elencate non esistono altre vere
controindicazioni alle vaccinazioni, anche se alcuni genitori e perfino
degli operatori sanitari talvolta ritengono, a torto, che non si debba
vaccinare un bambino con qualche altro problema di salute che invece non ha nulla a che vedere con le vere controindicazioni.
In particolare non sono controindicazioni:
r prematurità;
r allattamento al seno;
r episodi in famiglia di Sindrome della morte improvvisa del
lattante (SIDS);
r storia di convulsioni in familiari o storia di convulsioni nel
bambino in corso di malattia febbrile oppure dopo la
somministrazione di una dose precedente di vaccino;
r patologie allergiche nei familiari;
r allergia all’uovo senza episodi di anafilassi;
r allergia alla penicillina, alle proteine del latte e ad altre
sostanze non contenute nei vaccini;
r reazioni allergiche non gravi dopo precedente dose di vaccino;
r reazioni locali lievi o moderate dopo precedente dose di
vaccino;
r malattie clinicamente non importanti: raffreddore, tosse,
otite, febbre inferiore ai 38,5°C;
r fase di convalescenza di malattie acute;
r eczemi o infezioni della pelle localizzate;
r trattamenti con cortisonici a livello topico o trattamenti con
cortisonici per via sistemica di durata inferiore a due
settimane o con bassi dosaggi.
In linea generale è importante proteggere con la vaccinazione tutti i
bambini affetti da malattie croniche dei polmoni, del cuore (comprese le cardiopatie genetiche), del sangue, del fegato e dei reni, e così
pure le persone con malattie neurologiche non evolutive e quelle con
sindrome di Down. Queste condizioni non sono una controindicazione alla vaccinazione, al contrario rappresentano un motivo in più
per vaccinare. Per queste persone, infatti, vi è maggiore rischio che
le comuni malattie infettive abbiano un andamento grave e diano
complicanze serie.
È importante che sia vaccinato regolarmente anche chi è affetto da
fibrosi cistica, da malattia celiaca, diabete mellito o altre malattie del
metabolismo. Devono essere protetti anche i bambini con l’asma.
condizioni che non sono
motivo per rimandare o
sospendere la vaccinazione
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Informazioni ai genitori
Informazioni ai genitori
Le Vaccinazioni dei Bambini
Cosa contengono i vaccini
cosa può succedere dopo la
vaccinazione
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Sono da tempo disponibili vaccini combinati che contengono nella
stessa preparazione anche 5 o 6 componenti vaccinali al fine di ridurre il numero delle iniezioni nella stessa seduta vaccinale. La sicurezza
di questi preparati è sovrapponibile ai vaccini singoli e non si rileva un
aumentato rischio di effetti collaterali.
Gli attuali vaccini per l’età evolutiva non contengono più tiomersale,
un composto organico del mercurio utilizzato con la funzione di conservante. Va notato che le minime concentrazioni di mercurio utilizzato nelle precedenti preparazioni non hanno comunque prodotto
effetti collaterali specifici.
Per ciascuna vaccinazione sono descritte nel rispettivo capitolo le
comuni reazioni e complicanze.
In generale le reazioni, dette anche effetti collaterali, sono dovute
alle caratteristiche dei vaccini. Le più comuni sono la febbre (che può
comparire entro poche ore dall’iniezione o dopo una decina di giorni
nel caso della vaccinazione antimorbillosa) e le reazioni locali nella
sede dell’iniezione. Le reazioni locali possono essere dovute all’adiuvante (sostanza aggiunta al vaccino per aumentare la capacità di stimolare le difese immunitarie), presente in molti vaccini; in genere si
tratta di sali di alluminio i quali possono causare dolore, arrossamento e gonfiore, che normalmente scompaiono dopo qualche giorno.
Reazioni locali possono essere causate anche dal vaccino stesso
(soprattutto antidifterico e antitetanico; più frequentemente dopo
le dosi di richiamo); in questo caso possono manifestarsi rossore e
gonfiore poco dopo l’iniezione (entro mezz’ora-un’ora) oppure rossore e gonfiore e talora indurimento a maggior distanza di tempo
dall’iniezione (da diverse ore a qualche giorno). Le reazioni di ipersensibilità con orticaria ed eruzioni cutanee sono rare mentre lo shock
allergico o anafilattico è eccezionale.
Le vaccinazioni possono dare con una frequenza estremamente rara
di qualche caso su milioni di vaccinati anche complicazioni più serie;
il rischio diventa tuttavia quasi inesistente se si escludono dalla vaccinazione quei pochissimi bambini con problemi di salute già elencati
nel capitolo delle controindicazioni.
È importante che chi accompagna il bambino alla vaccinazione riferisca gli eventuali problemi in atto o pregressi.
Si può sicuramente affermare che i benefici di una protezione contro
la malattia superano i rischi della vaccinazione.
I vaccini agiscono inoltre utilizzando i meccanismi di difesa che la
natura ha reso disponibili e sono preparati per stimolare il sistema
naturale di difesa del nostro organismo senza che si verifichino i danni causati dall’infezione.
In ogni ambulatorio vaccinale della nostra regione, operatori specializzati sono a disposizione per dare informazioni esaustive sul tema,
valutare se esistono motivi per rinviare la vaccinazione, chiedere ai
genitori il consenso a vaccinare i loro figli, nonché per somministrare
il vaccino avendo cura di controllare i bambini dopo la vaccinazione.
Ai genitori sarà spiegato come affrontare i piccoli disturbi che possono comparire dopo la vaccinazione (reazioni locali e/o reazioni generali). È raro, come spiegato nel capitolo delle controindicazioni, che
esistano controindicazioni alle vaccinazioni. Nel caso, un colloquio
con il medico permetterà di accertare se esistano disturbi o condizioni tali da sconsigliare la vaccinazione. Le eventuali controindicazioni non vanno confuse con gli “effetti collaterali” che sono invece
disturbi che possono comparire dopo la vaccinazione.
La somministrazione del vaccino comporta generalmente una o più
iniezioni. Non è necessario tenere i bambini a digiuno.
Dopo la vaccinazione, i genitori e i bimbi sono invitati a restare in sala
d’attesa per almeno 15 minuti. Si tratta di una misura precauzionale,
considerato che le reazioni che compaiono subito dopo le vaccinazioni sono molto rare. Tutti gli ambulatori vaccinali della nostra regione sono comunque attrezzati per gestire le emergenze.
Una scelta informata e
consapevole
A chi rivolgersi
Per saperne di più
Per chiarire dubbi o per approfondimenti i genitori possono
rivolgersi al pediatra di fiducia e ai Servizi vaccinali dell’Azienda
Sanitaria di residenza.
Siti consigliati
Per approfondimenti
www.ministerosalute.it
www.epicentro.iss.it
www. genitoripiu.it
www.who.int
www.ecdc.europa.eu
www.cdc.gov
www.ema.europa.eu
www.agenziafarmaco.gov.it
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Informazioni ai genitori
Informazioni ai genitori
IL calendario vacinale
I tempi di somministrazione
Calendari, vaccini, età di somministrazione sono studiati affinché
questo intervento preventivo risulti semplice ed efficace nell’ assicurare la tutela della salute dei nostri bambini. Lievi differenze nei
tempi di somministrazione non influenzano la validità della vaccinazione; ritardi nei tempi di inizio e completamento delle vaccinazioni
comportano però un periodo più lungo in cui il bambino non è efficacemente protetto contro queste malattie .
Note:
1.
2.
Il calendario dell’età evolutiva della Regione Friuli Venezia Giulia
(D.G.R. 1074 del 14/05/2009)
Vaccino
Nascita 3° mese1 5° mese 11° mese 13° mese3 15° mese 5-6 anni
DTaP
IPV
Epatite B
HB2
Hib
DTaP
DTaP
DTaP
DTaP
IPV
IPV
IPV
IPV
HB
HB
HB
HiB
HiB
HiB
MPR
PCV
PCV
PCV
12-15 anni
dTap
3.
4.
5.
MPR
1° dose3
MPR
2° dose4
Men C5
Men C5
6.
PCV
Men C
Varicella
7.
Per terzo mese di vita si intende il periodo che intercorre dal
compimento del 61° giorno di vita fino al 90° giorno di vita,
ovvero dal compimento della 8a settimana di vita fino alla 12a
settimana di vita.
Nei nati da madre HBsAg positiva si somministrano
contemporaneamente, entro 12-24 ore dalla nascita ed in siti
separati, la prima dose di vaccino (HB) e una dose di
immunoglobuline specifiche anti-epatite B (HBIG). Il ciclo va
completato da una seconda dose a 4 settimane dalla prima,
da una terza dose dopo il compimento dell’ottava settimana e da
una quarta dose in un periodo compreso tra l’11° ed il 12° mese di
vita , anche in concomitanza con le altre vaccinazioni.
È possibile la co-somministrazione al 13° mese della prima dose del
vaccino MPR e della terza dose dei vaccini DTaP, IPV HB e Hib.
MPR 2° dose: seconda dose.
Vaccino meningococcico C coniugato: la vaccinazione contro il
Meningococco C viene effettuata in dose singola
su due coorti : 13/15° mese e 12-15 anni. Se richiesta nel primo
anno di vita è possibile la somministrazione di 2-3 dosi.
Varicella: ricerca attiva e vaccinazione degli
adolescenti con anamnesi negativa per varicella.
Solo per il sesso femminile.
Varicella
6
HPV
HPV7
Legenda:
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DTaP
vaccino difto-tetanico-pertossico acellulare
IPV
vaccino antipolio inattivo
HiB
vaccino contro le infezioni invasive da Haemophilus influenzae b
PCV
vaccino pneumococcico coniugato
Men C
vaccino meningococcico C coniugato
MPR
vaccino anti-morbillo-parotite-rosolia
HB
vaccino antiepatite B
dTap
vaccino difto-tetanico-pertossico acellulare per adulti
HPV
vaccino anti-papillomavirus
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Informazioni ai genitori
Informazioni ai genitori
Nel primo anno di vita
Due vaccinazioni per
sette malattie
Nel primo anno di vita del bambino viene offerto un vaccino a sei
componenti (vaccino esavalente) contro le seguenti malattie:
rr difterite
rr tetano
rr pertosse
rr poliomielite
rr epatite B
rr infezioni da Haemofilus influenzae di tipo b
Il vantaggio del vaccino esavalente è rappresentato dalla possibilità
di praticare con un’unica iniezione la vaccinazione contro queste sei
malattie.
Inoltre viene offerta la vaccinazione contro il pneumococco.
Gli effetti collaterali
Come si verifica a seguito di qualunque vaccinazione è possibile l’insorgenza di effetti collaterali di tipo locale e generale.
Nel punto di iniezione è possibile che compaiano, entro 24-48 ore:
dolore, rossore e gonfiore. Si tratta in genere di reazioni lievi che durano poco tempo. Nei primi due giorni dopo l’iniezione è inoltre possibile che il bambino presenti febbre (generalmente non superiore ai
38°C), irritabilità oppure sonnolenza. Queste reazioni durano un giorno o due e interessano al massimo il 5-10% dei vaccinati. La comparsa di effetti collaterali a seguito della somministrazione esavalente
risulta essere meno frequente che nel caso di somministrazione dei
singoli componenti.
A questo vantaggio si aggiunge anche il fatto che la somministrazione contemporanea delle sei componenti facilita l’accesso delle
famiglie ai servizi vaccinali e risulta più accettabile per il bambino.
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Vaccinazione contro la difterite
La difterite é una malattia infettiva grave causata da una sostanza
(tossina) prodotta da un microrganismo, chiamato Corynebacterium
diphtheriae, che si trasmette per lo più attraverso le goccioline di saliva. Questa tossina difterica provoca gravi lesioni in molti organi fra
cui il cuore, i reni, il sistema nervoso; la formazione nel naso, in gola e
nella laringe di particolari membrane e la localizzazione faringea può
portare al soffocamento. Circa 5-10 casi ogni 100 possono essere
mortali anche se adeguatamente curati.
In Italia, agli inizi del 1900, si registravano ogni anno nella popolazione infantile 20-30 mila casi di difterite e circa 1600 decessi.
Dopo l’introduzione della vaccinazione contro la difterite, stabilita
per legge in Italia nel 1939, i casi di malattia diminuirono fino a diventare, negli ultimi anni, sporadici. L’ultimo caso, con esito mortale,
si è verificato nel 1991 in una bambina non vaccinata.
In questi ultimi anni, nei Paesi dell’Europa Orientale, per una non
adeguata conduzione delle campagne vaccinali, si sono verificati migliaia di casi di difterite.
Che cos’é la difterite?
Il vaccino contro la difterite viene preparato modificando opportunamente la tossina difterica in modo tale che questa non possa più essere pericolosa, ma sia ugualmente capace di stimolare l’organismo
a produrre le difese contro la malattia. Il vaccino viene somministrato
con una iniezione intramuscolare.
Il vaccino antidifterico è disponibile anche in formulazioni multiple,
associato a vaccino antitetanico, antipertossico, antipoliomielitico,
antiemofilo, antiepatite B variamente combinati.
Il vaccino
Questa vaccinazione deve essere temporaneamente rinviata quando il bambino presenta una malattia acuta con febbre o disturbi generali giudicati clinicamente importanti.
Quando si deve rinviare
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Informazioni ai genitori
Informazioni ai genitori
Nel primo anno di vita
Quando non si deve
vaccinare
Non esistono condizioni particolari di salute che non consentano l’esecuzione di questa vaccinazione, ad eccezione di precedenti gravi
reazioni allergiche a sostanze contenute nel vaccino o a precedenti
somministrazioni dello stesso vaccino.
Gli effetti collaterali
Questo vaccino é molto ben tollerato e di regola non provoca reazioni. E’ possibile che si verifichi, entro le 48 ore dalla vaccinazione,
una reazione irritativa passeggera nel punto dove é stato iniettato
il vaccino. Questa reazione può manifestarsi con gonfiore, rossore,
dolore. Può comparire febbre, per lo più di modesta entità.
Come qualsiasi altra sostanza estranea all’organismo, questo vaccino può determinare, raramente, reazione allergica specifica
Vaccinazione contro il tetano
Che cos’é il tetano?
Il vaccino
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Il tetano é una malattia grave dovuta ad una sostanza (tossina) prodotta da un microrganismo (Clostridium tetani) che può entrare nel
corpo attraverso una ferita anche banale. Questa tossina tetanica
causa forti contrazioni muscolari che possono portare a morte quando interessano i muscoli respiratori. In tutti i casi, nonostante la terapia, questa malattia richiede un lungo ricovero in ospedale per lo più
nei reparti di rianimazione.
La legge del 1968 ha previsto la vaccinazione di tutti i nuovi nati
utilizzando un vaccino contro il tetano associato a quello contro la
difterite.
Ogni anno in Italia si ammalano di tetano circa un centinaio di persone adulte, non vaccinate.
Il vaccino contro il tetano, come il vaccino antidifterico, viene preparato modificando opportunamente la tossina tetanica in modo tale
che questa non possa più essere pericolosa, ma sia ugualmente capace di stimolare l’organismo a produrre le difese contro la malattia.
Il vaccino viene somministrato con una iniezione intramuscolare.
Il vaccino antitetanico è disponibile anche in formulazioni multiple,
associato a vaccino antidifterico, antipertossico, antipoliomielitico,
antiemofilo, antiepatite B variamente combinati.
Questa vaccinazione deve essere temporaneamente rinviata quando il bambino presenta una malattia acuta con febbre o disturbi generali giudicati clinicamente importanti.
Quando si deve rinviare
Non esistono condizioni particolari di salute che non consentano l’esecuzione di questa vaccinazione, ad eccezione di precedenti gravi
reazioni allergiche a sostanze contenute nel vaccino o a precedenti
somministrazioni dello stesso vaccino.
Quando non si deve
vaccinare
Questo vaccino é molto ben tollerato e di regola non provoca reazioni. E’ possibile che si verifichi, entro le 48 ore dalla vaccinazione,
una reazione irritativa passeggera nel punto dove é stato iniettato
il vaccino. Questa reazione può manifestarsi con gonfiore, rossore,
dolore. Può comparire febbre, per lo più di modesta entità.
Come qualsiasi altra sostanza estranea all’organismo, questo vaccino può determinare, raramente, reazione allergica specifica.
Gli effetti collaterali
Vaccinazione contro la pertosse
La pertosse é una malattia infettiva causata da un batterio (Bordetella pertussis) che si trasmette per via aerea e, prima dell’introduzione della vaccinazione, si manifestava con epidemie ogni 3-4 anni.
I primi sintomi sono simili a quelli del raffreddore: malessere, stanchezza, lieve aumento della temperatura, starnuti e tosse, soprattutto notturna. Questi disturbi durano in genere 1-2 settimane. In
seguito compaiono i tipici attacchi di tosse, per i quali la malattia
é conosciuta anche come tosse “cattiva” o “convulsa” o “asinina” o
“canina”. Ogni attacco é costituito da una serie di colpi di tosse rapidi
e soffocanti che rendono difficoltosa la respirazione e terminano con
il caratteristico “urlo” inspiratorio. Spesso l’attacco causa il vomito
e ciò può anche compromettere la nutrizione del bambino. Questa
fase della malattia dura circa 4-6 settimane ed é seguita da una
convalescenza di qualche settimana in cui gli attacchi di tosse sono
sempre meno frequenti e intensi.
L’evoluzione della pertosse é di solito favorevole, anche se sono
possibili alcune complicanze, quali laringiti, polmoniti, convulsioni ed
asfissia con danno cerebrale.
La malattia é particolarmente temibile e grave nel 1° anno di vita, dal
Cos’é la pertosse?
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Informazioni ai genitori
Informazioni ai genitori
Nel primo anno di vita
momento che nel neonato e nel lattante frequentemente si complica con vere e proprie crisi di soffocamento e difficoltà respiratoria
che costringono al ricovero in ospedale. Nel bambino piccolo sono
inoltre più frequenti le complicanze cerebrali che possono causare
danni permanenti e, nei casi più gravi, anche la morte.
Il vaccino
Il vaccino antipertosse, detto anche “acellulare” perché costituito
solo da alcune parti del microrganismo altamente purificate, viene
somministrato con una iniezione per via intramuscolare e combinato
nella stessa fiala con altri vaccini. Il ciclo di base completo prevede la
somministrazione di 3 dosi, è inoltre consigliata una dose di richiamo
al quinto-sesto anno e una al quattordicesimo-quindicesimo anno.
La vaccinazione viene raccomandata fin dal 3° mese d’età in modo
da assicurare la protezione del bambino nel primo anno di vita, periodo di maggiore pericolosità della malattia.
Quando si deve rinviare
La vaccinazione contro la pertosse deve essere temporaneamente
rinviata quando il bambino presenta una malattia acuta con febbre o
turbe generali giudicate clinicamente importanti. Verrà valutata l’opportunità di posticipare l’esecuzione della vaccinazione antipertosse
anche in caso di disturbi neurologici la cui causa non sia stata ancora
sufficientemente precisata, fino a chiarimento del problema o della
definizione della diagnosi.
Quando non si deve
vaccinare
Qualora il bambino sia affetto da una grave malattia neurologica che
può peggiorare nel tempo, verrà valutata caso per caso, se sia consigliabile procedere a questa vaccinazione.
Il vaccino può essere somministrato anche a bambini che abbiano
manifestato in passato “convulsioni febbrili” con l’avvertenza di controllare l’eventuale comparsa di febbre.
Non devono essere vaccinati i soggetti che hanno presentato reazioni allergiche gravi a sostanze contenute nel vaccino o reazioni gravi a
precedenti somministrazioni dello stesso vaccino.
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Gli effetti collaterali
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Nella sede dell’iniezione possono osservarsi rossore, gonfiore e dolore entro le 24-48 ore dalla somministrazione; si tratta in genere di
reazioni lievi e transitorie.
Nei primi due giorni dopo l’iniezione é inoltre possibile che il bambino
presenti febbre (per lo più di lieve entità, raramente elevata), pianto
inconsolabile della durata per più ore consecutive, irritabilità oppure
sonnolenza. Queste reazioni generali sono transitorie e, come già
detto, si osservano più raramente oggi con l’impiego dei vaccini acellulari. Le reazioni generali considerate “gravi” (per esempio episodi
simili al collasso, convulsioni) sono divenute eccezionali con i vaccini
acellulari attualmente in utilizzo. Tali reazioni non lasciano conseguenze ma impongono una attenta valutazione prima di proseguire
il ciclo vaccinale con la componente pertossica.
Come qualsiasi altra sostanza estranea all’organismo, questo vaccino può determinare, raramente, reazioni allergiche specifiche.
Vaccinazione contro la poliomielite
La poliomielite é una malattia infettiva causata da tre diversi tipi
di virus che penetrano nell’organismo prevalentemente attraverso
l’apparato digerente. Si tratta di una malattia molto pericolosa in
quanto, nei casi più gravi, può provocare paralisi irreversibili, per lo
più degli arti, e a volte anche la morte. Purtroppo non vi sono farmaci
in grado di curare questa malattia una volta che essa si sia sviluppata; l’unica concreta possibilità per evitare queste gravi conseguenze
per la salute é rappresentata dalla prevenzione attraverso la vaccinazione.
In Italia, prima che venisse adottata la vaccinazione (legge del 1966),
è negli anni sessanta che si verificavano circa 3.000 casi all’anno; l’ultimo caso é stato registrato nel 1983.
La vaccinazione di massa ha potuto eliminare la poliomielite nella
maggior parte dei paesi del mondo, ma in alcune nazioni in via di sviluppo la malattia é ancora presente.
Fintanto che la poliomielite non sarà sconfitta in tutto il mondo, il rischio che il virus possa rientrare nel nostro paese é sempre presente.
Per questa ragione é importante continuare a proteggere i bambini
mediante la vaccinazione contro la poliomielite.
Che cos’é la poliomielite?
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Informazioni ai genitori
Informazioni ai genitori
Nel primo anno di vita
Il vaccino
Il vaccino contro la poliomielite (chiamato anche “Salk” o IPV) contiene i virus della poliomielite uccisi (inattivati) e viene somministrato
con un’iniezione per via intramuscolare. Il ciclo completo della vaccinazione antipoliomielite prevede la somministrazione di 4 dosi.
Il vaccino è disponibile in formulazione singola o variamente combinata con altri vaccini.
Quando si deve rinviare
La vaccinazione antipoliomielite deve essere temporaneamente rinviata se il bambino presenta una malattia acuta con febbre o disturbi
generali giudicati clinicamente importanti.
Quando non si deve
vaccinare
Il vaccino Salk non deve essere somministrato se il bambino ha manifestato reazioni allergiche gravi a sostanze contenute nel vaccino o
dopo precedenti somministrazioni dello stesso vaccino.
Gli effetti collaterali
Questa vaccinazione é molto ben tollerata. Il vaccino antipoliomielite, come qualsiasi sostanza estranea all’organismo, può determinare, raramente, reazioni allergiche specifiche.
Vaccinazione contro l'epatite B
Che cos’é l’epatite B?
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L’epatite B é una malattia infettiva contagiosa che colpisce il fegato ed é causata da un virus che penetra nell’organismo attraverso il
contatto con liquidi biologici infetti (sangue e suoi derivati, secrezioni
organiche contenenti sangue, sperma e muco vaginale) di persone
ammalate o di portatori sani (detti HBsAg positivi).
La malattia può manifestarsi in modi diversi; nel 65-70% dei casi il
soggetto non presenta alcun disturbo (forme asintomatiche). Frequentemente nei bambini più piccoli si osserva una malattia lieve,
con malessere generale, debolezza, dolori articolari, nausea, vomito e
febbre con o senza ittero (colorazione gialla della pelle e degli occhi).
Raramente, soprattutto in età adulta, l’infezione acuta può avere
esito mortale. Il problema più importante dell’epatite B é la sua cronicizzazione. Ciò avviene con frequenza diversa a seconda dell’età del
soggetto: l’infezione cronica si sviluppa nell’80% dei bambini che alla
nascita si sono contagiati dalla mamma, ammalata o portatrice, e
diminuisce fino al 10% nei bambini più grandi e negli adulti. L’epati-
te cronica espone al rischio di cirrosi epatica e di tumore del fegato.
Inoltre, soggetti con infezione cronicizzata rappresentano una potenziale fonte di contagio.
Il vaccino contro l’epatite B attualmente in uso contiene solo una
parte del virus ottenuto mediante tecniche di ingegneria genetica
e pertanto non é assolutamente in grado di provocare la malattia,
ma é in grado di immunizzare contro di essa. Il vaccino é altamente
efficace e conferisce una protezione di lunga durata. Il ciclo vaccinale
prevede la somministrazione di 3 dosi; un calendario specifico che
inizia alla nascita è previsto per i bimbi nati da madre portatrice del
virus dell’epatite B. Al momento attuale non sono previste dosi di
richiamo.
Il vaccino viene somministrato con un’iniezione intramuscolare. La
somministrazione di questo vaccino é stata prevista in Italia per tutti
i nuovi nati a partire dal 1991. Il vaccino inoltre viene offerto gratuitamente ai soggetti appartenenti ad alcune categorie che per ragioni
professionali (ad es. medici ed infermieri) o personali (ad es. conviventi di una persona portatrice di questo virus, cioé HbsAg positiva)
sono particolarmente a rischio di contrarre questa infezione.
Il vaccino
Questa vaccinazione deve essere temporaneamente rinviata quando il bambino presenta una malattia acuta con febbre o turbe generali giudicate clinicamente importanti.
Quando si deve rinviare
La vaccinazione non deve essere somministrata ai soggetti che hanno presentato reazioni allergiche gravi a sostanze contenute nel vaccino (es. lievito di birra) o a precedenti somministrazioni dello stesso
vaccino.
Quando non si deve
vaccinare
Il vaccino antiepatite B é un vaccino ben tollerato; nella sede dell’iniezione è possibile la comparsa transitoria di dolore, rossore e
gonfiore di lieve entità. Tra gli effetti generali, molto rari, si possono
verificare febbre non elevata, mal di testa, nausea, vertigini, dolori
muscolari ed articolari di intensità moderata e di breve durata. Ancor più raramente sono state segnalate, solo a carico di adolescenti
e adulti, neuriti periferiche. Come qualsiasi altra sostanza estranea
Gli effetti collaterali
J
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Informazioni ai genitori
Informazioni ai genitori
Nel primo anno di vita
all’organismo, anche questo vaccino può determinare, raramente,
reazioni allergiche specifiche.
Vaccinazione contro l’infezione da Haemophilus
Influenzae di tipo b
Cos’é l’Haemophilus
influenzae di tipo b?
J
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Questo batterio, da non confondere con i virus che causano l’influenza e che per comodità chiameremo semplicemente Emofilo, normalmente si trova in gola o nel naso dove non dà alcun problema e si
trasmette da una persona all’altra per via aerea.
Quasi tutti i bambini durante i primi 5-6 anni di vita vengono a contatto prima o poi con l’Emofilo. Di solito a seguito di questo contatto, essi non subiscono alcun danno e sviluppano gli anticorpi che li
proteggeranno nelle età successive. Tuttavia in alcuni casi, l’Emofilo
non si limita a localizzarsi in gola ma riesce a raggiungere il sangue
e, tramite questo, a localizzarsi in altri organi dove causa malattie
gravi. Tra queste la più frequente é la meningite. Questa malattia é
sempre grave e può lasciare danni permanenti quali sordità, paralisi
motorie più o meno gravi, ritardo mentale. Con frequenza minore il
germe può causare epiglottite (infiammazione grave ed improvvisa
delle prime vie aeree con sintomi di soffocamento) e sepsi (infezione
diffusa nel sangue). Queste malattie, dette “forme invasive”, colpiscono quasi esclusivamente i bambini al di sotto dei 5 anni di età; é
segnalato un maggior rischio per i bambini che frequentano comunità (es. asilo nido).
Il vaccino rappresenta l’unico mezzo per prevenire le infezioni “invasive” da Emofilo. Esso contiene una parte del microrganismo legata
ad una proteina in modo tale da essere in grado di indurre protezione
anche nel bambino di pochi mesi.
Il vaccino é altamente efficace sia nell’evitare la malattia che nell’eliminare i portatori, cioé i bambini sani che, una volta infettati, permettono la circolazione del batterio e il mantenimento dei casi di
malattia.
Il vaccino viene somministrato con una iniezione per via intramuscolare ed è disponibile in forma singola o associato ad altri vaccini.
Il numero di dosi necessarie dipende dall’età del bambino: nel primo
anno di età sono necessarie tre dosi, dopo l’anno è sufficiente una
sola dose.
Il vaccino
Questa vaccinazione, come le altre, deve essere temporaneamente
rinviata quando il bambino presenta una malattia acuta con febbre o
disturbi generali giudicati clinicamente importanti.
Quando si deve rinviare
Non esistono situazioni cliniche che non consentano l’esecuzione di
questa vaccinazione fatta eccezione per le reazioni allergiche molto
gravi a sostanze contenute nel vaccino o a precedenti somministrazioni dello stesso vaccino.
Quando non si deve
vaccinare
Nella sede dell’iniezione é possibile la comparsa di dolore, gonfiore,
rossore; fenomeni di solito lievi e di breve durata.
Rari sintomi generali possono essere rappresentati da rialzo febbrile,
in genere inferiore ai 38,5°C, lieve irritabilità o sonnolenza.
Come qualsiasi altra sostanza estranea all’organismo, anche questo
vaccino può determinare, raramente, reazioni allergiche specifiche.
Gli effetti collaterali
J
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Informazioni ai genitori
Informazioni ai genitori
Nel primo anno di vita
Vaccinazione contro l’infezione da pneumoccocco
Cos’é il pneumococco?
Il vaccino
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Gli pneumococchi sono una famiglia di microbi di cui si conoscono
più di 90 tipi, ma solo una parte di questi è in grado di provocare malattie importanti come meningiti, polmoniti o infezioni diffuse a tutto
l’organismo (sepsi). I tipi di pneumococco che causano queste gravi
infezioni possono cambiare nelle diverse aree geografiche e subiscono anche variazioni nel tempo. I microbi possono essere nella gola e
nel naso delle persone senza provocare fastidi, oppure possono causare disturbi non gravi ma frequenti come otiti, sinusiti e bronchiti. Le
malattie da pneumococco sono diffuse in tutto il mondo.
I bambini con meno di 5 anni e ancor più quelli con meno di 2 anni,
così come gli anziani, hanno una maggiore probabilità di ammalarsi.
In Italia vengono segnalati ogni anno circa 40-50 casi di meningite da
pneumococco nei bambini con meno di 5 anni.
Nei bambini più piccoli la malattia invasiva è spesso mortale (fino a
un caso su quattro).
A tutte le età e dovunque, il rischio di essere aggrediti in modo grave
dallo pneumococco è notevole nel caso di malattie che indeboliscono le difese, come: difetti importanti delle difese immunitarie; forme
rare di anemia congenita; mancanza o cattivo funzionamento della
milza; malattie croniche gravi a carico dei polmoni, del fegato e del
cuore; diabete mellito. Il rischio risulta elevato anche nelle persone
con protesi cocleare per gravi disturbi dell’udito. Anche frequentare
una collettività (come l’asilo nido) aumenta la probabilità di infezioni
gravi da pneumococco.
Il vaccino antipneumococcico utilizzato nei bambini è costituito
da particelle innocue dello pneumococco legate ad altre sostanze
(anch’esse innocue) che permettono di stimolare una buona risposta
fin dai primi mesi di vita. Questo vaccino contiene 13 tipi di pneumococco ed è efficace contro le infezioni dovute a quei 13 tipi di pneumococco. La sua capacità di prevenire le infezioni più gravi è molto
alta (quasi il 100%); la protezione dalle otiti è invece molto bassa. Le
sue caratteristiche fanno supporre che sia capace di proteggere per
lungo tempo.
Questa vaccinazione, come le altre, deve essere temporaneamente
rinviata quando il bambino presenta una malattia acuta con febbre o
disturbi generali giudicati clinicamente importanti.
Quando si deve rinviare
Non esistono situazioni cliniche che non consentano l’esecuzione
di questa vaccinazione fatta eccezione per quei soggetti che hanno
presentato reazioni allergiche molto gravi a sostanze contenute nel
vaccino o a precedenti dosi dello stesso vaccino.
Quando non si deve
vaccinare
Nella sede dell’iniezione é possibile la comparsa di dolore, gonfiore,
rossore; fenomeni di solito lievi e di breve durata. Sintomi generali
possono essere rappresentati da rialzo febbrile, in genere inferiore
ai 38,5°C, lieve irritabilità o sonnolenza, perdita temporanea dell’appetito.
Come qualsiasi altra sostanza estranea all’organismo, anche questo
vaccino può determinare, raramente, reazioni allergiche specifiche.
Gli effetti collaterali
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Informazioni ai genitori
Informazioni ai genitori
Nel secondo anno di vita …
Due vaccinazioni per
quattro malattie
Nel secondo anno di vita del bambino viene offerto un vaccino a tre
componenti contro morbillo, parotite e rosolia, che contiene nella
stessa fiala i 3 virus, responsabili delle infezioni, vivi ma attenuati. I
vantaggi di questa soluzione sono rappresentati dal fatto che il bambino riceve una sola iniezione e che la collettività è meglio protetta
perché diminuisce contemporaneamente la circolazione di tutti e tre
i virus.
Il vaccino viene somministrato con un’iniezione sottocutanea, solitamente nella parte alta del braccio.
Il vaccino anti morbillo-parotite-rosolia è prioritario per tutti i bambini a partire dal 13° mese di vita.
In questa corte di età viene inoltre offerta la vaccinazione contro il
meningococco C.
Vaccinazione contro il morbillo
Cos’é il morbillo?
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Il morbillo é una malattia infettiva molto contagiosa causata da un
virus che si trasmette attraverso le prime vie respiratorie. Si manifesta con febbre elevata, tosse insistente, rinite, congiuntivite ed
una tipica eruzione cutanea (esantema). Il bambino è sempre molto
provato dal morbillo, che viene giustamente considerato la più grave tra le “comuni” malattie infettive dell’infanzia a causa della sua
sintomatologia acuta e delle possibili complicanze. Queste possono
essere: otite, laringite, broncopolmonite, piastrinopenia (diminuzione del numero di piastrine), crisi convulsive e, soprattutto, encefalite.
Quest’ultima si verifica in media in 1 caso ogni 1000-3000 bambini
colpiti da morbillo e consiste in una grave infiammazione del cervello
che può essere mortale (15% dei casi) oppure lasciare esiti permanenti (40% dei casi) quali: crisi convulsive, sordità e ritardo mentale.
Più raramente é possibile che un danno neurologico irreversibile si
manifesti a distanza di 5-15 anni dalla malattia a causa di un’infezione persistente collegata al virus morbilloso (pan encefalite sclerosante subacuta, PESS).
Il vaccino contro il morbillo é costituito dal virus del morbillo vivo ma
attenuato in modo da renderlo incapace di provocare la malattia pur
conservando la capacità di stimolare la produzione di anticorpi protettivi.
La vaccinazione contro il morbillo è effettuata contemporaneamente a quella contro la rosolia e contro la parotite (vaccino “triplo”) o in
altre combinazioni; in ogni caso il vaccino viene somministrato con
un’iniezione che si effettua per via sottocutanea nella parte alta del
braccio. Non sempre è reperibile in commercio la formulazione singola del vaccino.
A qualunque età dopo il primo anno, é utile sottoporsi a questa vaccinazione, qualora non sia ancora stata contratta la malattia.
Il vaccino é estremamente efficace in quanto provoca la comparsa di
anticorpi protettivi nel 95% dei bambini vaccinati e questa percentuale é ancora più alta dopo una seconda dose. La protezione compare già dopo 7-10 giorni dalla vaccinazione. Per questa sua rapidità
d’azione il vaccino contro il morbillo é in grado di prevenire la malattia
anche dopo il contagio, purché la somministrazione avvenga entro i
primi 2-3 giorni dal contatto del bambino con il malato.
Il vaccino
Le circostanze che rendono opportuno rinviare questa vaccinazione
sono:
rr malattia acuta con febbre o turbe generali giudicate
clinicamente importanti;
rr recente somministrazione di immunoglobuline, sangue o
plasma, prodotti che possono ostacolare una buona risposta
immunitaria al vaccino;
rr recente somministrazione (meno di 4 settimane) di un altro
vaccino a base di virus vivi.
Quando si deve rinviare
J
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Informazioni ai genitori
Informazioni ai genitori
Nel secondo anno di vita …
Quando non si deve
vaccinare
Il vaccino anti-morbillo, singolo oppure combinato, non deve essere
somministrato nei seguenti casi:
rr grave difetto del sistema immunitario dovuto a malattie o a
terapie
rr gravi reazioni allergiche a costituenti del vaccino
( es. neomicina o gelatina) o a precedenti somministrazioni
dello stesso vaccino.
Gli effetti collaterali
Il vaccino contro il morbillo, sia nella forma singola che combinata
con antirosolia e antiparotite, é ben tollerato.
Sono possibili reazioni locali (rossore, gonfiore) nel punto nel quale
viene effettuata l’iniezione.
A distanza di 7-14 giorni dalla vaccinazione circa 1 bambino su 7 sviluppa un rialzo febbrile o un modesto rush cutaneo che generalmente è di breve durata (1-2 giorni). Reazioni avverse più importanti quali
la piastrinopenia (cioè diminuzione del numero delle piastrine) sono
molto rare e ad evoluzione favorevole; mentre la malattia naturale
può provocare complicanze gravi e permanenti.
Come qualsiasi altra sostanza estranea all’organismo, questo vaccino può determinare, raramente, reazioni allergiche specifiche.
Vaccinazione contro la parotite
Cos’é la parotite?
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La parotite, comunemente chiamata “orecchioni”, é una malattia
infettiva causata da un virus che si trasmette per via aerea. Essa si
manifesta generalmente con un ingrossamento davanti all’orecchio
causata dall’infiammazione di una ghiandola salivare chiamata parotide, da uno o entrambi i lati. Possono ingrossarsi anche altre ghiandole salivari e spesso si manifestano contemporaneamente mal di
testa, febbre più o meno elevata e dolore addominale. L’importanza
di questa malattia deriva dalle sue possibili complicanze: meningoencefalite, danno all’organo dell’udito, pancreatite e, dopo la pubertà, orchite ed ovarite (infiammazione dei testicoli e delle ovaie) con
rischio di sterilità.
Il vaccino contro la parotite é costituito dal virus vivo ma attenuato in
modo da renderlo incapace di provocare la malattia pur conservando
la capacità di stimolare la produzione di anticorpi protettivi.
La vaccinazione contro la parotite effettuata contemporaneamente
a quella contro il morbillo e contro la rosolia (vaccino “trivalente”). Il
vaccino viene somministrato con un’iniezione per via sottocutanea
nella parte alta del braccio. Non sempre è reperibile in commercio la
formulazione singola del vaccino.
La vaccinazione antiparotite viene raccomandata per tutti i bambini in associazione al vaccino antimorbillo ed antirosolia a partire dal
compimento del primo anno di vita, contemporaneamente ad altre
vaccinazioni.
Il vaccino può comunque essere somministrato a qualsiasi età e la
vaccinazione di un soggetto già immune (per precedente vaccinazione oppure per aver superato la malattia) è ben tollerata.
Le circostanze che rendono opportuno rinviare questa vaccinazione
sono:
rr malattia acuta con febbre o turbe generali giudicate
clinicamente importanti;
rr recente somministrazione di immunoglobuline, sangue o
plasma, prodotti che possono ostacolare una buona risposta
immunitaria al vaccino;
rr recente somministrazione (meno di 4 settimane) di un altro
vaccino a base di virus vivi.
Il vaccino anti-parotite, singolo oppure combinato, non deve essere
somministrato nelle seguenti circostanze:
rr grave difetto del sistema immunitario dovuto a malattie o a
terapie;
rr gravi reazioni allergiche a costituenti del vaccino
( es. neomicina o gelatina) o a precedenti somministrazioni
dello stesso vaccino.
Il vaccino
Quando si deve rinviare
Quando non si deve
vaccinare
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Informazioni ai genitori
Informazioni ai genitori
Nel secondo anno di vita …
Gli effetti collaterali
Cos’é la rosolia?
Il vaccino
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Gli effetti collaterali attribuiti al vaccino antiparotite sono rari: a distanza di giorni é possibile che il bambino mostri un lieve ingrossamento della ghiandola parotide e febbre di breve durata, eccezionalmente infiammazione meningea ad evoluzione benigna.
Come qualsiasi altra sostanza estranea all’organismo questo vaccino può determinare, raramente, reazioni allergiche specifiche.
Si vaccinano anche i maschi, non tanto per la loro protezione individuale, bensì per diminuire maggiormente la circolazione del virus
della rosolia nella popolazione e rendere ancor più improbabile l’infezione delle donne in gravidanza.
Il vaccino é molto efficace in quanto conferisce una protezione stimata superiore al 95%.
Vaccinazione contro la rosolia
Le circostanze che rendono opportuno rinviare questa vaccinazione
sono:
rr malattia acuta con febbre o turbe generali giudicate
clinicamente importanti;
rr recente somministrazione di immunoglobuline, sangue o
plasma, prodotti che possono ostacolare una buona risposta
immunitaria al vaccino;
rr recente somministrazione (meno di 4 settimane) di un altro
vaccino a base di virus vivi attenuati.
Quando si deve rinviare
Il vaccino antirosolia, singolo oppure combinato, non deve
essere somministrato nelle seguenti circostanze:
rr grave difetto del sistema immunitario dovuto a malattie o a
terapie;
rr gravi reazioni allergiche a costituenti del vaccino
( es. neomicina o gelatina) o a precedenti somministrazioni
dello stesso vaccino.
Quando non si deve
vaccinare
Il vaccino contro la rosolia é ben tollerato.
In un numero ridotto di bambini vaccinati (5-15%) é possibile osservare lieve rialzo febbrile, qualche macchiolina sulla pelle ed ingrossamento dei linfonodi del collo a distanza di 5-12 giorni dall’avvenuta
vaccinazione.
Molto raramente nei bambini, con maggiore frequenza nelle adolescenti e nelle donne adulte, é possibile la comparsa di dolori articolari
di breve durata a distanza di 1-3 settimane dalla vaccinazione. Ancora più raramente sono state segnalate artriti croniche nei soggetti
adulti.
Come qualsiasi altra sostanza estranea all’organismo, questo vaccino può determinare, raramente, reazioni allergiche specifiche.
Gli effetti collaterali
La rosolia é una malattia infettiva causata da un virus che si trasmette per via aerea. Se viene contratta dopo la nascita, si presenta come
una malattia lieve a decorso benigno che si manifesta con febbre
non elevata, ingrossamento delle ghiandole linfatiche (soprattutto
di quelle del collo e della nuca) e con un’eruzione cutanea (arrossamento) di breve durata. Occasionalmente nei bambini si possono
osservare piccole emorragie cutanee, negli adolescenti e negli adulti
prevalentemente di sesso femminile dolori articolari.
Complicanze importanti sono eccezionali. La rosolia é una malattia
grave se contratta per la prima volta durante la gravidanza. In questo
caso, infatti, esiste una concreta probabilità che il virus raggiunga il
nascituro attraverso la placenta e che provochi seri danni quali aborto e malformazioni congenite di varia gravità a carico del cuore, del
cervello, degli occhi e dell’udito.
Il vaccino contro la rosolia é costituito dal virus della rosolia vivo ma
attenuato in modo da renderlo incapace di provocare la malattia pur
conservando la capacità di stimolare la produzione di anticorpi protettivi.
La vaccinazione contro la rosolia può essere effettuata da sola oppure contemporaneamente a quella contro il morbillo e contro la
parotite (vaccino “trivalente”) o in altre combinazioni. In ogni caso il
vaccino viene somministrato con un’iniezione per via sottocutanea,
nella parte alta del braccio. Non sempre è reperibile in commercio la
formulazione singola del vaccino.
La vaccinazione antirosolia viene raccomandata per tutti i bambini
in associazione al vaccino antimorbillo ed antiparotite a partire dal
compimento del primo anno di vita, contemporaneamente ad altre
vaccinazioni.
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Informazioni ai genitori
Informazioni ai genitori
Nel secondo anno di vita …
Vaccinazione contro il meningococco C
Cos’é il meningococco?
Il vaccino
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Il meningococco è un batterio che si trova piuttosto frequentemente
in gola e nel naso dove di solito non dà nessun problema. Esistono
tipi diversi (sierotipi) di questo germe, contraddistinti con le lettere
dell’alfabeto. La trasmissione avviene da persona a persona attraverso le goccioline respiratorie. In alcuni casi il meningococco raggiunge il sangue e, attraverso questo, altri organi, causando malattie
invasive, in particolare la meningite o la sepsi (infezione diffusa nel
sangue). Queste malattie sono sempre gravi e possono lasciare danni permanenti di tipo neurologico e comportamentale o portare alla
morte. Meno frequenti sono altre malattie meningococciche come la
polmonite e la congiuntivite.
La malattia colpisce in particolare i bambini di età inferiore ai 5 anni
e soprattutto è più frequente nei bambini al di sotto dei due anni di
vita. Un’altra fascia di età interessata, anche se con minor frequenza,
è quella degli adolescenti e dei giovani adulti. In Italia, in Europa, Stati
Uniti e Canada la maggiorparte dei casi di malattia meningococcica è
attribuibile a infezioni da meningococco di tipo B e di tipo C, mentre
nel resto del mondo circolano anche altri sierotipi (A, C, Y, W-135).
Il vaccino antimeningococco C (attualmente non è ancora disponibile un vaccino contro il meningococco B) è il mezzo più efficace per
ridurre l’infezione e il rischio di danni permanenti e/o morte da meningococco di sierotipo C.
Il vaccino anti-meningococcico C coniugato si somministra per via
intramuscolare e determina una protezione di lunga durata; il numero di dosi necessarie varia in base all’età di inizio del ciclo vaccinale. Il
calendario regionale prevede la somministrazione di una dose nel secondo anno di età contemporaneamente alla somministrazione della dose di vaccino anti morbillo-parotite-rosolia. È prevista una dose
di richiamo a 14-15 anni contemporaneamente alla somministrazione della dose di richiamo del vaccino anti difterite-tetano-pertosse.
Questa vaccinazione, come le altre, deve essere temporaneamente
rinviata quando il bambino presenta una malattia acuta con febbre o
turbe generali giudicate clinicamente importanti.
Quando si deve rinviare
Non esistono situazioni cliniche che non consentano l’esecuzione
di questa vaccinazione fatta eccezione per quei soggetti che hanno
presentato reazioni allergiche molto gravi a sostanze contenute nel
vaccino o a precedenti dosi dello stesso vaccino.
Quando non si deve
vaccinare
Nella sede dell’iniezione è possibile la comparsa di dolore, gonfiore,
rossore; fenomeni di solito lievi e di breve durata.
Sintomi generali possono essere rappresentati da rialzo febbrile,
in genere inferiore ai 38,5°C, lieve irritabilità o sonnolenza, cefalea,
pianto, vomito, diarrea, inappetenza e dolori muscolari.
Come qualsiasi altra sostanza estranea all’organismo, anche questo
vaccino può determinare, raramente, reazioni allergiche specifiche
Gli effetti collaterali
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Informazioni ai genitori
Informazioni ai genitori
Nel sesto anno di vita …
I Richiami vaccinali
A questa età viene offerto come vaccino prioritario una formulazione
a quattro componenti (tetravalente IPV-DTPa) che risponde alla necessità di richiamo per le seguenti malattie:
rr difterite
rr tetano
rr pertosse
rr poliomielite
Questa quarta dose completa il ciclo di base iniziato nel primo anno
di vita, garantendo protezione di lunga durata.
Sempre come prioritaria viene offerta la seconda dose del vaccino
trivalente contro:
rr morbillo
rr parotite
rr rosolia
Questa seconda dose ha lo scopo di immunizzare la gran parte di
quei bambini nei quali potrebbe essere fallita la prima immunizzazione.
La somministrazione dei due preparati può avvenire contemporaneamente.
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Dopo i dieci anni di vita …
Tra il 12° e il 15° anno d’età viene offerto, a chi abbia ricevuto il ciclo
di vaccinazione di base o abbia superato la pertosse, il richiamo di
difterite-tetanopertosse acellulare (dTpa) mediante un vaccino trivalente che contiene dosi ridotte di anatossina difterica e di componenti pertussici.
Viene inoltre offerta la vaccinazione contro il meningococco C e a
tutte le ragazze al 12° anno di età la vaccinazione contro il papilloma
virus (HPV).
Vaccinazione contro tetano-difterite-pertosse
[vedi relativi capitoli pag. 13_14_15]
Vaccinazione contro il meningococco C
[vedi pag. 30]
La vaccinazione contro il papillomavirus
Il papillomavirus (HPV) umano è un gruppo di oltre 120 tipi di virus responsabili di numerose infezioni molto frequenti nella popolazione.
Più di 40 di questi virus sono trasmessi per via sessuale; questi si
distinguono in virus ad “alto rischio”, responsabili dell’insorgenza del
tumore del collo dell’utero e di altri tumori, e a “basso rischio”, responsabili dei condilomi, lesioni benigne simili a verruche, che possono localizzarsi a livello della pelle e delle mucose genitali.
Si tratta di un’infezione comune e si stima che oltre il 75% delle donne venga a contatto con l’infezione da HPV durante la vita.
Nella maggior parte dei casi l’infezione è asintomatica, cioè non procura alcun disturbo e si risolve senza bisogno di trattamento, mentre
la persistenza dell’infezione dei virus ad “alto rischio” può portare
all’evoluzione verso il tumore.
Che cos’è il
papillomavirus (HPV)?
Il vaccino contro papillomavirus disponibile è sicuro ed efficace. E’
preparato attraverso tecniche di biologa molecolare, ed è costituito
da particelle simili al virus in grado di stimolare la produzione di anticorpi specifici contro l’HPV.
L’obiettivo della vaccinazione è proteggere dall’infezione dei tipi virali
ad “alto rischio” responsabili del 70% dei carcinomi del collo dell’utero. L’azione del vaccino è preventiva e non terapeutica pertanto, per
sfruttare l’efficacia del vaccino, è raccomandata la sua somministra-
Il vaccino
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Informazioni ai genitori
Informazioni ai genitori
Dopo i dieci anni di vita …
zione prima che la persona sia stata infettata dal virus, quindi prima
dell’inizio dell’attività sessuale.
Per tale motivo la Regione Friuli Venezia Giulia a partire dal 2008 ha
attivato un programma di offerta gratuita della vaccinazione antiHPV alle ragazze in età pre-adolescenziale.
Il vaccino viene somministrato tramite una iniezione intramuscolo; il
ciclo vaccinale consiste in 3 dosi.
Quando si deve rinviare
La vaccinazione deve essere rimandata nelle persone con malattia
febbrile in atto e in gravidanza.
Quando non si deve
vaccinare
In generale non ci sono controindicazioni alla somministrazione della vaccinazione contro il papillomavirus. Il vaccino non deve essere
somministrato in caso di gravi reazioni allergiche a costituenti del
vaccino o a precedenti somministrazioni dello stesso vaccino.
Gli effetti collaterali
Il vaccino si è dimostrato in generale ben tollerato e gli effetti indesiderati più comuni sono febbre, mal di testa, rossore, dolore e gonfiore nel sito di iniezione.
La prevenzione del
tumore del collo
dell’utero.
La prevenzione del tumore del collo dell’utero si basa anche sui programma di screening (Pap-test): sottoponendosi regolarmente al
Pap-test si possono identificare le lesioni precancerose ed intervenire prima che evolvano in tumore. Pertanto, per tutte le donne che già
hanno avuto rapporti sessuali, l’arma più efficace e sicura a disposizione per prevenire i tumori del collo dell’utero è proprio il Pap-test.
Inoltre anche le ragazze vaccinate dovranno essere sottoposte a
screening, per il momento con il Pap-test ogni tre anni a partire dai
25 anni di età.
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La vaccinazione la varicella
La varicella è una malattia infettiva, particolarmente contagiosa,
causata da un virus che si trasmette per contatto diretto con le lesioni della pelle o per via respiratoria. Si manifesta generalmente con
febbre non molto elevata, malessere generale e con un esantema
tipico, caratterizzato da piccole papule di color rosa che compaiono
ad ondate successive per 3-4 giorni, sul torace, sul viso, sugli arti, ma
anche in bocca, nell’ano, in vagina e nelle orecchie.
Queste papule provocano forte prurito e evolvono in vescicole, in
pustole e infine in croste granulari destinate a cadere. In alcuni casi
questi sintomi possono essere accompagnati da tosse forte.
Nel bambino lo sviluppo di complicanze è estremamente raro. Se la
varicella viene contratta all’inizio di una gravidanza può essere causa
di malformazioni fetali (lesioni oculari, alterazione degli arti, ritardo
mentale), mentre se viene contratta negli ultimi giorni della gravidanza, può causare una forma molto grave di varicella nella madre e
nel bambino, con rischio di morte.
Nei soggetti che hanno un sistema immunitario compromesso e, in
minor misura, nell’adolescente e nell’adulto la varicella decorre in forma più grave, con un rischio di complicanze polmonari e neurogiche
più elevato rispetto al bambino.
Cos’é la varicella?
Il vaccino contro la varicella è costituito dal virus vivo e attenuato.
Nella nostra Regione la vaccinazione contro la varicella è consigliata
e offerta gratuitamente agli adolescenti che non abbiano avuto la
malattia precedentemente ed è fortemente raccomandata ai bambini a rischio. Sono previste due dosi somministrate sottocute.
Il vaccino
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Informazioni ai genitori
Informazioni ai genitori
Altre vaccinazioni
Quando si deve rinviare
Quando non si deve
vaccinare
Gli effetti collaterali
Le circostanze che rendono opportuno rinviare questa vaccinazione
sono:
r malattia acuta con febbre;
r recente somministrazione di immunoglobuline, sangue o
plasma, prodotti che possono ostacolare una buona risposta
immunitaria al vaccino;
r recente somministrazione (meno di 4 settimane) di un altro
vaccino a base di virus vivi attenuati.
Il vaccino antivaricella non deve essere somministrato nelle seguenti
circostanze:
r grave difetto del sistema immunitario dovuto a malattie o a
terapie;
r gravi reazioni allergiche a costituenti del vaccino o a precedenti
somministrazioni dello stesso vaccino.
Il vaccino contro la varicella è generalmente ben tollerato. Le reazioni attribuibili al vaccino sono lievi (rossore e gonfiore nella sede
di inoculo); a distanza di 6-12 giorni dalla vaccinazione è possibile
che il bambino presenti rialzo febbrile, in genere modesto e di breve
durata. Nel 5% dei vaccinati si può manifestare un’eruzione cutanea
di lieve entità. In questo caso è possibile che il soggetto vaccinato,
seppur raramente, sia contagioso.
In alcune circostanze si raccomanda ai genitori di consultare il Servizio di Vaccinazione con congruo anticipo rispetto alla data di partenza per il viaggio al fine di valutare quali vaccinazioni è possibile
effettuare per la prevenzione di malattie infettive endemiche in quel
paese. Se si tratta della somministrazione di vaccini con ciclo a dose
unica sono necessari in generale 15 giorni per l’instaurarsi della conseguente immunità.
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Bambini con patologie
Se il tuo bambino è un soggetto portatore di gravi patologie croniche respiratorie, cardiache, è affetto da diabete, insufficienza
renale cronica o da altre gravi patologie, su indicazione del pediatra, del medico specialista o del medico dei Servizi di Vaccinazione, è possibile effettuare gratuitamente altre vaccinazioni
( ad esempio vaccinazione anti-influenzale, anti-varicella ecc.) al
fine di prevenire malattie infettive che potrebbero causare gravi
complicanze.
Bambini e viaggi internazionali
Si raccomanda ai genitori di consultare il Servizio di Vaccinazione
con congruo anticipo rispetto alla data di partenza per il viaggio
al fine di valutare quali vaccinazioni è possibile effettuare per la
prevenzione di malattie infettive endemiche in quel paese.
Se si tratta della somministrazione di vaccini con ciclo a dose
unica sono necessari in generale 15 giorni per l’instaurarsi della
conseguente immunità.
Altre vaccinazioni
Nella nostra Regione, a causa della situazione epidemiologica, è
raccomandata la vaccinazione contro l’encefalite da zecca (TBE),
in particolare per i residente in aree a rischio e per chi frequenta
abitualmente queste zone.
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Informazioni ai genitori
Informazioni ai genitori
Annotazioni dei genitori
Altre vaccinazioni
Qualche consiglio utile
se dopo la vaccinazione…
a casa
Osserva il tuo bambino attentamente
Qualsiasi sensazione o comportamento insolito che compare nei
15 minuti post vaccinazione che non era presente prima di riceverla va segnalata agli operatori.
La comparsa di rossore improvviso, difficoltà a respirare ,senso di
soffocamento, tosse improvvisa va segnalata tempestivamente.
Il tuo bambino ha la febbre
Se dopo la vaccinazione il bambino ti sembra caldo controllagli la
temperatura. Misura la febbre con un termometro elettronico in
sede ascellare.
La misurazione ascellare della temperatura a domicilio ha il vantaggio di facile accessibilità e buona tollerabilità per la maggior
parte dei bambini.
Per temperature superiori a 38.5 ° C usa il paracetamolo
(es. Tachipirina)
Inoltre se il bambino ha la febbre:
r dagli da bere in abbondanza;
r vestilo in modo leggero senza coprirlo eccessivamente;
Il tuo bambino è irrequieto
Dopo la vaccinazione i bambini possono apparire irrequieti poiché avvertono dolore nella sede dell’iniezione o hanno la febbre.
In questo caso si può somministrare il paracetamolo, che aiuta a
ridurre il dolore e la febbre.
Il tuo bambino ha la gamba (o il braccio) calda,
gonfia o arrossata
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Nel punto dell’iniezione la gamba (o il braccio) può arrossarsi o
gonfiarsi. Per alleviare il fastidio è sufficiente applicare un panno
pulito e fresco sulla zona dolorosa ed infiammata. Se ritenete che
il bambino abbia molto dolore poiché reagisce alla minima pressione si può somministrare il paracetamolo.
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Informazioni ai genitori
Informazioni ai genitori
Annotazioni dei genitori
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Annotazioni dei genitori
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Direzione centrale salute, integrazione
sociosanitaria e politiche sociali
Area prevenzione
Stampa a cura del Centro stampa regionale
ottobre 2011
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