PRODUZIONI ALIMENTARI OTTENUTE CON METODO BIOLOGICO PRODUZIONE AGRICOLA TRASFORMAZIONE CONTROLLO NEL TERRITORIO DELL’AREA VASTA TOSCANA – NORD IL PRESENTE OPUSCOLO DIFFUSA ESIGENZA DI NASCE DALLA RENDERE CHIARI E FACILMENTE COMPRENSIBILI I PRINCIPALI ASPETTI RELATIVI SIA ALLA PRODUZIONE DI ALIMENTI CONTROLLO SIA ALLE DELLA MODALITA’ PRODUZIONE DI CON “METODO BIOLOGICO” E DI APPROFONDIRE LE CONOSCENZE NUTRIZIONALE DI SUL VALORE TALI ALIMENTI CERCANDO DI ORIENTARE IL CONSUMATORE VERSO UNA SCELTA CONSAPEVOLE Realizzato con la partecipazione di: Le Aziende USL afferenti al Consorzio di Area Vasta Toscana Nord (Az.USL 1 di Massa e Carrara - Az.USL 2 di Lucca - Az.USL 5 di Pisa - Az. USL 6 di Livorno - Az.USL 12 di Viareggio) Regione Toscana Università di Pisa – Facoltà di Agraria Ispettorato Centrale Repressione Frodi – MIPAF Eudania Società Italiana di Ristorazione Stesura dell’opuscolo a cura di Mosè Bosco – Piero Cibeca - Az. Usl 12 Versilia Alimenti Biologici: dubbi e certezze Negli ultimi anni, gli alimenti biologici hanno occupato ampi spazi di mercato, nonostante un prezzo all’acquisto tendenzialmente più elevato del corrispondente alimento ottenuto con metodi tradizionali. Questo è dovuto sostanzialmente al fatto che, nell’immaginario del consumatore, i prodotti biologici vengono riconosciuti come migliori ed, in particolar modo, più sani. Certamente sono alimenti ottenuti nel rispetto di precisi disciplinari di produzione stabiliti dalle norme comunitarie e dalle correlate norme nazionali di recepimento ed attuazione. Prevedono l’utilizzo di tecniche di produzione sostanzialmente tradizionali che limitano, ed in alcuni casi vietano, l’uso di sostanze chimiche di sintesi. Molte incertezze permangono ancor oggi in merito alle caratteristiche nutrizionali dei prodotti alimentari ottenuti da agricoltura biologica. A fronte di esperienze che indicano come il metodo di agricoltura biologica non implichi un miglioramento del valore nutrizionale dei prodotti agricoli, recenti studi hanno evidenziato pregevoli peculiarità nutrizionali (vedi apposito riquadro). Cosa si deve intendere quando si parla di: alimento biologico? È il risultato finale di un metodo di produzione che utilizza tecniche il più possibile vicine a quelle tradizionali, basato su concetti di rispetto dell’ambiente attraverso l’osservanza di disciplinari di produzione fissati dalla normativa europea e codificati dalle norme nazionali e sottoposti a controlli di metodo e di prodotto Cosa si deve intende quando si parla di: alimento biologico al 95% Un alimento può essere etichettato e pubblicizzato come “prodotto ottenuto con metodo biologico”, solo se per almeno il 95% degli ingredienti di origine agricola sono stati prodotti secondo il metodo biologico. Come si legge l’etichetta di un prodotto biologico? Nell’etichettatura e nella pubblicità di un prodotto alimentare, trasformato e non, si può far riferimento al metodo di produzione biologica solo se: - l’indicazione specifica inequivocabilmente che si tratta di un metodo di produzione agricola; nell’etichettatura italiana dovrà quindi comparire la dizione “Agricoltura Biologica” - almeno il 95% degli ingredienti di origine agricola proviene da prodotti ottenuti con il metodo biologico - è stato sottoposto, durante l’intero processo di produzione e preparazione al regime di controllo previsto dalla normativa CE Nome Organismo di Controllo SALSA DI POMODORO Agricoltura biologica - Regime di Controllo CE Controllato da XXXXXXXXX Sigla Italia Aut. D.M. MiPAF n° XXX del XXXX Sigla Organismo di Controllo Estremi della autorizzazione ministeriale IT XXX XXXX T XXXXX Codice Produttore Codice Prodotto - riporta sull’etichetta il nome e/o la ragione sociale dell’ultimo produttore, preparatore o venditore, nonché il numero di codice identificativo dell’Organismo di Certificazione. Anche le aziende in conversione possono utilizzare l’etichettatura ed il logo comunitario nella commercializzazione dei propri prodotti alimentari purché prima del raccolto sia trascorso un periodo di conversione di almeno dodici mesi e sia riportata in etichetta la seguente dizione: “prodotto in conversione all’agricoltura biologica” Quali sono i vantaggi del prodotto alimentare biologico rispetto al prodotto alimentare tradizionale? Il prodotto alimentare ottenuto con metodo biologico garantisce un minor impiego di prodotti fitosanitari e, quindi, una minor presenza di residui negli alimenti e dà una maggiore garanzia per quanto riguarda il contenuto in additivi. Il metodo di produzione biologica garantisce un maggior rispetto dell’ambiente e del benessere degli animali e garantisce che il prodotto è stato ottenuto senza l’impiego di organismi geneticamente modificati (OGM). Valore nutrizionale degli “alimenti biologici” Molte incertezze permangono ancora oggi in merito alla qualità dei prodotti da agricoltura biologica. I risultati delle ricerche condotte su questo argomento sono spesso contrastanti: a fronte di esperienze che indicano come il metodo di agricoltura biologica non implichi un miglioramento del valore nutrizionale dei prodotti agricoli, altre hanno evidenziato un loro maggiore contenuto in sostanza secca (meno acqua), una maggiore presenza di alcune vitamine (come la C e talvolta la E), di sali minerali e in particolare di antiossidanti (polifenoli) (Ducasse Cournac et al., 2001; Paoletti, 2003). Questi ultimi, neutralizzando i radicali liberi che sono responsabili di alterazioni nel nostro metabolismo, sono in grado di prevenire l’insorgenza di malattie più o meno gravi. La minore disponibilità di azoto per le colture biologiche (dovuta all’essenza di concimazione minerale) può determinare, da una parte una sensibile riduzione del contenuto proteico di alcuni prodotti (cereali) senza alterarne la composizione in amminoacidi e, dall’altra ridurre i rischi di accumulo dei nitrati nelle specie ortive da foglia (lattuga, spinaci, ecc.). Le aziende in conversione Tecnica del sovescio Alcune specie erbacee (principalmente appartenenti alle famiglie delle leguminose, delle graminacee e delle crucifere) possono essere coltivate non per ottenere prodotti utilizzabili dall’uomo o dagli animali in allevamento, ma semplicemente per conservare o aumentare la fertilità fisica, chimica e microbiologica del terreno agrario attraverso il loro interramento con l’aratura, o altre lavorazioni più semplificate, prima della semina della specie in successione (da qui il nome di colture da sovescio). Interrando la biomassa delle specie da sovescio nel momento di massimo rigoglio vegetativo, si apportano infatti al terreno apprezzabili quantità di sostanze organiche (più o meno ricche di elementi nutritivi come l’azoto, il fosforo ed il potassio) che nel tempo saranno trasformate dai microrganismi del terreno in sostanze minerali assimilabili dalle piante che verranno coltivate successivamente. La tecnica del sovescio rappresenta quindi una forma di fertilizzazione “naturale” che caratterizza le aziende che praticano l’agricoltura biologica. Le norme di produzione agricola secondo il metodo biologico devono essere applicate negli appezzamenti di terreno per un periodo di conversione di alme-no due anni prima della semina o, nel caso di pascoli, di almeno due anni prima della loro utilizzazione come alimenti per animali allevati col metodo dell’agricoltura biologica. Nel caso di colture perenni, diverse dai prati, tale periodo deve essere di almeno tre anni prima del primo raccolto. Il periodo di conversione decorre dalla data in cui il produttore ha notificato la propria attività secondo il metodo di produzione biologico. Nel periodo di conversione i prodotti raccolti dopo almeno dodici mesi possono essere commercializzati come biologici ma con l’indicazione in etichetta: “prodotto in conversione all’agricoltura biologica”. Che cos’è l’Agricoltura Biodinamica? L'Agricoltura Biodinamica è la capostipite dell’agricoltura organica, nasce formalmente nel 1924 a seguito di un meeting organizzato da agricoltori tedeschi i quali invitarono Rudolf Steiner, filosofo, ricercatore e fondatore dell'Antroposofia, a divulgare le prime sperimentazioni con le quali veniva cercata una risposta ai problemi emergenti dall’agricoltura chimica allora incipiente. Emersero in quell’occasione nuovi punti di vista attraverso cui guardare ai fenomeni della natura e, in particolare, a quelli riguardanti l’agricoltura. Il limite e la parzialità delle tecniche agronomiche fondate soltanto sull'applicazione di schemi di natura fisico-chimica emersero con forza tra gli agricoltori. Furono dunque gettate le basi per una concezione "olistica" dell'azienda agricola. Un’azienda in relazione con l'ambiente circostante, con la Terra intera e infine con il cosmo, i pianeti e costellazioni. In biodinamica si parla dunque di agricoltura organica intendendo con questo l’attenzione verso tutti quei sistemi compiuti di relazioni viventi che vengono individuati attraverso l’osservazione, non solo materiale. Una delle prerogative della biodinamica è il superamento di una visione meccanicistica dei fenomeni per acquisirne una più complessa ma anche più fondata sull'uso dei sensi. Una pianta è un organismo vivente così come il sistema humus-terreno, il compost, l'animale, l'azienda agricola, il pianeta, il sistema planetario. Scopo della biodinamica è quello di accrescere e mantenere la fertilità della terra, produrre piante e animali che non solo siano sani, ma che abbiano al massimo grado sviluppate le loro qualità tipiche, produrre alimenti che rafforzino il metabolismo umano in modo tale che lo sviluppo fisico-animico e spirituale dell'uomo avvenga in modo armonico e sano. Per interagire e governare quanto accade negli agroecosistemi l’agricoltore biodinamico utilizza i cosiddetti “preparati”, una combinazione di sostanze appartenenti al regno animale vegetale e minerale che rientrano in quanto previsto dal Reg.C.E. 2092/91. Che cos’è l’Agricoltura Integrata? E’ un metodo di produzione che prevede l'adozione di tecniche agronomiche compatibili con la conservazione dell'ambiente e la sicurezza alimentare attraverso la minimizzazione dell'uso di prodotti chimici di sintesi e il controllo dell'intero processo produttivo. Questo tipo di agricoltura è promossa attraverso il Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 della Regione Toscana nella misura 6.2 "Introduzione e mantenimento delle tecniche di agricoltura integrata" ed è valorizzata dal marchio collettivo Agriqualità, di proprietà della Regione Toscana. Per quanto riguarda il settore delle produzioni vegetali, le caratteristiche maggiormente degne di nota sono: riduzione dell'uso di prodotti chimici di sintesi (fitofarmaci, concimi e diserbanti), mantenimento della fertilità del suolo, avvicendamento colturale, sovescio delle colture, prevenzione dei fenomeni erosivi, uso razionale delle risorse idriche, mantenimento e promozione della biodiversità, divieto di impiego di materiale proveniente da Organismi Geneticamente Modificati (OGM). Il settore delle produzioni animali prevede: allevamento di razze autoctone, divieto di allevamento di animali OGM e di animali clonati, divieto di allevamenti senza terra, divieto d'uso di alimenti medicati, contenenti prodotti auxinici di sintesi o OGM, particolare cura del benessere degli animali, disposizioni particolari per la profilassi e la cura delle malattie, corretta gestione delle deiezioni per ridurre l'inquinamento. Gli aspetti positivi concernenti la sicurezza alimentare e la qualità del prodotto finale sono legati a: certezza dell'origine delle produzioni, riduzione dei residui di prodotti chimici di sintesi e garanzia della freschezza delle produzioni. Ma i prodotti tradizionali sono ugualmente sicuri? I prodotti alimentari, di qualsiasi tipologia e natura, sono sottoposti ad un costante controllo e monitoraggio, sia sotto l’aspetto igienico-sanitario e, quindi, di salubrità, sia per gli aspetti riguardanti la corretta modalità di presentazione e commercializzazione degli stessi. I principali Organismi di Controllo a cui la normativa demanda il compito della vigilanza sugli alimenti sono riconducibili sostanzialmente alle Aziende USL attraverso i propri Dipartimenti di Prevenzione, ai Carabinieri del NAS sotto la direzione del Ministero della Salute, all’Ispettorato Centrale Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, alle Regioni attraverso apposite agenzie quali ad esempio l’ARSIA. Gli Organismi sopra menzionati, ciascuno per le proprie competenze, provvedono ad espletare una attività di vigilanza che si concretizza nell’ispezione degli stabilimenti di produzione, stoccaggio e vendita degli alimenti, nella verifica dei sistemi di autocontrollo aziendale, nella verifica delle modalità di presentazione e commercializzazione dei prodotti oltre alla campionatura delle più disparate matrici alimentari. Nell’ambito del presente opuscolo risulta interessante evidenziare alcuni dati relativi al controllo analitico sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti. In Toscana nel 2003 sono stati analizzati 1.172 alimenti riconducibili prevalentemente ad ortaggi e frutta (78%), ma anche cereali (5%), vino (5%), olio di oliva (4%) ed altre matrici ancora (8%). Complessivamente solo 9 campioni hanno presentato valori superiori ai limite di legge (0,8%) mentre in ben 967 campioni (pari all’82,5%) si è riscontrata l’assenza di residui. In 196 campioni (pari al 16,7%) si sono riscontrati residui di prodotti fitosanitari entro i limiti stabiliti dalla normativa vigente. Si può quindi concludere che i prodotti alimentari tradizionali presentano sicuramente un elevato grado di sicurezza sotto tutti gli aspetti. La voce dell’Ispettorato Centrale Repressione Frodi del MiPAF (ICRF) L’Ispettorato Centrale Repressione Frodi è l’organo tecnico del Ministero per le Politiche Agricole che vigila sulla qualità merceologica dei prodotti agroalimentari, per la tutela dei consumatori. Per il conseguimento dei propri obiettivi l’Ispettorato, articolato in 11 uffici periferici, programma annualmente controlli che interessano tutte le fasi della filiera produttiva, dalla produzione alla vendita al dettaglio. I controlli consistono essenzialmente in sopralluoghi ispettivi, verifiche documentali e prelevamento di campioni che vengono successivamente analizzati nei 5 laboratori dell'Ispettorato o in quelli degli istituti (universitari o altri istituti pubblici particolarmente qualificati) con i quali l'Ispettorato stipula convenzioni. In Toscana opera l’ufficio di Firenze con la propria sede distaccata di PISA. Questi i recapiti: ICRF Ufficio di FIRENZE - Viale Belfiore, 9 – 50100 – FIRENZE - tel. 055/330870 e-mail: [email protected] ICRF Ufficio di PISA - Via Andrea Pisano, 62 – 56100 – PISA - tel. 050/838601 e-mail: [email protected] Nel triennio 2002/2004 è stato effettuato, su tutto il territorio nazionale, un programma straordinario di controlli sugli alimenti da agricoltura biologica che ha riguardato sia i prodotti di produzione nazionale che quelli importati. Questi i dati dei controlli in Toscana: ICRF - numero di controlli nel settore dell'agricoltura biologica in Toscana 150 2003 100 2004 2002 50 0 a nno La voce della Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione nel settore Agricolo-forestale L'ARSIA, istituita con L.R. n°37/93, è una agenzia tecnico-operativa della Regione Toscana. Promuove la ricerca e la sperimentazione, sviluppa azioni per la l'introduzione e trasferimento delle innovazioni in agricoltura, fornisce assistenza tecnico specialistica nei vari settori, sviluppa la promozione e la tutela delle produzioni regionali, svolge compiti di vigilanza e controllo. Nel settore dell’agricoltura biologica, come previsto dalla L.R. 4/97, l’attività riguarda la gestione dell’elenco regionale degli operatori biologici e la vigilanza sul sistema di controllo, affidato ad organismi privati dal MiPAF, in attuazione del D.Lgs 220/95 e degli artt. 8 e 9 del Reg. CEE 2092/91. I RISULTATI DELL’INDAGINE Il progetto di Area Vasta Tirrenica sulla qualità dei prodotti alimentari ottenuti con metodo biologico, approvato e finanziato dalla Regione Toscana, è nato principalmente dall’esigenza scaturita dai numerosi incontri tra i nostri Servizi di Igiene degli Alimenti e Nutrizione ed il mondo della scuola, sia durante l ‘attività di controllo delle mense scolastiche, sia per l’attività di formazione in ambito nutrizionale. Le richieste che ci pervenivano erano essenzialmente riconducibili a due gruppi di quesiti. Il primo riguardava la qualità del prodotto biologico, ossia: “il prodotto biologico è veramente diverso dal tradizionale? …e in cosa?” Il secondo gruppo riguardava le garanzie fornite dal prodotto biologico, ossia: “Chi compra biologico (spendendo di più rispetto al tradizionale), è veramente sicuro di comprare un prodotto biologico?” oppure “Come deve essere etichettato un prodotto alimentare ottenuto con metodo biologico?” ed ancora “Quali sono i controlli cui è sottoposto un prodotto alimentare ottenuto con metodo biologico?” Come già esposto nelle precedenti sezioni del presente opuscolo, i controlli sul “settore produttivo biologico” sono di competenza di soggetti istituzionali diversi dalle Aziende USL. Tuttavia, nell’ambito dei normali campionamenti di competenza finalizzati al controllo dei residui dei prodotti fitosanitari negli alimenti, storicamente le aziende USL hanno sempre provveduto ad effettuare campionamenti anche su prodotti ottenuti con metodo biologico, seppur in misura ridotta rispetto ai prodotti alimentari ottenuti con i metodi convenzionali. Con questo progetto, le Aziende USL di Area Vasta Tirrenica si sono impegnate ad effettuare una serie di controlli e di campionamenti mirati su aziende agricole e di trasformazione biologiche. Dall’analisi dei dati rilevati durante le ispezioni e dalla sintesi delle informazioni ottenibile dalle schede di vigilanza sono state estrapolate le seguenti informazioni: Le aziende sottoposte a controllo sono state pari ad 80, suddivise nelle 3 categorie riportate nel grafico a lato, ossia: Produttori, Trasformatori e Produttori/Trasformatori. Durante il controllo sono stati eseguiti 42 prelievi per le successive analisi 0 10 20 30 40 e ben 41 rilievi ispettivi non hanno evidenziato difformità rispetto alla normativa vigente, sia per quanto riguarda il 18 trasf./prod. metodo di produzione biologico, sia per quanto riguarda 26 trasf. gli aspetti igienico-sanitari e commerciali. Si sono invece prod. 36 rilevate n° 2 irregolarità nell’etichettatura. In soli 3 casi sono state effettuate delle prescrizioni di carattere igienico-sanitario sulle strutture. Nelle rimanenti attività sottoposte a controllo sono state rilevate delle non conformità riconducibili a carenze formali. Le tipologie produttive delle aziende sottoposte a controllo sono sintetizzate nel grafico a lato. Durante i sopralluoghi ispettivi non è mai stata rilevata la presenza di prodotti 0 5 10 15 20 25 fitosanitari non ammessi in agricoltura Caffe e bev ande Cereali prod. gastronomia biologica. orticoli frutticoli oliv icoli v iticoli prod. forno e paste erbe officinali Informazione a cura Az.USL 1 di Massa e Carrara – Dipartimento di Prevenzione – U.F. Igiene degli Alimenti e Nutrizione Via Democrazia, 44 -Massa (MS) - Tel. 0585.493903 - Fax. 0585.810405 - e-mail: [email protected] Az.USL 2 di Lucca – Dipartimento di Prevenzione - U.O. Igiene degli Alimenti e Nutrizione Via di Tiglio, 292 – Capannori - Fraz. Carraia (LU) Tel. 0583.449814 - Fax. 0583.449835 - e-mail: [email protected] Az.USL 5 di Pisa - Dipartimento di Prevenzione - Igiene e Sanità Pubblica, Alimenti e Nutrizione Via Matteucci, 34/B – Pisa - Tel. 050.954445 - Fax. 050.954456 - e-mail: [email protected] Az. USL 6 di Livorno –Dipartimento di Prevenzione – U.F. Igiene degli Alimenti e Nutrizione Borgo S. Jacopo, 59 – Livorno - Tel. 0586.223562 - Fax. 0586.223553 - e-mail: [email protected] Az.USL 12 di Viareggio – Dipartimento di Prevenzione U.F. Igiene degli Alimenti e Nutrizione - Via Fratti, 530 - Viareggio (LU) Tel. 0584.6059300 - Fax. 0584.6059311 - e-mail: alimenti. [email protected] Tiratura copie 5.000 Distribuzione gratuita