MODELLI • Alessi Gerardo • Bovo Matteo • Brighenti Giulia • Serva Matteo IL SONOMETRO Strutture e frequenze delle onde armoniche I armonica: 69.5 Hz III armonica: 212.5 Hz II armonica: 141.5 Hz IV armonica: 284.5 Hz V armonica: 356.3 Hz frequenza (Hz) armoniche y = 71,66x - 2,12 400 300 200 100 0 0 2 4 num armonica 6 ln=v v T=9.8N n=69.5 Hz l=1.2 m T =1.408 g/m Le onde stazionarie descrivono il comportamento dell’elettrone all’equilibrio. Oscillatore armonico Il moto armonico semplice Il moto armonico semplice è il moto di un oscillatore armonico, nel caso non sia né forzato né attenuato da forze esterne. Tale moto è periodico, in quanto si ripete ad intervalli regolari in maniera identica. È caratterizzato da oscillazioni di ampiezza costante, positiva e dipendente dalle condizioni iniziali del moto; dal periodo, ovvero il tempo di ripetizione di una oscillazione, e da una fase che dipende da velocità e spostamento dell'oggetto in movimento. L’oscillatore armonico semplice La posizione della particella nel tempo puo’ essere espressa tramite una funzione sinusoidale: A * sin(wt + φ) la costante ω, chiamata pulsazione e’ legata al periodo tramite la formula ω = 2π / T L’oscillatore armonico è caratterizzato da un periodo che non dipende dall’ampiezza dell’oscillazione. La frequenza di oscillazione e’ il reciproco del periodo v = 1/T L’apparato sperimentale possiede un periodo di 9,35 secondi. La risonanza Abbiamo azionato un motore elettrico e forzato l’oscillazione. La risposta del sistema e’ stata maggiore per alcune frequenze Se la frequenza del motore era paragonabile a quella dell’oscillatore avveniva un trasferimento di energia dal motore al sistema. Grafico dell’ampiezza dell’oscillazione in funzione di ω A in funzione di omega 100 A (cm) 80 60 Serie1 40 20 0 0 2 4 omega (1/s) 6 L’oscillatore forzato viene utilizzato per descrivere l’eccitamento dell’elettrone sui livelli successivi. L’oscillatore smorzato invece descrive il diseccitamento dell’elettrone sui livelli inferiori. In conclusione abbiamo compreso che l’eccitamernto dell’elettrone non dipende dalla intensita della corrente luminosa che esso incontra, ma piuttosto dalla frequenza con cui i fotoni intersecano l’elettrone.