Conoscere Conoscereil ilbiologico biologiconelle nelleMarche Marche www.agri.marche.it Agricoltura Agricoltura Biologica Biologica MarcheMarche AGRICOLTURA BIOLOGICA Un’attività produttiva in armonia con le esigenze dell’uomo e dell’ambiente a cura di Demetrio Pancotto Stefano Bartolucci Volume stampato nell’ambito del progetto “BIOREGIONE MARCHE” Interventi finalizzati allo sviluppo dell’agricoltura biologica - DGR 1221 del 23 ottobre 2006 Finanziato dal Servizio Agricoltura Forestazione e Pesca 1 Testi Demetrio Pancotto, Stefano Bartolucci ATS - Associazione Temporanea di Scopo Coordinamento Leonardo Valenti Servizio Agricoltura Forestazione e Pesca Referenze fotografiche Demetrio Pancotto, Franco Pucci, Renato Gatta Impaginazione Grafica Studio Grafico Franco Pucci Stampa Tipografia Luce - Osimo (An) Si ringrazia per la gentile collaborazione il dott. Davide Pierleoni per la consulenza sulla etichettatura dei prodotti biologici; ASSAM, INEA, IMC, Suolo e Salute, AIAB, CCPB, per la fornitura di dati e informazioni sull’Agricoltura Biologica marchigiana; i referenti dell’ ATS Giorgio Grottini, Presidente di AMAB Marche e Luigi Cuccagna, Presidente di Terra Sana Marche. 2 Indice Presentazione pag. 4 Introduzione pag. 5 I vantaggi per l’uomo e l’ambiente pag. 7 Perchè preferire i prodotti biologici pag. 9 Il quadro normativo pag. 11 Coltivare in modo biologico pag. 14 Tecniche di base Allevare in modo biologico Tecniche di base pag. 15 pag. 18 pag. 19 Acquacoltura biologica pag. 21 Il vino in agricoltura biologica pag. 23 Cos’è un prodotto biologico pag. 26 Prodotti biologici trasformati pag. 27 Come riconoscere un prodotto biologico pag. 29 L’etichetta biologica pag. 32 Etichetta tipo di un prodotto biologico pag. 34 Logo Comunitario pag. 36 I controlli sulle produzioni biologiche pag. 37 Dal produttore al consumatore pag. 42 Gli agriturismi biologici pag. 46 Le biofattorie sociali pag. 48 Le biofattorie didattiche pag. 50 Mense biologiche pag. 52 Per saperne di più pag. 54 3 Presentazione Il Piano di Sviluppo Rurale 2007 – 2013 della Regione Marche prevede una serie di misure per il sostegno dell’agricoltura biologica, riguardanti la formazione degli operatori, il primo insediamento, l’ammodernamento delle aziende, i sistemi di qualità dei prodotti e la promozione. Le schede di misura 2.1.4 concernente “il sostegno dell’agricoltura biologica” e 2.1.5 “pagamenti per il benessere degli animali”, rappresentano il punto di riferimento per le aziende che intendono impegnarsi in questo sempre più importante settore dell’agricoltura moderna. Le Marche hanno un forte profilo rurale: la superficie agricola utilizzata copre oltre la metà del territorio, quota che arriva quasi all’80% se si considerano le superfici aziendali nel loro complesso. E’ evidente quindi il ruolo fondamentale del settore primario nella tutela del territorio, dell’ambiente e nella preservazione del paesaggio rurale tipico marchigiano. Vere e proprie componenti di quel secondo motore di sviluppo dell’economia marchigiana che, accanto all’industria, contribuisce in maniera determinante allo sviluppo della nostra regione. Un motore di sviluppo improntato alla qualità e di cui il biologico è espressione di punta. Dott. Paolo Petrini Vice Presidente e Assessore Agricoltura Regione Marche 4 Introduzione Questa pubblicazione vuole essere uno strumento informativo su un settore, il biologico, su cui si sta concentrando l’interesse di un numero crescente di consumatori. Considerato un tempo come settore “di nicchia”, anche nelle Marche negli ultimi anni l’Agricoltura Biologica ha avuto un trend di crescita positivo. La maggiore sensibilità da parte dei cittadini per le questioni ecologiche e il moltiplicarsi di episodi che periodicamente minano la sicurezza alimentare, hanno maturato nell’opinione pubblica una sempre più diffusa convinzione che produrre biologico significa assicurare la salubrità degli alimenti e il rispetto dell’ambiente e del benessere animale. Da sempre il mondo del biologico si caratterizza per l’attenzione rivolta all’innovazione e alla valorizzazione del prodotto, nella costante ricerca di una produzione agricola sostenibile e di qualità. Grazie a questa sua dinamicità e professionalità, anche il biologico marchigiano ha accresciuto nel tempo il proprio segmento di mercato, costruendosi una storia e una tradizione di primaria importanza rispetto al panorama nazionale. Allo stato attuale il prodotto biologico ha la necessità di strutturarsi nella mentalità e nelle abitudini dei consumatori, sviluppando il suo potenziale di crescita. In questo senso, la Regione Marche, in linea con 5 la nuova politica comunitaria sulla conservazione e la salvaguardia dell’ambiente, considera l’Agricoltura Biologica come parte integrante del sistema economico e sociale. Seguendo questa logica, il sostegno al settore è stato inserito come uno degli obiettivi prioritari nel Piano di Sviluppo Rurale. In passato, inoltre, la Regione Marche ha promosso una serie di azioni di educazione alimentare rivolte alle scuole marchigiane e ha emanato la legge regionale per la diffusione dei prodotti biologici nelle mense scolastiche e nelle refezioni ospedaliere. Come ulteriore strumento di conoscenza, questa pubblicazione, frutto della collaborazione tra l’Associazione Marchigiana Agricoltura Biologica (AMAB) e Terra Sana Marche, nell’ambito del progetto “Bioregione Marche”, finanziato dal Servizio Agricoltura Forestazione e Pesca, fa parte di un percorso complessivo di promozione del settore biologico, che si articola in: sito internet, partecipazione a fiere, incontri con le scuole e i consumatori, ed altri momenti informativi. L’obiettivo finale è quello di far crescere nel consumatore la consapevolezza della qualità delle produzioni biologiche e fornirgli gli strumenti necessari per effettuare scelte consapevoli. 6 I vantaggi per l’uomo e l’ambiente Meno energia fossile L’Agricoltura Biologica consuma in media tra un terzo e la metà in meno di energia per unità di prodotto realizzato, rispetto all’agricoltura convenzionale, grazie all’utilizzo di mezzi e tecniche meno intensive e canali di vendita a livello locale. Meno gas serra L’Agricoltura Biologica può dare un contributo determinante al raggiungimento degli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto, in termini di riduzione delle emissioni di gas serra in atmosfera. Oltre al minor consumo di energia derivata da fonti fossili, infatti, studi recenti dimostrano che un terreno coltivato con metodo biologico assorbe una maggiore quantità di CO2 ( un ettaro di terreno biologico assorbe circa 1.200 kg di carbonio all’anno, contro i circa 200 kg di un terreno convenzionale). Meno consumo di acqua In Agricoltura Biologica, oltre a produzioni meno intensive, l’utilizzo di concimi organici e la pratica dei sovesci stimolano l’accumulo della sostanza organica, a sua volta fondamentale per trattenere l’acqua del terreno. Niente pesticidi L’Agricoltura Biologica ritiene che una pianta sana in un terreno sano è più resistente ai parassiti. Per questo motivo adotta una vasta gamma di metodi naturali per aumentare la fertilità del suolo e la resistenza delle piante a parassiti e malattie. 7 Più valore nutrizionale Diversi studi hanno dimostrato che gli alimenti biologici contengono una quantità inferiore di nitrati e di acqua, un maggior contenuto di vitamine, polifenoli e antiossidanti nella frutta e negli ortaggi, mentre il latte di vacca ha livelli maggiori di omega-3, acidi grassi, vitamina E e beta-carotene, tutte sostanze antiossidanti utili nella prevenzione del cancro. Salvaguardia delle varietà locali L’Agricoltura Biologica è attenta alla salvaguardia delle varietà e delle razze di antica introduzione, al fine di conservare la diversità genetica di piante e animali. 8 Perché preferire i prodotti biologici - Perché sono ottenuti utilizzando prodotti per la difesa delle piante e la concimazione di origine naturale. - Perché viene assicurato il minimo impatto ambientale ed il rispetto dell’agro-ecosistema. - Perché rispettano e mantengono la biodiversità. - Perché il beneficio ambientale ricade sulla collettività. - Perché sono più buoni, nutrienti e sani. - Perché la frutta e la verdura sono prodotte facendo della stagionalità un obiettivo prioritario. - Perché i cereali vengono spesso commercializzati come prodotti integrali e semi-integrali, con maggior contenuto nutritivo e in fibre. - Perché la frutta biologica ha una maggiore concentrazione di antiossidanti e una minore presenza di acqua. - Perché la carne non contiene antibiotici e gli animali sono allevati in condizioni ottimali di crescita. - Perché non contengono conservanti e coloranti. - Perché contengono una minore quantità di nitrati. 9 - Perché sono controllati in ogni fase del processo. - Perché sono certificati da organismi riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. - Perché l’agricoltura biologica contribuisce alla riqualificazione degli addetti in agricoltura, conservando la tradizione delle buone pratiche agricole. 10 Il quadro normativo Legislazione comunitaria L’agricoltura biologica europea ha avuto il suo riconoscimento ufficiale ed è stata regolamentata per la prima volta nel 1991 con il regolamento CEE 2092. Dal primo gennaio 2009 l’agricoltura biologica ha cambiato veste, ma non contenuti con il nuovo Reg. (CE) 834/07 e le sue norme attuative, Reg. (CE) 889/08. All’agricoltura biologica si riconosce esplicitamente anc he una funzione sociale, in risposta alle esig enze dei consumatori in termini di salv aguardia della salute, contribuendo, nel contempo, alla tutela dell’ambiente e della biodiver sità, al benessere degli animali e allo sviluppo rurale. I regolamenti indicano in modo specifico le norme di coltivazione e il metodo di allevamento delle varie specie animali, l’etichettatura, la trasformazione, la commercializzazione ed anche le importazioni di prodotti biologici nella UE, nonchè il sistema di controllo sui processi produttivi e sulla salubrità dei prodotti certificati come biologici a tutela dei consumatori. Legislazione regionale Il biologico nelle Marche è iniziato nel 1978 con il primo corso sull’agricoltura biologica realizzato dall’ASSAM (Agenzia Servizi Settore Agroalimentare delle Marche) in collaborazione 11 con la cooperativa “Alce Nero” di Isola del Piano (PU). La prima regolamentazione avviene nel 1990 con la L. R. n° 57 “Norme per l’agricoltura biologica”, un anno prima del Regolamento base comunitario 2092/91. I primi contributi regionali alla coltivazione biologica risalgono, invece, al 1993. Successivamente è stata emanata la L.R. n° 76 del 1997 “Disciplina dell’agricoltura biologica” che, in forma più organica, prevede la promozione e diffusione del metodo di produzione biologico dei prodotti agricoli, la trasformazione, conservazione e commercializzazione dei medesimi. Grazie a questa legge, dal 1997 al 2005 sono stati finanziati nelle scuole elementari e medie regionali, progetti di educazione alimentare basati sulla realizzazione a scuola di un or to biologico e la stampa di materiale didattico specifico. 12 13 Coltivare in modo biologico Nelle coltivazioni biologiche si esaltano e si facilitano i meccanismi naturali per l’incremento dei raccolti agricoli e per il controllo delle malattie e degli insetti nocivi. A tal fine, l’agricoltura biologica fa uso di pr odotti fitosanitari e f ertilizzanti di origine naturale, vieta l’impiego di ormoni della crescita, antibiotici o manipolazioni genetiche. Gli agricoltori biologici fanno ricorso ad una serie di tecniche che contribuiscono al mantenimento degli ecosistemi, riducendo l’inquinamento e valorizzando le naturali capacità delle piante di creare un equilibrio con l’ambiente e il territorio. Attualmente, i terreni biologici nelle Marche rappresentano il 12% della Superficie Agricola regionale. Numero operatori per tipologia nella regione Marche * Agli ortaggi sono accorpate le voci “fragole” e “funghi coltivati”. ** Alla frutta è accorpata la voce “piccoli frutti”. Produttori esclusivi 2.026 Preparatori Importatori Produttori/ Produttori/ esclusivi esclusivi preparatori preparatori/ importatori 188 0 Ettari 2009 Cereali Colture proteiche, leguminose da granella Piante da radice Colture industriali Foraggio e altri seminativi Ortaggi* Frutta** Frutta secca Agrumi Uva Olive Altre colture permanenti Prati permanenti (prati e pascoli) Terreni incolti 70 4 Totale Fonte: www.sinab.it - Situazione al 31-12-2009 14 Totale 2.288 57.060 10.730 563 18 2.374 7.706 2.738 426 299 27 3.393 1.684 12.359 14.315 462 Tecniche di base Gestione del suolo Le tecniche di produzione biologiche tutelano la risorsa suolo, evitando fenomeni di erosione e desertificazione, eliminando l’utilizzo di sostanze inquinanti e, contemporaneamente, mettendo in atto strategie per incr ementare il livello di fertilità del terr eno. Le principali azioni sono la riduzione della profondità di lavorazione, la copertura del terreno anche nel periodo invernale, l’impiego di letame, le rotazioni colturali, ecc. Fertilità del terreno L’agricoltura biologica ha come base della capacità produttiva la fertilità intrinseca del suolo. Scopo della fertilizzazione non è quello di nutrire direttamente le piante come avviene con i concimi chimici solubili utilizzati nell’agricoltura convenzionale, ma di rendere vitale il terreno accrescendo la sostanza organica presente. Il terreno è considerato come un ver o e proprio “organismo vivente”, che grazie all’azione dei suoi microrganismi trasforma le sostanze organiche complesse e i minerali in elementi semplici, assorbiti dalle piante per le loro necessità produttive. A tal fine, si predilige l’uso del letame e dei liquami come fertilizzanti , possibilmente aziendali, o di altri concimi organici che si tr ovano in commer cio. Altro fondamentale strumento è il ricorso ai sovesci e alla coltivazione di leguminose, da granella e foraggere, che arricchiscono il terreno di azoto. 15 Difesa delle piante La difesa fitosanitaria parte dalla prevenzione. Nelle aziende biologiche si cerca innanzitutto di creare condizioni favorevoli allo sviluppo degli antagonisti naturali dei parassiti e alla crescita sana delle piante coltivate. Vengono ripristinate le siepi e vietate le monocolture, per migliorare la biodiversità aziendale. Le varietà coltivate, dove possibile, vengono scelte tra quelle che garantiscono maggior resistenza alle malattie. Nella difesa diretta si fa uso delle tecniche della lotta biologica (distribuzione di insetti, acari, nematodi, virus e bacilli che contrastano i fitofagi e utilizzo di trappole specifiche), di prodotti ampiamente sperimentati come innocui per l’uomo (zolfo e rame, quest’ultimo con forti limitazioni per problemi di acidificazione del terreno) e di altri prodotti naturali (piretro, olio di Neem, legno quassio, polvere di Diatomee, propoli, ecc.) Controllo delle erbe infestanti Il controllo delle “erbacce” non viene eseguito con prodotti chimici. Si praticano le rotazioni, che evitano la specializzazione della flora infestante e servono anche per mantenere vitale il terreno. Le tecniche dirette di contr ollo sono praticamente tutte meccaniche e vengono eseguite con attrezzi appositi: fresa, sarchiatrice, rincalzatrice, zappatrice ed erpice strigliatore. In alcuni casi, con macchine specifiche e ben collaudate, si ricorre al diserbo termico (pirodiserbo), che basa il suo funzionamento sull’effetto distruttivo che il calore genera sui tessuti vegetali. Viene utilizzata anche la copertura del terreno (pacciamatura), soprattutto in orticoltura. 16 17 Allevare in modo biologico I principi generali a cui si ispira la zootecnia biologica sono essenzialmente riconducibili alla complementarietà tra suolo ed animale e alla garanzia del loro benessere. Ciò trova giustificazione sia sotto il profilo etico, nel considerare cioè l’animale come soggetto portatore di diritti, sia sotto il profilo economico, essendo le prestazioni produttive dell’animale connesse al suo stato di salute e di benessere , senza l’utilizzo di ormoni della crescita e antibiotici. Da qui discende la norma generale, tendente ad assicurare condizioni di allevamento consone alle esigenze etologiche di ogni specie. Allevamenti biologici nelle Marche AN AP FM MC PU Totale Allevamenti biologici anche con più specie animali 58 62 35 139 68 362 Bovini (carne, latte, riproduzione, ristallo) 35 11 8 53 33 - - - 1 - Ovini (carne, latte) 11 42 28 75 16 Caprini (carne, latte) 4 4 - 9 4 Equini 8 5 - 14 6 Suini 7 2 1 4 6 Avicoli (carne, uova) 1 5 2 7 1 Api 7 2 1 8 13 Bufalini Fonte ASSAM - Situazione al 31-12-2008 18 Tecniche di base Stabulazione degli animali Negli allevamenti biologici è vietata la posta fissa a catena. Le condizioni di stab ulazione degli animali rispondono alle lor o esigenze comportamentali, ed offrono, ad esempio, una superficie coperta adeguata e specifica per ogni specie e categoria animale, per dormire, nutrirsi e spostarsi. Gli animali, inoltre, hanno accesso a pascoli o recinti o a parchetti all’aperto. Alimentazione I cardini principali dell’ alimentazione in zootecnia biologica sono il pascolo e i foraggi, siano essi freschi, essiccati o insilati; nella razione giornaliera i f oraggi non possono scendere sotto il 60 % . L’alimentazione nell’allevamento biologico è condizionata dall’acquisizione di alimenti da agricoltura biologica e, prioritariamente, di origine aziendale. Queste condizioni, ed in particolare l’ultima, impongono all’allevamento biologico la necessità di valorizzare al meglio le materie prime nobili, solitamente pr oducibili in azienda (in particolare orzo, mais, favino e pisello proteico per i concentrati) e di utilizzare foraggi di qualità , essendo essi la componente principale della razione. Ciò costituisce una forte differenziazione da quelli convenzionali. In questi ultimi, infatti, in molte aziende la base dell’alimentazione risulta caratterizzata dall’utilizzo di materie prime extra-aziendali, e da sottoprodotti agro-industriali provenienti dall’estrazione chimica degli oli vegetali. Tra questi residui le più diffuse sono le farine di estrazione, sopratutto di soia, girasole e colza, ottenute con l’utilizzo di solventi chimici. 19 Profilassi e cure veterinarie In zootecnia biologica, oltre alla scelta mirata delle razze allevate, si previene l’insorgere di malattie stimolando la naturale resistenza degli animali, attraverso una alimentazione di qualità, una adeguata densità di capi nei ricoveri, un regolare movimento fisico. Se tali misure dovessero risultare insufficienti si privilegiano i trattamenti fitoterapici ed omeopatici, evitando il ricorso ad antibiotici in forma preventiva. È comunque consentito, nei limiti imposti dal regolamento, il ricorso ai medicinali veterinari nei casi in cui i trattamenti naturali risultassero inefficaci. Sono drasticamente vietati ormoni per il controllo delle nascite e della riproduzione. A tali restrizioni non sono sottoposte tutte le prescrizioni obbligatorie, come le vaccinazioni, le cure antiparassitarie e i piani obbligatori di eradicazione e controllo, ad esempio della brucellosi bovina, bufalina, ovina e caprina, o della tubercolosi bovina e bufalina, ecc. Altre misure Tra le misure atte a salvaguardare il benessere animale ci sono anche quelle del divieto di decornazione, del taglio della coda, la recisione dei denti o la spuntatura del becco, a meno che alcune di queste operazioni non siano necessarie per tutelare il benessere stesso o l’igiene dell’animale e comunque necessitano di autorizzazione. Nel carico e scarico degli animali non è consentito l’uso di stimolazioni elettriche. Il rispetto della fisiologia animale, infine, è perseguito anche nella macellazione, con tempi più lunghi rispetto a quelli dell’agricoltura convenzionale. I polli biologici, ad esempio, non possono essere macellati prima di 81 giorni, quelli convenzionali, mediamente, sono pronti dopo 40 giorni. 20 Acquacoltura biologica Con il termine di acquacoltura si intendono tutte le diverse forme di allevamento degli organismi acquatici, vegetali e animali, in ambienti di acque dolci, salmastre e marine. Dal 5 agosto 2009, con l’emanazione del Reg. (CE) 710/09, anche per questo settore si può parlare ufficialmente di acquacoltura biologica. Oggi è possibile allevar e con tecniche biologiche e certificare l’allevamento di pesci d’acqua dolce (come trote, salmoni, carpe, ecc.), di pesci d’acqua salata (spigole, orate, rombi, anguille, ecc.), oltre che gamberi e molluschi, quali cozze, ostriche e anche alghe. Elementi essenziali della certificazione biologica sono il rispetto del benessere animale , assicurato da un ambiente in cui la densità di allevamento (espresso in kg/m3) è sufficiente a garantire le esigenze biologiche e comportamentali di ciascuna specie, e la buona qualità delle acque di coltura, sufficientemente ossigenate e con idonee condizioni di temperatura e di luce a seconda della specie e dell’ubicazione geografica dell’allevamento. Per quanto riguarda la gestione degli allevamenti, il regolamento pre vede che i pesci siano manipolati il meno possibile, per evitare stress e lesioni fisiche. Anche la macellazione prevede lo stordimento dell’animale, per renderlo insensibile al dolore. È vietato l’uso di ormoni per fa vorire la riproduzione e stimolanti della crescita. 21 Di estrema importanza è la qualità degli alimenti, principalmente costituiti da mangime industriale in pellet, differenziato e bilanciato a seconda delle esigenze nutrizionali delle specie ittiche allevate. Gli ingredienti dei diversi mangimi devono essere di origine biologica o, come nel caso delle farine di pesce, derivare da scarti di pesci catturati per il consumo umano, purchè nell’ambito di uno sfruttamento sostenibile della pesca professionale. Norme precise vengono fissate per la profilassi e per i trattamenti veterinari , anche se la prevenzione delle malattie è un obiettivo da perseguire prioritariamente, attraverso il mantenimento delle migliori condizioni di allevamento e benessere animale. Tuttavia, all’insorgere di patologie e ad eccezione delle vaccinazioni e dei piani obbligatori di eradicazione, è possibile la somministrazione di medicinali allopatici, seppur limitatamente a due cic li di trattamento annuali; il limite viene ridotto ad uno quando il ciclo di produzione è inferiore a un anno. Anche in questo settore, il biologico si propone per un’acquacoltura il più possibile sostenibile, per rispondere alle esigenze contrastanti della domanda crescente di prodotti ittici da parte dei consumatori e della diminuzione delle risorse naturali della pesca, impoverite da decenni di sfruttamento fuori controllo. 22 Il vino in agricoltura biologica Da un punto di vista normativo in Italia il vino biologico attualmente non esiste: non è infatti possibile usare questa definizione perché mancano le norme europee specifiche sulla vinificazione biologica. Dobbiamo distinguere in modo netto la situazione della viticoltura biologica, cioè di quello che accade nel vigneto, da quella dell’enologia biologica, cioè della vinificazione. Per quanto riguar da il vigneto , i criteri di gestione sono definiti a livello Europeo dai Regolamenti (CE) 834/2007 e 889/208, sia per le tecniche di coltivazione che per i prodotti fertilizzanti e antiparassitari ammessi nel metodo biologico. Per quanto riguar da il vino ver o e pr oprio, invece, l’Unione Europea attualmente non prevede una normativa sulla vinificazione e quindi l’unica definizione possibile, ma solo fino al 31/07/2012, è quella di “vino ottenuto (o prodotto) da uve da agricoltura biologica”. In pratica, l’uva proveniente da vigneti coltivati secondo i criteri dell’agricoltura biologica è attuamente vinificata secondo le regole contenute nei Regolamenti (CE) 479/2008 (allegati IV e V) e 1622/2000, che definiscono le pratiche enologiche, i prodotti e i trattamenti consentiti per la produzione dei vini in Europa. Solo dopo l’entrata in vigor e di un apposito regolamento, previsto per la vendemmia del 2012, con cui verranno defi nite le tecniche 23 di vinificazione biologica, si potrà parlar e di vino biologico. Nel frattempo, per colmare il vuoto normativo dovuto alla mancata approvazione di un regolamento europeo, alcune Associazioni del biologico italiane ed europee hanno deciso di superare lo stallo del settore pubblico con l’adozione di disciplinari privati sulla vinificazione biologica, coordinandoli sotto il nome di “Carta Europea per il Vino Biologico” (CeVinBio). Nelle Marche nel 2009 sono stati coltivati 3.393 ha di vigneti biologici (dati SINAB) Aziende marchigiane che trasformano uve biologiche* Aziende che vendono AN AP FM MC PU Totale “vino biologico” 28 24 10 29 12 103 * Produzione annuale superiore ai 10 hl di vino 24 25 Cos’è un prodotto biologico È un prodotto derivante da materie prime di origine agricola ottenute con il metodo biologico, in conformità alle norme previste dai Regolamenti (CE) 834/07 e 889/08 e controllate da specifici Organismi di Controllo (OdC), il cui ruolo principale è quello di verificare che gli operatori rispettino i requisiti definiti dalla legislazione vigente. Materie prime, tipo il grano, mais o cavolo, sono definiti biologici solo dopo un periodo minimo di due anni di coltiv azione con metodo biologico, mentre per la frutta, uva e olive comprese , sono necessari tre anni. Prima della scadenza di tale periodo tutti i prodotti sono definiti in conversione. 26 Prodotti biologici trasformati La produzione di alimenti biologici trasformati deve seguire procedimenti atti a garantire la persistenza dell’integrità biologica e delle qualità essenziali del prodotto in tutte le fasi della produzione. A tal fine, la progettazione e la gestione dei processi biologici che intervengono lungo la catena di trasformazione si deve basare su una valutazione del rischio, avvalendosi di misure precauzionali e di prevenzione. I principi specifici applicabili alla trasformazione di alimenti biologici sono: 1. Produzione di alimenti biologici composti da ingredienti provenienti dall’agricoltura biologica; gli ingredienti non disponibil sul mercato in forma biologica possono essere utilizzati solo se autorizzati nel metodo biologico. 2. Limitazione nell’uso di additivi, di ingredienti non biologici con funzioni principalmente sensoriali e tecnologiche, nonché di micronutrienti e ausiliari di fabbricazione alimentare, in modo che siano utilizzati al minimo e soltanto nei casi di impellente necessità tecnologica o a fini nutrizionali specifici (alimenti arricchiti e integratori alimentari destinati ad una alimentazione particolare). 3. Trasformazione degli alimenti, preferibilmente avvalendosi di metodi biologici, meccanici e fisici. 27 Anche nella trasformazione degli alimenti biologici possono essere utilizzati prodotti, sostanze, ausiliari di fabbricazione e ingredienti non biologici, ma solo se autorizzati per l’uso nella produzione biologica e presenti negli allegati VIII e IX del Reg. (CE) 889/08. Tali prodotti e sostanze si trovano in natura e possono soltanto aver subito processi meccanici, fisici, biologici ed enzimatici. Ad essi si fa ricorso perchè altrimenti sarebbe impossibile produrre o conservare gli alimenti, o rispettare determinati requisiti dietetici previsti dalla normativa comunitaria. Per gli OGM e le radiazioni ionizzanti si ribadisce il divieto d’uso. In agricoltura biologica, attualmente, sono consentiti solo 47 additivi alimentari, compresi gli eccipienti, per lo più innocui o tollerabili, contro i 360 dell’agricoltura convenzionale , spesso usati per mascherare difetti e carenze di materie prime scadenti. 28 Come riconoscere un prodotto biologico L’etichettatura dei prodotti biologici Le norme che regolano l’etichettatura dei prodotti biologici si vanno a sommare alla normativa obbligatoria in materia di etichette dei prodotti alimentari. Un prodotto biologico può essere commercializzato come tale , e quindi rendere visibile in etichetta tutte le prescrizioni dell’etichettatura, se risponde a determinati requisiti: - Nella produzione conservazione e trasformazione sono state rispettate tutte le norme di produzione e controllo sancite dai Regolamenti (CE) 834/07 e 889/08 e successive modifiche ed integrazioni. - Il prodotto non è stato trattato con sostanze non ammesse. - Il prodotto non è stato trattato con sostanze ionizzanti per aumentarne la conservabilità. - Il prodotto è ottenuto senza l’impiego di sostanze OGM. Su questo aspetto si ribadisce l’assoluta incompatibilità degli OGM con l’agricoltura biologica, pur prevedendo la possibilità di una contaminazione accidentale entro la soglia massima dello 0,9 %. 29 Il sistema di etichettatura dei prodotti biologici è da ritenersi a tutti gli effetti un esempio di rintracciabilità di pr odotto, dato che in agricoltura biologica tutte le fasi del processo produttivo sono controllate e certificate. 30 31 L’etichetta biologica Secondo le disposizioni del Reg. (CE) 889/08, le indicazioni c he si possono ripor tare sull’etichetta sono: 1. Il termine “Biologico” può essere utilizzato nella denominazione di vendita del prodotto (es. Pasta biologica, Passata di pomodoro biologica, ecc.) o anche analoghi suffissi (“Bio”, “Eco” ) e altri termini (Organic, Ecologic, ecc.) previsti nelle altre lingue comunitarie, ma solo con un contenuto in ingredienti bio superiore al 95%. Il restante 5% deve rientrare, comunque, in un lista ristretta di ingredienti agricoli convenzionali ammessi dall’allegato IX del Regolamento (CE) 889/08. 2. L’uso del logo europeo è obbligatorio per tutti i prodotti bio confezionati, con un contenuto in ingredienti bio superiore al 95%, prodotti e coltivati all’interno della UE. 3. Oltre al nuovo Logo Comunitario è obbligatorio indicare l’origine geografica delle materie prime (Agricoltura UE/non UE). 4. Per i prodotti con un contenuto di ingredienti bio inferiore al 95% non può essere utilizzata la dicitura “Prodotto Biologico” nella denominazione di vendita, ed è possibile riportare la dicitura “Biologico” solo all’interno 32 della lista degli ingredienti, con indicazione della loro incidenza percentuale. Inoltre, è concessa la possibilità di certificare prodotti quali il tonno con olio extra vergine di oliva biologico e analoghi. Questi ultimi sono prodotti dove l’incidenza degli ingredienti bio è necessariamente minoritaria, a fronte di una componente dominante non rientrante nel campo di applicazione del regolamento, quali i prodotti della pesca (vedi tonno) o della cacciagione. 33 I dati indicati dalle frecce in rosso garantiscono che il prodotto è biologico Etichetta tipo di un prodotto biologico 34 35 Logo Comunitario Il logo europeo è stato scelto recentemente tramite un concorso indetto dalla Commissione Europea, aperto a studenti di arte e disign. Le circa 3.500 proposte pervenute sono state esaminate da una giuria di esperti internazionali che ha selezionato le tre migliori, tra cui è stato scelto il logo sotto riportato denominato “Euro-Leaf”. A fianco del logo va aggiunta l’indicazione del luogo in cui sono state coltivate le materie prime: “Agricoltura Ue”; Agricoltura non-Ue”; “Agricoltura Ue/non-Ue”. Questa dicitura può essere sostituita o integrata dall’indicazione di un Paese (ad esempio Italia: IT), nel caso in cui tutte le materie prime agricole di cui il prodotto è composto siano state coltivate in quel Paese. In questo modo, in pratica, si consente l’etichettatura d’origine dei prodotti agro-alimentari. Il vecchio logo comunitario, comunque, continuerà ad essere presente negli scaffali sulle vecchie etichette dei prodotti biologici stampate in precedenza, ma solo fino al 1 luglio 2012. 36 I controlli sulle produzioni biologiche L’agricoltura biologica ha rappresentato uno dei primi esempi di “certificazione di filiera”: ogni fase del processo produttivo è controllata e certificata fino al consumatore finale. La normativa europea rimanda alle Autorità nazionali il potere di regolamentare sul proprio territorio il sistema di controllo. In Italia la cer tificazione dei prodotti da a gricoltura biologica è affidata ad or ganismi privati autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Un Comitato di valutazione verifica che l’organizzazione dell’Ente garantisca l’imparzialità, che il personale ispettivo sia qualificato e non legato da rapporti professionali anche indiretti con le aziende controllate, che disponga di dotazioni tecniche, strutture informatiche e organizzative efficienti. Gli Organismi di Contr ollo (OdC) hanno il compito di verificare che tutte le diverse fasi di pr oduzione e trasf ormazione avvengano nel rispetto delle regole stabilite e sottoscritte dagli operatori. Le modalità di controllo Ogni operatore che intende coltivare, allevare, trasformare, immettere sul mercato prodotti biologici, “notifica” il proprio impegno alla Regione di riferimento. Nelle Marche la notifica informatizzata deve essere inserita nel Sistema Informativo Agricolo Regionale (SIAR). 37 Inoltre, ogni azienda sceglie liberamente, ma obbligatoriamente, un Organismo di Controllo tra quelli riconosciuti a livello nazionale e redige una descrizione completa dell’unità produttiva con tutte le misure concrete che intende utilizzare per garantire il rispetto delle norme di produzione biologica (Sistema di Qualità). L’Organismo di Controllo, durante la visita ispettiva aziendale, amministrativa (tenuta dei registri e documenti) e in loco (consistenza dei magazzini, coltivazioni in campo), verifica il “Sistema di Certificazione” proposto. Ogni anno l’agricoltore è tenuto a comunicare il programma di produzione (vegetale e animale) e registrare di volta in volta su appositi documenti l’acquisto di materie prime, la vendita dei prodotti realizzati e tutte le operazioni colturali effettuate. L’Organismo di Controllo esegue, annualmente, almeno una visita completa all’unità di pr oduzione e può prelevare campioni per ef fettuare analisi di verifica sulla eventuale presenza di sostanze non autorizzate nei terr eni e sulle derrate alimentari. I suoi prodotti se riconosciuti conformi vengono certificati. Al termine della procedura, dalla sua azienda uscirà un prodotto che potrà etichettare direttamente (o potrà essere etichettato, se viene venduto per la trasformazione), secondo quanto previsto dai regolamenti, con il riferimento all’agricoltura biologica. Ogni spostamento dagli standard stabiliti fa perdere il diritto all’utilizzo del termine biologico per tutta la produzione o il “lotto” incriminato. Nel caso di infrazione ripetuta, l’Ente certificatore revoca all’operatore il diritto 38 di produrre o commercializzare prodotti indicati come biologici. Le stesse norme valgono anche per i trasformatori e gli importatori delle materie prime biologiche. Gli Organismi di Contr ollo riconosciuti e operanti sul territorio nazionale La tutela e garanzia fornita al consumatore che i prodotti che intende acquistare corrispondono alle norme di produzione biologica sta nella presenza, sull’etichetta, dell’indicazione e/o marchio di uno dei 12 Organismi di Contr ollo riconosciuti dallo Stato italiano ; altri 3 operano solo nella provincia autonoma di Bolzano. Vigilanza pubblica sugli Organismi di Controllo Tutti gli Organismi di Controllo sono sottoposti alla vigilanza del Ministero, tramite l’Ispettorato Centrale per il Controllo della Qualità e Repressione Frodi (ICQRF) dei prodotti agro-alimentari. A livello regionale il controllo avviene tramite l’Unità Territoriale di Vigilanza, che periodicamente effettua ispezioni e visite di verifica presso le sedi degli OdC e, a campione, nelle aziende da questi controllate. Gli Organismi di Controllo sono poi accreditati dall’ACCREDIA, l’authority italiana in materia di certificazione, che attesta, mediante ispezioni annuali, la loro conformità alla norma internazionale EN 45011. Nelle commissioni di certificazione degli Organismi siedono inoltre rappresentanti delle associazioni dei consumatori e di quelle ambientaliste, garantendo ulteriormente indipendenza e trasparenza. Oltre ai suddetti controlli, i produttori biologici sono sottoposti anche alle verifiche dei Servizi Veterinari regionali sull’assenza di OGM nei mangimi utilizzati e del Nucleo Antisofisticazioni (NAS). 39 Organismi di Controllo operanti nella Regione Marche Suolo & Salute S.r.l. - Cod. Min. IT Bio 004 Via Paolo Borsellino, 12/B - 61032 - Fano (PU) Tel. 0721 860543 - Fax 0721 869679 E-mail: [email protected] - Website: www.suoloesalute.it IMC - Cod. Min. IT Bio 003 Via Carlo Pisacane, 32 - 60019 - Senigallia (AN) Tel. 071 7928725 - Fax 071 7910043 E-mail: [email protected] - Website: www.imcert.it CCPB S.r.l. - Cod. Min. IT Bio 009 Via Jacopo Barozzi, 8 - 40126 - Bologna Tel. 051 6089811 - Fax 051 254842 E-mail: [email protected] - Website: www.ccpb.it ICEA - Cod. Min. IT Bio 006 Via Nazario Sauro, 2 - 40121 - Bologna Tel. 051 272986 - Fax 051 232011 E-mail: [email protected] - Website: www.icea.info CODEX S.r.l. - Cod. Min. IT Bio 002 Via Don Milani, 4 - 95048 - Scordia (CT) Tel. 095 650716 - Fax 095 650356 E-mail: [email protected] - Website: www.codexsrl.it Bioagricert S.r.l. - Cod. Min. IT Bio 007 Via dei Macabraccia, 8 - 40033 - Casalecchi di Reno (BO) Tel. 051 562158 - Fax 051 564294 E-mail: [email protected] - Website: http://www.bioagricert.org BIOS S.r.l. - Cod. Min. IT Bio 005 Via Monte Grappa, 37/C - 36063 - Marostica (VI) Tel. 0424 471125 - Fax 0424 476947 E-mail: [email protected] - Website: http://www.certbios.it QCertificazioni S.r.l. - Cod. Min. IT Bio 014 Villa Parigini - località Basciano - 53035 - Monteriggioni (SI) Tel. 0577 327234 - Fax 0577 329907 E-mail: [email protected] - Website: http://www.qcsrl.it Ecogruppo Italia S.r.l. - Cod. Min. IT Bio 008 Via Pietro Mascagni, 79 - 95129 - Catania Tel. 095 442746 - Fax 095 505094 E-mail: [email protected] - Website: http://www.ecogruppoitalia.it Suolo e Salute, IMC, CCPB e ICEA certificano il 98% circa degli operatori biologici delle Marche. Fonte: Unità Territoriale di Vigilanza - P. F. Competitività e Sviluppo dell’Impresa Agricola - Servizio Agricoltura - Regione Marche 40 Altri Organismi di Controllo riconosciuti in Italia BIOZOO - S.r.l. - Cod. Min. IT Bio 010 Via Chironi, 9 - 07100 - Sassari Tel. 079 27 65 37 - Fax 079 28 53 527 E-mail: [email protected] - Website: http://www.biozoo.org Sidel S.p.a. - Cod. Min. IT Bio 012 Via Larga, 34/2 - 40138 - Bologna Tel. 0516026611 - Fax 0516012227 E-mail: [email protected] - Website: http://www.sidelitalia.it ABCERT S.r.l. - Cod. Min. IT Bio 013 Via Enzenberg, 38 - 39018 - Terlano (BZ) Tel. 0471 238042 - Fax 0471 238042 E-mail: [email protected] - Website: http://www.abcert.it Ed inoltre, autorizzati ad operare nella sola provincia di Bolzano: Q. C. & I. Gmbh - BIKO Tirol - IMO Gmbh Tratto dal sito del SINAB (Sistema d’Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica) www.sinab.it La qualità ha un costo Naturalmente, la qualità certificata e il controllo della filiera agro-biologica, dalla semente al piatto, hanno un costo. Questo è uno dei motivi per cui i prodotti biologici mantengono un differenziale di prezzo superiore rispetto ai prodotti convenzionali. I maggiori costi sono dovuti, oltre al controllo di un organismo terzo, ai fertilizzanti minerali e organici e alle sostanze naturali per la difesa delle piante più costosi, rispetto a quelli chimici di sintesi, alla necessità di una maggiore manodopera aziendale e alle dimensioni del mercato, che determinano costi di distribuzione più elevati. 41 Dal produttore al consumatore La GDO (Grande Distribuzione Organizzata) e i negozi specializzati, in Italia hanno un ruolo importante nella distribuzione dei prodotti biologici. In questi casi, come in tutti i settori commerciali, peraltro, i costi di intermediazione sono elevati e la loro incidenza è ancora più accentuata in un settore come il biologico, spesso polverizzato in tante piccole produzioni, con problemi, quindi, di concentrazione dell’offerta. In questi ultimi anni, però, accanto a questi canali di commercializzazione classici, si stanno affermando forme e modalità alternative nella vendita dei prodotti biologici. La vendita diretta Forse impropriamente definita “filiera corta”, è la forma di commercializzazione dove si esalta il rapporto produttore/consumatore, saltando tutte le fasi intermedie della filiera e prevede l’acquisto direttamente in azienda, in alcuni casi la stessa raccolta in campo, dei prodotti biologici. Il pregio principale della vendita diretta, oltre al risparmio per i consumatori e al maggior guadagno per il produttore, consiste nella possibilità che ha il consumatore di visitare l’azienda e di conoscere il produttore e i metodi di coltivazione e di allevamento praticati. Aziende che praticano la vendita diretta nelle Marche Aziende bio con vendita diretta AN AP FM MC PU Totale 34 35 22 41 36 168 Informazioni fornite dai principali Organismi di Controllo 42 I Gruppi di Acquisto Solidali (GAS) La filiera corta è attuata anche mediante la creazione di un modello basato sull’aggregazione di produttori e consumatori, con l’instaurazione di un rapporto paritario tra il gruppo d’offerta e il gruppo di domanda. Si definiscono GAS i consumatori organizzati che contattano e acquistano da aziende di fiducia un paniere di prodotti appositamente concordato nelle quantità e nei tempi di consegna. Gli aspetti etici e solidali che sono alla base di queste organizzazioni di consumatori sono: - l’educazione al consumo critico; - la tutela e la salvaguardia ambientale e del paesaggio rurale; - la valorizzazione delle culture e colture tradizionali; - la valorizzazione delle aree di produzione; - lo sviluppo sostenibile del territorio; - la solidarietà per i piccoli produttori locali; - lo stretto legame prodotto/territorio; - la volontà di ridurre l’inquinamento e lo spreco di energia derivante dal trasporto; - il rispetto delle condizioni di lavoro. Gruppi di acquisto solidali (G.A.S.) operanti nelle Marche G.A.S. distribuiti per provincia AN AP FM MC PU Totale 12 2 1 6 13 34 Tratto dal sito internet della Rete marchigiana di Economia Etica e Solidale (www.resmarche.it) - Situazione al 31-12-2010 43 I mercatini e le fiere di produttori biologici Spesso sono associati a manifestazioni e sagre di prodotti locali, a volte in abbinamento a mercati civici già esistenti per le produzioni convenzionali. In alcuni casi i mercati biologici hanno una precisa collocazione nei luoghi, con cadenza settimanale e sono specializzati nella vendita di soli prodotti biologici, direttamente da parte delle aziende produttrici. I prodotti biologici in fiere e mercati nelle Marche Principali fiere AN AP FM MC e mercati con presenza di prodotti biologici 4 2 2 4 PU Totale 5 17 Manifestazioni di rilevanza provinciale, regionale e nazionale I farmer’s market Rappresentano l’ultima frontiera della commercializzazione dei prodotti agro-alimentari, cioè punti vendita permanenti di pr odotti del territorio e di sta gione, biologici e non, gestiti direttamente dalle imprese agricole e raggruppati in un’unica struttura. 44 Mercati permanenti di prodotti agricoli nelle Marche Farmer’s market con prodotti bio AN AP FM MC PU Totale 2 1 1 2 2 8 Tratto dal sito www.mercatidelcontadino.it - Situazione al 31-12-2010 I negozi specializzati La rete dei negozi specializzati è cresciuta insieme all’agricoltura biologica e ne è stata a lungo una componente importante. I negozi specializzati, infatti, sono stati un canale di diffusione non solo dei prodotti biologici, bensì di idee, progetti, servizi, conoscenze, proposte di stili di vita alimentari e non. Negozi specializzati nella vendita di prodotti bio nelle Marche Negozi specializzati alimenti bio AN AP FM MC PU Totale 13 2 8 10 18 51 Fonte Annuario del biologico italiano “Tutto Bio 2011” Situazione al 31-12-2010 La vendita on-line Sono molte, oggi, le aziende agricole che adottano il web per presentare e vendere le proprie produzioni. L’acquisto on-line, a volte, è accompagnato dalla possibilità di consegna a domicilio. Il contatto c he si instaura fra produttore e consumatore è solo virtuale, ma non si può negare che la scelta del consumatore avvenga con molta più consapevolezza, oltre che con molta praticità. In Italia, attualmente, sono attivi 152 siti (“Tutto Bio 2011”), di cui 51 nel sud e nelle isole, 69 a nord e 32 al centro; pochi ancora nelle Marche. Le aziende marchigiane che effettuano vendita on-line di prodotti biologici, saranno visitabili nel sito: www.agri.marche.it 45 Gli agriturismi biologici Un ruolo fondamentale nell’evoluzione del rapporto tra turismo e campagna degli ultimi trent’anni nelle Marche, come del resto in tutta Italia, lo hanno avuto gli agriturismi, che sin dall’inizio si sono caratterizzati per lo stretto legame con l’a gricoltura biologica, con cui condividono, tra l’altro, anche alcuni importanti obiettivi, quali: la valorizzazione del patrimonio naturale; il recupero delle architetture rurali tradizionali; la promozione della cultura del territorio e del vissuto della civiltà contadina. 46 Vi sono agriturismi bio (o bioagriturismi) di diverso tipo, che offrono servizi di varia natura, percorsi storico-culturali, divertimenti e sport, ristorazione, degustazione di prodotti tipici e così via. I motivi di questo forte legame tra agriturismo e agricoltura biologica possono così sintetizzarsi: - elevata sensibilità per l’innovazione delle imprese agricole impegnate sia nel biologico che nell’agriturismo; - opportunità di una migliore remunerazione del prodotto biologico, attraverso la vendita diretta e la somministrazione con la ristorazione agrituristica; - diffusa aspettativa, da parte degli ospiti agrituristi, di trovare, nell’agriturismo di cui sono ospiti, prodotti tradizionali, genuini e biologici. Spesso gli agriturismi bio si contraddistinguono anche per una certa sensibilità ecologica nella scelta di soluzioni tecnologiche che consentono di razionalizzare la gestione e la raccolta differenziata dei rifiuti, la riduzione dei consumi di acqua ed energia. Più di recente, infine, molti agriturismi bio sono diventati anche fattorie didattiche e come tali si propongono, soprattutto alle scolaresche, come luoghi di apprendimento sull’origine e sulla qualità dei prodotti agroalimentari. Turismo rurale nelle aziende biologiche delle Marche Agriturismi biologici AN AP FM MC PU Totale 34 25 19 38 67 183 Dati forniti dai principali Organismi di Controllo operanti nella Regione Marche Situazione al 31-12-2010 47 Le biofattorie sociali Le fattorie sociali sono aziende agricole che affiancano alla propria attività principale uno o più progetti a sfondo sociale, rivolti a persone in situazione di disagio. In questo senso, l’azienda biologica, per i suoi principi e come pr oposta di modello di sviluppo sostenibile e m ultifunzionale, luogo, cioè, dove la produzione agro-alimentare è associata alla fornitura di servizi alla collettività, si rende par ticolarmente adatta per aiutare l’inserimento di per sone appartenenti a fasce deboli della popolazione : anziani in difficoltà, minori a rischio di esclusione, soggetti svantaggiati per disabilità motorie e psichiche, detenuti, ex detenuti e tossicodipendenti durante il loro percorso di reinserimento sociale, ecc. Con questi obiettivi, le fattorie sociali spesso collaborano con scuole, enti ed associazioni (ad esempio quelle operanti nell’assistenza ai disabili). I servizi offerti sono essenzialmente di tre tipi: - supporto a processi terapeutici riabilitativi; - inserimento lavorativo; - acquisizione di capacità. Il primo si rivolge a persone che soffrono di disabilità psiche o anche motorie. Il supporto ai processi terapeutici viene dalla natura stessa del contesto rurale, dell’agricoltura e dei suoi ritmi, della sua diversificazione e, soprattutto, dal fatto che il rapporto con esseri viventi non umani, come 48 piante e animali, ha degli effetti importanti sugli equilibri psichici. C’è poi l’inserimento lavorativo, grazie al fatto che il processo produttivo agricolo è più facilmente inclusivo, perché si compone di una miriade di attività, realizzabili in tanti modi diversi, e questo consente di far partecipare chiunque, o quasi. Infine, c’è l’acquisizione di capacità, associata spesso alla formazione. Persone anche con limitate capacità mentali e cognitive, magari in momenti di particolare difficoltà della loro vita, possono imparare delle cose spendibili, eventualmente, in imprese agricole “ordinarie”. I numeri riportati sono un primo censimento di una realtà in crescita in questo settore. Aziende biologiche nelle Marche che offrono servizi di tipo sociale Biofattorie sociali AN AP FM MC PU Totale 1 2 2 3 - 8 Per maggiori informazioni sull’argomento si possono visitare i siti: www.fattoriesociali.com e www.aiab.it 49 Le biofattorie didattiche Si tratta di vere e proprie aziende agricole ed agrituristiche biologiche che si aprono alle scolaresche a supporto della normale attività didattica. Esse costituiscono un’oppor tunità per piccoli e grandi per conoscere il proprio territorio e il pr oprio ambiente, e per un appr occio con l’ecologia attra verso l’esperienza diretta. Il metodo di coltivazione e allevamento biologico, inoltre, rappresenta un valore aggiunto lungo il percorso formativo, perché pone questioni fondamentali sul rapporto agricoltura-alimentazione-ambiente e gli stretti legami che questi elementi hanno con la nostra salute. Fattorie biologiche e didattiche nelle Marche Biofattorie didattiche AN AP FM MC PU Totale 29 11 9 25 17 91 Elenco Regionale delle Fattorie Didattiche - Situazione al 31-10-2010 50 51 Mense biologiche Un importante contributo per la promozione e la commercializzazione dei prodotti biologici nelle Marche si è avuto con la legge regionale sulle mense biologiche (L.R. n° 4/2002). Le mense biologiche, oltre a soddisfare un legittimo bisogno dei cittadini di dare almeno ai bambini cibi senza pesticidi e senza OGM, possono fornire importanti opportunità per uno sviluppo sostenibile che favorisca le economie locali. Perché ciò avvenga, però, non ci si può limitare alla sostituzione delle derrate convenzionali con quelle biologiche, ma occorre approfittare dell’occasione per migliorare (e talvolta creare) il rapporto tra le mense ed il proprio territorio, dando più spazio nei menù ai prodotti di stagione e della tradizione locale, coinvolgendo gli agricoltori biologici e stimolando un forte legame tra i produttori ed i cittadini. Dal 1999 al 2002, nelle mense scolastiche gestite dai comuni sono stati finanziati progetti di informazione e divulgazione dei pr odotti biologici, rivolti al per sonale di cucina, agli insegnanti e ai g enitori. Dal 2003, i contributi sono stati estesi all’acquisto dei pr odotti biologici utilizzati nelle mense scolastic he e ospedaliere. Nei successivi bandi emanati negli anni 2006 e 2007, sono state assegnate priorità specifiche alle aggregazioni dei comuni per il reperimento in ambito locale dei prodotti biologici introdotti nelle mense. Nella tabella che segue è riportato il numero dei comuni, scuole e ospedali che hanno usufruito di un contributo regionale per interventi di educazione alimentare e introduzione di prodotti biologici nel proprio servizio di ristorazione collettiva. 52 Ristorazione collettiva scolastica e ospedaliera nelle Marche TIPOLOGIA AN AP FM MC PU Totale Mense scolastiche che utilizzano anche prodotti bio 6 12 6 19 8 51 Mense ospedaliere che utilizzano anche prodotti bio 1 - - - - 1 Fonte Regione Marche - Situazione al 31-12-2010 53 Per saperne di più Indirizzi utili Ufficio regionale competente in materia di agricoltura biologica Responsabile Dott. Leonardo Valenti: Assessorato Agricoltura Regione Marche Via Tiziano, 44 - 60125 Ancona Tel. 071.8063655 - Fax 071.8063049 E-mail: [email protected] Elenco regionale dei produttori biologici Responsabile Dott. Alfio Santinelli: ASSAM (Agenzia Servizi Settore Agroalimentare delle Marche) Via Alpi, 21 - 60131 Ancona Tel. 071.808331 - Fax 071.85979 E-mail: santinelli_alfi[email protected] Il biologico in internet IFOAM (International Federation of Organic Agriculture Movements) - www.ifoam.org Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali - www.agricoltura.gov.it Regione Marche Agricoltura - www.agri.marche.it SINAB (Sistema d’ Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica) - www.sinab.it FEDERBIO (Federazione Italiana Agricoltura Biologica e Biodinamica) - www.federbio.it RIRAB (Rete Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica) - www.rirab.it INEA (Istituto Nazionale di Economia Agraria) - www.inea.it/statigeneralibio/ Organic Farming - Europa - www.organic-farming.europa.eu Alimos - www.alimos.it Biobank - www.biobank.it Greenplanet - www.greenplanet.net Natura Network - www.naturanetwork.it Rete Nazionale dei Gruppi di Acquisto Solidali (GAS) - www.retegas.org Gruppi di acquisto solidale - www.economia-solidale.org Guida al biologico nelle Marche - www.girobio-marche.it 54 55 Finito di stampare nel mese di maggio 2011 su carta uso mano di pura cellulosa ecologica ECF “Arcoprint Edizioni” 56