Stefano Nobile – Metodologia delle Scienze Sociali IL NEOPOSITIVISMO LOGICO (neoempirismo, neopositivismo, positivismo logico, empirismo logico) • Circolo di Vienna (Moritz Schlick) (1929-1937) • Gruppo di Berlino (Hans Reichenbach, Richard Von Mises) • Atto di fondazione ufficiale: La concezione scientifica del mondo (1929), opuscolo scritto da Otto Neurath, Hans Hahn e Rudolf Carnap • Organo ufficiale: Erkentniss (Conoscenza) (1930-1937), diretta da Carnap e Reichenbach Elementi essenziali: • L’antimetafisica • Analisi logica del linguaggio (Logistica) • Progetto di unificazione della scienza • Dominio della logica «Le uniche proposizioni che hanno senso sono quelle suscettibili di verifica empirica» Componenti del Circolo: Alfred Ayer, filosofo Gustav Bergmann, matematico Rudolf Carnap, filosofo e logico Herbert Feigl, filosofo Phillip Frank, fisico Kurt Gödel, matematico e logico Hans Hahn matematico Felix Kaufmann, giurista Victor Kraft, storico e filosofo Karl Menger, matematico Otto Neurath, sociologo Kurt Reidemeister, matematico Moritz Schlick, fisico e filosofo Friedrich Waismann, filosofo Edgar Zilsel, filosofo 1 Stefano Nobile – Metodologia delle Scienze Sociali GOTTLOB FREGE (1848-1925) Senso e denotazione, 1892 Matematico Frege ha l’obiettivo di dimostrare che la verità ha un fondamento oggettivo Si propone dunque di ↓ Ridurre la matematica e l’aritmetica alla logica (Logicismo o Logistica→Leibniz e “l’alfabeto del pensiero umano”) Frege pensava ad un linguaggio formale in grado di offrire alla matematica uno strumento di espressione delle argomentazioni che non lasciasse alcuno spazio all’intuizione o al riferimento a processi mentali: ogni regola di inferenza doveva essere esplicitata in modo da rendere evidente ogni passaggio della dimostrazione. Partendo dalla distinzione tra pensiero e atto del pensare, Frege afferma che il pensiero è qualcosa di oggettivo che viene “afferrato” nell’atto del pensare, ma che non può identificarsi con esso. Più precisamente, un pensiero afferrato in un processo di pensiero è quella parte di esso che può essere comunicata ed espressa mediante il linguaggio. ↓ distinzione tra ↓ Logica (Pensiero)→essere vero («chiamo pensiero qualcosa per cui possa in generale porsi la questione della verità») Pensare→ritenere vero (Platonicamente, Frege pensa ad un “terzo regno”, il regno dei sensi oggettivi) 2 Stefano Nobile – Metodologia delle Scienze Sociali La verità è una proprietà degli asserti→svolta linguistica ↓ Frege sostituì la distinzione operata secondo la logica aristotelica tra soggetto e predicato, con quella tra argomento e funzione. Il concetto è una funzione insatura, che si completa quando u oggetto cade sotto di essa. Socrate è un uomo È dato dal completamento, o saturazione, del concettofunzione X è un uomo Tramite l’oggetto-argomento Socrate Ne deriva che due concetti possono avere la stessa estensione senza risultare coincidenti. Per risolvere questo problema attraverso una propria teoria del significato, Frege introduce la distinzione tra: • Denotazione (riferimento, estensione, ciò che un’espressione designa) • Senso (intensione, cioè «un modo di presentare un referente») Un’espressione che abbia senso può non avere una denotazione. Es.: il corpo celeste più lontano dalla Terra. 3 Stefano Nobile – Metodologia delle Scienze Sociali BERTRAND RUSSELL (18721970) Principia Mathematica (con Whitehead) Teoria dei tipi Nell’appuntare le proprie obiezioni a Frege, Russell notò che esistevano due tipi di classi: quelle che erano membri di se stesse (come la classe delle cose che possono essere contate, ovvero una classe di tutte le classi); e quelle che non erano membri di se stesse (come la classe di tutti gli professori di metodologia delle scienze sociali, che non è essa stessa un professore di metodologia delle scienze sociali). Il paradosso di Russell è proprio questo. Ci si può infatti domandare: la classe delle classi che non sono membri di se stesse è oppure no membro di se stessa? Se la risposta fosse affermativa, essa non lo sarebbe, poiché le entità appartenenti a questa classe sono, per definizione, membri di se stesse. Se invece tale classe non fosse membro di se stessa, allora lo sarebbe, in quanto dovrebbe appartenere alla classe delle cose che non sono membro di quella classe (→paradosso di Epimenide). 4 Stefano Nobile – Metodologia delle Scienze Sociali Con Whitehead, suo maestro, Russell pervenne alla teoria dei tipi, grazie a cui veniva superata l’impasse dell’antinomia nella quale era caduto Frege. Essa si fonda su un simbolismo che implica 5 assiomi, dai quali potevano derivarsi tutte le combinazioni possibili tra classi. 1. (p o p) implica p 2. q implica (p o q) 3. (p o q) implica (q o p) 4. (p o [q o r] implica (q o [p o r]) 5. (q o r) implica ([p o q] implica [p o r]) Dottrina dell’atomismo logico La grande applicazione di Russell ai problemi della matematica portò lo stesso autore a supporre che la struttura del mondo fisico fosse essenzialmente la stessa di quella della logica o di un ragionamento logicamente perfetto. La dottrina di Russell si chiama “atomismo logico” perché intende eseguire il processo di analisi logica fino alle nozioni più semplici, gli atomi logici, appunto. Russell suppose che la conoscenza del mondo da parte delle persone si basasse su dati sensoriali elementari. L’oggetto della conoscenza scientifica del mondo sono i fatti, ossia quelle proposizioni che sono suscettibili di un giudizio di vero/falso (→Wittgenstein). Per analizzare le proposizioni molecolari (o composte), era dunque necessario fare riferimento a proposizioni atomiche (componenti) 5 Stefano Nobile – Metodologia delle Scienze Sociali LUDWIG WITTGENSTEIN (1889-1951) Tractatus logicophilosophicus, 1922 Ricerche filosofiche, 1953 (postumo) «Il mondo è la totalità dei fatti, non delle cose, e si divide in fatti indipendenti che costituiscono il mondo» «I fatti sono nello spazio logico e sono indipendenti l’uno dall’altro e possono solo essere enunciati o asseriti» «I limiti del mio linguaggio significano i limiti del mio mondo» Tractatus logico-philosophicus In esso Wittgenstein propone una teoria secondo la quale il significato (senso) degli enunciati va ricercato negli stati di cose e la proprietà di verità/falsità degli enunciati stessi è riferita ai fatti. «Il senso della proposizione è la sua concordanza o discordanza con le possibilità del sussistere e non sussistere degli stati di cose» La teoria di Wittgenstein è imperniata su 4 elementi fondamentali: • gli oggetti • gli stati di cose • i fatti • il mondo Può essere ricondotto a due tesi principali: • la tesi raffigurativa del linguaggio • la tesi dell’ineffabilità 6 Stefano Nobile – Metodologia delle Scienze Sociali Tesi raffigurativa del linguaggio Secondo la tesi raffigurativa del linguaggio, le proposizioni che compongono il linguaggio sono considerate analoghe, o equivalenti, a una serie di immagini. Nel linguaggio c’è però una sorta di struttura logica, la quale riflette la “struttura logica del mondo”, supponendosi – come si suppone – che il mondo ed il linguaggio usato per descriverlo abbiano la stessa forma logica. Wittgenstein propone una prospettiva, di cui si appropriarono i membri del Circolo di Vienna, secondo la quale: • gli enunciati fattuali, che cioè concernono cose esistenti, hanno significato solo se sono empiricamente verificabili. Soltanto le proposizioni delle scienze empiriche esauriscono l’ambito del linguaggio significativo poiché ad esse soltanto ascrivere un valore di verità o di falsità. Le proposizioni della logica o della matematica e le contraddizioni si collocano ai due stremi dell’infinita gamma di enunciati veri o falsi che costituiscono il corpo del linguaggio e possono in fondo considerate “proposizioni apparenti”, mere tautologie. Le tautologie sono dunque enunciati non verificabili, tuttavia veri in base agli stessi termini che li compongono; tali enunciati sono tautologie. Tautologie (es.: “So che piove o non piove”) e contraddizioni (es.: “è un uomo ma non è un uomo”) sono le due forme estreme di proposizione logica che hanno grande importanza in quanto mostrano la natura della logica. Esse però non dicono nulla e, nonostante l’apparenza, non sono proposizioni. 7 Stefano Nobile – Metodologia delle Scienze Sociali Il corollario di tutto ciò è la Tesi dell’ineffabilità Secondo la quale le proposizioni che pretendono di valicare i limiti del linguaggio significativo appartengono al dominio del “mistico”, nel senso letterale di “ineffabile”. ↓ «Su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere» Domanda: Come apprendiamo il linguaggio? Risposta: Attraverso l’ostensione L’ostensione è la forma fondamentale di spiegazione che lega le parole al mondo. Ma il gesto ostensivo e le parole che ad esso si associano (“questo”, “quello”) sono tutti elementi del gioco linguistico dello spiegare il significato e tutti, per essere usati, richiedono delle regole. L’idea stessa di connessione tra lingua e realtà è un’idea falsa. Il linguaggio è onnicomprensivo. Non possiamo uscirne. Lo “stato di cose” – una proposizione è Sensata se esprime uno stato di cose Vera se lo stato di cose sussiste effettivamente Falsa se lo stato di cose non sussiste Influenzato dall’incontro con un economista amico di Gramsci, Sraffa, nella fase più matura della sua esistenza Wittgenstein rivide molte delle sue posizioni precedenti (si parla, appunto di un “secondo Wittgenstein”), arrivando ad esprimere l’opinione che il significato, e quindi la conoscenza, risiedono in ultima analisi in pratiche sociali particolarmente in relazione con il linguaggio. 8 Stefano Nobile – Metodologia delle Scienze Sociali Infatti ↓ i concetti influiscono sulla percezione. ↓ Ricerche filosofiche (1955) In questa opera, pubblicata postuma, Wittgenstein rivede il problema affrontato nel Tractatus, relativo alla capacità della struttura logica del linguaggio di riflettere lo "stato di cose" del mondo. Nelle Ricerche filosofiche, Wittgenstein sostiene che ogni linguaggio è una specie di gioco che segue determinate regole. Tutti i giochi linguistici hanno lo stesso valore. Pertanto, l’unica regola per l’interpretazione di uno di questi giochi è, secondo Wittgenstein, l’uso che se ne fa. Per il “secondo Wittgenstein”, dunque, le proposizioni della logica riflettono le regole del linguaggio, le quali ci sono note attraverso il nostro uso del linguaggio nella vita quotidia na e attraverso l’esperienza linguistica. 9 Stefano Nobile – Metodologia delle Scienze Sociali LA POLEMICA SUI PROTOCOLLI I protocolli o, meglio, gli enunciati protocollari (o “enunciati d’osservazione”) sono le forme elementari, le basi fondamentali per la costruzione della conoscenza scientifica. Essi, per esempio, potrebbero essere le registrazioni di osservazioni immediate in un taccuino di laboratorio. Schlick: scopo della scienza è quello di «fornire una rappresentazione vera dei fatti» Egli introduce un criterio di significanza, secondo il quale gli asserti possono essere di tre tipi: • verificabili (attraverso la prove empirica) • tautologici (quelli autofondanti della logica e della matematica) • insensati (quelli della metafisica) ↓ problema dove collocare le leggi scientifiche? ↓ L’accusa realismo (Schlick) vs. solipsismo (Carnap) Il terzo incomodo: Otto Neurath («gli enunciati sono sempre confrontati con altri enunciati; ogni movimento all’interno della scienza avviene all’interno del linguaggio e non attraverso il confronto del Prospettiva linguaggio stesso con il Fisicalista “mondo” che si suppone esso rifletta») ↓ 11 Stefano Nobile – Metodologia delle Scienze Sociali Polemica contro la teoria del significato di Wittgenstein («Il significato di una proposizione coincide con lo stato di cose che essa raffigura»), di Carnap («Il significato di una proposizione coincide o è riducibile ad esperienze elementari») e di Schlick («Il significato di una proposizione è riducibile a dati di fatto») ↓ residui metafisici Il principio-base del fisicalismo di Neurath è che gli asserti devono essere tradotti in maniera spazio-temporalmente determinata. Esso si basa sugli Enunciati di osservazione («proposizioni concernenti individui che percepiscono ed oggetti che emettono La stimoli»)???? difesa RUDOLF CARNAP (1891-1970) La costruzione logica del mondo (Logische aufbau der welt), 1928 Carnap mira a costruire un “albero genealogico dei concetti”, definendo concetti complessi a mezzo di concetti più semplici. In altri termini, egli mira alla totale intersoggettività del linguaggio scientifico. In un primo momento, Carnap sostiene che la base del sistema scientifico va rintracciata nelle esperienze vissute elementari. Per arrivare a questo obiettivo, Carnap edifica la propria architettura logica su due pilastri: • gli elementi fondamentali (i miei dati vissuti) • le relazioni fondamentali (o “ricordi di similarità”), che poggiavano sul confronto mnemonico tra sensazioni. 12 Stefano Nobile – Metodologia delle Scienze Sociali A seguito delle osservazioni di Neurath, egli procede alla distinzione tra due tipi di linguaggio: • uno più rudimentale, diretto, ma anche legato alla questione dell’essenza degli oggetti rappresentati. Pertanto, esso collega simboli con cose • un secondo linguaggio che non è altro che un sistema di segni e delle relative regole di combinazione, avulso da riferimenti a “fatti” o “oggetti” del “mondo esterno” All’interno di questo secondo linguaggio, l’unico concepibile per la scienza, lo strumento da adottare sono le proposizioni protocollari. Ma per Neurath «non esiste alcun linguaggio idoneo a formulare proposizioni protocollari pure e assolutamente univoche come base di partenza per la scienza» Enunciato protocollare di Carnap Enunciato protocollare di Neurath Protocollo di Otto alle ore 3 e 17: [il pensiero-parola di Otto Adesso sul tavolo si trova un alle ore 3 e 16 era: (alle 3 e 15, dado rosso nella stanza, un tavolo era percepito da Otto)] Per Neurath, il criterio di verità delle proposizioni non sta in una loro pretesa corrispondenza a fatti comunque intesi, ma unicamente nella coerenza di un enunciato rispetto all’intero sistema degli enunciati ammessi ↓ Verità come coerenza ↓ problema della verifica 13 Stefano Nobile – Metodologia delle Scienze Sociali • per Carnap esistono proposizioni immuni da verifica (le proposizioni protocollari, appunto) • per Neurath non ne esistono: la verifica è un’esigenza fondamentale della scienza unificata, che si adopera per costruire un sistema privo di contraddizioni • per Schlick esiste un problema di «punti di contatto indubitabili tra conoscenza e realtà»→le constatazioni, che – a differenza delle proposizioni protocollari di Carnap – non parlano mai di percezioni bensì di fatti (→il “primo” Wittgenstein). Ma se è vero – come afferma Schlick – che «il significato di una proposizione è il suo metodo di verifica», cosa dobbiamo intendere per verifica? ↓ Essa va intesa non come una proprietà della proposizione stessa, bensì la sua possibilità logica di verificazione (→Wittgenstein, Ricerche filosofiche). L’esito Entrano in gioco elementi pratici e convenzionalistici: da una parte la verifica è potenzialmente un procedimento senza fine, che dobbiamo arrestare ad un certo punto. Dall’altra, l’assunzione di quest’ultima decisione implica appunto un grado di convenzionalità. Non si parlerà allora più di verifica, bensì di conferma o di controllo (→Carnap) In Testability and meaning, Carnap adotta appunto il concetto di conferma in luogo di quello di verifica e si pone il problema del rapporto tra linguaggio teorico e linguaggio osservativo (→Duhem). ↓ regole di corrispondenza (definizioni coordinatrici, definizioni operative, regole semantiche, correlazioni epistemologiche) esempio 14 Stefano Nobile – Metodologia delle Scienze Sociali «Se esiste un’oscillazione elettromagnetica di frequenza specificata, allora esiste un colore visibile blu verdastro di un tono determinato» 15