Opuscolo n. 1
NOTE TECNICHE SULL’ALIMENTAZIONE
DEGLI OVINI E DEI CAPRINI
Il comparto ovino con 12.300 aziende*, 3.300.000 pecore* e
550.000 q.li annui di formaggi prodotti dall'industria lattierocasearia assume un ruolo di fondamentale importanza economica
e sociale in Sardegna poiché assicura lavoro ed occupazione ad un
elevato numero di addetti.
La presenza costante degli allevatori nel territorio garantisce, alla
collettività, una preziosa azione di tutela del paesaggio rurale e
naturale.
Le aziende della Sardegna, in un momento di notevoli cambiamenti
imposti dalle normative europee, dalla recessione economica e
dalla globalizzazione dei mercati, sono indotte a valorizzare le
pratiche e i prodotti tradizionali e migliorare le tecniche
produttive.
L'azione di divulgazione di innovative nozioni tecnico-pratiche ed il
miglioramento delle tecniche di allevamento tradizionali è
determinante affinché gli allevatori possano conseguire produzioni
competitive di elevata qualità.
E’ in quest ’ottica che deve inquadrarsi la stesura delle presenti
note tecniche che vogliono essere un primo passo verso ulteriori
approfondimenti ed un utile compendio alle lezioni di benessere
animale e di alimentazione degli ovini che il Servizio Produzioni
Zootecniche dell'Agenzia LAORE Sardegna svolge, da diversi anni,
nei 32 Sportelli Unici Territoriali dislocati in tutto il Territorio
Regionale.
* Fonte IZS Teramo
Il Commissario Straordinario
dell’Agenzia LAORE Sardegna
Dott. Agr. Salvatore Loriga
A cura di:
Agenzia LAORE Sardegna - Via Caprera, 8 - 09123 Cagliari
Dipartimento per le Produzioni Zootecniche
Servizio Produzioni Zootecniche
U.O. Produzione Latte - Via Baldedda, 11 - 07100 Sassari
Autori:
Dott. Mario Cangemi - U.0. Produzione Latte
Dott. Graziano Carta - U.0. Produzione Latte
P.A. Giovanni Maria Fadda - U.0. Produzione Latte
Foto e grafica:
P.A. Alessandro Sanna - SUT Romangia Sassarese
www.sardegnaagricoltura.it
Opuscolo n. 1
• Fisiologia della digestione nei ruminanti
• I fabbisogni nutritivi degli ovini e dei caprini nelle diverse
fasi fisiologiche
Opuscolo n. 2
• I principali alimenti zootecnici e loro caratteristiche nutrizionali
• Importanza dell’acqua di abbeveraggio
Opuscolo n. 3
• Criteri per la gestione ed il corretto utilizzo degli alimenti
• Esempi pratici di razionamento
Presentazione
Questo manuale, rivolto agli imprenditori agricoli beneficiari della misura
215 «Benessere degli animali» del P.S.R. Programma di Sviluppo Rurale
2007-2013 della Regione Sardegna Reg (CE) n°1698/2005, vuole fornire un
supporto informativo che approfondisca, in modo sintetico e al contempo
con un indirizzo pratico-applicativo, alcuni dei
temi principali trattati
durante i moduli formativi obbligatori frequentati dai beneficiari della
misura del P.S.R. prima richiamata.
La corretta alimentazione è fondamentale per migliorare lo stato di
benessere degli animali e la conoscenza delle caratteristiche nutrizionali
dei principali alimenti utilizzati in allevamento ed il loro uso appropriato
rappresentano i presupposti fondamentali per :
- Permettere agli animali di esprimere al meglio le loro potenzialità
produttive;
- Salvaguardare il loro giusto stato di salute (benessere);
- Garantire la qualità del latte da destinare alle successive trasformazioni
per ottenere i prodotti indirizzati al consumatore finale;
- Ottimizzare il rapporto produzione/costi per litro di latte prodotto.
“La salvaguardia del benessere degli animali”
è garanzia della qualità delle produzioni alimentari
SOMMARIO
Opuscolo n. 1
Fisiologia della digestione nei ruminanti.
I fabbisogni nutritivi degli ovini e dei caprini nelle diverse fasi
fisiologiche
MECCANISMI DELLA DIGESTIONE E DELL’ASSORBIMENTO
pag 2
MECCANISMO DELLA RUMINAZIONE NEI POLIGASTRICI
pag 3
DIFFERENZE TRA BOVINI E OVINI NELLA RUMINAZIONE
pag 4
I FABBISOGNI NUTRITIVI NELLE DIVERSE FASI FISIOLOGICHE
pag 5
LA GRAVIDANZA
pag 6
LA LATTAZIONE
pag 7
LA MONTA
pag 10
L’ ALIMENTAZIONE IN GRUPPO UNICO
pag 11
LA VALUTAZIONE DELLO STATO DI FORMA DELL’ANIMALE
pag 12
LO STATO D’INGRASSAMENTO DELL’ANIMALE
pag 15
CONCLUSIONI
pag 18
FISIOLOGIA DELLA DIGESTIONE NEI RUMINANTI
FABBISOGNI NUTRITIVI DEGLI OVINI E DEI CAPRINI NELLE DIVERSE FASI
FISIOLOGICHE
Una conoscenza di base dell’apparato digerente e del suo funzionamento
permette di capire meglio il ruolo che gli alimenti hanno nei processi di
trasformazione per ottenere le produzioni zootecniche (latte-carne-lana).
MECCANISMI DELLA DIGESTIONE E DELL’ASSORBIMENTO
E’ opportuno premettere la prima grande distinzione tra gli erbivori monogastrici
(equidi - suini - alcuni ungulati – ecc.) ed i ruminanti poligastrici (bovini, ovini e
caprini).
La differenza sostanziale tra le due categorie è rappresentata dall’apparato
gastro-intestinale costituito da un solo stomaco nei monogastrici (come nei
carnivori), mentre nei poligastrici quest’organo è preceduto da un complesso di
più stomaci detti prestomaci. Questa seconda categoria di animali è quella a cui
faremo riferimento nei contenuti dell’opuscolo.
Reticolo
Omaso
Abomaso
Intestino
Tenue
Intestino
Crasso
DIGESTIONE E ASSORBIMENTO NEI POLIGASTRICI
La digestione è costituita da una fase meccanica, cioè l’insieme dei fenomeni
fisici di sminuzzamento dell’alimento, e da processi chimici di degradazione
attraverso i quali sostanze organiche complesse, contenute negli alimenti,
vengono trasformate in sostanze più semplici.
Le sostanze semplici, così ottenute, possono quindi essere assorbite dalla mucosa
intestinale ed utilizzate per l’esercizio delle funzioni vitali dell’organismo animale
(energia, zuccheri e grassi di riserva, ecc.).
Nella fase chimica della digestione dei ruminanti hanno un ruolo attivo gli enzimi
prodotti dalle ghiandole e dalle mucose del tubo digerente, così come i batteri e
i protozoi presenti nei prestomaci.
MECCANISMO DELLA RUMINAZIONE NEI POLIGASTRICI
I Ruminanti hanno un apparato poligastrico composto da tre prestomaci
(rumine-reticolo-omaso) ed uno stomaco vero e proprio (abomaso); ad esso
seguono i vari tratti dell’intestino in cui si completano le fasi digestive e di
assorbimento. Nei ruminanti poligastrici la digestione, che si completa nell’
abomaso e nell’intestino tenue, è preceduta da una fermentazione microbica
degli alimenti che avviene nei prestomaci .
gas
Schema della stratificazione
alimenti fibrosi
degli alimenti nel rumine
granelle
La ruminazione è il rigurgito dell’alimento dal reticolo alla bocca, la sua
rimasticazione detta masticazione mericica e la successiva rideglutizione.
La parte liquida del bolo (cioè l’insieme dell’alimento, della saliva e dei
succhi gastrici) viene spremuta con la lingua e reinghiottita; la parte solida del
bolo viene invece rimasticata e poi rideglutita.
Il continuo rimescolamento nel rumine della massa degli alimenti causa la loro
distribuzione “a strati” , a seconda del loro peso specifico, così come si vede dalla
figura: quelli più leggeri (molto fibrosi) in superficie e quelli più pesanti al di
sotto. Questo meccanismo permette una più efficace digestione della fibra
perché aumenta la superficie esposta all’attacco batterico.
I microrganismi del rumine (batteri e protozoi) hanno la caratteristica di
svolgere compiti specifici: ciascun gruppo ha la capacità di attaccare solo
alcuni dei componenti dell’alimento (es: i batteri cellulosolitici sono specifici
della cellulosa, quelli amilolitici sono specifici degli amidi, ecc.).
In caso di variazione del piano alimentare, per assicurare nel rumine una
presenza equilibrata dei diversi gruppi di batteri, è necessario apportare in
maniera graduale le modifiche della razione.
Dopo la fase “meccanica“ gli alimenti più densi del rumine vengono spinti nel
reticolo e poi nell’omaso che è un organo che funziona come un filtro.
Le particelle più grandi, che devono essere ulteriormente ruminate, verranno
rimandate indietro mentre le altre potranno procedere verso l’abomaso (il vero
stomaco ghiandolare); in quest’ultimo organo saranno “attaccate” dai secreti
acidi così come succede nello stomaco dei non ruminanti. I componenti degli
alimenti non sono totalmente fermentati nei prestomaci, infatti una parte sfugge
e viene digerita nel tratto gastro-intestinale successivo (sostanze by-pass).
I ruminanti, attraverso gli enzimi prodotti dai batteri dei prestomaci, hanno la
capacità di digerire la cellulosa trasformandola in acidi grassi volatili (AGV)
molto energetici che vengono direttamente assorbiti dalla mucosa ruminale e
quindi trasportati nel circolo sanguigno .
I batteri e protozoi ruminali trasformano le proteine scadenti degli alimenti in
proteine ad alto valore biologico costituite da aminoacidi essenziali per
l’animale; i microorganismi morti di alto valore nutritivo, digeriti, sono
proficuamente utilizzati dall’animale .
Tutti i prodotti della digestione vengono assorbiti nell’intestino e trasportati
dal sangue alle cellule dei vari tessuti a cui forniscono energia partecipando
alla costruzione di molecole organiche complesse (proteine, lipidi, glucidi).
Durante tutto il processo digestivo circa il 40% del valore nutritivo iniziale
dell’alimento (Energia Lorda) è soggetto a perdersi con le feci, le urine, i gas
di fermentazione ecc. La parte rimanente, Energia Metabolizzabile, subisce
ulteriori perdite differenti a seconda del tipo di produzione (per il latte 30%,
per la carne 40% ). La parte del valore nutritivo dell’ alimento che residua
viene definita Energia Netta (varia dal 20 al 30% a seconda della produzione
zootecnica) perché è quella realmente disponibile per l’animale.
DIFFERENZE TRA BOVINI E OVINI NELLA RUMINAZIONE
I grandi ruminanti, in proporzione, hanno un apparato digerente con un
volume interno molto più grande in rapporto al proprio fabbisogno energetico
rispetto ai piccoli ruminanti. Questi ultimi hanno un apparato digerente più
piccolo ed un maggiore fabbisogno energetico dovuto al metabolismo più
intenso.
Bovino – Grande Rumine e Piccolo intestino
Ovino – Piccolo Rumine e Grande intestino
Ciò significa che la digestione di alimenti a lenta degradazione ruminale, ricchi
di cellulosa ed alcuni amidi, è più efficace nei bovini (con grande volume
ruminale) poiché si ha una digestione più lenta ed accurata con maggiore
efficienza dell’attività batterica.
Negli ovini, con rumine più piccolo, si ha una maggiore velocità di transito del
nutrimento verso l’intestino con minore degradazione di alcuni alimenti ricchi
di fibra (paglia e fieni scadenti). Gli ovini compensano questa “inefficienza”
aumentando la capacità di ingestione giornaliera consumando in percentuale
il 5-7% del loro peso corporeo, contro il 3 – 4% dei bovini.
I piccoli ruminanti scelgono ciò che mangiano prediligendo germogli e parti
tenere dei vegetali perché meno fibrose, più ricche di proteine e di energia.
Pecore e capre hanno un’attività masticatoria differente rispetto ai grandi
ruminanti perché devono sminuzzare meglio l’alimento per ottimizzare il
lavoro dei batteri; per questo infatti impiegano un tempo 10 volte più lungo
per ingerire e masticare i foraggi.
Confronto tra la digeribilità e la ritenzione nel rumine di bovini
e ovi caprini alimentati con fieno di graminacea
Peso corporeo.
(espresso in Kg)
Capra
29
pecora
30
giovenca
555
Ingestione Sost. Secca
espressa in grammi /giorno
700
650
espressa in grammi /giorno
per Kg di peso vivo
24,3
21,7
14
47
47
54
Digeribilità s.s. %
7830
Tempi di ritenzione (ore)
- nel rumine
28
35
47
- nell’apparato diger.
52
70
79
I FABBISOGNI NUTRITIVI NELLE DIVERSE FASI FISIOLOGICHE
Il fabbisogno nutritivo giornaliero determina le quantità di alimenti necessarie
per soddisfare tutte le attività e funzioni vitali dell’animale:
- le normali attività funzionali (camminare, respirare, termoregolazione, ecc);
- l’accrescimento nelle fasi giovanili e il recupero del peso durante l’anno;
- le produzioni (latte , carne, ecc.);
- la riproduzione (monta e gravidanza);
I bisogni nutritivi cambiano a seconda dello stadio fisiologico in cui l’animale si
trova ed il loro soddisfacimento (totale o solo parziale) è influenzato da due
elementi fondamentali:
1) Le caratteristiche e la qualità degli alimenti, cioè il loro valore nutrizionale
(una paglia vale meno del fieno; un fieno ammuffito o troppo scadente può
valere come una paglia , sino ad essere addirittura rifiutato dall’animale).
2) La capacità di ingestione giornaliera cioè l’effettiva quantità di un alimento
che l’animale può ingerire volontariamente. Un animale gravido, quindi ad
utero pieno, ingerisce meno alimento di un animale in lattazione con l’utero
vuoto; un buon alimento è più gradito e quindi consumato di uno scadente.
IL BILANCIO ENERGETICO (BE)
E’ determinato dalla quantità di energia portata dalla razione giornaliera,
rispetto alla esigenza reale dell’animale:
- è positivo quando l’animale soddisfa totalmente le sue esigenze e ingrassa;
- è negativo nel caso in cui l’assunzione dell’alimento non è sufficiente
(in questo caso l’animale tenderà a dimagrire perché compenserà questa
differenza utilizzando le proprie riserve corporee).
Per l’allevatore la produzione del latte rappresenta la prevalente fonte di
reddito. Una corretta alimentazione durante le fasi di asciutta, gravidanza,
inizio-metà-fine lattazione influenza direttamente la produzione di latte
dell’annata. Ciascuna di queste fasi, a sua volta, influenza positivamente o
negativamente quella successiva.
LE ESIGENZE NUTRIZIONALI DEGLI ANIMALI NELLE DIVERSE FASI FISIOLOGICHE
LA GRAVIDANZA
Le pecore sostengono un accrescimento del feto maggiore rispetto ai bovini ed
in un tempo minore; il rapporto tra il peso dei nati e quello della madre passa
dal 7,5% dei bovini al 13,5% degli ovini.
In gravidanza è fondamentale una corretta alimentazione considerata la
notevole richiesta di energie che, se non soddisfatte da un giusto apporto
alimentare, possono portare ad un rapido dimagrimento. Durante la crescita
del feto (o dei feti nel caso di gemellarità), aumenta il fabbisogno
nutrizionale; mentre incrementa il volume dell’utero quello dell’apparato
digerente diminuisce con conseguente minore capacità di ingestione. In
particolare nella fase iniziale della gravidanza (primi 30 giorni) si possono
verificare forti carenze nutrizionali e stress fisici che aumentano la mortalità
degli embrioni; è difficile accorgersi se questo succede poiché spesso le pecore
tornano ad un calore normale (come se non fosse iniziata la gravidanza). Nella
fase intermedia (i 70 giorni successivi) si ha lo sviluppo della placenta; una forte
sotto nutrizione in questo periodo può influenzarne negativamente lo sviluppo
degli agnelli, con minore peso alla nascita e/o maggiore mortalità, e causare
una diminuzione della successiva produzione di latte. Nella fase finale (ultimi
50-55 giorni) si ha l’80%-90% della crescita del feto (agnello) e, di conseguenza,
si ha un rapido aumento dei fabbisogni nutrizionali e la contemporanea
riduzione della capacità ad ingerire gli alimenti.
In questa fase se le pecore non sono ben alimentate:
- dimagriscono velocemente per nutrire il feto (con il rischio di tossiemia
gravidica/chetosi)
- iniziano la lattazione troppo magre , conseguentemente con poco latte
E’ importante anche garantire il giusto apporto di elementi minerali
Fase
Calcio
(g/d)
Fosforo (g/d)
Rapporto Ca:P
Asciutta
3,5
2,5
1,5:1
1 mese prima del parto
6,9
3,5
2,0:1
2 settimane prima del parto
9
4
2,25:1
Lattazione 1,5 kg. latte
13
5,6
2,3:1
Lattazione 0,5 kg. latte
6
3
2,1
LA LATTAZIONE
Analogamente a quanto già visto per la fase di gravidanza, durante la
lattazione, i fabbisogni alimentari dell’animale e la relativa capacità di
ingestione variano in virtù del periodo :
- Inizio della lattazione - primi 3 mesi dopo il parto
- Fase di piena lattazione - dal 4° mese alla monta
- Fase finale della lattazione - dalla monta all’asciutta
LA LATTAZIONE – fase iniziale
Successivamente al parto, nei primi 3 mesi di lattazione, si verificano
sostanzialmente le seguenti conseguenze:
1 - La produzione di latte cresce rapidamente.
2 - La capacità di ingerire alimenti aumenta molto lentamente e quindi il
Bilancio Energetico è in questa fase negativo (cioè l’alimentazione è
insufficiente a soddisfare i fabbisogni ).
3 - Il dimagrimento è ancora evidente in quanto le riserve corporee vengono
utilizzate per produrre una parte del latte. In questa fase è necessario evitare
che queste risorse energetiche dell’animale siano utilizzate per produrre oltre
il 50 % del latte giornaliero intervenendo con una giusta razione alimentare.
Nei primi tre mesi di lattazione diete ricche a base di concentrati
energetici favoriscono la produzione del latte, mentre quelle troppo
ricche di fibra hanno un effetto opposto anche perché la disponibilità di
erba può essere ancora limitata.
IL BILANCIO ENERGETICO
Come si controlla il Bilancio Energetico (BE)
e la perdita di peso all’inizio della lattazione
Per evitare forti cali produttivi ed una bassa persistenza del latte, è molto
utile controllare il bilancio energetico:
- Pesando gli animali
- Misurando le variazioni di stato di ingrassamento (BCS) (*)
- Controllando le variazione della % di grasso del latte
(*) Un punteggio BCS di 2.5 - 2.8 rappresenta la condizione normale di una
pecora a fine gravidanza in buon stato di forma.
Bisogna evitare dimagrimenti che portino il BCS a valori inferiori a 2
evitando di superare 1 punto di variazione BCS nelle prime 6 settimane di
lattazione .
LA LATTAZIONE – fase intermedia e finale
A differenza di quanto succede nei primi mesi della lattazione durante le
fasi intermedia e finale un’alimentazione ricca di concentrati, zuccheri ed
amidi non aumenta la produzione di latte anzi può ridurla e come
conseguenza si può avere l’ingrassamento delle pecore.
Razioni capaci di garantire elevata ingestione di fibra digeribile
favoriscono l’aumento della produzione di latte quindi è opportuno
utilizzare pascoli verdi, fieni o insilati di qualità eccellente.
Nelle fasi intermedia e finale della lattazione è opportuno usare razioni
ricche di materie prime fibrose molto digeribili come polpe di bietola,
buccette di soia, pastazzo di agrumi, ecc. e garantire sempre nella
razione almeno il 16-18% di proteina totale.
Durante la lattazione si verificano negli animali importanti cambiamenti
ormonali che ,nella prima parte della lattazione, necessitano di diete ricche
di zuccheri non strutturati e povere in fibra composte da cereali quali
granelle d’orzo, mais, ecc.
Nelle fasi successive, l’effetto positivo della fibra è evidente solamente
quando la sua ingestione è molto alta:
Fibra corta = alta ingestione = alta digeribilità
ciò avverrà con buccette di soia , polpe di bietola, fieni o insilati poco
maturi e finemente trinciati, pascoli molto digeribili e ingeribili come ad
es. l’ erba medica; viceversa foraggi maturi non trinciati comportano
ingestione limitata dall’ingombro eccessivo, quindi bassa ingestione di
energia che porterà l’ animale a produrre poco latte
Nei primi mesi di lattazione con bilancio energetico negativo:
-
La produzione di latte è favorita da razioni molto ricche di amidi
(es. cereali), povere di fibra ma ricche di concentrati energetici
Nella seconda parte della lattazione con un bilancio energetico
positivo:
-
La produzione di latte è favorita da razioni ricche in foraggi,
purché con una fibra molto digeribile (con poca lignina);
-
La produzione di latte è sfavorita dall’uso di cereali e amidi.
LA MONTA
Nelle pecore adulte la monta coincide con l’ultima parte della lattazione.
PARAMETRI RIPRODUTTIVI
Prolificità:
numero agnelli nati per pecora partorita (in %)
Fertilità:
pecore partorite rispetto a quelle saltate (in %)
Fecondità: Prolificità x Fertilità = numero di agnelli nati per pecore saltata
Lo stato nutrizionale delle pecore al momento dell'accoppiamento ha
influenza diretta sul tasso di ovulazione e sulla mortalità embrionale e, di
conseguenza, sulla prolificità e la fertilità.
Nelle pecore adulte correttamente alimentate i maggiori effetti si hanno
sulla prolificità, mentre nelle pecore al primo parto (saccaie) si hanno sulla
fertilità.
Pecore troppo grasse con BCS maggiore di 4 oppure troppo magre con BCS
minore di 2,5 hanno una bassa fecondità.
Efficienza riproduttiva degli animali e loro stato nutrizionale
Facendo riferimento al sistema di valutazione dello stato di forma
dell’animale, attraverso la stima della quantità di adipe presente a livello
delle vertebre del dorso (BCS), la condizione ottimale di ingrassamento
che garantisce un’ alta fecondità è rappresentata da un punteggio BCS
compreso tra 2,75 e 3,25.
Per migliorare l’efficienza riproduttiva degli animali si ricorre alla tecnica
del “flushing” (cioè una forzatura alimentare energetica con granelle di
cereali) a partire dalle ultime 2 – 4 settimane che precedono la monta.
L’ ALIMENTAZIONE IN GRUPPO UNICO
L’alimentazione in gruppo unico delle pecore è una delle principali cause
di bassa produzione di latte
La maggiore difficoltà a garantire una corretta alimentazione alle pecore è
dovuta al fatto che gli animali vengono in genere tenuti in gruppi a seconda
del loro stadio fisiologico (animali in mungitura , gravidi , non gravidi).
Questa consuetudine non tiene conto di un aspetto fondamentale cioè le
differenze genetiche tra gli animali del gruppo; di conseguenza la risposta
produttiva individuale degli animali sarà necessariamente variabile.
Una razione unica per tutti gli animali del gruppo non potrà soddisfare
allo stesso modo i diversi fabbisogni di ciascuno di essi
Gli animali più produttivi
saranno sotto- alimentati e troppo magri
(con conseguente calo della produzione di latte)
Gli animali meno produttivi
saranno sovra-alimentati e troppo grassi
(con conseguente calo della produzione di latte)
RISULTATO
E’ impossibile alimentare correttamente tutte le pecore in gruppo unico
SOLUZIONI
Il gregge dovrebbe essere suddiviso in gruppi di pecore con
produzione simile.
Ciascun gruppo dovrebbe avere una razione alimentare
diversa e personalizzata
LA VALUTAZIONE DELLO STATO DI FORMA DELL’ANIMALE
Ottimizzare la razione giornaliera delle pecore significa considerare le differenze
tra gli animali per età, stato di forma, fase fisiologica, stato sanitario ecc. Altro
elemento di variabilità è che gli animali pascolano e quindi non è semplice
determinare il consumo diretto di erba. Quanto detto rende complessa la
formulazione di una razione unica per tutto il gregge; questo aspetto, nella
gestione dell’allevamento ovino, crea una certa difficoltà nello stabilire quanto
e quale sia la migliore combinazione degli alimenti da distribuire in mangiatoia
in aggiunta al pascolo. Per questo ci può venire in aiuto la valutazione di alcuni
elementi detti anche “Indicatori Nutrizionali”. Questi sono elementi visibili e
valutabili sugli animali che danno indicazioni utili sul loro “stato di forma” e
orientano la scelta per una corretta razione giornaliera.
Gli indicatori
nutrizionali
- la produzione giornaliera del latte (in termini di quantità e qualità);
- lo stato sanitario degli animali;
- la concentrazione dell’urea nel latte;
- le caratteristiche delle feci;
- lo stato di ingrassamento dell’animale.
Informazioni che possono provenire da questi indicatori
Per quanto riguarda i primi due è facile capire quali indicazioni ci possono dare
nella scelta della razione. Se un gruppo di pecore è in una condizione di bassa
produzione di latte (perché vecchie o con patologie in atto) va separato dal resto
del gregge e alimentato diversamente; è inutile in tali casi continuare a
formulare una razione destinata ad animali più giovani e produttivi.
La concentrazione dell’ urea nel latte
La quantità di urea presente nel latte (uno dei parametri del controllo periodico
cui sono sottoposti normalmente i campioni del latte conferito ai caseifici), è
considerato un buon indicatore della ingestione e dell’utilizzo delle
proteine. L’urea è ottenuta dalla trasformazione nel fegato dell’ammoniaca che
deriva dalla proteina degli alimenti e dalle altre fonti azotate non proteiche.
Livelli normali di urea nel latte variano tra i 30 ed i 50 milligrammi per decilitro
di latte (mg/dl). Quando questi valori vengono superati, sia in eccesso che in
diminuzione, indicano dismetabolie o diminuzione dell’efficienza nel
metabolismo dell’urea. Generalmente i valori dell’urea nel latte cambiano
fisiologicamente nel corso dell’anno; in particolare si va da una valore medio di
25 milligrammi per decilitro (mg/dl) di latte all’inizio della lattazione per poi
crescere gradualmente verso valori di 35-40 mg. nei mesi di maggio – giugno e
quindi calare a fine lattazione.
Effetti della concentrazione dell’urea del latte sulla salute
e sulla risposta produttiva delle pecore
Contenuti di urea
nel latte
Indice
Effetti sull’animale o la produzione di latte
eccessi proteici nella razione
Valori alti
(oltre i 50 mg/dl)
bassa energia fermentescibile
della razione
pH del rumine troppo alto
(composizione della razione
sbilanciata verso il pH)
- Infezioni a livello ruminale (con produzione di
tossine batteriche ed istamina)
- aumento del contenuto in cellule somatiche
del latte a causa dei processi infettivi;
- diminuzione del grasso nel latte;
- peggioramento della lattazione;
- edemi mammari
- diminuzione della fertilità
carenza di proteina nella razione
Valori bassi
(sotto i 30 mg/dl)
eccesso di proteine a bassa
degradazione nel rumine by
pass)
diminuzione dell’attività dei
batteri del rumine verso gli
amidi e la cellulosa
- diminuzione della capacità di ingestione
degli alimenti e della digeribilità degli stessi;
- diminuzione della produzione del latte;
- diminuzione nella produzione di proteine
batteriche nel rumine
- peggioramento della qualità casearia della
caseina
Nelle capre si osservano valori più alti rispetto alle pecore anche se con un
andamento simile nel corso dell’anno.
Nelle capre si passa infatti dai circa 55 milligrammi per decilitro di latte ad
inizio lattazione sino al picco oltre i 60 milligrammi del periodo primaverile,
a circa 35 milligrammi per decilitro di latte nel periodo estivo.
Nelle primipare, normalmente, si osserva un aumento del valore di urea
nel latte di circa 5-10 mg/dl rispetto alle pluripare.
LE CARATTERISTICHE DELLE FECI
Le feci, poiché sono l’elemento finale della digestione, hanno una
composizione che dipende direttamente dagli alimenti e dal regolare
andamento del processo digestivo.
Si riassumono brevemente le relazioni tra caratteristiche delle feci e lo
stato nutrizionale e di salute dell’animale.
Caratteristica
delle feci
di colore scuro
Feci liquide o
semiliquide
(diarroiche)
Causa
Aspetto
eccesso di proteina
uso di erbe giovani, insilati
altamente fermentescibile
di medica e/o erba,
nella razione (NPN +
alimenti addizionati di urea
proteina solubile)
acidosi ruminale
di colore chiaro,
uso di razione troppo
determinata da alimenti
con forte odore e
ricche in NSC e/o povere troppo ricchi di sostanze
frammenti di
in fibra strutturata
minerali o molto sporchi di
granella indigerita
terra
Feci conformate di colore marrone
in blocchi pastosi verdastro
dieta basata sul
razione bilanciata per la pascolamento di erbe
funzionalità dell'apparato giovani indice di razioni
digerente
con contenuti medio bassi
di fibra ruminabile
di colore marrone
razione bilanciata per la
Feci ben formate scuro con umidità
indice di alimentazione
funzionalità dell'apparato
a (a pellet)
corretta
medio-bassa
digerente
(50/60%)
Feci compatte
e molto asciutte
evidente presenza carenza di proteina
di particelle fibrose fermentescibile nel
indigerite
rumine
indice di limitata attività
batterica per uso di razioni
troppo fibrose o molto
lignificate (fieni troppo
maturi, paglie, stoppie)
LO STATO D’INGRASSAMENTO DELL’ANIMALE
Il metodo di stima si basa sul controllo della quantità di grasso sottocutaneo
presente all’altezza delle vertebre lombari della regione della groppa/coda.
Tale sistema conosciuto come BCS (Body Condition Score) attribuisce un
punteggio in una scala di valori che varia tra da 0 e 5 al crescere della
quantità di grasso palpabile e visibile all’osservazione della forma della
groppa dell’animale (da estremamente magro = 0, ad estremamente grasso
= 5). La valutazione dello stato di forma basata sulla sola stima del peso vivo,
da sola , non sarebbe indicativa perché soggetta a variazioni continue per
diversi e intuitivi motivi.
Regione
Groppa Coda
Regione Lombare
Grasso sottocutaneo
Processi
spinosi
Longissimus dorsi
Processi trasversi
Vertebra
Cute
(
sezione vertebre lombari con lo strato di grasso sottocutaneo che le riveste)
SCORE O PUNTEGGIO
0
1
2
3
4
5
Lo studio di un piano alimentare (cosa far mangiare agli animali in funzione
di quanto disponibile nel corso dell’annata agraria) richiede il supporto di
assistenza tecnica specialistica.
Come sono misurabili i fabbisogni degli animali ed il valore nutrizionale
degli alimenti per stabilire quanto di ciascun alimento va somministrato?
La stima delle esigenze nutrizionali degli animali viene riferita ai seguenti
fabbisogni:
- In sostanza secca espressi in :
Kg di ( SS ) al giorno calcolata in % sul peso vivo dell’animale.
- In energia espressi in :
Unità Foraggera Latte (UFL) per Kg di sostanza secca ingerita.
- In proteina espressi in :
% di proteina grezza sulla sostanza secca ingerita.
- In grassi o lipidi espressi in :
% di grassi sulla sostanza secca ingerita.
- In fibra espressi in :
% di NDF (fibra totale nella parete cellulare) sulla sostanza secca ingerita.
- In elementi minerali espressi in:
grammi di elemento al giorno.
- In vitamine :
milligrammi al giorno per il beta carotene e vitamina E ed in Unità
Internazionali (U.I.) al giorno per le vitamine A - D.
NB. Anche l’acqua di bevanda è un componente che non va dimenticato; nel
bilancio idrico una parte dei bisogni di acqua viene soddisfatta con gli
alimenti, mentre la restante deriva dalla abbeverata.
La quantità totale ingerita deve compensare le perdite attraverso feci e
urine (digestione), la termoregolazione (scambi di calore con l’esterno) e la
produzione zootecnica (latte soprattutto).
Ovviamente l’acqua deve essere di buona qualità e soddisfare le esigenze che
si modificano, in funzione dello stadio fisiologico in cui l’animale si trova,
nel corso dell’ anno.
Un breve cenno è anche opportuno in merito alla fisiologia ed i fabbisogni
nutritivi della rimonta: le agnelle rappresentano gli animali che vengono
allevati per assicurare la continuità del gruppo produttivo nel corso degli
anni.
Il passaggio dal sistema monogastrico del lattante a quello poligastrico
dell’adulto si completa verso i 4-5 mesi d’età nei bovini e poco oltre il
primo mese di età negli ovini e caprini.
I fabbisogni nutrizionali delle agnelle devono garantire il loro giusto
accrescimento corporeo.
Durante l’allattamento il latte materno è in grado di apportare componenti
alimentari ad alto valore biologico (proteine e zuccheri altamente digeribili ).
Quando le agnelle iniziano ad utilizzare alimenti solidi l’alimentazione dovrà
permettere il raggiungimento della maturità sessuale dell’animale entro l’8°10° mese di età e ad un peso corporeo pari a circa il 65% - 70% di quello
adulto (cioè dai 28-32 Kg a seconda della taglia dell’animale).
Questo è necessario per favorire l’inizio della carriera produttiva del giovane
animale con il primo parto, all’età di 15-18 mesi .
Quindi la buona alimentazione delle agnelle è fondamentale affinché
intraprendano correttamente la loro migliore carriera produttiva.
Per soddisfare in modo corretto le esigenze nutrizionali è necessario
conoscere le caratteristiche degli alimenti a disposizione degli animali
ed il loro valore nutritivo.
CONCLUSIONII
La conoscenza della fisiologia dell’apparato
digerente dei ruminanti e dei fabbisogni alimentari
degli animali, nel corso della loro vita, sono
elementi fondamentali per ottenere il giusto
benessere con la migliore risposta produttiva e
riproduttiva e, di conseguenza, la
migliore
redditività dell’allevamento.
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