Numero 4 > Novembre 2009
Editoriale
Sondaggio sulla
soddisfazione dei clienti
La soddisfazione della
clientela è al centro delle
nostre preoccupazioni,
giorno dopo giorno. Nel
corso dell’estate abbiamo analizzato in modo
approfondito i dati emersi dal sondaggio sul grado
di soddisfazione dei nostri clienti effettuato a
giugno.
Ne sono scaturite indicazioni molto interessanti e
utili per il nostro sviluppo futuro.
Riteniamo che la percentuale di partecipazione
del 47,2% sia buona e cogliamo l’occasione per
rivolgere un sincero ringraziamento a tutti coloro
che hanno risposto al questionario.
I risultati, nel loro complesso, hanno confermato
la validità del nostro modo di essere e di operare
in generale. Le vostre osservazioni e i vostri
suggerimenti ci toccano da vicino e ci spronano a
introdurre processi ancora più aderenti alle vostre
esigenze.
Tra i servizi complementari auspicati, quelli citati
con maggiore frequenza sono:
- accesso elettronico al proprio portafoglio Extranet
- avviso di sinistro disponibile online
- risk management.
La nostra nuova piattaforma informatica,
implementata nel 2008, ci permetterà nel tempo
di attivare un Extranet attraverso il quale i nostri
clienti potranno accedere a tutta una serie di
informazioni finora ottenibili soltanto internamente.
Grazie a voi, tali obiettivi sono diventati una priorità
assoluta. Ci impegneremo a fondo per realizzarli.
Teniamo a ringraziarvi per la fedeltà che ci
testimoniate e vi invitiamo a rivolgervi a noi per
qualsiasi richiesta o quesito. Siamo a vostra
completa disposizione.
Thomas Koller, COO
Infortuni professionali di
lavoratori temporanei I rischi per il datore di lavoro
Come azienda che ricorre ad assunzioni
interinali è su di voi, in qualità di datore di
lavoro, che ricade la responsabilità della
sicurezza dei lavoratori temporanei. Questo
punto è stato chiaramente sancito
nell’Ordinanza sulla prevenzione degli
infortuni e delle malattie professionali (OPI).
L’articolo 10 OPI, che tratta
specificatamente del lavoro temporaneo,
recita: «Il datore di lavoro, che occupa nella
sua azienda manodopera ottenuta in
prestito da un altro datore di lavoro, ha,
verso di essa, gli stessi obblighi in materia di
sicurezza sul lavoro che ha assunto verso i
propri lavoratori.»
Si deduce quindi che non vi sono differenze
tra il personale proprio e quello interinale.
Questa parificazione è sottolineata anche
dall’articolo 6 della stessa Ordinanza che
precisa il tipo di informazione e di istruzione
da impartire ai lavoratori sui rischi a quali
sono esposti.
«1 Il datore di lavoro provvede affinché tutti i
lavoratori occupati nella sua azienda,
compresi quelli provenienti da un’altra
azienda, siano informati sui pericoli a cui
sono esposti nell’esercizio della loro attività
e siano istruiti riguardo ai provvedimenti per
prevenirli. Tale informazione e tale istruzione
devono essere fornite al momento
dell’entrata in servizio e ogniqualvolta
subentri una modifica essenziale delle
condizioni di lavoro; se necessario, esse
devono essere ripetute.»
«3 Il datore di lavoro provvede affinché i
lavoratori osservino i provvedimenti relativi
alla sicurezza sul lavoro.»
È importante sottolineare che la
denominazione di datore di lavoro non si
applica, in questo contesto, all’azienda che
presta lavoratori temporanei, bensì a quella
che li impiega.
Di conseguenza il personale interinale deve
essere considerato come personale proprio.
Ciò vale anche nel caso in cui la SUVA o un
assicuratore LAINF eserciti un diritto di
regresso in seguito a un infortunio
professionale, contrariamente all’esclusione
di responsabilità prevista dalla maggior parte
delle condizioni generali di assicurazione in
materia di responsabilità civile d’impresa e
professionale.
In effetti, sulla base di una sentenza emessa
recentemente dal Tribunale federale (maggio
2008), tutte le azioni di regresso sono
trattate conformemente all’articolo 75 della
Legge federale sulla parte generale del
diritto delle assicurazioni sociali (LPGA), ex
articolo 44 LAINF (Privilegio in materia di
responsabilità), che recita:
«1 L’assicuratore può esercitare un diritto di
regresso contro il coniuge dell’assicurato, i
parenti dell’assicurato in linea ascendente o
discendente o le persone che vivono in
comunione domestica con l’assicurato
unicamente se hanno provocato l’evento
assicurato intenzionalmente o per
negligenza grave.
La stessa limitazione vale per il diritto di
regresso relativo a un infortunio
professionale contro il datore di lavoro
dell’assicurato nonché contro i suoi familiari
e salariati.»
2
Tali limitazioni non si applicano alle eventuali
pretese dirette che potrebbero essere
avanzate da un lavoratore vittima di un
infortunio professionale.
Anche se le condizioni generali
d’assicurazione della maggior parte delle
compagnie non sono ancora state adattate,
è in ogni caso applicabile il diritto; in caso di
dubbi non esitate a contattarci.
Marco Girolami
Responsabile Succursale di Neuchâtel
Tel. 032 722 14 74, [email protected]
Credito & Co:
Attenzione, navigazione in acque burrascose!
Alcuni mesi dopo il lancio della sua unità
«credito», una prima in Svizzera per
un broker generalista, IBC fa un primo
bilancio su tale novità.
Intervistato da un corrispondente
esterno, il responsabile della cellula
Stéphane Chavy si è prestato al gioco
domanda-risposta e ha espresso le sue
prime impressioni sull’andamento della
nuova unità e sulle aspettative in lei
riposte.
Scelta di frammenti:
Corrispondente esterno (CE): Stéphane Chavy, come giudica il
bilancio dell’iniziativa per l’anno 2009?
Stéphane Chavy (SC): Le mie impressioni in occasione del lancio
del progetto e quelle del nostro CEO Kurt Wicki sono state
ampiamente confermate. Sul mercato svizzero vi era una forte
penuria di attori capaci di orientare i clienti nella loro scelta. I risultati
hanno pertanto superato le nostre aspettative.
CE: Come vive lo statuto molto particolare di specialista in un
mondo assicurativo pieno di generalisti?
SC: Lei fa un’osservazione che ho già sentito varie volte, ma che
però non è del tutto giustificata. L’assicurazione sul credito è solo
una parte delle nostre mansioni. In verità noi siamo dei generalisti
della posizione «clienti» e operiamo in ambiti molti diversi tra loro
come ad esempio i rischi politici, il factoring, i rischi di mercato …
CE: Ha detto «noi»? Quindi non è più l’unico a offrire tali specialità
in seno a IBC?
SC: Infatti, ormai siamo in tre: una persona è incaricata dello
sviluppo del concetto nella Svizzera tedesca e una persona ci
sostiene in sede.
CE: Come si comportano gli assicuratori e le altre società di
factoring nel contesto di crisi che ormai si fa sentire da vari mesi?
SC: La recrudescenza del numero di fallimenti, il marasma
economico mondiale, l’eccessiva cautela degli istituti bancari
oppure anche la crescente instabilità politica in certi paesi
ostacolano in uguale misura l’assunzione di nuovi rischi. Il 2010 si
preannuncia comunque migliore.
CE: La sua visione della professione che pratica è cambiata nel
corso dell’anno?
SC: Sì, l’assenza di intermediari spinge talvolta alcuni assicuratori
a imporre le loro regole a delle imprese che spesso si sentono
impreparate quando si vedono confrontate a degli «specialisti»,
una tendenza che prende maggiormente piede nei tempi di crisi.
Il compito principale di un intermediario è tutelare gli interessi del
suo cliente. Tale obiettivo è raggiungibile in modo efficace solo se
conosce perfettamente l’assicuratore e i suoi prodotti quanto egli
stesso e se è in grado di fungere da controparte diventando il primo
cliente dell’assicuratore.
CE: Vale a dire?
SC: Vale a dire che in caso di problemi e se vi è da risolvere una
controversia, il nostro ruolo è anche quello di proteggere gli altri
clienti che seguiamo presso lo stesso assicuratore e, se necessario,
di informarli delle difficoltà incontrate.
CE: Per concludere, desidera raccontarci un’esperienza che le è
rimasta particolarmente impressa?
SC: Me ne viene in mente una: un’impresa che era stata assistita
direttamente dall’assicuratore. Apparentemente, il ruolo preventivo
della copertura assicurativa non è stato messo sufficientemente
in risalto poiché la decisione si è basata sostanzialmente su un
ratio prime / sinistro senza tenere conto della sua esperienza del
passato: la società in questione ne ha dedotto che l’assicurazione
non era «economicamente» redditizia. Quattro mesi dopo, uno dei
suoi più grandi acquirenti, con cui essa tuttavia trattava da anni,
è fallito a sorpresa di tutti quanti, mettendo in grave pericolo la
società.
CE: Grazie mille e buona continuazione.
SC: Grazie a lei.
Stéphane Chavy
Responsabile Trade Credit, Factoring & Political Risks
Tel. 021 614 30 76, [email protected]
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