Numero 1 > Febbraio 2010 Auguri del CEO Migliori auguri di prosperità per il 2010 ! L’anno appena conclusosi è stato ricco di eventi e ci auguriamo sinceramente che sia stato di successo per voi. Ansiosi di vedere cosa ci porterà il 2010, siamo pronti sin d’ora a raccogliere le nuove sfide con voi e per voi. La nostra vocazione è rappresentare i vostri interessi nei confronti delle compagnie d’assicurazione. Siamo convinti che i nostri consigli di alto livello saranno richiesti in misura sempre maggiore in considerazione della crescente complessità delle assicurazioni. Con l’uscita regolare di IBC News desideriamo, sia tenervi al corrente delle nostre prestazioni di servizio, sia informarvi in maniera pragmatica su argomenti suscettibili di interesse in ambito di gestione dei rischi e di assicurazioni. La direzione ed i collaboratori di IBC desiderano esprimervi un sincero ringraziamento per la fiducia dimostrata, augurando a voi ed ai vostri cari, felicità, salute e successo per il 2010. Kurt Wicki, CEO Il factoring in Svizzera ha un futuro ? Pur essendo originariamente assicuratore crediti, ho avuto l’immensa fortuna di vivere la corsa al factoring attraverso tre compagnie, ovvero un grande assicuratore, una grande banca e, infine, una grande società di brokeraggio. Sebbene i pareri circa il futuro del factoring siano fortemente contrastanti, per quanto mi riguarda, sono decisamente ottimista e ritengo che questa forma specifica di finanziamento risponda ad una reale domanda sul mercato. Ma torniamo ai fatti fondamentali: che cos’è il factoring in poche parole? Un finanziamento basato sulla cessione di crediti? La protezione contro il rischio di mancato pagamento? Un bilancio presentato in modo più allettante (miglioramento degli indici di liquidità)? Una linea di credito malleabile e adattata alla crescita dell’impresa? Il factoring è un po’tutto ciò ma non solo! Si tratta di un prodotto geniale che tarda, è vero, a trovare una vera legittimità in Svizzera. I motivi? Sono altrettanto complessi e si tratta soprattutto di porsi le domande giuste. Il factoring ha carattere bancario? La preponderanza della quota di finanziamento tende a confermarlo, ma a prescindere da questa semplice sinergia non ne sono del tutto convinto. Per definizione, a un banchiere non piace assumere rischi e farà prestiti solo se è (quasi) sicuro di poter recuperare il suo investimento in caso di inadempimento del cliente. Per dirla in modo esagerato, lo preoccuperà maggiormente il deprezzamento dei vostri attivi che non il buon andamento delle transazioni commerciali. Il «Factor» ragiona in modo diverso, ovvero deve applicarsi a fondo per capire bene l’impresa e il suo funzionamento. In caso di inadempienza, per esempio, potrebbe ritrovarsi da solo di fronte all’acquirente. Cosa succederebbe se nel frattempo il suo cliente andasse in fallimento? Non è certo difficile immaginarsi lo stato di preoccupazione di un Factor che cerca di far riconoscere i propri diritti in un paese che non è il suo. Il cliente stesso costituisce, a modo suo, un rischio per il Factor; oggi sono, infatti, numerose le possibilità per truffare un Factor e ogni volta che ciò accade (e succede molto più spesso che in passato), il modello è rimesso fortemente in discussione, producendo a volte, effetti collaterali molto dannosi per gli altri clienti. Eppure basta osservare i nostri vicini tedeschi e francesi per convincersi che si tratta di modello destinato a un grande futuro, sebbene forse non a qualsiasi costo. Il Factor deve approfondire sistematicamente le proprie conoscenze dell’impresa. Oggi ciò si traduce in un inasprimento dei criteri di selezione, mentre la decisione ultima è presa a conclusione di una verifica esauriente: è questo il punto nevralgico. Se da una parte tali verifiche consentono di accedere a questo tipo di finanziamento, dall’altra mettono pure in evidenza determinate carenze dell’impresa. L’esame finale non è un compito facile e, prima di impegnarsi, conviene verificare insieme se sussistono già i necessari prerequisiti. Al di là delle considerazioni a livello di tariffe, poniamo l’accento sull’aspetto di partenariato tra il cliente e il suo Factor. Nel 2009, troppe imprese sono state «mollate» improvvisamente dal loro Factor a nome della strategia... Va dunque ricordato che anche se il Factoring non costituisce l’attività principale della società che offre questo tipo di prestazione, nessuno è al riparo dai colpi della sorte. Indirizzarvi verso un buon partner finanziario e farvi beneficiare della nostra competenza per quanto riguarda la parte assicurativa legata al contratto di factoring, questo è quanto IBC è in grado di proporre ai suoi clienti, attuali e futuri. Stéphane Chavy Responsabile Trade Credit, Factoring & Political Risks Tel. 021 614 30 76, [email protected] Intervista a Sig. Patrick Maret, membro della Direzione del Gruppo FMV a Sion. Il Gruppo FMV (www.fmv.ch) è un cliente di vecchia data di IBC, che ne assicura la gestione del portafoglio d’assicurazioni del patrimonio. Patrick Maret Membro della Direzione e responsabile Finanze e HR A distanza di un anno dall’implementazione di un sistema di gestione dei rischi all’interno del Gruppo, abbiamo voluto raccogliere le prime esperienze e testimonianze in occasione di un’intervista a Sig. Patrick Maret, membro della Direzione e responsabile Finanze e HR. IBC: Signor Maret, quali sono i rischi che FMV si trova ad affrontare? Sig. Maret: Il nostro Gruppo opera nell’ambito della produzione, del trasporto e della commercializzazione di energia elettrica. Oltre ai rischi strategici, i rischi con cui dobbiamo confrontarci si articolano in tre tipi: in primo luogo quelli legali alla gestione di un portafoglio energetico, implicanti un monitoraggio costante (produzione/vendita/acquisto), secondariamente i rischi tecnici legati agli impianti di produzione e di trasporto dell’elettricità e, infine, i rischi operativi inerenti le altre funzioni dell’azienda (finanze, personale, informatica, immobili ecc.). La gestione dei rischi ha sempre fatto parte della nostra cultura aziendale. Detti rischi sono cambiati, ovvero sono andati accentuandosi con l’apertura del mercato dell’elettricità. Questa situazione ha comportato la formalizzazione e implementazione di un processo di gestione dei rischi applicato all’intera organizzazione. IBC: Quali sono i mezzi adottati e l’organizzazione realizzata per dei rischi talmente vari? Sig. Maret: L’organizzazione è stata adattata di conseguenza: è stato istituito un «Comitato Rischi», costituito da alcuni membri del Consiglio d’amministrazione. Le sue attività principali comprendono la proposta di una politica di gestione dei rischi portata all’attenzione del Consiglio d’amministrazione e il monitoraggio dell’osservanza dei limiti di rischio fissati da quest’ultimo. A livello operativo, un «referente Rischi» per ciascun dipartimento assicura il legame con il responsabile globale dei rischi. Il flusso di informazioni è reso possibile grazie all’implementazione degli strumenti di reporting. Va rilevato che questa organizzazione di gestione dei rischi è stata realizzata senza personale aggiuntivo. IBC: Quanti rischi gestite? Sig. Maret: L’inventario iniziale, elaborato in base a un approccio «bottom-up» con il coinvolgimento dei responsabili operativi dei vari settori, ha consentito di individuare un centinaio di rischi, cifra leggermente cresciuta da quando abbiamo effettuato la nostra prima valutazione nel 2008. Il numero dei rischi gestiti ha solo una rilevanza relativa, dato che il processo implementato permette di adattarne il monitoraggio in funzione della rispettiva importanza (probabilità/gravità). IBC: Da poco più di un anno avete acquistato il programma di gestione dei rischi IBC-ERM. Quali vantaggi ne avete tratto? Sig. Maret: L’inventario iniziale dei rischi era stato effettuato con strumenti di automatizzazione standard. Abbiamo cercato da subito uno strumento semplice e pratico che consentisse il monitoraggio dei rischi individuati e che potesse adattarsi al processo di gestione implementato. Il programma IBCERM ci ha convinti per la sua flessibilità e facilità d’utilizzo. Abbiamo potuto parametrare, secondo le nostre esigenze, la classificazione dei rischi, i criteri di valutazione, le poste, le zone di rischio ecc. Ovvero, non siamo stati costretti ad adattare il nostro processo alle specificità del programma. Apprezziamo altresì le funzionalità di base del programma, tra cui la documentazione del tracciato record e il reporting standard. Altro criterio non trascurabile, il prezzo dell’applicazione, del tutto abbordabile. In conclusione, siamo soddisfatti della nostra scelta come pure del servizio e dei consigli di IBC in materia. IBC: Signor Maret, grazie per il tempo dedicatoci! Eric Fivaz Responsabile Risk Management Tel. 021 614 30 12, [email protected] − IBC Insurance Broking & Consulting SA − Av. de Rhodanie 60, 1007 Lausanne, Tel. 021 614 30 70 IBC Bâle − Hochbergerstrasse 15, 4002 Bâle, Tel. 061 639 17 66 IBC Fribourg − Rte de Chantemerle 58, 1763 Granges-Paccot, Tel. 026 466 55 05 IBC Genève – Boulevard Helvétique 31, 1211 Genève 3, Tel. 022 707 83 40 IBC Lugano – Corso Elvezia 27, 6901 Lugano, Tel. 091 911 55 55 IBC Neuchâtel – Rue du Musée 9, 2001 Neuchâtel, Tel. 032 722 14 70 IBC Sion – Av. de la Gare 25, 1951 Sion, Tel. 027 327 50 80 IBC Zürich – Limmatquai 94, 8001 Zürich, Tel. 044 735 31 31