Project JUST/2013/JCIV/AG/4628
JUDICIAL INTERCULTURAL COMMUNICATION IN FAMILY MEDIATION
L’ impatto dei procedimenti giudiziari
Sulle famiglie in generale ed in particolare sui minori
Sabrina Avakian
UN – emergency Officer e Rap. Gemme Italia
Ottobre 20 - 23, 2014
Roma, Italia
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L’ impatto dei procedimenti giudiziari
Sulle famiglie in generale ed in particolare sui minori
Victor Hugo:
“Se volete magnificarmi la vostra civiltà…
Non mostratemi le vostre cattedrali, i vostri
palazzi, i vostri musei bensì…
Le vostre prigioni!”
O la vostra Giustizia familiare??
Ditemi come vi separate e vi dirò chi siete!
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L’ impatto dei procedimenti giudiziari
Sulle famiglie in generale ed in particolare sui minori
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Nel 2011 le separazioni sono state 88.797 e i divorzi 53.806,
sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente (+0,7% per le separazioni e -0,7% per i
divorzi).
I tassi di separazione e di divorzio totale sono in continua crescita. Nel
1995 per ogni 1.000 matrimoni si contavano 158 separazioni e 80 divorzi, nel 2011 si
arriva a 311 separazioni e 182 divorzi.
La durata media del matrimonio al momento dell’iscrizione a ruolo del
procedimento risulta pari a 15 anni per le separazioni e a 18 anni per i divorzi.
L’età media alla separazione è di circa 46 anni per i mariti e di 43 per le
mogli; in caso di divorzio raggiunge, rispettivamente, 47 e 44 anni. Questi valori sono
aumentati negli anni per effetto della posticipazione delle nozze in età più mature e per la
crescita delle separazioni con almeno uno sposo
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ultrasessantenne.
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La tipologia di procedimento scelta in prevalenza dai coniugi è quella
consensuale: nel 2011 si sono concluse in questo modo l’84,8% delle separazioni e il
69,4% dei divorzi.
La quota di separazioni giudiziali (15,2% il dato medio nazionale) è
più alta nel Mezzogiorno (19,9%) e nel caso in cui entrambi i coniugi abbiano un basso
livello di istruzione (21,5%).
Il 72% delle separazioni e il 62,7% dei divorzi hanno riguardato
coppie con figli avuti dura durante il matrimonio. Il 90,3% delle separazioni di coppie con
figli ha previsto l’affido condiviso, modalità ampiamente prevalente dopo l’introduzione
della Legge 54/2006.
Fonte: istat 27 MAGGIO 2013
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Secondo l’Instituto di Politica Familiare (IPF), nell’Unione
Europea ci sono ogni anno quasi cinque milioni di divorzi. Considerando questa
cifra, ogni 33 secondi si rompe un matrimonio nella UE.
Negli ultimi 25 anni si é registrato un aumento dei divorzi del
50%. Non bisogna stupirsi che ogni volta meno europei hanno paura di fare il
primo passo e sposarsi con il loro compagno. E se lo fanno, lo fanno molto tardi
rispetto al passato: secondo alcuni studi l’etá del matrimonio per la donna si é
spostata a 28 anni, mentre quella dell’uomino a 30. -
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L’ impatto dei procedimenti giudiziari
Sulle famiglie in generale ed in particolare sui minori
Tutti cercano di capire il perché
„ di un indice cosí alto di
divorzi in Europa.
La crisi, la globalizzazione, il cambio climatico, il cambio
della societá…?
Vari esperti lo attribuiscono ai nostri antenati. L’ereditá
genetica dell’Homo Sapiens e che non era preparato per
relazioni lunghe, per tutta la vita. Erano soliti rimanere
con la compagna per quattro anni, perché lo
consideravano necessario per crescere i loro figli.
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Lo dicono i dati statistici relativi all’anno 2013 in Italia con la ProMed ONLUS:
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Le parti convocate nel corso dell’anno 2013 hanno aderito alla procedura nel
32,4% dei casi, rispetto al 27% registrato nell’anno precedente. La mediazione
volontaria comporta quindi un miglioramento del tasso di adesione alla
procedura.
Le parti hanno raggiunto un accordo nel 42,4% dei casi, rispetto al 43,9%
dell’anno 2012.Hanno perciò conciliato il 13,73% dei conflitti portati in
mediazione. Meglio dell’11,8% registrato l’anno precedente, con la mediazione
obbligatoria. Da non sottovalutare poi il 10,3% di soggetti che hanno rinunciato
alla procedura prima di concluderla… qualcuno pensa per sfruttare i
suggerimenti del mediatore e conciliare privatamente, evitando così di sostenere
le spese di mediazione. La percentuale di successo salirebbe perciò al 18,10%.
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„ la mediazione” è quel procedimento
strutturato, indipendentemente dalla terminologia
dove due o più parti di una controversia cercano
volontariamente di raggiungere un accordo per la
soluzione della loro controversia con l’assistenza di
un mediatore. Questo processo può essere avviato
dalle parti, suggerito od ordinato da un organo
giurisdizionale o prescritto dal diritto di uno Stato
membro.
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Nelle crisi di coppia scatta un meccanismo psicologico tale per cui ogni
partner accusa l'altro di essere il principale responsabile del fallimento
matrimoniale, o addirittura estende la responsabilità ai figli, colpevoli di aver
danneggiato l'equilibrio preesistente della coppia stessa.
l conflitto coniugale è, infatti, differente rispetto agli altri contenziosi,
poichéle parti arrivano a formulare istanze o a cercare la separazione, o il
divorzio, non soltanto per tutelare i propri diritti, ma anche per trovare un
terzo neutrale che sancisca le ragioni dell'uno e i torti dell'altro, con
l'obiettivo principale di dimostrare la colpa del fallimento matrimoniale
attribuendola al partner e con la conseguenza che tutte le insoddisfazioni, i
sentimenti di rabbia, rancore o delusione maturatipersistono anche
successivamente, rendendo tesi o addirittura impossibili i rapporti necessari
tra i coniugi riguardo all'affido e al mantenimento dei figli.
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Proprio per evitare che i conflitti tra i partner diventino
una guerra infinita che andrebbe a danno soprattutto
della prole, il nostro ordinamento ha introdotto lo
strumento della mediazione familiare.
L'art. 337-octies c.c. (inserito dal D. Lgs. n. 154/2013 in
sostituzione dell'art. 155-sexies) affida al giudice il
compito, qualora ne ravvisi l'opportunità, di "consentire
che i coniugi, avvalendosi di esperti, tentino una
mediazione per raggiungere un accordo, con particolare
riferimento alla tutela dell'interesse morale e materiale
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dei figli".
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Il recente decreto n. 69/2013 (c.d. "decreto del
fare" convertito in legge n. 98/2013), nel ripristinare il
procedimento di mediazione obbligatoria, quale condizione
per procedere alla domanda giudiziale, per determinati
ambiti del diritto civile e commerciale, ha tuttavia lasciato
alla volontà delle parti la decisione di ricorrere alla
mediazione, preventiva o durante il processo, nei casi di
conflitti coniugali (salvo che non venga disposta ex
lege per ordine del giudice).
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La mediazione rappresenterebbe, pertanto,
uno strumento finalizzato a trasformare la
negatività del conflitto in positività, e, in ogni
caso, a ridurlo e a renderlo meno traumatico
per tutto il nucleo familiare.
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Viene sostenuta, quindi, da più parti, l'opportunità
di dare maggiore risalto al percorso di mediazione,
piuttosto che agli aspetti legali del conflitto.
Si è riscontrato in molti Paesi europei, tra cui la Norvegia
e la Gran Bretagna, dove la mediazione familiare è
prevista obbligatoriamente e in via preventiva, sia per
la coppia che per i figli,senza l'assistenza di alcun legale,
con l'obiettivo di evitare il ricorso alla giustizia laddove le
questioni possono essere risolte direttamente dagli
interessati e di tutelare soprattutto i soggetti più deboli
della vicenda la risoluzione dei conflitti.
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I Metodi alternativi di risoluzione delle controversie, anche
detti ADR (dall'acronimo inglese di Alternative Dispute Resolution),
sono una serie di tecniche e procedimenti (ad es: Mediazione,
negoziazione, arbitrato) di risoluzione di controversie di tipo legale
attinenti a diritti disponibili, alternative rispetto al giudizio
amministrato dagli organi giurisdizionali pubblici.
Negli ultimi decenni il ricorso alle ADR, soprattutto nell'ambito del
contenzioso in ambito commerciale, ha vissuto un forte incremento,
rispetto al ricorso alla giustizia ordinaria, perché si ritiene
comunemente che abbiano il vantaggio di permettere una veloce ed
efficace risoluzione dei conflitti insorti, con costi inferiori e maggiore
riservatezza.
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I Metodi di risoluzione alternativa delle
controversie sono divisi in due gruppi
fondamentali: gli ADR non aggiudicaviti,
come negoziazione e mediazione e gli ADR
aggiudicativi, come l'arbitrato
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ADR aggiudicativi
Arbitrato
Quick arbitration (arbitrato rapido)
High-Low Arbitration (arbitrato
condizionato)
Baseball-Arbitration (arbitrato per offerta
finale)
Rent-a-Judge (noleggio di un giudice)
Private Judging (giudizio privato)
Med-Arb (mediazione-arbitrato)
Med-then-Arb (conciliazione-poiarbitrato)
Arb-Med
ADR non aggiudicativi
Mediazione
Negoziazione
Dispute Review Board (collegio consultivo
tecnico)
Early Neutral Evaluation (valutazione
preliminare)
Partnering Dialogue (incontro di
partenariato)
Summary Jury Trial (giudizio consultivo)
Mini-trial (mini-processo)
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Il successo della mediazione familiare:
La mediazione familiare lavora sul presente e in prospettiva
futura. Il passato, le cause dell’insuccesso della coppia, non
rientrano in queste competenze, e risultano di competenza della
terapia.
La coppia separata/divorziata, mantiene tutte le responsabilità
rispetto al “ruolo genitoriale” e questa co-genitorialità, è un diritto
per i figli e un dovere per i genitori. I figli devono poter sentire che
possono contare sull’amore dei propri genitori,anche se separati, e
ciò è reso più facile se gli adulti hanno tra di loro un rapporto di
rispetto e di comunicazione.
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ll passato vive costantemente nel presente della persona che si sente
vittima di una ingiustizia ed impotente. Dolore e rabbia pervadono la
mente, le azioni e il corpo della vittima, immagini e flashback
dell’evento traumatico appaiono improvvisamente portando con sè
sensazioni di orrore, angoscia, paura e panico.
In particolare la persona vive una vera e propria prigione psicologica:
è intrappolata nel passato dall’evento traumatico stesso e ciò che
desidera è capire come superare il trauma psicologico che sta
vivendo. In termini diagnostici parliamo di disturbo post-traumatico
da stress.
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I sintomi del
disturbo post-traumatico da stress:
Flashback: la persona rivive spesso l’evento traumatico (le
sensazioni, le emozioni,i suoni, i pensieri) attraverso immagini e
pensieri intrusivi inerenti l’evento stesso.
Incubi inerenti il trauma
Sentire o agire come se l’evento traumatico si stesse ripresentando.
Evitamento: la persona si sforza volontariamente di non pensare
all’evento traumatico evitando pensieri, sensazioni o conversazioni
associate con il trauma e attività o luoghi che evocano ricordi
associati all’evento traumatico.
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Aumento arousal: insonnia, irritabilità, ansia, aggressività, ipervigilanza, scatti di
collera.
disagio psicologico intenso all’esposizione in situazioni che ricordano o
simboleggiano fatti inerenti il trauma.
Ottundimento: uno stato di coscienza
in cui la persona si sente confusa,
stordita descritta da alcuni come una
anestesia emozionale.
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La sindrome da alienazione genitoriale (o PAS,
dall’acronimo di Parental Alienation Syndrome) è una
ipotetica e controversa dinamica psicologica disfunzionale
che, secondo le teorie dello psichiatra statunitense Richard
Gardner, si attiverebbe sui figli minori coinvolti in contesti
di separazione e divorzio conflittuale dei genitori, non
adeguatamente mediate.
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il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM) non
riconosce la PAS come sindrome o malattia: nella più recente
edizione del Manuale, la quarta, la PAS non è nemmeno menzionata
e neppure ne è prevista l'ammissione nella quinta edizione (DSM-5 o
DSM-V), la cui uscita è prevista per il 2013, in ragione della sua
evidente ascientificità a causa della mancanza di dati a sostegno,
segnalata già nel 1996 dall’APA
La Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e
dell'Adolescenza (SINPIA), nelle sue Linee guida in tema di abuso sui
minori, pubblicate nel 2007, ha incluso la PAS tra le possibili forme di
abuso psicologico
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Decisione
Interna
comune
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