23 dicembre 2004
I prelievi di acqua ad uso potabile
nel Sistema di Indagini sulle Acque
Anno 1999
L’Istat diffonde i risultati dell’Indagine sugli acquedotti condotta
nell’ambito della rilevazione “Sistema delle Indagini sulle Acque - Anno
1999” (SIA 99). In particolare si presentano le statistiche relative ai
volumi di acqua prelevata (prodotte per la prima volta in Italia a livello
censuario), e ad alcune caratteristiche degli acquedotti pubblici.
L’insieme
completo
dei
dati
è
disponibile
all’indirizzo
http://acqua.istat.it nella sezione “Consultazione dati - prelievo e
trasporto dell’acqua potabile”.
Acqua prelevata
In Italia la quantità di acqua prelevata complessivamente dai corpi idrici
per l’uso potabile è nel 1999 pari a 9.137.651 migliaia di metri cubi. Tale
valore rappresenta il volume di acqua che alimenta gli acquedotti
pubblici e in diversi casi direttamente le reti di distribuzione dell’acqua
potabile dei comuni. Sono esclusi dall’indagine i prelievi idropotabili
utilizzati per l’autoapprovvigionamento.
Ufficio della comunicazione
Tel. +39 06 4673.2243-44
Centro di informazione statistica
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Informazioni e chiarimenti
Direzione centrale Censimenti
sulla Popolazione, Ambiente e
Territorio – Progetto metodologie
e statistiche ambientali
Via Ravà, 150 – 00142
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Tel. +39 06 5943003
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Tel. +39 06 5952.4313
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Tel. +39 06 5952.4348-5
Le acque sotterranee prelevate da pozzi e sorgenti sono pari a 7.898.627
migliaia di metri cubi (l’86,4% del totale di acqua prelevata). Il prelievo
da fonti superficiali (corso d’acqua superficiale, lago naturale, bacino
artificiale) è di 1.211.799 migliaia di metri cubi (il 13,3%), mentre le
derivazioni da acque marine o salmastre superficiali sono pari a 27.225
migliaia di metri cubi (il restante 0,3%).
Le acque sotterranee sono in genere di migliore qualità rispetto alle
acque superficiali e costituiscono la fonte di acqua potabile più
economica. Le acque superficiali, presentando parametri di qualità
incompatibili con il consumo potabile, necessitano di un idoneo
trattamento di potabilizzazione con costi elevati. Nel caso delle acque
marine il processo di desalinizzazione può comportare procedure
complesse e costose.
Come si osserva nel grafico riportato in Figura 1, i prelievi da pozzi
sono prevalenti, rispetto alle altri fonti di approvvigionamento,
raggiungendo il valore di 4.436.725 migliaia di metri cubi (il 48,6% del
volume complessivamente prelevato). I prelievi da sorgenti sono pari a
3.461.902 migliaia di metri cubi (il 37,9% del totale), mentre per quanto
riguarda i prelievi da acque superficiali, maggiori sono quelli dai bacini
artificiali (8,1%); seguono quelli dai corsi d’acqua superficiali (4,8%) e
dai laghi naturali (0,4%).
Figura 1 - Acqua prelevata in Italia per uso potabile per tipologia di fonte (valori percentuali) – Anno 1999
Lago naturale
0,4%
Corso d'acqua
superficiale
4,8%
Bacino
artificiale
8,1%
Acque marine
o salmastre di
superficie
0,3%
Sorgente
37,9%
Pozzo
48,6%
Per analizzare la distribuzione territoriale del fenomeno è utile osservare il cartogramma in Figura 2,
dove sono rappresentati i volumi di acqua complessivi prelevati in ogni comune. La distribuzione dei
prelievi dipende dalla localizzazione delle risorse disponibili, dalle caratteristiche insediative della
popolazione, ovvero dall’offerta e dalla domanda, e conseguentemente, dalle strategie di gestione delle
risorse.
Figura 2 - Acqua prelevata in Italia per uso potabile (migliaia di metri cubi) – Anno 1999
L’esame dei volumi di acqua prelevati dalle diverse fonti per ripartizione territoriale (Figura 3)
evidenzia che i prelievi da pozzi rappresentano la quota predominante nell’Italia Nord-ovest, Nord-est e
per le Isole, mentre quelli da sorgenti sono prevalenti nell’Italia centrale e nel Sud.
Figura 3 - Acqua prelevata in Italia per tipologia di fonte e per ripartizione geografica (migliaia di metri cubi) –
Anno 1999
2.000.000
1.800.000
1.600.000
Sorgente
1.400.000
Pozzo
1.200.000
Corso d'acqua superficiale
1.000.000
Lago naturale
800.000
Bacino artificiale
600.000
Acque marine o salmastre di superficie
400.000
200.000
0
Nord-ovest
Nord-est
Centro
Sud
Isole
Nella Tavola 1 i dati di acqua prelevata sono riportati per bacino idrografico1. I bacini idrografici
rappresentano, rispetto alle unità amministrative, un riferimento territoriale più consono ai fini
dell’analisi delle risorse idriche.
Dai dati rilevati si riscontra una elevata variabilità dei volumi di acqua prelevata, fortemente dipendente
dall’ampiezza dei singoli bacini idrografici sia in termini di popolazione che di superficie territoriale. In
particolare si rileva la forte incidenza del bacino del Po con un totale di 2.495.863 migliaia di metri cubi,
corrispondente al 27,3% del totale prelevato in Italia. In tale bacino, inoltre, sono prelevati da pozzi
1.849.577 migliaia di metri cubi che rappresentano il 41,7% dei prelievi da pozzo rilevati su tutto il
territorio nazionale.
Per quanto riguarda i prelievi dalle altre fonti, si segnala il bacino del Tevere per la quota più elevata di
prelievi da sorgenti con 656.849 migliaia di metri cubi (19,0%) e i bacini dell’Italia meridionale e
insulare per quelli da invasi artificiali (in particolare la Sardegna deriva da bacini artificiali 168.435
migliaia di metri cubi corrispondente al 22,8% del totale nazionale).
1
All’indirizzo http://acqua.istat.it i dati sono disponibili ai livelli territoriali amministrativi (ripartizione
geografica, regione, provincia) e per Ambiti territoriali ottimali.
Tavola 1 - Prelievi di acqua per fonte di approvvigionamento e bacino idrografico (migliaia di m3) – Anno 1999
BACINI
IDROGRAFICI (a)
Acque sotterranee
Sorgente
Pozzo
Acque superficiali
Totale
Corso
d'acqua
Lago
naturale
Bacino
artificiale
Totale
Acque
marine o
salmastre
Totale
Nazionali
Po
Adige
Piave
Tagliamento
Livenza
Isonzo
BrentaBacchiglione
Arno
Tevere
Liri-Garigliano
Volturno
459.106
138.083
77.960
14.227
1.849.577
130.542
16.450
3.216
2.308.683
268.625
94.410
17.443
116.517
8.733
1.833
2.388
30.931
74
74
-
39.732
-
187.180
8.807
1.907
2.388
-
2.495.863
277.432
96.317
19.831
21.442
8.653
49.416
13.705
70.858
22.358
2.879
-
-
-
2.879
-
-
73.737
22.358
51.101
20.292
656.849
195.365
283.844
148.543
93.791
107.555
69.215
134.246
199.644
114.083
764.404
264.580
418.090
16.732
106.783
169
-
1
351
857
-
102
5.747
223
-
16.835
112.882
1.248
-
-
216.479
226.965
765.653
264.580
418.090
Interregionali
Lemene
Fissero-TartaroCanal Bianco
Magra
Reno
Conca-Marecchia
Fiora
Tronto
Sangro
Trigno
Saccione
Fortore
Ofanto
Sele
Bradano
Noce
Sinni
Lao
-
20.493
20.493
-
-
-
-
-
20.493
270
9.096
4.935
4.318
2.065
23.210
8.180
10.852
700
2.967
188.211
5
10.266
14.149
7.915
31.114
23.113
53.165
29.276
3.326
22
34.475
331
8.838
7.314
411
3.979
10
3.657
31.384
32.210
58.100
33.594
5.391
23.232
42.655
11.183
700
11.805
195.525
416
14.245
14.158
11.573
14.375
399
49.578
381
63
31
59
-
2.209
8
94
741
61.417
16.815
1.310
377
122.113
-
14.434
399
51.787
389
157
741
61.417
16.815
1.310
377
122.113
31
-
45.818
32.609
109.887
33.983
5.391
23.232
42.812
11.924
62.117
28.620
196.835
793
14.245
136.271
11.604
25.565
56.024
106
21.635
57
6.670
856
126.443
177
81.470
168.435
24.831
41.868
67.924
145
23.150
8.204
1.011
6.670
856
126.443
32.423
98.197
175.983
295
26.930
-
113.994
181.643
207.219
78.391
185.546
172.380
139.038
250.604
183.763
337.510
121.056
150.078
377.052
674.444
306.832
Regionali
Friuli-Venezia
Giulia
Veneto
Liguria
Emilia-Romagna
Toscana
Marche
Lazio
Abruzzo
Molise
Campania
Puglia
Basilicata
Calabria
Sicilia
Sardegna
27.210
451
46.196
3.601
58.574
100.008
32.431
218.754
177.076
110.724
670
23.604
216.863
170.062
57.450
86.784
156.361
119.154
6.866
126.532
49.222
98.403
30.838
17
225.930
120.386
30
127.766
379.255
73.398
113.994
156.812
165.351
10.467
185.106
149.230
130.834
249.593
177.093
336.654
121.056
23.635
344.629
549.317
130.849
24.830
16.303
11.900
33
1.514
5.563
954
32.246
16.727
7.548
1
6
2.641
-
4.165
-
4.165
-
-
-
-
-
4.165
3.461.901
4.436.726
7.898.627
438.479
34.995
738.325
1.211.799
27.225
9.137.651
Internazionali
Internazionale
Italia
(a) La tipologia e la denominazione dei bacini idrografici sono stabilite dalla Legge 18 maggio 1989, n. 183. Le elaborazioni per bacino idrografico
sono state effettuate sommando i dati dei comuni appartenenti ai singoli bacini. I comuni il cui territorio risulta ripartito su più bacini sono stati
attribuiti al bacino in cui ricade il principale centro abitato secondo il criterio elaborato dal Ministero dei lavori pubblici.
Acquedotti
Nel 1999 gli acquedotti presenti in Italia sono 12.347 e presentano una forte variabilità in termini
gestionali, funzionali e dimensionali. Per descrivere tale disomogeneità sono state considerate cinque
variabili di classificazione: classi di acqua prelevata, diffusione territoriale, fonte prevalente di
approvvigionamento, numero di comuni serviti, forma giuridica dell’ente gestore.
Nella Tavola 2 si riportano i dati relativi agli acquedotti classificati per diffusione territoriale e classe di
acqua prelevata, gli altri dati sono consultabili all’indirizzo http://acqua.istat.it2.
Tavola 2 - Acquedotti per diffusione territoriale e classe di acqua prelevata (migliaia di metri cubi) – Anno 1999
CLASSI DI
InterInterACQUA
Comunale
comunale provinciale
PRELEVATA
1 – 100
6.532
531
41
101 – 500
2.297
477
34
501 – 2.000
802
347
30
2.001 – 5.000
147
141
24
5.001 – 10.000
39
73
26
10.001 – 20.000
9
34
15
20.001 – 100.000
8
20
15
>100.000
0
3
1
Totale (a)
9.834
1.626
186
(a) Il totale è al netto degli acquedotti non classificabili.
Interregionale
Interripartizionale
Internazionale
Totale
15
14
9
1
5
2
1
2
49
12
4
7
2
2
0
2
1
30
1
0
0
0
0
1
1
0
3
7.132
2.826
1.195
315
145
61
47
7
11.728
L’Italia è caratterizzata dalla presenza di un numero predominante di piccoli acquedotti, ovvero
acquedotti che prelevano e riforniscono un solo comune e con prelievi inferiori a 100.000 metri cubi di
acqua per anno. Osservando la tavola si nota che 9.834 acquedotti hanno una diffusione comunale,
1.626 sono intercomunali, 186 interprovinciali. Una piccola percentuale ha una diffusione
interregionale, interripartizionale e internazionale (questi ultimi coinvolgono comuni del territorio estero
di S. Marino e della Francia).
La distribuzione per classi di acqua prelevata risulta molto concentrata. I primi sette acquedotti
(Acquedotto pugliese, Acquedotto del Peschiera, Acquedotto campano, Acquedotto del comune di
Milano, Acquedotto del comune di Torino, Acquedotto Campania occidentale, Acqua Marcia)
prelevano il 22,3% del totale di acqua prelevata a scopo potabile in Italia, mentre 11.153 acquedotti
appartengono alle prime tre classi ovvero prelevano quantità inferiori o uguali a 2 milioni di metri cubi
all’anno.
2
Sul totale di 12.347 acquedotti esistenti in Italia il 5,0 % (pari a 619 acquedotti) non è classificabile per i seguenti
motivi: acquedotti che non prelevano direttamente dalle fonti ma prelevano acqua esclusivamente da altri acquedotti,
acquedotti che non servono direttamente alcun comune ma riforniscono un altro acquedotto, acquedotti che prelevano
quantità di acqua inferiore a 1.000 metri cubi/anno, e quindi quantità non osservabili, acquedotti non in esercizio nel
corso del 1999, acquedotti il cui questionario non è pervenuto e non si è ritenuto necessario ricostruire il dato di acqua
prelevata perché ininfluente rispetto al bilancio comunale.
Note informative
Il Sistema delle Indagini sulle Acque 1999
Il SIA 99 è costituito da sette indagini distinte ma connesse tra loro:
Indagine preliminare sugli enti gestori dei servizi idrici;
Indagine sugli Enti gestori dei servizi idrici;
Indagine sugli Acquedotti;
Indagine sulle Reti di distribuzione dell’acqua potabile;
Indagine sulle Reti fognarie;
Indagine sugli Impianti di depurazione delle acque reflue urbane;
Indagine sull’Approvvigionamento idrico, sui servizi di fognatura e di depurazione.
L’indagine preliminare, svolta presso i Comuni, ha permesso di individuare la lista degli Enti gestori
operanti in Italia. Nel mese di giugno del 2000 a ciascun gestore sono stati inviati i questionari relativi
alle corrispondenti infrastrutture gestite secondo il numero e la tipologia degli impianti ad essi associati.
L’ultimo questionario del SIA 99, inviato ai Comuni, raccoglie informazioni sulla popolazione
raggiunta dai servizi idrici e sul soddisfacimento del fabbisogno idrico.
I bacini idrografici
La suddivisione del territorio italiano in bacini idrografici costituisce una partizione significativa per
l’osservazione del fenomeno idrico. La legge 183/89 “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale
della difesa del suolo” indica il bacino idrografico come unità più adeguata ai fini delle azioni necessarie
per la difesa dei suoli, il risanamento delle acque, l'accessibilità e la gestione delle risorse idriche e la
protezione dell'ambiente. La legge 183 classifica i bacini idrografici in bacini di rilievo nazionale,
interregionale e regionale; individua i bacini di rilievo nazionale ed interregionale e definisce i bacini
regionali come residuo rispetto alle prime due tipologie. Sebbene non considerati nella legge 183/1989,
esistono delle porzioni di territorio nell'arco alpino che appartengono ad un bacino idrografico
internazionale, che è condiviso con altri paesi confinanti.
Glossario
Acquedotto
Si intende il complesso di opere di captazione e adduzione dell’acqua ad uso potabile, con qualsiasi portata,
dalle fonti alla vasca di accumulo (serbatoio, vasca di carico) che alimenta la rete di distribuzione dell’abitato
e degli altri luoghi di consumo.
Bacino idrografico
Territorio dal quale le acque pluviali o di fusione delle nevi e dei ghiacciai, defluendo in superficie, si
raccolgono in un determinato corso d’acqua direttamente o a mezzo di affluenti, nonché il territorio che può
essere allagato dalle acque del medesimo corso d’acqua, ivi compresi i suoi rami terminali con le foci del
mare ed il litorale marittimo prospiciente; qualora un territorio possa essere allagato da più corsi d’acqua,
esso si intende ricadente nel bacino idrografico il cui bacino imbrifero montano ha la superficie maggiore
(legge 18 maggio 1989 n. 183).
I bacini idrografici vengono suddivisi in:
- bacini di rilievo nazionale;
- bacini di rilievo interregionale;
- bacini di rilievo regionale.
Diffusione territoriale dell’acquedotto
La diffusione territoriale dell’acquedotto è definita considerando i comuni in cui avviene il prelievo ed i
comuni di adduzione ovvero i nodi di partenza ed i nodi di arrivo dell’infrastruttura. Le modalità di
classificazione sono le seguenti:
Comunale: il comune di prelievo e di adduzione coincidono;
Intercomunale: i comuni di prelievo e di adduzione appartengono alla stessa provincia;
Interprovinciale: i comuni di prelievo e di adduzione appartengono alla stessa regione ma a provincie
diverse;
<
<
<
<
<
Interregionale: i comuni di prelievo e di adduzione appartengono alla stessa ripartizione geografica ma a
regioni diverse;
Interripartizionale: i comuni di prelievo e di adduzione appartengono a ripartizioni geografiche diverse;
Internazionale: i comuni di prelievo e di adduzione appartengono a nazioni diverse.
Avvertenze
Ripartizioni geografiche
Nord-ovest comprende: Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, Liguria;
Nord-est comprende: Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna;
Centro comprende: Toscana, Umbria, Marche, Lazio.
Sud comprende: Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria;
Isole comprende: Sicilia, Sardegna.
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I prelievi di acqua ad uso potabile nel Sistema di Indagini