O. M. E C.O. - Matera CORSO PER DATORI DI LAVORO DI STUDI MEDICI E ODONTOIATRICI PER LA FUNZIONE DI R.S.P.P. (D.lgs. 81/08) 4 e 18 aprile 2009 Comunicazione, Relazione, Rischi organizzativi Relatore dott. Isidoro GOLLO Psicologo Psicoterapeuta Direttore U.O.C. Psicologia ASM – MT Responsabile U.O. Psicologia Del lavoro SE avete gustato il caffè e…. …allora possiamo iniziare BUON POMERIGGIO Fattori di rischio 1° gruppo: aspetti caratterizzanti gli ambienti di lavoro ma non legati alla particolare attività svolta (agenti naturali, clima luce rumore, Permanenza in ambienti confinati, artificiali) 2° gruppo: fattori di rischio strettamente derivati dall’attività svolta (agenti fisici chimici, biologici) 3° gruppo: fattori di rischio derivanti dall’organizzazione del lavoro svolto sotto l’aspetto del carico fisico e psicofisico ( fatica fisica, ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO) PROTEZIONE L’INSIEME DELLE “AZIONI” MESSE IN ATTO SIA A LIVELLO COLLETTIVO CHE INDIVIDUALE VOLTE A RIDURRE/ELIMINARE IL DANNO POSSIBILE IN CONSEGUENZA DI UN EVENTO INDESIDERATO ASPETTI LEGISLATIVI D.Lgs. n. 195/2003 ha introdotto il riferimento ad alcuni rischi non esplicitamente dichiarati in precedenza: «... rischi, anche di natura ergonomica e psicosociale, di organizzazione e gestione delle attività tecnico-amministrative e di tecniche della comunicazione in azienda e di relazioni sindacali» L’art. 28 D.Lgs 81/08 riprendendo i contenuti espressi dall’accordo europeo dell’8 ottobre 2004 recita: “… la valutazione di tutti i rischi… per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato…” FATTORI CHE CARATTERIZZANO IL RISCHIO TECNO LOGIE UOMO RISCHIO AMBIENTE lavorativo SORVEGLIANZA SANITARIA Titolo I capo III Sez. V Dlgs. N. 81/08 ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO Titolo I capo III Dlgs. N. 81/08 Stress lavoro- correlato Processi lavoro usuranti •Sovraccarico mentale •Attività fortemente ripetitive Gestione lavoratori •Monotonia solitudine •Relazioni interpersonali •Comunicazione, istruzione addestramento •Funzioni di resoponsabilità •Ergonomia delle attrezzature Reattività anomala a condizioni di emergenza Condizioni limitanti •Gravidanze •Differenza di genere •Età •Diversa nazionalità IL BENESSERE ORGANIZZATIVO I fattori dell’organizzazione 14. Apertura all’innovazione 1. Comfort Ambientale 2. Chiarezza obiettivi 13. Utilità sociale 12. Caratteristiche dei compiti FATTORI DELL’ORGANIZZAZIONE 4.Ascolto 5. Informazioni 6. Conflittualità 7. Sicurezza 11. Equità 10. Fattori di stress 3. Valorizzazione 9. Operatività 8. Relazioni interpersonali GLI ATTEGGIAMENTI Modi tendenzialmente stabili e tipici di un un individuo di rapportarsi rispetto a…(es. oggetto). Si sviluppano nel processo di soddisfazione dei bisogni COMPONENTI DI UN ATTEGGIAMENTO COGNITIVA: credenze relative all’oggetto AFFETTIVA: affettività connessa all’oggetto TENDENZA ALL’AZIONE: • Atteggiamento positivo >Azione positiva • Atteggiamento negativo >Azione negativa Atteggiamenti imprudenti che non dipendono dal soggetto Scarsa informazione su: le decisioni dell’azienda, l’uso delle macchine/strumenti il numero e la tipologia degli incidenti Mancanza di formazione Rispetto della “produzione” Scarsa attitudine alla mansione Ripetitività dei gesti Atteggiamenti imprudenti che dipendono dal soggetto Passività, deresponsabilizzazione Blocco della comunicazione Rifiuto di ascolto Senso di onnipotenza Scarsa motivazione Conflittualità Bisogno di riconoscimenti Poca identificazione con l’Azienda Individualismo esasperato Problemi di interazione SICUREZZA È.... “La mappa non è il territorio” “Agenda” di chi cura Effettuare una diagnosi di malattia Impostare un trattamento terapeutico Gestire in maniera “efficiente” le risorse “AGENDA” di chi è curato SENTIMENTI paura di essere malato IDEE INTERPRETAZIONI riguardo il malessere percepito e l’essere malato ASPETTATIVE E DESIDERI riguardo gli interventi futuri (medico conosce; paziente percepisce) CONTESTO familiare, Sociale, Lavorativo messaggio contenuto relazione EMITTENTE C O D I F I C A CANALE FEEDBACK Contesto D E C O D I F I C A RICEVENTE ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE Non si può NON COMUNICARE Digitale /analogico Simmetrica/complementare Livello di contenuto e di relazione La punteggiatura ‘organizza’ la realtà Comportamenti che bloccano la comunicazione Giudizio «Hai torto!» Superiorità «Io sono migliore!» Certezza «Non confondetemi. Ho già deciso!» Controllo «Ora vi spiego come dovete fare!» Manipolazione «Tu sceglierai liberamente ciò che io ho deciso di fare !» Indifferenza «Quel che dici non conta!» Comportamenti che incoraggiano la comunicazione: Descrizione «Io la vedo in questo modo. E tu?» Uguaglianza «Siamo entrambi coinvolti!» Apertura «Qual è la tua idea? Forse…» Orientamento al problema «Conosci i fatti e sono certo che hai la risposta!» Intento positivo «Facciamo un passo indietro e riprendiamo l’obiettivo!» Empatia «Mi rendo conto della tua preoccupazione!» Formulare domande aperte: con le quali si incoraggia l’interlocutore a parlare. Ascolto riflessivo: uso parafrasi, riformulazione, riflessione del sentimento, verificare il significato, chiarire, fare ipotesi, supposizioni su significati imprecisi, ecc. Riassumere Gestione delle resistenze:Ascolto riflessivo; Riflessione amplificata, Riflessione a due facce Sostenere e confermare: promuovere la percezione di aspetti positivi. Effetti dello stress A lungo termine: Stress Lavorativo Cronico IL BURNOUT (Maslach1974) Con il termine Burnout (scoppiato,bruciato, fuori combustione, che non ha più nulla da dare)si indica oltre che una sindrome ,un processo che si sviluppa progressivamente attraverso tre diverse fasi: Esaurimento emotivo Depersonalizzazione Fallimento professionale. IL BURNOUT ESAURIMENTO EMOTIVO: si caratterizza per la mancanza dell’energia necessaria per affrontare la realtà quotidiana e per la prevalenza di sentimenti di apatia e distacco emotivo,nei confronti del lavoro,il soggetto si sente svuotato,sfinito,le sue risorse emozionali sono esaurite. Depersonalizzazione: Con questo termine si indica l’insorgere di un atteggiamento di distacco ed ostilità che caratterizza la relazione con l’utente. Fallimento professionale: La consapevolezza del disinteresse e dell’intolleranza verso la sofferenza degli altri suscita un senso di fallimento professionale e di inadeguatezza per il lavoro svolto,oltre a pesanti sensi di colpa per le proprie modalità relazionali impersonali e disumanizzate. IN FASE DI BURNOUT la relazione con l’utenza perde la natura di relazione di aiuto e diviene una relazione di “servizio” e ciò comporta: La perdita dei sentimenti positivi verso l’utente e la professione, La perdita della motivazione, dell’entusiasmo, e del senso di responsabilità, PREVENIRE IL BURNOUT Promuovere la riduzione delle tensioni emotive legate al lavoro di aiuto, Prevenire la visione negativa –spersonalizzata dell’utente; Valorizzare le situazioni che comportano lo sviluppo dell’autostima ed il senso di autorealizzazione.