I fiumi E uno dei testi più importanti e riusciti dell'Allegria e dell'intera opera ungarettiana; una specie di autopresentazione (o addirittura autobiografia) in versi. ll poeta, in un momento di riposo dalla guerra, ha fatto il bagno nel fiume lsonzo, che scorre lungo il fronte orientale. A sera rlpensa a quell'esperienza (cfr. prima.strofa), e si rende conto che l'acqua dell'lsonzo ha rievocato e come riepilogato in se stessa quella di altri tre fiumi - Serchio, Nilo, Sennarappresentativi di altri momenti della vita del poeta (cfr. ultima strofa). All'interno di questa cornice si inserisce la rievocazione del bagno nell'lsonzo (dalla seconda alla penultima strofa), che a poco a poco suscita I 'evocazione *metaforica degli altri fiumi ricordati (a partire dalv.42). L'immersione nell'acqua del fiume comporta due conseguenze: una regressiva e una purificatrice. La purificazione permette al poeta di sentirsi in armonia con l'universo, di percepire la propria esistenza (e il proprio stesso corpo) come una parte del tutto, alla stregua di un «sasso» (v. 15). La regressione permette invece di recuperare anche la dimensione temporale, cioè il proprio passato individuale, facendone quasi un attributo del presente: anche la storia della propria vita diventa per il poeta recuperabile come ricchezza presente, in nome della generale condizione di «armonia". La struttura e !a metrica La poesia si compone di sessantanove versi strutturati In quindici strofe di varia lunghezza (da due a otto versi). Le due strofe più lunghe sono la prima e l'ultima (otto e sette versi rispettivamente): il che pare assegnare loro una funzione speciale all'interno della complessa struttura del componimento, sottolineando il loro carattere di "cornice,,, owero di contenitore generale. D'altra pafie, mentre la prima e I'ultima strofa si riferiscono a un momento notturno (cfr. i w 7-8 e 66), le strofe dalla seconda alla quattordicesima narrano di una esperienza mattutina (cfr. l,attacco della seconda: «Stamani..."). La prima e l,ultima strofa parlano dunque al presente di un momento notturno nel quale il soggetto ripensa a un fatto accaduto la mattina, e narrato nelle strofe dalla seconda alla quattordicesima. I versi spaziano dal bisillabo (v. 37) all'endecasillabo (cfr. v. 1). A misure imparisillabe (itrisillabicome iw.4 e 6, i quinari come i w. '12 e 14, i settenari come il v. 11, i novenari come il v. 9) si alternano versi parisillabi (senari come i w. 7 e 10, ottonari come il v. 5, sdrucciolo). L,alternanza di parisillabi e imparisillabi ostacola ogni facile cantabilità e costringe a una lettura che conferisca a ogni verso e a ogni parola il massimo di rilevanza espressiva e di importanza semantica. ln questa direzione va anche la coincidenza, caratteristica della maggiore poesia ungarettiana, di verso e vocabolo (cfr. i w 20,26, 31, 35, 37, 41, ecc.). Le scelte stilistiche e Ia forza della presenza La sottolineatura della concret ezza delle situazioni rappresentate e della presenza puntuale del soggetto è una delle caratteristiche dello stile ungarettiano nell' Al leg ria. ln questo testo tale sottolineatura si affida innanzitutto alla insistenza del pronome *deittico "questo',. Esso ri- La natura e il soggetto: le correspondances sim- bolistiche La natura è introdotta in questo testo come il riferimento privilegiato di una ricerca di identità e di si- gnificato da parte del soggetto, secondo i modi della tradizione simbolistica. L'inconciliabilità o la difficoltà di relazione inaugurata da Leopardi con il Canfo notturno e ripresa nel Novecento dagli espressionisti e poi, originalmente, da Montale, è qui contraddetta: raccolto nella calma di un paesaggio serale, il poeta s,interroga sul senso della propria esistenza, riuscendo a trovare, se non una risposta esplicita, senz'altro una via di accesso al significato di essa e al reperimento della propria identità. La natura, innanzitutto, è antropomorfizzata, come testimonia per esempio l'impiego dell'aggettivo "mutilato" (v. 1) a proposito di un albero. E all'antropomorfizzazione della natura corrisponde, come già in d,Annunzio, Ia naturalizzazione dell'uomo (il poeta è "come un [...] sasso" del fiume: v. 15). lnoltre la natura è il teatro di un principio centrale nella *poetica del Simbolismo: il particolare contiene in sé Ia via d'accesso all'universale. lnfatti a partire dal contatto con l'acqua dell'lsonzo il poeta ha raggiunto tutti gli altri fiumi legati alla propria esistenza. Nel luogo puntuale dell'esperienza si è con- torna ben nove volte (w. 1 ,2,22, 45, 4Z ,52,52, 61 , 63), rafforzato fls «qui» (v. 28) e da "quelle,/"quel" (vv. 36 e 58). Un allro mezzo attraverso il quale l,esperienza s'impone nella sua immedialezza, quasi raggiungendo Ia "presa diretta" della cronaca, è il passaggio dìi tempi passati della rievocazione (passato prossimo e imperfetto: w. 9,12, 14,16, 18, 2j,25,29) at presente (w 27, 33,38, 39, 45, 47, 52, 51,61). tn questo modo, fra l'altro, si introduce l'idea, centrale nel testo, della reversibilità tra presente e passato e tra luoghi fislcamente diversi e lontani; cioè s'introduce il tema simbolistico dellecorrespondances. La presenza, infine, del soggetto è garantita dal suo denunciarsi in ognuna Oette quinOici strofe per mezzo di aggettivi o di pronomi personali. La narrazione di una esperienza Come già è suggerito dalla struttura, la poesia ricostruisce una esperienza che per il soggetto ha rappresentato un importante momento di autocoscienza, e una importante possibilità esistenziale di capire se stesso. Tale esperienza è costituita da un bagno nel fiume Isonzo, durante una pausa dei combattimenti. L'immersione nell,acqua ha favorito la rinascita di immagini legate alle fasi precedenti della vita del poeta, dandogli per un attimo l,illusione di poter recuperare quelle fasi lontane e diverse della propria vita, unificandole ora in un'unica identità. La poesia racconta di questo momento magico, e racconta della impossibilità di prolungare tale momento una volta finita I'esperienza che lo ha originato: già la sera seguente, guardando il cielo, il poeta sente nuova_ mente lo smarrimento inesorabile del proprio passato, volgendosi verso di esso con "nostalgia» (v. 63), guardando al futuro con ansia e trepidazione, e sentendo il mistero incomprensibile della propria vita. centrato tutto lo spazio circostante e nel momento pun_ tuale di essa si è concentrato tutto il tempo. ll particolare presente diviene per via analogica ogni altro par-ticolare, anche lontano e diverso, grazie allo scorrere del sogEetto lungo somiglianze anche minime. È introdotto cosià,attra parte, un altro aspetto centrale del Simbolismo, la fiducia nelle correspondances: ogni cosa rimanda a un,allra, e, anzi, ogni cosa è (o può essere, per l,esperienza privilegiata del poeta) un'altra: l,lsonzo è il Serchio, è il Nilo, è la Senna. Cioè: questa cosa è un,altra cosa. Vige in questo modo un principio di logica simmetrica cÀe smentisce i princìpi della logica aristotelica. Lo slitta_ mento dal fiume singolo e specifico alla categoria universale di fiume è introdotto per mezo dell,ampliamento, sempre per via analogica, dell'identità stessa del poeta, assimilato a una «reliquia», a un «sasso», 2 s1.1 «gq16[glg» e a un «beduino» (w. 11, 15, 19,24). La logica simmetrica Come si è accennato al punto precedente, sembra valere in questo componimento il principio della "logica simmetrica", quella che caratlerizzerebbe il funzionamento dell'inconscio secondo il pen- siero del grande psicoanalista cileno lgnacio Matte 12 L'allegria di Ungaretti tfiumi Blanco: mentre la logica razionale e cosciente funziona secondo i princìpi aristotelici (identità, non contraddizione eterzo escluso), e cerca peftanto la specificità dei diversi fenomeni e insiste dunque sulle differenze anche minime tra un dato e l'altro dell,esperienza, al contrario la logica simmetrica dell' inconscio sarebbe piuttosto attratta dalle analogie, e tenderebbe a formare classi, o inslemi, fondatl sulla identità anche di un solo carattere (è per questo che due persone o due fatti diversi possono iondersi, in un sogno, profittando del fatto di avere, per l,inconsclo, qualcosa in comune). Dietro l,affermazione ungarettiana "qyesto fiume, I'lsonzo, è un altro fiume, e cioé O il Ser_ chio., il Nilo, Ia Senna,, (non assomiglia a un altro fiume, ma è un altro fiume) si vede proprio il funzionamento della logica simmetrica, per la quaie (e per I'inconscio) due fiumi possono essere la stessa cosa (di qui la simmetria) anche se sono, per la razionalità, diversi e lontani. Come spesso awiene nella poesia, la razionalità e l,inconscio qui non si escludono ma collaborano nella definizione di una esperienza profonda e coinvolgente dell,io. @ Elenca i fiumi dellavita di Ungaretti, precisando dove si trovino e a cosa rimandino nella sua biografia. L'attualizzazione e la valorizzazione L,attua lizzabi_ lità di questo testo deriva dal fatto che esso sul.significato dell,esperienza per il soggetto "iààn""ntru e sulla pos_ sibilità di rielaborarla utilmente. ln palrtìcolare, decisivo ulgl" per noi, e soprattutto nella prima giovinezza, it :te_ntativo di opporsi al sentimento di distruzi"one e di inu_ tilità che nasce al cospetto della dispersion" t"mporat", tutto finisce, si annulla, viene dimenticato, e l,identità del soggetto sembra in pericolo a causa di'queste per_ dite irreparabili. Come l,esperienza Oet Oagnonàl,lsonzo diviene per Ungaretti il momento Oi un pos"sibile recupero del proprio passato e del suo significato per lui, così per ognuno di nol giungono momenti simili, nei quali si ha per un attimo l,impressione che anche cÉ cne ci sembra dimenticato e perduto stia in verità dentro di nor, magari profondamente sedimentato e rimosso. La forma poetica è un modo, in questo p"i tentare un recupero del passato, una ridefinizione "u"o,della propria identltà e un raf,fozamento dell,io; anche sà siìratta oi operazioni tutt'altro che facili. @ Che valori sono attribuiti al Serchio e al Nilo? o Cosa è rimasto dell'esperienza parigina nel poeta? Una logica razionale? Un paesaggio simbolico @ Che relazione sussiste fra il paesaggio in cui il poeta lO si trova e un circo? @ Perché Ungaretti afferma di essersi *disteso / in un'urna d'acqua"? ubeduino" (v. 24): per quale ragione? Poni a confronto la metrica e la sintassi del testo con ggia nel pinelo dannunziana (cfn vol 5, Parte Undicesima, cap. XIl, T2); sottotinea à motiva quella. della Pro (v. 19), poi a un analogie e differenze. ll ritrovamento di sé @ Quale logica governaatuo parere il testo ungarettiano? puoi trovarne esempi in altri testi a te noti? Ungaretti e d,Annunzio @ La precarietà dell,io @ ll.poetasi paragonaaun *acrobata, capitolo lV Quale funzione riveste l,lsonzo per Ungaretti? Ungaretti e Moammed @ Prova a immaginare e descrivere la parigi di Moammed Sceab (cfr. Tl , p. I 31) e quella del giov;À Ungareti. La ricerca di un «paése innocente,,: la dimensione dell'assoluto nella poesia di Ungaretti f II I paesaggio dell'Allegria è animato OaA dialettica spaziale tra una natura sconvolta dalla violenza della guerra (.,maCerie", «fango») e una natura posta invece sotto il segno dellavitalità (luce, cielo, acque). Domina tuttavia in Ungaretti una de- cisa tendenza alla interiorizzazione della realtà esterna: la compenetrazione tra io e natura si manifesta nell'uso privilegiato di *analogie e *sinestesie umanizzanti che danno rilievo simbolico o espressionistico ai sobri riferimenti oggettivi al paesaggio t,brandello di muro,, uMa le mie uda / feriscono pana fioca / come fulmini / la cam/ del cielo,); cfr. T3, San Martino del Carso e Solitudine, qui non riportata. ll poeta si riconosce nelle cose con un sentimento *panico di partecipazione altutto (.M'illumino / d'immenso», .Mi trasmuto / in volo di nubi,,), che è tuttavia diverso dal vitalismo estetizzante di d'Annunzio . I fiumi (T2) mostrano in modo esemplare questa aspirazione ungarettiana a ricercare la proprra identità nella felicità naturale. L'immersione nelfiume è infattiun rito di purificazione dalle scorie della storia l"panni / sudicì di guerra,') e di ridu- zione all'essenzialità del puro ritmo esistenziale: in cio il panismo di Ungaretti rivela una profonda tendenzaalla regressione e alla confusione nella vita cosmica (le acque sono Un'"Urna,, Una CUlla). Perciò anche iltempo siferma e Ia ricapitolazione della vita passata si concentra nel "qui e ora" dell'lsonzo, che riassume le aspirazioni di tutte le altre epoche della vita. La sensazione di armonia con l'assoluto come indistinto, che per un attimo il poeta attinge, si rivela nella metafora finale in cui la vita del poeta, ncorolla / di tenebre", si confonde nella vastità della natura notturna. La natura è infatti percepita da Un- garetti positivamente, come unico rifugio contro l'angoscia e la precarietà della storia. La tensione verso la quiete e l'assoluto si inscrive, coerentemente, sione verso un legame tra indi,'l-rrnr e totalità umana e naturale. Sentimento del tempo, la rac::rtm successiva all' All eg ri a, approfonc s: questa tendenza alla astoricità riteIando la coscienza di un profonndm dissidio tra tempo terreno ed ete;.- nità. Al paesaggio realistic: :! espressionist tco dell' Al I eg ri a sube::a un paesaggio mitico, fuori del te-:r: e dello spazio o proiettato nell'a: a La poesia La madre (cfr. cap. Ili. TSr è indicativa della nuova dimens :,-e religiosa (già presente negli ultimì::sn dell'Allegria; cfr. T15 on line, ghiera) che assume la ricerca :-- u.:= rettiana di assoluto: la vita terr':-e j- in un clima senza durata, che spiega la brevità deitesti. Anche nella poesia (,,muro d'ombra,,), vincoli umani e fettivi sono annientati e sublimati -e- più lunga e articolata, I fiumi (T2), l'eternìta. L'attenzione si conce^:= sempre di più sull"'OltretempoCaino (cfr. cap. lll, T6) l'aspirazic-e il recupero della dimensione temporale awiene attraverso la ricerca, nell'inIanziae nella gìovinezza, degli attributi della maturità, instaurando una sostanziale reversibilrtà tra passato e futuro. Nella poesia /n memoria (Tl) il tempo e senza sviluppo, si ingorga, va verso la disintegrazione. Il tempo ristagna nella "quiete" e nell'immobilità (cfr. an- che Natale, T4), nella pietrificazione tragica (cfr. San Martino del Carso, T3) o si impenna in un improwiso slancio vitale (Veglia, T5), Da qui la prevalenza del presente, l'uso di *deittici, l'estrema concentrazione del ver- so che annienta ogni sviluppo logico-temporale, Ie .metafore fulminee in cui analogie e sinestesie esaltano la simultaneità delle percezioni. La temporalità dell' Alleg ria, che pu- re emerge da un contesto di bruciante storicità, si pone decisamen- te al di là di ogni confronto con Ia ragione e Ie ideologie e proietta la ricerca del senso della vita nella ten- all'innocenza e alla purezza è c:-trapposta alla crudeltà delle puls:-r vitali e si configura esplicitamente :,:me perdita dicoscienza disé, del p.:prio "corpo" e della propria "ffien-to-c' nella congiunzione dell'"anima" c-'l'assoluto della «primavera eterna, Dal panteismo naluralistico dell'A = gna si trapassa a un panteismo r: - gioso, ìn cui l'esistenza terrena rc,ha più consistenza e valore. Di cl'insistenza sul tema della morte, cl'+ persiste nel Dolore, dove la «putazzE, diventa la speranza di ricongiung - mento con il figlio morio (cfr. "Fa dolc,: e forse qui vicino passi,,). Anche utesto direttamente ispirato alla tragec,a della seconda guerra mondiale, con e Non gridate piu (cfr. cap. lll, T7), capovolge il rapporto tra i vivi e i morl; la storia e ridotta a grida, a rissa; soi: dai morti viene un messaggio di pace e una paradossale riaffermazione de valore della vita. I .,t-::':?^":rg coscienza - .(presa di dglla condizione y.T3.L?.:i ::l7'ffi^:::j:r':':^:yr?:::" l A dirrerenza de,,,esaitazionu ",.o,"u ;;:J1["Jfr::y;:H;,,H.,,:[f, ,:;r1f,:.,i[L1l#,T]::"^,"X.ffi u t" stesso attingù ,À;*."n- do si carica di una soggettività osses"on :5[1jJg1iff; di uccidere o diet* - t,idea )::.ÌXT" es_ ;ì;., #il,#,".p",,"n.a ,o iiÀi.t.,o anonima ;;,##;;"":"i:[Tffiffi:,fl: - esti stesso :::",:::: ii**:::t3,11ra ri *+ut*#tlu:,ru tf,ffi,Éei'$",':,tÉft: :lò aiutarci a capire Ie ragioni pro- iu-'o " prorondo del,esistenza ff**ttiflfiffi ou quetta trageàà pouuua trasto, un moto di reazione ':nde per cui Ungaretti' anarchico, istintiva e i;;;, "r,l a incontrarli ir *..u"ro, di viscerare : trovò nel t 9t 4 a sostenere violen_ attaccamento ara vita. E "on ,rarr, tt naufragb f"fi ,u.rft*à_o"1,attimo, e i,as,sduto) :emente la causa dell'intervento in ;, oul it duprice lerrz//edi ,r,r,"^1"^::f1r".,régistro o1 ,*|arte, ra guerra de''rtaria. Non sitratta soro .,ln'adesione ideologica al nazionali_ f Éoiring"nr" scottante delie occa_ qrotioiro", oriililià,,,, ,"n- smo populista diffuso tra molti intel- sioni ettuali, ma detta ricerca, da parte "l,esaltazione qr""ì dero srancio vita_ ""1;àggia _ te, cnescaìurisce osserya ir poeta _ dal continuo rischio della morte da Aregria di naufragi,,ti_ der ;";=";;;,,;liJ"oon1lì'[r"r"n.u .;il;;. i-T,9;l"Yi,i,i?7iiijX3i"[fl, 3Si- ;i;;*t" e ara causari-tioàra no un poeta / un srido unanime' toro originario de*opera, sottorinea "to- questa-dupiice tensione: ra vita oi- spinta vitale (cfr. Vegfia, T5). ln Fratetti, qui non an1àtogizzata, ra soridarietà ar (crr' I lL1' unanimr'smo) Essere soldato o,.,.u e ra viorenza de,a suerra, an- I:,T:J["J,il::i#j#,i"ilr",.""",'; cnl quanoo non .i a""uÀÈano r, prisignifica per l'emigra-to perennedi fericità oi ,r"roramento nera ilJiuno, .ono *à pr".J# oin ., mente sradicato, trovare una pa_ natura (cfr."tnumi,T2) o ,impurso ara nei iesti deil,Altegria.L, Lno-r"nofo tria' ricongiunnutt'u":,?]-ol,e origini gà o""tt,"u o ,up-pr".àntàta-nerre tuo .trroni materiali (,aria crivJhta,, ataviche: *ln questa uniforme / di soldato / mi riposo / cgme fosse "al_ Oeio mutitato,, ubrandello-oirrro,, culla di mio padre' (cfr' /laira) lAuietta oi macerià,,,-,."o]rorsno c'è' tuttavia' in Ungaretti' esaltazione ni'.:à"r,o», *u un"oru pij'spesso Ia Non 1,,* , ,, i:::iff"i,H}.":,i#,[#H;il]Til s3::#ii,i,! resres- me desiderio di quiete e di ir rjà a rronte sisposria dera sua desriartriuoÀinie *'iàì,a e oiventa ra;il;;'u"".;5ff;ìli?i:tarita coerenterrente, Unsare*iparrecipo alla guerra come semplice fante, umana, che scatta in un incontro not- turno disoldati, non ha tanto un ca_ rattere morare o patriottico, ma è una rivorta spontanea, un,istintiva riaffer- mazione oài àmprice e nudo esistere ,"J?ffiJ%"n:;[;:ffi;.::ffi#:a e irmoto diresistenza, che riarrerma_ lr,':;[,i!ffi:""x;:Tt?i;:: ,::J[i*:,.fm.,T,Iffi,f,,: con- òi,J"irr*r," ,N;il;;;oJ.,u non dividendo l'esperienza anonima e il J;Jt*""i, d'odio pe, fango delle trincee. La realtà no della ò"l, ÀÀ.rno, c,è la presair-n!il'ico, Oi coscien- ,nu ,i.Éo.tà e insopprimibire "àntinua aila distruzione. Netta è ra differenza rispetto a ReOora che, in Voce di ve_ pu,tu Dodicesima, o",,i,ài,ipr,. ftr1ir1ffift:,.:;iflÌ:il Alg{Ul;;; Hffi;:5,, rorffi !lx;Jb,]"ìi,5)J;l,u*n,lu;*! ben #Jl" MDl) potere micidiale derle nuove.tecnolooer|estrema precarietà oerra gie di uccisione di massa' fece (cfr. n éoiauli'irrl t^ ,u, uiiientato fedi e varori, celebra- ;;.;;in, oetta vitain "À"-Àà tiva' La guerra' denudala oi f **ài utu.,rì- senza possibitità arcuna di risarcimen_ og;i ;; ,, àr]" naturare É"rr"ìòÈ ,i mito e fede, è rappresentata to, se non nera residua, nJta spasmodica pur"ni" oi" in_ tensione sua insensata presto cadere ogni ideologia tragicità come pura "ÀàÀuìnu "ondizione stabirità e di distacco. aila vàna ricerca di un senso dera vita. r ismo Prende il nome di Unanimismo una dottrina filosoficoletteraria fondata nei primi anni del Novecento dallo scrittore francese Jules Romains. Prendendo atto delle trasformazioni sociali legate alla nascita delle masse e all' urbanizzazione, I' Unanimismo considera superata la concezione tradizionale dell'individuo quale entità separata e autonoma di sensibilità e di riflessione. AI posto della soggettività individuale si sono affermate forme di soggettività collettiva, cui lo scrittore di oggi deve esse- re in grado di dare voce. lnfatti le possibilità di realizzazione per l'individuo passano ormai necessariamen'te attraverso l'identificazione in un'anirna collettiva, in un punto di vista "unanims" (di qui il nome della dottrina). Tale punto di vista collettivo varia a seconda delle situazioni che lo ingenerano. Nel caso per esempio di Ungaretti, che nelle poesie di guerra si riferì all'Unanimismo, la condizione collettiva da esprimere è quella dei soldati in trincea.