Credo la Chiesa una e cattolica Per una formazione cosmopolita Il sogno planetario di Dio Preparerà il Signore degli eserciti per tutti i popoli, su questo monte, un banchetto di grasse vivande, un banchetto di vini eccellenti, di cibi succulenti, di vini raffinati. Egli strapperà su questo monte il velo Is. 25, 6- che copriva la faccia di tutti popoli e la coltre che copriva tutte le genti. (…) 9 E si dirà in quel giorno: «Ecco il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perchè ci salvasse; questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per la sua salvezza ». Il sogno messianico dell’ebraismo maturo che Gesù realizzerà e porterà a pienezza (Lc. 14,14.16-24): la terra promessa sarà una terra senza divisioni e disparità, senza umiliazioni e morte: per questo sarà festa di abbondanza e liberazione. Il linguaggio della Pentecoste At. 2,5-13 Si trovarono allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perchè ciascuno li sentiva parlare la propria lingua. Erano stupefatti e fuori di sè per lo stupore dicevano: «Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? ».E com’è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa? Siamo Parti, Medi … La Chiesa nasce cattolica con la Pentecoste e, significativamente, la sua novità dirompente si esprime nel linguaggio, nei modi, cioè, in cui la comunità ascolta e parla. Il cosmopolitismo di Gesù Sa stare con tutti (bambini, donne, farisei e peccatori, pescatori e pastori, politici e soldati, avversari e discepoli ... ). Sa farsi capire da tutti: usa linguaggi diversi in contesti diversi ma annuncia in ogni occasione il Regno. Non disdegna le sfide ma non si lascia ingannare dai tranelli dei sofisti. Frequenta i festini ma osserva e parla... Il cosmopolitismo della Chiesa Pietro prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone. At. 10, 34-37 Allora Paolo, alzatosi in mezzo all’Areòpago, disse:« Cittadini ateniesi, vedo che in tutto siete molto timorati degli dèi… At. 17, 22-23 Il cristiano può anche sospendere il proprio giudizio, per meglio ascoltare, per meglio accogliere. Tuttavia non rinuncia alle proprie convinzioni, non mette a rischio la propria fede. Il cristiano come pellegrino Lc. 24, 1316 Ed ecco in quello stesso giorno due di loro in cammino per un villaggio distante circa setta miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo Il Cristo risorto cammina con noi, conosce il nostro smarrimento. Ci chiede però di “aprire gli occhi” perché sta emergendo qualcosa di nuovo. Il pellegrino è figura dell’oggi: un tempo di trasformazioni straordinariamente rapide nel segno della complessità, della deterritorializzazione e delle interrelazioni. l’avventura del pellegrino è uno stile di vita antico, frutto maturo della saggezza remota Il mistico, con la sua esperienza ed il suo linguaggio, comprende e vive profeticamente la realtà del pellegrino Nella precarietà si sperimenta qualcosa di straordinario: la libertà. Qualcosa della libertà di Dio ! “Chi avrà trovato la sua vita la perderà, e chi avrà perduto la sua vita per causa mia, la troverà ” Mt. 12, 39.