Polisportiva
Montalto
Comune di Vezzano
sul Crostolo
5 maggio 2013 - V giornata nazionale dei cammini
Sul Cammino di San Pellegrino
Alla scoperta della Val Crostolo
In occasione della V Giornata Nazionale dei Cammini, la Polisportiva Montalto in collaborazione con il Comune di Vezzano sul Crostolo, organizza una camminata percorrendo un
tratto del Cammino di San Pellegrino lungo il torrente Crostolo. Il ritrovo è alle ore 8,45 in
Piazza della Libertà a (Vezzano s/C). Al termine della camminata verrà offerto un aperitivo
e sarà possibile pranzare presso lo stand gastronomico della Festa dell’Asparago Selvatico
(€ 15). La partecipazione alla camminata è gratuita e non richiede iscrizione, mentre è necessaria la prenotazione per il pranzo entro Giovedi 02 maggio. Tel. 0522/601911
Con il
Contributo di:
L’IDEA DEL CAMMINO
Polisportiva
Montalto
Comune di
Vezzano sul
Crostolo
Cammino
San Pellegrino
IL CAMMINO DI SAN PELLEGRINO
Sul Sentiero dei Pellegrini
da Reggio Emilia a San Pellegrino in Alpe
Sospinto da un primordiale bisogno di conoscere e
dare risposte ai grandi interrogativi della vita, il
Pellegrino, si libera, uno dopo l'altro, come nel lento
susseguirsi dei suoi passi, dei pensieri che l'affliggono e,
nello spirito del libero vagabondare della mente, ritrova
se stesso e coglie l'essenza più vera del creato
In diversi borghi del nostro appennino, i più anziani, narrano che
nel mese di agosto di ogni anno era usanza recarsi in
pellegrinaggio al Santuario di San Pellegrino in Alpe (Lucca), dove
sono contenute le spoglie dei Santi Pellegrino e Bianco (VII sec.
D.C.), che in questo luogo avevano posto dimora dopo lungo
peregrinare. A partire dal dopoguerra, questa antica usanza è
andata progressivamente scomparendo ed oggi la ritroviamo
saltuariamente presente solo nei paesi prossimali e più devoti.
L’idea di recuperare l’antica tradizione, nasce a Montalto nel
Comune di Vezzano sul Crostolo da Giuseppe Sassi, il quale, di
ritorno dal Cammino di Santiago, espone il progetto ad un gruppo
di amici della locale Polisportiva, con i quali condivide la stessa
passione. La Polisportiva Dilettantistica Montalto, accoglie con
entusiasmo l’idea ed inizia a raccogliere informazioni dai più
anziani, si studiano carte e si provano itinerari. Alla fine viene
individuato un percorso che partendo dalla Chiesa di San
Pellegrino di Reggio Emilia, raggiunge, in 5 tappe, dopo circa 120
km, San Pellegrino in Alpe.
Dal 2010, la Polisportiva organizza, nel periodo estivo, mettendo
a disposizione propri accompagnatori ed il necessario supporto
logistico, il pellegrinaggio rievocativo.
LA CREDENZIALE E IL PEREGRINUS
Diocesi di Reggio Emilia
e Guastalla - Ufficio per i
Beni Culturali Ecclesiastici
e Nuova Edilizia
G.A.L. Antico Frignano
e Appennino Reggiano
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al Cammino di San Pellegrino
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Provincia di
Reggio Emilia
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Con il Patrocinio
C.S.P.
Da Reggio Emilia a San Pellegrino in Alpe
S
In cammino verso il Santuario di San Pellegrino
in Alpe attraverso antiche vie di pellegrinaggio,
alla scoperta di un territorio affascinante, dove,
in un ambiente naturale di rara bellezza, pievi,
ospitali, castelli e borghi raccontano una storia millenaria
Analogamente ad altri e più famosi
Cammini, il Pellegrino può richiedere la
Credenziale o Carta del Pellegrino. Essa
è un cartoncino ripiegato su cui apporre
quotidianamente i timbri che attestano
l’effettivo compimento del pellegrinaggio.
Vera compagna di viaggio, perché ogni
timbro è il ricordo di un momento
particolare, di una visita ad una chiesa, di
una pausa in un bar, del pernottamento
nei posti tappa, ecc.
Il Peregrinus rappresenta invece
l’attestato che viene rilasciato al
pellegrino che raggiunge la meta. In
occasione del Cammino organizzato
dalla Polisportiva Montalto, si svolge una
piccola cerimonia di consegna degli
attestati nel suggestivo locale adibito
all’accoglienza dei pellegrini, presente
all’interno del complesso architettonico
del Santuario.
IL PERCORSO
L’itinerario è suddiviso in 5 tappe, con una percorrenza media di
circa 20-25 km al giorno. Interessa i Comuni di Reggio Emilia,
Quattro Castella, Vezzano sul Crostolo, Viano, Casina, Carpineti,
Toano, Villaminozzo, Frassinoro e Castiglione di Garfagnana. La
lunghezza complessiva è di circa 120 km ed il relativo dislivello in
salita è pari a circa 4000 m. Non presenta difficoltà tecniche di
rilievo ed è stato studiato in modo da poter essere percorso quasi
integralmente anche in MTB (ciclabilità 95%). Per buona parte si
sviluppa sulla rete dei sentieri CAI ed in particolare sul sentiero
Spallanzani, sul sentiero Matilde e la via Bibulca. Il segnalamento,
in corso di completamento, è realizzato con le tipiche frecce
verniciate di colore giallo e relativo logo. L’intero itinerario è stato
rilevato con ricevitore GPS ed è disponibile la relativa traccia.
1° tratto: dalla Chiesa di San Pellegrino in
Reggio Emilia a Montalto
Il Cammino di San Pellegrino
(CSP) inizia dalla Chiesa
Parrocchiale di San Pellegrino
a Reggio Emilia. Di antica
origine, fondata come oratorio
nel 857, assume le sembianze
attuali alla fine del settecento.
L ' i n s ta n c a b i l e o p e r a d i
accoglienza e assistenza ai
Chiesa di San Pellegrino
poveri e bisognosi, giunti
spesso da lontana via in cerca di miglior fortuna, praticata
dall'attuale parroco e dai suoi predecessori, invita a riflettere sugli
insegnamenti del Santo che, “tanta parte della sua vita spese a
sollievo dei viandanti sperduti e nell'esercizio di tutte le opere di
misericordia”, come recita un passo della preghiera che precede
la benedizione e la partenza dei pellegrini.
Oltrepassato il torrente Crostolo, sul ponte detto di San Pellegrino,
fatto costruire dal duca Ercole III sul finire del settecento, si
imbocca il percorso ciclo pedonale che, in adiacenza al torrente,
lo risale fino a Vezzano sul Crostolo, dapprima su fondo asfaltato e
successivamente su carraie, tratturi e sentieri a fondo naturale.
Poco prima di raggiungere Vezzano, a pochi passi dalla SS n. 63
del valico del Cerretto, importante arteria di comunicazione di
antica origine, si trovano segni evidenti della tradizione pellegrina
di dedizione al Santo nel piccolo e grazioso oratorio di San
Pellegrino. Oltrepassato Vezzano, si raggiunge l’ecoparco della
Pinetina, dove si svolgono numerose attività dedicate alla
diffusione delle pratiche di sostenibilità e alla conoscenza e
conservazione della biodiversità. Sui versanti calanchivi più
meridionali vive una comunità di Mufloni che, con un pò di fortuna
e pazienza, è possibile osservare. Giunti in località Casoletta, si
prosegue sul vecchio tracciato della SS63. Oltrepassata la
statale, si continua a risalire il torrente Crostolo sul versante
orografico destro per poi proseguire, alla confluenza, sul Rio
Cesolla. Superato il rio su un ponte poco più a monte e
oltrepassato il cimitero, si inizia a salire su pendii che in breve
conducono nel borgo di Casa Caprari e a Montalto, luogo di arrivo
della tappa.
2° tratto: da Montalto alla Pieve di San Vitale
Con la demolizione della vecchia chiesa, del borgo di Montalto è
rimasta l’antica torre campanaria ed i pochi resti dell’antico
castello matildico. Il toponimo è, dai più, percepito come il luogo
che raggruppa le frazioni di Casaratta, Vronco, Vindé e Scarzola.
L'antica Chiesa, demolita negli
anni '50 a causa delle gravi lesioni
sopraggiunte nel periodo postbellico, è stata ricostruita in località
Casaratta. Il bel quadro, raffigurante i Santi Pellegrino e Bianco,
contenuto al suo interno, fu
realizzato sul finire del '800 su
disposizioni del Parroco Don
Nizzoli Virgilio per consentire, a
chi non era in grado di affrontare
l'impegnativo pellegrinaggio Quadro SS Pellegrino e Bianco
all’Alpe, di assolvere comunque al rito della visita e venerazione
del Santo. D‘interesse anche la visita alla bella raccolta degli
oggetti d’epoca e alle opere artistiche del prof. Renato Valcavi.
Attraversato l'antico borgo di Scarzola, in bella posizione
panoramica, con ampi scorci sulla valle del Rio Cesolla e su M.te
Duro, alle cui pendici si trovano le sue sorgenti, si risale la
carrozzabile che porta alle frazioni di Vronco, Vindé e al borgo di
Cavazzone. Il nucleo rurale, di origine seicentesca ed in buono
stato di conservazione, è tra i più importanti di tutta la collina
emiliana. Un bellissimo porticato selciato, snodantesi
trasversalmente all'interno della schiera edilizia, caratterizza in
modo unico il caseggiato. Poco dopo, si guada il Rio Cesolla e con
una breve, ma impegnativa risalita, si raggiunge lo spartiacque
tra le valli del Crostolo e del Tresinaro, in corrispondenza del
borgo di San Giovanni di Querciola in Comune di Viano. Qua
transita il Sentiero Spallanzani, che ci condurrà, senza mai
abbandonarlo, al termine della tappa.
Oltrepassato l'antico porticato del
borgo di Prediera, abbandoniamo
definitivamente la valle del Crostolo e
proseguiamo, in comoda discesa, per
Cà de Pazzi, Surriva e il Lago Mulino
del Tasso, dove si pratica la pesca
sportiva. Il sentiero continua lungo il
fianco orientale del M.te delle Ripe e,
tra saliscendi, raggiunge Cà Mattioli e
Giandeto, dove si apre un bell'altopiano in cui trovano collocazione la
Chiesa Parrocchiale della Conversione di San Paolo e l'antico
Chiesa di Giandeto
borgo di Croveglia. Proseguendo, si raggiunge il fondovalle
Tresinaro in corrispondenza del borgo di Cerpiano, in cui è
presente un bell'esempio di casa a torre con annessa colombaia.
Risalendo il versante opposto della valle, con breve e meritevole
divagazione dall'itinerario principale, è possibile visitare, sulla
sommità del M.te Uccellara, le rovine dell'antico Castello di
Mandra, già possedimento matildico (1057) e l'antistante Oratorio
di Santa Liberata, ancora oggi, nelle domeniche di maggio, meta
di frequenti pellegrinaggi. Superati i borghi di Pianzano e Case
Spadaccini, raggiungiamo, con ulteriore ultimo sforzo,
l'incantevole luogo in cui sorge la Pieve di San Vitale.
Nella restaurata canonica settecentesca, una struttura ricettiva
con ostello e ristoro, accoglie i
pellegrini. L'insediamento è fatto
risalire al periodo Bizantino,
come testimonia la dedica a S.
Vitale, venerato nell'impero
romano d'oriente. Dell'antica
Pieve rimane visibile soltanto il
nartece ed un breve tratto del
muro perimetrale, rivolto a sud.
San Vitale
3° tratto: dalla Pieve di San Vitale a Toano
Dalla Pieve di San Vitale, il
sentiero dell'illustre scienziato scandianese, procede senza indugio in
direzione del Castello di
Carpineti, che appare
all’improvviso poco prima
di giungere al parcheggio
Castello di Carpineti
da cui vi si accede.
In questo tratto aereo, la zona presenta numerose e spettacolari
Campanile di Corneto
forme di erosione, profonde cavità naturali, curiosi mammelloni
tondeggianti, gradonate, nicchie e guglie arrotondate e lo sguardo
spazia dalla sottostante val Secchia fino alle cime di crinale più
lontane, tra cui svettano gli inconfondibili profili del M.te Cimone e
del M.te Cusna. Abbandoniamo il sentiero Spallanzani e con esso
anche la val Tresinaro per proseguire il nostro cammino sul
sentiero Matilde. Usciti dal bosco, dopo i borghi di San Pietro e
Savognatica, si gode di ampio panorama ed i torrioni e le possenti
mura del Castello di Carpineti, che ben documentano la presenza
Matildica in questi luoghi, ci appaiono in tutta la loro magnificenza.
Oltrepassato il borgo di Coliolla, piccolo gioiello di architettura
rurale, in bella posizione panoramica, il sentiero scende in modo
deciso fino a raggiungere il ponte sul Fiume Secchia, da cui si
inizia la risalita dell’opposto versante vallivo verso la frazione
Cavola di Toano. Siamo nella terra natale dei F.lli Ceccati,
architetti e maestri intagliatori lignei, le cui
opere impreziosiscono numerose chiese,
fra cui l’altare della Madonna della Neve
nell’omonimo oratorio e il ciborio della
parrocchiale a Cavola. Da qui si raggiunge dapprima Stiano, dove, nella bella
casa a torre, i Ceccati avevano posto
dimora e bottega e poi Corneto. Il bel
campanile della Chiesa di San Martino
che si ammira è opera di Antonio Ceccati.
Nei sottostanti locali si trova il centro studi
“I Ceccati” e l’omonimo museo . Poco più Madonna della Neve
a monte si attraversa il borgo dall’aspetto
medioevale di Manno, impreziosito dalla bella Parrocchiale e
dalla corte dei Baroni e dei Ghirardini. Si arriva infine alla
Pieve di Santa Maria di Castello a
Toano, una delle più antiche della
diocesi reggiana. Un'antica mensa
d'altare in arenaria monolitica, ora
sistemata nel presbiterio, reca incisa
la data 1109, probabile anno di
consacrazione della Pieve. La sua
prima fondazione è molto più antica e
verosimilmente risale all'Alto Medio
Evo. Il primo riferimento certo si trova
in un diploma dell'imperatore Ottone II
datato ottobre 980. Di stile romanico,
l’edificio che oggi ammiriamo risale
agli ultimi venti anni del secolo XII.
Originariamente era inserita all’interno
della cinta muraria del complesso
difensivo distrutto nell’evento bellico
del 1269 durante le lotte tra Guelfi e Ghibellini e di cui oggi sono
visibili solo pochi resti rinvenibili alla base della torre campanaria.
Interno della Pieve di Toano
4° tratto: da Toano a Gazzano
Lasciando la Pieve di Toano, collocata
proprio sulla linea di spartiacque,
abbandoniamo definitivamente la
Valle del Secchia e scendiamo lungo il
versante sinistro della valle del Dolo,
verso l’oratorio di Prevedelli. Di origine
seicentesca, isolato e con all’interno
una cella per eremiti, l’oratorio e il
luogo invitano alla meditazione e al
misticismo. Raggiunto l’alveo del
torrente Dolo, vale la pena far visita
alle antiche Fonti di Quara, già note in
Oratorio di Prevedelli
epoca romana.
Non lontano, sulle Balze del Rio Malpasso, è presente un
itinerario ferrato che le sovra-passa attraverso avventurosi ponti
Ponte sospeso sul Rio Malpasso sospesi con funi di acciaio che
ricordano quelli tibetani di
Indian Jones. Il Cammino di
San Pellegrino, in questo
tratto, non richiede l’ardire del
famoso archeologo cinematografico, in quanto passa a lato
delle Balze e della via ferrata,
tuttavia occorre prestare
attenzione soprattutto in presenza di fondo bagnato. Sovrastando l’impressionante gola
intagliata nella montagna dall'azione erosiva delle impetuose
acque del torrente, raggiungiamo il borgo di Cadignano, nonché
l'omonimo e caratteristico ponte a “schiena d'asino” sul Dolo.
Oltrepassato il ponte e percorso un breve tratto sul versante
modenese, un divertente guado ci riporta sulla sponda reggiana
per poi risalire, sempre verso monte, fino all'abitato di Morsiano.
Ponte di Cadignano
Utilizzando il ponte della carrozzabile che conduce a Panigale,
recentemente ricostruito dopo una rovinosa piena del Dolo, si
guadagna il versante modenese nei pressi del mulino di Morsiano
per poi raggiungere il borgo di Panigale e, poco più a monte, la via
del Tracciolino. Inizia ora un tratto praticamente pianeggiante
molto suggestivo. La strada, realizzata per la costruzione delle
opere idrauliche connesse all'invaso di Gazzano, è intagliata nelle
pareti strapiombanti delle gole scavate dal torrente e supera
profonde depressioni prodotte da due affluenti del Dolo con aerei
e inusuali ponti. Giunti al Lago di Gazzano, formatosi a seguito
dello sbarramento artificiale del torrente, utilizzando il
camminamento presente sulla diga, in breve si raggiunge il paese
di Gazzano. Prima di ripartire per la tappa successiva, è d’obbligo
visitare l’esposizione permanete del presepista di fama
internazionale Antonio Pigozzi che qui vive e lavora.
5° tratto: da Gazzano a San Pellegrino in Alpe
Partenza
Reggio
Emilia
Toano
Km
San Vitale
Profilo altimetrico
Montalto
Gazzano
Arrivo
San Pellegrino
in Alpe
m s.l.m.
Da Gazzano, attraverso il ponte della strada provinciale, situato
più a monte, si oltrepassa nuovamente il Dolo per giungere a
Fontanaluccia in Comune di Frassinoro (MO). Percorrendo il
Sentiero del Rosario, tra castagneti e muretti a secco, arriviamo
alla Macchiaccia, luogo in cui Don Mario Prandi, padre fondatore
di numerose Case della Carità, nel 1981 diede vita ad un centro di
accoglienza e formazione frequentato da un'eterogenea
comunità religiosa. Il Sentiero, che ha ora l'aspetto di una
carrozzabile, è ben riconoscibile per la presenza di stazioni che
all'apparenza sembrano quelle della Via Crucis, ma che in realtà
sono i 35 Misteri del Rosario scritti da Don Mario, ci conduce
rapidamente al Santuario della Madonna di Pietravolta. Si
racconta che il Santuario della Madonna di Pietravolta,
dedicato a Santa Maria
Santuario Madonna di Pietravolta
Beata Vergine della
Neve, sia nato a seguito
della venerazione di una
immagine della Beata
Vergine della "pierre qui
vire", posta sul luogo da
un gruppo di monaci
francesi che facevano
ritorno all’abazzia di
Cluny, i quali, colti da una
terribile tormenta di
neve, si salvarono dopo aver invocato la Madonna venerata nella
loro abbazia.
Il Santuario si trova sul ciglio dell’antica strada "Imperiale" o
"Bibulca", ricordata più volte da diplomi imperiali del 900 e del
1000 e naturale via di collegamento sui possedimenti matildici, tra
la Lucchesia e il Reggiano. Proseguiamo dunque sull’antica via,
così chiamata perché consentiva il transito di due buoi appaiati,
fino a giungere, mantenendo la linea di spartiacque tra le alte valli
del Dolo e del Dragone, al passo di Roncadello. Si entra ora nel
Parco del Frignano. Superato il Colle del Morto, così chiamato per
il ritrovamento del corpo di un soldato napoleonico ucciso dalla
popolazione locale, si raggiungono i Prati Fiorentini e i Prati di San
Geminiano, dove il rinvenimento di una punta di freccia di selce
risalente all'età neolitica documenta una frequentazione
antichissima di quest'area pianeggiante. Qui sorgeva, all’interno
della Selva Romanesca, un ospitale per il ricovero e l’assistenza
ai viandanti che transitavano lungo la Via Bibulca. A fianco del
vicino e più volte restaurato oratorio, troviamo invece
la leggendaria fontana
di San Geminiano, la
cui sorgente, dalle
acque miracolose,
secondo la tradizione,
seguì il Santo al
Santuario di Cognento,
dove oggi si trova. Poco
oltre raggiungiamo il
Passo delle Radici e
San Pellegrino in Alpe,
Oratorio ai Prati di San Geminiano
meta del cammino.
Al Santuario si accede da un voltone, sotto il quale transitava
l’antica via Bibulca. Sull’altro lato, si trova l’antico Ospitale, ora
adibito a museo etnografico.
Informazioni
Polisportiva Montalto c/o:
Giuseppe Sassi @mail “[email protected]”, cell. 340 5897892
Paolo Zanichelli @mail “[email protected]”, cell. 348 4438304
Simone Sassi @mail “[email protected]”, cell. 333 3601573
Con il Contributo
Realizzazione grafica, testi e adattamenti a cura di Paolo Zanichelli.
I loghi del Cammino di San Pellegrino, della Credenziale e del Peregrinus
sono opera dell’artista e storico di Montalto prof. Renato Valcavi.
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