DEFINIZIONE
L'incontinenza urinaria viene definita come la perdita involontaria di urina, direttamente obiettivabile e
tale da determinare problemi igienici, economici e
sociali.
Tale disturbo colpisce prevalentemente il sesso
femminile e la sua incidenza aumenta dai 35 anni in
poi. Tuttavia qualsiasi donna può essere affetta da
incontinenza urinaria, da quella che ha da poco partorito a quella nel periodo menopausale, all'anziana.
Risulta comunque
difficile individuare la
reale incidenza del
fenomeno per la difficoltà ad effettuare
una precisa rilevazione clinica.
Le pazienti risultano
spesso riluttanti ad
esporre tale problema in parte per l'imbarazzo, in parte per la convinzione che si tratti di
una condizione "parafisiologica" legata all'età ed in
ultimo per la scarsa conoscenza delle possibili terapie.
Sembra che solo il 24% delle donne consultI un
medico per l'incontinenza urinaria, il 14% effettua
poi accertamenti ed appena il 7% fa terapia specifica.
CLASSIFICAZIONE
L'incontinenza urinaria viene classificata in differenti
modi ma dal punto di vista clinico possiamo distinguere l'incontinenza da stress che consiste nella
perdita di urina in conseguenza di aumenti della
pressione addominale quali colpi di tosse, starnuti,
ecc., l'incontinenza da urgenza legata a perdite che
si verificano in conseguenza di uno stimolo impellente di urinare ed infine in l'incontinenza mista che
rappresenta la maggioranza dei casi.
L'incontinenza urinaria da
stress può essere legata ad
alterazioni dei muscoli del
pavimento pelvico o a deficit
intrinseco dello sfintere urinario. Tutti i fattori che possono determinare tali alterazioni come l'età, il parto e la
gravidanza, la menopausa,
l'obesità e il fumo risultano predisponenti.
Nell'incontinenza urinaria da urgenza invece le perdite urinarie sono legate ad un'iperattività del muscolo detrusore della vescica, che può essere di tipo
idiopatico o secondario (infezioni urinarie, litiasi vescicale, neoplasie vescicali, ecc.).
Nelle forme miste le perdite urinarie si verificano sia
sotto sforzo che in associazione ad iperattività del
detrusore.
DIAGNOSI
Il corretto inquadramento diagnostico dell'incontinenza urinaria permette poi l'approccio terapeutico
più mirato. Un attento colloquio e la visita uroginecologica rappresentano il primo step che permette
di inquadrare il problema.
L'esame urine ed urinocoltura consentono di escludere eventuali infezioni mentre l'ecografia renale e
vescicale eventuali patologie organiche causa di incontinenza urinaria.
Il diario minzionale è uno strumento molto utile per
valutare il tipo di incontinenza e quindi per la successiva pianificazione terapeutica.
L'esame urodinamico (indicato
in caso di correzione chirurgica) permetterà di comprendere la dinamica minzionale, la
funzionalità sfinterica ed infine
di classificare definitivamente le
perdite urinarie.
Alla fine del percorso diagnostico potrà essere definito un piano terapeutico adeguato e mirato alla
specifica alterazione da correggere.
TERAPIA
La terapia dell'incontinenza urinaria prevede tre
possibili trattamenti: riabilitativo, farmacologico e
chirurgico, anche se oggi lo studio della dinamica
pelvica ed il miglioramento delle tecniche chirurgiche ha portato ad eseguire interventi veramente
miniinvasivi (rapidi tempi di intervento, scarse complicanze) a fronte di successi clinici che superano
l'80%.
La terapia riabilitativa prevede esercizi specifici associati ad elettrostimolazione che mirano a rinforzare
la muscolatura del pavimento pelvico e lo sfintere
urinario. Risulta utile nelle forme di incontinenza da
stress da deficit sfinterico intrinseco o nelle forme di
prolasso lieve che si giova di una tonificazione dei
muscoli pelvici. I risultati a lungo termine sono soddisfacenti anche se necessitano di periodici ritrattamenti.
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La terapia farmacologia (tolterodina, cloruro di trospio, ossibutinina, ecc.) è rivolta a trattare l'iperattività idiopatica del muscolo detrusore. In caso di
iperattività secondaria sarà necessario intervenire
sulla causa specifica (infezione urinaria, calcolo vescicale, neoplasia, ecc).
Sono stati approntati recentemente presidi farmacologici (duloxetina) utili nell'incontinenza da stress
con risultati soddisfacenti. Tale farmaco, riducendo il
riassorbimento selettivo di serotonina ed adrenalina,
MOD B.43 (111208)
ne aumenta la concentrazione con incremento del
tono e della capacità contrattile dello urinario sfintere esterno.
Il trattamento chirurgico si
avvale di interventi che hanno lo scopo di correggere
selettivamente l'alterazione
che ha determinato l'incontinenza urinaria: vanno da
trattamenti endoscopici (rinforzo dello sfintere urinario mediante iniezione periuretrale di varie sostanze) a quelli mini-invasivi (TVT, TOT, TOTSecure ecc) a trattamenti
chirurgici più complessi
con approccio addominale. La scelta del tipo di
trattamento dipende
dall'alterazione da correggere e dalle caratteristiche
della paziente.
Attualmente l'approccio chirurgico più utilizzato nel
trattamento dell'incontinenza da stress è la sospensione transotturatoria dell'uretra (T.O.T e T.O.T.Secure) per mezzo di una striscia di polipropilene di
circa 1,5 cm di larghezza
che viene fatta passare
bilateralmente attraverso
i due forami otturatori o
solo posizionata nel muscolo nel caso della
TOT-S, impiegando un
apposito ago e posizionata al di sotto dell'uretra
senza tensione attraverso una minima incisione vaginale.
È un intervento minimo, effettuabile in DH o al massimo con due
tre giorni di ricovero. Non sono
descritte complicazioni importanti e la percentuale di guarigione è
molto elevata (oltre l'80%).
INCONTINENZA
URINARIA
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b.43_incontinenza urinaria