024800-Newsletter_Fic_A4_08:024800-Newsletter FIC A4 12/06/2008 10.42 Pagina 1 03 Giugno 2008 Editoriale Scenario Walter Artibani Presidente Fondazione italiana continenza La Fondazione italiana continenza ha dato il proprio contributo in questi anni per la diffusione di informazioni su soluzioni, assistenza, presidi, prodotti. Sono stati affrontati vari temi legati all’incontinenza, da quelli relativi agli aspetti psicologici e culturali, a quelli più propriamente pratici. Un aspetto però resta fondamentale: la quotidianità delle persone che devono affrontare questo problema. Come è e come può essere la vita di chi soffre di incontinenza urinaria? L’attività lavorativa? Come cambiano le relazioni sociali? È dedicato proprio a questi aspetti il numero di Contenuti, con l’obiettivo di poter dare un contributo reale e un messaggio positivo. L’incontinenza è un problema che può essere affrontato e gestito. La qualità della vita può essere migliorata e tale miglioramento è un obiettivo che tutti oggi possono perseguire con strumenti concreti. I presidi per incontinenza offrono una gamma di soluzioni completa e soprattutto la possibilità di disporre di prodotti di qualità, che significa davvero scegliere il meglio per la propria vita. L’ultima pubblicazione della Fondazione, “Incontinenza urinaria. Qualità di Vita e ausili”, è proprio dedicata alle tipologie e varietà degli ausili oggi disponibili. Anche quando si parla di incontinenza non risolvibile, molto si può fare. Per questo, all’interno della newsletter, sono trattati i temi dell’accesso alle cure e dei costi di gestione dell’incontinenza: le procedure da seguire, le tipologie di richiesta, le strutture distributive dei presidi. A conclusione di questo numero, l’intervista a Fabio Raimondi, capitano della nazionale italiana di basket in carrozzina, che rappresenta un esempio positivo di determinazione e forza di volontà per tutti. Buona lettura! Qualità della vita e ausili Molti sono i progressi fatti nell’approccio ai problemi di incontinenza urinaria, ma molto si può ancora fare. Gli sforzi di tanti, tra i quali la Fondazione italiana continenza, sono stati importanti prima di tutto per far emergere il problema. L’incontinenza infatti è per sua natura un disturbo del quale poco si vuole parlare. Spesso è ancora un tabù e rimane dunque un vissuto personale, difficilmente dichiarato e quasi sempre sottovalutato. Soprattutto nelle forme lievi o come conseguenza di specifiche situazioni, ad esempio nel post-parto o dopo particolari interventi chirurgici, la tendenza diffusa è quella di sottostimare il disturbo o di rimandarne la soluzione. Per dare un’idea delle dimensioni del problema, l’incontinenza colpisce circa 200 milioni di persone in tutto il mondo e nel nostro Paese ben 4 milioni, circa il 7% degli italiani, raggiungendo punte del 10% fra gli ultracinquantenni. Un altro dato rilevante legato all’incontinenza è rappresentato dai “care givers”: in Italia circa il 5% delle famiglie ha un malato di incontinenza a carico. A seconda della tipologia e della gravità del disturbo, l’incontinenza può generare infatti situazioni di dipendenza parziale o totale dagli altri. Questi casi racchiudono ad esempio le situazioni nelle quali l’incontinenza è di tipo “non risolvibile” e causata da una particolare patologia. Si pensi ai bambini affetti da Spina Bifida, agli anziani colpiti da Alzheimer, alle persone disabili o con handicap di diversa natura, senza contare tutti i casi di “anziani fragili” e i pazienti non autosufficienti. Nel complesso si raggiunge così quasi il milione di persone. Anche in tutti questi casi tuttavia l’incontinenza urinaria deve e può essere gestita. Oggi esistono diversi tipi di presidi preposti alla gestione della patologia (ausili assorbenti, cateteri, sistemi di raccolta) in gamme ampie e diversificate per rispondere alle esigenze individuali. Ogni situazione deve essere studiata attentamente affinché si possa trovare la soluzione migliore e più adatta alle necessità specifiche della persona incontinente. Deve però anche essere possibile accedere a tutti gli ausili disponibili, anche quelli di ultima generazione, più moderni e funzionali. Una persona con un’incontinenza leggera e un tipo di vita molto dinamico avrà bisogno di un ausilio che sia facile e veloce da utilizzare, ma anche molto “discreto”. Diversamente una persona costretta a letto avrà necessità di un sistema che garantisca soprattutto un’elevata capacità assorbente o contenitiva, semplifichi l’assistenza da parte di altri e soprattutto non generi problemi alla cute o rischi per la salute del paziente. Tra le diverse modalità di intervento non ci sono però solo rimedi pratici. Il trattamento dell’incontinenza è molto spesso articolato e complementare e può comprendere la rieducazione vescicale, la riabilitazione, il trattamento farmacologico, la neuromodulazione, fino al trattamento chirurgico. Sia che si tratti di un’incontinenza temporanea sia che ci si trovi di fronte a casi di incontinenza grave e non risolvibile, ancora una volta la prevenzione risulta la strada vincente, insieme alla tempestività del trattamento. L’incontinenza urinaria è un disturbo curabile. Trattamenti e presidi riducono le difficoltà quotidiane e i problemi psicologici che spesso insorgono in questi casi, migliorando la qualità della vita. Se il problema viene affrontato per tempo, rivolgendosi immediatamente al proprio medico di base, nella maggior parte dei casi sono possibili progressi significativi. 024800-Newsletter_Fic_A4_08:024800-Newsletter FIC A4 12/06/2008 10.42 Pagina 2 03 Giugno 2008 I Progetti della Fondazione NUOVA PUBBLICAZIONE Consultabile online un’utile guida su ausili e qualità di vita Parlare di qualità della vita per chi deve ogni giorno affrontare i problemi legati a un’incontinenza grave può sembrare difficile. In realtà anche nelle situazioni non risolvibili, molto si può fare per gestire il problema. Nasce da questo primo assunto l’idea della Fondazione italiana continenza di dedicare proprio a questo tema il suo più recente lavoro editoriale, intitolato “Incontinenza urinaria. Qualità di Vita e ausili”. L’obiettivo è quello di fornire una panoramica della situazione italiana attuale, in funzione delle diverse forme di incontinenza, per informare rispetto alle tipologie e alla qualità degli ausili oggi disponibili sul mercato. La specificità di questa pubblicazione riguarda in particolare i casi in cui l’incontinenza non sia risolvibile diversamente. Vengono presentate le prevalenti forme di incontinenza, ma anche le esigenze e i bisogni concreti delle persone direttamente interessate e di chi se ne prende cura. L’opuscolo divulgativo offre una panoramica dettagliata e precisa sui metodi di prevenzione e sui rimedi possibili, risolutivi o attenuativi. Molto approfondito è il discorso sui supporti pratici in caso di perdite di urina o di disfunzioni dello svuotamento vescicale. Vengono dunque illustrati i diversi tipi di ausili, le loro funzioni specifiche e le modalità di utilizzo: i sistemi assorbenti, i cateteri per la ritenzione urinaria e sistemi di raccolta esterna delle urine. L’analisi degli ausili è volutamente approfondita proprio perché questa pubblicazione possa risultare una guida preziosa e pratica per tutti coloro che si trovano ad affrontare questi problemi. Sempre con la stessa finalità, nella pubblicazione viene affrontato anche il tema dell’accesso alle cure e ai presidi e quello dei costi di gestione dell’incontinenza, spesso nascosti o misconosciuti. Vengono dati utili consigli sull’iter migliore e i riferimenti normativi generali per l’accesso a diagnosi, terapie e ausili. Non meno importanti sono le notizie relative all’impatto economico e sociale dell’incontinenza per i malati e la collettività, con riferimento ai costi sociali della cattiva qualità dei presidi. Qualità della vita è anche e soprattutto qualità dei presidi a disposizione dei pazienti e dei “care givers”. La pubblicazione sarà scaricabile dal sito web della Fondazione. Ecco l’elenco delle pubblicazioni sull’argomento promosse dalla Fondazione italiana continenza e scaricabili dal sito www.contenuti-web.com “L’infermiere e l’incontinenza urinaria”, Antonella Biroli “L’incontinenza urinaria nella donna”, Claudio Simeone “L'incontinenza urinaria nell'uomo”, Antonella Biroli, Claudio Simeone, Salvatore Siracusano “L’incontinenza urinaria in età pediatrica”, Maria Laura Chiozza, Mario De Gennaro 024800-Newsletter_Fic_A4_08:024800-Newsletter FIC A4 12/06/2008 10.43 Pagina 3 03 Giugno 2008 Focus Incontinenza non risolvibile: come gestirla Esistono alcune forme di incontinenza non risolvibile. Si tratta di anziani fragili, persone con problemi neurologici o colpite da Alzheimer, pazienti con malattie croniche o altre disabilità. Anche in questi casi l’incontinenza, se pur grave, può e deve essere affrontata e gestita. I passi avanti fatti dalla ricerca scientifica, ma anche l’innovazione tra gli ausili, consentono oggi una qualità della vita migliore per le persone incontinenti e per chi presta loro assistenza. Le tipologie di ausili oggi disponibili offrono sicuramente più scelta e occorre sempre puntare sulla qualità dei prodotti, facendo una valutazione complessiva delle condizioni generali del singolo paziente, non limitandosi cioè a risolvere il problema in modo tecnicistico, ma guardando “in prospettiva” all’individuo e alle sue esigenze complessive. Alcuni ausili disponibili Gli ausili per incontinenza hanno quattro obiettivi principali: proteggere la pelle, proteggere gli indumenti, controllare i cattivi odori, migliorare la vita sociale. Per orientarsi nella scelta occorre tenere presente fattori individuali quali: sesso, età, patologie specifiche, tipologia, frequenza ed entità dell’incontinenza, condizioni della cute e condizioni generali del paziente, livello di autonomia, manualità, mobilità. Non da ultimo deve essere valutata la reperibilità del presidio e anche le modalità di smaltimento dopo l’utilizzo. L’ausilio “giusto” deve essere coerente con tutti questi fattori e non solo idoneo a svolgere la sua funzione tecnica. Gli ausili per l’incontinenza più diffusi si dividono in tre famiglie: • ausili assorbenti o pannolini, preposti ad assorbire le perdite • sistemi di raccolta esterna, volti a raccogliere le perdite in sacche esterne • ausili (cateteri) che rimediano a una incapacità di svuotamento vescicale, situazione non direttamente classificabile come incontinenza, ma che può indurre perdite di urina da “troppo pieno”, oltre che danneggiare il sistema urinario. Gli assorbenti devono garantire contemporaneamente la funzionalità tecnica (capacità di contenere, assorbire e tenere asciutta la pelle), ma anche il comfort e la praticità di utilizzo (facilità di applicazione e scarto). Esistono in varie forme e dimensioni, per meglio rispondere a tutti i fattori soggettivi e si dividono in: prodotti per incontinenza leggera, da indossare sotto la biancheria intima (salvaslip, sagomati per piccola incontinenza, salvagocce uomo), e prodotti per i problemi più importanti (pannoloni sagomati con mutandina a rete, pannoloni a mutandina, pull-ups elasticizzati, assorbenti a cintura) da indossare al posto della biancheria. La qualità di questi prodotti, intesa come capacità di rispondere a tutti i fattori individuali precedentemente elencati e non solo quale idoneità tecnica, è fondamentale per la “qualità di vita”. In questo senso, un notevole miglioramento sarebbe possibile se venisse riconosciuta una reale “libertà di scelta” per i pazienti e i loro “care givers”, oggi costretti a utilizzare dispositivi non sempre idonei alle loro esigenze individuali. Lo stesso discorso vale per i cateteri che vengono introdotti all’interno dell’organismo. I cateteri si dividono tra quelli “a permanenza” e quelli per il “cateterismo e autocateterismo intermittente”. Per tutti l’anallergicità e la qualità dei materiali (vanno evitati i cateteri in lattice puro non rivestito) è fondamentale anche per prevenire i possibili effetti indesiderati (sensibilizzazioni, ulcere, infezioni). Il catetere a permanenza, di calibro non eccessivo, deve essere collegato a una borsa o sacca di raccolta delle urine che garantisca un “sistema chiuso”, sicuro contro le contaminazioni esterne. I cateteri per cateterismo intermittente possono essere autolubrificati, con o senza annesso piccolo volume di liquido per l’attivazione della lubrificazione, oppure corredati di lubrificante. Possono essere anche di tipo “sterile” se per uso ospedaliero, o “No touch” cioè non sterile, ma dotato di guide per evitare il contatto diretto con le mani dell’utilizzatore. Alcuni possiedono già connessa una sacca di raccolta delle urine drenate. Qualità dei presidi e qualità della vita Uno degli aspetti fondamentali nei casi di incontinenza riguarda la qualità dei presidi e degli ausili. Soprattutto per chi è costretto da una forma grave di incontinenza a un utilizzo costante, la qualità dei prodotti significa qualità della vita da molti punti di vista: della salute fisica e del benessere psicologico, oltre che anche dell’aspetto economico. La cattiva qualità dei prodotti provoca infatti arrossamenti cutanei, irritazioni, infezioni e altre lesioni più gravi, costringendo al trattamento topico e all’assunzione di terapie farmacologiche. La necessità di sospendere temporaneamente l’utilizzo del presidio è causa di ulteriori problemi. Per chi ha comunque la possibilità di muoversi e condurre una vita attiva, questo significa uno stop forzato, una sospensione del proprio lavoro o degli impegni sociali, trasformando la cattiva qualità degli ausili in un elevato costo sociale sia a carico della persona sia a carico della comunità. Un altro fattore da non sottovalutare è la reperibilità dei presidi e l’accesso alle cure. Questi aspetti, che dovrebbero essere relativamente semplici, rappresentano a volte una criticità e comunque costituiscono un elemento da non sottovalutare in una gestione quotidiana dei problemi di incontinenza. presentare la richiesta alla propria ASL di residenza con un certificato rilasciato dal medico specialista, con la diagnosi, l’esame o la terapia richiesta. Nella maggior parte dei casi i trattamenti vengono svolti a livello ambulatoriale, ma possono esserci brevi ricoveri o soluzioni Day Hospital. Per i dispositivi, la prescrizione deve comprendere: generalità del paziente, diagnosi, descrizione generica dell’ausilio (con i nuovi LEA eventualmente anche marca e modello) e relativo codice di riferimento del “Nomenclatore”, programma terapeutico. Accesso ai prodotti in Italia L’accesso agli ausili per chi soffre di incontinenza urinaria per molti anni è stato regolato nel nostro Paese dal Decreto Ministeriale n. 332 del 27.08.1999, noto come Nomenclatore Tariffario. A fine aprile 2008, sono stati emanati dal Ministero della Salute i nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) tramite il DPCM 21.03.2008, che ha introdotto novità significative soprattutto in termini di maggior libertà di scelta, per il paziente e il medico, ma anche il principio della copartecipazione al costo, in alcuni casi e per alcuni dispositivi. Le novità normative sono comunque così recenti che occorrerà attendere per capire la loro effettiva portata. Resta comunque invariato l’iter da seguire per avere diritto ai trattamenti diagnostici e riabilitativi dell’incontinenza urinaria: è necessario • prescrizione: a cura del medico specialista • autorizzazione: ASL di residenza • fornitura: distribuzione • controllo: a cura del medico specialista Il percorso di erogazione dell’ausilio prevede quindi quattro fasi: Il ritiro dei prodotti può avvenire nella struttura della propria ASL (distribuzione diretta) o presso le strutture autorizzate, farmacie o sanitarie (distribuzione indiretta) e, per i casi standard, è previsto con scadenza trimestrale, mentre ogni anno è richiesto il rinnovo della prescrizione a cura del medico specialista. In ogni caso, a seguito della decentralizzazione della Sanità, è sempre raccomandabile verificare presso la propria ASL le norme locali o regionali, che possono essere di maggior favore per il paziente (maggiori quantità, rimborsi più alti), ma mai peggiorative rispetto a quanto previsto a livello nazionale. 024800-Newsletter_Fic_A4_08:024800-Newsletter FIC A4 12/06/2008 10.43 Pagina 4 03 Giugno 2008 La parola a... Fabio Raimondi della Nazionale di basket in carrozzina La qualità dei prodotti determina la qualità della vita? Assolutamente sì. Utilizzare i prodotti giusti significa limitare il più possibile i disagi e soprattutto per chi ha una vita come la mia, significa non doversi fermare, perdere giorni di allenamento preziosi. Una volta ero costretto a smettere la mia attività e magari rinunciare a una partita, a una trasferta importante, vanificando tanti sforzi. Fabio Raimondi ha iniziato a giocare a basket a 16 anni e da quattro anni è capitano della Nazionale in carrozzina. Ha vinto quattro Campionati Italiani, tre Coppe Italia e una Coppa dei Campioni. Uno dei pochi italiani ad aver giocato in una squadra estera, attualmente ha 34 anni e milita nella GSD Porto Torres. Disabile dall’età di 11 anni, oltre a essere un giocatore professionista affermato, è un esempio di grande forza di volontà e di come sia possibile conciliare le proprie ambizioni con la disabilità. Fabio Raimondi durante un’azione di gioco Dal punto di vista dei presidi, ha notato un cambiamento negli anni? Sicuramente da qualche anno i prodotti a disposizione sono più numerosi e migliori. C’è oggi la possibilità di essere più informati, grazie anche a Internet. Noto però che le persone disabili sono spesso “monotone” nelle scelte. Continuano a utilizzare lo stesso prodotto anche se sono disponibili soluzioni migliori. Per quanto mi riguarda ho provato diversi tipi di catetere fino a trovare quello più adatto alle mie esigenze. Quali sono le caratteristiche importanti nella scelta di un prodotto? Utilizzando il catetere 5/6 volte al giorno la qualità del prodotto è fondamentale. I materiali, la praticità di utilizzo, la possibilità ad esempio di utilizzare solo acqua come lubrificante: tutti questi elementi fanno la differenza. In caso di prodotti di cattiva qualità i problemi sono molti, irritazioni, altri problemi fisici e comportano spesso dover ricorrere ad antibiotici che sono sempre debilitanti. Quali sono i consigli che può dare? Il mio consiglio è non accontentarsi. L’utilizzo del catetere non è un piacere ovviamente, ma non deve neanche essere vissuto come un’incombenza da risolvere “in fretta”. Un esempio che faccio spesso è che, se devo acquistare un prodotto di qualsiasi tipo, vado alla ricerca di quello migliore, “dell’ultimo modello”, non mi accontento. Lo stesso discorso vale a maggior ragione per la scelta di un prodotto per l’incontinenza. Qual è la ricetta per i suoi successi? Vivo la mia vita e la mia disabilità senza piangermi addosso, accettando la realtà con serenità. Cerco di dare sempre il massimo, di esprimermi al meglio. Il campo di gioco è un ambiente naturale per me nel quale mi sento a mio agio e che mi permette di provare emozioni forti e intense. La disabilità comporta diversi problemi tra i quali l’incontinenza. Come li affronta? Per una persona disabile i problemi di incontinenza sono una realtà quotidiana. Nella mia condizione devo utilizzare un catetere più volte al giorno e, essendo spesso in viaggio, il problema è spesso quello di avere a disposizione o comunque poter raggiungere un bagno. Un esempio molto concreto sono le trasferte in aereo. Con i prodotti in commercio oggi posso sentirmi tranquillo, utilizzando un catetere con sacca che permette di raccogliere le urine, di sigillarle e di eliminarle in seguito. 28 giugno 2008 - Giornata Nazionale dell’Incontinenza 29 - 31 maggio 2008 - Congresso Nazionale SIUD Catania, Italia - www.siud.org 22 - 28 settembre 2008 - Congresso del Centenario SIU Roma, Italia - www.siu.it 5 - 8 ottobre 2008 - Congresso Nazionale SIGO Torino, Italia - www.aogoi.it 8 - 11 ottobre 2008 - XV Congresso Nazionale AURO Giardini Naxos, Messina, Italia - www. auro.it 13 - 15 novembre 2008 - Congresso Nazionale AIUG Firenze, Italia - www.aiug.it 16 - 20 novembre 2008 - XXXVI Congresso Nazionale S.I.M.F.E.R. Roma, Italia - www.simfer.it