Infezioni nel paziente ematooncologico Valerio Del Bono Clinica Malattie Infettive, Università di Genova, Azienda ospedaliera S.Martino e cliniche universitarie convenzionate Fattori di rischio per infezioni nel paziente emato-oncologico • • • • • • Neutropenia Deficit dell’immunità cellulare Alterazione barriera muco-cutanea Uso di CVC e NPT Profilassi antibiotica Terapia antibiotica Neutropenia febbrile • Neutrofili < 500 µl • Febbre > 38,3° oppure >38° per > 1 h • Terapia empirica: con cosa iniziare? Terapia basata sul rischio infettivo Grado di rischio clinica interventi alto Neutropenia > 14gg. BMT o AL, instabilità clinica, comorbidità Terapia ev ospedaliera medio Neutropenia 7-14 gg, comorbidità minime, risposta precoce a terapia Terapia iniziale ev quindi os basso Neutropenia < 7 gg. Tumori solidi in CHT convenzionale, no comorbidità, stabile Terapia domiciliare os Rolston, CID 1999, 29:512-521 Score >20 = <10% di rischio infettivo Neutropenia febbrile Alto rischio Basso rischio Terapia orale Terapia e.v. Amoxi-clavulanico + chinolonico Monoterapia Ceftazidime, cefepime, pip-tazo, carbapenemico Tp di associazione + aminoglicoside +/glicopeptide Rivalutazione dopo 3-5 gg • Terapia di combinazione o monoterapia? • Inserire glicopeptide o no? • Non superiorità di terapia di combinazione vs monoterapia (carbapenemico, tazobactampiperacillina o cefalosporina anti pseudomonas) • Dati contrastanti su cefepime • Utilizzare “con giudizio” carbapenemico • Inserire vancomicina (o glicopeptide) solo se presenti fattori di rischio per gram + • Non utilizzare chinolonico in monoterapia Febbre dopo 3-5 gg Nessun isolamento Pz stabile Continua tp Instabilità clinica FR per infezione batterica Cambia antibiotico Risoluzione neutropenia non imminente Antifungino +/-tp antibiotica • Considerare antifungino • Se possibile aggressività diagnostica • Attenzione: febbre non sempre sinonimo di infezioni batteriche (drug fever, iniziale immunoricostituzione, infezioni virali) Problemi aperti • Diagnosi – marker surrogati • Profilassi Livelli di procalcitonina in pz ematooncologici (n.53) Pz con polmonite 0.22 ng/ml Pz con FUO 0.22 ng/ml Pz con febbre non infettiva 0.20 ng/ml Pz con sepsi batterica 1.8 ng/ml M. von Lilienfeld-Toal et al, Eur J Clin Microbiol Infect dis, 2004 Problemi aperti • Diagnosi – marker surrogati • Profilassi Profilassi? • OK, ma selezionando accuratamente i pazienti e conoscendo bene rischi e benefici (meno episodi febbrili, scarso impatto su mortalità, possibilità di generare resistenze) Paziente emato-oncologico non neutropenico • Pazienti inizialmente non critici ¾ CHT con analoghi nucleosidici (fludarabina) o con Ab monoclonali (alemtuzumab) Æ alterazione risposta T-cellulare Æ Listeria monocytogenes, Pneumocystis jirovecii, CMV ¾ Riattivazione di infezioni latenti (TBC, HBV) ¾ Patologie emergenti (HHV6, HHV8, WNV) Caso clinico • Uomo, 73 aa • APR: pleurite specifica dx a 23 aa • 2002 LNH Æ CHT con CHOP Æ remissione completa di malattia • 1 mese dopo termine ciclo febbre elevata, formazione flemmonosa emitorace dx • Æ fistolizzazione Æ M.tuberculosis hominis Considerazioni finali • Trattamento della neutropenia febbrile abbastanza consolidato • Necessità di diagnosi rapida anche con metodi indiretti • Profilassi: sì, ma….. • Approccio diagnostico aggressivo • Considerare patologie emergenti e riemergenti • Pazienti fragili da non perdere per infezioni