La partecipazione delle
donne al mercato del lavoro
La divisione sessuale del lavoro
La divisione sessuale del lavoro è un
universale culturale
Certi compiti, in certe società, sono considerati propri
degli uomini, in altre vengono invece ritenuti come più
appropriati alle donne
Vi sono però compiti che vengono svolti quasi
unicamente dagli uomini. E altri che spettano quasi
sempre alle donne
Ci sono tre ipotesi sulla divisione sessuale del lavoro:
• maggiore forza fisica degli uomini
• compatibilità con l’allevamento dei bambini: le donne
svolgono quei compiti che si possono conciliare con
l’allattamento e la cura dei figli
• spendibilità riproduttiva: gli uomini svolgono i compiti più
pericolosi, perché ai fini riproduttivi sono più sacrificabili
delle donne
relazione con lo status delle donne:
Concetto multidimensionale, che comprende diversi aspetti,
quali:
•
•
•
•
il controllo sulle risorse economiche,
il potere politico,
l’autonomia personale,
il grado di deferenza dovuto agli uomini, ecc.
L’uso del tempo
Fonte: Eurofound, Familiy life and work
Fonte: Istat, La divisione dei ruoli nelle coppie
Donne
• lavorano in media di più degli uomini
• occupano un maggior numero di ore nelle varie forme del
lavoro non retribuito, soprattutto nelle attività di cura
• hanno meno tempo da impiegare per le cure personali e il
tempo libero
Uomini
• lavorano in media di meno
• occupano un maggior numero di ore nel lavoro retribuito
• hanno più tempo libero
Il problema (femminile)
della conciliazione lavoro-vita
Dipende da molteplici fattori, tra cui:
• Istituzionali (politiche per la famiglia, sostegno della famiglia
allargata, della comunità)
• Culturali (divisione del lavoro per la famiglia)
• Strutturali (caratteristiche del mercato del lavoro e
organizzazione orari di lavoro)
• Economici (standard di vita, possibilità/disponibilità alla
«commercializzazione della vita intima»)
Da cui derivano le più diverse strategie:
• Non partecipazione (inattività)
• Basso impegno nel lavoro per il mercato (part-time, impegno
discontinuo, lavori atipici)
• Impegno – particolari settori/professioni
• Impegno – particolare organizzazione dell’orario, ecc.
Attività e inattività
Part-time e occupazioni instabili
Occupazioni part-time
La segregazione
Segregazione orizzontale: riguarda la distribuzione nei
diversi settori economici, nelle professioni, nei mestieri
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Segregazione verticale: riguarda la collocazione nella
gerarchia professionale
Tetto di cristallo
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Le spiegazioni
Tra le spiegazioni del perché le donne abbiano tassi di
attività più bassi, svolgano occupazioni meno qualificate e
guadagnino meno degli uomini:
teoria del capitale umano
teoria della socializzazione di genere
teoria della discriminazione statistica
teoria delle barriere
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Teoria del capitale umano
Gli individui compiono scelte razionali dal punto di vista
economico: le donne fortemente orientate verso la famiglia, si
aspettano di lasciare il lavoro quando diventano madri. Per tale
ragione:
non investono in quella formazione che permette di far
carriera
scelgono occupazioni che consentono una certa flessibilità,
possono essere svolte in modo intermittente, non richiedono
lavori straordinari e imprevisti, lunghi viaggi e una forte mobilità
geografica
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Teoria della socializzazione di genere
Le donne sono orientate più verso la famiglia, perché dalla
nascita in poi, negli anni dell’infanzia e dell’adolescenza, la
famiglia, il gruppo dei pari, la scuola e i mezzi di
comunicazione di massa insegnano loro il modo
appropriato di parlare, di vestirsi, di passare il tempo e
suggeriscono le aspirazioni scolastiche e professionali più
adatte.
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Teoria delle barriere
Vi sono delle barriere formali di accesso alle professioni e
alle scuole che forniscono i titoli per accedere a tali
professioni. Barriere che riducono le opportunità di cui
dispongono le donne di scegliere il lavoro che
preferiscono.
Teoria della discriminazione statistica
Gli imprenditori trattano gli individui sulla base delle proprie
credenze riguardo all’intera categoria, a cui questi
appartengono.
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• Socializzazione di genere (a seconda dei contesti e dei
periodi storici)
• Iniqua divisione del lavoro per la famiglia
• Mancanza/inadeguatezza di servizi, politiche delle
imprese per la conciliazione
• Minore disponibilità delle donne a straordinari, orari destrutturati, variabili, imprevedibili, all’overtime, alla
mobilità geografica, ecc.
Strumenti e politiche per il
work-life balance
Politiche family friendly a livello
aziendale
Evoluzione degli orari di lavoro…
Orario medio settimanale dei lavoratori full-time
44,0
43,0
43,1
43,0
43,1
43,1
42,9
42,7
42,6
42,4
42,5
39,8
39,7
39,6
39,6
42,8
42,9
39,7
39,8
42,0
41,0
40,0
40,1
40,0
40,1
40,0
40,0
39,0
1995
1996
1997
1998
1999
Donne
2000
2001
2002
Uomini
2003
2004
2005
De-strutturazione e flessibilizzazione degli orari
turni
orari inusuali
overtime
ore di straordinario
schemi orari atipici
alta variabilità (etero-diretta)
accorciamento delle pause
In generale
il tempo dedicato al lavoro rafforza la sua presa sulla
gestione complessiva dei tempi dell’individuo, mostrando
spesso un’attitudine assolutistica e dispotica.
«intensificazione del lavoro»
Quali strategie di conciliazione lavoro-vita?
Commercializzazione
della vita intima
Iniqua partecipazione al
mercato del lavoro
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