Francesca Bergamante
La conciliazione attraverso lo
strumento della riorganizzazione
dei tempi di lavoro in Europa e in
Italia.
Espanet Conference
“Innovare il welfare. Percorsi di
trasformazione in Italia e in Europa”
Milano, 29 Settembre — 1 Ottobre 2011
Obiettivi e struttura del contributo
OBIETTIVO
Studiare nel contesto europeo l’organizzazione dei tempi di
lavoro al fine di evidenziarne il contributo alle politiche di
conciliazione/condivisione
 MODI E TEMPI DI LAVORO NEI PAESI DELL’UE
 Relazione orari e conciliazione
 Struttura dei tempi di lavoro
 La determinazione degli orari
 I permessi lavorativi
STRUTTURA
 ALCUNE SPECIFICITÀ DEL CASO ITALIANO
 Il part-time
 I permessi lavorativi
 Il telelavoro
 RIFLESSIONI CONCLUSIVE
Il contesto
LA FLESSIBILITÀ DEGLI ORARI DI LAVORO È GENERALMENTE CONSIDERATA
UNA DELLE DIMENSIONI DELLE POLITICHE DI CONCILIAZIONE
Il tema della flessibilità dell’orario di lavoro, è presente anche nelle Employment
Guidelines e, in particolare nella Linea guida 21 “Promote flexibility with
employment security and reduce labour market segmentation, having due regards
to the role of the social partners”.
Tra gli Stati membri europei si evidenziano differenze consistenti per:
• flessibilità nella durata dell’orario di lavoro (part-time, lavoro straordinario e orario
lungo)
• flessibilità nell’organizzazione dell’orario di lavoro (orari flessibili in entrata e in
uscita, banca delle ore, telelavoro)
IN PARTICOLARE
Tra i paesi europei sono molto diverse le quote di donne che lavorano con un orario ridotto e
variabili le motivazioni alla base del lavoro part-time:
 laddove è più diffuso maggiori risultano le percentuali di donne che volontariamente scelgono
di lavorare con un orario breve a causa delle responsabilità familiari;
 nei paesi in cui è ridotto l’utilizzo, è invece maggiore la quota di donne con un part-time
involontario.
Le analisi qui proposte sono relative alle caratteristiche dei tempi di lavoro di donne e uomini,
avendo come riferimento il concetto di condivisione
MODI E TEMPI DI LAVORO NEI PAESI DELL’UE
Occupati che dichiarano che gli orari di lavoro si conciliano non
molto bene o per niente bene con gli impegni familiari o sociali,
per genere, anni 2000 e 2010 (%).
45.0%
40.0%
35.0%
30.0%
ORARI DI
LAVORO E
CONCILIAZIONE
25.0%
20.0%
15.0%
10.0%
5.0%
Donne 2000
Donne 2010
Uomini 2000
Uomini 2010
Fonte: elaborazioni su dati European Foundation for the Improvement of living and Working Conditions - European Working Condition Survey, 2010
STRUTTURA
DEI TEMPI DI
LAVORO
45.0
Donne
42.0
FR
39.0
36.0
PT
EU27
FI
33.0
30.0
EL
SE
IT
EU15
LU BE
AT
UK
DK
DE
ES
IE
27.0
24.0
49.0
52.0
55.0
Numero medio di ore di lavoro a settimana
Numero medio di ore di lavoro a settimana
Occupati che lavorano con orari fissi e numero medio di ore di lavoro a settimana,
anno 2010
NL
58.0
61.0
64.0
67.0
70.0
Lavora con orario fisso di inizio e fine
45.0
73.0
FR
44.0
76.0
Uomini
43.0
42.0
41.0
UK
AT
LU
FI
BE
40.0
IE
SE
39.0
38.0
DE
EL
IT
EU15
ES PT
EU27
37.0
36.0
35.0
49.0
NL
DK
52.0
55.0
58.0
61.0
64.0
67.0
70.0
Lavora con orario fisso di inizio e fine
73.0
76.0
Fonte: elaborazioni su dati European Foundation for the Improvement of living and Working Conditions - European Working Condition Survey, 2010
Modalità con cui vengono stabiliti gli orari di lavoro per tipologia
contrattuale anno 2010 (%)
Stabiliti dalla società o scelti tra più fasce orarie
fisse
Employee:
Employee:
permanent
other
Selfcontract
arrangement employed Totale
BE
DK
DE
EL
ES
LA
FR
DETERMINAZIONE IE
DEGLI ORARI DI IT
LU
LAVORO
NL
AT
PT
FI
SE
UK
EU15
EU27
Adattabili o determinati dal lavoratore
Employee:
permanent
contract
Employee:
other
arrangement
Selfemployed
Totale
72,7
49,7
69,2
95,5
91,6
78,4
78,8
84,1
74,4
50,3
68,7
95,3
56,4
46,8
77,4
75,1
79,9
62,4
72,7
91,1
87,3
78,5
85,9
78,0
64,3
59,1
69,2
88,0
61,0
47,6
79,3
77,8
11,5
9,3
21,8
6,3
7,0
21,5
16,8
10,8
9,1
9,3
21,4
10,9
11,7
11,6
12,9
14,0
64,4
47,7
64,7
63,5
79,5
70,8
70,7
67,5
65,6
45,7
63,1
78,5
52,2
43,3
68,7
66,7
27,3
50,3
30,9
4,5
8,4
21,7
21,2
15,9
25,6
49,7
31,3
4,7
43,6
53,2
22,6
24,9
20,0
37,6
27,3
8,9
12,7
21,5
14,1
21,9
35,7
40,9
30,8
11,9
38,9
52,4
20,8
22,1
88,5
90,6
78,2
93,7
93,0
78,5
83,2
89,2
90,9
90,7
78,5
89,0
88,3
88,4
87,1
86,0
35,6
52,3
35,4
36,6
20,6
29,2
29,3
32,5
34,4
54,3
36,9
21,5
47,8
56,6
31,3
33,3
77,6
79,0
12,2
67,7
22,4
21,0
87,8
32,4
Fonte: elaborazioni su dati European Foundation for the Improvement of living and Working Conditions - European Working Condition Survey, 2010
Modalità con cui vengono stabiliti gli orari di lavoro per
raggruppamenti professionali, anno 2010 (%)
Raggruppamenti
professionali
LA
DETERMINAZIONE
DEGLI ORARI DI
LAVORO
Scelti tra più
Stabiliti
Determinati
fasce orarie Adattabili
dalla società
dal lavoratore
fisse
Totale
UE15
High-skilled clerical
High-skilled manual
Low-skilled clerical
Low-skilled manual
39,1
66,3
59,5
71,6
High-skilled clerical
High-skilled manual
Low-skilled clerical
Low-skilled manual
36,7
60,1
65,0
67,3
High-skilled clerical
High-skilled manual
Low-skilled clerical
Low-skilled manual
17,9
47,4
41,1
52,2
8,5
4,1
9,7
7,8
ITALIA
11,0
3,7
7,9
6,0
SVEZIA
5,0
0,0
8,3
4,8
24,4
8,0
19,6
10,6
28,0
21,7
11,2
10,0
100,0
100,0
100,0
100,0
10,2
7,8
12,9
16,0
42,1
28,4
14,2
10,7
100,0
100,0
100,0
100,0
53,8
23,3
36,5
36,5
23,2
29,4
14,1
6,5
100,0
100,0
100,0
100,0
Fonte: elaborazioni su dati European Foundation for the Improvement of living and Working Conditions - European Working Condition Survey, 2010
Occupati che dichiarano di avere difficoltà (abbastanza, molte) nel
prendere una o due ore di permesso durante l’orario di lavoro per
occuparsi di questioni personali o familiari, donne e uomini, anno 2010
(%).
55.0%
50.0%
45.0%
40.0%
I PERMESSI
DI LAVORO
35.0%
30.0%
25.0%
20.0%
15.0%
10.0%
Donne
Uomini
Totale
Fonte: elaborazioni su dati European Foundation for the Improvement of living and Working Conditions - European Working Condition Survey, 2010
ALCUNE SPECIFICITÀ DEL CASO ITALIANO
LE FONTI DATI
ISTAT
 Rilevazione continua sulle forze di lavoro - 2010
ISFOL
 Rilevazione sulle Imprese e Lavoratori (RIL) – 2007
Indagine periodica condotta su un campione rappresentativo di 24.450 imprese del settore privato extraagricolo. Il questionario raccoglie informazioni sulle caratteristiche di impresa, sull'organizzazione
aziendale, sulla composizione dei lavoratori e sulle caratteristiche delle relazione industriali, tra cui
l'incidenza della retribuzione integrativa e la presenza dei sindacati
 III Indagine sulla Qualità del Lavoro - 2010.
Indagine periodica condotta su un campione di 5.000 occupati di età superiore ai 16 anni che trae spunto dalle
“European survey on working conditions”, dell’European Foundation for the Improvement od Living and Working
Conditions.
 Participation Labour Unemployment Survey (Plus) - 2008
Rilevazione periodica su un campione di circa 40.000 individui dai 18 ai 64 anni. Il questionario è finalizzato a
raccogliere informazioni sulle caratteristiche dell’occupazione, della ricerca del lavoro, dell’istruzione e delle
scelte previdenziali.
Occupati a tempo parziale per genere e
ripartizione geografica, anni 2000 e 2010 (%)
Ripartizioni
geografiche
2000
Uomini
Donne
2010
Totale
Uomini
Donne
Totale
Nord-ovest
5,2
23,6
12,8
5,4
29,7
15,7
Nord-est
5,6
26,3
14,0
4,5
29,6
15,1
7,6
27,2
15,3
6,1
30,3
16,3
7,5
22,2
12,2
6,0
26,5
13,2
6,5
24,6
13,4
5,5
29,0
15,0
IL PART-TIME
DAL LATO
Centro
DELL’OFFERTA
Mezzogiorno
DI LAVORO
Italia
Fonte: elaborazioni su dati Istat – RTFL 2000 e RCFL 2010.
Nel 2010 l’incidenza del part-time involontario ha raggiunto in
Italia il 42,7% a fronte del 22,3% della media europea
Motivo principale per cui l'impresa utilizza il
contratto part-time per numero di addetti, anno
2007 (%)
80.0%
70.0%
60.0%
50.0%
40.0%
30.0%
IL PART-TIME
DAL LATO
DELLA
DOMANDA
20.0%
10.0%
0.0%
E’ un esigenza del
datore di lavoro
(ragioni
organizzative,
produttive,
stagionalità, ecc.)
E' richiesto dai
lavoratori
Perché la
produttività dei
lavoratori è migliore
Da 1 a 15
Da 16 a 50
51 e oltre
Fonte: elaborazioni su dati Isfol-RIL, 2007
Altro
Totale
Possibilità di usufruire di permessi durante l’orario di lavoro per genere,
anno 2010 (%)
Genere
Può decidere quando prendere un permesso
Totale
Uomo
I
PERMESSI
DI
LAVORO
Donna
Sì, con facilità
68,5
62,4
66,0
Sì, ma con difficoltà
26,3
31,0
28,2
5,3
6,6
5,8
100,0
100,0
100,0
No
Totale
Fonte: elaborazioni su dati Isfol – III Indagine sulla Qualità del Lavoro, 2010.
Possibilità di usufruire di permessi durante l’orario di lavoro per tipologia
contrattuale, anno 2010 (%)
Indipendenti
80.0
70.0
Dipendenti a tempo
indeterminato
60.0
50.0
40.0
Dipendenti a tempo
determinato
30.0
Collaboratori
20.0
Altro
10.0
0.0
Sì, con facilità
Sì, ma con difficoltà
Fonte: elaborazioni su dati Isfol – III Indagine sulla Qualità del Lavoro, 2010.
No
Totale
Occupati che dichiarano che la propria azienda prevede contratti di
telelavoro per numero di addetti, anno 2008 (%)
Numero di addetti
La sua azienda prevede
contratti di telelavoro
Fino a 15
No
Si
Non saprei
Totale
IL
TELELAVORO
91,3
3,0
5,7
100,0
Da 15 a 50
51 e oltre
89,6
3,6
6,9
100,0
Totale
85,4
6,3
8,3
100,0
88,9
4,3
6,9
100,0
Fonte: elaborazioni su dati Isfol-Plus, 2008
Attività lavorativa potenzialmente realizzabile con telelavoro per genere, 2008
(%)
45.0
40.0
35.0
30.0
25.0
20.0
15.0
10.0
5.0
44.0
41.2
37.5
32.9
28.3
Uomo
30.3
Donna
16.6
17.2
16.8
11.1
Meno del 25%
Tra il 25% e il 50%
Fonte: elaborazioni su dati Isfol-Plus, 2008
Tra il 51% e il 75%
Totale
12.3
11.6
Dal 76% in poi
Riflessioni conclusive
LE ANALISI HANNO MOSTRATO UN’ULTERIORE SEGMENTAZIONE DEL
MERCATO DEL LAVORO A SVANTAGGIO DELLE DONNE, ANCHE IN
RELAZIONE ALLA SEGREGAZIONE OCCUPAZIONALE.
SINTESI DELLE DIFFERENZE TRA I PAESI EUROPEI
Diffusione dei servizi per l’infanzia
 Welfare generoso
 Modelli organizzativi aziendali orientati
alla flessibilità degli orari
 Elevata partecipazione femminile al
mercato del lavoro
 Sostegno della condivisione
 Scarsa diffusione dei servizi per l’infanzia e
maggiore ricorso ad altre forme di childcare
 Welfare poco generoso
 Scarsa presenza di modelli organizzativi che
puntano sulla flessibilità degli orari
 Bassi tassi di attività e occupazione femminile
La componente femminile adatta modi e tempi
di lavoro alle necessità di conciliazione.
Riflessioni conclusive
L’ITALIA
La “flessibilità in emergenza”,
Si ricorre più facilmente ai permessi (ma non per chi ha forme contrattuali flessibili) come
surrogato di una bassa flessibilità degli orari di lavoro.
La dimensione aziendale
Nelle imprese con un elevato numero di lavoratori, infatti, risulta maggiormente possibile
l’incontro tra le esigenze di conciliazione dei dipendenti, grazie ad una diversa possibilità
di modulazione degli orari di lavoro.
La cultura organizzativa
I modelli organizzativi non sono orientati alla condivisione
Le caratteristiche del mercato del lavoro
La segregazione orizzontale e verticale rende più difficile per le donne usufruire della flessibilità
oraria. La flessibilità degli orari e dei modi di lavoro riguarda solo una parte degli occupati e solo
alcune forme contrattuali. I lavoratori “atipici” tra cui le donne sono maggiormente presenti poco
possono beneficiare degli strumenti di conciliazione.
AGGREGAZIONE DELLE PROFESSIONI
1) High-skilled clerical: Legislators, senior officials and
managers e Professionals
2) Low-skilled clerical: Technicians and associate professionals,
Clerks, Service workers and shop and market sales workers
3) High-skilled manual: Skilled agricultural and fishery workers,
Craft and related trades workers
4) Low-skilled manual: Plant and machine operators and
assemblers, Elementary occupations, Armed forces
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la determinazione degli orari di lavoro