Costituzione di una rete per l’innovazione metodologica nella produzione statistica Osservazioni e commenti Comitato metodologie 9 luglio 2010 Le indicazioni ricevute Il documento contenente la proposta per la costituzione della rete è stato inviato a diversi ricercatori nei settori di produzione per ricevere osservazioni, impressioni, indicazioni, commenti. In questa breve presentazione, abbiamo cercato di sintetizzare e classificare quanto ricevuto, in merito a: • le finalità della rete • il target e le modalità di partecipazione • il rapporto con la struttura gerarchica dell’Istituto • la sua organizzazione e le competenze delle varie strutture (comitato e centri di competenza) • le attività di pianificazione Finalità della rete Convergenza su finalità quali “comunicazione e scambio di informazioni, monitoraggio e condivisione di esperienze, risultati e strumenti”. Per alcuni, perplessità sul voler fare della rete uno “strumento operativo”. Livello “alto” di definizione delle strategie metodologiche (aumento dell’impiego di archivi statistici, riduzione del peso delle indagini, forte impiego di tecniche di stima per piccole aree, georeferenziazione e geocodifica). “Fra le fasi della produzione statistica potrebbe rientrare anche la fase di costruzione di data warehouse, o la fase di diffusione dei risultati: in questi casi si può far riferimento a “metodi” da innovare”, non necessariamente statistici.” Il target e le modalità di partecipazione Per alcuni, non c’è una chiara definizione di “statisticometodologo”: si suggerisce di concentrare l’attenzione sul termine “statistico”. Per altri, si suggerisce una “autodichiarazione” per la partecipazione: “si dovrebbe ipotizzare l’adozione di una soluzione del tipo micandido per i metodologi, così si potrebbe popolare la banca delle competenze – lato offerta”. Occorre inoltre “tener conto che possono esistere aree di supporto metodologico non statistiche che possono contribuire a liberare risorse fornendo supporto organizzativo”. Per quanto riguarda la partecipazione, questa dovrebbe essere “aperta a continui nuovi ingressi (e fuoruscite) di tutti gli statistici su base volontaria sempre, non solo inizialmente”. Il rapporto con la struttura gerarchica dell’Istituto Da più parti, sollevate preoccupazioni su conflitti di competenza tra la rete, da una parte, e le Direzioni di produzione, soprattutto in una situazione di risorse scarse. “Non è la rete che individua i settori in cui sia prioritario introdurre innovazione, trattandosi di una prerogativa delle Direzioni”. “La rete fornirà supporto, ma la guida metodologica sarà delle Direzioni, o viceversa?” Per ovviare a possibili conflitti, si suggeriscono strutture a matrice per gestire la partecipazione dei metodologi a più linee di attività. L’organizzazione della rete Per alcuni, non sono chiare le competenze attribuiti ai nodi (centrale e periferici) della rete. In particolare, questo è vero per i centri di competenza: “… non è chiaro il livello di dettaglio per la stratificazione dei centri, né se questa griglia dovrebbe essere integrata con altri criteri (area applicativa, tipologia di indagine”. “Esistono temi di ricerca metodologica non legati alla proceduralità d’indagine, ma al prodotto (ad esempio: metodi per sintesi complesse delle informazioni (numeri indici, serie storiche), e anche tipicamente trasversali (contabilità nazionale, per la referenziazione territoriale delle informazioni, per progettare sistemi informativi statistici multifonte tematici”. “Il GSBPM … è preferibile da un punto di vista descrittivo. Quando però il fine è l’individuazione di ambiti di ricerca può essere scelto come riferimento a condizione di utilizzarlo con una certa libertà”. Le attività di pianificazione “La pianificazione delle attività, incluse quelle di natura metodologica, avviene all’interno delle Direzioni in modo molto dinamico, nel senso che esigenze di intervento possono sorgere con continuità nel corso dell’anno. Cosa si intende esattamente per pianificazione delle attività? Una pianificazione ad un livello più alto rispetto a quella della pianificazione effettuata dalle Direzioni? Con quali priorità? Bisogna evitare di appesantire e/o complicare il processo di collaborazione dei ricercatori, che a volte segue canali anche (talvolta preferibilmente) informali. Per inciso, cosa si intende esattamente per Piano di utilizzo delle risorse metodologiche?”