N° 155 IL SUPPORTO NUTRIZIONALE ALL’INTERNO DEL PERCORSO DELLE CURE PALLIATIVE PEDIATRICHE Sara Fabris, Spilimbergo (PN) S. Fabris, M. Chinello, A. Bagolin, T. Frizzi, M. Minetto, R. Dall'Amico, L. De Zen PREMESSA: Seppur nei paesi industrializzati la principale causa di malnutrizione sia la sovralimentazione, non dobbiamo dimenticarci che i soggetti patologici rappresentano una popolazione ad altissimo rischio di malnutrizione per difetto. Le cause sono da ricercare nelle profonde alterazioni del metabolismo, dell’assetto ormonale e nella limitata capacità di assunzione o assimilazione del cibo; queste talvolta sono indotte dalla patologia stessa, in altri casi sono dovute a cause di origine iatrogena. I deficit nutrizionali non sono identificabili solo con il basso apporto calorico/proteico ma anche con la carenza di micronutrienti; questi ultimi sono indispensabili per la corretta crescita e sviluppo dei tessuti e inoltre possono modificare la prognosi e le tempistiche di guarigione influenzando la qualità di vita del soggetto nonché il costo sanitario per la gestione del singolo paziente. L’impatto nutrizionale nelle cure palliative pediatriche (CPP) non rappresenta solo un supporto fisiologico ma anche psicologico per il soggetto stesso e per i familiari, aspetto che potrebbe potenziare ulteriormente gli effetti benefici di tale intervento. SCOPO: Valutare lo stato nutrizionale e l’adeguatezza dell’alimentazione per poter intervenire prevenendo/correggendo eventuali carenze e scompensi attraverso una corretta educazione alimentare e l’eventuale supplementazione nutrizionale per os o via enterale. Il fine è di riequilibrare i parametri nutrizionali dei pazienti, rafforzare le conoscenze e migliorare la gestione dell’alimentazione da parte dei familiari aumentando le autonomie, le sicurezze e la qualità di vita del soggetto. METODI: E’ stata inserita la figura della dietista all’interno dell’equipe CPP ed è stato elaborato un protocollo di indagine e monitoraggio nutrizionale atto a evidenziare e prevenire carenze dietetiche. Il protocollo prevede la valutazione dei seguenti parametri: - nutrizionali (recall 24 ore o schema nutrizionale in atto per pazienti in NE) - antropometrici (peso, cc cranio se<36mesi , lunghezza/altezza, plica …..) - biochimici (emocromo, calcio, fosfato inorganico, ferro, ferritina, % saturazione transferrina, vit.D, acido folico, colesterolo tot, Hdl e Ldl, trigliceridi, albumina, creatinina, AST, ALT, GGT) RISULTATI: Da ottobre 2014 a maggio 2015 sono stati reclutati 14 pazienti ottenendo i seguenti risultati: - valutazione dati nutrizionali: molto spesso è stata rilevata una discrepanza tra fabbisogno calorico e introiti effettivi; inoltre spesso la qualità alimentare non è risultata idonea dal punto di vista qualitativo (errore nella formula di NE oppure limitata assunzione di frutta e verdure, abuso di grassi nei soggetti meno complicati, dato paragonabile alla media della popolazione sana); a seguito del monitoraggio periodico è stato possibile aggiustare puntualmente i protocolli alimentari in base ai fabbisogni relativi all’età; - valutazione dati antropometrici: la maggior parte dei soggetti valutati presenta un ritardo della crescita. - valutazione dati biochimici: sono state riscontrati molto spesso carenze nutrizionali in particolare di Ferro e Vitamina D; CONCLUSIONI: L’introduzione della figura della dietista ha permesso di prevenire e correggere situazioni nutrizionali con implicazione sul decorso patologico e/o di sviluppo del soggetto. L’intervento nutrizionale è stato richiesto nella quasi totalità dei casi analizzati. Il contatto di questa nuova figura con la famiglia ha inoltre rafforzato le autonomie dei genitori supportandoli nella gestione di un aspetto molto impattante nella quotidianità quale l’alimentazione. Nei prossimi mesi l’obiettivo sarà di aumentare la numerosità dei casi seguiti e migliorare il protocollo in atto implementando la valutazione iniziale con nuovi dati (plica tricipitale, valutazione bioimpedenziometrica per analisi idratazione, inserimento nuovi valori biochimici Retinol Binding Protein, fosfatasi alcalina) e impostando dei precisi criteri per il monitoraggio. **(città di provenienza autori Pordenone)