CORSO DI FORMAZIONE PER IMPRENDITORI DEL SETTORE CARNI E LORO COLLABORATORI 1 2 PRESENTAZIONE La Camera di Commercio ha accolto con favore la proposta avanzata dall’ASCOM Confcommercio della provincia di Napoli per la realizzazione del corso di formazione per imprenditori del settore Carni e loro collaboratori. Infatti il settore della carne è in piena evoluzione tecnologica e la manipolazione della carne ha bisogno di un continuo aggiornamento degli addetti del settore. Pertanto, attraverso questo Corso di Formazione, con i Veterinari per la parte teorica e operatori dell’Industria e del Commercio per la parte pratica, sicuramente si potrà dire che la sicurezza del consumatore ha fatto un ulteriore passo in avanti. Cav. del Lav. Gaetano COLA Il Presidente della Camera di Commercio I.A.A. 3 4 PRESENTAZIONE La sicurezza del consumatore impone, oggi, una particolare attenzione nella immissione in commercio, dei prodotti alimentari a garanzia della salute pubblica. Di qui la necessità di un costante aggiornamento degli operatori nei tre passaggi fondamentali, produzione, distribuzione, consumo, sulle esigenze sanitarie e sulle innovazioni tecniche nella manipolazione, così come necessita la formazione di nuove leve di operatori per lo sviluppo economico del settore alimentare. “Consumatore sicuro” dice il Prof. Giorgio castellani, dell’Università Federico II di Napoli. Ebbene questo “opuscolo” che vi offriamo, promosso dall’A.P.E.M. (Associazione Provinciale Esercenti Macellai). È la guida per chi vuol “consumare tranquillo” garantito da informazioni, curiosità e ricette. Qualità e gusto è la nostra insegna che conquista il cliente ed in particolare il buongustaio raffinato o il velocista del fast food. Una formula vincente al servizio della massaia, l’arista di maiale, il ragù, il capretto, il coniglio e il pollo. “Al di là di ogni fanatismo concettuale, del terrorismo isterico o delle “mode alimentari”, la carne è, e resta per l’uomo, la fonte proteica più congeniale, per la pecularietà della composizione aminoacida, per la facile digeribilità e per la gratificazione gastronomica”. La realizzazione di questo opuscolo è la sintesi di un lavoro svolto durante lo svolgimento del progetto di aggiornamento degli operatori del settore Carni. Al suddetto progetto hanno collaborato i veterinari dell’A.S.L. NA 1 e alcuni maestri macellai della provincia di Napoli. I Veterinari hanno spiegato la parte teorica, illustrando temi sanitari di grande rilievo, tra i quali uno dei più importanti è il comportamento che si deve assumere durante l’acquisto e la conservazione degli alimenti. Tale condotta interessa sia i produttori che i consumatori. Per i produttori l’aggiornamento è stata una grande esperienza, sui nuovi metodi di preparazione dei prodotti pronti a cuocere e/o cotti e sugli aspetti sanitari ad essi collegati, nell’opuscolo i consumatori troveranno anche alcuni consigli utili a tutela della loro salute. Pertanto, l’A.P.E.M. si ritiene soddisfatta di aver promosso il predetto progetto, e compiaciuta che la Camera di Commercio lo abbia finanziato. Allora, appuntamento in macelleria. Ciro FIOLA Presidente A.P.E.M. 5 6 I CONSIGLI DEL VETERINARIO A CURA DEI DOTTORI: Giovanni Varcasia e Carla Santoiannj Il veterinario….. perché? Forse non tutti sanno che, se non si è vegetariani o vegani, si incontra un veterinario circa 3 volte al giorno! Quando ? Mentre si mangia a colazione, pranzo e cena! L’alimento di origine animale che stai mangiando è stato controllato da un veterinario. L’animale da cui esso deriva è stato controllato da un veterinario. L’operatore dal quale hai acquistato quell’alimento è stato controllato da un veterinario. Tutto a tutela della tua salute! Ma perché i controlli svolti non siano vani occorre che tu consumatore riceva alcune indicazioni utili: INDICAZIONI GENERALI: 1) 2) 3) 4) acquista gli alimenti solo da canali o in esercizi autorizzati. Pretendi sempre e comunque la massima igiene dei prodotti acquistati Controlla l’etichetta dei prodotti confezionati Rivolgersi con fiducia ai Servizi Veterinari del Dipartimento di Prevenzione dell’A.S.L. per ogni informazione, dettaglio o segnalazione. INDICAZIONI SPECIFICHE PER LE CARNI E I PRODOTTI A BASE DI CARNE: prima di tutto, cosa puoi acquistare dal macellaio? CARNE: bovina, suina, ovina, caprina, solipedi domestici (equini), volatili (pollo, tacchino, faraona, oca…) e lagomorfi (coniglio e lepre), in pezzi, a fette o macinata. FRATTAGLIE: cuore, fegato, reni, ma anche trippa ed interiora. PRODOTTI A BASE DI CARNE: salsicce, involtini, spiedini, etc…. Ed ora i consigli: 7 1) Maria entra in macelleria con le borse già piene di spesa fatta. Si intravedono in prospettiva gli altri negozi che si lascia alle spalle. Didascalia: Compra la carne sempre per ultima così che non diventi calda mentre fai i tuoi acquisti. 8 2) Maria è in macelleria davanti al banco e chiede al negoziante di spostare un pezzo di carne perché copre il cartello con i dati relativi alla tracciabilità Fumetto Maria: Mi scusi, ma non riesco a leggere chiaramente il cartello della tracciabilità. Il macellaio lo prende e lo mette bene in evidenza (primo piano del cartello che riporta le seguenti informazioni: bovino di razza: chianina; nato in: Italia; allevato in: Italia; macellato in: Italia) Didascalia: Le macellerie hanno l’obbligo di esporre i dati relativi alla tracciabilità della carne macellata per conoscere la sua provenienza. 9 3) Maria è a casa, in cucina, poggia sul tavolo le borse della spesa ed estrae la carne che ha acquistato. Didascalia: Se vuoi congelare la carne o i prodotti che la contengono FALLO SUBITO! 10 4) Maria si lava le mani, divide la carne in piccole porzioni e la ripone negli appositi sacchetti per il congelamento degli alimenti e li mette nel congelatore. Didascalia: Dividi sempre la carne in piccole porzioni e chiudila negli appositi sacchetti per il congelamento degli alimenti. Ricorda: nel congelatore la carne deve raggiungere la temperatura a cuore di -18°C nel minor tempo possibile, per questo è preferibile dividerla in piccole porzioni. 11 5) Maria guarda la data di scadenza di una confezione che ha acquistato e cerca sull’elenco telefonico il numero dei Servizi Veterinari del Dipartimento di Prevenzione dell’A.S.L. e telefona. Fumetto Maria: Buon giorno, ho acquistato una confezione di carne che scade oggi, posso mangiarla? Fumetto voce al telefono: Se è stato ben sigillato e ben conservato sì. Fa bene a controllare sempre le etichette, è una corretta abitudine, buon giorno. 12 6) Maria prende tre fette di carne che aveva messo da parte precedentemente, le avvolge nella pellicola e le ripone in frigo. Fumetto di Maria che dice alla figlia: Queste fette le cucino per cena, quindi non c’è bisogno che le congeli. Didascalia: Se non hai intenzione di congelare la carne conservala in frigo ad una temperatura massima di 4°C e consumala entro 48-72 ore. 13 7) La sera Maria è a tavola con il marito e la figlia. Dopo cena l’uomo si alza e va al congelatore per ricongelare la carne avanzata dalla cena. Maria gli toglie il piatto di mano e gli dice di non farlo. Didascalia: È buona norma non ricongleare gli alimenti scongelati e consumarli nel più breve tempo possibile. 14 8) Dopo cena la figlia di Maria sta per riporre in forno un piatto con una pietanza avanzata da poter consumare il giorno seguente. La mamma le dice di no perché gli alimenti vanno sempre tenuti in frigo. Didascalia: Per una buona conservazione degli alimenti riponili sempre in frigo, anche per poche ore. 15 9) La figlia vuole aiutare la mamma a riporre la carne avanzata in frigo e sta per metterla nello stesso vassoio che l’aveva contenuta cruda, ma anche questa volta Maria dice di non farlo. Didascalia: Non usare mai per gli alimenti cotti gli stessi utensili o supporti che l’hanno contenuti crudi, rischi di contaminare gli alimenti cotti con i germi contenuti in quelli crudi. 16 10) Questo disegno raffigura salsicce, hamburger, carne macinata e involtini di carne con su scritto: ALIMENTI FACILMENTE DEPERIBILI. Didascalia: Ricorda che alcuni prodotti sono più deperibili di altri, cerca di consumarli nel più breve tempo possibile. 17 11) Maria pone in due differenti piatti del pesce e del pollo Didascalia: La carne di pollo è facilmente deperibile come il pesce, ricorda di consumarla nel più breve tempo possibile. 18 12) Maria è intenta a preparare un pezzo di roast beef e lo pone in forno. Dopo un pò riapre la porticina e conficca l’apposito termostato (ben evidenziato) nel pezzo di carne per controllare la temperatura interna. Didascalia: Cuoci sempre bene gli alimenti. 19 13) Questo disegno raffigura la temperatura del frigo che segna 10°C ed un forno con temperatura superiore ai 60°C. Didascalia: Difendi le tue gustose pietanze dall’attacco dei germi con il freddo (a temperature inferiori ai 10°C) o con il caldo (a temperature superiori ai 60°C). 20 CORSO DI FORMAZIONE PER IMPRENDITORI DEL SETTORE CARNI E LORO COLLABORATORI 1 15) Maria ripone in frigo la verdura, il formaggio e la frutta stando attenta a posarla negli appositi scomparti consigliati dal manuale. (si vede il manuale aperto alla pagina che consiglia come conservare gli alimenti). Didascalia: Gli alimenti vanno sempre coperti per isolarli dall’ambiente esterno e riposti negli appositi scomparti del frigo. 22 LE RAZZE BOVINE ITALIANE Chianina Marchigiana Romagnola Marremmana Podolica 23 LA RAZZA CHIANINA Tra le razze bovine tutelate dal Consorzio la Chianina è forse quella che gode oggi di un’immagine più nobile ed affermata grazie anche alla fama che si è saputa conquistare con il mito gastronomico della “fiorentina”. Derivato secondo alcuni dal Bos Primigenius (quello raffigurato nei graffiti delle caverne preistoriche) di cui conserva ancora tracce dell’antica “groppa”, il bove chianino era molto apprezzato già dagli Etruschi e dai Romani che per il suo candido manto lo usavano nei cortei trionfali e per i sacrifici alle divinità (come troviamo descritti dai georgici e dai poeti latini e raffigurato in bronzetti e bassorilievi romani tra cui quello celebre dell’Arco di Tito nel Foro imperiale). Il bove chianino, riconoscibile dal manto bianco-porcellana, dalla pigmentazione del musello e della lingua, dalla testa leggera ed elegante con corna brevi, dal tronco lungo e cilindrico con dorso e lombi larghi e dagli arti più lunghi che nelle altre razze, è il bovino più grande del mondo (il record assoluto di un bovino è detenuto dal notissimo “Donetto” un toro chianino che all’età di 8 anni raggiunse i 1.750 kg!). Dopo 22 secoli di allevamento nella media valle del Tevere e della Val di Chiana, la razza Chianina è diffusa oggi nelle colline e pianure comprese tra Arezzo, Siena, Pisa, Perugia e Rieti. Nel secondo dopoguerra, grazie alla grande facilità di adattamento ad ambienti diversi, la Chianina è diventata una razza “cosmopolita”, varcando i confini nazionali per raggiungere l’Asia, la Cina, la Russia, l’Australia e le due Americhe. Utilizzata un tempo soprattutto per il lavoro nelle campagne, la Chianina è considerata oggi uno dei più pregiati produttori di carne nel mondo. 24 LA RAZZA MARCHIGIANA Ricoperto da un pelo corto, bianco e liscio, con sfumature grigie sulle spalle l’avambraccio e le occhiature, il bovino Marchigiano si riconosce per la cute pigmentata la testa possente ma leggera, il collo corto, gibboso nei maschi, con giogaia, ridotta e losviluppo armonico delle varie regioni somatiche. La storia della razza Marchigiana, come la conosciamo oggi, inizia in realtà verso la metà del XIX secolo quando gli allevatori marchigiani incrociarono il bovino podolico autoctono (derivato dal “Bovino dalle grandi corna” giunto in Italia nel VI secolo d.C.) con tori chianini per ottenere una razza con maggior attitudine al lavoro e alla produzione di carne. L’effetto di questo incrocio fu una trasformazione evidente del bovino: miglior sviluppo muscolare, mantello più chiaro, corna più corte e testa più leggera. Dopo un ulteriore incrocio con la razza Romagnola agli inizi del XX secolo, per abbassare la statura e rendere la razza adatta al lavoro dei campi, la Marchigiana assunse i caratteri attuali. Ottima produttrice di carne, sia in termini di resa al macello che di qualità delle carni (leggermente rosate e con grana fine), la Marchigiana viene oggi allevata in tutta l’Italia centrale, con punte di diffusione in Campania, Sicilia e all’estero (soprattutto Canada, USA e America Latina.). L’ottima capacità di adattamento ne fa un bovino ideale per il pascolo in terreni difficili, e quindi un veicolo di recupero e valorizzazione economica dei cosiddetti “terreni marginali”. 25 LA RAZZA ROMAGNOLA La storia della razza Romagnola vanta origini antichissime se, come ormai sembra accertato, deriva dal Bos Taurus Macrocerus (Uro dalle grandi corna) un bovino originario delle grandi steppe dell’Europa CentroOrientale da cui sarebbero derivate diverse razze simili per costituzione, tipo, mantello, forma della testa e degli arti. L’arrivo in Italia dei bovini antenati della attuale Romagnola è databile intorno al IV secolo d.C. con l’invasione dei Longobardi guidati da Agilulfo. Lo stabilirsi nelle regioni della Romagna delle popolazioni al seguito dell’esercito e l’adattamento all’ambiente italico dei bovini portati dai Longobardi, condusse al bovino Romagnolo che conosciamo oggi, il cui allevamento è diffuso nelle provincie di Forlì, Bologna, Ravenna e Pesaro. Riconoscibile dal mantello grigio-chiaro tendente al bianco, particolarmente nelle femmine, con sfumature grigie in diverse regioni del corpo, il bovino Romagnolo può vantare un notevole sviluppo muscolare, un’ottima conformazione del bacino ed una spiccata robustezza degli arti. II successo genetico internazionale come riproduttore, dovuto alla notevole precocità di crescita, ha portato il bovino Romagnolo in Canada, Inghilterra, Scozia, Australia e Nuova Zelanda. È considerato il bovino più resistente al clima tra le razze bianche: la sua adattabilità a terreni difficili lo rende un’ottimo animale da pascolo. La moderna opera di selezione ha migliorato l’attitudine alla produzione di carne tanto in termini di resa al macello che di qualità del prodotto. 26 LA RAZZA MAREMMANA Secondo i reperti archeologici di Cere e la testa taurina del museo di Vetulonia, il bovino Maremmano occupava fin dai tempi degli Etruschi le attuali aree di allevamento. Il ceppo genetico originario, identificabile forse con il “bue silvestre” descritto da Plinio nella sua “Storia Naturale”, avrebbe subito in seguito l’incrocio con i bovini derivati dal Bos Taurus Macrocerus (Uro dalle grandi corna), arrivati in Italia dalle steppe dell’Asia al seguito delle orde barbariche. Se l’origine genetica è importante, altrettanto significativi sono stati i mutamenti che nel corso dei secoli hanno adattato il bovino Maremmano all’ambiente paludoso e malarico della Maremma. La robustezza di questo bovino ne ha fatto anche nei secoli passati, un veicolo di miglioramento genetico di altre razze (i Granduchi di Toscana inviarono soggetti maremmani per rinsanguare la razza Pustza dei loro possedimenti in Ungheria). Sopravvissuto ai tentativi di sostituzione dopo la bonifica delle paludi maremmane per il timore che non sopravvivesse al cambiamento di habitat il bovino Maremmano viene oggi allevato nelle province di Grosseto, Viterbo, Terni, Roma e Latina. Il caratteristico mantello grigio con tendenze al grigio scuro nei maschi è l’elemento più vistoso di questa razza dalla testa leggera, con corna lunghe a forma di mezzaluna nei maschi e di lira nelle femmme. L’imponente sviluppo scheletrico conferisce all’animale un aspetto robusto, reso maestoso dal torace ampio, dal collo corto e muscoloso, dalla groppa larga e dagli arti solidissimi. La notevole rusticità, frugalità, resistenza alle malattie e capacità di recupero anche dopo intere stagioni di denutrizione, ne fanno il miglior bovino fra le razze ad allevamento brado. 27 LA RAZZA PODOLICA Se si accetta l’opinione della derivazione del bovino podolico dal Bos Primigenius o Uro, primo bovino di cui si hanno reperti, di grande mole e a corna lunghe, l’inizio della storia della Razza Podolica va fatto risalire al quarto millennio avanti Cristo, quando si suppone sia avvenuto l’addomesticamento in Medio Oriente dei Bos Primigenius. Dall’arrivo in Italia intomo al 450 d.C (con rinvasione degli Unni, secondo alcuni passata a lira verso Creta in Italia fin dal primo secolo avanti Cristo, secondo altri) ad oggi, il bovino Podolico ha vissuto momenti alterni: l’allevamento, inizialmente diffuso su .tutto il territorio nazionale si è ristretto oggi alle Regioni meridionali e peninsulari. Il mantello di colore grigio del maschio - con tendenza allo scuro in certe zone del corpo, è più chiaro nella femmina, permette ia facile distinzione della Podolica caratterizzata anche da una testa piuttosto leggera, con profilo rettilineo e fronte larga, il collo corto, muscoloso e con giogaia abbondante, il garrese esteso verso il dorso, la groppa spiovente e muscolosa e gli arti generalmente lunghi e asciutti. L’eccezionale potere di adattamento ad ambienti difficili, e la capacità di trasformare in risorse alimentari i pascoli cespugliati, le stoppie, macchie, ecc. hanno permesso alla Podolica di integrarsi nell’ambiente tipico dell’Italia meridionale diventando un elemento di valorizzazione delle aree marginali. Originariamente allevato per il lavoro e il latte, che sebbene prodotto in quantità modeste presenta caratteristiche tali da renderlo atto alla produzione del rinomato “caciocavallo” il podolico, allevato oggi, prettamente allo stato brado e semibrado, si è trasformato in un ricercato produttore di carne. 28 VALORE DIETETICO E NUTRIZIONALE DELLA CARNE La carne occupa un posto preminente tra gli alimenti di maggior valore nutritivo contribuendo in maniera determinante allo sviluppo fisico dell’organismo. La carne è costituita soprattutto da muscolo striato, da tessuto adiposo e connettivo. Il tessuto muscolare striato è composto da fibre grossolane a loro volta costituite da fibre più piccole che sono i risultati dell’aggregazione di sottilissime fibrille, le miofibrille. La carne è tanto più tenera e digeribile quanto più corte sono queste fibre. Il tessuto adiposo contenuto nella carne è costituito da grassi neutri, i trigliceridi, e da altri grassi più complessi. Il tessuto connettivo è formato essenzialmente da collagene ed elastina ed è di colore biancastro. Il colore della carne è, inoltre, influenzato dal contenuto di mioglobina, una proteina contenente ferro che è abbastanza simile all’emoglobina contenuta nei globuli rossi. Negli animali giovani essa è contenuta in scarse quantità; da ciò deriva il colore roseo o bianco della loro carne. Il 75% delle carni magre è costituito da acqua; il resto sono proteine di alto valore biologico per la presenza di notevoli quantità di aminoacidi, essenziali costituenti delle proteine che devono essere assunti attraverso gli alimenti in quanto non sono prodotti nell’organismo (solo la fenilalanina, che è un aminoacido essenziale, è scarsamente rappresentata). Per quanto riguarda il contenuto in lipidi (grassi) la carne ne contiene in media il 3%, variando da un minimo dello 0,5 ad un massimo del 7%. Importante pregio della carne è il suo contenuto in ferro, in forma perfettamente assorbibile nel nostro organismo. Questo minerale è presente sia nei vegetali che nella carne; tuttavia quello contenuto in quest’ultima è più facilmente assimilabile poiché inserito in parte in un piccolo composto organico, detto “eme”, che viene utilizzato direttamente, senza ulteriori elaborazioni, nella formazione dell’emoglobina. Inoltre il ferro della carne aiuta l’assorbimento intestinale del ferro contenuto in altri cibi. Per quanto riguarda il contenuto in vitamine, nella carne vi è un’ottima percentuale di vitamine del gruppo B: la B12, importante fattore antianemico presente, per le sue azioni curative, in quasi tutti i ricostituenti; la Bl o tiamina, una vitamina purtroppo poco resistente al calore; la B2 o riboflavina e la B6. Il tipo di cottura influisce in maniera determinante sul valore nutritivo e la digeribilità della carne. Ad esempio, le cotture troppo prolungate possono causare una perdita significativa di vitamina B1. La carne arrosto, in forno o sulla griglia, è più nutriente e più digeribile di quella lessata o in umido. L’importante è mettere il pezzo di carne sulla griglia o in forno quando questi sono ben caldi (in modo che si formi subito una leggera patina esterna che serve a trattenere i succhi nutrienti della carne) e fare attenzione a non pungerlo. Anche la carne surgelata o congelata non perde in modo significativo il suo valore nutritivo purché la si lasci scongelare lentamente nel ripiano inferiore del frigorifero e si utilizzi nella cottura il liquido perso durante lo scongelamento. 29 Nelle carni si osservano delle proporzioni variabili di grasso che si trovano generalmente intorno o all’interno delle fibre muscolari; ciò dipende dal tipo di alimentazione di questi animali, che influisce molto sulla qualità della carne. I pezzi scelti presentano sempre una certa quantità di grasso che favorisce la cottura, ma non deve essere eccessivo. In senso generale le carni moderatamente grasse sono più digeribili di quelle troppo grasse. È universalmente stabilito infatti che le carni migliori sono rappresentate da “tagli magri di animali grassi”. 30 I SEGRETI DELLA CARNE Generalmente, la carne bovina si divide in due grandi categorie: rossa e bianca. Per carne rossa si intende quella di animali adulti: vitellone, manza, vacca e toro. Per carne bianca si intende quella di vitello, la cui alimentazione è basata esclusivamente sul latte. Il vitellone possiede la carne più succulenta, fortificante e nutriente. La carne migliore del vitellone si riconosce dal colore rosso vivo, dalla grana serrata, consistente, co temporaneamente soda ed elastica al tocco, dai piccoli filetti di grasso (bianchi o leggermente biancastri) che solcano la massa muscolare e dallo spessore esteriore del grasso, di colore bianco o giallo chiaro, che ricopre la superficie della schiena e dei lombi. Queste sono qualità che derivano dalla razza dell’animale e dal regime alimentare durante il periodo dell’ingrassamento. La carne di vacca ha la grana più fine di quella di vitellone e il colore meno vivo; se proviene da una bestia ingrassata “ad arte” e di età media, la qualità è pari a quella del vitellone, anche dal punto di vista nutritivo. La carne del toro giovane è simile a quella della vacca. Il toro vecchio ha carne di qualità inferiore, di un colore bruno cupo. Fino a pochi decenni fa questi erano elementi facilmente riscontrabili in quanto il bestiame era generalmente utilizzato come “macchina agricola” e macellato in età avanzata. Generalmente, le carni rosse appena macellate risultano dure alla cottura e sensibilmente acide. Necessitano quindi di un periodo di riposo che assicurerà una tenerezza più o meno accentuata a seconda del tempo e della temperatura utilizzati allo scopo. Dopo che l’animale è stato abbattuto la carcassa diventa rigida, la carne risulta coriacea e il gusto insipido. Col passare dei giorni perde tale rigidità e le sue carni vanno ammorbidendosi, diventando anche più saporite, perché nei muscoli avvengono alcune trasformazioni chimiche. Questo processo si chiama “stagionatura” o “frollatura”. La frollatura va eseguita molto attentamente e la carne deve essere consumata al punto giusto del suo riposo, quando ha acquisito la pienezza delle sue qualità. Il periodo ottimale di frollatura per ottenere carni di elevato pregio gustativo è di 10/14 giorni. Volendo invece applicare processi di frollatura più prolungati, bisogna disporre di carne di alta qualità ben protetta da grasso di copertura e adottare scrupolose cure per mantenere nel frigorifero temperatura, umidità ed areazione adatte e costanti. Il grado di frollatura ha notevole importanza per la destinazione culinaria della carne: volendo, ad esempio, arrosti ai ferri teneri e gustosi occorre disporre di carne ben frollata. Come regola generale si riconosce un buon pezzo di carne fresca, oltre che dal colore e dalla consistenza, anche dal taglio. Il taglio delle carni macellate deve essere eseguito perpendicolarmente alle loro fibre, le fette devono essere estese il più possile. 31 LA TENEREZZA, IL COLORE E IL SAPORE La tenerezza, il colore e il sapore della carne sono determinate da un complesso di fattori che coinvolgono sia l’aspetto genetico che nutrizionale del bovino: l’animale deve ricevere una razione di alimenti naturali con componenti equilibrate in apporto proteico, glucidico, vitaminico, ecc. in rapporto con l’età e lo stato di sviluppo. in modo da evitare all’animale stress alimentari. La tenerezza intesa come consistenza alla masticazione è determinata dall’elemento genetico e dal rapporto tra l’età dell’animale e la maturazione delle carni. In termini genetici le razze italiane producono una carne magra che rimane tenera se l’animale segue una crescita controllata e viene macellato nel giusto periodo di sviluppo, perché mia crescita rallentata porta ad un incremento eccessivo dei connettivi con conseguente indurimento della carne, mentre la crescita accelerata conduce all’accumulo di grasso nelle fibre muscolari. Anche la sapidità è data dalla combinazione dei fattori genetico e alimentare: sono infatti i prodotti naturali (fieno e cereali) con cui vengono nutriti i bovini tutelati dal C.C.B.L ad indurre lo sviluppo delle componenti biochimiche che determinano il sapore della carne. Sul colore della carne, invece, incidono l’età dell’animale, l’alimentazione, le condizioni di macellazione e la frollatura.Il bovino deve essere macellato nel giusto periodo di maturazione e le carni vanno frollate in ambienti e per periodi adeguati. Se un animale viene macellato tardivamente (oltre i 18-20 mesi) la colorazione della carne assumerà una tonalità più scura: a volte succede che la macellazione tardiva dell’animale sia dovuta anche a stress alimentari legati a brusche variazioni di dieta che possono portare ad arresti momentanei dell’accrescimento con conseguente ritardo nel raggiungimento del peso previsto per la macellazione. Le conseguenze negative derivate da stress da macellazione sono dovute al cattivo dissanguamento del bovino o all’alterazione dei processi di frollatura, che portano ad una carne scura, dura, spesse volte appiccicosa al tatto e che perde la capacità di trattenere acqua con il conseguente sgradevole fenomeno della perdita di acqua durante la cottura (il classico restringimento della fettina nella padella). 32 IL MUSCOLO E LA CARNE: LA FROLLATURA Ultimo stadio della produzione di carne di qualità è la frollatura che va fatta sui quarti interi (e non su singoli pezzi di carne) in ambiente refrigerato. C’è una differenza radicale molto importante tra il muscolo e la carne: se il termine “muscolo” sta ad indicare un organo locomotore dell’animale, con la parola “carne” si deve intendere la stessa formazione anatomica dopo che questa ha subito il fenomeno biochimico di maturazione durante il quale si formano i particolari legami chimici che esaltano la sapidità e conferiscono la dovuta tenerezza al prodotto commestibile. Va chiarito molto attentamente che il processo di frollatura non ha nulla a che fare con il fenomeno della putrefazione. La frollatura è un processo di maturazione biochimica interna alla carne, che può avvenire anche in ambiente sterile, mentre la putrefazione è un fenomeno di degenerazione dell’alimento provocato da agenti batterici. 33 LA CARNE IN CUCINA BISTECCA Con la denominazione “bistecca” si intende comunemente una fetta di carne tagliata molto spessa dal controfiletto con il filetto attaccato. L’etimologia del nome sembra he risalga agli inizi del ‘700, periodo in cui un gruppo di viaggiatori inglesi visitarono Firenze nel giorno della festa di San Lorenzo: si arrostivano quarti di vitellone in piazza e si distribuivano i pezzi di carne. «Beef steak!» chiedevano in estasi, e in fiorentino’fu “bistecca”. Gli intenditori di questo piatto affermano che lo spessore della carne non deve essere inferiore alle due dita, che il peso debba raggiungere almeno i 600 grammi, e che la sua cottura sia rigorosamente al sangue. Non sono rare però le bistecche che raggiungono il chilo. In questo caso si adottano due metodi: o, semplicemente, la si mangia in due, oppure, coloro che non vogliono correre il rischio di dover mangiare l’ultimo boccone completamente freddo, la fanno dividere a metà e fanno cuocere il secondo pezzo subito dopo aver finito di mangiare il primo. In ogni caso bisogna rispettare alcune regole per far sì che la bistecca rimanga tenera anche dopo la cottura: spennellare leggermente la superficie con olio e lasciar riposare la carne fuori dal frigorifero per una o due ore; metterla a cuocere sulla gratella bollente evitando di pungerla; salare la bistecca solo dopo la formazione della crosta; non cuocerla troppo. Una cottura prolungata rovina anche la carne di migliore qualità. La cottura della bistecca può essere definita “al blu”, e cioè una cottura molto rapida di circa 30 secondi per lato; “al sangue” che prevede una cottura rapida, di circa 2 minuti per lato; “al punto” o “rosa” che richiede una cottura abbastanza lenta: si pone la bistecca sulla gratella caldissima per poi continuare a cuocerla ad una temperatura più bassa. In questo caso sui due lati si formerà una crosta, lievemente resistente, mentre l’interno risulterà tenero. CARNE CRUDA Per mangiare la carne cruda è necessario avere a disposizione tagli di carne freschissimi e con una minima percentuale di grasso. Generalmente viene consigliato l’acquisto di circa 120 grammi per persona di noce o di filetto di vitellone. Il colore rosso vivo e il sapore tipico delle carni del bovino adulto fanno sì che questi tagli siano, se non gli unici, sicuramente i migliori per questo tipo di preparazione. Inoltre, al contrario di quanto accade per alcuni tagli del bovino adulto che necessitano di un lungo periodo di frollatura, il filetto può essere consumato pochi giorni dopo la macellazione dell’animale senza che ciò intacchi la tenerezza che lo caratterizza. La carne cruda viene presentata in due modi: macinata o tagliata a fettine sottilissime. Nel primo caso, perché abbia una consistenza leggera, occorrerà far macinare la carne non meno di due volte. Nel secondo caso è necessario far riposare la carne in luogo 34 freddo per qualche ora prima della preparazione in modo che acquisti una certa consistenza e, successivamente, la si taglia a fettine sottilissime (l’ideale è usufruire di un affettasalumi ma può essere ottenuto lo stesso risultato usando un coltello molto affilato e schiacciando leggermente le fettine con un batticarne). Entrambe le preparazioni necessitano di un condimento adeguato. Secondo il gusto si può accompagnare la carne con olio, limone e prezzemolo oppure con salse più elaborate ottenendo così preparazioni raffinate come il filetto alla Maffioli, il Carpaccio, la Tartara. STUFATO Lo stufato è un piatto caratterizzato da quella che si può definire, usando un termine tecnico, la “cottura mista”. Con essa si ottiene, grazie alla rosolatura iniziale, la concentrazione dei Succhi nutritivi all’interno della carne e il prolungamento della cottura porta in seguito alla migrazione di una parte di essi nel liquido usato per la bagnatura o necessario alla cottura, come vino, brodo o grassi animali, insaporendolo maggiormente. I tagli di carne consigliati per questo piatto sono diversi. Non è necessario usare pezzi molto teneri e pregiati, maggiormente adatti per una cottura rapida. Per lo stufato possono essere utilizzati con successo alcuni tagli del quarto anteriore, come la spalla e il reale e, per quanto riguarda il quarto posteriore, si possono usare la sottofesa e il pesce calcolando generalmente 150 grammi di carne per persona. La cottura prolungata necessaria per la preparazione di questo piatto, accompagnata da una bagnatura ricca con vari liquidi o grassi, conferisce a questi tagli di carne un elevato grado di tenerezza e sapore. OSSOBUCO Dall’estremità della coscia e dallo stinco del bue si ricavano i gustosissimi ossibuchi. Questi sono costituiti da fette di carne abbastanza spesse e di forma rotonda forate al centro da un osso circolare. La loro preparazione richiede una certa attenzione sia per gli ingredienti che per la cottura, notoriamente lenta, ma il risultato è davvero ottimo. La carne infatti risulta tenerissima. Sicuramente oggigiorno il suo consumo avviene in modo meno rituale. I milanesi, ad esempio, usano accompagnare gli ossibuchi con del buon risotto, trasformandoli così in un piatto davvero “unico”. CARNE FRITTA La carne fritta per eccellenza è considerata, l’oramai internazionale, “cotoletta alla milanese”. Il suo nome deriva dal francese “côtolette” e cioè costoletta. Nella cotoletta classica infatti non deve mai mancare l’osso ma, comunemente, per la preparazione di questo piatto vengono usati anche altri tagli di carne come la fesa, la sottofesa e la noce del quarto posteriore. Ottimi fritti si ottengono anche con le frattaglie in generale o 35 con della buona carne macinata per polpette. In quest’ultimo caso vanno benissimo alcuni tagli del quarto anteriore come la spalla e il biancostato. Denominatore comune per l’ottima riuscita di queste preparazioni è senza dubbio la qualità del grasso usato per la frittura. Poche regole importanti: per le fritture prolungate sono maggiormente indicati i grassi vegetali come l’olio d’oliva, l’olio di semi e la frazione liquida dell’olio di palma; per le cotture rapide (costolette e altri tagli di carne tenera) è preferibile usare grassi animali. Prima di friggere, controllare che il grasso utilizzato abbia raggiunto un’alta temperatura, non inferiore ai 130°, in modo che sulla superficie della carne possa formarsi subito la tipica crosta che rende l’alimento croccante e impedisce la penetrazione di eccessive quantità di grasso. SPEZZATINO I tagli di carne per la preparazione dello spezzatino sono diversi. In questo caso si possono tranquillamente tralasciare tagli di carne teneri e pregiati, non adatti per una cottura prolungata, a favore di alcuni come la polpa di spalla, girello di spalla, il collo e il reale del quarto anteriore. Anche la pancia, un taglio di non elevato valore commerciale a causa della grana leggermente spessa della sua carne, è ottima per lo spezzatino. Il fattore determinante della buona riuscita di questo piatto è la cottura, che deveincominciare con una rosolatura a fuoco vivo dei pezzi di carne in modo che prendano colore e che si formi una leggera patina che favorisce la coagulazione dei succhi, per poi proseguire a fiamma bassissima e a tegame coperto per almeno un’ora e mezza. I tempi sono comunque variabili a seconda dei muscoli di carne usati e della loro quantità. Anche la grandezza dei pezzi di carne è una variabile che incide sui tempi di cottura. Si consiglia comunque di tagliarla a cubetti non troppo piccoli, circa 3 o 4 cen-timetri per lato, di farli cuocere molto a lungo in modo che acquistino la giusta tenerezza e di non pungerli per verificare il grado di cottura onde evitare la fuoriuscita dei succhi. Lo spezzatino classico si prepara in un tegame di terracotta ed è generalmente contornato da patate tagliate a tocchetti e cotte nello stesso sugo della carne. BOLLITO Bollire o lessare significa cuocere un alimento in un liquido bollente, naturale o salato, più raramente un fumetto, mai un grasso. Si deve regolare il calore in maniera che non nuoccia alla carne. È quindi fondamentale sorvegliare attentamente l’ebollizione: se troppo forte o prolungata estrae tutti i succhi della carne diminuendone il sapore, se invece interrotta, ne ferma la cottura e di conseguenza lo sviluppo degli aromi. Per avere un buon bollito, per ottenere la tenerezza della carne e mantenere allo stesso tempo una certa fermezza, i. succhi nutritivi ed il sapore che le è proprio, si deve immergere il pezzo di carne in un liquido bollente. Al contatto del calore la carne si 36 restringe chiudendo immediatamente i pori. In questo modo verranno conservati i succhi al suo interno fino a completa cottura. Per la preparazione di un buon brodo è invece opportuno mettere la carne in acqua fredda scaldandola gradatamente. In questo modo si sciolgono le materie albuminose contenute nelle carni, facendole incorporare nel brodo. I tagli di carne migliori per la bollitura sono: il muscolo posteriore, il sottospalla, la polpa di spalla, il petto, il collo ed il muscolo anteriore. Quest’ultimo esclusivamente per brodo in quanto composto da muscoli tendinei e pertanto poco tenero. ARROSTO L’arrosto è indubbiamente la più antica forma di cottura della carne inventata dall’uomo. Per la buona riuscita dell’arrosto è fondamentale proporzionare adeguatamente il calore alla natura ed alla grandezza del pezzo di carne. Tra la cottura allo spiedo e quella al forno, la prima è senz’altro preferibile. Si procede esponendo la carne ad un calore fortissimo. In questo modo si forma velocemente uno strato superficiale rosolato che trattiene all’interno i succhi della carne stessa. Il grado di calore deve diminuire per poi essere mantenuto costante sino a che la carne, cosparsa con frequenza di grasso affinchè non si secchi o la superficie non si carbonizzi, arriva al punto giusto di cottura. Non si deve mai pungere la carne durante la cottura, ma solo verso la fine. Si deve considerare il pezzo cotto quando pungendolo emette qualche goccia di sangue pallido.A questo proposito è meglio non utilizzare la forchetta per girare i pezzi, ma utensili non appuntiti. Un pezzo arrostito al forno non si deve mai trovare a contatto con il fondo della teglia dove si trova il grasso ed il succo che esce durante la cottura. L’ideale infatti è mettere il pezzo di carne su una gratella all’interno della teglia. Il sugo dell’arrosto si ottiene “deglassando” (sciogliendo cioè le sostanze della carne attaccate al fondo del recipiente di cottura) mediante l’impiego di acqua o brodo leggero e facendolo ridurre leggermente a fuoco moderato. Questo sugo non deve mai essere completamente sgrassato ed è sufficiente in piccole quantità: un cucchiaio da dessert per ogni porzione. Sono tagli adatti per essere arrostiti: la fesa tagliata in grossi pezzi, la noce, il girello, il muscolo posteriore, il fesone di spalla, il girello di spalla. Quest’ultimo è ottimo cucinato al forno con le patatine. BRASATO Per brasare un piatto di carne lo si deve cuocere lentamente in un recipiente chiuso a tenuta d’aria, senza alcuna evaporazione. La carne deve essere contornata di ossa sminuzzate, di ritagli di altra carne, di cotenne sbollentate, di legumi e vari condimenti. In questo modo si conserveranno tutti i succhi e tutto il sapore della carne che si arric37 chirà con gli aromi e i succhi degli elementi che l’affiancano nella cottura. Brasare è un tipo di cottura che necessita di cure attente e minuziose. Solo infatti con una cottura lenta e molto dolce - il tempo di cottura dipende dal taglio di carne - si otterrà una carne “fondente”. I recipienti più adatti per l’operazione sono la brasiera di rame stagnato o la casseruola alta con un coperchio tale da potervi sovrapporre della brace bollente. Il migliore brasato lo si ottiene infatti usando come combustibile la brace sopra e sotto. Anche un forno a calore dolce da dei buoni risultati. I tagli di carne migliori per il brasato, sono: il campanello ed il taglio reale. Carne saltata in padella o sulla piastra Saltare significa cuocere della carne a fuoco vivo. La si condisce con un poco di sale e pepe, in una padella o direttamente su una piastra con un grasso, che può essere olio, burro o altro, rivoltandola frequentemente. È un tipo di cottura semplice e rapido. Generalmente si arricchisce il gusto della carne associandole legumi e condimenti diversi che ne accompagnino il gusto senza modificarne i principi succulenti. I tagli di carne migliori per questo tipo di cottura sono: il filetto e la lombata (roast-beef ). CARNE ALLA GRIGLIA La griglia è senz’altro il sistema più diffuso di cucina all’aperto in quanto risolve al più presto il problema di cuocere alla svelta tanti e diversi pezzi di carne. Per la cottura alla griglia il miglior combustìbile rimane senza dubbio la brace: oggi si trovano in commercio anche griglie a gas o elettriche che danno ugualmente ottimi risultati. La griglia deve preferibilmente essere sottile: in tal modo assolverà alla funzione di sostenere la carne, mentre la cottura avverrà per irradiazione della brace. I ferretti della griglia devono essere brucianti: la carne rossa deve ricevere di colpo un calore molto forte, così da formare immediatamente uno strato superficiale rosolato da entrambi i lati che impedisca la fuoriuscita dei succhi. In questa operazione non si deve usare la forchetta che rischierebbe di bucare la carne e provocare la fuoriuscita dei succhi: meglio adoperare una paletta o una pinza. Alla griglia si devono cuocere pezzi di carne piccoli, lasciando per lo spiedo i pezzi grandi. Infine, è fondamentale salare la carne solo a cottura quasi ultimata. Tra i tagli più adatti per le grigliate segnaliamo lo scamone, la fesa, dalla cui parte interna si ricavano ottime bistecche, e la noce. 38 GLOSSARIO I principali tagli di carne 39 40 Denominazione: LOCENA Denominazioni locali Bologna: Costata Firenze: Restringitura Genova: Ossette Milano: Bianco costato Napoli: Locena Palermo: Gabbia Roma: Spuntatura Torino: Spezzato Verona: Taglio reale È un taglio che risente, per la sua individuazione, degli usi e consuetudini locali. Il T.R. può essere accorpato inferiormenete con il petto e dorsalmente con le costate.È consigliato per: arrosto, spezzatino, bollito, stufato. 41 Denominazione: CORAZZA Denominazioni locali Bologna: Costata Firenze: Restringitura Genova: Ossette Milano: Bianco costato Napoli: Corazza Palermo: Gabbia Roma: Spuntatura Torino: Spezzato Verona: Taglio reale È un taglio che risente, per la sua individuazione, degli usi e consuetudini locali. Il T.R. può essere accorpato inferiormenete con il petto e dorsalmente con le costate.È consigliato per: arrosto, spezzatino, bollito, stufato. 42 Denominazione: ARROSTO Denominazioni locali Bologna: Costa di sottospalla Firenze: Polso Genova: Matamà Milano: Costa della Croce Napoli: Arrosto Palermo: Spineddu Roma: Fracosta Torino: Sottospalla Verona: Sottospalla È un taglio che presenta un aspetto rettangolariforme la cui individuazione avviene dopo l’asportazione della spalla, del petto e costata, del collo. È consigliato per: bollito. 43 Denominazione: CIMA DI PETTO Denominazioni locali Bologna: Punta di Petto Firenze: Punta di Petto Genova: Punta di Petto Milano: Punta di Petto Napoli: Cima di Petto Palermo: Bruschetto Roma: Petto grosso Torino: Punta di Petto Verona: Punta di Petto È un taglio unico costituito da due porzioni: la punta nella parte anteriore e il fiocco nella parte posteriore. È consigliato per: bollito, arrosto, ripiena. 44 Denominazione: PUNTA DI PETTO Denominazioni locali Bologna: Punta di Petto Firenze: Punta di Petto Genova: Punta di Petto Milano: Punta di Petto Napoli: Punta di Petto Palermo: Bruschetto Roma: Petto grosso Torino: Punta di Petto Verona: Punta di Petto È un taglio unico costituito da due porzioni: la punta nella parte anteriore e il fiocco nella parte posteriore. È consigliato per: bollito, arrosto, ripiena. 45 Denominazione: BEEF Denominazioni locali Bologna: Fallata di Lombo Firenze: Polso Genova: Costola Milano: Roast beef Napoli: Beef Palermo: Custata Roma: Costa Torino: Costola Verona: Braciole Per l’identificazione è necessario considerare la suddivisione della mezzena in modo tradizionale (sei-otto costole) o in maniera industriale (cinque costole). È consigliato per: carne alla griglia. 46 Denominazione: SPALLA Denominazioni locali Bologna: Polpa di Spalla Firenze: Sappelo Genova: Muscolo storto Milano: Brione Napoli: Palettina Palermo: Sfascaturedda Roma: Pulcio Torino: Nocetta di Spalla Verona: Muscolo di Spalla È consigliato per: brasato, stufato. 47 Denominazione: LACERTIELLO DI SPALLA Denominazioni locali Bologna: Polpa di Spalla Firenze: Soppello Genova: Rotondino di Spalla Milano: Fusello Napoli: Lacertiello Palermo: Ovu di Spadda Roma: Sbordone Torino: Rollino Verona: Girello di Spalla È un taglio che si presenta con una configurazione geometrica a tronco di cono appiattito. È consigliato per: cotolette, brasato, stufato. 48 Denominazione: PICCIONE Denominazioni locali Bologna: Gamba anteriore Firenze: Muscolo anteriore Genova: Muscolo diritto Milano: Geretto anteriore Napoli: Piccione Palermo: Manuzza Roma: Muscolo anteriore Torino: Muscolo anteriore Verona: Geretto anteriore È un taglio costituito daalla regione dell’avambraccio. Ha rapporti distalmente con il carpo e prossimamente con il gomito e con il braccio. 49 Denominazione: GAMBONCELLO DI SPALLA Denominazioni locali Bologna: Gamba anteriore Firenze: Muscolo anteriore Genova: Muscolo diritto Milano: Geretto anteriore Napoli: Gamboncello di Spalla Palermo: Manuzza Roma: Muscolo anteriore Torino: Muscolo anteriore Verona: Geretto anteriore È un taglio costituito daalla regione dell’avambraccio. Ha rapporti distalmente con il carpo e prossimamente con il gomito e con il braccio. 50 Denominazione: GAMBONCELLO DI COSCIA Denominazioni locali Bologna: Lanterna Firenze: Muscolo posteriore Genova: Muscolo posteriore Milano: Geretto posteriore Napoli: Gamboncello di coscia Palermo: Pisciuni Roma: Muscolo posteriore - Mucio Torino: Giaret - Muscolo posteriore Verona: Geretto È un taglio unico costituito dalla regione delle gambe posteriori in corrispondenza della tibia. È consigliato per: ossibuchi. 51 Denominazione: LACERTO DI COSCIA Denominazioni locali Bologna: Girello Firenze: Girello Genova: Rotondino Milano: Magatello Napoli: Lacerto di coscia Palermo: Lacertu Roma: Girello Torino: Coscia rotonda Verona: Girello È un taglio anatomico che occupa il margine posteriore della cosciia, a diretto contatto con la fesa e la sottofesa. È consigliato per: arroto, tonnato, cotolette, alla pizzaiola. 52 Denominazione: DIETRO COSCIA Denominazioni locali Bologna: Culatta Firenze: Lucertolo Genova: Lacerto Milano: Fetta di mezo Napoli: Dietro coscia Palermo: Dietru coscia Roma: Contro girello Torino: Coscia infuori Verona: Fesa È un taglio che occupa la regione laterale e posteriore della coscia. È consigliato per: cotolette, brasato, bollito. 53 Denominazione: COLARDA E PRIMO TAGLIO Denominazioni locali Bologna: Fetta Firenze: Melino - Mela - Groppa Genova: Punta e Cassa del Belin Milano: Scamone Napoli: Colarda e Primo taglio Palermo: Sotto Cudata Roma: Pezza Torino: Sottofiletto spesso Verona: Scamone È consigliato per: fettine, carne alla griglia. 54 Denominazione: STRINGITOIA Denominazioni locali Bologna: Stringitoia Firenze: Stringitoia Genova: Stringitoia Milano: Stringitoia Napoli: Stringitoia Palermo: Stringitoia Roma: Stringitoia Torino: Stringitoia Verona: Stringitoia È un muscolo a diretto contatto con la noce e con lo scamone. È consigliato per: bollito. 55 Denominazione: NOCE DI VITELLO Denominazioni locali Bologna: Bordone Firenze: Soccoscio Genova: Pescetto Milano: Noce Napoli: Pezza a Cannello Roma: Tracoscio Torino: Boccia grande Verona: Noce È un taglio che si sviluppa intorno al femore per tutta la sua lunghezza e la rotula in posizione distale. Confina con il fianchetto, lo scamone, la sottofesa ed internamente con la porzione laterale della fesa. È consigliato per: scaloppine, al forno, fettine, arrosto. 56 Denominazione: FESA Denominazioni locali Bologna: Scannello Firenze: Scannello Genova: Schenello Milano: Rosa Napoli: Punta di Natica Palermo: Sfasciatura Roma: Scannello Torino: Fesa Verona: Fesa È un taglio che occupa interamente la regione interna della coscia.È consigliato per: fettine, scaloppine, arrosto. 57 Denominazione: TESTA DI LACERTO Denominazioni locali Bologna: Gamba Firenze: Gallo del Campanello Genova: Muscolo posteriore Milano: Pesce Napoli: Palettina di Coscia Palermo: Pisciuni di dietru Roma: Piccione - Campanello Torino: Pesce Verona: Pesce È un taglio unico costituito dalla regione delle gambe posteriori in corrispondenza della tibia. È consigliato per: ossibuchi. 58 Denominazione: FILETTO Denominazioni locali Bologna: Filetto Firenze: Filetto Genova: Filetto Milano: Filetto Napoli: Filetto Palermo: Filettu Roma: Filetto Torino: Filetto Verona: Filetto È un taglio che occupa la volta della regione lombo-sacrale: la parte posteriore (testa) è a contatto con lo scamone, la parte mediana (corpo) e anteriore (coda) sono sotto le vertebre lombari e dorsali. È consigliato per: ai ferri, crudo, bourguignonne. 59 60 SINTESI DEGLI INTERVENTI DEI DOCENTI AI CORSI APEM 61 62 Corso Apem Dr. Enrico Fariello Caratteristiche organolettiche delle carni, loro modificazioni durante lo stoccaggio (refrigerazione e congelamento) e utilizzo di additivi consentiti. Dott.ssa Carla Santojanni Carni in confezione: sottovuoto, atmosfera modificata e nuove tecniche di confezionamento Dott. Giovanni B. Varcasia Etichettatura e classificazione delle carni bovine Dr. Vincenzo Caputo Gestione dei sottoprodotti di origine animale nel settore delle carni Dott.ssa Ludovica Fariello Decreto legislativo 193 del 06.11.2007 relativo ai controlli in materia di sicurezza alimentare Dott. Maurizio Della Rotonda HACCP, Caratteristiche strutturali e requisiti degli stabilimenti e degli impianti per la produzione di carni fresche Dott. Giuseppe Pezone Lavorazione degli insaccati freschi e dei prodotti salati: loro alterazioni 63 Dott. Enrico Fariello Caratteristiche organolettiche delle carni, loro modificazioni durante lo stoccaggio (refrigerazione e congelamento) e utilizzo di additivi consentiti. Le carni delle varie specie animali hanno caratteristiche organolettiche e fisiche che dipendono da fattori intrinseci quali: specie, razza, età, sesso e fattori estrinseci quali: alimentazione e tipologia di allevamento. Tutti questi fattori possono intervenire sulle modifiche del colore, della consistenza, dell’odore e del sapore. Il colore, esercitando potere di attrazione sul consumatore, è importante nel determinare il valore merceologico delle carni. Pertanto, la modifiche di tale caratteristica può diminuire l’attrazione del consumatore. Tali modifiche avvengono normalmente a seguito della morte dell’animale, ma possono sopravvenire anche in seguito per lo sviluppo di microrganismi. Altro carattere organolettico da prendere in considerazione è il sapore che può variare dall’aromatico al dolciastro, a secondo dell’età dell’animale, della specie, del sesso e dell’alimentazione. Lo stoccaggio delle carni può determinare, attraverso l’utilizzo non corretto del freddo, un deprezzamento commerciale per lo scadimento delle caratteristiche sopra dette oltre che a costituire un pericolo per la salute. Quindi il freddo è un punto critico importante da tenere sotto controllo. La conseguente proliferazione microbica induce fenomeni di demolizione proteica alterando le carni con diversi gradi che vanno da un danno minimo impercettibile fino all’alterazione. Anche se la normativa vigente (Pacchetto igiene) risulta essere più permissiva, (avendo innalzato le soglie di temperatura consentite per lo stoccaggio degli alimenti) si consiglia, per una buona conservazione, di tarare le celle frigorifere ad una temperatura di 0°C, per consentire un corretto stoccaggio delle carni ed allungarne la shelf - life. 64 Dott.ssa Carla Santojanni Carni in confezione: sottovuoto, atmosfera modificata e nuove tecniche di confezionamento Il confezionamento o packaging dei prodotti alimentari assume sempre più il ruolo di fattore chiave nella conservazione degli alimenti. Deve anzitutto soddisfare i requisiti di sicurezza alimentare, per la tutela della salute del consumatore. Deve consentire un adeguato contenimento del prodotto, proteggendolo dai danni meccanici e assicurando una idonea barriera contro le possibili contaminazioni chimiche, fisiche e microbiologiche dell’ambiente esterno. Deve essere il mezzo per fornire al consumatore le informazioni sulla qualità e la storia del suo contenuto. A quanto detto si aggiunga che la “freschezza” è un attributo sempre più ricercato dal consumatore moderno che però dedica sempre meno tempo alla spesa. Pertanto il packeging deve rispondere anche all’esigenza di prolungare la shelf – life del prodotto, rallentando il più possibile i processi chimici, biochimici e fisici, caratteristici di ogni singolo alimento, che portano al deperimento dello stesso. Non ultima la considerazione da fare circa il consistente interesse verso materiali di origine naturale, che non derivino dal petrolio ed abbiano un minore impatto sull’ambiente nella fase finale della propria vita. Per tutto quanto detto è facile comprendere come il semplice imballaggio non risponda alle esigenze considerate ed è sempre più forte la spinta alla ricerca di nuove tecniche di packaging. Si è passati quindi dal semplice confezionamento “sottovuoto” che grazie all’estrazione dell’aria e alla chiusura ermetica del prodotto, garantisce protezione dell’alimento dall’ambiente esterno, rallenta la crescita di numerosi microrganismi e i fenomeni enzimatici dell’invecchiamento all’uso “dell’atmosfera modificata”, in cui l’utilizzo di miscele di gas all’interno della confezione, oltre ai vantaggi del sottovuoto, consente una presentazione migliore dell’alimento ed una maggiore garanzia di resistenza della confezione. Ma la ricerca di numerose tecniche di packaging si è spinta oltre, offrendo oggi il così detto “Active” e “intelligent” packaging. Alla definizione di “Active” sono associate tutte quelle soluzioni di packaging che costantemente ed attivamente interagiscono con l’atmosfera interna della confezione (variandone la composizione quali – quantitativa) e con il prodotto in essa contenuto, mediante il rilascio da parte dei materiali di antimicrobici, antiossidanti o altre sostanze utili per migliorarne la qualità. L’espressione “intelligent” indica una tecnica di packaging che prevede l’impiego di un indicatore, interno o esterno alla confezione, capace di rappresentare attivamente la storia del prodotto e quindi il suo livello di qualità. Infine ricordiamo i “Bio - film” che, essendo costituiti da materiale edibile, offrono al tempo stesso protezione dell’alimento verso l’ambiente esterno e protezione dell’ambiente esterno in quanto non necessitano di smaltimento. 65 Dott. Giovanni B. Varcasia Etichettatura e classificazione delle carni bovine Con i Regolamenti CE 1760/00 e CE 1825/00, recepiti in Italia dai DM 30 agosto 2000 e DM 13 dicembre 2001, si passa da un sistema volontario di etichettatura ad un sistema comunitario di informazioni minime obbligatorie, da congiungere ad un eventuale sistema di informazioni facoltative. L’etichettatura delle carni bovine, ai fini della rintracciabilità, è l’atto finale del sistema di identificazione e registrazione dei bovini, resa obbligatoria dal 01.09.2000 in tutti i Paesi Membri della UE dal Reg. 1760/2000. Ha le medesime finalità della Rintracciabilità di cui al Reg. CE 178/2002, e cioè: la possibilità di ricostruire e seguire il percorso di un alimento, mangime o animale, lungo la filiera della produzione e commercializzazione fino alla vendita, ma con un qualcosa di più. Il fine,quindi, è di far conoscere il percorso della carne bovina "dall'allevamento al banco" del rivenditore, così da guadagnare la fiducia dei consumatori, incrementare la trasparenza sulla produzione e commercializzazione delle carni, rafforzare il controllo di filiera in particolare sulla rintracciabilità. Tutti i venditori al dettaglio di carni bovine (fresche e congelate, comprese quelle macinate) devono provvedere ad etichettarle in tutte le fasi della loro commercializzazione, indicando sull’etichetta (oltre alle normali informazioni sul taglio, il prezzo, il peso e la scadenza) tutte le informazioni sugli animali di provenienza della carne. Nel punto vendita, per la carne venduta a taglio, l'etichetta potrà essere sostituita con una informazione fornita per iscritto e in modo visibile al consumatore (sulla vaschetta o sul cartello a fianco del banco frigorifero). Nell’etichettatura obbligatoria dobbiamo ritrovare: ¬- Codice tracciabilità: numero/codice che identifica l’animale o il lotto di animali; esso rappresenta “una carta di identità” del bestiame, evidenziando il nesso tra la carne e gli animali o l’animale. - Stato di nascita degli animali - Stato dove è avvenuto l’ingrasso o l’allevamento - Stato dove è avvenuta la macellazione e numero di approvazione del macello - Stato dove è avvenuto il sezionamento (ossia taglio e preparazione) e numero di approvazione del laboratorio. Le informazioni facoltative, invece, riguardano: - Azienda di nascita; - Tecnica di allevamento; - Tipo di alimentazione adottata - Categoria (vitello, vitellone, toro, ecc.) 66 - Peso; - Razza (Piemontese, Chianina, Marchigiana, Romagnola, ecc.), sesso, età - Nome dell’allevamento, nome del macello...ecc. Classificazione delle carcasse bovine: La valutazione delle carcasse si effettua secondo il sistema di classificazione S, E, U, R, O, P. A tale scopo vengono impiegati i seguenti criteri: Valutazione della muscolatura S – Eccellente: Tutti i profili estremamente convessi sviluppo muscolare eccezionale con doppia groppa E – Eccellente: Tutti i profili convessi fino a superconvessi;straordinaria abbondanza di muscolo U - Ottima: Profili generalmente convessi; ottima abbondanza di muscolo R - Buona: Profili generalmente diritti; discreta abbondanza di muscolo O – Media: Profili diritti fino a concavi; abbondanza media di muscoli P – Mediocre: Tutti i profili concavi fino a molto concavi; scarsa abbondanza di muscolo Suddivisione delle categorie (vitello, vitellone, tori, buoi, vacche): Categoria "A": Carcasse di giovani animali maschi, sviluppati e non castrati, di età inferiore a due anni. Categoria "B": Carcasse di altri animali maschi sviluppati e non castrati, di età superiore a due anni. Categoria "C": Carcasse di animali maschi sviluppati castrati (bue/manzo). Categoria "D": Carcasse di animali femmine sviluppate che hanno già figliato (vacca). Categoria "E": Carcasse di altri animali femmine sviluppate (giovenca). Categoria “V”: Carcasse di bovini di età non superiore a otto mesi Categoria “Z”: Carcasse di bovini di età superiore a otto mesi, ma non superiore a dodici mesi. 67 Dr. Vincenzo Caputo Gestione dei sottoprodotti di origine animale nel settore delle carni Il Regolamento CE 1774/2002: introduzione e principi. Dal 1° maggio 2003 è applicabile, in tutti gli Stati membri dell'UE, il Regolamento (CE) 3 ottobre 2002, n. 1774, recante norme sanitarie che disciplinano la raccolta, la trasformazione, l’uso e l’eliminazione dei sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano. Il principale effetto dell'applicazione del Regolamento è l'abrogazione, della direttiva 90/667/CEE, in attuazione della quale era stato approvato nel nostro Paese il Decreto Legislativo 14 dicembre 1992, n. 508, in materia di rifiuti di origine animale. Decreto questo che dettava le norme sanitarie relativamente all’eliminazione, la trasformazione e l’immissione sul mercato dei ROA (Rifiuti di Origine Animale); classificava i ROA in MAR - Materiali ad Alto Rischio e MBR - Materiali a Basso Rischio, in base alla Direttiva CEE/667/1990 (con il Decreto del Min. della Sanità del 2000 era stata istituita anche la categoria MSR – Materiale Specifico a Rischio) ed istituiva l’obbligo della distruzione di questi materiali. Nello specifico il Regolamento CE 1774/2002 introduce una nuova classificazione dei sottoprodotti, articolata in 3 categorie; chiarisce e semplifica la situazione normativa piuttosto complessa che si era creata a seguito dell’emergenza BSE; mantiene l’operatività del D.Lgs. 22/97 per quanto concerne ogni attività di gestione dei rifiuti (trasporto e smaltimento) compreso il quadro sanzionatorio. Il Regolamento inoltre, non considera la gestione dei sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano come una gestione di "rifiuti", li menziona come rifiuti solo relativamente all'eliminazione finale; il legislatore infatti evita di creare inutili duplicazioni autorizzative e di aumentare i documenti di trasporto; allo stato diventa necessario quindi applicare la disciplina dei rifiuti, così come si desume dal Regolamento stesso, solamente al momento dell'accesso agli impianti di incenerimento o coincenerimento o agli impianti di discarica. Ciò comporta una semplificazione dal punto di vista normativo e adempimentale, ma, d'altro canto, esclude definitivamente la possibilità di assimilare i sottoprodotti di origine animale ai rifiuti solidi urbani ai fini del conferimento al servizio pubblico di raccolta. 68 Dott.ssa Ludovica Fariello Decreto legislativo 193 del 06.11.2007 relativo ai controlli in materia di sicurezza alimentare Per far posto ai nuovi Regolamenti Comunitari 852/04 – 853/04 – 854/04 – 882/04 e 183/05 sulla Sicurezza Alimentare, la U.E. ha emanato nel 2004 la Direttiva n°41 che ha provveduto ad eliminare molte altre Direttive in materia di produzione e commercio di prodotti alimentari di origine animale. Questa Direttiva, da molti definita “Killer”, è stata recepita nell’ordinamento giuridico nazionale con D.Lvo n° 193 del 06/11/07 “Attuazione della Direttiva 2004/41 CE relativa ai controlli in materia di sicurezza alimentare e applicazione dei Regolamenti nel medesimo settore”. Questa norma ha altresì abrogato Leggi e Regolamenti nazionali al fine di sgombrare il terreno da sovrapposizione di norme che avrebbero potuto creare confusioni interpretative. Con la stessa norma lo Stato Italiano ha disciplinato anche l’aspetto sanzionatorio. È in virtù di quanto detto che oggi l’Autorizzazione Sanitaria, ex art. 2 Legge 283/62 è sostituita da una D.I.A. (Dichiarazione Inizio Attività). Pertanto sia i laboratori di produzione e confezionamento di alimenti che l’esercizio di attività di trasporto, una volta disciplinato dall’art. 44 del D.P.R. 327/80, oggi alla stregua di tutte le altre attività operanti nel settore alimentare, possono cominciare ad esercitare dopo 45 giorni dal momento della comunicazione al Dipartimento di Prevenzione delle A.S.L. (Autorità competente nel settore alimentare). Oltre alla D.I.A. il Pacchetto Igiene prevede anche per alcune attività il Riconoscimento, che viene concesso dall’Autorità Competente a quegli stabilimenti che ai sensi dell’853/2004 (attività di macellazione, attività di trattamento termico del latte e dei suoi prodotti, attività di produzione di prodotti a base di carne e/o preparati di carne) producono per la distribuzione nel mercato comunitario o nel mercato interno degli Stati membri. Tali prodotti non sono destinati direttamente al consumatore finale. La direttiva comunitaria disciplina anche l’aspetto sanzionatorio riguardante la mancata applicazione del Reg. 852 che sostituendo il vecchio D.P.R. 155/97 ha ridisciplinato l’autocontrollo basato sul sistema H.A.A.C.P.; di fatti all’art. 6 .6 recita: “ l’operatore del settore alimentare operante ai sensi dei Reg. CE 852 853 a livello diverso da quelli della produzione primaria, che omette di predisporre procedure di autocontrollo basati sui principi del sistema HAACP, comprese le procedure di verifiche da predisporre ai sensi del reg. CE 2073/2005 è punito con ……………omissis”. Al punto 7 il legislatore prevede che quando l’autorità competente riscontri inadeguatezza nei requisiti o nelle procedure di autocontrollo comprese le procedure di verifiche deve notificare un atto prescrittivo relativo alla rimozione delle inadeguatezze riscontrate fissando un congruo termine, ovviamento il mancato adempimento è anch’esso sanzionato in via amministrativa con sanzione pecuniaria. 69 Dott. Maurizio Della Rotonda HACCP, Caratteristiche strutturali e requisiti degli stabilimenti e degli impianti per la produzione di carni fresche L’osservanza di opportune misure igieniche e la loro applicazione con criteri e procedure corrette , permettono a chi operano sull’intera filiera delle carni di contrastare e mimetizzare i rischi igienico-sanitari. Si ottiene cosi non solo un prodotto sano e igienicamente conforme a quanto previsto dal 2073/05, ma ad un’alimento di qualità. L’autocontrollo alimentare che la legge ha istituito per l’intera filiera vuole certificare ogni fase del processo produttivo e garantire al consumatore il massimo rispetto delle caratteristiche igienico-sanitarie del prodotto. Il cosiddetto “pacchetto igiene” emesso dalla UE in materia di igiene alimentare Reg. Ce 852/04 – 853/04 – 854/04 – 882/04 e 183/05 sulla Sicurezza Alimentare; queste norme apportano una sostanziale innovazione rispetto al passato spostando il controllo primario che si operava in passato sul prodotto finito ad un controllo preventivo che si opera su tutte le fasi di lavorazione ed a qualsiasi livello della filiera alimentare. L’OSA (operatori del settore alimentare) deve quindi garantire l’individuazione, il mantenimento, e l’aggiornamento di adeguate procedure di sicurezza avvalendosi dei principi su cui si base il sistema di analisi deli rischi e controllo dei punti critici haccp, l’insieme delle procedure deve essere quotidianamente documentata è tenuta a disposizione delle autorità. Quando la produzione di prodotti a base di carne cotti o pronti a cuocere avviene in un laboratorio artigianale annesso ad un punto vendita l’OSA, titolare del laboratorio, oltre a munirsi del piano di autocontrollo deve farsi registrare presso l’autorità competente ai sensi del Reg. Ce 852/2004. 70 Dott. Giuseppe Pezone Lavorazione degli insaccati freschi e dei prodotti salati: loro alterazioni Gli insaccati, sono conserve di carne, tritata più o meno finemente, condita, contenuta in un involucro e sottoposta ad uno o più processi di conservazione. Si tratta di semiconserve, ossia prodotti alimentari per i quali il tempo di garanzia è limitato, dal momento che il trattamento subito non assicura la loro conservabilità per un tempo indefinito. Dal punto di vista igienico le semiconserve possono contenere microrganismi viventi e le loro spore, purché non siano patogeni e siano incapaci di moltiplicarsi nelle prescelte temperature di conservazione. Si tratta quindi di prodotti che subendo una triturazione più o meno spinta risultano più delicati da un punto di vista igienico-sanitario. Anche i prodotti salati sono conserve di carne, ma si differenziano perché costituiti da un gruppo muscolare o da un muscolo singolo, integro e ben definito che è stato sottoposto a salagione. Le carni utilizzate per la produzione degli insaccati oltre a possedere una microflora propria più o meno complessa necessaria per la trasformazione della carne fresca in insaccato, possono avere un tasso di contaminazione batterica proveniente essenzialmente dall’ambiente circostante. I fattori che influenzano la qualità di un prodotto salato o anche insaccato sono tanti e vari; sono strettamente connessi alle varie fasi della produzione partendo dalla macellazione, trasporto,e coinvolgendo in prima linea l’igiene del personale e dei laboratori e delle attrezzature fino ad arrivare alle tecnologie attuate per ottenere il prodotto finito. La microflora può essere più o meno complessa a seconda del tasso di contaminazione iniziale che risulta strettamente connesso alla materia prima, agli utensili e attrezzature e operatori. Qualunque sia la composizione iniziale della microflora, l’evoluzione dei microrganismi nel corso della maturazione segue sempre le stesse regole stabilendo così equilibri microbiologici (anche se più o meno tardivamente) ma sempre simili. L’evoluzione della flora batterica è il risultato dell’azione contemporanea di fattori fisico- chimici e batterici: NaCl, anaerobiosi parziale, diminuzione aw, diminuzine del pH, antagonismo batterico. Non sono da trascurare le contaminazioni ad opera dell’uomo; queste sono importanti non tanto per la loro entità quanto per il tipo di microrganismi che vengono addizionati. L’uomo, ad esempio, è un portatore sano di stafilococchi, i quali sono localizzati nella cavità orofaringea e sulla cute possono facilmente inquinare le produzioni se non sono applicate dagli operatori, le corrette procedure igienico-sanitarie, ( ad esempio l’uso della mascherina e di guanti di gomma, e soprattutto ripetuti lavaggi e disin- 71 fezioni delle mani.) La complessità delle produzioni dei prodotti in questione, spiega perché la norma si mostra tanto attenta da dettare, agli operatori del settore alimentare, specifici e restrittivi requisiti di igienico-sanitari riferiti al prodotto alle strutture e alle procedure di produzione. Gran parte dei prodotti insaccati e salati si ottengono della filiera suinicola. La gamma dei prodotti è molto vasta e va dai macinati crudi, freschi e stagionati, ai prodotti cotti interi e macinati, fino agli affettati crudi e cotti in atmosfera modificata. L'UE, al fine di valorizzare e proteggere alcuni prodotti che hanno storia e tradizione, ha istituito due riconoscimenti importanti DOP (Denominazione di Origine Protetta) e IGP (Indicazione Geografica Protetta): ben 25 salumi italiani hanno ottenuto riconoscimenti. 72 I PARTECIPANTI AL CORSO 73 74 Hanno partecipato al Corso di Formazione: Aletto Pasquale Alfieri Mario Amore Monica Aprano Rosario Arfe' Vincenzo Ascione Vincenzo Balsamo Anna Borriello Pasquale Caccavale Gennaro Cicalese Mario Cocozza Ciro Colombrino Ciro Costantino Salvatore Cotena Ciro D'Aniello Vincenzo De Cicco Palmira De Luca Carlo De Luca Michele De Luna Alessandro De Risi Felicia De Rosa Domenico De Rosa Santa Del Giacinto Raffaele Di Gregorio A.Maria D'Orta Antonio Esposito Giulio Esposito Giuseppe Senior Esposito Giuseppe Junior Esposito Rosario Esposito Salvatore Ferrante Luigi Fierarossa Ettore Fontanella Carmela Galluccio Andrea Gambardella Sergio Gargiulo Maria Girella Ciro Girella Salvatore Granatiero Antonio Iannini Giuseppina Iannini Nunzia Ilardi Giuseppe Imperato Gennaro Iorio Salvatore Izzo Umberto Larducci Pasquale Maffettone Claudio Maffettone Maurizio Marotta Antonio Marra Giuseppe Martiniello Anielo Masoni Domenico Mastellone Antonio Mastrocinque Vincenzo Mazzaccaro Diego Mele Luigi Messina Vincenzo Morresi Ettore Napolitano Vincenzo Nasti Gennaro Orefice Raffaele Orlando Antonio Pagano Giovanni Paparo Antonio Parisi Michele Pastore Massimo Pepe Pietro Pirozzi Carmela Prisco Filomena Rastiello Nicoletta Reppucci Filomena Rivieccio Antonio 75 Rozza Domenico Ruggiero Giovanni Ruocco Giuseppe Russo Antonio Sarnataro Alberto Scotti Enzo Sommella Alfonso Sommella Domenico Sorrentino Pietro 76 Sorrentino Annibale Sorrentino Giuseppe Stornaiuolo Crescenzo Triola Carmine Vaiano Vincenzo Vassallo Enrico Velotto Raffaele Vittozzi Francesco ALCUNI MOMENTI DEL CORSO 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 LE RICETTE 101 102 ‘O rrau’ ‘O rraù me piace a me m’ ‘o ffaceva sulo mammà, a che m’aggio spusato a te, ne parlammo pe’ ne parlà. Io nun sogno difficultuso: ma luvàmmel’ ‘a miezo st’uso; Si, va buono: comme vuò tu, mo ce avéssem’ ‘appiccecà? Ti che dice? Chest’’è rraù? E io m’’o mmgno per m’’o manià… M’’ faje dicere na parola? Chesta è carne c’à pummarola. 103 RAGÙ INGREDIENTI: Carne di vitellone, tagliata a tronchetti – cipolla mezza – sedano mezza costola – carota una – basilico tritato un cucchiaio – olio vergine d’oliva 1 dl. e _ - vino rosso asciutto mezzo bicchiere – salsa di pomodoro 800 gr. – sale e pepe. PREPARAZIONE In un tegame di terracotta soffriggete con l’olio la cipolla, il sedano e la carota che avrete tritato con la mezzaluna. Mettetevi a rosolare la carne di vitello tagliata a tronchetti, bagnatela col vino rosso, aggiungete la salsa di pomodoro e salate. Coprite il tegame e lasciate cuocere a fuoco dolce. Con il ragù condite i maccheroni, cospargendoli poi di parmigiano e pecorino grattugiati (metà e metà). 104 CONIGLIO RIPIENO CON FUNGHI INGREDIENTI: Tipo di Carne: 1 coniglio, 2 salsicce. Altri ingredienti: misto di funghi trifolati g. 150, parmigiano g.30, provola a fette g.150, 4 fettine di spek, rosmarino, prezzemolo. Tempi di Cottura: minuti - 45 Temperatura: PREPARAZIONE Dissossare il coniglio, stenderlo su un piano e imbottirlo con provola, salsiccia, funghi, parmigiano e prezzemolo. Avvolgerlo nello spek aggiungere il rosmarino e legarlo con lo spago. Cuocere in una casseruola con olio, vino bianco e aglio. 105 COSTOLETTE RIPIENE CON FUNGHI INGREDIENTI: Tipo di Carne: 4 costolette alte almeno 2 dita, 1 salsiccia. Altri ingredienti: misto di funghi trifolati, provola, prezzemolo. Tempi di Cottura: minuti 20 - Temperatura: 170° PREPARAZIONE Praticare un taglio a metà costoletta e imbottirla con l’impasto ottenuto con gli ingredienti. Chiudere con gli stuzzicadenti e cuocere in forno. 106 NIDI DI RONDINE INGREDIENTI: Tipo di Carne: macinato g.400. Altri ingredienti: 2 uova, ricotta g.100, 4 fette di pancetta tesa, parmigiano g. 50, sale, prezzemolo, mais. Tempi di Cottura: minuti 20 - Temperatura: 170° PREPARAZIONE Impastare la carne con le uova, il parmigiano, il sale, il pangrattato; far riposare l’impasto per 10 minuti. Con l’impasto ottenuto preparare 4 polpette, praticando un foro al centro. Avvolgere ogni polpetta con una fetta di pancetta, mescolare ricotta e mais e riempirvi l’incavo precedentemente fatto. Cuocere in forno e una volta sfornato aggiungere il prezzemolo. 107 TRAMEZZINI PROSCIUTTO E FORMAGGIO INGREDIENTI: Tipo di Carne: carne trita mista g. 500. Altri ingredienti:pane grattugiato g.100, formaggio grattugiato g.50, prosciutto cooto a fette g.50, Emmental a fette g.50, 2 uova, sale e latte q.b. Tempi di Cottura: minuti 15 - Temperatura: 180 PREPARAZIONE Impastare la carne con le uova, il formaggio grattugiato, il pangrattato, il latte e il sale. Prendere l’impasto e stenderlo dandogli la forma di due quadrati. Farcire uno dei due quadrati con il prosciutto e l’emmental in modo da coprirlo tutto. Sovrapporre l’altro quadrato. Tagliare in modo da formare dei triangoli ( tramezzini ). Cuocere in forno in una teglia antiaderente unta d’olio. 108 SFOGLIATE CON FRIARIELLI SALSICCE E PROVOLA INGREDIENTI: Tipo di Carne: salsiccia g. 150. Altri ingredienti: 4 tappi di pasta brisè, friarielli g. 150, provola g.150. Tempi di Cottura: minuti 25 - Temperatura: 170° PREPARAZIONE Impastare salsiccia, provola e friarielli ( precedentemente tagliuzzati ) . Lavorare i tappi in modo da formare un cono. Riempirli con l’impasto e appoggiarli in una teglia e infornare. 109 PIZZA DI CARNE MACINATA INGREDIENTI: Tipo di Carne: macinato di vitello g. 500, macinato di maiale g. 250. Tipo di spezie: basilico, sale. Altri ingredienti: grana grattugiato g. 50, 3 uova, pane grattugiato, 5 pomodiri ciliegine, provoloncino secco g. 100, mozzarella g. 250, olio extravergine. Tempi di Cottura: minuti 20 - Temperatura: 180° PREPARAZIONE Impastare i due tipi di carne tritata con le uova, il pane grattugiato, la provola secca a cubetti e il sale. Stendere l’impasto in una teglia rotonda, precedentemente unta. Tagliare i pomodorini e la mozzarella a dadini e metterli sull’impasto, finire con la grana ed il basilico. 110 ROTOLINI DI MELENZANE INGREDIENTI: Tipo di Carne: macinato di vitello g. 300. Altri ingredienti: 2 melenzane, grana grattugiato g.50, 2 uova, pane grattugiato, provoloncino secco g.150, sale. Tempi di Cottura: minuti 20 - Temperatura: 200° PREPARAZIONE Tagliare le melanzane a fette di mezzo centimetro e friggerle. Impastare la carne con gli altri igredienti. Porre su ogni fetta di melanzana un po’ di impasto e arrotolare.Mettere i rotolini in una pirofila ed infornare. 111 CANNOLINI CON RICOTTA INGREDIENTI: Tipo di Carne: carne trita mista g. 500. Altri ingredienti:pane grattugiato g.100, formaggio grattugiato g.50, 50, 2 uova, ricotta g.100, spinaci g.100, sale e latte q.b. Tempi di Cottura: minuti 15 - Temperatura: 180 PREPARAZIONE Impastare la carne con le uova, il formaggio grattugiato, il pangrattato, il latte e il sale. Sbollentare gli spinaci, tritarli e aggiungere la ricotta, quindi impastare il tutto. Prendere l’impasto di carne e formare degli hamburger sottili, ponete su ogni hamburger l’impasto di ricotta e spinaci precedentemente preparato e piegarli dandogli la forma di un cannolo. Porre i cannoli in una teglia unta d’olio e cuocere in forno. 112 BOCCONCINI DI TACCHINO ALLE ERBETTE INGREDIENTI: Tipo di Carne: polpa di coscia di tacchino g.600. Tipo di spezie: aglio, rosmarino, alloro, salvia, semi di finocchio, peperoncino. Altri ingredienti: 6 cucchiai d’olio, 1 bicchiere di vino bianco e sale q.b. Tempi di Cottura: minuti 25 -Temperatura: PREPARAZIONE Tagliare a piccoli bocconcini la polpa di tacchino e metterla in un recipiente. Tritare finemente le spezie amalgamandole con olio e vino bianco e farle marinare per circa un’ ora. Versare l’amalgamato in una padella e farvi rosolare i bocconcini. 113 ARISTA DI MAIALE FARCITA CON SPEK E PECORINO INGREDIENTI: Tipo di Carne: lombo di maiale Kg. 1 Tipo di Formaggio: pecorino gr. 300 Tipo di Spezie: bacche di ginepro, erba cipollina, pepe. Altri ingredienti: g.100 di spek,vino bianco, olio, sale, brodo. Tempi di Cottura: minuti : 60 - Temperatura: gradi 200 PREPARAZIONE Prendere il lombo, fare tre tagli sulla carne in modo orizzontale, farcire in lungo la carne con spek e pecorino, legarlo ben stretto e poggiarlo in una pirofila aggiungendo 3 cucchiai d’olio, un bicchiere di vino, ginepro, erba cipollina, poco sale e pepe. Bagnare con brodo durante la cottura. 114 ROTOLO CON FRIARIELLI E SCAMORZA INGREDIENTI: Tipo di Carne: macinato misto ( maiale e vitello ) g.500. Altri ingredienti: g.50 formaggio grattugiato, g. 100 pangrattato, 2 uova fresche, g.50 di scamorza, g. 100 di friarielli, latte e sale q.b. Tempi di Cottura: minuti 50 - Temperatura: 180 gradi PREPARAZIONE Impastare la carne tritata con uova, formaggio. Pangrattato, sale e latte q.b. Mondare i friarielli e rosolarli in padella con aglio e olio. Stendere l’impasto su un foglio di carta da forno e ponetevi sopra la scamorza a fette e i friarielli. Arrotolare il tutto formando un polpettone. Porre il polpettone in una teglia unta d’olio e cuocerlo in forno. 115 RUOTA DEL CARRO INGREDIENTI: Tipo di Carne: polpa magra di vitello 4 fette. Altri ingredienti: 3 uova, parmigiano g.70, burro g.30, prezzemolo, sale, pepe. Tempi di Cottura: minuti - Temperatura: PREPARAZIONE Preparare una frittata con le uova, il parmigiano,il sale e il pepe. Fare delle braciole con le fettine di carne e la frittata. Affiancare le 4 braciole e infilzarle negli spiedini a 3 cm. di distanza uno dall’altro. Tagliarli facendo delle ruote e friggere. 116 TRAMEZZINI PROSCIUTTO E FORMAGGIO INGREDIENTI: Tipo di Carne: carne trita mista g. 500. Altri ingredienti:pane grattugiato g.100, formaggio grattugiato g.50, prosciutto cooto a fette g.50, Emmental a fette g.50, 2 uova, sale e latte q.b. Tempi di Cottura: minuti 15 -Temperatura: 180 PREPARAZIONE Impastare la carne con le uova, il formaggio grattugiato, il pangrattato, il latte e il sale. Prendere l’impasto e stenderlo dandogli la forma di due quadrati. Farcire uno dei due quadrati con il prosciutto e l’emmental in modo da coprirlo tutto. Sovrapporre l’altro quadrato. Tagliare in modo da formare dei triangoli ( tramezzini ). Cuocere in forno in una teglia antiaderente unta d’olio. 117 GATEAU DI SALSICCE INGREDIENTI: Tipo di Carne: salsicce g.200 Altri ingredienti: patate Kg.1, friarielli g.200, 2 uova, formaggio grattugiato, provola g.200, pane grattugiato, burro. Tempi di Cottura: minuti : 20 -Temperatura: 180 PREPARAZIONE Impastare le patate con uova, formaggio e sale, aggiungere i friarielli, le salsicce ( precedentemente cotte ) e la provola e reimpastare. Imburrare una teglia e versare l’impasto, cospargendo il tutto con pane grattugiato e infornare. 118 SPIEDINI DI POLPETTINE INGREDIENTI: Tipo di Carne: manzo macinato g.600 Altri ingredienti: crema ai 4 formaggi g.50,sugo alla pizzaiola g.50, crema di carciofi g.50, 2 uova, formaggio grattugiato, mollica di pane, sale. Tempi di Cottura: minuti : 20 - Temperatura: PREPARAZIONE Porre la carne in una terrina ed impastare con le uova, il sale, il formaggio,la mollica di pane. Dividere il composto ottenuto in tre parti uguali, ed ad ognuno di essi aggiungere una crema in modo da ottenere tre diversi gusti. Dopodiché formare delle polpettine e disporle in maniera alternata sugli stuzzicadenti per spiedini. 119 TULIPANI INGREDIENTI: Tipo di Carne: 1 fetta di manzo g.150, 1 fetta di fesa di tacchino g.150, 1 polpetta di manzo di g.80. Altri ingredienti: 1 fetta di formaggio filato6 cucchiai d’olio, 1 bicchiere di vino bianco e sale q.b. Tempi di Cottura: minuti 30 - Temperatura: 180 PREPARAZIONE Disporre le due fette di carne a forma di croce,mettere la fetta di filato con al centro la polpetta. Richiudere i 4 lembi di carne e capovolgere il tutto. Incidere a forma di croce la parte superiore e sfogliare la carne come dei petali ed infornare. 120 CROCCHE’ DI CARNE E PATATE INGREDIENTI: Tipo di Carne: macinato g.700. Altri ingredienti: formaggio grattugiato,uova,sale mollica di pane, patate g.300, provola g.300. Tempi di Cottura: minuti - Temperatura: PREPARAZIONE Preparare due impasti, uno con la carne, il formaggio, le uova, il sale e la mollica di pane e l’altro con le patate , le uova, il formaggio e il sale. Unire i due impasti e formare dei crocchi. Tagliare la provola a dadini e metterla al centro dei crocchi, poi passarli prima nell’albume e poi nel pane grattugiato e friggere in olio bollente. 121 CROCCHE’ CON SALSICCE E FRIARIELLI INGREDIENTI: Tipo di Carne: salsicce g. 200. Altri ingredienti: friarielli g.150, provola g.200, patate g.500, uova, formaggio, sale. Tempi di Cottura: minuti -Temperatura: PREPARAZIONE Lessare le patate ed impastarle con uova, formaggio e sale. Mettere in una casseruola l’impasto delle patate ed aggiungere i friarielli ( già cotti ), le salsicce ( cotte e sbriciolate ) e la provola. Impastare il tutto e formare dei crocchi, Passarli prima nell’albume e poi nel pane grattugiato. Friggere in olio bollente. 122 ROTOLO CON PATATE INGREDIENTI: Tipo di Carne: carne trita mista g. 500. Altri ingredienti:pane grattugiato g.100, formaggio grattugiato g.50, 50, 2 uova, prosciutto cotto a fette g.50, Emmental a fette g.50, patate g.300, sale e latte q.b. Tempi di Cottura: minuti 50 - Temperatura: 180 PREPARAZIONE Impastare la carne con le uova, il formaggio grattugiato, il pangrattato, il latte e il sale. Lessare e schiacciare le patate in un recipiente amalgamandole con sale, uova, formaggi grattugiato.Stendere l’impasto su un foglio di carta da forno,aggiungere il prosciutto, il formaggio e le patate condite. Arrotolare il tutto formando un polpettone. Porre il polpettone in una teglia unta d’olio e cuocere in forno. 123 BRUSCHETTONE CON CARNE INGREDIENTI: Tipo di Carne: macinato g. 400. Altri ingredienti: 2 bruschettone, crema di formaggio g.200, pomodorini ciliegine g. 400, mozzarella g.200, grana grattugiato g.50, 2 uova, sale, pane grattugiato, basilico, olio. Tempi di Cottura: minuti 15 - Temperatura: 170° PREPARAZIONE Impastare la carne con il formaggio, il pane grattugiato e il sale.Tostare i bruschettoni, spalmarli con la creme di formaggio, poi con l’impasto di carne infine mettere i pomodorini e la mozzarella a cubetti e un filo d’olio. Infornare il tutto. 124 FUSELLO DI TACCHINO AL FORNO INGREDIENTI: Tipo di Carne: cosciotto di tacchino. Altri ingredienti: 2 fette di pancetta tesa, 1 bicchiere di vino bianco, aglio, olio sale, pepe, timo, rosmarino. Tempi di Cottura: minuti 60 - Temperatura: 170° PREPARAZIONE Lavare e asciugare il tacchino, forare il cosciotto in più punti, inserire gli aromi nei fori, coprirlo con la fetta di pancetta, il rosmarino e legarlo. Metterlo in una teglia con olio, vino, sale e pepe e infornarlo. 125 INVOLTINI ALLA SICILIANA INGREDIENTI: Tipo di Carne: vitello 4 fettine. Altri ingredienti: pane grattugiato g. 200, grana g.100, 1 uovo, prezzemolo, aglio, sale, pepe. Olio di oliva g.100. Tempi di Cottura: minuti 60 - Temperatura: 170° PREPARAZIONE Impastare tutti gli ingredienti, per poi farcire le fettine di carne, avvolgerle, chiuderle con gli stuzzicadenti e friggerle. 126 POLLO ALLA DIAVOLA INGREDIENTI: Tipo di Carne: pollo kg. 1,5. Tipo di spezie: 2 rami di rosmarino, aglio, peperoncino, sale e pepe. Altri ingredienti: vino bianco, olio extravergine. Tempi di Cottura: minuti 60 - Temperatura: PREPARAZIONE Tagliare il pollo a pezzi, lavarlo e asciugarlo. Salare e pepare e unirlo con gli altri ingredienti in una casseruola bassa e larga, senza sovrapporre i pezzi, cucinare il tutto a fiamma moderata. 127 TIMBALLO AL FIOCCO INGREDIENTI: Tipo di Carne: macinato di vitello g. 250. Altri ingredienti: patate g. 250, 2 uova, parmigiano g.50, pane grattugiato, sale. Tempi di Cottura: minuti 20 - Temperatura: 160° PREPARAZIONE Impastare la carne con uovo e metà del parmigiano, il pane grattugiato e farlo riposare 10 minuti. Lessare le patate e impastarle con un uovo, il sale e il parmigiano se l’impasto risulta molle aggiungere del pane grattugiato. Fare degli hamburger e sovrapporli alternandoli e infornare. 128 MINESTRA MARITATA ALLA NAPOLETANA INGREDIENTI: Tipo di Carne: guanciale di maiale g. 250, manzo g. 400, puntine di maiale g.300, mezza gallina. Tipo di Spezie: aglio, pepe e sale q.b.. Altri ingredienti: g.500 di scarole, g. 500 di borracce, g.100 di lardo, g.150 di pecorino, olio. Tempi di Cottura: minuti 100 - Temperatura: PREPARAZIONE Preparare un brodo con i 3 tipi di carne. Lavare e tagliare le verdure e farle bollire a parte. Quando il brodo è pronto estrarre la carne e la gallina, preparare un trito di lardo e aglio e aggiungerlo al brodo. Versare le verdure nel brodo e farle cuocereper 15 minuti, aggiungere il pecorino a pezzetti e servire. 129 CARRE’ D’AGNELLO CON FUNGHI PORCINI INGREDIENTI: Carrè d’agnello dissossato, 300g. di lonza di maiale macinata, funghi porcini, aglio, prezzemolo, sale e pepe q. b. PREPARAZIONE Stendere il carrè d’agnello disossato , spargere i funghi porcini trifolati e conditi con aglio e prezzemolo internamente ben stesi, coprire con la carne di maiale macinata, arrotolando il tutto e legarlo ben stretto. Cuocere in forno a 180° c. 130 SELLA DI CONIGLIO RIPIENA CON SALSICCIA E CREMA DI TARTUFO INGREDIENTI: Sella di coniglio disossata, salsiccia di maiale, rete di maiale, verza sbollentata, uova, cipolla, aglio, rosmarino, olio extravergine d’oliva, sale e pepe q.b., crema di tartufo PREPARAZIONE Disossare la sella di coniglio, a parte preparare un ripieno di carne di salsiccia sbriciolata incorporando la crema di tartufo , aggiungere un uovo e amalgamare bene il tutto e farcire. Arrotolare le sella di coniglio e coprire prima con foglie di verza sbollentate e poi con la rete di maiale successivamente legare e guarnire con cipolla, aglio rosmarino e olio d’oliva sale e pepe. Cuocere in forno a 180°c. 131 FILONE DI MAIALE CON ZUCCHINE E CREMA DI FORMAGGIO INGREDIENTI: Filone di maiale, macinato base, crema di formaggio, zucchine tagliate a dadini, lardo stagionale. PREPARAZIONE Tagliare internamente nella parte centrale il filone avendo cura di non forarne il fondo in modo da ricavare una tasca. A parte preparare un ripieno con la carne macinata e le zucchine tagliate a dadini e la crema di formaggio; farcire bene la tasca e chiudere con una fetta di carne precedentemente ricavata dal filone. Avvolgere tutto con delle fette di lardo , legare bene e cuocere in forno come un arrosto. 132 FILETTI DI VITELLO LARDELLATI AL MARSALA INGREDIENTI: Tipo di Carne: filetti di vitello Tipo di Spezie: erba cipollina, pepe e sale. Altri ingredienti: lardo, farina, marsala. Tempi di Cottura: minuti 20 - Temperatura: PREPARAZIONE Tagliare i filetti a fette doppie, avvolgerli in una fettina di lardo larga un dito e poggiare i filetti in un tegame con olio, pepe, erba cipollina. Bagnare i filetti con il marsala due o tre volte durante la cottura. Togliere i filetti e addensare il sugo con un cucchiaio di farina. 133 INVOLTINI DI PETTO DI TACCHINO CON ASPARAGI E CARNI MACINATA INGREDIENTI: Fettine di tacchino, macinato base, punte d’asparagi verdi sbollentati, sale e pepe q.b. PREPARAZIONE In un recipiente preparare il macinato base ben amalgamato in modo da ottenere un impasto uniforme. Preparare le fettine di petto di tacchino disporvi sopra il macinato e le punte di asparagi e avvolgere bene, il tutto lasciando sporgere esternamente le punte di asparagi , legare e cuocere in forno. 134 CONIGLIO ALL’ORTOLANA INGREDIENTI: Tipo di Carne: coniglio Kg. 1 Tipi di verdure: 1 carota, 1 peperone, 1 zucchiana, 1 porro, g. 200 di funghi. Tipo di Spezie: 1 cipolla, aglio, prezzemolo tritato, sale e pepe. Altri ingredienti: olio, vino bianco. Tempi di Cottura: minuti : 60 - Temperatura: PREPARAZIONE Tagliare a pezzetti molto piccoli il coniglio lavato e asciugato. Soffriggere in un tegame olio, aglio e mezza cipolla. Versare i pezzetti di coniglio e far rosolare per circa 10 minuti con un bicchiere di vino bianco. Tagliare tutti gli ortaggi a pezzetti e versarli nel tegame, salare e pepare q.b. Completare la cottura a fuoco basso. 135 AGNELLO ALLA CACCIATORA INGREDIENTI: Tipo di Carne: agnello Kg. 1 Tipi di verdure: 2 peperoncini piccanti, 6 pomodorini del vesuvioi. Tipo di Spezie: mezza cipolla, i spicchio d’aglio, 1 rametto di rosmarino, 2 foglie d’alloro. Altri ingredienti: olio, vino bianco, g. 80 di strutto, sale. Tempi di Cottura: minuti : 60 - Temperatura: PREPARAZIONE Lavare l’agnello e farlo asciugare. Soffriggere in un tegame l’olio con aglio, rosmarino, alloro,cipolla e peperoncino. Versare l’agnello a pezzi e farlo rosolare con il vino bianco, aggiungere lo strutto e i pomodorini. Completare la cottura bagnando sempre con il vino, salare 5 minuti prima di spegnere. 136 BRACIOLA DI MANZO PER BOLLITO CON SEDANO E CAROTE INGREDIENTI: Tipo di Carne: pancia di manzo Kg. 1 Tipo di Verdure: sedano, carote, maionese PREPARAZIONE Stendere la carne e mettere al centro il sedano e due carote, avvolgere la carne e legarla bene in modo che durante la cottura non si sleghi; immergere la carne in acqua bollente: con il calore la carne mantiene il sapore e i suoi principi nutritivi. A cottura ultimata far raffreddare e aggiungere la maionese. 137 138 Hanno partecipato alla formulazione delle ricette del libro: Caccavale Gennaro Imperato Gennaro Mastrocinque Vincenzo Messina Vincenzo Nasti Gennaro Orefice Raffaele Ruggiero Giovanni Scotti Vincenzo Martiniello Aniello Esposito Giuseppe Junior Esposito Giuseppe Senior De Luca Michele 139 140 INDICE Presentazione Presidente della Camera di Commercio I.A.A. . . . . . . . . . . . .pag. 3 PresentazionePresidente A.P.E.M. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 5 I consigli del veterinario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 7 Le razze bovine italiane . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 23 Valore dietetico e nutrizionale della carne . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 29 Glossario - I principali tagli di carne . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 39 Sintesi degli interventi dei docenti ai Corsi A.P.E.M. . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 61 I partecipanti al corso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 73 Alcuni momenti del corso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 77 Le ricette . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 101 141 142 L’ A. P. E. M. ringrazia tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione di questo opuscolo 143 144