Daniele Marini
Semiotica: testi
Lezioni tratte da: Ugo Volli. Manuale di semiotica. Laterza, 2005.
Dal quadrato semiotico alla narrazione
•  Abbiamo esaminato le strutture narrative dal punto di
vista semiotico
•  Per costruire il senso della narrazione è utile tornare
ad esaminare il quadrato semiotico che costituisce la
forma con cui esprimiamo il significato, la semantica
di un testo.
•  Possiamo dire che una narrazione è la trasposizione in
forma lineare del quadrato semiotico del tema
trattato dalla storia
Un tema e la linearizzazione del quadrato
semiotico
•  Consideriamo uno spot pubblicitario di un detersivo: una massaia
tenta di lavare un capo sporco (non bianco) trovandosi però un
capo apparentemente pulito (non bianco). L’aiutante (il
detersivo) penetra tra le fibre e trova il nemico ancora annidato:
lo sporco (nero) e finalmente produce il risultato desiderato
(bianco)
SITUAZIONE VERA
bianco
nero
Lato dei detersivi
Lato dello sporco
non nero
(apparentemente pulito)
non bianco
(sporco)
L’APPARENZA
Costruzione della narrazione
•  Il procedimento di costruzione della narrazione è chiamata anche
percorso generativo del senso
•  Le componenti fondamentali di questa procedura sono tre:
–  Attorializzazione: i ruoli tematici o attanziali vengono definiti (si
individuano gli attanti)
–  Spazializzazione si definisce lo spazio entro il quale il discorso
narrativo si sviluppa (scenografia)
–  Temporalizzazione: si definisce la scansione temporale degli eventi
della fabula, che può modificarsi a livello superficiale con varianti
narrative
•  Tutto ciò è parte del livello sintattico, mentre è parte del
livello superficiale la forma espositiva che si deciderà di
adottare
Testi visivi
•  Non vi sono soltanto testi letterari o cinematografici come
abbiamo esaminato in precedenza, e anch’essi possono
assumere una dimensione narrativa
•  I testi visivi sono una categoria particolare in cui in
apparenza il piano dell’espressione (la superficie, il
linguaggio specifico) non si distingue da quello del
contenuto (il senso del messaggio). Un esempio di questo
genere è la pittura figurativa astratta.
•  Una seconda caratteristica dei testi visivi (escludendo
cinema e video in generale) è l’assenza di linearità: non
c’è una sequenza di esposizione o di osservazione
determinata, legata al tempo, a differenza del testo scritto
e orale
Testi visivi e iconicità
•  Abbiamo già esaminato il concetto di iconicità, che può
costituire un elemento con cui esaminare il carattere
semiotico di un testo visivo
•  Poiché non tutte le immagini sono iconiche, ritroviamo la
indicalità, la capacità dell’immagine di indicare qualcosa
(un ritratto)
•  L’analisi della composizione iconica o indicale di una
immagine può portare a identificare figure componenti che
divengono segni, significanti di oggetti del mondo reale
•  In generale nella nostra cultura le immagini, nell’arte come
nella pubblicità, non sono soltanto referenziali, esse
hanno anche la capacità di veicolare sensi e narrazioni
implicite
L’oggetto materiale come testo
•  Gli oggetti d’uso pongono interrogativi sul senso e la
significazione, quindi sul loro ruolo nei processi
comunicativi
•  Pensiamo agli oggetti di design, risultato di un lavoro
progettuale. Ogni oggetto porta con sé, oltre al senso, una
funzione, per cui ci si può domandare se gli oggetti
funzionino o comunichino, aspetti che sono
simultaneamente presenti in modo evidente nella
collezione Alessi
L’oggetto materiale come testo
Valori dell’oggetto
•  E’ ormai accettato da chiunque che gli oggetti, dal punto di
vista semiotico, abbiano quindi oltre al valore di funzione
un valore di senso, che può riguardare sia un riferimento
ironico ad altri oggetti sia un riferimento a valori simbolici
di status sociale
•  Possiamo dire che gli oggetti materiali, in particolare quelli
di design, denotino la loro funzione ma connotino il loro
valore sociale e culturale.
•  Questo è particolarmente vero nella moda, nei nuovi
dispositivi elettronici, nelle automobili.
–  iPhone, iPad, VW Golf … sono indicatori di uno status sociale
posseduto o semplicemente desiderato
•  Dal punto di vista della funzione, l’oggetto presenta una
interfaccia verso il destinatario che ha lo scopo di
specificare le pratiche d’uso
Uso, interfaccia, affordance
•  Gli oggetti considerati come funzioni sono una sorta di
protesi che permette alle persone di svolgere particolari
compiti (togliere il tappo); per operare sono dotati di una
interfaccia (le braccia del cavatappi) che in modo intuitivo
ed immediato indicano alla persona come attuare la
funzione
•  Questa maniera di indicare il modo d’uso viene chiamata
affordance, (to afford significa offrire una possibilità, una
facoltà, facilitare) che potremmo tradurre liberamente con
invitare all’uso
•  È bene qui sottolineare che lo studio della funzionalità non
è un problema semiotico, mentre lo è lo studio di come la
funzionalità viene comunicata
Oggetti e narrazione
•  Se osserviamo l’oggetto dal punto di vista narrativo,
scopriamo che può assumere le caratteristiche di attanti
particolari: può di volta in volta essere un aiutante o un
oggetto di valore o un opponente.
•  Allo stesso modo un oggetto manifesta un universo di valori
(in quanto connota valori) e quindi racconta qualcosa di
chi lo possiede
•  Una classificazione del senso che è stata proposta è:
1.  Componente configurativa: scompone l’oggetto nelle sue parti e lo
ricompone in una forma
2.  Componente tassica (classificatoria): mette in relazione l’oggetto
con altri oggetti (si pensi a merci di diversi produttori)
3.  Componente funzionale a sua volta scomponibile in:
a. 
b. 
c. 
Dimensione strumentale vera e propria
Dimensione mitica
Dimensione estetica
Comunicazione di impresa
•  Il mondo della produzione di oggetti, le imprese, dal punto di
vista semiotico rivestono un grande interesse in quanto
contribuiscono alla produzione di senso non solo degli oggetti
materiali e contribuiscono a creare le credenze e i miti sociali
•  La comunicazione che svolgono le imprese ha caratteristiche
sia tradizionali (pubblicità) sia specifiche attraverso messaggi
non verbali. La stessa presenza sul mercato di una impresa
costituisce una forma di comunicazione non verbale come lo è
la presenza di una persona
“Mi si nota di più se vengo o non vengo?” dice Nanni Moretti nel film
Ecce Bombo
•  Le imprese possono modificare in modo molto significativo il
proprio senso, agendo sia con la pubblicità sia con azioni
promozionali come le sponsorizzazioni
Comunicazione di impresa: immagine
coordinata
•  C’è una parte di comunicazione che non viene esplicitata,
non viene codificata in parole , che non è un puro passaggio
di informazione: viene chiamata espressione
•  Ogni comunicazione è quindi costituita da una parte di
espressione e di una parte di informazione.
–  Tra le forme di espressione troviamo la postura del corpo, le
espressioni del volto, il tono della voce ecc.
•  L’espressione svolge un ruolo fondamentale per stabilire la
relazione tra gli interlocutori
•  Da questo punto di vista è molto importante per una
impresa agire sul piano della espressione per determinare
le forme di relazione con i propri clienti e fornitori. Questa
azione non deve essere in contraddizione con i messaggi
informativi di tipo pubblicitario e con i documenti dei
prodotti (cataloghi, manuali)
Comunicazione di impresa: immagine
coordinata
•  I piani su cui si svolge la comunicazione espressiva
dell’impresa riguarda anche il modo con cui i dipendenti si
pongono in relazione con clienti e fornitori. Particolare
importanza hanno assunto negli ultimi anni i call center e
in generale il cosiddetto customer care ovvero la cura dei
clienti
•  Tutto questo insieme di modi di gestione dell’espressione
costituisce l’immagine coordinata dell’azienda
•  Una buona gestione della immagine coordinata costituisce
la proiezione nel mercato della marca (il brand)
•  La percezione della marca (da non confondere con il
marchio che è il simbolo) è il prodotto della espressione
dell’immagine coordinata
•  L’Immagine coordinata proietta all’esterno una concezione
dell’azienda
Comunicazione di impresa: immagine
coordinata
•  Con la diffusione delle reti sociali le aziende hanno capito
che si è aperto un mondo in cui la significazione del loro
marchio e dei loro prodotti può essere gestita e curata
•  Moltissime aziende sono ora presenti in reti come Facebook
su cui stabiliscono un dialogo con il proprio pubblico e
creano relazioni emotive più o meno stabili
•  Data la importanza di tali reti molte aziende si sono anche
attrezzate per seguire con cura la propria immagine sulle
reti sociali, intervenendo in casi in cui le critiche del
pubblico potrebbero minare l’immagine
•  Occorre non dimenticare che tra i fattori determinanti
dell’immagine di una azienda ci sono aspetti legati a valori
come il rispetto dell’ambiente, delle condizioni di lavoro
ecc. la cui comunicazione diviene essenziale per conservare
l’immagine conquistata
Interfacce informatiche
•  Esula da questo corso lo studio delle interfacce in
riferimento ai prodotti informatici (programmi, pagine
web, app per dispositivi mobili ecc.), tuttavia molti spunti
per uno studio semiotico delle interfacce informatiche
possono essere facilmente applicati
•  Un cenno particolare agli ipertesti è tuttavia necessario: la
caratteristica semiotica principale degli ipertesti è
l’assenza della sequenzialità nella fruizione del testo, la
comunicazione inoltre è del tutto asincrona
Internet
•  Internet dal punto di vista semiotico non va intesa come una rete
di comunicazione ma come forma specifica di comunicazione
molto più complessa e influente sul piano culturale della sola
base tecnologica
•  Internet include in sé la forma ipertestuale che favorisce la
fusione di componenti comunicative funzionalmente assai diverse
tra di loro (testo scritto video, audio, immagini, ..) e permette
sia una comunicazione basata sulla sola significazione
(navigazione autonoma) sia di dialogo con emittenti e destinatari
distinti e anche collettivi
•  Nella costruzione e fruizione degli ipertesti di internet assumono
un ruolo determinante i segni di tipo metatestuale: link e ancore
•  Non basta quindi creare dei contenuti e collegarli tra di loro,
occorre che i collegamenti siano visibili e la struttura ipertestuale
percepibile nel suo insieme
Internet
•  L’ipertesto in Internet può esser inteso come un meta-testo, una
sorta di “contenitore” in analogia con il campo televisivo
(palinsesto o format), all’interno del quale si colloca una miriade
di micro-testi
•  La compresenza di diversi codici comunicativi (grafici, pittorici,
fotografie, filmati, animazioni, musica ecc.) fungono da nodi
dell’ipertesto e allo stesso tempo costituiscono un testo
multimediale
•  La struttura comunicativa che offre internet è molto flessibile e
variegata: può essere comparabile a quella di un giornale o di una
rivista o ancora ad una rete televisiva, a una sala da concerto, a
una riunione tra amici
•  In ciascuna di queste strutture i modi comunicativi variano e lo
sforzo dell’utilizzatore è di adeguare continuamente la propria
enciclopedia e le proprie aspettative a ciascuno di essi, variando
continuamente il proprio frame (quadro) di riferimento
Internet
•  Da quanto detto emerge quanto sia complesso e delicato il ruolo di
chi organizza il sistema di collegamenti ipertestuali e di scelta dei
codici comunicativi per i diversi contenuti
•  Il progettista può basarsi su una organizzazione lineare o
gerarchica, a rete o ancora a griglia. Sono strutture organizzative
che inducono anch’esse diversi modi di individuazione del senso
•  Internet contiene anche una percezione di tipo spaziale, tanto che si
parla di navigazione e di esplorazione, di sposyamenti e di portali
o siti (luoghi)
•  La natura spaziale della percezione induce nel fruitore un rapporto
che non è semplicemente frontale (sto di fronte al testo e lo
osservo) ma interna, ha quindi un carattere esplorativo
•  La fruizione del (iper-)testo non è però prevedibile a differenza dei
testi sequenziali (libro, cinema); ciascun fruitore navigherà secondo
preferenze e interessi propri, variando l’ordine e le priorità di
accesso ai diversi contenuti
Internet
•  Queste caratteristiche tecniche e semiotiche fanno della rete
Internet qualcosa che assume valore culturale, ideologico ed etico,
modificando aspetti tipicamente sociali
•  Anche l’autore si trasforma: sia nella figura di progettista
dell’ipertesto sia nella figura di produttore di contenuti.
•  Il Blog è una tipologia di testo specificamente legato ad Internet in
cui ciascuno può diventare produttore di contenuti. Viene così
superata, in un processo di integrazione di funzioni, la distinzione di
ruoli del mondo dell’editoria. L’autore del Blog è non solo autore,
ma editore e distributore allo stesso tempo
•  Emerge anche la figura dell’autore collettivo (come in Wikipedia)
•  La produzione di notizie si è anche trasformata: da professione
specifica del giornalista e dell’editore (anche televisivo) diventa
professione disponibile a chiunque, come hanno dimostrato i recenti
fatti di ribellione nel Nord Africa e i movimenti Occupy
Internet
•  Le nuove figure di produttore di informazione indipendente
hanno accelerato la crisi dei media tradizionali (televisione e
stampa quotidiana e periodica) che si trovano di fronte a un
dovere di adattamento e trasformazione pena la loro completa
scomparsa
Nota sul concetto di utente
•  Nel corso dei vostri studi frequentemente incontrerete il
concetto di utente o utilizzatore. In informatica con questo
termine si fa riferimento a chi userà un programma o una
applicazione sia sviluppata da voi sia da altri e che state
esaminando
•  Abbiamo d’altro canto incontrato altri termini che possono
aiutare a qualificare meglio questa figura:
–  Destinatario: se si tratta di una persona che si servirà del programma
per comunicare
–  Fruitore: che è un termine più generale e comprensivo di utilizzatore
(con uso e utilizzo si associa un valore connotativo di consumo che in
realtà è totalmente assente nell’uso di programmi)
–  Le figure di destinatario e fruitore possono poi essere ulteriormente
qualificate specificando eventuali ruoli attanziali. Questo è
particolarmente importante nei videogiochi e nella realtà virtuale
Riferimenti
–  Ugo Volli, Manuale di semiotica, Laterza, 2005
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