Sabrina Pedrini – Giovedì 18 marzo 2010 I beni relazionali Fonte: Economia Civile – Zamagni S., Bruni L. Il fondamento della relazionalità è l’autorealizzazione della persona (l’eudaimonia aristotelica), è la capacità di riconoscere il valore dell’altro, risorsa che non può essere prodotto se non viene condivisa. Rappresenta un incontro di gratuità ed è alla base dello scambio di equivalenti e dell’altruismo. Poiché è la relazionalità-reciprocità ad essere tipicamente umana, non la socialità. 2 La capacità di contagio • Il mercato avanza sulla desertificazione della società (Polanyi) • Le virtù, al pari dei muscoli, si atrofizzano col disuso (Hirschman) • Più si esercita la fiducia più una società è evoluta, razionale, strumentale, meno degno di fiducia (Hollis) 3 Ipotesi teoriche che non hanno sempre riscontro reale Soggetti virtuosi, in contesti auto interessati, ottengono risultati migliori dei soggetti auto centrati Ciò che erode il legame sociale non è il mercato, ma il mercato ridotto a mero scambio strumentale di equivalenti 4 L’incentivo all’adozione di comportamenti virtuosi non è mai efficiente, rappresenta un costo e spiazza le motivazioni intrinseche Nasconte un rapporto di potere, che è meglio della coercizione, ma peggio della persuasione e del sostegno che provengono dall’approvazione sociale 5 Modello in crisi? Imprese che incentivano solo sotto l’aspetto monetario attraggono solo persone interessate a quello, se il trattamento non è equo il lavoratore assumerà atteggiamenti da free rider o shirking L’equità deve essere il tratto distintivo 6 L’equità produce fiducia generalizzata, sviluppa l’onore e la fede pubblica, rende la vita più comoda e vivibile, gli scambi più facili, l’economia più efficiente 7 I mercati di qualità sociale I mercati in cui le transazioni avvengono attraverso scambi di equivalenti sono sempre più sottili, poiché contratto e gerarchie non riescono a controllare tutte le possibili opzioni di un mondo dinamico e di mercati in cui le dimensioni intangibili divengono prevalenti. L’incertezza, non legata alla scarsità delle risorse, è la dimensione dominante, e la scarsità sociale il nuovo problema 8 Su questi mercati la fiscalità è utilizzata come sostegno alla domanda e NON alla OFFERTA. • L’ente pubblico finanzia il portatore di bisogni • L’ente pubblico controlla la qualità dell’offerta • Il portatore di bisogni sceglie in base alla qualità e seleziona l’offerta Il finanziamento diretto all’offerta è sconsigliato perchè 9 1) Il finanziamento avviene il base alla riduzione dei costi – quindi dei servizi (dumping sociale) – non in base alla qualità offerta 1) L’offerta orientata al cittadino mediano porta alla insoddisfazione di chi si allontana dalla media e all’aumento dei costi causati dallo spreco di qualità 1) Porta a specializzarsi in abilità burocratiche piuttosto che imprenditoriali 1) Si instaurano legami verticali tra soggetto ed ente a scapito di quelle orizzontali tra soggetti 10 L’approccio alle capabilities Il cambio di attenzione sulla domanda sposta l’attenzione su come il soggetto ricevente può migliorare i suoi funzionamenti grazie al soddisfacimento di bisogni 11 I paradossi della felicità Contesto post industriale, società dei consumi Linder (1970): l’aumento nell’intensità di consumo riduce l’utilità del consumatore Come superarlo? Becattini (1967): l’attività di lavoro deve produrre reddito e soddisfazione, il processo di consumo deve essere autonomo dall’offerta 12 Bandire la fretta – non la velocità – è la condizione necessaria per restituire al consumo la sua valenza fortemente relazionale 13 Brickman & Campbell (1971) – adaptation level theory Le migliori condizioni oggettive della vita non producono effetti reali sul benessere delle persone Veernhoven (2003): il set di felicità è congenito, non stupisce che non cambi con il reddito Sen (2000): l’utilità della ricchezza sta nelle cose che ci permette di fare, nelle libertà che ci aiuta a conseguire (importa come i beni si trasformano in capacità e funzionamenti) 14 Treadmill L’aumento del reddito spinge verso l’alto le nostre esigenze Kahneman (2004) Edonic treadmill deriva dalla teoria dell’adattamento. Il livello di soddisfazione rimane lo stesso indipendentemente dal bene oggetto di consumo 15 Sadisfaction treadmill deriva dalla aspirazione. Il livello di aspirazione rimane aumenta in proporzione al reddito, lasciando invariato il livello di felicità soggettiva (anche se la oggettiva aumenta) 16 La distinzione è tra confort e stimulation Scitovsky (1976) Comfort Noi indugiamo troppo nel confort. Le economie di scala impongono i gusti della maggioranza e quando questa sceglie il comfort creare novità e ricerca da parte della minoranza diventa difficile 17 Questo fa si che la minoranza consapevole faccia fatica ad uscire dalle secche del consumismo e che la maggioranza triste e comoda resti in uno stato di felicità sazia e noiosa. Il consumo di cose noiose e non sfidanti crea dipendenza e fa aumentare il costo di un cambiamento di stile di vita Tutti i beni di consumo generano addiction 18 Quindi il paradosso della felicità dipende da tre treadmill edonico di soddisfazione relazionale Le persono investono troppe risorse per aumentare standard economici, senza produrre miglioramenti reali,con effetti negativi nell’area relazionale, da cui dipende la nostra felicità 19 I beni relazionali Sono quei beni che possono essere posseduti solo attraverso intese reciproche, dipendono dalle modalità di interazione e possono essere goduti solo se condivisi. Particolare tipo di beni pubblici locali che richiede reciprocità La relazione in sé costituisce il bene economico 20 Il consumo aumenta con l’aumentare del tempo che si dedica alla socializzazione dell’uno e degli altri. La reciprocità è a dimensione fondativa l’identità dell’altro è essenziale Spiegano i paradossi della felicità con la trappola della povertà relazionale 21 Nel 1976 Tibor Scitovsky nell’individuare simili circoli viziosi di infelicità affermava che l’unica via di uscita è rappresentata dalla CULTURA che porta a prese di coscienza sull’infelicità e a dare valore ai beni relazionali Non possiamo che essere daccordo 22