Corso di Programmazione e Controllo SEDE DI FANO Docente: Selena Aureli II MODULO 4 lezione 1 L’evoluzione verso la gestione strategica Ricordiamo che la GESTIONE STRATEGICA contempla: – Pianificazione della strategia e definizione dell’equilibrio di portafoglio dei business in cui l’impresa opera Gestione del posizionamento strategico – Pianificazione delle capacità organizzative – Gestione in tempo reale delle emergenze strategiche Analizza se comportamento strategico abbastanza aggressivo e se struttura organizzativa sufficientemente aperta e flessibile 2 1 L’evoluzione verso la gestione strategica Vendite Divario di diversificazione Obiettivi/mete Se analisi portafoglio strategico Potenziale attuale Se analisi posizione competitiva Divario competitivo Prospettive Se analisi trend, M/O Divario di sorveglianza Estrapolazione Tempo 3 Gestione del posizionamento strategico PRESUPPOSTO è che nell’attuale contesto, poter avere successo: -> tanto maggiore è la discontinuità ambientale -> maggiore deve essere l’aggressività strategica (cambiamento di P/M/T) -> maggiore (coerente) deve essere l’apertura di Alta Dir. La gestione del posizionamento strategico analizzerà questo tipo di “incongruenze” e non più semplicemente incongruenze tra obiettivi desiderati a livello di corporate e traguardi realizzabili con strategie proposte da Bus (come faceva la pianificazione strategica) 4 2 Fasi e attività del sistema di gestione del posizionamento strategico Ipotizzando una sequenza decisionale che parte dalle BU incaricate di definire le strategie, per poi passare al consolidamento a livello corporate, ove si farà analisi delle incongruenze e si valuterà il portafoglio, le fasi rilevanti sono: 1) Segmentazione dell’ambiente in ASA (e anche in Aree strategiche di risorse – SRA e Gruppi strategici di influenza - SIG) e identificazione delle loro prospettive in termini di fattori chiave di successo competitivo e di futura turbolenza; 2) Analisi/diagnosi del posizionamento strategico per determinare se gap strategico (rispetto a turbolenza ambientale c’è necessità di cambiare P/M/T) e/o gap di apertura dell’Alta Direzione (c’è necessità di cambiare profilo interno) 3) Pianificazione del posizionamento strategico e pianificazione dello sviluppo delle capacità 4) Utilizzo dei procedimenti di analisi del posizionamento competitivo in ogni ASA e di analisi a supporto della politica del portafoglio delle ASA, tesa a creare il suo equilibrio in vista degli obiettivi di lungo termine dell’impresa; 5) Collegamento con la gestione strategica a livello corporate. L’equilibrio del portafoglio strategico 5 1 Segmentazione dell’ambiente in ASA Chi fa pianificazione sono le SBU e non più le Divisioni, quindi il focus è sulle ASA: un preciso segmento distinguibile dell’ambiente in cui l’impresa svolge o potrebbe svolgere la sua attività Per capire quali sono le ASA attuali e potenziali bisogna analizzare l’ambiente senza limitarsi a guardare gli attuali prodotti e l’attuale struttura dell’impresa, al contrario… ..la segmentazione in ASA deve indicare quali aree esistono in generale e quali prospettive di sviluppo-redditività e turbolenza sono associate alle singole ASA 6 3 Segmentazione dell’ambiente in ASA Criteri di segmentazione di una ASA secondo Abell (1980) (es. settore editoria/librario) : - - - Dimensione PRODOTTO (funzione d’uso o bisogni dei clienti da soddisfare): funzione d’uso; caratteristiche fisico-tecniche; genere/argomento, ecc. (es. bisogno soddisfatto, occasione d’acquisto, formato, prezzo, periodicità d’uscita, numero di volumi); Dimensione MERCATO(customer groups o categorie di clienti da soddisfare): natura dei clienti (privati, industriali, ecc.), mercato geografico di riferimento(*); condizione socio-economica dei clienti, stile di vita; ecc. (es. tipo di cliente, fascia di età) Dimensione TECNOLOGIA (modalità attraverso le quali i bisogni sono soddisfatti): tipologia delle tecnologie in uso (es. supporto utilizzato per trasferire le informazioni: su carta, on line, su CD-Rom) (*) la dimensione geografica può essere una quarta dimensione 7 Criteri di segmentazione di una ASA ES. Settore editoria/librario (1) SEGMENTAZIONE PER PRODOTTO • Caratteristiche legate al genere e per argomento (Classificazione più usata) Es. genere Economia e Amministrazione: rivolti ad un mercato professionale o universitario, specializzati su alcuni argomenti o con copertura su una maggiore varietà di argomenti, ecc. All’interno di prodotti ad uso universitario, è possibile individuare prodotti con funzioni d’uso diverse: Manuali, Testi di riferimento, Dispense, Eserciziari, ecc. • Caratteristiche fisico-tecniche del prodotto Es.: libri a copertina rigida o tascabile; prezzo di copertina (libri economici, super economici), libri one-shot (venduti porta a porta o per corrispondenza), ecc. • Durata e forma della curva del ciclo di vita di ciascun titolo Libri venduti in edicola, assimilabili ai periodici, libri venduti con canale diretto, libri long seller, instant book, best seller ecc. 8 4 Criteri di segmentazione di una ASA ES. Settore editoria/librario (2) • SEGMENTAZIONE PER MERCATO Tipi di bisogno soddisfatto: Intrattenimento, Formazione, Aggiornamento • Area geografica di riferimento Gruppo di clienti servito: famiglie (narrativa, ragazzi, manualistica ecc.), mercato professionale (consultazione, saggistica, testi specializzati). Fasce di età. Fasce di mercato • Canale di vendita utilizzato: libreria, grande distribuzione, librerie a metà prezzo, canale porta a porta, vendita per corrispondenza; edicola, on line. • SEGMENTAZIONE PER TECNOLOGIA Solo su carta, prevalentemente su carta, prevalentemente su altro supporto. 9 Criteri di segmentazione di una ASA ES. Settore nautica (1) Nel settore della nautica possiamo rilevare i seguenti: Prodotti - Barche a vela - Barche a motore - Canotti pneumatici - Yacht da regata - Mega e Super yachts - Barche da pesca - Catamarani - Moto d’acqua veloci - Produzione pontili Servizi: - Gestione posti barca - Commercializzazione imbarcazioni - Charter nautico - Rimessaggio imbarcazioni Quali criteri di segmentazione possiamo utilizzare? 10 5 Criteri di segmentazione di una ASA Es. Sotto-settore dei Mega e Superyachts (2) I principali segmenti di business del mercato dei superyachts sono distinguibili in funzione del criterio tecnologico: a) Motor superyacht: b) Sailing yachts I Motor Super Yacht a loro volta si possono distinguere in: a1) large flybridge a2) large open a3) sport fishing a4) expedition yachts Altro criterio di segmentazione è quello delle fasce di lunghezza: 80-89,90-99, 100-119, 120-149, maggiore di 150 feet 11 Processo di segmentazione in ASA In base ai risultati del processo di segmentazione ed alla successiva valutazione della ASA, l’azienda sceglierà dove operare. Questa scelta, secondo Abell, si può classificare in 3 tipologie di strategie generali: - strategia focalizzata: servo uno spettro del mercato molto ristretto, cioè uno specifico gruppo di clienti, offrendo prodotto che soddisfa specifico bisogno, usando una specifica tecnologia - strategia differenziata: servo uno spettro del mercato ampio, ma mediante la costituzione di offerte ad hoc per ogni segmento di domanda da servire - strategia indifferenziata: opero in tutte le aree, perché non ho segmentato, per cui l’offerta è indifferenziata e rivolta al mercato nella sua interezza 12 6 Processo di segmentazione in ASA La decisione/scelta di ASA in cui operare (che viene fatta nell’ambito della pianificazione del posizionamento strategico- più avanti), è basata su 4 variabili, che costituiscono le principali variabili da indagare per ciascuna ASA : - Le prospettive di sviluppo: non è solo tasso di crescita, ma anche ciclo di vita domanda/tecnologia; - Le prospettive di redditività reale: non solo aumento vendite, ma aumento dei profitti; - La turbolenza prevista (M/O e incertezza); - I futuri fattori chiave di successo competitivo che determineranno la scelta delle strategie vincenti nella ASA Quindi faremo un confronto tra ASA in base alle 4 variabili Da cosa dipendono le prospettive di sviluppo, di redditività, ecc.? Da moltissimi fattori: barriere commerciali, potere d’acquisto, dimensioni del mercato, sistema distributivo, intensità competitiva, progresso tecnologico, ecc. 13 2 Analisi/diagnosi del posizionamento strategico (1) Per ogni ASA in cui l’azienda intende operare si effettua una diagnosi che ha la funzione di definire l’ambito entro il quale la pianificazione svilupperà il (ev.) nuovo posizionamento strategico (è un’analisi propedeutica alla pianificazione) Prima: - logica aziendale basata su posizionamento continuo (no modifica di P/M/T, agiscono come fattori di successo le forze storiche, le capacità funzionali) Oggi: - logica dinamica, di anticipazione e coerenza con turbolenza ambientale che richiede posizionamento discontinuo (si ha successo se l’azienda ha sufficiente aggressività strategica, un’adeguata apertura dell’Alta Direzione e nuove capacità funzionali necessarie a sostenere le nuove strategie) 14 7 Analisi/diagnosi del posizionamento strategico (2) Per valutare se posizionamento attuale deve essere modificato si effettua: 1) Diagnosi del livello di turbolenza ambientale in una certa ASA 2) Diagnosi dell’aggressività strategica = cambiamento che l’impresa sa introdurre nelle sue concezioni P/M/T . Deve risultare coerente con il livello di turbolenza ambientale: se il futuro è più turbolento, richiede maggiore aggressività strategica e nuovo posizionamento 3) Diagnosi dell’apertura dell’Alta Direzione = grado di discontinuità ambientale che la Direzione Generale è in grado di percepire, accettare e gestire (agisce come promotrice dello sviluppo) SBA Fattori chiave di successo Turbolenza ambientale Aggressività strategica GAP STRATEGICO Capacità Alta Direzione GAP DELLE CAPACITA’ PIANIFICAZIONE DEL POSIZIONAMENTO STRATEGICO Capacità funzionali Strategie competitive Portafoglio di SBA 15 Analisi/diagnosi del posizionamento strategico (3) Perché è importante tale diagnosi? Perché: Il potenziale di profitto è funzione dell’aggressività strategica che si esprime in relazione ad una dato livello di futura turbolenza ambientale La realizzazione del potenziale di profitto è funzione dell’apertura dell’Alta Direzione necessaria al dato livello di aggressività strategica E’ necessario anche armonizzare gli attributi delle nuove capacità per garantire la loro efficacia in ordine alla realizzazione del potenziale di profitto 16 8 3 Pianificazione del posizionamento strategico (1) 2 Ipotesi possibili: a) Se l’analisi del posizionamento strategico non manifesta alcun gap strategico (di aggressività e/o di apertura) rispetto al livello di turbolenza ambientale: la pianificazione del posizionamento strategico fa riferimento unicamente ai fattori chiave di futuro successo per esprimere le strategie competitive a livello ASA. L’impresa è pronta per il futuro. b) Se l’analisi del posizionamento strategico fa emergere un gap strategico di aggressività -> allora occorre riposizionarsi dal punto di vista competitivo (cioè bisogno ridefinire la “generalità” delle strategie o metastrategia) e/o gap strategico di apertura -> allora occorre sviluppare dei piani di cambiamento organizzativo che incidano sulla struttura, sui sistemi informativi e manageriali, sulla struttura del potere, la professionalità dei manager, ecc. 17 3 Pianificazione del posizionamento strategico (2) Significa fare tre cose: Pianificazione del posizionamento competitivo nelle ASA: per ogni ASA si tratta di individuare la strategia competitiva ottimale, in modo da ottimizzare la redditività (N.B. il termine strategia competitiva è da intendere in modo allargato, cioè come combinazione di strategie imprenditive e competitive); Pianificazione relativa all’adeguamento delle capacità funzionali necessarie a sostenere le strategie competitive nelle ASA; Pianificazione del portafoglio complessivo ASA nel mediolungo termine, in modo equilibrato e allocando efficacemente le risorse tra le ASA in vista di obiettivi di lungo periodo dell’impresa 18 9 Pianificazione del posizionamento strategico (3) Dalla pianificazione derivano altrettanti ordini di PROGRAMMI: 1) Programmi di cambiamento del comportamento competitivo nelle rispettive ASA; 2) Programmi di sviluppo delle necessarie capacità funzionali 3) Programmi per acquisire nuove ASA o dismetterne altre; 19 Pianificazione del posizionamento strategico (4) La pianificazione del posizionamento strategico utilizza due procedimenti di analisi: 1) ANALISI del posizionamento competitivo a livello di ciascuna ASA; 2) ANALISI a supporto della politica del portafoglio delle ASA, cioè analisi finalizzate a scegliere il portafoglio che garantisca un’efficace allocazione delle risorse, redditività di lungo termine e riduzione della vulnerabilità (vedremo più avanti) 20 10 4 Analisi del posizionamento competitivo Procedimento pratico che consente di individuare: a) Il potenziale di ogni ASA per chi sa competere con successo che dipende soprattutto (ma non solo) da situazione concorrenziale nell’ASA e da ciclo di vita dell’ASA; b) La futura posizione competitiva dell’impresa nelle condizioni date (attuali) di investimento strategico, di strategia competitiva e di capacità. Il suo scopo è quello di valutare se l’impresa si deve spostare al posizionamento ottimale o preferito, cambiando livello di investimento strategico e agendo su diversi fattori di successo in materia di strategie competitive e di capacità funzionali Ovviamente in tale analisi sono interiorizzati i risultati dell’analisi del posizionamento strategico che indicano se strategie e/o capacità sono adeguate, nel senso più ampio del termine 21 (a) Potenziale di ASA è funzione della struttura del sistema competitivo E’ fondamentale analizzare il SISTEMA COMPETITIVO presente nell’ASA poiché i comportamenti competitivi definiscono le prospettive di redditività e quindi il potenziale di un’ASA Usiamo il modello Porter (il sistema competitivo è combinazione di 5 forze): Intensità della concorrenza (relazioni competitive o collaborative): varia a seconda di alcuni fattori strutturali, quali il grado di concentrazione dell’offerta, la diversità delle imprese concorrenti, il tasso di crescita del settore, l’identità della marca, ecc. Potere contrattuale dei fornitori: varia a seconda del grado di concentrazione del loro settore, del grado di disponibilità di prodotti sostitutivi di quelli forniti, delle caratteristiche dei prodotti da essi offerti (differenziati o no, che contribuiscono o no alla qualità del prodotto delle imprese acquirenti o all’efficienza del loro processo produttivo), ecc. 22 11 (a) Potenziale di ASA è funzione della struttura del sistema competitivo 3) Potere contrattuale dei clienti: varia a seconda del grado di concentrazione del mercato di acquisto, della presenza di minacce da parte dei clienti di integrarsi a monte divenendo potenziali entranti, del grado di disponibilità di prodotti sostitutivi di quelli offerti dalle imprese del settore, delle caratteristiche dei prodotti acquistati (differenziati o no, grado di influenza sul costo o sulla qualità dei prodotti/servizi dei clienti); 4) Minacce da nuovi concorrenti entranti: dipendono soprattutto dalla solidità degli ostacoli all’ingresso (barriere all’entrata), quindi dalla presenza di economie di scala, differenziazione di prodotto e identità di marca, intensità del fabbisogno di capitale e di competenze, presenza di politiche regolamentative, ecc. 5) Minacce da prodotti sostitutivi (di quelli offerti dalle imprese del settore): varia a seconda della redditività dei beni minacciati, dell’intensità della rivalità interna ecc. 23 (a) Potenziale di ASA dipende anche dalla sua evoluzione futura L’ evoluzione dinamica di una ASA nel lungo periodo può essere rappresentata dal ciclo di vita domanda/tecnologia/prodotto 24 12 Ciclo di vita domanda/tecnologia/prodotto (1) Nato negli anni ’30 è uno degli strumenti concettuali fondamentali per comprendere le dinamiche di un’area strategica d’affari Si osservano 4 fasi: 1) introduzione. Caratteristica: tasso di sviluppo non ancora significativo, pochi clienti e domanda erratica, per cui pochi concorrenti Fattore chiave di successo: tempestività nella comprensione della natura del business e nell’innovazione. Si potrà avere: scrematura rapida (si conosce poco il prodotto, elevata promozione, prezzo alto); scrematura lenta (mercato di dimensioni limitate, si conosce il prodotto per il quale si è disposti a pagare prezzo alto); penetrazione rapida (mercato vasto, non si conosce il prodotto, elevata promozione, prezzi bassi, forte concorrenza potenziale); penetrazione lenta (mercato vasto, si conosce il prodotto, sensibilità al prezzo); 25 Ciclo di vita domanda/tecnologia/prodotto (2) 2) sviluppo a) accelerato Caratteristica: domanda eccede volume offerta Strategia di successo: offerta di prodotti indifferenziati (di massa) al minor prezzo (strategie di riduzione dei costi) a) decelerato. Caratteristica: primi segnali di saturazione della domanda (a causa di ingresso di concorrenti attratti da sviluppo l’offerta supera la domanda) Strategie: differenziazione dei prodotti/mercati, anticipazione dei bisogni, ev. internazionalizzazione 3) maturità. Caratteristica: i consumi sono stabili, c’è sovrapproduzione ed i consumatori acquistano potere nei confronti dei fornitori Strategie fondate sul mantenimento nel tempo del differenziale competitivo creato in precedenza (strategie di marketing aggressive) o sull’innovazione (cambiamento regole del gioco esistenti). Obsolescenza artificiale. Sforzo per rivitalizzare il ciclo. 26 13 Ciclo di vita domanda/tecnologia/prodotto (2) 4) declino Caratteristica: la domanda non cresce, bensì diminuisce Strategie: Decidere o di rimanere l’unico produttore presente nell’ASA (es. attraverso guerre di prezzo) oppure ricercare di nicchie di mercato grazie a forte segmentazione. Se però le prospettive di profitto sono molto negative l’unica strategia è quella del disinvestimento controllato Il modello del ciclo di vita della domanda, non solo aiuta a capire potenzialità future di una SBA, ma anche a capire quali strategie competitive adottare (finalità normativa anche se con molte eccezioni) 27 Analisi del posizionamento competitivo: l’uso delle matrici strategiche Lo strumento più usato per definire il posizionamento competitivo di un’impresa in una ASA è quello delle matrici strategiche. Due sono quelle più usate: A) Matrice BCG (Boston Consulting Group) B) Matrice McKinsey 28 14 A) La matrice BCG Definisce la situazione competitiva di una SBA in base a due variabili: • Tasso di sviluppo del mercato (in termini di incremento percentuale delle vendite) -> misura la potenzialità • Quota di mercato relativa (rispetto al concorrente più forte) -> determina la futura posizione concorrenziale dell’impresa Insieme queste variabili indicano la capacità dell’ASA di generare flussi finanziari o di assorbirli -> La matrice BCG aiuta sia a decidere della posizione competitiva, sia a decidere come allocare le risorse strategiche dell’azienda 29 La matrice BCG 30 15 B) Matrice McKinsey Due variabili: 1) Futura posizione competitiva dell’impresa (ex quota di mercato relativa della BCG), in termini di vantaggi competitivi relativi o punti di forza posseduti dall’impresa; 2) Attrattività della ASA (ex tasso di crescita della domanda della BCG) - > misura la potenzialità 31 Matrice McKinsey (1) Analisi dell’ATTRATTIVITA’ di una ASA: - - Previsione globale delle condizioni economiche, socio-politiche, tecnologiche dell’ambiente in cui si colloca l’ASA. Costruzione di scenari per poi andare a valutare/stimare: la turbolenza futura in termini di minacce (M) od opportunità (O) e di impatto che i trends e le discontinuità avranno sull’ASA; il futuro sviluppo della domanda (S) che, rispetto al trend storico può modificarsi (crescere o diminuire) le prospettive di crescita della redditività (P) che possono cambiare rispetto ai trend storici a causa di cambiamenti nelle variabili di resistenza competitiva 32 16 Matrice McKinsey Attrattività = α x S + β x P + δ x O + γ x M N.B. α β δ γ = coefficienti di peso relativo di rilevanza attribuito dal management, la cui somma è pari ad 1. Rappresentano le priorità relative degli obiettivi dell’impresa. Le minacce (M) avranno un impatto negativo sull’attrattività 33 Matrice McKinsey Valutare le prospettive di crescita della redditività non è semplice. Esse dipendono da come agiranno le forze competitive Ad esempio, si può misurare l’intensità di azione delle forze competitive, eventualmente ricorrendo alla descrizione fatta da Porter e con una scala di “giudizi normalizzati” che consenta di tenere sotto osservazione il loro mutamento e di effettuare comparazioni temporali e spaziali Forze competitive - Intensità della concorrenza Minacce da nuovi entranti Minacce da prodotti sostitutivi Potere contrattuale dei fornitori Potere contrattuale dei clienti Scala di giudizio elevata, alta, media, bassa basse, medie, alte basse, medie, alte basse, medie, alte basse, medie, alte 34 17 Matrice McKinsey Inoltre occorre valutare i fattori critici di successo (competenze necessarie per soddisfare i bisogni dei clienti, fonte primaria su cui l’azienda può conseguire un vantaggio competitivo durevole e quindi conseguire una redditività elevata, massimizzando la differenza fra valore percepito, per il quale i clienti pagano un prezzo, e valore trasferito, per il quale l’impresa sostiene costi) E’ utile anche l’osservazione del contesto concorrenziale ed in particolare delle caratteristiche strutturali e congiunturali della domanda – bisogni, funzioni d’uso servite e gruppi di clienti – e dell’offerta – grado di concentrazione, tasso di innovazione, modalità di internazionalizzazione, modalità di presenza sul mercato con prodotti, servizi e politiche, analisi della catena del valore. 35 Matrice McKinsey 2) FUTURO POSIZIONE COMPETITIVA (e reddituale) dell’impresa in relazione all’ASA: Dipende da tre elementi: - a) dall’investimento strategico relativo dell’impresa nell’ASA; - b) dalla (efficacia) strategia competitiva; - c) dalle (efficacia) capacità interne che sostengono la strategia con i supporti dei sistemi manageriali e gli attributi manageriali ed organizzativi, sia della D.G. che delle varie aree funzionali 36 18 Matrice McKinsey A) Stima del rapporto di investimento strategico La logica è che, maggiore è l’investimento, migliore sarà la futura posizione competitiva dell’impresa. In realtà, però, bisogna non andare sotto un MIN né sopra un MAX (dopo il quale iniziano rendimenti decrescenti) Sotto il profilo quantitativo, occorre quindi stimare: l’investimento attuale dell’impresa, l’investimento critico e quello ottimale Sotto il profilo qualitativo occorre stimare l’attuale sforzo di investimento dell’impresa in capacità logistiche e produttive, in sviluppo posizione prodotti/mercati (ricerche di mercato, nuovi prodotti, ecc.), in competenze (personali, tecnologiche, ecc.) RO Impresa RO Ottimale = I Imp. – I critico I Ott. – I critico Quoziente di investimento (Investimento dell’impresa meno Investimento di massa critica diviso investimento ottimale meno investimento di massa critica) 37 Matrice McKinsey B) Stima dell’efficacia futura dell’attuale strategia La futura posizione competitiva non dipende solo da investimento ma anche da quanto l’attuale strategia sarà efficace anche nel futuro. L’efficacia della strategia dipende da: sforzo strategico, quota di mercato, differenziazione del prodotto e differenziazione del mercato e nel dettaglio: - dal fatto che questi quattro elementi siano tra loro coerenti - dal fatto che le scelte di strategia effettuate fino ad oggi dall’impresa su questi quattro elementi (es. differenziazione del prodotto basata su qualità piuttosto che su affidabilità) siano coerenti con i probabili futuri fattori di successo del mercato Strategia Impresa (Sim) Strategia Ottimale (Sott) Quoziente di strategia 38 19 Matrice McKinsey Per la stima dell’efficacia della strategia aziendale nell’ASA, occorre definire le componenti della strategia competitiva. Ad esempio, occorre formulare un giudizio (con relativa scala) su: - Mercato naturale (globale, continentale, nazionale, multiregionale, ecc.); - Andamento quota mercato (in crescita, stabile, leggero calo, ecc.); - Customer satisfaction index (elevato, alto, medio, basso); - Rating sito aziendale (elevato, alto, medio, basso); - Fascia di mercato prevalente (bassa/media/alta); - Gamma di offerta (ristretta, ampia, molto ampia); - Attività realizzate (progettazione, prime fasi produzione, fasi intermedia, fasi finali, assemblaggio, subfornitura, general contractor); - Modalità di produzione (su commessa, su misura, piccola serie, standardizzata); - Canali distributivi prevalenti (ingrosso, dettaglio trad., spec., distrib. Moderna, web); - Modalità di commercializzazione (rete interna, grossisti, agenti, concessionari, ecc.): - ………………… - ………………... 39 Matrice McKinsey In dettaglio, per costruire il rapporto/quoziente si procede così: - Sulla base dell’analisi della strategia attuale (con le sue componenti substrategiche), si identificano due o più profili coerenti di strategie di successo, adottabili dai migliori competitors. - Tra questi profili l’impresa sceglierà quella strategia più simile al profilo della sua attuale strategia competitiva. La strategia di successo scelta rappresenta la strategia futura ottimale dell’impresa nella ASA (Sott) - Occorre poi cercare di valutare il successo futuro dell’attuale strategia (Sim), partendo dall’identificazione dei punti di forza e di debolezza dell’impresa verso i fattori critici di successo del mercato e confrontandosi con i principali players. 40 20 Matrice McKinsey Es. di analisi dei punti di forza/debolezza di un’impresa operante in un mercato di largo consumo verso i fattori critici di successo di quel mercato in relazione a due funzioni: Marketing e vendite - punteggio mercato (scala 1-10) Immagine Innovazione di prodotto Prezzo Qualità Gamma Distribuzione Pubblicità e promoz. Servizio 8 9 7 7 7 8 8 7 Produzione Costi 6 Innovazione di processo 4 Flessibilità 5 Logistica 6 Punti forza/debolezza dell’impresa vantaggio in linea netto svantaggio in linea in linea vantaggio netto vantaggio vantaggio svantaggio in linea vantaggio vantaggio Da 1 a 3 = fattore secondario; da 4 a 6 = fattore rilevante; da 7 a 10 = fattore critico 41 Matrice McKinsey C) Stima dell’efficacia delle capacità interne attuali, in rapporto a quelle ottimali. Si procede come segue: - Diagnosi delle attuali capacità (direzione generale, finanza, marketing, produzione, R&S, ecc.); - Determinazione di quelle necessarie per supportare in modo efficace la strategia ottimale; - Stima del rapporto o quoziente di capacità, che avrà un valore compreso tra 0e1 Capacità Impresa (Cim) Capacità Ottimale (Cott) Quoziente di capacità 42 21 Matrice McKinsey In sintesi: FPC = I Imp. – I critico I Ott. – I critico X Strategia Imp. Strategia Ott. X Capacità Imp. Capacità Ott. Se quoziente investimento, quoziente strategia e quoziente capacità sono uguali a 1, l’impresa avrà una posizione competitiva futura di dominanza e nell’ASA si potranno conseguire le prestazioni migliori. Se sono minori di 1, l’impresa non godrà di una posizione competitiva tale da farle conseguire profitti ottimali. Dovrà quindi valutare se effettuare un riposizionamento. Se uno solo dei tre quozienti è pari a 0 allora l’impresa non potrà essere redditizia nell’ASA considerata. 43 Scelta del posizionamento preferito (1) Dopo aver inserito nella matrice McKinsey, le posizioni in termini di attrattività e di futura posizione competitiva, si avrà l’indicazione del posizionamento che l’impresa avrà rispetto agli altri player, alle condizioni date. -> Si pone quindi la questione di scegliere il posizionamento preferibile. La matrice infatti presentano le posizioni competitive esistenti, ma sono poi i manager a dover scegliere (decidere cosa fare, se investire di più, disinvestire o altro). Inoltre la matrice non dice nulla su come fare per raggiungere l’eventuale posizione competitiva desiderata 44 22 Scelta del posizionamento preferito (2) Regole decisionali per la scelta della posizione. Ipotizziamo che l’azienda ha deciso di riposizionarsi. Prima di farlo è bene che si ponga le seguenti domande: 1) L’impresa avrà prospettive di profitto riposizionandosi? - Se NO profitti, allora occorre disinvestire più o meno rapidamente (a seconda delle entità delle perdite) e liquidare le attività - Se SI, bisogna vedere se ci sarà o no incremento di ROI 2) A seguito del riposizionamento con prospettive di reddito il ∆ROI sarà positivo o negativo? - Se ∆ROI negativo: si potrà “galleggiare” nella ASA, senza investimenti aggiuntivi, cercando di sfruttare al massimo la posizione raggiunta) - Se ∆ROI pari a 0, si potrà mantenere o espandere la posizione, con reinvestimento degli utili conseguiti - se ∆ROI positivo, si potrà mantenere o sviluppare o migliorare ulteriormente la posizione nell’ASA (mirando anche alla leadership o difendendola), con nuovi investimenti strategici 45 Scelta del posizionamento preferito (3) ∆ROI = indica l’incremento marginale di redditività sul capitale investito ovvero indica se gli sforzi e l’investimento (maggior capitale investito) necessari per riposizionare l’impresa sono giustificati ∆ ROI = RO + ∆ ROI CI + ∆ CI - RO CI Dove: RO : reddito operativo derivante dal mantenimento della situazione attuale CI: capitale investito attualmente dall’impresa nella SBA ∆CI: investimento incrementale necessario per raggiungere la posizione ottimale 46 23 Scelta del posizionamento preferito (4) Di seguito: 3) Occorre valutare se si avrà il tempo sufficiente per effettuare il riposizionamento desiderato, confrontando il tempo disponibile prima che il mercato venga occupato dagli altri concorrenti, con il tempo di cui l’impresa avrà bisogno effettivamente per attuare il cambiamento strategico: - se il tempo disponibile è inferiore a quello necessario, allora il riposizionamento non è attuabile; 4) Se il tempo è sufficiente, allora occorre valutare se ci sono le risorse finanziarie per effettuare il livello ottimale di investimento necessario per il riposizionamento: - se non ci sono, si rinvia il riposizionamento; - se ci sono, occorre valutare il costo-opportunità rispetto ad alternative di investimento strategico delle risorse in altre ASA, secondo una prospettiva di analisi di breve termine (analisi del portafoglio ASA). 47 Scelta del posizionamento preferito (5) Analisi di breve termine del portafoglio di ASA Dopo aver deciso di riposizionarmi, devo valutare come allocare le risorse disponibile e lo posso fare utilizzando queste tecniche: - - Usare un criterio meramente finanziario che prevede la classificazione delle ASA in base al tasso ROI e il finanziamento delle ASA con ROI più elevati, fino all’esaurimento delle disponibilità finanziarie (ma limiti: trascuro SBA che sono a inizio ciclo di vita e SBA che permettono sinergie); Fissare un tasso ROI di rigetto, al di sotto del quale non finanziare le ASA (quindi non è necessario ricomporre il portafoglio complessivo); E’ comunque buona norma istituire una riserva strategica a livello corporate per finanziare opportunità di diversificazione (riposizionamento) che si presentano successivamente alla pianificazione stabilita e relativa redazione del budget strategico 48 24 Per concludere alcuni limiti Le decisioni di ri-posizionamento prese in seguito all’analisi del posizionamento competitivo fatta sulla base delle matrici sconta alcuni limiti che derivano proprio dal modo in cui le matrici sono costruite: - si presuppone sempre di poter anticipare il futuro (es. futuri fattori critici di successo), mentre l’ambiente è così turbolento che non sempre ciò è possibile - si presume che è sempre possibile inquadrare il futuro stato di una SBA in una precisa posizione/quadrante della matrice (quindi che l’accuratezza dei calcoli sia elevata), invece ciò non è possibile, sono scenari probabili - si presume che il decisore segue le indicazioni razionali emerse da matrici, invece spesso le decisioni dipendono anche da variabili politiche o comportamentali 49 25