Stato dell’arte • 17 giugno 2010 - Lancio di Europa 2020, “una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva” e avvio della discussione in merito al futuro dei Fondi Strutturali. • 7 ottobre 2010 - Il Parlamento Europeo approva la Risoluzione sulla Politica regionale e di coesione dopo il 2013 e la Risoluzione sul futuro del Fondo sociale europeo. • 19 ottobre 2010 - Approvazione della comunicazione della Commissione al Parlamento, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle Regioni e ai Parlamenti Nazionali sulla revisione del Bilancio dell’Unione Europea. • 9 novembre 2010 - La Commissione Europea adotta le conclusioni del Quinto Rapporto sulla Coesione Economica e Sociale, oggetto di consultazione fino al 31.01.2011. Risoluzione sul futuro del Fondo sociale europeo Elemento imprescindibile per lo sviluppo e la coesione economica e sociale. 6 gli elementi degni di particolare attenzione: • ammodernamento dei sistemi di istruzione, formazione e del lavoro; • ulteriore rafforzamento del Fse per rispondere alle sfide di Europa 2020; • necessità di adottare un approccio ai problemi di carattere bottom-up; • creazione di forti sinergie tra fondi diversi dell’UE; • proseguimento dell’ottica della semplificazione e della trasparenza, (presupponendo anche una normativa ad hoc del Fse); • necessità di aumentare le forme di partenariato e di sostenere la dimensione sociale della crescita economica. Il futuro del Fse – La posizione nazionale Ampio consenso dato all’impianto e alle finalità di Europa 2020 Con la sottolineatura di alcuni temi: • • • • • • • • • necessità di una congrua dotazione finanziaria del Bilancio europeo; relazione stretta con gli obiettivi di Europa 2020; approccio strategico e di convergenza tra attori del sistema; riflessione attenta rispetto a tutti i territori, che devono trovare una propria espressione negli obiettivi comunitari; ruolo sempre cardine del Fse nell’ambito della politica di coesione; flessibilità nell’ambito di applicazione del Fse e mantenimento dell’addizionalità; rafforzamento della transnazionalità; ulteriore processo di semplificazione; flessibilità per gli aiuti di stato. Il futuro del Fse – La posizione dell’Emilia-Romagna Condivisione delle posizioni nazionali, accentuando alcune riflessioni: • assoluta priorità ad un rafforzamento della dotazione finanziaria delle politiche di coesione, in coerenza con gli obiettivi di Europa 2020, e al suo interno, degli interventi a favore delle risorse umane e della conoscenza; • necessità di una forte convergenza tra le posizioni delle Regioni, portata avanti nelle sedi di concertazione a Bruxelles, ad integrazione e in complementarietà con l’azione del Governo nazionale; • per raggiungere gli obiettivi di Europa 2020 - che assegna centralità alle politiche di sviluppo oltre che a quelle di inclusione - revisione del meccanismo di ripartizione delle risorse tra Obiettivi (Convergenza e Competitività) e tra Stati Membri che permetta alle realtà attualmente competitive di restare tali in un contesto economico e sociale modificato anche dalla crisi economica in atto; Il futuro del Fse – La posizione dell’Emilia-Romagna • in una condizione di risorse limitate, premiare più che in passato la capacità di programmazione e attuazione delle Regioni nell’attribuzione delle risorse; • assoluta importanza del principio di addizionalità, e quindi del concorso dello Stato alla garanzia delle politiche ordinarie; • necessità di ampliare anche per le Regioni rientranti nell’Obiettivo Competitività regionale e occupazione, l’ambito di ammissibilità del Fse, per sostenere i bisogni diversi dei territori, utilizzando il Fse in un’ottica di crescita intelligente, inclusiva e sostenibile. La posizione dell’Emilia-Romagna – Priorità d’intervento • sostenere politiche volte ad innalzare il livello di istruzione dei giovani riducendo gli insuccessi e gli abbandoni scolastici, con l’obiettivo di fare dell’economia regionale un’economia inclusiva fondata sulla conoscenza; • rafforzare le politiche di inclusione sociale, leggendole anche in un’ottica di “economia sociale” con interventi di valorizzazione del potenziale che ciascuno può fornire nel creare nuovo lavoro e nuove imprese; • promuovere l’alta formazione e la ricerca a sostegno di traiettorie di sviluppo condivise che vedano tutte le “autonomie” in grado di collaborare in un disegno che, proprio perché regionale, sappia inserirsi e confrontarsi con una dimensione non solo europea; La posizione dell’Emilia-Romagna – Priorità d’intervento • favorire l’adattabilità dei lavoratori e delle imprese, anche attraverso l’integrazione tra Fondi; • sostenere la crescita delle capacità delle Istituzioni pubbliche di programmare e attuare interventi complessi e integrati per attori coinvolti (partenariato sociale ed economico) e obiettivi attesi; • proseguire nell’ottica della vera semplificazione, definendone fin dall’inizio le regole per l’intero periodo; • investire da subito in processi di valutazione e autovalutazione i cui esiti possano sostenere le posizioni e le indicazioni nelle diverse fasi del negoziato.