CAI sottosezione Gazzada Schianno via Roma 18 Tel. 0332870703 Traversata Cervo Alassio Dislivello complessivo in salita m. 500 Durata ore 5,15 Attrezzatura consigliata scarponi, bastoncini, abbigliamento adeguato alla stagione Sviluppo Cervo. Rollo, Andora,Colla Micheri, Capo Mele, Laigueglia, Serre d’Alassio, Alassio Località partenza Cervo Località di arrivo Alassio Difficoltà E Data gita 17 Aprile 2011 Come arrivare: Autostrade A26, A10, uscita S. Bartolomeo al Mare, proseguire sulla via Aurelia fino a Cervo. Descrizione itinerario: Dalla stazione ferroviaria di Cervo, saliamo in modo casuale lungo una delle tante scalinate o viottoli che dal mare portano al castello, il punto più alto del paese. Scopriamo così le botteghe artigianali, la Chiesa dei Corallini, le tipiche case in pietra e i viottoli angusti. Dalla Piazza del Castello imbocchiamo sulla destra Via Clavesana fino ad incontrare sempre a destra una stradina con segnavia numerato per Rollo (n°11). Si attraversa così l’ang usta valle del Rio Schedassi e di seguito il percorso ginnico del Parco del Ciapà. Cominciamo a salire su strada sterrata tra i pini fino ad arrivare ad un colletto poco sopra Capo Mimosa. Da qui proseguiamo sempre in direzione est fino ad arrivare al paese di Rollo (130 m), che domina dall’alto Andora e la sua baia. Scendiamo ora verso mare, preferendo i percorsi pedonali che tagliano la strada asfaltata per Rollo. Giunti sull’Aurelia a pochi passi dalla stazione ferroviaria di Andora, percorriamo il lungomare fino ad arrivare a metà dello stesso all’incrocio con Via Damiano. Percorriamo interamente la via fino ad incrociare in cima la strada della Bura, dove si prosegue sulla sinistra. Poco dopo prendiamo una stradina sulla destra che sale gradualmente fino al caratteristico paesino di Colla Micheri (163 m). Dal paese possiamo fare una breve digressione per Capo Mele (200 m), mantenendoci lungo un sentiero di crinale che incrocia prima un vecchio mulino a vento, e poi la strada asfaltata per il faro. A metà di questa strada esiste un punto panoramico, dove nelle giornate più terse possiamo osservare il profilo di tutta la costa ligure, oltre alle sottostanti baie di Alassio e Laigueglia. Imbocchiamo ora Via Colla Micheri e Via Castello Romano in discesa fino a giungere attraverso stradine e scalinate a Laigueglia, nella centralissima Via Roma (stazione ferroviaria). Dal parcheggio sovrastante la stazione imbocchiamo Via Brea, una stradina che in breve si trasforma in sentiero panoramico tra i pini e la macchia mediterranea nella zona tra Laigueglia ed Alassio. Dopo un lungo tratto incrociamo la strada panoramica S. Bernardo, poco prima della frazione Serre di Alassio (266 m), dove proseguiamo, fino a concludere il nostro itinerario. Superata la località prendiamo sulla destra una stradina pedonale in decisa discesa, fino a giungere al celebrato lungomare di Alassio. Il centro balneare può essere percorso interamente a piedi utilizzando il lunghissimo “budello”, caratteristica e stretta via pedonale ricca di negozi e botteghe, fino a giungere alla stazione FS, passando accanto al famoso “muretto”, costellato di ceramiche firmate da numerose celebrità. Curiosità: Camminare nelle immediate alture dei centri costieri del ponente ligure significa per alcuni tratti ripercorrere l’antica Via Romana Julia Augusta, una strada ricca di storia e di monumenti di notevole valore artistico. Siamo a cavallo tra le province di Imperia e Savona tra la tranquilla e caratteristica località di Cervo e la mondana e turistica città di Alassio, su un percorso lungo ma piacevole, dove il punto culminante è rappresentato da Capo Mele, un promontorio visibile da tutta la riviera ligure fin oltre Genova. Cervo, da anni certificato tra “I Borghi più Belli d’Italia”, ha conservato intatte le sue originalissime caratteristiche di borgo medievale sul mare, protetto da torri e mura cinquecentesche e circondato da verdi colline. Il centro storico è praticabile solo a piedi ed è stato conservato con i suoi edifici, vecchi di secoli, e i suoi vicoletti ciottolati dove si tr ovano botteghe di artigiani ed artisti. Il litorale è caratterizzato dalla presenza di piccoli stabilimenti balneari; per il resto, arenili e scogliere sono liberi e discreti e non ci si sente altra voce che quella del mare. E l’acqua è sempre limpida, con fondali ricchi di alghe e pesci. A monte del paese, attorno a ruderi di epoche passate, le colline sono ricche di boschi di pini e uliveti, percorse da sentieri silenziosi dove si respira aria pulita. A tavola, poi, Cervo è rimasta serenamente fedele alla dieta mediterranea: qui si fa ancora l’olio applicando l’antica tecnica della spremitura a freddo delle olive, il vino viene prodotto con le uve tipiche (pigato e vermentino) e i piatti sono cucinati con il pescato di ogni mattina. Notevole il patrimonio culturale: Cervo è dominata da un castello medievale, antica dimora dei Marchesi Clavesana, che oggi ospita mostre d’arte e il permanente Museo Etnografico del Ponente Ligure; nel Borgo, gli antichi palazzi nobiliari aprono i portoni sui “carrugi” dove si affacciano i portali del romanico Oratorio di Santa Caterina; sul sagrato dei Corallini, la barocca Chiesa di San Giovanni Battista offre la concava facciata quale immagine caratteristica del paese. Per quanto concerne le manifestazioni, Cervo è nota per il Festival Internazionale di Musica da Camera che si svolge ormai da più di quarant’anni e dove i maggiori artisti d’Europa offrono concerti al chiaro di luna, da vivere in rapito silenzio. Il Festival e le rinomate Accademie musicali, hanno valso a Cervo il titolo di “Borgo della Musica”. Depliant di Cervo http://www.cervo.com/public/turismo/Cervo_depliant_ITA.pdf Alassio Storia e Mito Conosciuta fin dall’epoca romana per il transito lungo la via Julia Augusta che si snoda alle sue spalle, soggetta a scorrerie saraceniche nel 1550, scelta da miriadi di turisti, Alassio città del sole, si adagia con le sue case di stile mediterraneo ai piedi dei due capi, quello di Capo Mele, per chi proviene dalla Francia e quello di S. Croce per chi arriva da Genova. I più antichi abitanti del territorio alassino furono i liguri delle tribù degli Ingauni, probabilmente profughi da Albenga, fuggiti dopo la vittoria delle legioni romane. Anche se mancano prove certe dell’esistenza di un insediamento umano ai tempi della dominazione romana, è lecito supporre che per l’amenità del luogo e la vicinanza del municipium albenganese questo territorio fosse abitato. Nel primo millennio dopo Cristo alcune famiglie dei nuclei abitati sparsi sulle alture, potrebbero essere scese al piano, lungo la spiaggia, costituendo così il Burgum Alaxi, e innalzando successivamente nel centro del nuovo abitato una piccola chiesa dedicata a S. Ambrogio, Vescovo di Milano. E’ storicamente provato che i monaci Benedettini dell’isola Gallinara esercitassero sugli abitanti di Alassio potestà religiosa e civile. Annessa alla Repubblica di Genova, essa ebbe poi nel 1540 un proprio Podestà e il titolo di Città. Fu città marinara per il rilevante numero di navi e per l’esteso traffico commerciale con la Francia, Spagna, Portogallo, Paesi Bassi, Sicilia e Sardegna, mentre una cospicua flotta di barche attendeva alla pesca del corallo nelle acque del mar Tirreno, in quel periodo la Repubblica di Genova, cadeva, ed Alassio passava a far parte della Repubblica Democratica Ligure. Successivamente fu sotto l’Impero Francese, poi del regno di Sardegna, divenuto nel 1861 Regno d’Italia. Alla fine del XIX secolo Alassio fu scoperta dal turismo, sopratutto da una colta colonia inglese capeggiata dagli Hanbury, che contribuì in modo determinante al suo sviluppo, con la creazione dei giardini in collina e la costruzione di alcuni edifici tipicamente inglesi. Intorno alle origini del nome della città parla la leggenda di Adelasia, figlia di Ottone I di Sassonia, che fu Imperatore del Sacro Romano Impero dal 936 al 972. Si narra che amasse Aleramo un giovane coppiere di corte e che l’Imperatore non fosse per nulla contento di questo amore così poco regale. I due innamorati, fuggiti insieme dalle brumose regioni della Germania, dopo aver santificato la loro unione con il sacramento del matrimonio, posero, dopo lunghe peripezie, la loro stabile dimora alle falde del monte Tirasso. La loro misera esistenza di carbonai si concluse quando l’imperatore, scese in Italia a combattere contro i Saraceni, e Aleramo, assieme ai figli, combatté da valoroso nell’esercito imperiale. Per i buoni uffici del Vescovo di Albenga, Ottone si riconciliò con la figlia e col genero e con magnanimità regale, investì Aleramo e la sua progenie dei marchesati di Acqui, del Monferrato, di Savoia ed altri ancora. Là dove Adelasia e Aleramo si erano stabiliti sorse poi una città, che in onore della principessa fu chiamata Alaxia, poi Alassio. Cartografia: Kompass n° 641, Iscrizioni e informazioni in sede il Martedì e Venerdi presso: Sito internet http://caigazzada.altervista.org/index.htm