Creare efficaci partnership locali per promuovere l’occupazione giovanile e opportunità per i giovani Modulo Guida JobTown n. 1 Dicembre 2013 2 Questo documento è stato scritto da Ian Goldring, Lead Expert della rete JobTown URBACT e direttore dell’associazione ProjectWorks, con il contributo di: Lucy Pyne del Programma OCSE per lo Sviluppo dell’Economia e dell’Occupazione Locali (Local Economic and Employment Development – LEED) Nadine Schrader-Bölsche del Dipartimento di Sviluppo Regionale e Pianificazione Territoriale, Università di Kaiserslautern (Germania) gli Assessori Del Goddard (Circoscrizione londinese di Enfield) e Andy Smith (Comune di Thurrock) sottoscrittori del Patto ‘Avilés Avanza’ (Avilés progredisce) e Pilar Varela, Sindaco di Avilés il Comitato Giovanile di Avilés Empléate Joven e Zulema Cadenas, assistente giovanile i membri della rete JobTown URBACT L’autore può essere contattato all’indirizzo [email protected] Prefazione Ogni località facente parte della rete JobTown ha le proprie peculiari specificità, tuttavia tutti noi abbiamo qualcosa in comune. Tutti coloro che sono alla guida di una città devono cooperare con reti, rinforzandole costantemente e utilizzandole per trasformare gli stakeholder in partner della città. Costituire partnership locali di questo tipo è una via per politiche più strategiche e più orientate verso progetti a lungo termine. Inoltre un’efficiente sistema di reti cittadine oltrepassa i confini e le differenze culturali, dato che tutte le nostre sfide sono sempre più simili o correlate. Le nostre amate località diventano ancora migliori se adottiamo una mentalità aperta e pensiamo su scala europea per capirci l’un l’altro e imparare l’uno dall’altro. Le società contemporanee devono affrontare sfide complicate, per le quali serve un’ampia gamma di capacità e conoscenze – perciò abbiamo bisogno di collaborare con una gran varietà di partner e su diversi livelli della Pubblica Amministrazione. Infatti, alla nascita di JobTown, ci è apparso chiaro che dovevamo instaurare solidi rapporti di lavoro con la Regione e la Provincia. La mia città, Cesena, ha sempre avuto una vivace economia locale, essendo una prospera zona dell’Emilia-Romagna – una regione da lungo apprezzata in tutta Europa per la sua forza economica e qualità della vita. In passato sono stati raggiunti alti livelli occupazionali in buone posizioni lavorative ben retribuite grazie alla competitività economica, basata su un settore agro-alimentare ben sviluppato, un florido ambiente imprenditoriale locale e il valore aggiunto del turismo. Ora qui, come altrove, abbiamo constatato che non possiamo più affidarci alle formule del passato per dare ai nostri giovani il livello di vita e le opportunità di cui hanno goduto i loro genitori. Perciò dobbiamo lavorare per e con i nostri giovani per reinventare la nostra città, immaginando come dovrà essere, diciamo, tra venti anni la Cesena in cui vogliamo vivere. 3 Si deve puntare all’obiettivo – al più presto – su un diverso modello di sviluppo, caratterizzato da innovazione tecnologica, sostenibilità ambientale e riqualificazione urbana, per dare ai nostri concittadini un’adeguata qualità di vita e una città accattivante e fruibile. Questo si può ottenere soltanto coinvolgendo i nostri giovani, i quali dovrebbero essere i fautori dei cambiamenti nella propria vita e nella loro comunità – protagonisti e non semplici ‘consumatori finali’. Affinché tale processo sia fruttuoso, occorre dedicare particolare attenzione al modo in cui viene svolto. Per questo, gli scambi nell’ambito di una rete europea rappresentano una grande opportunità per acquisire reciproche conoscenze sui processi partecipativi necessari per agire correttamente. Essendo tutti sullo stesso piano, possiamo confrontare le nostre situazioni e le nostre strategie per le sfide che noi tutti dobbiamo affrontare. Insieme in Europa stiamo delineando le città del domani, condividendo i nostri sogni e le nostre speranze e costruendole giorno per giorno. Matteo Marchi è Assessore per il lavoro, i giovani, le imprese e lo sviluppo locale del Comune di Cesena, Italia, membro primario della rete JobTown 4 Indice Informazioni su questo Modulo Guida 1. Come valutare l’efficacia di una partnership Perché è importante? Cosa s’intende per partnership efficace? I partner devono elaborare una chiara strategia valutativa agli inizi della loro partnership Quando le partnership possono andar male 2. Come strutturare una partnership Fattori chiave da considerare quando si struttura una partnership Due comuni tipologie di strutture di partnership Lobbismo: una pratica di vitale importanza per partnership efficaci Significativo coinvolgimento del gruppo target 3. Esempi pratici e strumenti per efficaci partnership Aree Economiche Funzionali: strutturare una partnership che travalica i confini amministrativi – Circoscrizione londinese di Enfield, UK ‘Avilés Avanza’: un sistema per convenire un orientamento strategico tra i principali stakeholder locali – Spagna Comitato Giovanile di Avilés: ottenere una significativa partecipazione – Spagna Utilizzare Protocolli d’Intesa quando si costituiscono partnership – Comune di Thurrock, UK 4. Note conclusive Informazioni su questo Modulo Guida Il presente documento cerca di aiutare a costituire partnership locali per promuovere l’occupazione giovanile e opportunità per i giovani, indicando cosa rende efficace un dato modello di cooperazione e come instaurare e mantenere tale cooperazione. Esso si basa su contributi e casi di studio dei membri di JobTown e del Programma OCSE per lo Sviluppo dell’Economia e dell’Occupazione Locali (Local Economic and Employment Development – LEED). JobTown1 è una rete di 11 località europee, cofinanziata dal programma europeo URBACT2, per promuovere uno sviluppo urbano sostenibile. La rete JobTown si fonda sull’idea che la disoccupazione, la sottoccupazione e l’inattività giovanili devono essere considerate problemi strutturali precorrenti la crisi economica (sebbene gravemente peggiorati da essa) e quindi si devono affrontare con approcci sistematici. La rete ritiene che gli sforzi per creare lavoro e opportunità per i giovani e le strategie di sviluppo locale siano, in fin dei conti, due facce della stessa medaglia. Adottando l’approccio URBACT, ogni località membro di JobTown ha costituito un Gruppo Locale di Supporto come base per formare partnership locali sostenibili. Sin dal 1982, l’OCSE con il Programma LEED ha indicato a Governi e comunità come rispondere ai cambiamenti economici ed affrontare i complessi problemi di un mondo in veloce evoluzione. La sua finalità è contribuire a creare più posti di lavoro e di qualità migliore attraverso politiche più efficaci, procedure innovative, capacità professionali più solide e strategie integrate a livello locale3. Nel 2004, il Programma OCSE LEED insieme al Governo austriaco e alla Commissione Europea ha creato il Forum sulle Partnership e lo Sviluppo Locale – una rete 1 2 3 4 mondiale di specialisti in sviluppo locale – per rafforzare tali strutture di governance e il loro impatto sulla politica4. Il presente Modulo Guida è il primo dei 5 che verranno realizzati dalla rete JOBTOWN, ciascuno dei quali verterà su uno dei seguenti temi trattati dalla rete: • Sviluppo di efficaci modelli di cooperazione • Adattare l’istruzione e la formazione professionale alle esigenze del mercato locale del lavoro • Armonizzare offerta e domanda di lavoro migliorando l’analisi e le previsioni dell’andamento e delle necessità del mercato del lavoro • Imprenditorialità – sostegno per la creazione e lo sviluppo di imprese e al lavoro autonomo • Economia sociale e gestione delle risorse: innovazioni e come fare di più per meno Questo Modulo si basa sul materiale elaborato nell’ambito della rete JobTown URBACT e le sue attività. È diretto a qualsiasi città o altra parte interessata che voglia sapere come costituire un’efficace partnership per promuovere l’occupazione giovanile e opportunità per i giovani – soprattutto a livello locale. Questo documento non è una direttiva, ma piuttosto un ausilio per i lettori che cercano di chiarire quale sia il modello di cooperazione giusto per loro e cosa vogliono ottenere da tale cooperazione. Non c’è un unico modello http://urbact.eu/en/projects/active-inclusion/jobtown/homepage/ http://urbact.eu/ Al riguardo vedere http://www.oecd.org/cfe/leed/ http://www.oecd.org/cfe/leed/forumpartnerships.htm 5 6 adatto a tutti; tutto dipende dai singoli luoghi e dalle loro specifiche esigenze, condizioni e possibilità – e dai pro e contro. Il metodo qui seguito è quello di presentare ai lettori una serie di fattori e problemi da considerare per stabilire le basi a loro più adatte su cui costruire una partnership locale. Il primo capitolo contiene 1) una checklist per stabilire l’efficacia di una partnership, 2) direttive su come valutare l’efficacia di una partnership, e 3) una descrizione delle circostanze che più spesso possono far andare male una partnership. Il successivo capitolo tratta quanto segue: 1) come si può strutturare una partnership, 2) principali fattori da considerare, 3) due tipologie base di partnership, e 4) come coinvolgere in modo significativo il gruppo target – nel caso di JobTown, i giovani stessi. Poi vengono presentati esempi pratici e strumenti della rete JobTown –partnership efficaci, partecipazione del gruppo target e strumenti per articolare una partnership. L’ultimo capitolo conclude il documento con alcune note e considerazioni finali. Questo Modulo Guida è accompagnato da un video disponibile su http://www.youtube.com/watch?v=6VLKLAEfLuk 1. Come valutare l’efficacia di una partnership Perché è importante? L’impatto dell’attuale crisi economica è evidente nell’impennata dei tassi di disoccupazione giovanile in Europa e nella diffusa mancanza di opportunità per i giovani – un problema già considerevole prima. Qualsiasi durevole cambiamento e riforma richiederà sforzi coordinati. Perciò è importante costituire efficaci partnership che promuovano l’occupazione giovanile e opportunità per i giovani, perché portano a: • maggiore coordinazione nello sviluppo di posti di lavoro, creando uno stabile punto di accesso per la formazione di partnership con datori di lavoro, organizzazioni e servizi per i giovani, sindacati, enti pubblici e uffici dell’amministrazione locale, scuole e centri di formazione, nonché altri pertinenti stakeholder e specialisti (in funzione delle caratteristiche e delle dinamiche di ogni località); • duraturi sistemi di cooperazione tra gli stakeholder e i competenti enti e organi della Pubblica Amministrazione per elaborare e attuare politiche e migliorare la governance; • migliore comprensione e previsione delle necessità del mercato locale del lavoro (quali capacità, competenze e profili professionali servono?), avvalendosi di coloro che ne hanno “Qui la recessione ci ha dato una dura lezione. Ci ha dimostrato una volta per tutte che non ce la si può fare da soli. Non siamo abbastanza abili, grandi o ricchi, né abbiamo le risorse per gestirci da soli. Ma la recessione ci ha colpiti così duramente che siamo stati costretti a farlo, abbiamo dovuto fare qualcosa per sopravvivere. E perché non farlo e pensarci tutti insieme?”. – Funzionario locale di Jyvaskyla, Finlandia, che descrive la reazione della città a una grave crisi economica negli anni ’90 e la strada per la ricostruzione del modello economico locale Fonte: Linnamaa R. (2002) in Guidoum Y., ‘Ricostruire con successo un modello economico avendo come punto di partenza una grave crisi economica – Caso di studio URBACT sulla reazione delle città alla crisi: Jyväskylä’ http://urbact.eu/fileadmin/general_library/Jyvask ala_URBACTcasestudy.pdf conoscenze dirette (p.es. imprenditori locali, agenzie di collocamento, ecc.); • servizi per i giovani, impiego e formazione più integrati fra loro con una migliore visione generale della situazione in termini di offerta, opportunità e richiesta; • politiche congiunte, abbattendo i ‘silos’ e aumentando le interconnessioni tra le politiche amministrative e tra il competente staff. Cosa s’intende per partnership efficace? Il Programma LEED dell’OCSE raccomanda una checklist di 8 punti come strumento adeguato per stabilire l’efficacia di una partnership5. Può anche essere un utile elemento ‘pronto all’uso’ per dare il via al dibattito di valutazione tra partner e associati, cioè per esaminare insieme se la partnership è in grado di: 1) Convenire priorità strategiche? 2) Esercitare una forte leadership? 3) Dimostrare un’indubbia affidabilità? 4) Instaurare legami e rapporti fattivi? 5) Convenire e stabilire precisi indicatori di successo? 6) Monitorare e relazionare sulle prestazioni in modo efficace? 7) Gestire e migliorare le prestazioni? 8) Pianificare efficacemente gli adempimenti? Ma attenzione, è il cane che dimena la coda e non viceversa. In alcuni casi, gli obiettivi vengono stabiliti in base a ciò che più facilmente può rivelarsi un successo piuttosto che in base a ciò che effettivamente serve. Cioè in alcuni casi – sotto la legittima pressione di dimostrarsi affidabili e per la convenienza di certi chiari e semplici indicatori quantitativi, ad esempio ‘numero di persone presenti all’evento’, ecc. – si può essere spinti a puntare più in basso. 5 Per maggiori informazioni vedere: Partnership di successo: Una guida, Forum LEED OCSE sulle partnership e lo sviluppo locale (http://www.oecd.org/cfe/leed/36279186.pdf) 7 8 Benché talvolta inizialmente sia più difficile da definire, può essere necessario un metodo più qualitativo di valutazione, soprattutto nei casi in cui non viene creato o fatto niente di nuovo, ma vengono migliorati o rielaborati servizi e processi esistenti. Proprio in questi casi, degli indicatori quantitativi possono rivelarci una parte sostanziale della storia. I partner devono elaborare una precisa strategia di valutazione agli inizi della loro partnership L’affidabilità è la chiave che dà legittimità a un’iniziativa e quindi è determinante per le sue possibilità di successo (cioè ottenere contributi, appoggi, consenso, ecc.). La valutazione (cioè rispondere con cura a domande quali: Quanto successo abbiamo? Quanto siamo fattivi? Quanto sono buoni i nostri risultati? Le nostre azioni raggiungono gli obiettivi per i quali sono state intraprese? ecc.) è la chiave per dimostrare l’affidabilità. Ma quando si opera prettamente a livello locale, come fanno i membri delle reti URBACT, i dati spesso non sono disponibili o sono carenti per qualità e contenuti – p.es. sono disponibili solo i dati riguardanti un’area più estesa e non la specifica località in questione, ecc. Perciò spesso occorre una certa dose di pragmatismo e creatività al momento di definire gli indicatori. Inoltre, i dati qualitativi sono troppo spesso sottostimati e poco elaborati. Da parte sua, il Programma LEED dell’OCSE esorta a definire una chiara strategia di valutazione agli inizi di una partnership, così da permettere ai membri di mantenere meglio il lavoro sulla giusta strada e la sua efficacia e di migliorare le prestazioni6. Il LEED indica 4 elementi principali su cui basare la valutazione di una partnership: 1) Stabilire una prospettiva strategica: un’ampia descrizione di dove si desidera arrivare entro un dato tempo. 6 All’inizio dell’impresa immaginate di chiedere ai vostri partner e associati: “Se questa cosa funziona e noi con una macchina del tempo ci spostiamo nel futuro di ‘tot anni’ da ora, cosa troviamo?” Nel decidere fin dove o fin quando proiettare in avanti una prospettiva strategica, occorre prevedere scadenze chiave. La più importante è, probabilmente, quella che segue la conclusione di un progetto o di un’azione: cosa sarà cambiato nella località (rispetto a prima del progetto/dell’azione) e cosa rimane da fare? Gli obiettivi ‘immediatamente successivi’, una volta stabiliti, sono una fonte da cui estrapolare indicatori di valutazione ex post. Qualsiasi località opera secondo una serie di scadenze ed eventi nazionali, regionali e locali – quali consultazioni elettorali o termini di finanziamento di programmi come i Fondi Strutturali dell’Unione Europea. Di seguito riportiamo alcuni esempi di scadenze vincolanti nell’ambito della partnership JobTown: • Il Comune di Thurrock prevede un aumento della popolazione del 30% entro 2033 e il suo obiettivo ufficiale è creare 26.000 posti di lavoro entro il 2021. • A Rennes deve essere completata entro il 2016 una linea ferroviaria ad alta velocità TGV, che consentirà maggiori collegamenti diretti con Parigi e creerà un nuovo polo di lavoro, servizi e attività commerciali nella zona della stazione ferroviaria e delle infrastrutture che verranno messe in opera. • Il Comune di Gondomar nel corso del 2013 sta inglobando i territori circostanti e quindi dovrà poi gestire un’area più vasta e diversa con le nuove funzioni e responsabilità che gli verranno conferite. 2) Convenire i temi chiave: I partner principali devono concordare insieme una serie di temi chiave su cui intendono concentrare il proprio impegno – per lavorare su che cosa hanno formato la partnership? Gestione e valutazione delle prestazioni di partnership, Forum LEED OCSE sulle partnership e lo sviluppo locale, MANUALE nr. 2 (http://www.oecd.org/cfe/leed/45204566.pdf) 9 Ad esempio, la rete JobTown – che ha come oggetto generale l’occupazione giovanile e le opportunità per i giovani – sin dall’inizio è stata formalmente dedicata a cinque specifici temi: I. Mettere a punto efficaci modelli di cooperazione – per coinvolgere e mobilitare i giovani, l’imprenditoria locale, i centri di formazione e gli istituti scolastici e i pertinenti enti, servizi e organi della Pubblica Amministrazione. II. Far sì che l’istruzione e la formazione professionale siano rispondenti alle esigenze del mercato locale del lavoro. III. Analisi del mercato del lavoro: far combaciare offerta e domanda di lavoro migliorando le indagini e le previsioni sull’andamento e le necessità del mercato del lavoro in termini di qualifiche e profili professionali richiesti. IV. Offrire sostegno per la creazione e lo sviluppo di imprese, al lavoro autonomo, per l’acquisizione di capacità imprenditoriali e il miglioramento dell’ambiente imprenditoriale. V. Economia sociale e gestione delle risorse: innovazioni e come fare di più per meno. I vari partecipanti stabiliranno quali fra i suddetti temi chiave sono per loro prioritari, mentre gli altri avranno tutt’al più un ruolo di secondaria importanza. Però questo può andar bene solo se tutti accettano che ci si occupi di tutti quei temi – cioè precludendo obiezioni del tipo ‘Perché dobbiamo trattare di questo?’. Un compito cruciale è esprimere tali temi con i concetti degli stakeholder locali e nella loro lingua (letteralmente – francese, polacco, ecc. – e metaforicamente, cioè nel modo in cui quelle persone parlano di un dato problema, con i termini che per loro hanno valore e significato, ecc.). Per farlo, serve una buona conoscenza della realtà locale e inoltre occorre correlare i temi con concrete iniziative locali, quali miglioramento o approntamento di un servizio locale, riqualificazione di una determinata area o struttura, sostegno per l’efficace attuazione di politiche nazionali (p.es. programma nazionale di apprendistato, nuova legislazione riguardante la governance o gli standard ambientali, ecc.). 3) Decidere le priorità: I temi sono aree concettuali: cosa volete che venga fatto in tali aree? Queste sono le vostre priorità. Le partnership devono stabilire concretamente di quali servizi, funzioni, situazioni o processi locali vogliono occuparsi – sostanzialmente, questo si può decidere rispondendo alle seguenti domande: Di cosa è più necessario che ci si occupi? Di cosa la partnership locale è più in grado di occuparsi fattivamente? Quali azioni si possono intraprendere per aiutare la popolazione? Il successo di una partnership dipende dai principi di coinvolgimento e partecipazione degli stakeholder. Se non ci si occupa dei problemi specifici degli stakeholder, questi ultimi saranno poco motivati a dare il proprio contributo, e senza l’appoggio e la collaborazione dei principali stakeholder – p.es. gli imprenditori – le amministrazioni che si interessano delle problematiche lavorative difficilmente otterranno molto. 4) Elaborare piani d’azione: Il Piano di Azione deve essere concreto, cioè contenere una descrizione dettagliata degli interventi con un chiaro collegamento funzionale con la summenzionata prospettiva strategica, gli obiettivi, le modalità di valutazione, ecc. La valutazione è un elemento essenziale di qualsiasi piano d’azione, e gli indicatori saranno definiti in base agli obiettivi e ai fondamenti logici asseriti nel piano. Le partnership devono stabilire sia la procedura di valutazione che gli indicatori nel corso dell’elaborazione del Piano di Azione e non in un secondo tempo, dopo che il Piano è stato fatto. Il Piano deve essere fruibile per l’intero periodo della sua 10 elaborazione. Ad esempio, un’amministrazione locale non può accettare di rimanere in alcun modo in stallo finché il Piano Locale di Azione non sarà formalmente completato e pubblicato. Invece quell’amministrazione e la sua partnership devono poter intraprendere un’azione o cogliere un’occasione fortuita – avvalendosi del processo, dei principi e dei concetti del Piano Locale di Azione – in qualunque momento. In altre parole, il Piano di Azione deve avere un certo valore operativo temporaneo – pur se flessibile e in evoluzione. A sua volta, il processo costitutivo della partnership a sostegno dell’elaborazione di un Piano di Azione deve essere considerato, di per se stesso, dotato di valore e apportatore di opportunità – cioè che fornisce opportunità, favorisce il coinvolgimento della cittadinanza, crea interessi condivisi, individua dove ci sono barriere per i vari attori, ecc. Analogamente, i Piani di Azione elaborati dalle partnership devono avere valore di per se stessi e non dipendere da fattori esterni su cui non hanno nessun controllo o hanno un controllo limitato. Ad esempio, le reti URBACT cercano espressamente di fare in modo che le località si avvantaggino maggiormente dei fondi strutturali UE; conformemente, i Piani Locali di Azione sono pensati per agire da catalizzatori per ottenere e usare meglio quei fondi. Questo scopo è ragionevole, invece non lo sarebbe se fosse del tipo ‘o tutto o niente’. La concessione di futuri finanziamenti – europei o di altro tipo – non è prevedibile, tuttavia un Piano di Azione non deve mai concludersi senza i risultati a cui la partnership può puntare. JobTown, essendo una rete URBACT, è tenuta a presentare una serie di Piani Locali di Azione (PLA), poiché tutti i partner URBACT devono obbligatoriamente presentare un PLA come prodotto fondamentale di un progetto. Per chiunque fosse interessato, è disponibile gratuitamente un’ampia letteratura URBACT sull’elaborazione e la gestione dei Piani Locali di Azione e sulla costituzione dei Gruppi Locali di 7 Supporto che li ideano (vedere http://urbact.eu/en/get-involved/localsupport-groups/). Quando le partnership possono andar male Oltre ai must, il Programma LEED indica i principali must not – situazioni in cui le partnership, il più delle volte, vanno male: 1. Partnership ‘dei tempi d’oro’, cioè costituite durante periodi buoni e, forse, con scarso consenso, ma i cui membri riescono ad andare d’amore e d’accordo finché scorre denaro. Quando poi i tempi si fanno più duri, è più difficile accordarsi sulle priorità e le discussioni possono creare tensioni e far nascere contrasti. (Tuttavia, se questi conflitti sono ben gestiti, portandoli allo scoperto – e quindi permettendo di identificarli e trattarli –, a lungo andare possono rivelarsi positivi.) 2. ‘Predominio’ di uno o più membri, laddove, benché la partnership sia costituita da diversi soggetti, gli obiettivi vengono stabiliti prevalentemente considerando gli interessi primari del o dei componenti principali – p.es. il Comune nel caso di una rete come JobTown – a discapito di altri interessi e priorità. 3. Spesso una partnership parte con grande entusiasmo dei partecipanti, ma poi questo impeto è difficile da mantenere e la partnership langue. 4. La partnership usurpa la legittima autorità dei singoli membri, così i rischi e le responsabilità potrebbero non essere equamente suddivisi. 5. C’è un’agenda occulta oppure la partnership è stata costituita solo per ‘salvare le apparenze’. 6. I membri hanno obblighi di lealtà divisi; ad esempio, alcuni attori possono essere responsabili a livello nazionale riguardo agli obiettivi.7 Molte di queste situazioni saranno sicuramente note al lettore, tuttavia è utile averle ben chiare per evitarle o, perlomeno, gestirle. Tratto da una relazione di Lucy Pyne del Programma LEED, presentata al Workshop Transnazionale JobTown del 18 giugno 2013 ad Avilés, Spagna; http://urbact.eu/en/projects/active-inclusion/jobtown/our-outputs/ 2. Come strutturare una partnership È opportuno pensare a come strutturare al meglio una partnership sin dall’inizio piuttosto che in un secondo tempo, quando, generalmente, diventa più difficile apportare cambiamenti. Fattori chiave da considerare quando si struttura una partnership Quanto segue non è una serie di istruzioni su come andrebbe strutturata una partnership, bensì un elenco dei fattori chiave da considerare quando si decide o si discute su quale sia la struttura più adatta alle specifiche circostanze8. Obbligatorietà Quanto vincolante o obbligatoria dovrebbe essere la cooperazione nella partnership? Non c’è un’unica risposta giusta, ma possiamo dare una serie di alternative con i loro pro e contro: Cooperazione obbligatoria • Pro: le responsabilità e i ruoli sono ben definiti e i risultati sono assicurati (i partecipanti devono). • Contro: l’esperienza viene vissuta come formale, burocratica e rigida; si accondiscende perché obbligati e non perché lo si vuole. Cooperazione non obbligatoria • Pro: flessibile e più libera. • Contro: le responsabilità e i ruoli non sono chiari; riuscire a fare qualcosa dipende interamente dall’automotivazione; non è garantita la qualità del lavoro o l’equa distribuzione del carico di lavoro (cosa che può portare a risentimenti, ecc.). Cooperazione semi-obbligatoria • Una certa combinazione delle suddette soluzioni può andar bene per gran parte delle partnership. • Solitamente ciò significa che la partecipazione è, di per sé, volontaria, ma, decidendo di partecipare, uno accetta determinati obblighi e un certo codice di comportamento. • Questa soluzione permette flessibilità nei ruoli e si adatta a diversi tipi di partecipanti – cioè 8 9 con diverse capacità di contribuire o partecipare; ad esempio, potrebbe essere un imprenditore che può impegnarsi solo per un tempo limitato, ma che vale la pena coinvolgere, oppure potrebbero essere dei cittadini che, di per sé, non hanno risorse da offrire, ma le cui opinioni, richieste ed esperienze sono specificamente attinenti all’oggetto della partnership. • Con questa soluzione si hanno strutture definite, ma che possono anche essere modificate. È importante chiarire obblighi e norme di comportamento all’inizio del processo. Operabilità Le dimensioni del gruppo sono un fattore cruciale; un gruppo molto grande può arrivare ad essere più una specie di parlamento o assemblea che una task force. Ovviamente, a livello operativo, è auspicabile un sistema di pronta risposta, che sappia adattarsi entro un tempo ragionevole agli eventi, alle occasioni e ai cambiamenti. Un modo semplice per ottenere questo è costituire un gruppo ristretto più operativo, distinto dal più ampio insieme degli stakeholder, che vengono sì coinvolti nelle consultazioni, ma non partecipano (perlomeno, non regolarmente) ai lavori di tale gruppo ristretto. Tuttavia in questo modo si corre il rischio di escludere o, quanto meno, di far sentire esclusi i necessari attori – che potrebbero quindi perdere interesse, fare opposizione o diventare difficili. Perciò, quando si designa il gruppo ristretto, occorre ponderare accuratamente questo rischio. Parimenti vale la pena assicurarsi che la natura e le motivazioni logiche del gruppo più grande e più piccolo siano ben capite.9 Questo elenco dei fattori da considerare per strutturare una partnership è desunto dalle relazioni del Programma LEED OCSE e dell’’Università di Kaiserslautern presentate al primo Workshop Transnazionale JobTown ad Avilés, Spagna, nel giugno 2013; http://urbact.eu/en/projects/activeinclusion/jobtown/our-outputs/ Per maggiori dettagli vedere il capitolo successivo. 11 12 Raggio d’azione Per essere efficace, una partnership deve avere una portata abbastanza ampia (larghezza di vedute, raggio d’azione, diversificazione), così da riuscire a coinvolgere tutti i soggetti pertinenti o necessari. Domandarsi ‘Chi serve che ci sia per rendere questa partnership veramente completa?’ è anche un buon modo per evitare il rischio di esclusione descritto in ‘Operabilità’. Stabilità Pur se la sua natura può variare (fondazione legalmente istituita con uffici, modesto centro d’incontro, con un numero più o meno grande di posizioni nell’organigramma, ecc.), una partnership deve avere un qualche tipo di struttura stabile. Anche questo deve essere definito sin dall’inizio con regole ben chiare su come dovrà funzionare la struttura – e mettendo a disposizione commisurate risorse per sostenerla.10 Coordinatore Deve essere designato un coordinatore a tempo pieno (o ‘per il tempo che basta’) per gestire la partnership. Questo ruolo deve essere stabile ed assegnato sin dall’inizio. La persona designata deve avere le risorse, nonché le capacità manageriali e umane adatte al contesto e ai partner. Alternativa alla partnership In situazioni in cui non c’è una partnership e non è plausibile investire per costituirne una (p.es. perché serve un’azione immediata, ci sono ostacoli, ecc.), una soluzione di riserva è affidarsi a figure di coordinamento. Queste persone fungono da intermediari per migliorare o creare complementarietà e coordinazione tra i vari attori e enti. Per quanto riguarda le azioni per l’occupazione, tali coordinatori potrebbero: • mettere in contatto le imprese locali con le appropriate persone in cerca di lavoro; 10 Ad esempio, vedere il capitolo 3 sull’uso di Protocolli d’Intesa. • sostenere una comunità nello sviluppo e nell’innovazione di soluzioni locali contro la disoccupazione; • collaborare con gli stakeholder per elaborare un Piano Regionale per l’Occupazione. Nel caso una partnership si sciolga o rimanga inattiva per qualsiasi ragione, questa soluzione – incentrata su una figura di coordinamento molto proattiva – può essere un valido ‘piano B’. Termine di una partnership Se una partnership giunge a termine – perché non è più utile, non ha più appoggio oppure si trasforma o è sostituita da qualcos’altro – deve essere facilmente smantellabile e con bassi ‘costi di uscita’. Due comuni tipologie di strutture di partnership Sono possibili innumerevoli modelli strutturali, organigrammi, ecc., in funzione delle varie circostanze, finalità, ecc. Le due semplici tipologie più comuni sembrano essere: i) Sistema di cerchi concentrici con un piccolo gruppo operativo di lavoro al centro (p.es. un Gruppo Locale di Supporto URBACT – GLSU), un gruppo più grande degli stakeholder coinvolti, che forniscono input, benestare, Consultazione pubblica Gruppo più ampio di partecipanti GLSU 13 ecc., con la possibilità di coinvolgimento su scala ancora più ampia attraverso consultazioni pubbliche e simili. Il concetto è bilanciare la necessità di un gruppo di lavoro abbastanza piccolo – così da essere operativo – con la necessità di una più ampia consultazione, partecipazione e legittimazione. ii) Suddivisione dei partecipanti in gruppi di lavoro a tema con una qualche struttura o procedura di collegamento o coordinamento. Il concetto è consentire alle persone con interessi diversi di lavorare su ciò che le riguarda, mantenendo la coesione e le finalità generali. Struttura di collegamento Gruppo di lavoro 1: istruzione Gruppo di lavoro 2: sviluppo della imprenditoria Gruppo di lavoro 3: analisi del mercato del lavoro Ogni partnership locale per l’occupazione deve decidere qual è la struttura che più le si adatta. In ogni caso, si consiglia flessibilità e pragmatismo. Infatti, una struttura di uno dei tipi suddetti (o di qualunque altro tipo) deve essere in grado di integrare qualsiasi adattamento ad hoc alle realtà di determinati partecipanti o alle circostanze. Ad esempio, vale spesso la pena adeguarsi ai tempi degli imprenditori interessati, i quali, con tutta probabilità, non riescono a seguire il ritmo delle riunioni della partnership, ma il cui appoggio è utile – data la loro diretta implicazione nelle problematiche dell’occupazione locale. Anche per ottenere un significativo coinvolgimento dei giovani può essere necessario un approccio diverso; qualsiasi struttura di partnership che precluda il coinvolgimento del gruppo target è ovviamente imperfetta. 11 Consultazione pubblica Coinvolgimento ad hoc di attori chiave = ad esempio, accontentare un imprenditore locale chiave che non può partecipare regolarmente alle riunioni, ma che vuole essere tenuto “nel giro”, accettando la sua presenza sporadica o organizzando riunioni parallele Partner secondari GLSU Lobbismo: una pratica di vitale importanza per partnership efficaci I Piani Locali di Azione promossi da programmi europei come URBACT raramente parlano esplicitamente di lobbismo (o perorare una causa) o menzionano tale termine. Invece, svolgere azioni lobbistiche in loco è di vitale importanza per ottenere l’appoggio, la partecipazione e i contributi degli stakeholder chiave e della popolazione. Una volta costituita, una partnership locale può essere un mezzo per azioni lobbistiche su altri livelli dell’apparato amministrativo (p.es. amministrazioni regionali o nazionali oppure limitrofe) o su soggetti non politici, quali grossi investitori, ecc. Il caso delle Aree Economiche Funzionali (cioè territori definiti dai reali flussi delle attività economiche e della gente e non dai confini amministrativi)11 illustra come le partnership locali possono esercitare il lobbismo. Vista l’importanza del lobbismo, affinché una partnership per l’occupazione e lo sviluppo locale raggiunga i propri obiettivi, detta pratica deve essere espressamente considerata una parte dei compiti dei partecipanti – ad esempio, un Piano Locale di Azione potrebbe includere il lobbismo tra le attività proposte. Per maggiori informazioni al riguardo vedere capitolo 3: Aree Economiche Funzionali: strutturare una partnership che travalica i confini amministrativi – Circoscrizione londinese di Enfield, UK 14 In generale, c’è un forte bisogno insoddisfatto di acquisire maggiori capacità, di dare agli attori e alle partnership locali migliori e più efficaci disposizioni sulla strategia lobbistica e le adeguate tecniche. Significativo coinvolgimento del gruppo target Principio In linea di principio, è ampiamente riconosciuto che coinvolgere il ‘target’ o il ‘gruppo target’ (la persona o le persone a cui è primariamente destinato un dato programma o intervento) è fondamentale per realizzare efficaci piani d’azione, politiche e programmi – facendo sì che questi rispondano efficacemente ai bisogni dei target e garantendone la fattiva attuazione e valutazione. Contro tale coinvolgimento sono state sollevate ben poche obiezioni, mentre molto è stato scritto sul fatto di rendere la o le persone, a cui sono rivolti degli sforzi, agenti attivi del processo e non meri destinatari passivi, dando loro ‘rappresentanza’, ecc. Problematica Mettere in pratica il principio suddetto non è sempre semplice; abili gruppi organizzati politicamente, con i mezzi e il know-how per portare avanti le proprie agende (sindacati, piattaforme imprenditoriali, grosse ed esperte ONG, ecc.) riescono meglio ad avere voce in capitolo, discutere con i politici, introdursi nelle istituzioni e nei canali politici, ecc. I giovani disoccupati o sottoccupati, soprattutto quelli con un basso grado d’istruzione o in qualche modo emarginati, sono attori politici relativamente deboli. Perciò, fin troppo spesso, ‘l’ingaggio’ di giovani (così come di altri gruppi deboli, quali immigrati o 12 profughi) è puramente simbolico e non un significativo coinvolgimento e conferimento di poteri. Viceversa, i giovani impegnati con successo nella politica e nelle istituzioni (membri di Parlamenti Giovanili, giovani attivisti politici, lobbisti, ecc.) è improbabile che siano rappresentativi di giovani particolarmente disimpegnati con possibili vite ‘a rischio’. Cosa fare La sfida è quindi coinvolgere significativamente i giovani nel processo. In alcuni casi, questo potrebbe voler dire affidarsi ad indagini e informazioni fornite da terzi. A titolo di esempio, prendiamo il caso estremo di ragazzi implicati o a rischio di essere implicati in gang: a questi ragazzi potrebbero approcciarsi meglio degli assistenti giovanili specializzati, che poi si mettono in contatto con gli altri agenti che necessitano di essere relazionati su tali individui e le loro situazioni. Accettare limitazioni pratiche e operare pragmaticamente tramite i suddetti terzi è preferibile a una parvenza di coinvolgimento, che sarebbe più un’attività di pubbliche relazioni che di sostanza – cioè puramente simbolico. Ciò detto, capitano spesso occasioni per coinvolgere i giovani in modo significativo e diretto nei processi di una partnership – da prendere ad esempio sono le iniziative per la partecipazione dei giovani di Avilés12. Tali occasioni per un coinvolgimento di qualità: • dovrebbero essere colte; • la loro natura varia da luogo a luogo – ad esempio, un’università, essendo un istituto di istruzione superiore, ha con i giovani rapporti diversi da un Comune; • richiedono una certa dose di creatività e senso critico da parte di ogni partner. Per maggiori informazioni al riguardo vedere capitolo 3: Comitato Giovanile di Avilés: ottenere una partecipazione significativa – Spagna 3. Esempi pratici e strumenti per efficaci partnership Aree Economiche Funzionali: strutturare una partnership che travalica i confini amministrativi – Circoscrizione londinese di Enfield, UK Le Aree Economiche Funzionali (AEF) sono una soluzione sempre più adottata nel Regno Unito e ancora più lontano (p.es. in Canada, Australia) – si tratta di territori definiti dai flussi delle attività economiche e della gente, che intersecano i confini amministrativi. L’adesione della Circoscrizione londinese di Enfield a un’AEF13 fornisce un esempio di come si possa realizzare una partnership per l’occupazione e la crescita senza farsi limitare da demarcazioni territoriali puramente amministrative (p.es. Comune, Contea, Provincia, ecc.). Questa soluzione risolve un comune dilemma – bisogni funzionali de facto non allineati con le competenze territoriali formali – ed è potenzialmente applicabile e adattabile a una gran varietà di luoghi. Mappa del corridoio Londra-Stansted-Cambridge Fonte: http://lscc.co/wp-content/uploads/2014/03/MIPIM-Map-NO-SUBTEXT.jpg Cos’è? Descrizione: un’Area Economica Funzionale (AEF), talvolta chiamata anche Area Economica Funzionale di Mercato (AEFM), è una zona definita non dai confini amministrativi, bensì dalle vie di comunicazione e dai flussi economici, dal mercato del lavoro e di altro tipo, dalla dipendenza dalle infrastrutture, ecc. Vi fanno parte strutture di governance di vario livello e tipo, quali autorità locali, Contee, partnership economiche locali, aderenti al ‘City Deal’ di Cambridge14 e membri del Parlamento, nonché soggetti interessati del settore privato (p.es. l’aeroporto di Stansted). Esempio: ‘Consorzio Londra-StanstedCambridge’, una partnership pubblica-privata – guidata esclusivamente da soggetti locali – costituita a sostegno del Corridoio LondraStansted-Cambridge, un’area comprendente tre diverse contee inglesi e parte della Grande Londra. I componenti sono: • le Circoscrizioni londinesi di Enfield, Haringey, Islington, Hackney, Waltham Forest e Redbridge; • la North London Strategic Alliance15, la West Essex Alliance16 e la Camera di Commercio dell’Hertfordshire; 13 14 15 16 Le informazioni su questo caso di studio sono state ricavate da interviste agli Assessori Del Goddard di Enfield e Jim Metcalfe di Broxbourne e a Gregory MacDonald, responsabile per lo sviluppo economico di Broxbourne, e dal sito web http://lscc.co/ ‘City Deal’ è un’espressione inglese con cui s’intende un accordo personalizzato tra il Governo centrale e un’area locale su una strategia – basata sulla valutazione delle risorse e degli obiettivi di quell’area – per favorire la crescita e la prosperità dell’area in questione. http://www.nlsa.org.uk/ http://www.westessexalliance.org/ 15 16 • la Contea e i Distretti di Cambridge (cioè Cambridge, Cambridgeshire e Peterborough); • i Consigli Distrettuali di Broxbourne, East Hertfordshire, Epping Forest, Harlow e Uttlesford. Il Corridoio è quindi una striscia di territorio caratterizzata e determinata da tre fattori fondamentali: 1) le molteplici funzioni e attrazioni dell’area della Grande Londra, 2) le funzioni di hub internazionale dell’aeroporto di Stansted e 3) i poli scientifici e tecnologici dell’area di Cambridge. Fondamenti logici Gli investimenti e gli interventi coordinati sono più efficaci di interventi ad hoc e di interventi e budget separati. Il Corridoio è definito dalle attività economiche che si svolgono al suo interno – intendendo con ciò i trasporti (per recarsi al lavoro o a scuola), il mercato immobiliare e l’imprenditoria. In pratica, il Corridoio è uno spazio economico, contraddistinto da un alto grado di sinergia e interdipendenza. Perciò le possibilità di una data parte di questa zona dipendono moltissimo dalle situazioni e dalle azioni delle altri parti e da quanto efficaci sono i collegamenti e la cooperazione tra le località e i soggetti coinvolti. L’idea di base è che, visto l’alto grado di interrelazione esistente tra le comunità del Corridoio, può essere abbastanza fruttuoso intensificare la cooperazione tra loro. Obiettivi Il Consorzio si è ufficialmente posto cinque obiettivi chiave: 1) Profilo e posizione: aumentare la visibilità della zona come opportunità di crescita; farne motivo di investimenti; instaurare un sistema di cooperazione formale tra le partnership di imprenditori locali del Corridoio, le sue varie autorità locali e regionali e gli altri partner interessati. 2) Investimenti strategici: procacciarsi, favorire e sostenere investimenti chiave – p.es. nelle infrastrutture e nell’istruzione; la vocazione naturale del Consorzio è sostenere lo sviluppo di siti a cavallo dei confini e progetti chiave di crescita. 3) Economia: studiare e seguire una politica condivisa per attrarre e sostenere investimenti e insediamenti industriali, soprattutto nell’ottica di aumentare i posti di lavoro nei seguenti settori: agricoltura, tecnologie digitali e computer, scienze mediche e naturali, prodotti alimentari e costruzioni meccaniche. 4) Vivibilità: migliorare le condizioni abitative e di vita, promuovere la zona come un luogo allettante per viverci, lavorare, fare affari e da visitare. 5) Lavoro e capacità professionali: potenziare l’eccellenza e la specializzazione nei settori chiave e le capacità della forza lavoro attraverso partnership con imprenditori per armonizzare qualifiche, domanda e offerta di lavoro. Per Enfield – una circoscrizione nel nord di Londra, membro della rete JobTown URBACT – il Consorzio è un mezzo per: • rilanciare la propria economia e venirsi a trovare in spazi di opportunità e crescita; • consolidare e spianare la strada per la rinascita locale; • attrarre investimenti in infrastrutture, insediamenti industriali e crescita dei lavori di qualità. Il Consorzio stima che il Corridoio ha le potenzialità per creare, nelle aree chiave, circa 5.555.000m² di nuovi spazi commerciali, 170.000 posti di lavoro e 117.000 nuove case. Per la zona nord di Londra sono stati calcolati 315.000m² di nuovi spazi commerciali, 10.000 nuovi posti di lavoro e 30.000 nuove abitazioni. 17 Cosa sta facendo attualmente? Nel momento in cui scriviamo, il Consorzio sta preparando ‘l’Agenda per l’occupazione e la crescita’, che sarà un mezzo per: • Azioni lobbistiche sugli organi governativi nazionali e regionali e sulle partnership di imprenditori locali delle aree limitrofe. Il lobbismo è una pratica che ha molte sfaccettature; ad esempio, c’è un gruppo di parlamentari della zona, appartenenti a diversi partiti, che sostiene gli interessi del Corridoio (come previsto nell’Agenda) in Parlamento. • Procurare investimenti • Migliorare la riconoscibilità del Corridoio • Presentare una chiara strategia al settore privato Per maggiori informazioni sull’Agenda vedere http://lscc.co/wpcontent/uploads/2013/06/LSCC-GrowthAgenda-June-2013.pdf Suggerimenti basilari per adottare con successo la soluzione dell’Area Economica Funzionale I membri e gli aderenti all’AEF contattati per questo studio hanno dato i seguenti suggerimenti per applicare con successo a una partnership una soluzione tipo AEF: • comprendere a fondo la geografia socioeconomica della vostra zona e conoscere la sua storia economica; • conoscere le proprie controparti sia politiche (cioè i competenti membri del partito locale di opposizione) sia quelle negli organi congiunti (cioè in cui ci sono figure politiche e staff amministrativo); • costruire alleanze a vari livelli, nazionale, regionale e locale, con collegamenti dalla base fino al livello ministeriale nazionale; • coinvolgere i politici dell’opposizione nell’intero processo – ad esempio, metterli in commissioni locali di pianificazione come osservatori e lasciare che diano liberamente input; • le riforme e la rinascita sono processi a lungo termine e dipendono da solide alleanze di supporto; • una riforma sostenibile è più lenta di un ciclo elettorale – con ciò s’intende che dovete lavorare per ottenere risultati dimostrabili nel giro di 4-5 anni, ma dovete considerare queste conquiste solo fasi di un processo molto più lungo; • le persone e le relazioni giuste sono fondamentali per iniziare il processo; la formalizzazione delle strutture va fatta in un secondo tempo, quando l’iniziativa si è sufficientemente evoluta e ha preso piede; • designare figure stabili per coordinare e dirigere la cooperazione; • le strutture devono rimanere flessibili e in grado di adattarsi alle mutevoli geometrie della partnership, dell’area geografica e degli organi di governance. ‘Avilés Avanza’: un sistema per convenire un orientamento strategico tra i principali stakeholder locali – Spagna Background e idea di base Avilés, situata nel nord della Spagna nella regione delle Asturie, ha una lunga storia di consultazioni con i principali attori locali per decidere l’orientamento delle politiche e per trovare compromessi su complessi problemi locali tra gli attori discordi. Questa tendenza è sfociata nel Patto ‘Avilés Avanza’ (~Avilés progredisce o va avanti) – spesso chiamato semplicemente ‘il Patto’ – una serie di politiche convenute tra il Governo municipale, l’Associazione Regionale degli Imprenditori e i due maggiori sindacati attivi in quell’area. L’accordo trilaterale reso pubblico fissa le linee strategiche di guida per il corrispondente periodo legislativo. Questo Patto ha avuto diverse iterazioni successive. Attuali iniziative e stato delle cose La versione del Patto Avilés Avanza in vigore nel giugno 2013 (quando sono state raccolte le informazioni utilizzate in questo documento) era strutturata in base a cinque linee di lavoro: 18 1. Assistenza nella formazione professionale 2. Assistenza per acquisire esperienze lavorative 3. Assistenza nel passaggio alla vita professionale attraverso un laboratorio protetto 4. Assistenza nel passaggio alla vita professionale nel regolare mercato del lavoro 5. Assistenza e counselling per lavoro autonomo e progetti imprenditoriali Queste politiche riguardano soprattutto persone a rischio di emarginazione sociale e gruppi con un alto tasso di disoccupazione (quali i giovani). Tutte le misure previste sono mirate a studiare e realizzare percorsi individuali di integrazione sociale e lavorativa. Verso la fine dell’estate del 2013 è stata forgiata e concordata una nuova versione del Patto, mirante a rafforzare la coesione sociale attraverso l’occupazione, dedicando particolare attenzione ai giovani e alla cooperazione con il Governo regionale. In questa nuova versione, il nome del Patto è stato cambiato in ‘Avilés Acuerda’ (~Avilés si accorda)17, perché si è pensato che un tono un po’ meno autocelebrativo sarebbe stato più intonato agli umori del pubblico in questo periodo di condizioni economiche e sociali piuttosto dure. Interventi attuati dall’ultimo Avilés Avanza: • programmi a sostegno dell’occupazione giovanile per far acquisire esperienze lavorative ai giovani disoccupati; • orientamento e collocamento al lavoro; • formazione e qualifica in professioni generiche e specifiche – cioè apprendimento formale e non formale; • tavola rotonda sulla formazione per individuare le necessità di formazione dei disoccupati locali e per coordinare la formazione locale; • favorire un equo accesso a formazione e lavoro; • gestire il passaggio al modello produttivo locale – cioè passare dai vecchi ai nuovi criteri industriali e d’impiego (più lavoro autonomo, ecc.); 17 18 • creare diverse partnership locali; • sostenere l’imprenditorialità – p.es. attraverso l’incubatrice di imprese “La Curtidora”18 . Giudizio In un certo senso si potrebbe dire che il Patto non è niente di eccezionale, in quanto c’è un lungo elenco di esempi in Europa di una qualche forma di negoziato e accordo trilaterale tra Governo, sindacati e rappresentanze imprenditoriali – ad esempio, il primo Comitato Economico e Sociale Europeo è stato costituito ampiamente su tali basi, benché, ovviamente, coinvolgesse livelli ben diversi di governance. Tuttavia è una soluzione efficace e utile, aiuta a fare qualcosa di concreto in quella specifica località. Le azioni vengono concordate, viene reso pubblico un indirizzo strategico ben chiaro e ciò porta ad ottenere l’esplicito appoggio dei necessari attori principali. Perciò questa soluzione è proficua e quindi valida. La sfida fondamentale da affrontare è bilanciare le esistenti fattive collaborazioni e consultazioni con la necessità di estendere le consultazioni e la partecipazione a una più ampia gamma di attori della comunità locale. Il Patto è arrivato ad avere una struttura abbastanza ben definita e un buon approccio nel stabilire i contenuti, che hanno il vantaggio della chiarezza e del consenso. Tuttavia, la più ampia problematica della partecipazione pubblica e civica non può essere risolta in modo soddisfacente solo all’interno di tale struttura (Governo-sindacati-imprenditori), che ormai si è consolidata ed è improbabile che venga rivista in un prossimo futuro. A cosa si punta adesso? L’Amministrazione municipale deve quindi cercare il modo di integrare tale specifica e già definita piattaforma di partecipazione con altre piattaforme e strategie per considerare le molte altre voci e sfaccettature dei problemi esistenti nella comunità. In realtà, la città lo sta già facendo; la sfida per l’Amministrazione, da qui in Disponibile in spagnolo in http://projectworks.files.wordpress.com/2009/03/avilc3a9s-acuerda.pdf http://www.curtidora.com/ 19 avanti, è studiare un sistema – una spina dorsale – per mantenere coese e connesse le varie strategie e piattaforme parallele da usare e sviluppare per la partecipazione pubblica. In pratica, il Comune si trova ad avere il ruolo di anello di giunzione; in sostanza, il suo attuale compito e dovere è far sì che non vengano ‘scombussolati’ tutti questi vari canali di partecipazione e comunicazione – prevedendo strategie, iniziative e politiche locali e regionali per ciò che necessita di coesione. Comitato Giovanile di Avilés: ottenere una significativa partecipazione – Spagna Cos’è? Un esempio di significativo coinvolgimento di un gruppo target – in questo caso, i giovani locali – nell’ideazione, realizzazione e valutazione di servizi e interventi che lo riguardano. Fondamenti logici I servizi, gli interventi e le politiche traggono vantaggio dal coinvolgimento del relativo gruppo target nell’intero processo di riforma – cioè individuare i bisogni, studiare le opportune misure e politiche d’intervento, attuarle e valutarle. Il vantaggio è duplice: in primo luogo, le riforme hanno più probabilità di essere efficaci e adatte ai bisogni del gruppo target; in secondo luogo, dovrebbe essere più facile ottenere appoggi e ‘contributi’, poiché il gruppo in questione è stato personalmente coinvolto nel processo decisionale e vede le proprie richieste riflesse negli interventi e nelle politiche. Solitamente, non viene fatta una diretta opposizione al coinvolgimento di un gruppo target in politiche e consultazioni; tuttavia tale coinvolgimento è spesso puramente simbolico (cioè superficiale o insignificante, fatto più per formalismo o per salvare le apparenze che per dare sostanza) e non riesce ad incidere realmente su cosa viene fatto e come. La sfida è rendere significativa la partecipazione del gruppo target. Background Ad Avilés (Spagna) i servizi per l’impiego non erano mai stati specificamente adattati ai giovani – cioè un giovane doveva rivolgersi allo stesso tipo di ufficio di collocamento predisposto per chiunque altro, fruiva dello stesso tipo di servizi, ecc. L’attuale Amministrazione – visto l’alto tasso di disoccupazione giovanile che deve fronteggiare – ha deciso di cambiare questo sistema e nel 2013 ha iniziato a rivedere il modo in cui funzionano i propri servizi e rispondono ai bisogni e ai profili dei vari utenti. Per intraprendere questo processo, il Comune ha deciso di avvalersi di un suo centro destinato ad attività giovanili (cioè in cui il Comune concede degli spazi dove i giovani ideano e svolgono le proprie attività di apprendimento non formale, con un supervisore addetto alla sorveglianza ed a fornire assistenza quando necessario). Sulla base di questo gruppo già precostituito e capace di organizzare le proprie attività e i propri progetti, è stato creato un gruppo di lavoro per analizzare i servizi forniti e dare suggerimenti per cambiamenti e miglioramenti. Cosa è stato fatto L’idea era ascoltare il gruppo target stesso; sentire la sua opinione sui servizi che lo riguardavano e cosa apprezzava, disprezzava, desiderava e pretendeva da essi. Il gruppo di lavoro, anziché dichiararsi una specie di ‘voce dei giovani’ o in qualche modo rappresentativo, si è dato il ruolo di mediatore. I ragazzi del gruppo hanno cercato di fare da tramite tra la popolazione giovanile della città e la sua Amministrazione. Il Comitato Giovanile ‘Empléate Joven’ (≈ impegnatevi giovani) è stato costituito il 27 febbraio 2013; lo compongono 19 ragazzi e 2 coadiutori adulti (i quali fungono da trait d’union con l’Amministrazione e forniscono assistenza generale). Il Comitato si riunisce ogni 15 giorni e cerca di applicare le stesse tecniche di apprendimento non formale (giochi di ruolo, sperimentare i servizi da analizzare, ecc.) e le stesse dinamiche di gruppo già usate nel Centro 20 Giovani. Il lavoro è diviso in 4 fasi: riflessione, valutazione, proposte e delega (cioè il lavoro viene demandato a specifici soggetti per attuare specifici cambiamenti). I ragazzi del Comitato hanno compiuto sopralluoghi dei vari servizi, li hanno utilizzati e hanno fatto interviste strutturate agli utenti e ai fornitori di tali servizi. Hanno poi analizzato i relativi risultati e individuato i principali temi e problemi, p.es. formazione, linguaggio, rapporti tra aziende private e Pubblica Amministrazione, qualità dei servizi di orientamento, ecc. Esito Quanto suddetto ha portato a una serie di proposte per migliorare i servizi, p.es. rendere l’orientamento più attivo e usare anche la tecnica dei giochi di ruolo per prepararsi ai colloqui di lavoro, aumentare i limiti di età per accedere ai programmi sull’occupazione giovanile, facilitare gli scambi gratuiti per l’apprendimento delle lingue, apportare modifiche ai siti web e alla funzioni via internet dei servizi, ecc. Tutto ciò è stato riportato in un rapporto ed anche illustrato attraverso forme di apprendimento non formale, cioè i giovani del Comitato con dei giochi di ruolo hanno fatto simulare ai partecipanti di essere utenti frustrati dei servizi locali, vittime delle loro varie carenze. Nel momento in cui scriviamo, le conclusioni di questa esperienza stanno alimentando il processo di revisione a cui sono sottoposti i servizi locali di formazione e per l’impiego. Soprattutto il Sindaco stesso, Pilar Varela, offre grande sostegno all’intero processo e sta caldeggiando la sua attuazione. Maggiori informazioni sul Comitato Giovanile di Avilés sono disponibili in spagnolo nel sito http://empleatejoven.wordpress.com/ Utilizzare Protocolli d’Intesa quando si costituiscono partnership – Comune di Thurrock, UK Alla costituzione della propria partnership locale JobTown, il Comune di Thurrock (UK) ha dato a tutti i partecipanti un Protocollo d’Intesa (PdI) da leggere e firmare. Questo PdI definisce il ruolo dei partecipanti, le attività da svolgere, chi se ne deve occupare e chi deve fare cosa, le condizioni operative, il codice di comportamento e l’impegno che tutti i partecipanti si assumono. Thurrock utilizza questo PdI anche come strumento per assicurare la partecipazione attraverso un impegno scritto. Questo si è dimostrato un valido modo per avviare una partnership sulla base di una serie di chiare disposizioni e aspettative. L’intero documento può essere utile ai lettori: a) per individuare quali suoi elementi potrebbero essere in qualche modo adottati da loro stessi; b) come stimolo per pensare a come dovrebbe lavorare una partnership nei loro contesti. Contenuti del Protocollo d’Intesa originale: Nome del gruppo Gruppo Locale di Supporto Jobtown Stato del gruppo Thurrock è un partner del progetto Jobtown URBACT*. URBACT è un programma transnazionale di educazione e scambi. Come condizione per la partecipazione di Thurrock al progetto, è stato richiesto che fosse costituito un Gruppo Locale di Supporto URBACT (GLSU) per preparare un piano d’azione per combattere la disoccupazione e la sottoccupazione giovanile. * Il Programma URBACT rientra nel Programma UE URBAN di Iniziative Comunitarie ed è un programma europeo di educazione e scambi, finalizzato a sviluppare gli scambi transnazionali di esperienze. URBACT permette di elaborare soluzioni a sfide urbane, che poi le altre città possono adattare ai loro contesti. I progetti URBACT sono il cuore del programma e consentono alle città di lavorare insieme in gruppi a tema per trovare soluzioni efficaci e sostenibili alle sfide urbane cruciali. 21 Ruolo del gruppo Il GLSU deve occuparsi di: • disoccupazione e sottoccupazione giovanile strutturale, e • strategie di sviluppo locale per promuovere l’occupazione giovanile e opportunità per i giovani, tenendo presente anche la qualità del lavoro, la mobilità e l’integrazione. Termini Il presente Protocollo d’Intesa tra i partner entra in vigore alla data della sua sottoscrizione, scadrà nel marzo 2015 e sarà sottoposto annualmente a revisione. Il GLSU o il Comitato di Riqualificazione può decidere di emendare qualsiasi parte di questo Protocollo d’Intesa nel corso dell’anno. Qualunque emendamento proposto dal GLSU dovrà essere approvato dal Comitato di Riqualificazione. Prospettiva La prospettiva generale è espressa nella Strategia Comunitaria: ‘Creare un luogo di opportunità, imprenditorialità ed eccellenza, in cui le singole persone, le comunità e le aziende stiano bene e prosperino’ Obiettivi strategici I progetti Jobtown contribuiscono a realizzare i cinque obiettivi prioritari della Strategia Comunitaria: 1. Creare un grande luogo di apprendimento e opportunità 2. Favorire e promuovere la creazione di posti di lavoro e la prosperità economica 3. Instillare fierezza, senso di responsabilità e rispetto per avere comunità più sicure 4. Migliorare la salute e il benessere 5. Tutelare e promuovere la purezza e il verde del nostro ambiente Obiettivi del GLSU Gli obiettivi sono cinque: a) elaborare efficaci modelli di cooperazione; b) fare in modo che l’istruzione e la formazione professionale siano rispondenti alle richieste del mercato locale del lavoro; c) analisi del mercato del lavoro e previsioni del suo andamento; d) sostenere la creazione e lo sviluppo di imprese, il lavoro autonomo; e e) economia sociale e gestione delle risorse. Attività Al GLSU competono 7 attività principali: 1. Sviluppare e rafforzare i Gruppi Locali di Supporto URBACT 2. Produrre una roadmap del GLSU 3. Partecipare e contribuire ad attività transnazionali di scambio ed educazione 4. Prendere parte a 3 seminari nazionali sulle capacità dei GLSU 5. Tenere cinque (5) workshop locali per la trasmissione di conoscenze 6. Divulgare la rete e il GLSU e i relativi comunicati 7. Coprodurre un Modello di Cooperazione e un Piano Locale di Azione Chi fa parte del GLSU? I membri del GLSU attualmente sono: • Comune di Thurrock: - Team di Riqualificazione - Servizi per l’Infanzia - Economato 22 • Organo di Gestione (Ufficio per le Comunità e l’Amministrazione Locale) • Centro per l’Impiego Plus • Agenzia di Finanziamento delle Capacità Professionali • College dell’Essex Meridionale • College per gli Adulti di Thurrock • Agenzia per l’Imprenditoria Locale di Thurrock • Rappresentanti degli imprenditori • Scuole • Servizio Nazionale di Apprendistato • Camera di Commercio dell’Essex Se e quando opportuno, altri soggetti possono essere invitati ad unirsi al Gruppo. Com’è inserito il GLSU nella struttura comunale? La posizione del GLSU all’interno della struttura comunale è illustrata qui di seguito: Ruoli e responsabilità Consiglio Comunale di Thurrock – Comprende tutti i membri eletti del Consiglio Comunale di Thurrock ed è il massimo organo decisionale. Comitato Esecutivo – È l’organo esecutivo del Consiglio Comunale ed è costituito dai titolari di portafoglio. Comitato di Riqualificazione – È l’organo che ha la responsabilità di assicurare che tutti gli uffici e i partner del Comune contribuiscano all’attuazione dei piani di riqualificazione della città. Esso inoltre controlla l’avanzamento dei principali progetti di riqualificazione. Finanziamento Il Consiglio Comunale di Thurrock è l’organo responsabile di tutti i fondi allocati al progetto Jobtown URBACT. Devono essere adottate procedure di allocazione, gestione e controllo conformi alle normative UE. Le finanze saranno gestite giorno per giorno dal Coordinatore Locale, che aggiornerà regolarmente il GLSU al riguardo. 23 Qualsiasi problema sollevato dalla Segreteria URBACT o dal Controllore di Primo Livello dovrà essere riferito al GLSU. Qualsiasi decisione in merito all’allocazione di fondi deve essere presa alla presenza di un rappresentante dell’organo responsabile. Gestione delle prestazioni Il GLSU deve gestire le proprio prestazioni in modo che possano essere regolarmente monitorate. In particolare si devono monitorare: • le pietre miliari del piano del progetto URBACT; • la situazione del budget; • lo sviluppo del piano di azione; e • qualunque specifico obiettivo previsto nel piano di azione. Il GLSU deve riferire i progressi al Comitato di Riqualificazione, informandolo anche delle eccezioni e dei rischi. Disposizioni operative 1. Ordine del giorno delle riunioni del GLSU L’ordine del giorno deve essere preparato dal Coordinatore Locale del GLSU ed approvato dal Presidente del GLSU. Prima della riunione, ogni membro del GLSU sarà invitato a proporre argomenti da mettere nell’ordine del giorno. Ogni membro ha il diritto di sottoporre all’esame del Coordinatore Locale del GLSU argomenti, con la relativa documentazione di accompagnamento, da mettere nell’ordine del giorno del Gruppo di Lavoro. Questo deve essere fatto almeno 7 giorni lavorativi prima della riunione. Ogni membro del GLSU riceverà copie dell’ordine del giorno e della documentazione di accompagnamento non meno di 5 giorni lavorativi prima della riunione. Altri argomenti potranno essere presentati solo in sede di riunione a titolo informativo. 2. Decisioni Ogniqualvolta possibile, il GLSU deve cercare di prendere decisioni all’unanimità. In caso di divergenze, spetterà al Presidente cercare di dirimerle. Se le divergenze non venissero risolte, si potrà procedere a una votazione. La votazione è necessaria per decisioni relative a questioni finanziarie e, oltre a ciò, solo in casi eccezionali. Ogni membro del GLSU ha diritto a un voto. In caso di parità, il Presidente del GLSU avrà un secondo voto o un voto decisivo. In alternativa, il GLSU può sottoporre la questione al Comitato di Riqualificazione. 3. Dichiarazione degli interessi Ai fini della trasparenza, qualunque membro che abbia interessi pecuniari (diretti o indiretti) ai sensi del Codice Nazionale di Comportamento del Governo Locale (questioni non finanziarie) o degli artt. 94 – 98 della Legge 1072 sul Governo Locale (questioni finanziarie), deve dichiararlo verbalmente. A chi fa tale dichiarazione può essere richiesto di lasciare la stanza e/o non prendere parte alla discussione su quella particolare questione. Tuttavia, se opportuno, chi presiede la riunione può invitare l’interessato a fornire le dovute informazioni al riguardo prima che inizi la discussione. 24 4. Verbale delle riunioni Nel verbale si devono riportare tutti i presenti alla riunione e i motivi di assenza o non presenza. Il verbale di ogni riunione del GLSU deve essere steso ed approvato da chi presiede la riunione stessa. Deve essere usata una ‘Scheda di Azione’ per monitorare formalmente le decisioni prese sugli argomenti all’ordine del giorno. 5. Assenze Se un qualunque membro mancasse a 3 riunioni consecutive, il GLSU valuterà se chiedere a quel membro una spiegazione scritta. A meno che sussistano ragioni eccezionali, mancare a 4 riunioni sarà considerato come dimettersi dal GLSU. 6. Riservatezza Talvolta all’ordine del giorno di una riunione del GLSU possono esserci argomenti ritenuti riservati. Tali argomenti saranno chiaramente contrassegnati come riservati oppure dichiarati tali in sede di riunione. Tutti i partner devono assicurarsi che tali argomenti rimangano riservati e non vengano discussi al di fuori della pertinente riunione. Codice I membri del GLSU convengono di attenersi alle seguenti norme generali di comportamento di comportamento quando partecipano alle riunioni o ad altre attività del Gruppo. Nessun favoritismo 1. I membri devono agire solo per il pubblico interesse e non devono mai indebitamente favorire o sfavorire nessuno. Onestà e integrità 2. I membri non devono mettersi in situazioni in cui possono essere messe in dubbio la loro onestà e integrità, non devono comportarsi in modo scorretto e devono sempre evitare di apparire scorretti. Obiettività 3. I membri devono sempre prendere decisioni obiettive, anche quando effettuano nomine, assegnano contratti o raccomandano qualcuno per premi o indennità. Responsabilità 4. I membri devono rispondere pubblicamente delle proprie azioni e del modo in cui adempiono i propri incarichi, e devono collaborare pienamente e onestamente esaminando minuziosamente quanto di loro competenza. Trasparenza 5. I membri devono essere il più possibile trasparenti riguardo alle proprie azioni e a quelle delle loro organizzazioni, e devono essere pronti a motivare tali azioni. Autonomia di giudizio 6. I membri possono tenere conto delle opinioni degli altri, ma devono trarre le proprie conclusioni sui problemi da affrontare ed agire in base ad esse. Rispetto degli altri 7. I membri devono promuovere l’uguaglianza non discriminando illecitamente nessuno e trattando le persone con rispetto, indipendentemente dalla loro razza, età, religione, sesso, inclinazione sessuale o disabilità. Essi devono rispettare l’imparzialità e l’integrità dei funzionari e degli altri dipendenti delle autorità di legge. 25 Rispetto della legge 8. I membri devono rispettare la legge e agire sempre in modo da non tradire la fiducia che la gente ha il diritto di riporre in loro. Gestione responsabile (stewardship) 9. I membri devono fare tutto quanto in loro potere per garantire che le rispettive autorità utilizzino le proprie risorse in modo assennato e a norma di legge. Leadership 10. I membri devono promuovere e sostenere i principi suddetti con la loro leadership e il loro esempio, e agire in modo da assicurarsi o mantenere la fiducia della gente. Impegno dei partner Nell’accettare di entrare a far parte del GLSU, i partner si impegnano a: • dare deleghe e input a persone con una sufficiente anzianità per garantire che possano essere prese decisioni alle riunioni; • assicurare grossi contributi dalle proprie organizzazioni; • inserire i risultati e gli obiettivi del Piano di Azione Jobtown nei piani delle proprie organizzazioni; • coinvolgere soggetti chiave che aiutino a definire ed attuare programmi e progetti a sostegno degli obiettivi Jobtown; • assicurare i dovuti collegamenti con i piani, le strategie e i programmi pertinenti; • aiutare a individuare e togliere eventuali ostacoli esistenti per azioni locali congiunte e ad appianare i gap; • promuovere la condivisione e la divulgazione di conoscenze; • controllare, valutare ed esaminare i progressi in base ai risultati e agli obiettivi; • instaurare costruttivi rapporti di lavoro con gli altri partner; • essere ambasciatore del GLSU e del programma URBACT; • rispondere del lavoro del GLSU; • far sì che ci sia uguaglianza di opportunità e partecipazione di tutti i membri del GLSU alle sue riunioni; • comprendere sempre meglio il lavoro del GLSU e del programma URBACT partecipando ad eventi, seminari e corsi di formazione. Altri protocolli e strategie Il GLSU sta elaborando altre strategie e protocolli a suo sostegno, tra cui: • condivisione di informazioni e dati, • gestione di programmi e progetti, • protocolli per mass media e pubblicità Appena saranno definiti, il GLSU e i suoi membri li adotteranno e applicheranno laddove opportuno. 26 4. Note conclusive I sistemi per rendere efficace una partnership variano notevolmente in funzione del contesto e della loro congruenza. Quando si costituisce e si gestisce una partnership, tutto sta nel seguire non un modello primario di struttura e processo, bensì una chiara procedura di identificazione di tutti i fattori e i pro e contro, e poi decidere consapevolmente qual è la soluzione più adatta alla specifica situazione locale. Strumenti come la checklist dell’OCSE, i casi di studio e quant’altro riportato in questo documento sono un utile prontuario dei fattori da considerare, delle caratteristiche degli stakeholder da valutare, e così via. Naturalmente, col tempo, una partnership personalizzerà i propri strumenti e il proprio quadro concettuale; tuttavia una serie ‘preconfezionata’ di strumenti e riferimenti può essere veramente utile per costituire ed avviare una partnership in modo rapido ed abbastanza efficace. Il reale coinvolgimento del gruppo target va bene, quello puramente simbolico no. Risolvere questa dicotomia è una sfida che richiede creatività e costruttivo senso critico; tuttavia le soluzioni trovate dalle varie località per vincere questa sfida sono alcuni dei più interessanti casi di studio. Il lobbismo deve essere riconosciuto più esplicitamente parte del lavoro di una partnership locale per l’occupazione e lo sviluppo – sia in fase di creazione della partnership stessa che nel perseguimento dei suoi obiettivi. Di conseguenza, devono essere sviluppate adeguate capacità che consentano a tali partnership e ai loro sostenitori di praticare con successo il lobbismo. Benché le soluzioni e gli approcci adottati nelle diverse parti dell’Europa possano variare notevolmente – in funzione delle specificità e dei contesti locali in continua evoluzione – i problemi di base tendono ad essere prevalentemente gli stessi. URBACT is a European exchange and learning programme promoting sustainable urban development. It enables cities to work together to develop solutions to major urban challenges, reaffirming the key role they play in facing increasingly complex societal challenges. It helps them to develop pragmatic solutions that are new and sustainable, and that integrate economic, social and environmental dimensions. It enables cities to share good practices and lessons learned with all professionals involved in urban policy throughout Europe. URBACT is 300 cities, 29 countries, and 5,000 active participants. TQA@BSH T QA@BSH FQ@OGHBBG@QSD F Q@OGHBBG@QSD L X1//8 www.urbact.eu/jobtown