Esercizi di Fisica Generale Corso di Laurea in CTF - A.A. 2013-2014 4 giugno 2014 2 Indice 1 Richiami di Trigonometria 5 2 Introduzione ai Vettori 9 3 Spazio, tempo, movimento 15 4 Dinamica 27 5 Energia 39 6 Meccanica dei Fluidi 47 7 Termologia 53 8 Elettrostatica 65 9 Magnetismo 77 3 4 INDICE Capitolo 1 Richiami di Trigonometria Esercizio 1.1 Dimostrare la relazione fondamentale sin2 θ + cos2 θ = 1 (1.1) Soluzione: Consideriamo un triangolo rettangolo generico come quello disegnato in gura 1.1. Dalla denizione delle funzioni trigonometriche sappiamo che sin θ = a c b c cos θ = D'altro canto applicando il Teorema di Pitagora abbiamo che c2 = a2 + b2 ⇒ a 2 c + b 2 c =1 da cui la relazione cercata. Esercizio 1.2 Il teorema del coseno correla la lunghezza dei lati di un triango- lo al coseno di uno dei suoi angoli. Puó essere considerato una generalizzazione del teorema di Pitagora al caso di triangoli scaleni. Questo teorema é noto anche come teorema di Carnot. Con riferimento alla gura 1.1, siamo interessati a trovare la lunghezza di un lato di un qualsiasi triangolo, essendo note le lunghezze degli altri due lati e l'ampiezza dell'angolo tra essi compreso. Si dimostri che vale la relazione: 2 2 2 AB = AC + BC − 2AC BC cos(γ) (1.2) Soluzione: Con riferimento alla gura 1.1, applicando il Teorema di Pitagora al triangolo rettangolo AHB si ha: 2 2 AB = AH + BH 5 2 (1.3) 6 CAPITOLO 1. RICHIAMI DI TRIGONOMETRIA Figura 1.1: Esercizio 1.1 Figura 1.2: Esercizio 1.3 7 AHC Risolvendo il triangolo rettangolo abbiamo anche: AH = AC sin(γ) (1.4) BH = BC − HC = BC − AC cos(γ) (1.5) vale inoltre Sostituendo nella prima uguaglianza si ottiene 2 2 2 2 AB = AC sin2 (γ) + BC + AC cos2 (γ) − 2BC AC cos(γ) Per la relazione fondamentale sin2 γ + cos2 γ = 1, (1.6) questa equazione puó essere semplicata in: 2 2 2 AB = AC + BC − 2AC BC cos(γ) (1.7) Nel caso di un triangolo rettangolo il quarto termine é nullo e ritroviamo il Teorema di Pitagora. Esercizio 1.3 Si dimostri che sin(2α) = 2 sin α cos α Soluzione: Consideriamo il caso più generale del seno della somma di due angoli α e β. Con riferimento alla gura X, si ha che sin(α + β) = il segmento BC BC AB può essere espresso come somma dei segmenti DB e EF per cui possiamo scrivere sin(α + β) = DB EF DB BE EF AE + = + AB AB BE AB AE AB dove abbiamo moltiplicato e diviso per i segmenti triangolo rettangolo DBE , l'angolo DEB BE e AE . Osserviamo ora il è per costruzione pari a 90 − α per cui dovendo la somma degli angoli interni di un triangolo essere pari a 180 °, ne consegue che anche l'angolo DBE è pari ad α, ma allora per denizione DB = cos α BE considerando il triangolo rettangolo AEB vediamo subito che BE = sin β AB 8 CAPITOLO 1. RICHIAMI DI TRIGONOMETRIA e Concentriamoci ora sul triangolo AE = cos β AB rettangolo AF E , chiaramente avremo EF = sin α AE per cui in denitiva otteniamo sin(α + β) = DB BE EF AE + = cos α sin β + sin α cos β BE AB AE AB Considerando il caso particolare in cui α=β possiamo quindi scrivere sin(α + α) = sin(2α) = cos α sin α + sin α cos α = 2 sin α cos α Capitolo 2 Introduzione ai Vettori Esercizio 2.1 Trovare la risultante di due forze di 4 kg e 3 kg agenti su di O formanti un angolo fra loro di (a) 90°, (b) 60°. Determinare anche α formato con l'asse orizzontale. Usare il metodo del parallelogramma. un punto l'angolo Soluzione: OR2 = 42 + 32 = 25 e OR = 5kg .Per tan α = AR/OA = 3/4 = 0.75 quindi (a) OAR è un triangolo rettangolo. Quindi α osserviamo α = tan−1 (0.75) ∼ 37°. calcolare l'angolo che (b) L'angolo OAR in questo caso è pari a risultante OR 120°. Per calcolare il modulo dela utilizzeremo il teorema dei coseni. OR2 = OA2 + AR2 − 2(OA)(AR) cos 120 = 42 + 32 − 24(−0.5) = 37 quindi OR = 6.1kg . Per calcolare l'angolo α utilizzeremo la legge dei seni: sin α sin 120 sin α 0.866 = ⇒ = ⇒ sin α = 0.43 AR OR 3 6.1 da cui (2.1) (2.2) α = sin−1 (0.43) = 25°. Esercizio 2.2 Dato il vettore ~a formante un angolo α con l'asse delle dimostrare che le sue componenti possono essere scritte come ax = a cos α, essendo a= q a2x + a2y il modulo di ay = a sin α ~a Soluzione: Con riferimento alla gura 2.2, per denizione si ha sin α = RQ , PR cos α = 9 PQ PR x, 10 CAPITOLO 2. INTRODUZIONE AI VETTORI Figura 2.1: Esercizio 2.1 Figura 2.2: Esercizio 2.2 ma P Q = ax , RQ = ay , PR = a = q a2x + a2y da cui segue il risultato. Esercizio 2.3 Consideriamo i seguenti vettori nello spazio espressi tramite le loro componenti: ~a = (0, 3.5, 0.7); Trovare d~ = ~a + ~b + ~c e ~b = (1.2, −5.0, −4.0); ~c(4.0, 3.0, 1.0) ~e = ~a − ~c. Soluzione: Utilizziamo la regola di somma e sottrazione componente per componente, per cui indicando con d~ = (dx , dy , dz ), possiamo scrivere ~c = (cx , cy , cz ) 11 dx = ax + bx + cx dy = ay + by + cy dz = az + bz + cz ex = ax − cx ey = ay − cy ez = az − cz quindi dx = 0.0 + 1.2 + 4.0 dy = 3.5 − 5.0 + 3 dz = 0.7 − 4.0 + 1.0 ex = 0.0 − 4.0 ey = 3.5 − 3.0 ez = 0.7 − 1.0 da cui la soluzione d~ = (5.2, 1.5, −2.3) ~e = (−4.0, 0.5, −0.3) Esercizio 2.4 Dati i due vettori trovare l'angolo θ √ ~a = (0.0, 3.0, 4.0) e ~b = (1.0, 6, 3.0) tra essi formato. Soluzione: Dalla denizione di prodotto scalare fra due vettori ~a · ~b = ab cos θ dove a e b sono i moduli dei due vettori, possiamo ricavare cos θ = ~a · ~b ~a · ~b ⇒ θ = arccos ab ab D'altra parte vale anche: ~a · ~b = ax bx + ay by + az bz quindi ~a · ~b = 0.0 · 1.0 + 3.0 · √ √ 6 + 4.0 · 3.0 = 12 + 3 6 Calcoliamo ora i moduli dei due vettori a = |~a| = q √ √ a2x + a2y + a2z = 0 + 9 + 16 = 25 = 5 b = |~b| = q √ √ b2x + b2y + b2z = 1 + 6 + 9 = 16 = 4 Otteniamo cosí: cos θ = √ 12 + 3 6 ∼ 0.967423 ⇒ θ ∼ 14.66° 4·5 12 CAPITOLO 2. Esercizio 2.5 INTRODUZIONE AI VETTORI Dati i due vettori ~a = (5.0, 2.0, 1.0) e ~b = (3.0, 4.0, z) con z incognita, trovare z anché il prodotto scalare dei due vettori sia pari a 25. Soluzione: Utilizziamo la denizione di prodotto scalare in termini di componenti: ~a · ~b = ax bx + ay by + az bz = 5 · 3 + 2 · 4 + 1 · z quindi ~a · ~b = 25 ⇒ 15 + 8 + z = 25 ⇒ 23 + z = 25 ⇒ z = 2 Esercizio 2.6 Dati due vettori ~a e ~b con |~a| = 4 e |~b| = 7, determinare l'angolo compreso fra i due vettori anché il loro prodotto scalare sia pari a 5. Soluzione: Dalla denizione di prodotto scalare ~a · ~b 5 5 ~a · ~b = |~a| |~b| cos θ ⇒ cos θ = = = 4·7 28 |~a| |~b| da cui θ = arccos Esercizio 2.7 5 ∼ 79.71° 28 delle x è pari a ~a in α formato con l'asse Trovare le componenti lungo gli assi cartesiani del vettore gura X sapendo che il suo modulo è pari a 5 e che l'angolo π/3. Soluzione: Ricordando le denizioni delle funzioni trigonometriche seno e coseno, è evidente che sin α = da cui ay , |~a| cos α = ax |~a| √ π 5 π 5 3 ay = |~a| sin α ⇒ ax = 5 · cos = , ay = 5 · sin = 3 2 3 2 π ~ ~ Si noti che poiché sin α = cos 2 − α , indicando con i e j i versori (vettori con modulo unitario) rispettivamente degli assi x ed y , possiamo scrivere π ax = |~a| cos α = ~a · ~i, ay = |~a| sin α = |~a| cos − α = ~a · ~j 2 ax = |~a| cos α, 13 Esercizio 2.8 Determinare se i due vettori a = (2, −1, 3) e b = (−3, 0, 2) sono ortogonali. Soluzione: Il modo più semplice per determinare se due vettori sono ortogonali é quello di calcolare il loro prodotto scalare. Infatti dalla denizione di prodotto scalare, ricordando che cos(π/2) = 0 otteniamo che il prodotto scalare di due vettori ortogonali è nullo. Utilizzando la denizione di prodotto scalare in termini di componenti abbiamo che ~a · ~b = ax bx + ay by + az bz = 2 · −3 + (−1) · 0 + 3 · 2 = −6 + 6 = 0 quindi i due vettori sono ortogonali. 14 CAPITOLO 2. INTRODUZIONE AI VETTORI Capitolo 3 Spazio, tempo, movimento Esercizio 3.1 Una pallina si muove di moto uniformemente accelerato a par- tire dall'origine con una velocità iniziale −2 a = 4 ms v0 = 21 ms−1 ed una accelerazione . Calcolare lo spazio percorso dalla pallina al tempo t = 18 s. Soluzione: Si tratta di un moto rettilineo uniformemente accelerato con le seguenti condizioni iniziali x0 = 0, v0 = 21 ms−1 dalla legge oraria del moto uniformemente accelerato 1 x(t) = x0 + v0 t + at2 2 troviamo immediatamente 1 x(t = 18 s) = 0 m + 21 m/s · 18 s + 4 m/s2 · 324 s2 = 1026 m 2 Esercizio 3.2 tempi t1 = 11 s Calcolare le velocità della pallina dell'esercizio precedente ai e t2 = 15 s. Soluzione: Dalla relazione v(t) = v0 + at troviamo immediatamente v(t = 11 s) = 21 m/s + 4 m/s2 · 11 s = 65 m/s v(t = 15 s) = 21 m/s + 4 m/s2 · 15 s = 81 m/s 15 16 CAPITOLO 3. Esercizio 3.3 lo dopo 4 s. SPAZIO, TEMPO, MOVIMENTO Un sasso lasciato cadere dalla cima di un edicio giunge al suo- Trovare la velocità del sasso al momento dell'impatto e l'altezza dell'edicio. Soluzione: g il modulo dell'accelerazione di gravità che ricordiamo essere 9.81 m/s2 . Al tempo t0 = 0 s abbiamo v0 = 0 ms−1 , conviene assu- Indichiamo con pari a circa mere un sistema di coordinate con l'origine alla base dell'edicio e la coordinata y lungo l'edicio stesso in modo da avere l'edicio) e y(t = 4 s) = 0. y(t = 0 s) = h (l'altezza incognita del- Trascurando la resistenza dell'aria, il moto di caduta di un oggetto è un moto uniformemente accelerato, per cui tenendo conto del segno dell'accelerazione che, in questo caso risulta negativo, possiamo scrivere l'equazione oraria nella forma 1 y(t) = y0 + v0 t − gt2 2 dove, ribadiamo, il segno - deriva dal fatto che tive (verso il basso). g é diretta verso le y nega- Utilizzando l'equazione oraria del moto uniformemente accelerato, possiamo scrivere: 1 y(4s) = 0 = h + 0 m/s · 4 s − 9.81 m/s2 · 16 s2 2 da cui h − 9.81 · 8 m = 0 ⇒ h = 78.48 m per la velocitá abbiamo: v(t) = v0 − gt ⇒ v(4 m) = 0 ms−1 − 9.8 ms−2 · 4 s = −39.2 ms−1 Il segno - indica che la velocità è rivolta verso il basso. Esercizio 3.4 zione a Un'auto accelera da 0 a 100 costante. Quale è il valore di a km/h in 5 secondi con accelerag ? (g = 9.8 ms−2 ). in unità di Soluzione: Convertiamo prima di tutto il valore della velocità nelle unità di misura del Sistema Internazionale, metri e secondi: 100 km 1000 m 100 = 100 · = ms−1 = 27.8 ms−1 h 3600 s 3.6 Anche in questo caso si tratta di un moto uniformemente accelerato, utilizzando la relazione che lega velocità ed accelerazione v(t) = v0 + at troviamo v(t = 5 s) = 27.8 ms−1 = 0 ms−1 + a · 5 s ⇒ a = 27.8 ms−2 = 5.56 ms−2 5 17 Figura 3.1: Esercizio 3.3 quindi a= Esercizio 3.5 Se a t0 = 0 5.56 = 0.57 g 9.81 Un'auto viaggia verso di noi con velocità costante di 90 si trova da noi a 750 m, km/h. dopo quanto tempo ci passerà davanti? Soluzione: Utilizziamo un sistema di coordinate con l'origine nel punto in cui ci troviamo e con l'asse delle ascisse orientato in senso positivo verso destra, quindi la posizione dell'auto all'istante iniziale sarà pari a x(0) = −750 m. Poiché l'auto si dirige verso di noi, la sua velocità avrà segno positivo, con la scelta di coordinate eettuata avremo che, indicando con tx il tempo da ricavare, x(tx ) = 0. Ricordando la legge oraria del moto rettilineo uniforme possiamo quindi scrivere x(t) = x(0) + vt ⇒ x(tx ) = −750 m + 90 ms−1 · tx s = 0 m 3.6 da cui ricaviamo facilmente tx = 750 s = 30 s 25 18 CAPITOLO 3. SPAZIO, TEMPO, MOVIMENTO Figura 3.2: A) Esercizio 3.5, B) Esercizio 3.6 Esercizio 3.6 Una particella, avente velocità un dispositivo di accelerazione lungo pari a 104 m/s2 . 3.5 m v0 = 300 m/s, passa attraverso e in cui subisce una accelerazione Quale sarà la velocità della particella all'uscita del dispositivo? Soluzione: Si tratta di un moto rettilineo uniformemente accelerato in cui la particella subisce un'accelerazione per un tratto L. L'origine del sistema di coordinate è scelta in corrispondenza dell'ingresso del dispositivo di accelerazione. Ricaviamo prima di tutto una relazione cinematica che lega velocità iniziale e nale con l'accelerazione e lo spazio percorso. Partiamo dalla legge oraria del moto uniformemente accelerato 1 xf = x0 + v0 t + at2 2 il tempo t può essere posto nella forma t= v − v0 a sostituendo nell'equazione oraria otteniamo xf = x0 + v0 da cui xf − x0 = (vf − v0 ) vf − v0 1 (vf − v0 )2 + a a 2 a2 hv 0 a + 1 vf − v0 i 1 2 = (v − v02 ) 2 a 2a f e inne vf2 = v02 + 2a(xf − x0 ) Quindi nel nostro caso possiamo scrivere vf2 = v02 + 2a(xf − x0 ) ⇒ vf = q v02 + 2a(xf − x0 ) 19 considerando che, nel nostro caso, abbiamo x0 = 0, xf = L = 3.5 m, v0 = 300 ms−1 , a = 104 ms−2 otteniamo vf = p 9 · 104 m2 /s2 + 2 · 104 ms−2 · 3.5 m = Esercizio 3.7 p (9 + 7) · 104 m2 /s2 = 4·102 ms−1 Il primato mondiale di velocità per biciclette stabilito nel 1992 fu misurato su una lunghezza di 200 m percorsi in un tempo di 6.509 s. 2001 tale primato fu superato di ben 19 Km/h. Nel Che tempo fu impiegato per percorrere la lunghezza di 200 m? Soluzione: Calcoliamo prima di tutto la velocità media del primo record: vm = L 200 = ms−1 = 30.73 ms−1 = 30.73 · 3.6 km/h = 110.6 km/h t 6.509 quindi la velocità del secondo record sarà pari a 110.6 + 19 = 129.6 km/h, con questa velocità, 200 m vengono percorsi in t = s/v = 200 m 0.2 km = = 1.54·10−3 h = 1.54·10−3 ·3.6·103 s = 5.55s 129.6 km/h 129.6 km/h Esercizio 3.8 In un certo istante una particella ha velocità di 18 m/s diretta verso l'asse x positivo e 2.4 s più tardi la sua velocità è di 30 m/s in verso opposto. Quale è stata la sua accelerazione costante durante questo lasso di tempo? Soluzione: Poniamo v(t0 ) = 18 ms−1 e v(t1 ) = −30 ms−1 . In un moto uniformemente accelerato abbiamo a= v(t1 ) − v(t0 ) −30 − 18 ⇒a= ms−2 = −20 ms−2 t 2.4 Il segno - indica che l'accelerazione è diretta verso le ascisse negative. Esercizio 3.9 Un pilota collaudatore si trova su una slitta a reazione alla velocità di 1020 Km/h. La slitta viene frenata no all'arresto in 1.4 sec. Che accelerazione, espressa in unità di g (g = 9.8 m/s2), subisce il pilota? 20 CAPITOLO 3. SPAZIO, TEMPO, MOVIMENTO Figura 3.3: A) Esercizio 3.10 B) Esercizio 3.13 Soluzione: La velocità iniziale è pari a 1020 · 3.6 = 283.3 ms−1 . Ipotizzando che l'accelera- zione (negativa) sia costante, possiamo calcolare direttamente a= v(t1 ) − v(t0 ) 0 − 283.3 ⇒a= ms−2 = −202.38 ms−2 t 1.4 g ovvero in unità di a= −202.38 = −20.6 g 9.81 Per chi è curioso di sapere se il pilota può sopravvivere ad una tale accelerazione si rinvia a http://en.wikipedia.org/wiki/G-force. Esercizio 3.10 Una nave fa rotta alla velocità di crocera di 8 km/h. Qual'è l'angolo rispetto alla riva con cui la nave deve essere governata per raggiungere un punto direttamente opposto se la velocità della corrente è di 4 km/h?. Quanto tempo impiegherà ad eettuare la traversata se la distanza fra i due punti è di 10 km? Soluzione: Con riferimento alla gura 3.3 A) abbiamo che arccos(0.5) = 60°. cos θ = 4/8 = 0.5 ⇒ θ = Il modulo della risultante può essere facilmente trovato con √ OAR, v = 64 − 16 = 6.9 km/h, t = s/v = 10/6.9 = 1.45 h circa 1 ora il teorema di pitagora applicato al triangolo pertanto la traversata verrà eettuata in e 27 minuti. Esercizio 3.11 Una nave fa rotta esattamente verso nord a 12 corrente la trascina verso ovest a 5 della velocità risultante della nave. km/h. km/h, ma la Determinare il modulo e la direzione 21 Soluzione: La velocità di 12 di 5 km/h a terra. km/h verso nord viene sommata vettorialmente alla velocità R della nave rispetto 52 + 122 = 13 km/h. La direzione di R è tale da tangente è tan α = 5/12 = 0.42 pertanto α = 23°. verso ovest, dando così la velocità risultante Modulo di formare un angolo Esercizio 3.12 α R = √ la cui I freni di un'auto sono in grado di realizzare un'accelerazione (negativa) di modulo pari a 5.2 ms−2 . Se si viaggia alla velocità di 137 Km/h e si avvista un posto di controllo della polizia stradale, quale è il tempo minimo entro il quale è possibile portare la velocità dell'auto al limite di 90 Km/h? Quanto spazio si percorre in questo intervallo di tempo? Soluzione: Indicando con tx −1 v(tx ) = 25 ms il tempo da ricavare, possiamo scrivere v(t0 ) = 38 ms−1 , , ipotizzando un'accelerazione costante abbiamo: v(tx ) = v(t0 ) + atx ⇒ tx = 25 − 38 v(tx ) − v(t0 ) = = 2.5 s a −5.2 Per determinare lo spazio percorso in questo tempo ricorriamo ancora una volta alla legge oraria del moto uniformemente accelerato (1/2)at2x x(tx ) = x(t0 ) + v0 tx + : 1 x(tx ) = 0 m + 38 ms−1 · 2.5 s − 5.2 ms−2 · (2.5 s)2 = 78.75 m 2 Esercizio 3.13 Da una nuvola situata a un'altitudine h di 1700 m sopra la supercie terrestre cadono gocce di pioggia. Se non fossero rallentate dalla resistenza dell'aria, a che velocità arriverebbero al suolo? Sarebbe prudente uscire all'aperto durante un temporale? Soluzione: Trascurando la resistenza dell'aria, la caduta della goccia è un moto rettilineo uniformemente accelerato. Scegliamo un sistema di coordinate con l'asse delle y diretto verso l'alto con origine sulla supercie terrestre (g. 3.3 B)). In tale sistema di riferimento avremo g = −9.8 ms−2 (essendo rivolta verso il basso). Possiamo pertanto scrivere v 2 = v02 + 2a(y − y0 ) dove v è la velocità al suolo, l'ordinata del suolo, a=g v0 = 0 è la y0 = h. e inne velocità iniziale della goccia, y = 0 Sostituendo i valori nella precedente equazione troviamo v 2 = −2 · 9.81 ms−2 · (−1700 m) = 33320 m2 /s2 ⇒ v ∼ 182.5 ms−1 22 CAPITOLO 3. riportando in km/h otteniamo SPAZIO, TEMPO, MOVIMENTO v = 182.5 · 3.6 = 657 km/h. Non sarebbe per- tanto prudente uscire all'aperto. Esercizio 3.14 Per studiare gli eetti di intense accelerazioni sul corpo uma- no si usa una slitta a razzo che scorre su un binario rettilineo. Tale slitta può raggiungere una velocità di 1600 Km/h da ferma in 1.8 s. Si trovi: (a) l'accelerazione (assunta costante) in unità di g; (b) la distanza percosa in tale tempo. Soluzione: Assumendo che la slitta parta da ferma, l'accelerazione è data semplicemente a = vf /t = 444.4 ms−1 /1.8 s = 247 ms−2 ∼ 25.1 g . Lo spazio percorso è otte2 −2 nibile dalla formula della legge oraria s = (1/2)at = 0.5 · 247 ms · (1.8)2 s2 = 400.14 m. da Esercizio 3.15 Un batter d'occhio dura circa 100 ms. Per quanto spazio vola un caccia MIG-25, alla velocità di 3400 Km/h, durante un battito di ciglia del pilota? Soluzione: Assumendo che la velocità sia costante, possiamo applicare l'equazione oraria di un moto rettilineo uniforme per ottenere Esercizio 3.16 s = (3400/3.6) ms−1 · 0.1 s = 94.4 m Un proiettile viene sparato orizzontalmente da un'arma posta a 45 m di altezzasopra un terreno orizzontale. La sua velocita' alla bocca dell'arma e' di 250 m/s.(a) Per quanto tempo rimane in aria? (b) A che distanza orizzontale dalla bocca andra' a colpire il terreno? (c) Quale sara' la componente verticale della sua velocita' quando colpisce il terreno? Soluzione: h = 45 m, g = |~g | = 9.81 ms−2 , −1 ~v0 = (v0x , v0y ) con v0x = 250 ms e v0y = 0 ms , inne, ~ a = (0, −g). Il sistema di coordinate scelto è quello riportato in gura conl'asse delle y rivolto Deniamo prima di tutto i dati del problema: −1 verso l'alto. Come sappiamo un moto di questo tipo è composto da due moti indipendenti: - un moto lungo la direzione x: rettilineo e uniforme con velocità iniziale v0x = 250 ms−1 e posizione iniziale x0 = 0 m; - un moto lungo la direzione y: uniformemente accelerato con accelerazione a = −g , velocità iniziale v0y = ms−1 e posizione iniziale y0 = h m ; (a) Il tempo di volo è pari al tempo di caduta lungo la direzione y , scriviamo y l'equazione oraria del moto tenendo conto che la velocità iniziale lungo l'asse è nulla: 1 y(t) = y0 + at2 ⇒ t = 2 r 2(y(t) − y0 ) a 23 Figura 3.4: Esercizio 3.16 vogliamo trovare il tempo corrispondente a y(t) = 0 (il proiettile tocca il suolo), per cui sostituendo i dati del problema otteniamo s t= −2h = −g r −245 m = 3.03 s −9.81 ms−2 (b) la distanza orizzontale percorsa durante questo tempo può essere ricavata semplicemente dalla legge del moto rettilineo uniforme: d = v0x t = 250 m · 3.03 s = 757.5 m (c) Ricordando che v0y = 0, poiché lungo l'asse y il moto è un moto rettilineo uniformemente accelerato, possiamo scrivere v(t) = at = −9.81 ms−2 · 3.03 s = −29.43 m il segno - deriva dal fatto che la componente verticale della velocità è diretta verso il basso. Esercizio 3.17 Una pallina rotola orizzontalmente cadendo fuori dal bordo di un tavolo alto 1.2 m sul pavimento, sul quale va a battere in un punto alla distanza orizzontale di 1.52 m dal bordo del tavolo. (a) Per quanto tempo e' 24 CAPITOLO 3. SPAZIO, TEMPO, MOVIMENTO Figura 3.5: Esercizio 3.17 rimasta in aria la pallina?(b) Quale era la sua velocita' all'istante in cui ha lasciato il tavolo? Soluzione: h = 1.2 m, g = |~g | = 9.81 ms−2 , incognita e v0y = 0 ms , inne, ~ a = (0, −g). Il sistema quello riportato in gura 3.5 conl'asse delle y rivolto Deniamo prima di tutto i dati del problema: ~v0 = (v0x , v0y ) con v0x di coordinate scelto è −1 verso l'alto. Come sappiamo un moto di questo tipo è composto da due moti indipendenti: - un moto lungo la direzione x: rettilineo e uniforme con velocità iniziale da determinare e posizione iniziale v0x x0 = 0 m; - un moto lungo la direzione y: uniformemente accelerato con accelerazione a = −g , v0y = ms−1 velocità iniziale e posizione iniziale y0 = h m; (a) Il tempo in cui la pallina rimane in aria è pari al tempo di caduta lungo la direzione y, scriviamo l'equazione oraria del moto tenendo conto che la velocità iniziale lungo l'asse y è nulla: 1 y(t) = y0 + at2 ⇒ t = 2 vogliamo trovare il tempo corrispondente a r 2(y(t) − y0 ) a y(t) = 0 (la pallina tocca il suolo), per cui sostituendo i dati del problema otteniamo s t= −2h = −g r −2 · 1.2 m = 0.495 s −9.81 ms−2 v0x osserviamo che la pallina percorre uno spa0.495 s, per cui, essendo il moto lungo la direzione (b) Per la determinazione di zio orizzontale di x 1.52 m in di tipo rettilineo uniforme, è facile calcolare la velocità iniziale lungo la com- x come v0x = s/t = 1.52 m/0.495 s = 3.07 ms−1 . scrivere ~ v0 = (3.07, 0.0) ms−1 . ponente per cui possiamo 25 Esercizio 3.18 Un aviogetto che viaggia a 1890Km/h esce da una 6Km. Qual'e' la muovendosi lungo un arco di circonferenza di raggio picchiata sua acce- lerazione espressa in unita' di g? Soluzione: Convertiamo prima di tutto i dati nelle corrispondenti unità di misura del Sistema Internazionale, 3 6·10 m. v = 1890km/h = 1890/3.6 = 525 ms−1 , R = 6Km = Utilizzando la formula dell'accelerazione in un moto circolare uniforme possiamo pertanto scrivere: a= Esercizio 3.19 v2 = 45.9375 ms−2 ∼ 4.7g R Un attrezzo per addestrare astronauti e piloti di aviogetti e' progettato per far ruotare gli allievi su una circonferenza orizzontale di raggio 12 m. Se l'accelerazione risentita dall'allievo e' pari a 7.85 g, a che velocita' sta ruotando? Esprimere il risultato sia in m/s che in giri/s. Soluzione: Anche in questo caso utilizziamo la relazione che lega l'accelerazione e la velocità tangenziale in un moto circolare unifome: a= √ √ v2 ⇒ v = aR = 7.85 · 9.81 ms−2 · 12 m = 30.4 ms−1 R Per rispondere alla seconda parte del problema dobbiamo determinare la frequenza del moto ricordando che plicemente l'inverso del periodo 1 giro/1 sec = 1 Hz e che la frequenza è semν = 1/T , a questo punto possiamo utilizzare la relazione che lega velocità tangenziale e periodo nel moto circolare uniforme: 2πR v 30.4 ms−1 = 2πRν = v ⇒ ν = = = 0.403 Hz T 2πR 2π12 m 26 CAPITOLO 3. SPAZIO, TEMPO, MOVIMENTO Capitolo 4 Dinamica Esercizio 4.1 velocità Un fucile da caccia ha massa vp = 500Km/h. 5Kg e spara un proiettile con Se il cacciatore ha massa le/cacciatore si trova ad avere velocità vs = 0.1m/s 75Kg e il sistema fuci- al momento dello sparo, determinare la massa del proiettile. Soluzione: mf = 5 kg , mc = 75 kg , vp = 500 km/h = 500/3.6 = 138.88ms−1 , vs = 0.1ms−1 . Prima dello sparo tutte le velocità erano I dati del problema sono i seguenti: nulle e pertanto lo era anche la quantità di moto totale del sistema cacciatorefucile + proiettile: p~tot = mp~vp,0 + ms~vs,0 = 0 kg ms−1 Poiché nello sparo intervengono solo forze interne al sistema, la quantità di moto totale si deve conservare, per cui la quantità di moto del proiettile dopo lo sparo dovrà avere uguale intensità e direzione ma verso opposto a quella del sistema cacciatore + fucile. In formule |mp~vp,t | = |(mf + mc )|~vs,t | ⇒ mp = (mc + mf ) da cui mp = 80 kg · Esercizio 4.2 vs,t vp,t 0.1 ms−1 = 0.058 kg 138.88 ms−1 Un pattinatore inesperto si trova al centro di una pista circo- lare di pattinaggio sul ghiaccio di raggio R = 25 m e non è in grado di muoversi pattinando. Supponiamo che abbia a disposizione un mazzo di chiavi di massa m = 200 gr. Ipotizzando che la sa massa sia pari a M = 70 kg , con che velocità il pattinatore dovrebbe lanciare il mazzo di chiavi in modo da giungere a bordo 27 28 pista in CAPITOLO 4. 2 min DINAMICA ? (L'attrito pattini/ghiaccio è supposto trascurabile). Soluzione: Calcoliamo prima di tutto la velocità necessaria a raggiungere il bordo pista in 120 s, ipotizzando un moto rettilineo uniforme otteniamo immediatamente: v = 25 m/120 s = 0.2083 ms−1 . A questo punto possiamo applicare il principio di conservazione della quantità di moto, tenendo presente che la quantità di moto iniziale è nulla. Quindi indicando con vc la velocità incognita delle chiavi, possiamo scrivere: mvc = M vp ⇒ vc = 70 M vp = · 0.2083 = 72.905 ms−1 m .2 vc = 72.905 · 3.6 = 262.458 km/h Probabilmente il pattinatore ricorrerà ad un altro metodo! Esercizio 4.3 Quale è la variazione dell'accelerazione di gravità andando dal livello del mare a 1000 Km di altezza ? Soluzione: Ricaviamo prima di tutto la formula che determina l'accelerazione di gravità al suolo utilizzando il secondo principio della dinamica e la legge della gravitazione universale. Per ogni corpo di massa m vale Fg = ma = mg ma Fg = G essendo MT la massa della terra ed mMT R02 R0 il suo raggio (ipotizziamo la terra di forma perfettamente sferica). Otteniamo quindi mg = G Ricordiamo che MT mMT ⇒g=G 2 R02 R0 R0 = 6.371 · 106 m, MT = 5.972 · 1024 kg , costante di gravitazione universale risulta pari a G = 6.67 · 10−11 Sostituendo tutti questi valori troviamo per g = 6.67 · 10−11 N m2 Kg 2 g il valore N m2 5.972 · 1024 kg Kg 2 (6.371 · 106 )2 m inoltre il valore della 29 da cui g= 6.67 · 5.972 kg ms−2 m2 kg N m2 kg = 9.81 = 9.81 ms−2 · 10 40.589 kg 2 m2 m2 kg 2 Quindi, considerando g come funzione dell'altezza rispetto al suolo, possiamo scrivere g(R0 + h) = G MT = Gh (R0 + h)2 da cui g(R0 + h) = Esercizio 4.4 pari a Terra MT R02 g 2 i = 2 1 + Rh0 1 + Rh0 9.81 ms−2 1+ 106 m 6.371·106 m −2 2 ∼ 8.48 ms L'accelerazione gravitazionale sulla supercie della Luna è circa gL = 1.7 ms−2 . Quanto è pari ad 1 Kg − P eso? peserebbe sulla Luna un oggetto il cui peso sulla Soluzione: Ricordiamo che 1 kgpeso è la forza con cui sulla Terra viene attratto un oggetto 1 kg che risulta pari a circa 9.8 N . Sulla Luna avremo di massa pari ad Fpeso = ma = 1 kg · 1.7 ms−2 = 1.7 N Se consideriamo il rapporto 9.8/1.7 ∼ 5.76 si vede che un oggetto sulla Luna pesa all'incirca 6 volte meno che sulla Terra. Esercizio 4.5 mente da Una slitta a reazione di massa 0 km/h Soluzione: a 1600 km/h in 1.8 s. 500kg può accelerare uniforme- Che forza è necessaria, in modulo? Calcoliamo prima di tutto l'accelerazione a= 1600/3.6 m ∆v = = 247 ms−2 ∆t 1.8 s a questo punto possiamo applicare il secondo principio della dinamica per ricavare direttamente la forza F = ma = 500 kg · 247 ms−2 = 123.456 · 103 N 30 CAPITOLO 4. Esercizio 4.6 Supponiamo che un veliero solare (un veicolo spaziale con vela spinta dalla luce solare) abbia una massa di ta di 20 N . DINAMICA 900 kg e riceva una spin- (a) Quale è il valore della sua accelerazione? Se parte da fermo, dopo un giorno (b) che distanza avrà coperto e (c) a che velocità starà andando? Soluzione: (a) La sua accelerazione è ricavabile direttamente dal secondo principio della dinamica F = ma ⇒ a = 20 N F = = 0.022 ms−2 m 900 kg (b)Supponendo che l'accelerazione sia costante, possiamo applicare la legge del moto uniformemente accelerato con s(t) = s0 = 0 e v0 = 0: 1 2 1 at = 0.022 ms−2 · 864002 s = 8.21 · 107 m = 8.21 · 104 km 2 2 (c) Sempre dalle equazioni del moto uniformemente accelerato ricaviamo v = at = 0.022 ms−2 · 86400 s = 1900.8 ms−1 ∼ 6843 km/h Esercizio 4.7 di 53 km/h. Un'auto va a sbattere contro il pilone di un ponte alla velocità Un passeggero avanza, nella fase di arresto, di 65 cm (rispetto alla strada), trattenuto e inne bloccato dall'intervento dell'air-bag. Che intensità ha la forza (supposta costante) che agisce sul torace del passeggero, di massa 41 kg ? Soluzione: Calcoliamo prima di tutto l'accelerazione dovuta all'urto vf = 0 ms −1 vi = 53/3.6 = 14.72ms−1 , . L'accelerazione agisce sul corpo del passeggero per tutta la durata dello spostamento d = 0.65 m. Ricordando la relazione che lega accelarazione, velocità e spazio percorso in un moto uniformemente accelerato: vf2 = vi2 + 2a(xf − xi ) = vi2 + 2ad possiamo scrivere a=− vi2 2d il segno - corrisponde al fatto che si tratta di una decelerazione. Inserendo i dati del nostro problema otteniamo: a=− (14.72)2 m2 s−2 = 166.7 ms−2 ∼ 17 g!!! 2 · 0.65 m Per ricavare la forza è suciente a questo punto ricordare il secondo principio della dinamica F = ma = 41 kg · 166.7 ms−2 = 6834.7 N 31 Esercizio 4.8 Un'auto del peso di nata in modo da arrestarsi in 15 m. 1.30 · 104 N , che viaggia a 40 km/h, è fre- Ammettendo una forza frenante costante, trovare (a) l'intensità di questa forza e (b) il tempo impiegato a frenare no all'arresto. Se la velocità iniziale fosse doppia e la forza frenante costante fosse la stessa, quali diventerebbero (c) la distanza di arresto e (d) la durata della frenata? Soluzione: (a)Ricaviamo prima di tutto l'accelerazione partendo dalla relazione vf2 = vi2 + 2a(xf − xi ) considerando che vf = 0 m, vi = 11.11 ms−1 a=− e xf − xi = 15 m: 11.112 ms−1 vi2 =− = −4.11 ms−2 2(xf − xi ) 30 m La massa dell'auto può essere ottenuta ricordando che Fpeso = mg ⇒ m = F 1.3 · 104 N = = 1325.18 kg g 9.81 ms−2 A questo punto possiamo ricavare facilmente l'intensità della forza utilizzando il secondo principio della dinamica (poiché siamo interessati all'intensità soltanto trascuriamo il segno): F = ma = 1325.18 kg · 4.11 ms−2 = 5.446 · 103 N (b) Nota l'accelerazione possiamo ricavare il tempo di arresto a= ∆v 11.11 ms−1 ∆v ⇒ ∆t = = ∼ 2.7 s ∆t a 4.11 ms−2 (c) A parità di forza frenante l'accelerazione è la stessa di prima per cui ∆t0 = 2∆v = 2t a (d) analogamente d0 = (2vi )2 4(vi )2 = = 4d 2a 2a 32 CAPITOLO 4. Esercizio 4.9 DINAMICA Quando un nucleo cattura un neutrone vagante, deve portar- lo ad arrestarsi entro una distanza non superiore al diametro del nucleo stesso, esercitando su di esso la forza forte (che tiene insieme il nucleo ed è praticamente nulla al suo esterno). Supponiamo che un neutrone vagante, con velocità iniziale 1.4 · 107 m/s, sia catturato da un nucleo con diametro d = 1.0 · 10−14 m. Trovare l'intensità della forza (supposta costante) che agisce sul neutrone, che ha massa pari a 1.67 · 10−27 Kg . Soluzione: Si tratta di un moto uniformemente accelerato per cui vale vf2 = v02 + 2ad ⇒ a = − Sostituendo i dati del problema a= v02 2d v0 = 1.4 · 107 ms−1 , d = 10−14 m otteniamo (1.4)2 · 1014 m2 s−2 ∼ 0.98 · 1028 ms−2 2 · 10−14 m Dal secondo principio della dinamica possiamo quindi calcolare la forza F = ma = 1.67 · 10−27 kg · 0.98 · 1028 ms−2 = 16.4 N Esercizio 4.10 Un corpo pesa vità è Quali saranno (a) il suo peso e (b) la sua massa in un altro 9.8 ms−2 . 22 N luogo dove l'accelerazione di gravità è in un luogo dove l'accelerazione di gra- 4.9 ms−2 ? Quali saranno (c) il suo peso e (d) la sua massa in un punto dello spazio dove l'accelerazione di gravità è zero? Soluzione: Ricaviamo la massa del corpo Fpeso = mg ⇒ m = Fpeso 22 N = = 2.24 kg g 9.81 ms−2 (a) Il peso è la forza dovuta all'attrazione di gravità, quindi 0 Fpeso = ma = 2.24 kg · 4.9 ms−2 = 11 N (b) La massa essendo una proprietà intrinseca del corpo rimane invariata. (c) In assenza di gravità il peso è nullo 00 Fpeso = ma = 2.24 kg · 0 ms−2 = 0 N mentre (d) la massa continua a rimanere invariata. 33 Figura 4.1: Esercizio 4.11 Esercizio 4.11 80 kg si lancia col paracadute e subisce 2.5 ms−2 . La massa del paracadute è di 5 kg . Una persona di massa un'accelerazione verso il basso di Quale forza verso l'alto esercita l'aria sul paracadute? Soluzione: Al solito scegliamo un sistema di riferimento con l'asse to, in questo caso sia a che g hanno segno negativo. y orientato verso l'al- Il sistema paracadu- te+paracadutista scende verso il basso con accelerazione a. Questa è legata a tutte le forze che agiscono su tale sistema dalla relazione: (m + M )~a = F~tot = F~a + F~p,m + F~p,M = F~a + m~g + M~g essendo F~a m = 5kg la massa M = 80 kg la massa del paracadutista, g l'usuale accelerazione inne, ~ a = 2.5 ms−2 l'accelerazione del sistema. Il moto è di tipo la forza, incognita, dovuta alla resistenza dell'aria, del paracadute, di gravità e, unidimensionale lungo la verticale. Possiamo semplicare la notazione elimi- nando il segno di vettore ma prestando attenzione al segno delle accelerazionoi. Con i dati del problema otteniamo quindi: (m+M )a = Fa +(m+M )g ⇒ Fa = (m+M )(a−g) = 85kg ·7.3ms−2 = 620.5N Esercizio 4.12 di 88.5 km/h in Una motocicletta di peso 6 s. 2KN accelera da ferma alla velocità Calcolare i moduli (a) dell'accelerazione supposta costante 34 CAPITOLO 4. DINAMICA e (b) della forza che imprime tale accelerazione. Soluzione: Si tratta di un moto uniformemente accelerato per cui possiamo scrivere: a= La massa della moto , v(t) − v(0) 24.58 ms−1 = = 4.1 ms−2 t 6s m, m= è pari a: Fpeso 2000N = 203.87 kg = g 9.81 ms−2 Dal secondo principio troviamo immediatamente F = ma = 203.87 kg · 4.1 ms−2 = 835.88 N Esercizio 4.13 Un corpo di massa M = 3 kg viene schiacciato su una superµs = 0.6, mediante una forza di cie orizzontale, in cui è presente attrito con 5N che forma un angolo avere θ θ rispetto alla normale. (a) Ricavare il valore che deve anché il corpo si metta in moto nel caso di assenza di gravità. (b) Come cambia il risultato nel caso in cui sia presente la gravità? Soluzione: (a) Consideriamo dapprima il caso in assenza di gravitá. La situazione delle forze é quella rappresentata nella gura 4.2, chiaramente abbiamo Fk = F sin θ F⊥ = F cos θ La forza premente è F⊥ , ossia la componente di F~ perpendicolare alla super- Fk , tenderà a spingere il corpo Fk ≥ µs F⊥ = Fattrito statico : cie. La componente parallela, spostamento avviene solo se verso destra. Lo F sin θ ≥ µs F cos θ ⇒ tan θ ≥ µs ⇒ θ = tan−1 µs θ ≥ tan−1 (0.6) ∼ 30.86°. Si noti ~ , né da m. non dipende né da F con i dati del problema di gravità, il risultato (b) In presenza di gravità abbiamo Fk = F sin θ F⊥0 = F cos θ + mg Il movimento avviene se Fk ≥ µs F⊥ = µs (mg + F cos θ) che nel caso di assenza 35 Figura 4.2: Esercizio 4.13 Consideriamo la condizione minima ossia l'uguaglianza F sin θ = µs mg + µs F cos θ poniamo sin θ = √ 1 − cos2 θ e dividiamo ambo i membri p µs mg 1 − cos2 θ = + µs cos θ F da cui (1 − cos2 θ) = per F ottenendo µ mg 2 µ mg s s + µ2s cos2 θ + 2 µs cos θ F F cos θ: h µ mg 2 µ mg i s s µs cos θ + cos2 θ(1 + µ2s ) + 2 −1 =0 F F Riordinando i termini otteniamo un'equazione di secondo grado in Si noti che in presenza di gravità, il risultato del nostro problema dipende sia da F~ che da m. Poniamo per semplicità a = (1 + µ2s ) = 1.36 µ mg s µs = 4.238 b=2 F h µ mg 2 i s c= − 1 = 11.472 F Ricordando che un'equazione di secondo grado ha soluzioni reali solo se si verica la condizione b2 − 4ac ≥ 0, possiamo vericare che nel nostro caso non b2 − 4ac = −44.44. minore di µs F⊥ . esistono soluzioni in quanto con i dati del nostro problema Quindi il blocco non si muove mai essendo Esercizio 4.14 Fk sempre Qual è il minimo raggio di una curva, non inclinata verso l'in- terno, che un ciclista può abbordare alla velocità di attrito statico tra i battistrada e l'asfalto è 0.32? 29 km/h se il coeciente di 36 CAPITOLO 4. DINAMICA Soluzione: La condizione da richiedere è che la forza di attrito statico sia maggiore o uguale alla forza centripeta, in formule: µs mg ≥ mac = m v2 v2 ⇒R≥ R gµs Sostituendo i dati del problema R≥ Esercizio 4.15 (29/3.6)2 m2 s−2 = 20.7 m 0.32 · 9.81 ms−2 M = 1 kg è legato alla estremità di una K = 250 N/m. L'altro estremo della molla viene Una corpo di massa molla di costante elastica mantenuto sso. Ipotizzando che il sistema corpo-molla venga poggiato su di un piano con coeciente di attrito statico, µs , pari a 0.45, determinare il mas- simo allungamento che si può dare alla molla senza che il corpo si metta in moto. Soluzione: d = L − L0 Indichiamo con a riposo. l'allungamento della molla rispetto alla condizione Dalla legge di Hooke possiamo quindi ricavare la forza elastica che agisce sul corpo: FM = −kd L'equilibrio si ha quindi se |Fm | ≤ |Fattrito statico | ⇒ kd ≤ M gµs ⇒ d ≤ M gµs k Con i dati del problema d≤ Esercizio 4.16 1 kg · 9.8 ms−2 · 0.45 = 0.0176 m = 1.76 cm 250 N/m Un corpo di massa M = 5 kg poggia su di un piano senza at- trito ed è legato alla estremità di una molla di costante elastica e lunghezza a riposo L = 10 cm. K = 1670 N/m L'altro estremo della molla è attaccato ad un perno ssato sul piano. Quale è la lunghezza della molla nel caso in cui il corpo si muova di moto circolare uniforme con v = 1 ms−1 ? Soluzione: Per muoversi di moto circolare uniforme a velocità ~v , il corpo deve essere sog- getto ad un'accelerazione centripeta (perpendicolare a traiettoria) pari a v 2 /L, essendo L ~v in ogni punto della la lunghezza della molla che, in questo caso, 37 Figura 4.3: Esercizio 4.16 coincide con il raggio della traiettoria. La corrispondente forza centripeta è data dalla forza di richiamo della molla, le forze sono dirette in direzione radiale. In formule: m v2 = |K(L − L0 )| L da cui mv 2 = KL2 − KLL0 ⇒ KL2 − KL0 L − mv 2 = 0 Abbiamo un'equazione di secondo grado in L, verichiamo prima di tutto che sia risolubile nel campo reale calcolando il Delta: ∆ = (KL0 )2 + 4Kmv 2 = 61289 ≥ 0 quindi √ KL0 ± ∆ L= 2K Delle due soluzioni, solo quella con il segno + è accettabile L1 = 0.124 m, l'altra L = 12.4 cm. darebbe un valore negativo, per cui la soluzione del problema è: 38 CAPITOLO 4. DINAMICA Capitolo 5 Energia Esercizio 5.1 Una cassa viene trascinata mediante una corda su un pavimen- to senza attrito per una distanza corda viene tirata sia pari a θ = 45 100N d = 1m. Si supponga che la forza con cui la e che la direzione della corda formi un angolo °rispetto all'orizzontale. (a) Quanto vale il lavoro eettuato dalla forza sulla cassa? (b) Per quale valore di θ tale lavoro è massimo? Soluzione: Il lavoro svolto è il prodotto scalare fra il vettore forza e il vettore spostamento, quindi √ L = F~ · d~ = F d cos θ = 100 · 1 · 2 J = 70.7J 2 Il valore massimo del prodotto scalare si ottiene quando il coseno dell'angolo vale 1 ovvero quando l'angolo θ F~ e d~ risultano 100 · 1 · 1 = 100J . è nullo. In questo caso e concordi e il loro prodotto risulta pari a Figura 5.1: Esercizio 5.1 39 paralleli 40 CAPITOLO 5. Esercizio 5.2 di 25m/s. Una palla da baseball di 145gr ENERGIA viene lanciata con una velocità (a) Quale è la sua energia cinetica? (b) Che lavoro totale viene com- piuto sulla palla per farle raggiungere tale velocità, se è partita da ferma? Soluzione: (a) Applicando la denizione di energia cinetica si ha immediatamente T = 1 1 mv 2 = 0.145 · 252 = 45.3J 2 2 (b) se la velocità iniziale è nulla, dal teorema sull'energia cinetica otteniamo L = Tf − Ti = Tf = 45.3J Esercizio 5.3 1000Kg da Quanto lavoro è necessario per accelerare un'auto di massa 20m/s a 30m/s ? Soluzione: E' suciente calcolare la dierenza di energia cinetica,otteniamo così L = Tf − Ti = 1 1 m(vf2 − vi2 ) = · 1000 · 500J 2 2 = 5 · 10−1 · 103 · 5 · 102 = 2.5 · 105 J Esercizio 5.4 Un'auto che viaggia a marsi in un tratto di 20m. 60km/h è in grado, frenando, di fer- Se l'auto stesse viaggiando ad una velocità doppia (120Km/h), quale sarebbe la sua distanza di arresto? Si assuma che la massima forza frenante sia indipendente dalla velocità. Soluzione: Determiniamo la forza frenante calcolando il lavoro svolto per fermare la macchina nel primo caso. Durante la frenata i freni eettuano un lavoronegativo sull'auto (che in sostanza è soggetta ad una forza parallela al suo spostamento ma di verso opposto). Pertanto il lavoro svolto per fermare la macchina può essere scritto come L = −F d d'altro canto per il teorema dell'energia cinetica questo lavoro deve essere uguale alla variazione di energia cinetica che, in questo caso essendo la velocità nale nulla, coincide con l'energia cinetica iniziale. Quindi possiamo scrivere 1 mvi2 L = Tf − Ti ⇒ −F d = − mvi2 ⇒ d = 2 2F 41 Se ipotizziamo che la forza frenante sia indipendente dalla velocità, sfruttando il secondo dato del problema possiamo scrivere d0 = m(2vi )2 2mvi2 = = 4 · d = 80 m 2F F Si noti che al raddoppiare della velocità la distanza di arresto diventa 4 volte maggiore. Guidate con prudenza! Esercizio 5.5 Un corpo si trova a 10m dalla supercie terrestre. Quale deve essere il valore della sua massa per cui la sua energia potenziale in questa posizione, rispetto a quella relativa al suolo, sia pari a 4.9J ? Soluzione: Ricordando l'espressione dell'energia potenziale gravitazionale viamo subito m= U = mgh, tro- U 4.9J = = 0.05Kg gh 9.81 ms−2 10 m Esercizio 5.6 Supponiamo che un atleta, avente una massa di 70Kg , eettui 10Km lungo un percorso in salita che lo porti dal livello del mare sino a 1000m di altezza. Quale è l'aumento del suo consumo energetico (in calorie) rispetto ad un percorso in piano di 10Km? Si trascurino gli eventuali una marcia di eetti legati al cambiamento del metabolismo umano con l'altezza. Soluzione: Per andare dal livello del mare ad una quota di 1000 m occorre svolgere lavoro contro il campo gravitazionale quindi possiamo scrivere L = ∆U = mgh = 70 · 103 · 9.81J = 6.867 · 105 J considerando che 1cal = 4.186J il lavoro espressoin calorie risulta pari a L = 6.867/4.186 · 105 cal = 1.64 · 105 cal Questo è il consumo energetico addizionale che occorre per eettuare un per- corso che porti ad una quota di 1000 m Esercizio 5.7 anziché essere fatto in piano. Una pietra viene fatta cadere da un'altezza di suolo. Determinare la sua velocità quando arriva ad un'altezza di 3m rispetto al 1m dal terreno. Soluzione: Ricorrendo al principio di conservazione dell'energia possiamo scrivere p 1 mv 2 = ∆U = mg∆h ⇒ v = 2g∆h 2 42 CAPITOLO 5. ENERGIA da cui v= Esercizio 5.8 forte di 315Kg p 2 · 9.81 ms−2 · (3 m − 1 m) = 6.26 ms−1 Quanto impiega un motore da 1750W 16m sino alla nestra del sesto piano, a per sollevare un pianodi altezza dal suolo? Soluzione: L'argano azionato dal motore eettua un lavoro (per contrastare la forza di gravità) pari a mgh pertanto L = mgh; P = mgh L ⇒t= t P da cui inserendo i dati del problema t= Esercizio 5.9 cità costante di 315 kg · 9.81 ms−2 · 16 m = 28.2 s 1750 Js−1 Se un'auto sviluppa 18hp di potenza mentre viaggia a una velo88Km/h, quale deve essere la forza media esercitata dall'attrito e dalla resistenza dell'aria sull'auto? Soluzione: Per prima cosa convertiamo i nostri dati nelle unità del Sistema Internazionale: v = 88km/h = 88/3.6 ms−1 = 24.4 ms−1 P = 18 hp = 18 · 735 W = 1.323 · 104 W Fatto questo, osserviamo che se l'auto si muove a velocità costante la sua accelerazione è nulla e quindi, dal secondo principio della dinamica, possiamo dedurre che la forza complessiva agente su di essa deve essere anch'essa nulla. Indicando con F~a la forza di attrito e con F~m la forza sviluppata dal motore dell'auto, abbiamo quindi F~tot = F~a + F~m = 0 La forza di attrito (dovuta a vari eetti, es. resistenza dell'aria, del suolo, etc...) è bilanciata dalla forza sviluppata dal motore dell'auto. L'energia rilasciata dal motore , con potenza P, è quindi uguale al lavoro svolto dalla forza di attrito (in media) nell'unità di tempo. Possiamo scrivere quindi (assumendo Lm = P · t = 1.323 · 104 W s = 1.323 · 104 J t = 1 s) 43 D'altra parte in un secondo l'auto percorre una distanza pari a per cui le forze di attrito fanno un lavoro pari a La = −Fa · d, d = vt = 24.4 m ma La = −Lm , perché l'auto procede a velocità costante, per cui possiamo possiamo scrivere L = Fa · d ⇒ Fa = Esercizio 5.10 Lm 1.323 · 104 J = = 541 N d 24.4 m Una palla di massa con velocità iniziale di 4m/s 0.5Kg viene gettata verticalmente in aria e raggiunge la massima altezza di 0.8m. Quale è la variazione di energia meccanica del sistema palla-Terra, durante l'ascesa, da attribuirsi alla forza di resistenza aerodinamica? Soluzione: Ipotizziamo prima di tutto l'assenza di attrito e calcoliamo qual'è in questo caso l'altezza massima h0 che dovrebbe raggiungere la palla. Applicando il principio di conservazione dell'energia, possiamo scrivere 1 1 1 U (0) + mv02 = U (h0 ) + mvf2 ⇒ mv02 = mgh0 2 2 2 da cui h0 = v02 ∼ 0.8163 m 2g Come si vede questa è maggiore dell'altezza eettivamente raggiunta e la dierenza di energia corrispondente è da attribuirsi alle forze di attrito: ∆E = mg(h0 − h) = 0.5 kg · 9.81 ms−2 · 0.0163 m ∼ 80 mJ Esercizio 5.11 Si tiene sotto osservazione la temperatura di un cubo di pla- s = 3m strisciando sul pavimento F = 15N . dal rilevamento si cresciuta di 20J . Di quanto è cresciuta stica mentre viene spinto per un distanza sotto l'azione di una forza orizzontale di intensità calcola che l'energia termica del cubo è l'energia termica del pavimento? Soluzione: Ipotizziamo che la cassa sia ferma sia prima che dopo lo spostamento in modo che l'energia cinetica iniziale e nale siano entrambre nulle. Il sistema cubo + pavimento è soggetto a forze di attrito che dissipano il lavoro della forza applicata sotto forma di energia termica (energia interna) del cubo e del pavimento. Applicando il principio di conservazione dell'energia possiamo scrivere: L = ∆ET h,p + ∆ET h,c ⇒ ∆ET h,p = L − ∆ET h,c = F~ · ~s − ∆ET h,c 44 CAPITOLO 5. ENERGIA da cui ∆ET h,p = L − ∆ET h,c = 15 N · 3 m − 20 J = 25 J Esercizio 5.12 Un nuotatore avanza in acqua alla velocità media di 0.22m/s. Che potenza dissipa sapendo che la resistenza dell'acqua presenta una forza di 110N ? Soluzione: Supponiamo che la velocità resti costante, in questo caso la forza che il nuotatore sviluppa serve solo ad equilibrare le forze di attrito contrarie al moto. La potenza dissipata dal nuotatore è quindi il lavoro fatto per contrastare tale forza nell'unità di tempo. Indicando con (1 s) d la distanza percorsa nell'unità di tempo possiamo scrivere: L = FN · d = FN chiaramente −1 d = 0.22 ms · 1 s = 0.22 m, da cui L = 110 N · 0.22 m = 24.2 J Poiché questo è il lavoro svolto nell'unità di tempo, la potenza sarà semplicemente P = L/1 s = 24.2 Js−1 = 24.2 W Esercizio 5.13 Un vagoncino delle montagne russe di massa 1000 kg si muove dal punto 1 in gura al punto 2 e quindi al punto 3. (a) Qual'è l'energia potenziale gravitazionale nei punti 2 e 3 relativamente al punto 1? Cioè si consideri y = 0 nel punto 1. (b) Qual'è la variazione di energia potenziale quando il vagoncino si sposta da 2 a 3? (c) ripetere le parti (a) e (b) considerando però il punto 3 come riferimento (y = 0) . Soluzione: Ci stiamo occupando dell'energia potenziale del sistema vagoncino-Terra. Consideriamo il verso dal basso all'alto come verso y positivo ed usiamo la denizione Ug . (a) Misuriamo le altezza di energia potenziale gravitazionale per calcolare dal punto 1, il che signica che consideriamo l'energia potenziale iniziale uguale a zero. Nel punto 2, in cui y2 = 10 m, si ha: U2 = mgy2 = 1000 kg · 9.8 ms−2 · 10 m = 9.8 · 104 J Nel punto 3, y3 = −15 m, poiché 3 è più basso di 1. Perciò U3 = mgy3 = 1000 kg · 9.8 ms−2 · −15 m = −1.5 · 105 J 45 Figura 5.2: Esercizio 5.13 (b) Muovendosi da 2 a 3, la variazione di energia potenziale (Ug f inale −Ug iniziale ) è: U3 − U2 = (−1.5 · 105 J) − (9.8 · 104 J) = −2.5 · 105 J L'energia potenziale gravitazionale diminuisce di y1 = +15 m 2.5 · 105 J . (c) In questo caso nel punto 1, quindi l'energia potenziale iniziale (in 1) è uguale a U1 = 1000 kg · 9.8 ms−2 · 15 m = 1.5 · 105 J In 2, y2 = +25 m e quindi l'energia potenziale gravitazionale è: U2 = 2.5 · 105 J In y3 = 0 l'energia potenziale è zero. La variazione di energia potenziale, andando dal punto 2 al punto 3 è quindi pari a 0 J − 2.5 · 105 J = 2.5 · 105 J che è la stessa ottenuta nella parte (b). Esercizio 5.14 40 m Assumendo che l'altezza del dislivello in gura 5.3 sia pari a e che il vagoncino delle montagne russe parta da fermo dalla sommità a sinistra, calcolate (a) la velocità del vagoncino in fondo all'avvallamento e (b) a quale altezza avrà metà di tale velocità. Considerate y = 0m nel punto più basso dell'avvallamento. Soluzione: Scegliamo che il punto 1 sia dove il vagoncino parte da fermo (v1 2 dove y2 = 0. Usiamo la conservazione dell'energia meccanica: 1 1 1 mv 2 + mgy1 = mv22 + mgy2 ⇒ mgy1 = mv22 2 1 2 2 y1 = 40 m, troviamo √ p v2 = 2gy1 = 2 · 9.81 ms−2 · 40 m = 28 ms−1 Le masse si semplicano e, ponendo = 0) e il punto 46 CAPITOLO 5. ENERGIA Figura 5.3: Esercizio 5.14 v2 = v1 = 0 e (b) Usiamo di nuovo la conservazione dell'energia meccanica, ma ora 14 ms−1 e y2 è incognita. risolviamo rispetto ad y2 Eliminiamo le masse, poniamo sempre ottenendo y2 = y1 − Quindi il vagoncino quando si trova più basso, ha una velocità di 14 ms−1 v22 = 30 m 2g 30 m verticalmente al di sopra del punto sia quando sta scendendo lungo la discesa di sinistra, sia quando sta salendo lungo la salita di destra. Capitolo 6 Meccanica dei Fluidi Esercizio 6.1 Un contenitore chiuso sotto vuoto (Patm un cilindro di raggio di base pari a = 0) ha la forma di 1 m e altezza 15 m e contiene 15 Kl di acqua. (a) Quale é la pressione esercitata dall'acqua sulla base del cilindro? (b) Come cambia il risultato se il contenitore è aperto superioremente (Patm = 1.01 bar)? Soluzione: (a) La pressione alla base è dovuta alla forza peso dell'acqua contenuta nel cilindro: p= Mg ρV g F = = = ρgh S S S La determinazione dell'altezza del cilindro, incognita, può essere ricavata a partire dal volume, h = V /S = (15 · 103 lt)/(π m2 ) =∼ 4.78 m. Quindi: p = ρgh = 103 kg/m3 · 4.78 m · 9.8 ms−2 ∼ 4.7 · 104 P a (b) In questo caso dobbiamo aggiungere la pressione atmosferica, per cui la nostra equazione diventa: p = ρgh + patm = (0.47 + 1.01) · 105 P a = 1.48 · 105 P a Esercizio 6.2 Determinare come varia la pressione nel mare in funzione della profonditá. Si consideri per l'acqua del mare ρ = 1.024 · 103 Kg/m3 . Soluzione: Dalla legge di Stevino: p(y) = p(0) + ρgy ovvero la dierenza di pressione fra il livello del mare e la profonditá alla pressione idrostatica di una colonna d'acqua di altezza p(0) = patm = 1.01 · 105 P a. Alla profonditá y y. y è pari A livello del mare generica avremo p(y) = p(0) + ρgy ∼ 1.01 · 10 P a + 1.024 · 103 kg/m3 · 9.81 ms−2 · y m 5 47 48 CAPITOLO 6. MECCANICA DEI FLUIDI p(y) ∼ (1.01 + 0.1 · y) · 105 P a dove y é misurato in metri. Si ha quindi un aumento di pressione di circa 0.1atm per ogni metro. Esercizio 6.3 1 kg e volume 500 cm3 viene completamente 3 (ρ = 10 Kg/m ). Quale sará il suo peso apparente in Un corpo di massa immerso in acqua pura 3 acqua? Soluzione: Dal principio di Archimede,indicando con ma la massa dell'acqua spostata, si ha: Fpeso apparente = mg − Fa = mg − ma g d'altro canto ma = ρ · V = 500 cm3 · 103 kg/m3 = 0.5 kg per cui Fpeso apparente = mg − Fa = mg − ma g = (1 kg − 0.5 kg) · 9.81 ms−2 = 4.9 N Questo corpo presenta in acqua un peso apparente che è la metà di quello originale. Esercizio 6.4 Un rubinetto é aperto in modo che la portata d'acqua rilascia- Q = 10 l/min. All'uscita del rubinetto la sezione del lo d'acqua sia A0 = 1.5 cm2 . Determinare la sezione del lo d'acqua ad una altezza posta 20 cm piuú in basso rispetto a questo punto. ta sia Soluzione: Determiniamo prima di tutto la velocità dell'acqua in corrispondenza dell'uscita del rubinetto. Per denizione di portata, possiamo scrivere Q = A0 v 0 ⇒ v 0 = Q 1 = 1.67 · 10−4 m3 /s · ∼ 1.11 ms−1 A0 1.5 cm2 Per il teorema di continuità, possiamo scrivere: Q = v 0 A0 = v h Ah ⇒ Ah = con vh v 0 A0 vh al momento incognita. Per determinare questa quantità osserviamo che il generico volumetto d'acqua cade di moto uniformemente accelerato con si ha quindi: vh2 = v02 + 2gh ⇒ vh = q v02 + 2gh = 2.27 ms−1 a = g, 49 da cui: Ah = Esercizio 6.5 Q 1.67 · 10−4 m3 s−1 = 0.74 · 10−4 m2 = 0.74 cm2 = vh 2.27 ms−1 Supponiamo che, a causa del colesterolo, il diametro di un trat- to di un'arteria si riduca da 0.8 a 0.78 cm. Quale deve essere la variazione della dierenza di pressione alle estremitá di questo tratto anché la portata del usso sanguigno rimanga invariata? Soluzione: Utilizziamo la legge di Poiseuille, indicando con Qi e Qf rispettivamente la portata iniziale e nale dell'arteria, possiamo scrivere Qi = πRi4 ∆Pi ; 8ηL Qf = πRf4 ∆Pf 8ηL anché le due portate siano uguali dobbiamo avere πRf4 ∆Pf πRi4 ∆Pi R4 = ⇒ ∆Pf = 4i ∆Pi 8ηL 8ηL Rf da cui ∆Pf = 0.8 cm ∆Pi ∼ 1.11 ∆Pi 0.78 cm Quindi occorre un aumento di pressione di circa l'11 per cento. Esercizio 6.6 Calcolare il lavoro svolto su di diametro interno 1.4 m3 di acqua spinta in un tubo 13mm da una dierenza di pressione tra le estremitá di 1bar. Soluzione: Sul volume di acqua agisce una forza netta pari a Ftot = F1 − F2 = P1 S − P2 S = S∆P Lo spostamento subito dal generico volumetto d'acqua appartenenete a tale volume complessivo, nell'andare dalla posizione iniziale a quella nale (che delimitano il volume d'acqua nella condotta) è pari a volume d'acqua spostato ed Ltot = Ftot · ∆x = S∆P S ∆x = V /S , essendo la sezione del tubo; quindi V = V ∆P = 1.0 · 105 P a · 1.4 m3 ∼ 1.4 · 105 J S V il 50 CAPITOLO 6. Esercizio 6.7 MECCANICA DEI FLUIDI Calcolare il calo di pressione per cm lungo l'aorta, sapendo che il suo raggio é circa 1.2cm, il sangue vi circola con velocitá pari a circa 40cm/s e 4·10−2 poise. Si trascurino gli eetti di attrito. che la viscositá del sangue é circa Soluzione: Utilizziamo l'equazione di Poiseuille esplicitando la dierenza di pressione Q= 8ηLQ πR4 ∆P ⇒ ∆P = 8ηL πR4 D'altra parte dalla denizione di portata abbiamo Q = vS = πvR2 Quindi ∆P = 8ηLπvR2 8ηLv 8 · 4 · 10−3 P a s · 0.01 m · 0.4 ms−1 = = ∼ 0.89 P a πR4 R2 (1.2)2 · 10−4 m2 Esercizio 6.8 Considerando un gradiente di pressione costante, di quale fat- tore deve decrescere il raggio di un capillare per ridurre la portata del usso sanguigno del 75 per cento ? Soluzione: Utilizziamo ancora una volta l'equazione di Poiseuille Q= πR4 ∆P 8ηL La domanda che ora ci poniamo è come determinare R0 in modo che Q0 = 0.25·Q. πR04 ∆P πR4 ∆P = 0.25 ⇒ R04 = 0.25 R4 ⇒ R0 ∼ 0.71 R 8ηL 8ηL Calcolando la variazione percentuale si ha R − R0 1 − 0.71 = ∼ 0.29 R 1 Quindi una variazione del raggio del 29 per cento produce una riduzione della portata del 75 per cento! Esercizio 6.9 La gura 6.1 mostra come il usso d'acqua che esce da un ru- binetto si restringa mentre cade. L'area di sezione sezione A è di 0.35 cm2 . A0 è di 1.2 cm2 mentre la I due livelli sono separati da una distanza verticale 51 Figura 6.1: Esercizio 6.9 h = 45 mm. Qual'è il usso d'acqua che esce dal rubinetto? Soluzione: La portata deve essere la stessa attraverso entrambe le sezioni. Quindi dall'equazione di continuità possiamo scrivere A0 v0 = Av dove v0 e v sono le velocità dell'acqua ai corrispondenti livelli. Inoltre poiché l'acqua cade liberamente sotto l'eetto dell'accelerazione di gravità g possiamo utilizzare le equazioni del moto uniformemente accelerato per scrivere v 2 = v02 + 2gh Eliminando s v0 = v fra le precedenti equazioni e risolvendo rispetto a 2ghA2 = A20 − A2 s v0 otteniamo 2 · 9.8 ms−2 · 0.045 m · (0.35 cm2 )2 = 0.286ms−1 = 28.6cm/s (1.2 cm2 )2 − (0.35 cm2 )2 La portata è quindi pari a Q = A0 v0 = (1.2 cm2 )(28.6 cm/s) = 34 cm3 /s 52 CAPITOLO 6. Esercizio 6.10 Qual'è il volume sollevare un peso di 180 kg V MECCANICA DEI FLUIDI di elio necessario per un pallone che deve (incluso il peso del pallone vuoto). Soluzione: La spinta di Archimede sul pallone di elio, FA . che è uguale al peso di aria spostata, deve essere almeno uguale al peso dell'elio più il peso del pallone e del carico. La densità dell'elio è pari a 0.179 kg/m3 . La spinta di archimede deve avere un valore minimo pari a FA = (mHe + 180 kg) · g Quest'equazione può essere scritta in termini di densità utilizzando il principio di Archimede ρaria V g = (ρHe V + 180 kg) · g Risolvendo in funzione di V = V troviamo: 180 kg 180 kg = 160 m3 = ρaria − ρHe 1.29 kg/m3 − 0.179 kg/m3 Si noti che questo è il minimo volume necessario vicino alla supercie terrestre dove ρaria = 1.29 kg/m3 . Per raggiungere altitudini maggiori, è necessario un volume più grande, poiché la densità dell'aria diminuisce con l'altitudine. Capitolo 7 Termologia Esercizio 7.1 è lunga L'asta di una bandiera, fatta di alluminio (α 33 m. Di quanto 15 ◦ C? = 2.3·10−5 ◦ C−1 ), aumenta la sua lunghezza se si incrementa la sua tem- peratura di Soluzione: ∆L = L − L0 = L0 (1 + α∆T ) − L0 = L0 α∆T da cui ∆L = 33 m · 2.3 · 10−5 · 15 = 1.14 · 10−2 m = 1.14 cm Esercizio 7.2 ◦ 20 C Un cubo di ottone (α ha il lato di lunghezza 30 cm. totale quando viene riscaldato no a = 1.9 · 10−5 ◦ C−1 ) alla temperatura di Quale è l'incremento della sua supercie 75 ◦ C? Soluzione: Calcoliamo il coeciente di dilatazione volumica: β = 3α = 5.7 · 10−5 C −1 . Quindi possiamo scrivere: Vf = Vi (1 + β∆T ) = L30 (1 + β∆T ) = L3 Per quanto riguarda la supercie abbiamo Si = 6L20 , Sf = 6L2 da cui L = L0 (1 + β∆T )1/3 ⇒ Sf = 6L20 (1 + β∆T )2/3 sostituendo i dati del problema Sf = 6(30 cm2 )(1 + 5.7 · 10−5 · 55)2/3 ∆S = Sf − Si = 6(30 cm2 )[(1 + 3.135 · 10−3 )2/3 − 1] ∼ 11.28 cm2 53 54 CAPITOLO 7. TERMOLOGIA Si noti che in questo caso non è possibile applicare la formula della dilatazione lineare al singolo lato Esercizio 7.3 L. Un dietologo invita i propri pazienti a bere acqua ghiacciata perché, secondo la sua teoria, si consumano grassi in modo rilevante per innalzare la temperatura dell'acqua da 0 a 37 ◦ C. Quanti litri di acqua ghiacciata occorre ingerire per consumare 500 g di grassi, assumendo che la combustione del grasso fornisca 7 Kcal a grammo? Perché è sconsigliabile questa dieta? Soluzione: Calcoliamo la quantità di calore corrispondente alla combustione di tutti i grassi: Q = (500 g)(7 kcal/g) = 3500 kcal Tale quantità di calore dovrebbe riscaldare una quantità incognita di acqua dalla temperatura di 0 ◦C a circa 37 ◦ C. Dalla relazione Q = mx C∆T dove ∆T = 37 ◦ C e C = 1 kcal/kg ◦ C cui mx = (calore specico dell'acqua) troviamo: da 3500 kcal Q = ∼ 94.6 kg ◦C C∆T 1 kgkcal ◦ C · 37 Quindi si dovrebbero bere quasi 100 litri di acqua! Decisamente poco pratico. Esercizio 7.4 a 20 ◦ C Quanta energia deve sottrarre un frigorifero da per trasformarla in ghiaccio a 1.5 kg di acqua −12 ◦ C? Soluzione: Lg = −79.7kcal/kg il calore latente di solidicazione dell'acqua, kcal ◦ kg ◦ C il calore specico dell'acqua e, inne, con Cg = 2090 J/kg C il calore specico del ghiaccio. Il processo avviene in tre fasi distinte: ◦ (1) l'acqua allo stato liquido passa dalla temperatura di 20 C alla temperatura ◦ di 0 C. In questo processo il calore trasferito dall'acqua al frigorifero è pari a: Indichiamo con C H2 O = 1 Q1 = m · CH2 O · ∆T = 1.5 kg · 1 kcal · (−20) ◦ C = −30 kcal kg ◦ C (2). Formazione del ghiaccio. Il processo avviene a temperatura costante (T = 0 ◦ C): Q2 = mLg = −1.5 kg · 79.7 kcal/ kg = −119.55 kcal 0 ◦ C a −12 ◦ C. Convertiamo innanzitutto il kcal calore specico del ghiaccio in kg ◦ C , ricordando che 1J = 0.0002388458966275kcal, otteniamo (3). Rareddamento del ghiaccio da Cg = 2090 J/kg ◦ C = 2090 · 0.0002388458966275 kcal kcal ∼ 0.5 kg ◦ C kg ◦ C 55 da cui Q3 = mCg ∆T = 1.5 kg · 0.5 kcal · (−12) ◦ C = −9 kcal kg ◦ C Per cui in totale otteniamo: Qtot = Q1 + Q2 + Q3 = (−30 − 119.55 − 9) kcal = −158.55 kcal poiché 1 cal ∼ 4.187 J , possiamo scrivere Qtot ∼ −158.55 · 4.187 ∼ −663.7 kJ . Questa è la quantità di calore totale che il frigorifero deve assorbire dall'iniziale quantità di acqua per completare il processo. Esercizio 7.5 Quale quantità di burro (6 Cal/g = 6 Kcal/g) fornirebbe l'e- nergia occorrente ad un uomo di 73 kg per compensare l'energia potenziale necessaria a salire sulla cima del Monte Everest, alto mare? (Si assuma g costante e pari a 8840 m, dal livello del 9.8 ms−2 ). Soluzione: La variazione di energia potenziale gravitazionale è facilmente calcolabile dalla relazione quota h Ep = mgh, questa equivale all'energia necessaria per arrivare alla contrastando la forza peso, per cui: Ep = 73 kg · 8.840 · 103 m · 9.8 ms−2 ∼ 6.32 · 106 J 1 cal ∼ 4.186 J , questa energia equivale a 106 cal ∼ 1.51 · 106 cal. Possiamo quindi ricavare la massa Ricordando che circa 6.32/4.186 · di burro richiesta dalla relazione: mx = E 1.51 · 106 cal = ∼ 2.52 · 102 g 6 kcal/g 6 · 103 cal/g circa due etti e mezzo di burro! Esercizio 7.6 Si scaldano 100 g di acqua in un bicchiere mediante una resi- stenza elettrica a immersione. La resistenza converte energia elettrica in energia termica con potenza di 200 W. Trascurando le perdite, calcolare il tempo necessario per elevare la temperatura dell'acqua da 23 ◦ C a 100 ◦ C. Soluzione: La quantità di calore da fornire all'acqua per eettuare questo aumento di temperatura è pari a: Q = mC∆T = 0.1 kg · 1 La resistenza ha una potenza necessario per cedere il calore t= kcal · 77 ◦ C = 7.7 kcal = 32.2 kJ kg ◦ C P = Q/t = 200 W = 200 J/s, Q è pari a: Q 32.2 kJ 32.2 · 103 J = = ∼ 161 s P 200 W 200 J/s quindi il tempo 56 CAPITOLO 7. TERMOLOGIA circa 2.7 minuti. Esercizio 7.7 Durante l'attività sica, una persona può perdere 180 Kcal in 30 min per evaporazione dell'acqua dalla pelle. Quanta acqua viene persa? Soluzione: Ricordiamo che il calore latente di vaporizzazione è pari a LV = 2450 kJ/kg = 2450 kcal/kg ∼ 585.3 kcal/kg 4.186 Nell'evaporazione l'acqua deve assorbire (a temperatura costante) calore in base alla relazione Q = LV m ⇒ m = Esercizio 7.8 5 2.80 · 10 J 180 kcal Q ∼ 0.31 kg = LV 585.3 kcal/ kg Se a una boccia di ossigeno liquido a −183 ◦ C vengono forniti di energia, quanto ossigeno evapora? Soluzione: Q = 2.8 · 105 J = per l'ossigeno liquido a LO = 51 kcal/ kg . −183 ◦ C il calore latente di evaporazione è pari a : Pertanto la massa di ossigeno che evapora è pari a: Q = LO m ⇒ m = Esercizio 7.9 2.8 · 105 cal ∼ 6.69 · 104 cal 4.186 Q 6.69 · 104 cal = ∼ 1.31 kg LO 51 · 103 cal/ kg Se ci trovassimo nello spazio siderale lontano dal Sole e in as- senza di vestiti o protezioni sentiremmo il freddo dell'Universo (Tb ∼ 3K ), verso il quale irraggeremmo energia assorbendone indietro pochissima. (a) Con che potenza netta perderemmo energia? 30 s? Si ipotizzi (b) Quanta energia perderemmo in Scorpo = 2 m2 , e = 0.9, Tcorpo = 35 ◦ C. Soluzione: (a) Esprimiamo prima di tutto la temperatura del corpo in gradi Kelvin, dalla relazione T ( K) = T ( ◦ C) + 273.16 ricaviamo immediatamente la potenza Tcorpo = 308.16K . Dalla legge di Stefan-Boltzmann, totale irraggiata é data dalla relazione: 4 Pt = eσA(Tb4 − Tcorpo ) 57 essendo σ = 5.67 · 10−8 W m−2 K −4 . Sostituendo i dati del problema ricaviamo Pt = 0.9 · 5.67 · 10−8 W m−2 K −4 · 2 m2 (81 − 90.2 · 108 ) K 4 da cui Pt ∼ −920 W 30 s il segno é negativo perché si tratta di energia ceduta. (b) In perderemmo un'energia pari a: Q = Pt · 30 s = −920 W · 30 s = −2.76 · 104 J A causa della dipendenza dalla quarta potenza della temperatura, il contributo dell'assorbimento dal vuoto è assolutamente trascurabile. Esercizio 7.10 emittanza Una sfera di raggio e = 0.85 R = 0.5 m, T = 27 ◦ C ed Ta = 77 ◦ C. (a) temperatura è collocata in un ambiente a temperatura Quale è la potenza radiante emessa dalla sfera? (b) Quale è quella assorbita? (c) Quanto vale la potenza netta scambiata? Soluzione: Calcoliamo la supercie della sfera T = 300.16 K e Ta = 350.15 K . P = σSeT 4 troviamo: R = 0.5 m ⇒ S = 4πR2 ∼ 3.14 m2 , inoltre Utilizzando la legge di Stefan-Boltzmann (a) Potenza emessa: Pe = 5.67 · 10−8 W m−2 K −4 · 0.85 · 3.15 m2 · 300.164 K ∼ 1.23 kW (b) Potenza assorbita: Pa = 5.67 · 10−8 W m−2 K −4 · 0.85 · 3.15 m2 · 350.164 K ∼ 2.27 kW (c) Potenza totale: Ptot = Pa − Pe = (2.27 − 1.23) kW = 1.04 kW Esercizio 7.11 Determinare il volume di una mole di un gas qualsiasi in con- dizioni standard (T = 0 ◦ C, P = 1 atm = 1.013 · 105 P a), assumendo che si comporti come un gas perfetto. Soluzione: Consideriamo l'equazione di stato per i gas perfetti: pV = nRT ⇒ V = nRT , p R = 8.31 JK −1 mol−1 58 Se CAPITOLO 7. n=1 TERMOLOGIA il volume corrispondente é quindi pari a: V = 1 mol · 8.31 JK −1 mol−1 · 273.16 K 2.27 · 103 N m = 5 1.013 · 10 P a 1.013 · 105 N m−2 da cui: V = 2.24 · 10−2 m3 = 22.4 lt, Esercizio 7.12 (1 lt = 10−3 m3 ) Stimare quante molecole vengono inspirate con un litro di aria, corrispondente ad un respiro. Si approssimi l'aria ad un gas perfetto con T = 20 ◦ C e P = 1 atm. Soluzione: Utilizziamo l'equazione di stato dei gas perfetti con V = 1 lt = 10−3 m3 , T = 5 293.16 K , p = 1.013 · 10 P a: pV = nRT ⇒ n = pV 1.013 · 105 P a · 10−3 m3 = ∼ 0.0416 mol RT 8.31 JK −1 mol−1 · 293.16 K 1 mole contiene un numero di molecole pari al numero di Avogadro 6.022 · 1023 molecole/mole, NA = quindi Nx = NA · n = 6.022 · 1023 molecole/mole · 0.0416 mol ∼ 2.5 · 1022 molecole Esercizio 7.13 profondo 40 m, 20cm3 si trova sul fondo di un lago 4 C. La bolla sale in supercie, dove Una bolla d'aria di volume dove la temperatura è di la temperatura è di 20 ◦ C. ◦ Supponendo che la temperatura della bolla sia la stessa dell'acqua circostante trovare il suo volume appena prima che raggiunga la supercie. Soluzione: Calcoliamo prima di tutto la pressione esistente sul fondo del lago. Dalla legge di Stevino ricaviamo: p = 1 atm + ρgh ∼ 5 atm (in pratica si ha un incremento di circa acqua). 1 atm per ogni 10 m di profonditá di Ipotizziamo che l'aria nella bolla sia in condizioni di gas ideale, vale quindi la relazione pV = nRT , sul fondo del lago abbiamo: p0 V0 = nRT0 ⇒ n = p0 V0 RT0 Sulla supercie si ha: pf Vf = nRTf = p0 V0 p0 Tf RTf ⇒ Vf = V0 RT0 pf T0 59 da cui Vf = 5 · 20 cm3 Esercizio 7.14 293 K ∼ 105.8 cm3 277 K Determinare il lavoro compiuto su 3 moli di un gas ideale per farlo passare da un volume di 3 m3 ad un volume di 2 m3 alla temperatura ◦ 25 C. costante di Soluzione: Si tratta di una trasformazione isoterma per la quale possiamo scrivere, a livello dierenziale, dL = pdV . Integrando troviamo l'espressione generale del lavoro compiuto sul gas: Z Vf L= p(V )dV Vi Utilizzando l'equazione di stato dei gas perfetti possiamo ricavare la dipendenza funzionale della pressione dal volume per cui possiamo scrivere (ricordando che il processo avviene a temperatura costante): Z Vf Z Vi 1 dV V p(V )dV = −nRT L= Vf Vi Si noti che il cambio di segno è dovuto allo scambio dei limiti di integrazione. Ricordando che l'integrale di 1/x é ln x, possiamo inne scrivere: L = −nRT ln V |VV0f = −nRT ln V0 Vf e, sostituendo i dati del problema: L = −3 mol · 8.31 JK −1 mol−1 · 298 K ln 3 ∼ −3012.3 J 2 Il segno del lavoro è negativo in quanto si tratta di lavoro svolto sul gas (com- pressione). Esercizio 7.15 = 5/3) a Ti = 300 K occupa Pi = 200 kP a. Il gas si espande adiabaticamen3 te no a quando il suo volume diventa Vf = 1.2 m . Successivamente viene compresso isobaricamente no ad un volume pari a Vi . Inne la sua pressione un volume Un gas perfetto monoatomico (γ Vi = 0.5 m3 con viene aumentata isocoricamente no a riportare il gas nello stato iniziale. (a) Rappresentare il processo in un diagramma P −V. (b) Determinare di ogni trasformazione. (c) Trovare il lavoro compiuto nel ciclo. Soluzione: (a) Con riferimento alla gura 7.1b, abbiamo 3 trasformazioni: T alla ne 60 CAPITOLO 7. TERMOLOGIA Figura 7.1: A) Esercizio 7.14 B) Esercizio 7.15 (1) adiabatica : pV γ = cost (2) isobara : p = pf = cost (3) isocora : V = Vi = cost (b) Essendo il gas ideale, possiamo utilizzare l'equazione dei gas perfetti in ogni stato. pi Vi = nRT ⇒ n = (1) (A → B ). pi Vi RTi Consideriamo la prima trasformazione, essendo un'adiabatica vale: pi Viγ = pf Vfγ ⇒ pf = pi Viγ Vfγ utilizzando l'equazione di stato ricaviamo: (B) Tf = pf Vf pf Vf pf Vf = pi Vi = Ti nR pi Vi RT R i da cui: (B) Tf = pi Viγ Vf V γ−1 Ti = iγ−1 Ti γ Vf pi Vi Vf e, sostituendo i dati del problema: (B) Tf = 0.5 m3 35 −1 1.2 m3 · 300 K = 167.4 K 61 (2) (B → C ). Trasformazione isobara con pf = pi p = pf : 0.5 m3 53 Viγ ∼ 46.49 kP a γ = 200 kP a · Vf 1.2 m3 utilizzando l'equazione di stato dei gas perfetti possiamo trovare il valore della temperatura nel punto (c): (c) Tf = pf pf Vi pf Vi = pi Vi = Ti · nR pi RTi R e, sostituendo i dati del problema: (c) Tf (3) (C → A). = 46.49 kP a · 300 K = 69.74 K 200 kP a Trasformazione isocora. Alla ne di questa trasformazione il gas (c) Tf si trova nuovamente nello stato iniziale per cui = Ti = 300 K . (c) Il lavoro compiuto nel ciclo è pari all'area della regione circoscritta dalle tre trasformazioni: Z C pdV + pdV + |{z} 0 | A {z } | B {z } isocora Z Ltot = B adiabatica isobara ricordando che lungo l'adiabatica: pV γ = pA VAγ = pi Viγ = costante possiamo scrivere: Ltot = pi Viγ Z B A ma: Z B A dV = Vγ Z dV + pf Vγ B V A −γ Z C dV B B V 1−γ dV = 1 − γ A per cui: Ltot = ma pi Viγ = pf Vfγ pi Viγ (Vf1−γ − Vi1−γ ) 1−γ − pf (Vf − Vi ) lungo l'adiabatica, quindi: Ltot = pf Vfγ Vf1−γ − pi Viγ Vi1−γ 1−γ − pf (Vf − Vi ) = (B) = nR(Tf − Ti ) pf Vf − pi Vi − pf (Vf − Vi ) = − pf (Vf − Vi ) 1−γ 1−γ (B) Ltot pi Vi (Tf − Ti ) = − pf (Vf − Vi ) Ti 1−γ 62 CAPITOLO 7. TERMOLOGIA sostituendo i dati del problema troviamo inne: Ltot = 200 kP a · 0.5 m3 (167.4 − 300) K − 46.69 kP a · (1.2 − 0.5) m3 300 K 1 − 5/3 = 66.3 kJ − 32.54 kJ = 33.76 kJ Esercizio 7.16 di 18 cm. Un pallone di elio, approssimativamente sferico, ha un raggio A temperatura ambiente (20°C) ha una pressione interna di 1.05 atm. Trovare il numero di moli di elio nel pallone e la massa di elio necessaria per gonare il pallone a questi valori. Soluzione: Possiamo usare la legge dei gas perfetti per trovare conosciamo p e T e possiamo trovare Troviamo prima il volume V = V V n (numero di moli) poiché dal raggio cheé noto. del pallone: dalla formula della sfera: 4 3 4 πr = π(0.180 m)3 = 0.0244 m3 3 3 La pressione é data come 1.05 atm = 1.064 · 105 N/ m2 . La temperatura deve essere espressa in kelvin, quindi abbiamo: n= pV 1.064 · 105 N/ m2 · 0.0244 m3 = = 1.066 mol RT 8.31 JK −1 mol−1 · 293 K La massa dell'elio puó essere ottenuta a partire dalla massa molecolare 4.00 g/ mol mmol = tramite la formula: m = n · mmol = (1.066 mol)(4.00 g/ mol) = 4.26 g Esercizio 7.17 Uno pneumatico di automobile viene gonato ad una pressio- 200 kP a a 10°C. sale a 40°C. Qual'è 100 km, ne relativa di Dopo un tragitto di suo interno ora la pressione all'interno dello pneumatico? la temperatura al Soluzione: Non conosciamo né il numero di moli del gas, né il volume dello pneumatico ma possiamo assumere senza perdere troppo di generalità che siano costanti. Utilizziamo la formula dei gas perfetti. Poiché il volume rimane pressoché costante, abbiamo: P1 P2 = T1 T2 63 Questo é, incidentalmente, l'enunciato della legge di Gay-Lussac. Poiché la pressione data é la pressione relativa, dobbiamo sommare a questa la pressione atmosferica per avere la pressione assoluta: P1 = 200 kP a + 101 kP a = 301 kP a Convertiamo inoltre la temperatura in gradi kelvin e risolviamo rispetto a p2 = p1 T 2 T1 = (3.01 · 105 P a) 313 K 283 K p2 : = 333 kP a Sottraendo la pressione atmosferica troviamo che la pressione relativa dello pneumatico è pari a to. 232 kP a che rappresenta un incremento del 16 per cen- Questo esempio spiega perché i manuali delle automobili consigliano di controllare la pressione quando gli pneumatici sono freddi. Esercizio 7.18 Un atleta è seduto svestito in uno spogliatoio i cui muri scuri si trovano ad una temperatura di 15 ◦ C. Stimate la rapidità con cui il calore viene ceduto per irraggiamento assumendo una temperatura della pelle di ed e = 0.7. Prendete 1.5 m2 . 34 ◦ C come supercie del corpo non a contatto con la sedia il valore di Soluzione: Possiamo dare una stima approssimativa utilizzando l'equazione di Stefan-Boltzmann: P = ∆Q = eσA(T14 − T24 ) ∆t da cui: P = (0.7)(5.67 · 10−8 W/ m2 · K 4 )(1.5 m2 )[(307 K)4 − (288 K)4 ] = 120 W L'emissione di una persona a riposo è di poco superiore a quella di una lampadina da 100 W . 64 CAPITOLO 7. TERMOLOGIA Capitolo 8 Elettrostatica Esercizio 8.1 Quanto vale il modulo della forza di attrazione elettrostatica tra un nucleo di ferro (q = +26e) e il suo elettrone piú interno che orbita a circa 1.5 · 10−12 m? Soluzione: Indichiamo con F il modulo della forza, dalla legge di Coulomb troviamo im- mediatamente: F =k essendo e ∼ 1.6 · 10−19 C Qq 26e2 = k r2 r2 la carica elettrica elementare e k ∼ 9 · 109 N m2 C −2 la costante di Coulomb. Sostituendo i dati del problema ricaviamo quindi: F = 9 · 109 N m2 C −2 · 26 · (1.6)2 · 10−38 C 2 = 2.66 · 10−3 N (1.5)2 · 10−24 m2 Esercizio 8.2 Q3 = −4 µC , Tre particelle, aventi carica sono disposte su una retta. due ad una distanza di 0.3 m dalla 1 e di Q1 = −8 µC , Q2 = +3 µC e La carica 2 é posta tra le altre 0.2 m dalla 3. Calcolare il modulo della forza totale agente sulla particella 3 dovuta alle altre due. Soluzione: Per il principio di sovrapposizione delle forze possiamo scrivere: F~3 T OT = F~31 + F~32 Dato che la congurazione delle forze è lineare possiamo tralasciare il segno di vettore ponendo peró attenzione ai segni delle forze stesse. F31 e F32 sono date dalla legge di Coulomb F31 = k q1 q3 9 · 109 N m2 C −2 · (−8 · 10−6 )(−4 · 10−6 ) C 2 = ∼ 1.15 N 2 r31 (0.5)2 · m2 65 66 CAPITOLO 8. ELETTROSTATICA Figura 8.1: Esercizio 8.2 F32 = k q2 q3 9 · 109 N m2 C −2 · (3 · 10−6 )(−4 · 10−6 ) C 2 ∼ −2.7 N = 2 r32 (0.2)2 · m2 da cui F3 T OT = (1.15 − 2.7) N = −1.55 N La forza risultante è negativa indicando così che l'attrazione dovuta a la repulsione dovuta a Esercizio 8.3 q2 supera q1 . Due cariche elettriche da −25 µC e +50 µC distano 10 cm. (a) P posto Determinare l'intensitá e la direzione del campo elettrico nel punto tra le due cariche lungo la congiungente a distanza di 2 cm dalla carica negati- va. (b) Determinare l'accelerazione iniziale (modulo e direzione) di un elettrone (m = 9.11 · 10−31 kg ) posto a riposo nel punto P. Soluzione: (a) Dal principio di sovrapposizione delle forze si ha che il campo elettrico in P e é dato dalla Q2 . Essendo somma vettoriale Q1 < 0, dei due campi generati dalle cariche il suo campo elettrico é diretto (nel punto sinistra (si prenda come riferimento la gura 8.2). Essendo essa prodotto, sempre nel punto P, Q2 > 0 P) Q1 verso il campo da é diretto anch'esso verso sinistra. Questo perché il campo elettrico per convenzione viene assunto con verso entrante per le cariche negative e con verso uscente per quelle positive. Il campo elettrico totale ~ E in P sará quindi diretto lungo la congiungente le due cariche orientato verso sinistra (sempre con riferimento alla gura). somma dei moduli dei due campi Q1 e ~1 E ed ~2 E Il modulo sará dato dalla dovuti rispettivamente alle cariche Q2 : E = E1 + E2 = 1 |Q1 | 1 |Q2 | + 4π0 rp2 4π0 (r − rp )2 da cui: E = 8.98 · 109 N m2 25 · 10−6 C 50 · 10−6 C N + = 6.3 · 108 2 −4 2 −4 2 C 4 · 10 m 64 · 10 m C il campo é orientato verso sinistra. 67 Figura 8.2: Esercizio 8.3 (b) Utilizzando il secondo principio della dinamica ricaviamo facilmente: ~ ⇒ a = k~ak = Eq F~ = me~a = q E me da cui: a= −19 6.3 · 108 N C C 1.6 · 10 = 1.11 · 1020 ms−2 −31 9.11 · 10 kg poiché l'elettrone ha carica negativa, considerando la direzione del campo elettrico, l'accelerazione é diretta verso destra (si muove in senso opposto al campo elettrico). Esercizio 8.4 Calcolare l'intensitá del campo elettrico in un punto dello spazio in cui un protone (m = 1.67·10−27 kg ) é sottoposto ad una accelerazione di 106 g . Soluzione: Dal secondo principio della dinamica ricaviamo (essendo interessati solo all'intensitá tralasciamo per semplicitá i segni di vettore): F = ma = Eq ⇒ E = ma q Ricordando che il protone ha 1 unitá di carica elementare, otteniamo: E= Esercizio 8.5 1.67 · 10−27 kg · 9.8 · 106 ms−2 N = 0.1022 −19 1.6 · 10 C C Quattro cariche uguali di vertici di un quadrato di l = 10cm di lato. 510−10 C sono disposte ai quattro (a) Calcolare modulo e direzione della forza agente su ciascuna carica. (b) Calcolare il campo elettrico e il potenziale nel centro del quadrato. (c) Come cambia il risultato se sui vertici ci sono alternativamente cariche di segno opposto? Soluzione: (a) Consideriamo la forza agente sulla carica (1), quella sulle altre deriverá 68 CAPITOLO 8. da considerazioni di simmetria. Scriviamo le forze agenti sulla carica (1) in termini di componenti vettoriali indicando con i − esima F~ij la forza agente sulla particella j − esima: dovuta alla carica F~12 = (FA , 0), ELETTROSTATICA F~14 = (0, FA ), F~13 = (FB cos θ, FB sin θ) queste sono le forze che agiscono sulla carica (1) a causa dell'interazione con le cariche (2), (3) e (4), essendo FA = θ = 45°, 1 q2 , 4π0 l2 e: FB = 1 FA q2 √ = 4π0 (l 2)2 2 Per il principio di sovrapposizione: ricordando 1 1 F~T = F~12 + F~13 + F~14 = FA 1 + cos θ, 1 + sin θ 2 2 √ che sin 45°= cos 45°= 2/2, otteniamo: √ √ ! 2 2 ~ FT = FA 1 + ,1 + 4 4 da cui: FT = kF~T k = q 2 + F2 FT,x T,y v u √ !2 u 2 t = FA 2 1 + 4 La forza risulta diretta lungo la diagonale con modulo: FT = FA √ √ ! √ 1 q2 2 2 1+ = (1 + 2 2) 2 4 4π0 2l sostituendo i valori numerici: √ 2.5 · 10−20 C 2 (1 + 2 2) = 0.43 · 10−6 N FT = 8π · 8.854 · 10−12 C 2 m−2 N −1 · 10−2 m2 (b) Considerando che le cariche sono di uguale valore e segno, per simmetria il campo elettrico é nullo al centro del quadrato. Per il principio di sovrapposizione, essendo il potenziale dovuto alle singole cariche uguale nel centro, si ha: √ q 5 · 10−10 C · 2/ 2 1 √ Vc = 4Vq = 4 = = 2.5 · 102 V 4π0 l 2/2 π · 8.854 · 10−12 C 2 m−2 N −1 · 0.1 m (c) Nel caso di cariche di segno opposto alternate poste nei vertici, si ha: F~12 = (−FA , 0), F~14 = (0, −FA ), F~13 = (FB cos θ, FB sin θ) 69 Figura 8.3: Esercizio 8.5 con FA e FB = FA /2 indicati in precedenza. √ F~T = FA Poiché le componenti x ed y ! √ 2 2 − 1, −1 4 4 sono uguali, la forza totale é ancora diretta lungo la diagonale, FT = kF~T k = FA 1 √ − 2 2 ! = √ 1 q2 (1 − 2 2) 2 4π0 2l Il campo elettrico totale é sempre nullo perché ogni coppia di cariche posta su una diagonale esercita una forza nulla nel centro. Per quanto riguarda il potenziale abbiamo: Vc = 2 Esercizio 8.6 1 1 q q √ √ −2 =0V 4π0 l 2/2 4π0 l 2/2 L'atomo di idrogeno é costituito da un protone e un elettrone = 9.11 · 10−31 kg, mp = 1.67 · 10−27 kg ). Nello stato fondamentale l'elettrone −10 descrive un'orbita circolare di raggio 0.5 · 10 m attorno al protone. Calcolare (me l'energia totale del sistema. 70 CAPITOLO 8. Soluzione: Ponendoci in una visione puramente ELETTROSTATICA classica, trascurando la descrizione quan- tistica (che rimane l'unica corretta per interpretare correttamente il comportamento dei sistemi atomici), possiamo scrivere l'energia totale come somma dell'energia cinetica dell'elettrone e della sua energia potenziale dovuta al campo prodotto dal protone che supponiamo in quiete al centro del sistema di coordinate prescelto. Con queste assunzioni possiamo scrivere: ET = EK + EP = 1 1 qp qe 1 e2 1 me ve2 + = me ve2 − 2 4π0 R 2 4π0 R Per ricavare la velocitá dell'elettrone possiamo osservare che la forza centripeta che costringe l'elettrone su un'orbita circolare é la forza elettrostatica dovuta all'attrazione del protone posto al centro per cui possiamo scrivere: Fc = me da cui: ET = ve2 1 e2 1 e2 2 = ⇒ v = e R 4π0 R2 4π0 me R 1 1 e2 1 1 e2 1 e2 me − =− 2 4π0 me R 4π0 R 2 4π0 R sostituendo i valori numerici troviamo inne: N m2 2.56 · 10−38 C 2 1 · = −2.3 · 10−18 J ET = − 8.98 · 109 2 C2 0.5 · 10−10 m Esercizio 8.7 Un elettrone si sposta tra due punti A e B sotto l'azione di un campo elettrico. La velocitá dell'elettrone in A é nulla. potenziale tra A e B é di 10 V . La dierenza di Calcolare la velocitá dell'elettrone in B. Soluzione: Il lavoro compiuto sull'elettrone é pari a: parte da ferma in A, L = −∆VAB · q , poiché la particella questo lavoro si converte interamente in energia cinetica, per cui possiamo scrivere: Ek = 1 2e∆VAB me ve2 = e∆VAB ⇒ ve2 = 2 me da cui: ve = 2 · 1.6 · 10−19 C · 10 V 9.11 · 10−31 kg !1/2 = 1.88 · 106 ms−1 come confronto si consideri che la velocitá massima raggiungibile da un corpo materiale é la velocitá della luce pari a circa 3 · 108 ms−1 . 71 Esercizio 8.8 Un elettrone nel tubo catodico di un televisore viene accele- rato dalla sua posizione di riposo mediante una dierenza di potenziale +5000 V . Vab = (a) Quanto vale la variazione di energia potenziale elettrica dell'elet- trone? (b) Quanto vale la velocitá nale dell'elettrone? (me = 9.11 · 10−31 kg ). Soluzione: (a) La variazione di energia potenziale dell'elettrone é pari a ∆U = e∆V , per cui: ∆U = −1.6 · 10−19 C · 5000 V = −8 · 10−16 J (b) A questa diminuzione di energia potenziale, per il principio di conservazione dell'energia, deve corrispondere un analogo aumento di energia cinetica (la velocitá iniziale dell'elettrone é nulla): 1 ∆Ek = me v 2 = ∆U ⇒ v = 2 Esercizio 8.9 r 2 · ∆U = me s 2 · 8 · 10−16 J = 4.2 · 107 ms−1 9.11 · 10−31 kg Un elettrone si muove dal punto A al punto B per eetto di un campo elettrico. La sua energia cinetica aumenta di 7.45 · 10−16 J . Determinare la dierenza di potenziale tra i punti A e B e quale dei due é a potenziale maggiore. Soluzione: Per il principio di conservazione dell'energia abbiamo: ∆Ek + ∆U = 0 ⇒ ∆Ek = −∆U ma ∆U = e∆VBA per cui ∆VBA = −∆Ek /e, sostituendo i dati del problema troviamo così: ∆VBA = Essendo −7.45 · 10−16 J J = 4.66 · 103 = 4.66 · 103 V −19 1.6 · 10 C C ∆VBA = VB − VA > 0 ⇒ VB > VA . Esercizio 8.10 Calcolare la dierenza di potenziale necessaria per incremen- tare l'energia cinetica di un nucleo di elio (particella α, Q = 2e) di 65 keV . Soluzione: Ancora una volta utilizziamo il principio di conservazione dell'energia tramite il quale possiamo scrivere: −q(VB − VA ) = −q∆U = ∆Ek ⇒ ∆VBA = ∆Ek 2e 72 CAPITOLO 8. ELETTROSTATICA Figura 8.4: Esercizio 8.11 da cui: ∆VBA = Esercizio 8.11 −65 · 1.6 · 10−19 CkV = −32.5 kV 2 · 1.6 · 10−19 C Un lo molto lungo é carico con densitá lineare di carica Q/L uniforme. Determinare il campo elettrico in punti vicini al lo (esterni ad esso) e lontani dalle sue estremitá. Soluzione: Si consideri un piccolo cilindro di raggio R e lunghezza l con asse coincidente con il lo. Per simmetria, lontano dalle estremitá del lo, il campo elettrico sará radiale con un'intensitá costante ( ssato R) in tutte le direzioni. Il usso ΦE di tale campo elettrico sulla supercie totale del cilindro é quindi dato da: ΦE = 2πR · l · E(R) Il contributo delle basi del cilindro é nullo in quanto il vettore normale a tali superci é anche normale al campo elettrico (non vi é usso di campo elettrico attraverso le basi del cilindro). Dal teorema di Gauss: ΦE = ma QT = 1 QT 0 Q 1 Q l ⇒ 2πR · l · E(R) = l L 0 L da cui (notare che la lunghezza del cilindro l si semplica essendo presente in entrambi i membri dell'ultima equazione): E(R) = 1 Q 2π0 R L 73 Figura 8.5: Esercizio 8.12 Esercizio 8.12 duttore vale Dimostrare che il campo elettrico sulla supercie di un con- E = σ/0 . Soluzione: All'interno di un conduttore il campo elettrico é nullo e la supercie del conduttore stesso é una supercie equipotenziale. Consideriamo un piccolo volume cilindrico con base parallela alla supercie (vedi gura 8.5). Il usso totale é dato da: ~ ·A ~ = E⊥ A ΦE = E dal Teorema di Gauss 0 ΦE = QT , quindi: 0 E⊥ A = QT = σ · A ⇒ E = Esercizio 8.13 to 1m e distanti σ 0 Il campo elettrico tra due lastre metalliche quadrate, di la- 3 cm, vale 130 N/C . Calcolare la carica presente su ciascuna lastra, supponendo le cariche uguali ed opposte e trascurando gli eetti di bordo. Soluzione: Applichiamo il teorema di Gauss ad una singola lastra (vedi gura 8.6b), ad esempio quella con carica positiva, in questo caso il usso elettrico complessivo sará dato dal usso attraverso le due basi del cilindro per cui avremo E · A + E · A = 2EA, ΦE = quindi considerando che la carica presente sul cerchio individuato dall'intersezione del cilindro con la lastra é pari a scrivere: 0 ΦE = 0 2E+ A = σA ⇒ E+ = σ 20 σA, possiamo 74 CAPITOLO 8. ELETTROSTATICA Figura 8.6: Esercizio 8.13 Lo stesso risultato vale per il campo prodotto dalla lastra con cariche negative. Il campo elettrico fra le due lastre é la somma dei campi dovuti alle cariche poste sulle lastre stesse, per cui: E = E+ + E− = 2 · σ σ = 20 0 da cui: σ = 0 E = 8.854 · 10−12 C 2 m−2 N −1 · 130 N C = 1.15 · 10−9 2 C m quindi: Q = σA = 1.15 · 10−9 Esercizio 8.14 C · 1 m2 = 1.15 · 10−9 C m2 3 m ha carica −3.5 µC . 0.15m, (b) 2.9m, (c) 3.1m, (d) 6m Una sfera metallica piena di raggio Quanto vale il campo elettrico a distanza (a) dal centro? (e) Come cambierebbero le risposte se il conduttore fosse, invece di una sfera piena, un guscio sferico sottile? Soluzione: In una sfera metallica la carica si distribuisce solo sulla supercie esterna. di per ogni supercie chiusa che si trovi all'interno della sfera abbiamo Quin- QT = 0. Dal teorema di Gauss abbiamo quindi: 0 ΦE = QT = 0 ⇒ ΦE = 0 ⇒ E = 0 ∀r < R quindi (a) e (b) E = 0. Se consideriamo una supercie sferica di raggio otteniamo: 0 ΦE = QT ⇒ E = 1 QT 4π0 r02 r 0 > R, 75 N 2 N C e (d) E = 8.76 · 10 C . Dalla formula ricavata possiamo notare che questa é esattamente uguale alla formula ottenuta da cui ricaviamo (c) E = 3.28 · 103 per una singola carica posta al centro della sfera per cui (e) non vi é nessun cambiamento. 76 CAPITOLO 8. ELETTROSTATICA Capitolo 9 Magnetismo Esercizio 9.1 (a) Quanto vale, per metro di lunghezza, il modulo della forza che agisce su un lo percorso da una corrente di un campo magnetico di 0.9 T ? 8.4 A e che è perpendicolare ad (b) Quanto varrebbe se l'angolo tra lo e campo fosse di 45°? Soluzione: Ricordiamo l'espressione della forza agente su un lo percorso da corrente immerso in un campo magnetico I ~: B ~ ⇒ |F~ | = IlB sin θ F~ = I · ~l × B Se θ = 90°, abbiamo |F~ | = IlB = 8.4 A · 1 m · 0.9 T = 7.56 N θ = 45°, il precedente ~ | = 5.346 N . ottenendo |F Se Esercizio 9.2 risultato deve essere moltiplicato per sin θ = √ 2/2 La massima forza agente su un lo posto tra le due espansioni polari di un magnete vale 6.5 · 10−2 N . La corrente scorre orizzontalmente ver- so destra e il campo magnetico é verticale. All'instaurarsi della corrente il lo compie un balzo verso l'osservatore. (a) Di che tipo é l'espansione polare supe- d = 10cm e che 0.16T , stimare la corrente nel lo. (c) Calco- riore? (b) Supponendo che il diametro delle espansioni sia pari a il campo magnetico abbia intensitá lare la forza agente sul lo se questo viene inclinato di 10°rispetto all'orizzontale. Soluzione: (a) ricordando che ~ F~ = I · ~l × B utilizzando la regola della mano destra, ricaviamo che se la forza è diretta verso l'osservatore, cioé esce dal foglio in direzione positiva, allora il campo deve essere 77 78 CAPITOLO 9. MAGNETISMO Figura 9.1: Esercizio 9.2 diretto verso l'alto (vedi gura 9.1). Quindi l'espansione inferiore è di polaritá NORD mentre quella superiore è di polaritá SUD. Le linee di forza di un campo magnetico sono infatti uscenti da NORD ed entranti nei poli di tipo SUD. (b) Se supponiamo che il campo magnetico sia nullo fuori dalle espansioni polari, allora la lunghezza del lo che risente dell'azione del campo stesso è pari a d, il diametro delle espansioni polari, quindi avremo: |F~ | = IBd ⇒ I = (c) Se il lo viene inclinato di ad 80 F 6.5 · 10−2 N = = 4.062 A Bd 0.1 m · 0.16 T 10°rispetto all'orizzontale, formerá un angolo pari °con il campo magnetico per cui avremo: |F~ | = IBd sin(80) = 6.5 · 10−2 · sin(80) N = 6.4 · 10−2 N Esercizio 9.3 Un atomo di elio doppiamente ionizzato, di massa viene accelerato da una dierenza di potenziale di 2100V . 6.6·10−27 kg , (a) Calcolare il raggio di curvatura della sua traiettoria nel caso in cui successivamente si muove in un campo magnetico uniforme ortogonale alla sua velocitá e di intensitá 0.34 T . (b) Quanto vale il periodo di rivoluzione? Soluzione: +2e essendo e il valore assoluto della 1.6 · 10−19 C , la massa dell'atomo di elio é approssi6.6 · 10−27 kg . Ricaviamo prima di tutto la velocità nale L'elio doppiamente ionizzato ha carica carica dell'elettrone, pari a mativamente pari a dell'atomo di elio al termine dell'accelerazione. Applichiamo a tale scopo il teorema di conservazione dell'energia osservando che la variazione di energia cinetica deve essere uguale al lavoro svolto dalla dierenza di potenziale sulla carica, in altre parole 1 mv 2 = qV ⇒ v = 2 r 2qV m 79 A questo punto possiamo utilizzare l'espressione del raggio della traiettoria deducibile dalle leggi di moto di una carica in un campo magnetico uniforme: R= mv qB da cui, sostituendo l'espressione della velocitá sopra ricavata otteniamo: m R= qB r 2qV 1 = m B s 2mV q e, sostituendo i valori del problema: 1 R= 0.34 T r 2 · 6.6 · 10−27 kg · 2100 V 2 · 1.6 · 10−19 C cerchiamo di esprimere in termini delle grandezze fondamentali le unità di misura coinvolte nella formula sopra riportata. In termini dimensionali possiamo scrivere 1 [R] = T r kg V 1 = C N/ A m da cui [R] = r kg J 1 = C2 N/ A m r kg kg m2 s−2 C2 Cm kg m s−1 =m −2 kg ms s C quindi l'unitá di misura é corretta. Il valore é dato da 1 R= 0.34 r 2.772 · 10−2 m 3.2 (b) Il periodo si ricava dalle leggi del moto circolare uniforme: T = 2πR 2πR 2πm =q = v qB 2qV m e, sostituendo i dati del problema, T = Esercizio 9.4 2 · 3.14 · 6.6 · 10−27 kg = 3.81 · 10−7 s 2 · 1.6 · 10−19 C · 0.34 T Una pallottola da 3.4 g 160 ms−1 or5 · 10−5 T . Calcolare la 1 km, supponendo che la si muove alla velocitá di togonalmente al campo magnetico terrestre di intensitá deessione subita dalla pallottola dopo aver percorso sua carica valga 13.5 · 10−9 C . 80 CAPITOLO 9. MAGNETISMO Figura 9.2: Esercizio 9.4 Soluzione: Con riferimento alla gura 9.2, sia l = 1km la distanza percorsa dalla pallottola, h. Durante la deessione che intendiamo calcolare é la lunghezza del segmento il movimento la pallottola risentirá di una forza centripeta dovuta al campo magnetico, per cui ricordando l'espressione della forza centripeta e della forza di Lorentz, possiamo scrivere: Fc = R mv 2 mv = qvB ⇒ R = R qB é il raggio della traiettoria circolare percorsa dalla pallottola, sostituendo i dati del problema troviamo: R= 3.4 · 10−3 kg · 160 ms−1 = 8.06 · 1011 m 13.5 · 10−9 C · 5 · 10−5 T Ricaviamo poi l'angolo θx sotteso al centro dall'arco di traiettoria l, per questo ci serviremo di una semplice proporzione: 2πR : 2π = l : θx ⇒ θx = l 103 m = = 1.24 · 10−9 rad R 8.06 · 1011 m A questo punto, ricordando un po' di trigonometria, é elementare ricavare h = R − R cos θx ∼ 6.2 · 10−7 m h: 81 Figura 9.3: Esercizio 9.5 Esercizio 9.5 d vengono percorsi dalla x=0e l'altro nel punto di ascissa x = d, essendo paralleli all'asse z e nel piano xz . Determinare il campo B nei punti dell'asse x tra i due li in funzione dell'ascissa x. corrente I Due lunghi li paralleli posti a distanza nello stesso verso. Uno dei due li si trova nel punto ad ascissa Soluzione: Dalla legge di Biot-Savart, considerando il verso della corrente e quindi la conseguente orientazione del campo magnetico deducibile dalla regola della mano destra, possiamo scrivere immediatamente: B1 (x) = µ0 I ; 2πx B2 (x) = − µ0 I 2π(d − x) Applicando il principio di sovrapposizione µ0 I B(x) = B1 (x) + B2 (x) = 2π Esercizio 9.6 1 1 − x d−x Il campo magnetico nel centro di un solenoide lungo 1.25 cm vale 0.385 T . costituito da ns = 975 spire. e di diametro che é L = 30 cm Calcolare la corrente nel solenoide sapendo Soluzione: Per un solenoide ideale (innitamente lungo) vale: B = µ0 In essendo n il numero di spire per unitá di lunghezza, supponendo che l'ipotesi di solenoide ideale sia valida abbiamo B = µ0 I ns BL 0.385 T · 0.3 m ⇒I= = = 94.32 A L µ0 ns 4π · 10−7 T m A−1 · 975 82 CAPITOLO 9. Esercizio 9.7 diametro MAGNETISMO Il campo magnetico normale al piano di una spira circolare di d = 12 cm viene portato da Bi = +0.52 T a Bf = −0.45 T in 180 ms. Il segno indica che il campo punta verso l'osservatore e il segno + indica il verso opposto. (a) Calcolare la f.e.m. indotta. (b) Quale é il verso in cui uisce la corrente indotta? Soluzione: (a) calcoliamo prima di tutto la variazione di usso: ∆Φ = Φf − Φi = πR2 (Bf − Bi ) sostituendo i dati del problema: ∆Φ = (−0.45 − 0.52) T · 3.14 · (6 · 10−2 )2 m2 = = −0.97 · 3.14 · 36 · 10−4 T m2 = 1.096 · 10−2 T m2 Secondo le convenzioni usate la variazione di usso é diretta verso l'alto (esterna al foglio). Dalla legge di Faraday-Lenz troviamo per la forza elettromotrice: E =− 1.096 · 10−2 N C −1 s m−1 m2 ∆Φ = ∼ 6.1 · 10−2 V ∆t 180 · 10−3 s (b) La forza elettromotrice indotta si oppone alla variazione di usso per cui la corrente associata sará tale da generare un campo magnetico verso il foglio (verso l'interno) per cui I scorre in senso orario.