Origine ed evoluzione della ossigenoterapia iperbarica _LORENZO BONETTI_______________ Servizio di Medicina Iperbarica e Subacquea-Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi Ma La dimensione internazionale: grandi eventi a confronto L’impiego della ossigenoterapia iperbarica (OTI), ossia della respirazione a scopo terapeutico di ossigeno 100% a pressione superiore a quella ambientale, realizzabile in appositi ambienti pressurizzati (camere iperbariche), risale agli anni immediatamente precedenti la IIa Guerra Mondiale. Fino ad allora le patologie decompressive presentate da palombari e lavoratori dei cassoni venivano trattate con la ricompressione terapeutica in aria, dopo che il fisiologo Paul Bert aveva dimostrato che le manifestazioni della “malattia dei cassoni” erano dovute alla formazione di bolle nel sangue e nei tessuti, se il ritorno alla normale pressione ambiente era troppo rapido. Ma i disturbi, che spesso regredivano durante la ricompressione ( infatti il volume delle bolle si riduceva per effetto della pressione ) si ripresentavano, talvolta aggravati, quando il soggetto veniva riportato a pressione normale. Questo perché l’azoto assorbito durante la ricompressione si sommava a quello ancora presente in eccesso nell’organismo e diffondeva nelle bolle, più piccole ma non completamente scomparse, aumentandone nuovamente il volume. Nel 1939 Yarbrough e Behnke, ufficiali medici della U.S. Navy, utilizzano la respirazione di ossigeno in camera iperbarica per trattare le patologie decompressive degli operatori subacquei ed osservano che, rispetto all’ aria, i risultati sono nettamente migliori. La ricompressione in ossigeno effettuata secondo procedure ormai ben codificate è attualmente la terapia elettiva e primaria delle patologie decompressive e delle embolie gassose da cause diverse, incluse quelle iatrogene. Negli anni intorno al 1960 inizia lo studio degli effetti sull’organismo della ossigenoterapia iperbarica e dei possibili impieghi al di fuori delle patologie da “bolle”. Vengono trattati i primi casi di gangrena gassosa da clostridi ( anaerobi obbligati) e di avvelenamenti da monossido di carbonio. Il cardiochirurgo olandese Boerema dimostra che l’animale da esperimento in condizioni di ossigenazione iperbarica può sopravvivere in assenza pressoché totale di emoglobina grazie all’ossigeno disciolto fisicamente nel plasma. Nel periodo successivo si verifica una notevole diffusione delle camere iperbariche; nascono le prime società scientifiche, anche allo scopo di regolamentare le indicazioni che spesso non hanno un razionale scientifico. Nel 1977 viene pubblicato Hyperbaric Oxygen Therapy. il primo autorevole libro di testo. Vengono progressivamente indagati gli effetti biologici dell’ossigeno iperbarico, tra i quali la neoformazione di tessuto e neoangiogenesi nelle lesioni croniche dei tessuti molli, l’effetto antiedema, il potenziamento del “burst ossidativo” dei granulociti neutrofili in corso di infezione e, più recentemente la inibizione della adesività leucocitaria alle pareti endoteliali nella sindrome di ischemia- riperfusione. Tali effetti costituiscono la base scientifica delle attuali indicazioni accreditate, che risultano ampiamente condivise dalla comunità scientifica internazionale e che sono comunque soggette a revisioni periodiche. Attualmente in regione Toscana sono presenti 3 Centri Iperbarici pubblici: Firenze (Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi.), Grosseto ( USL 9 Ospedale della Misericordia) e Pisa ( Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana). I centri sono dotati di camera iperbarica multiposto, afferiscono ai relativi Dipartimenti di Emergenza, garantiscono i trattamenti di elezione e di urgenza 24 h. per tutto l’anno e dispongono di personale sanitario e tecnico specializzato, secondo le indicazioni del Piano Sanitario Regionale. Le patologie in cui la OTI è riconosciuta di provata efficacia ( Delibera Regione Toscana n° 926 dell’ 11.12.06) sono: Malattia da decompressione Embolia gassosa arteriosa (iatrogena o barotraumatica) Gangrena gassosa da clostridi ed Infezioni necrotizzanti dei tessuti molli da flora batterica mista (tessuto sottocutaneo, fascia, muscoli) Infezione dei tessuti molli in pazienti a rischio Gangrena umida delle estremità in diabetici e piaghe torpide in corso di diabete Intossicazione da monossido di carbonio Lesioni da schiacciamento e Fratture a rischio di non consolidamento e/o infezione Trapianti cutanei e lembi trapiantati a rischio Osteomielite refrattaria cronica Piaghe torpide da insufficienza venosa ed arteriosa Radionecrosi dei tessuti molli ed osteoradionecrosi Ipoacusia improvvisa Osteonecrosi asettica Sindrome di Meniere Interno della camera iperbarica multiposto presente in AOUC. Le dimensioni del portellone, lo spazio interno e la disponibilità di apparecchiature dedicate ( tra cui un ventilatore polmonare iperbarico) consentono il trattamento di pazienti critici anche in situazioni di emergenza. ( Cortesia LifeCure –Divisione Sistemi Iperbarici Integrati- Gruppo Sapio ) e le bombe )