Goldoni e la riforma del teatro
Lezioni d'Autore
Il contesto storico
La Repubblica di Venezia vive nel Settecento il
momento finale di un declino politico ed
economico che si conclude con il trattato di
Campoformio
→ La perdita definitiva dell’indipendenza.
Il contesto culturale
Vita culturale vivacissima e un ruolo di
primo piano nel panorama italiano ed europeo.
Venezia è considerata la capitale del
divertimento e dello spettacolo, ed è il
punto di riferimento dei tanti intellettuali ostili
all’affermarsi dell’assolutismo.
La vocazione teatrale veneziana: I dati
- Più di 20 teatri pubblici, di proprietà di
famiglie nobili che li appaltano a impresari
privati;
- Alcuni teatri sono destinati all’opera in
musica e frequentati soprattutto dalla nobiltà;
- I teatri San Samuele, San Luca e
Sant’Angelo mettono in scena commedie e
sono frequentati da borghesi e popolani;
- Le compagnie, terminata la stagione del
carnevale, iniziano una tournée nelle principali
città del centro-nord.
Il teatro è un mestiere
Il teatro a Venezia prima che fatto culturale,
è mestiere, attività economica che produce
ricchezza.
È vincolato alla legge della domanda (il
favore del pubblico) e dell’offerta (i generi
della tradizione italiana: tragedia, dramma
pastorale, melodramma, commedia dell’arte).
J. W. Goethe, Viaggio in Italia, 1816-29
“Per l’intero giorno […] ognuno non fa che
muoversi, trafficare, armeggiare […] e la sera
vanno a teatro e ascoltano la loro vita del
giorno, artificialmente ricostruita, riprodotta in
veste più seducente, arricchita d’invenzioni,
straniata dal vero per mezzo delle maschere,
simile al vero negli usi e nei costumi; e ne
godono infantilmente, gridano di rimando,
applaudono e schiamazzano. Dal giorno alla
notte, anzi da una mezzanotte all’altra, è
sempre lo stesso.“
La crisi della commedia dell’arte
I personaggi-maschere della commedia
dell’arte avevano all’origine una precisa
corrispondenza nella realtà, rappresentano le
forze che agivano in quella società:
il Magnifico, il denaro
il Dottore, la conoscenza
il Capitano, le armi
lo Zanni, la forza lavoro
Nel corso del Seicento, avevano perso il
contatto con la società
→le maschere apparivano artificiali e la
commedia si era ridotta al lazzo e alla
battuta volgare.
La riforma goldoniana
Goldoni afferma che i libri su cui studia sono
il “Teatro e il Mondo”.
Goldoni percepisce l’esigenza del pubblico
borghese di veder rappresentati temi,
personaggi, sentimenti più vicini alla
propria realtà e vita.
Goldoni
Le novità tecniche
La prima novità fu una parziale revisione del
canovaccio, attraverso l’introduzione dei
dialoghi scritti, ma lasciando alle maschere
lo spazio dell’improvvisazione, dei lazzi, delle
acrobazie.
Le maschere vennero riportate alla loro
funzione originaria di servi, padroni, soldati:
fu imposto loro un copione pur
conservando i costumi tradizionali.
Infine, vennero eliminate definitivamente
maschere e costumi.
Il servitore di due padroni
Scritta in forma di canovaccio nel 1745, fu poi
rimaneggiata, fino all’edizione del 1753.
La fortuna di questa commedia in età
contemporanea.
Nel 1947 Giorgio Strehler → Arlecchino
servitore di due padroni.
Marcello Moretti e Ferruccio Soleri.
Il servitore di due padroni
Gli aspetti letterari della riforma
Ricerca di verosimiglianza e di equilibrio
Superamento del gusto barocco per la
stravaganza e l’artificio.
Trame aderenti al vissuto del pubblico.
Personaggi più verosimili.
Monolinguismo: uso dell’italiano o di un solo
dialetto coerente con l’ambientazione della
vicenda.
FINE
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