Carlo Goldoni:
nella commistione tra mondo e scena,
la nascita del teatro moderno
Cronologia della vita e delle opere
1707
Nasce a Venezia il 25 febbraio da famiglia borghese;
1723-25 Studia diritto a Pavia presso il Collegio Ghislieri, ma ne viene
espulso per aver composto una satira contro le donne pavesi;
1727
Grave crisi depressiva, a seguito del fallimento del tentativo di
riprendere gli studi.
1731
Alla morte del padre, il desiderio di riprendere gli studi si fa più
vivo, tanto che riesce a coronarli con la laurea in giurisprudenza a
Padova. Tornato a Venezia, esercita la professione di avvocato.
1734
Anno in cui viene rappresentata la sua tragicommedia «Belisario»
al Teatro San Samuele di Venezia. Viene scritturato dal capocomico
Giuseppe Imer nella sua compagnia. Si rivelerà comunque un insuccesso.
1736-41
Sposa Nicoletta Connio.
A Venezia intensifica la sua attività di scrittore teatrale dirigendo il teatro
San Giovanni Crisostomo. Vi rappresenta varie commedie che avviano la
riforma teatrale (come il Momolo cortesan)
1741-43
Viene investito della carica di console di Genova.
1743
Scrive al sua prima commedia, La donna di garbo, poi
rappresentata quattro anni dopo.
1744-48
Lascia Venezia a causa di disavventure finanziarie. Dopo varie
peregrinazioni, riprende con successo l’attività forense a Pisa, pur senza
mai abbandonare la scrittura teatrale.
1748-53
Intensa produzione per il teatro Santangelo con attuazione
piena dei principi della riforma. Si dedica alla stesura di capolavori quali:
La Locandiera, La putta onorata, La famiglia dell’antiquario, Il bugiardo,
La bottega del caffè
1753 -62 Passa al Teatro San Luca, per il quale scrive altri
importanti capolavori, come Il campiello, I rusteghi.
Trionfa a Roma con La buona figliola, e si congeda dal pubblico
veneziano con altre opere per poi trasferirsi a Parigi.
1762-64
A Parigi deve confrontarsi con i vecchi moduli della
commedia dell’arte ancora imperanti.
1770-80
Si sposta tra Versailles e Parigi, dove ottiene successo
con una commedia in francese.
1787
Pubblica i Memoirés, cominciati quattro anni prima.
Inizia il processo di pubblicazione delle sue commedie
a cura dell’editore Xatti di Venezia, completata nel 1783.
1793
Muore il 6 febbraio in condizioni di semi povertà,
pochi giorni dopo la decapitazione di Luigi XVI.
Venezia prima dell’avvento della
riforma goldoniana
motore culturale
Involuzione
creativa
TEATRO
VENEZIANO
mercato
commedia secentesca:
- canovacci esili;
- atti di divismo degli attori;
- scarso rilievo dell’autore.
Venezia e il teatro prima di Goldoni
Nel Settecento Venezia vantava una fiorente tradizione teatrale, il vero
motore culturale, dimostrato dal fatto che contava sette teatri alla fine
del secolo.
Attorno al teatro si sviluppa un vero e proprio mercato, mantenuto in vita
dalla promozione di opere in grado di incontrare le opere del pubblico.
Pertanto generi come la commedia ed il melodramma trovavano
maggiore successo rispetto alla meno fortunata tragedia.
La commedia secentesca, contro cui si muoverà la riforma di Goldoni,
ruotava attorno a dei canovacci esili, che riportavano lo sviluppo generale
dell’intreccio. Così le battute di dialogo erano in totale potere degli attori,
da cui nascevano spesso atti di divismo e di banalizzazione delle
situazioni sceniche. In questo modo la figura dell’autore si eclissava
completamente dietro quella dell’attore e del suo successo personale.
Negli anni in cui operò Goldoni, la commedia dell’arte attraversava una
fase di involuzione. L’autore si mosse appunto contro questo
imprigrimento creativo e questa degenerazione delle rappresentazioni.
La riforma goldoniana
In Italia l’attenzione degli autori teatrali si è
focalizzata non sui testi, ma su altri aspetti del teatro,
come ad esempio l’allestimento scenografico e la
vocalità (il melodramma).
Grazie all’opera riformatrice di Carlo Goldoni, la
responsabilità dell’evento teatrale è finalmente
ricondotta nelle mani dell’autore, in grado di creare
uno spettacolo aderente alla realtà dell’esistenza e
alle aspettative di un pubblico nuovo.
I punti fondamentali della riforma
1. Sostituisce l’improvvisazione con un copione
scritto per intero;
2. Inserisce contenuti morali e educativi;
3. Realismo psicologico e sociale;
4. Rifiuto dei caratteri fissi e delle situazioni
stereotipate;
5. Coinvolge i personaggi in un intreccio ricco di
accidenti e novità.
Gli attori erano vincolati ad un testo definito per ogni personaggio,
battuta per battuta: non esistevano più gli esili canovacci tipici della
commedia dell’arte, improvvisati sulla scena da personaggi
meccanici, che non si nascondono più dietro maschere
stereotipate. I personaggi si liberano così da ogni rapporto rigido
con la tradizione: essi sono vivi e persino contraddittori, come
effettivamente accade agli uomini immersi nella complessità del
reale. Il comico torna ad essere il frutto naturale dell’osservazione
dei caratteri; la psicologia, che ne era stata così a lungo lontana
rientra a far parte delle caratteristiche proprie dell’invenzione
teatrale.
Le figure del Mondo e del Teatro sono indicate come autentiche
ispiratrici e formatrici del commediografo : la realtà autentica, da
un lato; la capacità tecnica di trasferire la realtà sulla scena,
dall’altro. Viene approfondito il rapporto tra «carattere» e
«ambiente», in quanto le dinamiche in atto a Venezia e la crisi della
società si rifletteva sulla scena; inoltre è il popolo il vero
protagonista delle sue commedie, visto che la borghesia era più
La funzione didascalica e morale
L’obbiettivo delle commedie goldoniane non è solo il
divertimento, ma lo scopo è quello pedagogico e di
correzione dei vizi (ovvero l’antico intento del teatro).
Tuttavia questo non assume in Goldoni carattere di rigida
moralistica: le virtù proposte dai personaggi sono semplici,
quotidiane, appartenenti non ad eroi o a dei, ma a
persone di normale buonsenso.
Non si atteggia a intellettuale ed evita accuratamente di
procurare scandali o di sbandierare idee personali. Si
guarda bene ad esempio dal ridicolizzare gli appartenenti
all’oligarchia nobiliare che detiene il potere della
Serenissima. In nessuna commedia inoltre egli osa sfiorare
l’argomento religioso: nessun personaggio appartiene al
clero né parla in alcun modo di fatti religiosi.
Goldoni e l’Illuminismo
Non si può affermare che il teatro goldoniano si sia
inserito consapevolmente nel programma di
rinnovamento culturale illuminista. Si parla di
«Illuminismo popolare», la critica al dogmatismo e
all’astrattismo culturale, l’elogio dei valori borghesi
contrapposti alla decadenza di quelli aristocratici,
l’aspettativa di felicità come meta legittima per gli
uomini (e per le donne!) di qualsiasi livello sociale.
Manca però al teatro goldoniano ogni tensione
«rivoluzionaria». E’ dunque un’ideologia innovatrice
e al tempo stesso tradizionalista.
A metà tra riforma e tradizione
PROGRESSO
TRADIZIONE
«Illuminismo popolare»
Critica al dogmatismo e
all’astrattismo culturale
Elogio dei valori borghesi
Mancanza di ogni tensione
rivoluzionaria
La locandiera
«Fra tutte le commedie da me sinora composte, starei per dire
essere questa la più morale, la più utile, la più istruttiva»
Carlo Goldoni, Prologo
La vicenda è ambientata a Firenze, dove la giovane Mirandolina
è proprietaria di una locanda ereditata dal padre.
La bella locandiera è corteggiata da diversi pretendente: il
cameriere Fabrizio, il marchese Forlipopoli, e il conte
d’Albafiorita. Giunge alla locanda il cavaliere di Ripafratta, noto
misogino, la cui indifferenza colpisce l’orgoglio femminile di
Mirandolina. La giovane decide perciò di vendicare non solo se
stessa, ma tutte le donne, adoperandosi per conquistare il
cavaliere con una sottile ed intelligente seduzione. Il nobile
cade nella trappola e si innamora di Mirandolina. Ma a questo
punto la ragazza interrompe bruscamente il suo gioco seduttivo
e decide di sposare Fabrizio, obbedendo ai desideri del defunto
padre.
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Temi
Opposizione di personaggi di diverso ceto
sociale;
Opposizione uomo/donna;
Il tema della finzione;
Il metateatro;
Il tema amoroso;
Matrimonio combinato;
Tematica socio-economica;
Risvolti sociali;
Intento educativo-didattico.
I nobili (il Conte, il Marchese e il Cavaliere) sono opposti ai
rappresentanti della piccola borghesia (Mirandolina, Fabrizio), ma
anche la nobiltà decaduta e senza risorse finanziare del marchese,
opposta a quella più ricca ma meno prestigiosa del Conte.
L’opposizione uomo/donna è rappresentata in forma estremizzata
dall’incontro-scontro fra il Cavaliere e Mirandolina, con il conseguente
motivo della seduzione.
La locandiera, infatti, incarna il prototipo della figura femminile che
nella gran parte delle commedie goldoniane è il nucleo centrale
dell’intreccio nonché protagonista indiscussa.
Il Cavaliere è l’unico ad essere autenticamente schiavo dei propri
sentimenti; complementare ad esso è il tema della vendetta del gentil
sesso sugli uomini.
Il motivo sentimentale è legato alla tematica socio-economica dal
matrimonio combinato di Fabrizio e Mirandolina.
E’ presente anche il tema dell’avanzamento sociale e del denaro, che
determina in larga misura i comportamenti dei diversi personaggi.
Lo scopo didascalico della commedia riguarda l’utilità morale del
«cattivo esempio» fornito dai personaggi.
La Locandiera e noi
La letteratura ha sempre offerto indimenticabili occasioni di riscatto
alle donne, anche quando a scrivere erano quasi solo uomini e
anche in società oppresse da una mentalità sessista. Ma lo ha fatto
di solito puntando su grandi figure tragiche, di estrazione per lo più
nobiliare. Con la protagonista della locandiera, Goldoni compie un
vero salto innovativo, nel momento in cui il personaggio
tradizionale della servetta, scaltra ma subalterna, tipico di già della
commedia antica, ed ereditato dalla Commedia dell’Arte, diviene
l’emblema di una rivoluzione sociale oltre che sessuale: grazie alla
propria abilità, una popolana trionfa tra i nobili che la insediano; è
una rivincita di classe e determina il primato della giovinezza sulla
vecchiaia, tipico della modernità borghese. Mirandolina è dunque
una popolana, è una donna, è giovane. Questi tre attributi, che
avrebbero dovuto segnarne la subalternità, non le impediscono
invece di trionfare con interlocutori nobili, maschi e più anziani,
cosa che sconcertò i contemporanei di Goldoni.
Mirandolina
• Si sostituisce alla figura della tradizionale
servetta, ereditandone alcuni caratteri, ma
con una psicologia ricca di sfaccettatura;
• E’ un’autentica protagonista;
• Carattere: sintesi dei vizi e delle virtù
femminili;
• Realismo, modernità, concretezza;
• Cresciuta col padre, mostra un carattere quasi
mascolino, accompagnato dalla tipica
sensualità femminile.
Psicologia
• Evita di innamorarsi per mettersi a riparo
inconsciamente da nuovi abbandoni;
• Una donna così pragmatica ha paura di perdere il
controllo della situazione;
• Pilota i sentimenti altrui, cercando di ottenere
continue conferme della sua posizione di dominio;
• Mentre il cameriere Fabrizio rappresenta la stabilità
di una condizione già esistente, sposare un nobile
forestiero getterebbe nel disordine la sua intera
esistenza.
Critica alla nobiltà
Marchese di Forlipopoli
Conte d’Albafiorita
Nobile decaduto, privo di
risorse economiche.
Di recente nobiltà, può contare
su un buon patrimonio.
• Nobiltà decaduta ed oziosa,
improduttiva e
conservatrice.
• Nobiltà con una certa
energia, dovuta alla ricchezza.
• Presenta invece i difetti del
ceto mercantile: eccessiva
importanza data al denaro.
Lingua e dialetto
I testi teatrali goldoniani sono scritti a volte in lingua
italiana, altre volte in dialetto veneziano, altre volte
utilizzando entrambe le lingue. In ogni caso lingua e
dialetto assumono pari dignità letteraria.
La lingua italiana non è il puro toscano, ma rappresenta
un problema a se stante: non esiste un italiano parlato
comune a tutta la penisola. L’italiano di Goldoni è quindi
in realtà un dialetto, quello della borghesia dell’Italia
settentrionale. La scelta del dialetto nasce proprio dalla
volontà di fare del teatro uno specchio fedele della realtà.
L’effetto della vivacità del parlato è dato dall’unione di
francesismi, lombardismi ma soprattutto venetismi.
Lingua e dialetto
Non esisteva una lingua parlata comune a
tutta la penisola
• In alcune commedie la lingua utilizzata è il
dialetto veneto;
• In altre utilizza un italiano che risulta essere
la lingua parlata dalla borghesia del
settentrione;
• La scelta del dialetto nasce dal voler ricreare
la vivacità del parlato.
Mémoires
Carlo Goldoni ripercorre la sua vita in un libro, i
Mémoires, scritto alla soglia degli ottant’anni in lingua
francese: dal 1762 infatti la Francia era divenuta la sua
seconda patria.
Prima di allora Goldoni aveva già parlato di sé nelle
cosiddette Memorie Italiane, che narrano la sua vita
sino al 1743. Les Mémoires in francese, rispetto a
quelle “italiane”, sono forse meno spontanee e vivaci,
perché risentono di una maggiore cura elaborativa; ma
sono di maggiore valore letterario e più complete a
livello documentario.
Nel racconto tutta la vita si identifica col teatro, dalle letture
giovanili delle commedie di Plauto, alle prime esperienze
come spettatore, come attore, come autore. Il teatro è legato
al suo destino di uomo sin dall’infanzia; a nulla varranno a
distrarlo gli studi giuridici e l’attività forense.
Tutto per lui ruota intorno al teatro, tutte le scelte di vita. Poco
spazio hanno nei ricordi le riflessioni, gli stati d’animo,
diversamente dalle altre grandi autobiografie settecentesche
di Rousseau o Alfieri. Il racconto della vita diventa pertanto il
racconto del suo teatro, delle sue commedie, dei suoi rapporti
con attori e capocomici, della sua “riforma”.
Per ogni commedia v’è un accenno dei contenuti, al messaggio,
al successo, e ciò fa delle Memorie anche un testo prezioso
per la conoscenza dell’autore.
Les Mémoires
Date
• 1783 – 1787: composizione
Lingua
• francese
• 1787: pubblicazione
Genere e struttura
opera biografica in tre parti:
1. L’infanzia, l’adolescenza e
l’apprendistato teatrale
2. Gli anni cruciali dei
capolavori teatrali
3. Periodo trascorso in
Francia
Temi
• avventure
autobiografiche
• vita come commedia
Forme
• Ironia e distacco
Bibliografia:
• La letteratura e noi (a cura di Romano Luperini, Anna
Baldini, Riccardo Castellana, Pietro Cataldi, Paola
Gibertini, Lidia Marchiani)
• Letteratura, progetto modulare: dal Barocco
all’Illuminismo (a cura di Giorgio Barberi Squarotti,
Giannino Balbis, Giordano Genghini, Annalisa
Pardini)
• Storia della Letteratura Italiana (a cura di Alberto
Asor Rosa)
• Leggere com’io l’intendo… ( a cura di Ezio Raimondi,
Gianmario Anselmi, Loredana Chines, Gabriella
Fenocchio)
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Cronologia della vita e delle opere di Carlo Goldoni