STORIA DI UNA LADRA DI LIBRI di Brian Percival (The Book Thief) REGIA: Brian Percival. SCENEGGIATURA: Michael Petroni, tratto dal romanzo "La bambina che salvava i libri" di Markus Zusak. INTERPRETI: Sophie Nelisse, Geoffrey Rush, Emily Watson, Ben Schnetzer, Nico Liersch. FOTOGRAFIA: Florian Ballhaus (Formato: Cinemascope/Colore). MUSICA: John Williams. PRODUZIONE: Karen Rosenfelt, Ken Blancato. DISTRIBUZIONE: Fox. GENERE: Drammatico. ORIGINE: USA. ANNO: 2014. DURATA: 131’. In Germania, sullo sfondo della II Guerra Mondiale, si svolgono le vicende di Liesel Meminger, una bambina vivace e coraggiosa affidata dalla madre al signor Hans Hubermann, un imbianchino buono e gentile, e a sua moglie Rosa. Turbata per la recente, tragica morte del fratellino, Liesel fatica ad adattarsi sia a casa che a scuola, dove i compagni la prendono in giro perché non sa leggere. Tuttavia, con grande determinazione e con l'aiuto del signor Hubermann, riuscirà a cambiare la sua situazione: nel corso di lunghe notti insonni, infatti, il papà adottivo le insegnerà a leggere il suo primo libro, "Il manuale del becchino", rubato al funerale del fratello. Da quel momento l'amore di Liesel per la lettura diventerà incontenibile. Testimone della feroce repressione della libertà di espressione da parte del partito nazista, la bambina, grazie anche all'amicizia con Max, un ebreo che i suoi genitori nascondono nello scantinato e che condivide con lei la passione per i libri si trasformerà in una incallita ladruncola di libri...Ci sono film in cui il Libro ha la potenza di salvare l'uomo, come in effetti accade, tramandando il valore della memoria, come dimostra il 'Diano di Anna Frank'. Dopo 'The Reader', ecco 'Storia di una ladra di libri', tratto dal un voluminoso best seller da 8 milioni di copie dell'australiano Markus Zusak. C’ è nel film un narratore esterno: è la stessa morte, personificata, a parlare, spesso attraverso sofismi e aforismi. Può piacere o meno, ma questa voce narrante riconduce a riflessioni profonde e fa apparire tuttala vicenda, come dimostrato dal finale, come un grande quadro in cui tutte le componenti della vita si susseguono: amore, bontà, cattiveria, ideali e bassezze, illusioni e rimpianti, fino all’inevitabile conclusione uguale per tutti gli esseri umani. Parte notevole ha nel film il valore della cultura, rappresentato dai libri, che non può essere annullata da ideologie malsane e che rappresenta il connotato stesso della libertà. Il film, oltre a indurre riflessioni profonde, è assolutamente riuscito e aggiunge un tassello importante al monumento della memoria, necessario a mantenere vivo il monito contro ogni fanatismo. * Alla sua prima uscita cinematografica, Brian Percival presenta un film convincente. Il tema dell’olocausto è affrontato dalla prospettiva di coloro che lo hanno vissuto indirettamente. Il punto di vista è quello delle persone comuni, non dei perseguitati e ciò rende originale e interessante la rappresentazione. Non è soltanto questo, tuttavia, l’aspetto affascinante del film: il sentiero psicologico e l’intreccio emotivo che si snoda e che avvolge i protagonisti svela una particolare sensibilità degli autori e del regista verso i temi dell’amicizia, dell’amore, della bontà e della disponibilità al sacrificio. Si parla dell’istinto ad aiutare una persona sofferente e si descrive come la natura limpida di alcuni sentimenti possa risultare approfondita dalla disperazione del distacco. Tutto ciò è affrontato con una leggerezza e una poeticità davvero capaci di emozionare il pubblico.