FANFICTION su LAMÙ STORIA SEGRETA DEI S.I.S.A.S. (ovvero: come riuscirono a resisterle per quattro anni!) 35 capitoli (concluso) Note: NC-18 - Smile! - Lemon Autore: Andy Grim (indirizzo mail: [email protected]) ATTENZIONE: questa fanfiction tratta argomenti riservati ad un pubblico adulto. Se continui a leggere, ti prendi la responsabilità di dichiararti con più di 18 anni. - I personaggi di questa fanfiction sono tutti maggiorenni, e in ogni modo si tratta di un’opera di finzione che non trova alcun riscontro nella realtà. - 1 Introduzione racconto intende rispondere a Questo una domanda che sarà senza “Gli uomini aspirano ad essere il primo amore di una donna. Le donne, più intelligenti, preferiscono essere l’ultimo amore di un uomo” Oscar Wilde (1854 -1900) “Voglio restare lontano dalla ragazza che amo per continuare ad amarla” Ataru Moroboshi (dal film Beautiful Dreamer) dubbio affiorata nel cervello di tutti gli appassionati della saga di Uruseyatsura: come avrà potuto l’uomo più allupato di tutto l’universo (al secolo Ataru Moroboshi) rifiutare tutte le avances fattegli dalla sua forzata consorte (al secolo Lamù) con la speranza di indurlo a consumare la loro relazione e metterlo quindi con le spalle al muro? *** Innanzi tutto occorre puntualizzare che la decisione del Consiglio Organico di Moroboshi di non superare mai un rapporto puramente platonico con la “Principessa degli Oni”, poggiava principalmente su tre basilari considerazioni: 1. Brad Fewer (capo della sezione Cerebrale) temeva che, sottraendole la verginità, Moroboshi non avrebbe più avuto modo di “guadagnare tempo” e sarebbe stato costretto a sposarla ufficialmente, prima ancora di poter essere sicuro dei propri sentimenti. 2. Hugh Simons (capo della sezione Neurologica) intendeva dimostrare alla signorina Lamù che il suo “tesoruccio” voleva conservare la propria libertà, anche a costo di rinunciare ai di lei favori. Inoltre, è ormai sicuro, voleva farle capire che Moroboshi la considerava al di sopra di tutte le altre e da lei cercava quindi ben di più che il sesso…! 3. August Percival (capo della sezione Genetica) temeva, al di sopra di tutto, una scarica elettrica durante un amplesso che, arrivando al cervello dal membro attraverso il midollo spinale, avrebbe potuto causare danni irreparabili, non escluso il decesso! Invano la sua collega della Genetica di Lamù si affannava a spiegargli che i circuiti di sicurezza ginecologici avrebbero prevenuto qualunque scarica durante l’attività sessuale: senza questa precauzione, come avrebbe potuto la razza degli Oni riprodursi? Ma Percival preferiva non fidarsi…! Tuttavia, riuscire a mantenere un rapporto puramente platonico con una femmina di quella fattezza, nella quale bellezza e sensualità si amalgamavano in una miscela esplosiva (pure potenziata dal discinto abbigliamento) era teoricamente impensabile per qualunque maschio della specie umana (terrestre e non) e non parliamo poi dell’uomo più allupato di tutto l’universo (come Moroboshi era registrato sul Computer del Centro Informazioni di Uru: quello stesso Computer che - vorrebbero farci credere - lo aveva casualmente scelto)! Qualche “bacio elettrico” Lamù era già riuscita a rubarlo al suo “maritino” e arrivare dalla A alla C1 sarebbe stato solo questione di tempo! Fu così che il capo della sezione Sensitiva, Jerry Humper, venne convocato dal Coordinatore (ovvero da A1) e fu un colloquio che lo lasciò sconvolto… in pratica gli si chiedeva di trasformare il superrarrapato Ataru Moroboshi in un flemmatico lord britannico, ogniqualvolta si fosse trovato a tu per tu con la sua mogliettina…! Il poveretto si ritirò per giorni e giorni, fino a che… lampo di genio o ispirazione demoniaca (…), Jerry Humper ideò, progettò e realizzò il famigerato dispositivo SISAS, il cui nome non era altro che l’acronimo di “Sensual Impulse Selective Auto Shunter”, ovverosia “Derivatore Automatico Selettivo di Impulsi Sensuali”. E ora, ecco finalmente raccontata tutta la storia…! 1 Classificazione dei rapporti fisici con l’altro sesso: A=bacio, B=petting, C=amplesso o rapporto completo; esiste anche la D (gravidanza) che definisce semplicemente l’eventuale conseguenza del rapporto C. 2 Capitolo 1: “Ma cos’è quell’affare?” P orca miseria! C’è n’è ancora per molto…? Sono distrutto!” “Ancora un po’ di pazienza, Rusty! Abbiamo quasi terminato!” “Lo spero proprio… queste dannate ispezioni ai circuiti ricettori, ti ammazzano!” “Lo sai bene che sono necessarie! Certo, se il nostro amico fosse un soggetto un po’ meno irrequieto…” “Già… nessun essere umano riuscirebbe a usurare le coronarie come quel maledetto pervertito! Guarda un po’ se ci doveva toccare proprio questo debosciato, da accudire…!” “Ogni uomo ha il suo destino… come ogni suo complemento organico, del resto!” commentò il più anziano dei due, fermandosi per esaminare un quadrante che indicava lo stato vitale di una cellula nervosa. Annotò qualcosa nella tabella che aveva estratto da una tasca del suo camice e aggiunse: “OK anche questa! Forza, muoviamoci!” “Vada un po’ più adagio, accidentaccio! Ho i piedi a pezzi, con questi maledetti stivali protettivi!” Il compagno annuì stancamente - i piedi dolevano anche a lui - e indugiò con lo sguardo sulla scritta che, a intervalli regolari, campeggiava sulla parete del condotto nervoso: NON APPOGGIARSI: PERICOLO DI FOLGORAZIONI IMPROVVISE “Un’altra dura necessità!” sospirò, rassegnato. “Sì, ma vorrei proprio capire perché la Cerebrale pretende li si indossi 24 ore su 24…!” “Brad Fewer sa bene quello che fa. E lo sai anche tu che quelle scariche possono arrivare da un momento all’altro!” “Anche quando quei due scoppiati stanno dormendo…?” “Ma certo! Metti che Ataru si metta a parlare nel sonno, sognando qualche sua preda mancata: se lei, che ha il sonno leggerissimo, sentisse quello che dice, non ci penserebbe su due volte!” “E quanto durerà ancora, questa storia, capo? Tanto, ormai, dopo la faccenda del pianeta El, quell’imbecille non potrebbe più ingannare nessuno; il grado del Coefficiente Relazionale parla chiaro: la ama alla follia!” Il compagno, nonché diretto superiore, gli cacciò una mano sulla bocca: “Taci, pazzo incosciente che sei! Se il Coordinatore ti sentisse, ci farebbe un mazzo così a tutti e due, non lo capisci…?” “Io capisco soltanto che stiamo andando fuori d’ogni logica. La stiamo facendo soffrire inutilmente e il personale è già sull’orlo di una crisi depressiva…! Tutti i miei colleghi la pensano così!” “Non sta all’equipe organica prendere le decisioni sulla condotta di una vita. Solo il soggetto interessato può farlo!” “E pensare che sarebbe bastato solo un pizzico di coraggio in più… poteva ben pronunciarlo, quel maledetto sì!” “Ci abbiamo provato Rusty, ma era successo tutto troppo all’improvviso:1 non poteva essere già pronto. Vedrai che un giorno lo sarà!” “Purché quella stakanovista in bikini tigrato non si stufi e non lo molli prima! Francamente, credo che Ataru non sopravvivrebbe…!” “E nemmeno lei! No, credo che ormai ci troviamo a un punto di svolta, nel loro rapporto. Non lo so, ma sento che sta per succedere qualcosa!” “Per esempio?” 1 Qui si fa riferimento agli avvenimenti narrati nel lungometraggio “Only You” del 1983 (distribuito in Italia nel 1996). 3 “Beh…” il complemento organico Hugh Simons, capo della sezione Neurologica di Ataru Moroboshi, prestò improvvisamente attenzione a un sospetto ronzio udito in quel momento e, tutto d’un tratto… “Rusty: ATTENTO…!!” Con una mossa fulminea atterrò il suo compagno di squadra, appena in tempo per evitare che venisse investito da un oggetto voluminoso piombante dall’alto. Cessato il fracasso ed il panico, i due realizzarono di trovarsi di fronte a un complesso ordigno cilindrico con diverse protuberanze squadrate che giaceva, ammaccato e fumante, sul pavimento. Gli spezzoni dei condotti nervosi che lo avevano collegato quand’era al suo posto, tranciati dalla caduta, mandavano scintille e sfrigolii… “Tutto bene, Rusty…?” chiese Simons, tergendosi la fronte sudata. “Sì, sì… sto bene… spavento a parte! Ma… cos’è quell’affare…? Accidenti, poteva anche ammazzarci!” e gli si avvicinò. “Stai indietro, non lo toccare! Può essere pericoloso!” “Ma si può sapere cosa diavolo è…? Mai visto prima, un accidente simile! È forse un accumulatore di adrenalina?” Il capo-sezione si girò verso di lui; il suo volto era diventato pallido. “No” rispose quindi, con voce un po’ tremula “È un SISAS…!” *** Hugh Simons si era chinato sullo strano ordigno che per poco non li aveva travolti. Aveva tirato fuori di tasca un dispositivo che, all’apparenza, si sarebbe detto un rivelatore di campi elettromagnetici e stava osservando con ansietà i dati che comparivano sul display dell’apparecchio. “Insomma, capo” disse il suo collega “mi vuol spiegare cosa sarebbe questo maledetto arnese che per poco non ci accoppava? Come lo ha chiamato? SIF… SIS…” “SISAS” rispose l’altro, sempre intento alle sue osservazioni “è incredibile… credevo che i bulloni di ancoraggio avessero ceduto per il peso, ma non è così: è la materia che si è disintegrata in quel punto! Questo shunter è completamente collassato!” “Uno shunter? Vuol dire che questo apparecchio è un derivatore?” “Esatto, Rusty! Quest’affare era uno dei 13 derivatori che piazzammo in giro, quasi quattro anni fa!” “E cosa dovevano derivare…?” Il capo-sezione della Neuro guardò a lungo il suo compagno, abbozzando un sorriso enigmatico: “È triste quando un responsabile deve tacere un affare importante ai suoi diretti collaboratori, Rusty! Ma questa faccenda era vincolata dal più assoluto segreto: solo i capi della Cerebrale, della Sensitiva, della Neuro e della Genetica ne erano al corrente!” “Della Genetica…?” il giovane complemento sgranò gli occhi “Non mi dirà che questi shunter dovevano limitare le correnti sessuali…?!” “Proprio così: SISAS sta per derivatore auto selettivo di impulsi sensuali!1 Servivano a far sì che Ataru Moroboshi non perdesse il controllo, al momento opportuno!” Rusty scoppiò in una risata: “Questa sì che è davvero buona…! Dal momento che ci troviamo nel corpo dell’uomo più allupato di tutto l’universo, non direi che questi SISAS abbiano funzionato tanto bene, non è vero? Ah, ah, ah…!!” “Ti sbagli di grosso, Rusty: hanno funzionato anche troppo! La virtù della signorina Lamù, ancora intatta, ne fa fede!” 1 Spesso, per brevità, erano anche chiamati ASD (“anti-seduction device”, ovvero “dispositivi anti-seduzione”). 4 Rusty smise subito di ridere e Simons continuò “Non ti sei mai chiesto, figliolo, perché l’uomo più allupato dell’universo non sia mai saltato addosso alla sua esuberante sposina? Come abbia potuto resistere alle sue profferte amorose? Come mai questo matrimonio interplanetario non sia ancora stato consumato?” “Vuol… vuol dire che quei derivatori servivano a… a…” “Esattamente, Rusty: servivano a non farli finire a letto!” “Ma… ma perché…??” Anziché rispondere, Hugh Simons voltò le spalle al suo allibito assistente e si avvicinò a un terminale comunicativo, lì nei pressi: “Simons all’Immunitaria: urge recupero ASD collassato nel condotto 26. Priorità 1!” richiuse il contatto e si rivolse ancora al suo collaboratore “Allegro, amico mio! Non ti avevo detto che stava per succedere qualcosa? Vedrai che le tue preoccupazioni per la felicità della signorina Lamù cesseranno presto!” “Che cosa vuol dire, capo…?” chiese l’altro con un tono di voce in cui si notava la curiosità, mista all’ansia. Ma il superiore si limitò ad andarsene, agitando la mano. Capitolo 2: “Si rende conto di ciò che mi chiede…?” J erry Humper non poteva credere alle proprie orecchie. Davanti a lui c’era la massima autorità dell’organismo, il Coordinatore in persona, nientepopodimeno che “A1” (i Coordinatori di tutti gli organismi umani sono designati dall’iniziale del nome di battesimo dell’individuo che devono gestire, seguito dal numero 1), il quale gli aveva appena dato un compito assurdo: Ataru Moroboshi, l’uomo più allupato di tutto l’universo, il libertino per vocazione, avrebbe dovuto essere messo in grado di resistere alle grazie della sua consorte spaziale: vale a dire una formosissima e seducentissima bomba sexy e, per di più, aliena (il “diverso”, si sa, affascina in modo particolare)! “Me ne rendo perfettamente conto, Jerry” aveva replicato il Coordinatore “e so bene che si tratta di un compito quasi impossibile… tuttavia, se c’è qualcuno qui dentro in grado di risolvere il problema, questi è sicuramente lei!” “Ne sono lusingato, signore… ma questo servirà a ben poco! Considerate le peculiarità del nostro amico e quelle del soggetto con cui ci dobbiamo confrontare, le garantisco che l’unico modo per evitare di farlo precipitare nelle braccia della signorina Lamù, è quello di castrarlo!” “Non sia così drastico, caro Humper: non le sto chiedendo di renderlo completamente insensibile al fascino di quell’aliena… diciamo che dovrà fare in modo di mantenere un certo controllo, per riuscire a tenersi a distanza!” “Tenersi a distanza…??! Ma questa è comica! Ma se sono anni che ci proviamo, a tentare di ridurgli la libidine… e con quali risultati? E lo sa anche lei qual è la causa principale di questo suo comportamento: la carenza pressoché assoluta di ormoni femminili non rende possibile equilibrare le pulsioni sessuali di questo organismo in modo accettabile! Perché quella ragazza dovrebbe fare eccezione?” “Perché non vogliamo che lui le salti addosso come cerca di fare con tutte le altre! Per tre motivi: primo, le darebbe tutto il diritto di essere considerata sua moglie! Secondo: non sappiamo ancora quali sarebbero i risultati di un accoppiamento con una donna aliena! Terzo: se Lamù ama davvero Ataru come asserisce, non vogliamo che consumi un rapporto con lui, prima che quel maiale patentato le abbia ricambiato i sentimenti!” Humper se ne stette un bel pezzo a grattarsi l’epidermide, guardando il gran capo in cagnesco. Poi domandò: “Ho carta bianca…?” 5 “Quanta ne vuole: faccia tutto quello che ritiene necessario per riuscirci. Ma ci riesca!” “Sta bene” Humper si alzò “ma sia ben chiaro che non intenderò rispondere degli eventuali effetti collaterali, né di altre conseguenze impreviste!” “Le do la mia parola!” Il capo della sezione Sensitiva salutò e lasciò l’ufficio del Coordinatore. Capitolo 3: “Gli shunter non ce la fanno più!” C hristopher W. Wellington, nome in codice “A1”, il Coordinatore dell’essere umano Ataru Moroboshi (noto in tutto il pianeta Terra come il salvatore dello stesso) stava seduto alla sua scrivania sorreggendosi il capo col palmo della mano destra e tambureggiando sul piano del tavolo con le dita della mano sinistra. Davanti a lui, in piedi e con le mani unite dietro la schiena, ostentando una tranquillità che non sentivano, c’erano Brad Fewer, il capo della sezione Cerebrale e Hugh Simons, il capo della Neurologica; spesso si scambiavano brevi mute occhiate, per poi tornare a osservare il comandante supremo. Erano lì da almeno un paio d’ore e poco più di tre ne erano passate da quando Simons e il suo collaboratore avevano assistito alla caduta di quel dispositivo chiamato “SISAS”. Non riuscendo a contenere l’evidente nervosismo, Wellington si alzò e cominciò a passeggiare per la stanza, tenendo le braccia conserte e gli occhi verso il pavimento. A un certo punto si blocco di fronte a un’immagine appesa alla parete, ricavata da un file onirico. Raffigurava una splendida creatura poco più che diciassettenne, dai lunghi e fluenti capelli dagli insoliti riflessi verd’azzurri, sui quali spiccavano due originalissimi cornini dorati. Aveva due occhi meravigliosi e un sorriso d’una dolcezza incomparabile. A1 la contemplò a labbra serrate, quindi pronunciò queste parole: “Ma perché…? Ci sono miliardi di ragazzi su questo pianeta fottuto… e quella va a scegliere proprio questo! Perché…?!” Gli altri due tornarono a scambiarsi uno sguardo malinconico. D’un tratto, venne bussato alla porta. “Avanti!” rispose il Coordinatore. Altri due complementi organici entrarono nell’ufficio. Si trattava di August Percival, il capo della sezione Genetica e di Jerry Humper capo della Sensitiva, che teneva in mano un rotolo di progetti. Dopo che ebbero richiuso l’uscio, il Coordinatore si irrigidì e alzò il mento, protendendolo verso di loro: “Ebbene…?” Humper scambiò un’occhiata con Hugh Simons e si rivolse direttamente al capo. Allargò le braccia e replicò: “Purtroppo, è esattamente come temevo…!” “Vale a dire…? Cerchi di essere chiaro e succinto, Jerry!” “Sissignore! In breve, l’ASD collassato era andato fuori uso per una ragione molto semplice: si era completamente saturato!” “Saturato…??” chiesero coralmente gli altri. “Proprio così. La completa saturazione dei condensatori interni e quindi l’accumulo di carica nella struttura, ha creato una scissione molecolare che ha provocato la disintegrazione dei supporti d’attacco. Da qui, il distacco e la caduta!” “Ma… può succedere anche agli altri 12 dispositivi…?!” Il capo della Sensitiva fissò decisamente il Coordinatore dell’organismo: “Non è che può succedere, signore: succederà sicuramente. E tra brevissimo tempo, per giunta!” 6 Hugh Simons e August Percival impallidirono paurosamente, mentre Brad Fewer si limitò a scuotere la testa. A1 si lasciò scappare una sorda imprecazione: “Per tutti i demoni dell’universo!! (…) Ma si può sapere, almeno, com’è potuto succedere…??” “Non lo so, signore” continuò Humper “sono veramente desolato… li avevo progettati con la massima meticolosità e credevo di aver tenuto conto di tutte le evenienze. Purtroppo… ed evidentemente… devo aver commesso un qualche errore! Non accamperò scuse di sorta, comandante: la responsabilità è unicamente mia!” concluse, abbassando lo sguardo. “No, Jerry: non è tua la colpa. Se ci sono dei responsabili, quelli siamo Simons ed io!” Il Coordinatore, che era tornato a sedere al suo posto premendosi i pugni sulle tempie, si riscosse; notando lo sguardo deciso di chi aveva parlato e quello annuente di Simons, domandò: “Che cosa significa, Percival? Cosa vuole dire…?” August Percival, il responsabile della sezione Genetica (quella, tanto per intenderci, che avrebbe dovuto occuparsi di dare una prole a Lamù) riprese risolutamente la parola: “Humper non ha commesso nessunissimo errore nella realizzazione di quei SISAS, signore: egli ha magistralmente applicato le sue conoscenze in base ai dati che Simons aveva fornito e che io avevo elaborato. Il fatto è che… beh, insomma… è duro ammetterlo, ma… non avevamo tenuto conto di un banalissimo dettaglio!” “Quale banalissimo dettaglio, Percival…?!” gridò Wellington, esasperato. “Vede, signore” spiegò Simons “quando prendemmo la decisione di impiegare quegli shunter, la signorina Lamù aveva solo quattordici anni… e perciò…” “…perciò” continuò Percival “i dati che passammo alla Sensitiva e che Humper utilizzò per la progettazione dei SISAS, li resero in grado di resistere al fascino sensuale di un’adolescente di quattordici anni… niente di più!” Stille di freddo o forse bollente sudore apparvero sulla fronte di A1, che stava lentamente cominciando a capire “Volete dire che adesso…” e gli tremava la voce. “Esatto” confermò Percival “adesso, la signorina Lamù ha quasi passato i diciotto… da quattr’anni in qua si è sviluppata meravigliosamente… ha tutte le curve nei punti giusti… insomma…” “Insomma, in poche parole, gli shunter non ce la fanno più” concluse lo stesso Humper “la quantità di energia impulsiva che devono trattenere per non farla giungere ai demodulatori della Genetica supera di gran lunga la soglia di resistenza dei condensatori, che non riescono più a scaricarsi sufficientemente durante le ore di sonno dell’organismo… e quindi… collassano!” “Ma è terribile! E non mi direte anche che non esiste nessun rimedio…?!” “Nessuno… a meno di non allontanare questo organismo dalla fonte degli impulsi per un discreto periodo… in altre parole, il signor Moroboshi dovrebbe trascorrere diversi mesi (sempre ammesso che riuscisse a farlo) lontano dalla sua compagna, dandoci modo di sostituire gli shunter attuali con altri dotati di una maggiore tolleranza!” spiegò Percival. “Non sarebbe praticabile, August” replicò Humper “hai dimenticato che gli shunter attuali consumano una quantità di energia al limite della sicurezza? Se li sostituissimo con altri ancora più potenti, potrebbero inibire l’intero blocco ricevitore: Ataru rischierebbe di diventare impotente!” “Merda! Una fine davvero ingloriosa per l’uomo più allupato dell’intero universo!” commentò Fewer. “E soprattutto” aggiunse Simons con lo sguardo rivolto al ritratto della bellissima ragazza dalla chioma verde “sarebbe un prezzo che lei non meriterebbe di pagare…!” Dopo una pausa di parecchi secondi, A1 riprese a parlare: “Jerry… lei ha detto, poco fa, che tutti gli ASD collasseranno in brevissimo tempo!” 7 “Per forza, Comandante! Può comprenderlo facilmente dallo schema del circuito” spiegò il capo della Sensitiva srotolando un largo foglio sulla scrivania del Coordinatore “come vedete, gli ASD sono tutti collegati in parallelo;1 ogniqualvolta uno di essi cessa di funzionare, il carico gestito si ripartisce sugli shunter superstiti, gravando ciascuno di essi con un carico maggiore di prima! Questo, ovviamente, aumenta progressivamente il grado di saturazione sopportato e riduce ancora di più il tempo residuo di operatività: vale a dire che, quanti più SISAS collasseranno, tanto più in fretta li seguiranno i rimanenti dispositivi…” “…in un’inarrestabile reazione a catena, di una sempre maggior velocità!” Brad Fewer terminò per lui la spiegazione. Il Coordinatore guardava cupamente ora lo schema degli shunter, ora le facce dei suoi subordinati. “Probabilmente è una domanda stupida” ammise “ma che succederà quando tutti quei diabolici aggeggi saranno saltati…?” Gli altri quattro si scambiarono l’ennesima occhiata, quindi Simons sorrise amaramente: “Può comprenderlo abbastanza facilmente, comandante…!” “Non si preoccupi di quello che posso o non posso comprendere, Simons: esigo una risposta senza mezzi termini!!” “Succederà quello che sarebbe successo, fin dall’inizio, se noi non li avessimo installati” sospirò il capo della Neuro “alla signorina Lamù basterà un sorriso, per farselo completamente…!” Quella semplicissima risposta fu seguita da un silenzio sepolcrale. “Quando avverrà tutto questo…?” domandò sempre Wellington, qualche attimo dopo. Il capo della Sensitiva trasse di tasca un regolo calcolatore e cominciò a elaborare silenziosamente i suoi calcoli. Inutile descrivere la tensione che gravava fra i suoi osservatori. Finalmente, piatta e glaciale, arrivò la risposta di Humper: “Quattro giorni, quattro ore, quattro minuti e quattro secondi!”2 Capitolo 4: “Trasformare questo libertino in un perfetto monogamo!” H ugh Simons stava osservando silenziosamente il personale dell’Immunitaria, intento alla delicata operazione di “ingabbiamento” dei dispositivi SISAS tuttora funzionanti. In pratica ogni apparato veniva circondato da una rete protettiva ad alta resistenza per evitare che, una volta collassato, rovinasse a terra come aveva fatto il primo. “Beh, questo dovrebbe almeno evitare di riceverne qualcuno sulla testa!” commentò Dick Hoffman, il responsabile della sezione Immunitaria, fermo accanto al collega della Neurologica. Questi si voltò e gli sorrise: “Ho sempre ammirato il tuo imperturbabile ottimismo… lo sai, Dick?” “E come potrei non avercelo?” replicò l’altro, con una risatina “Dal giorno della sua nascita questo organismo le ha provate tutte: botte, scariche elettriche, torture varie… eppure è ancora vivo e sempre in buona salute!” “Immagino che il merito sia più tuo che mio! Se tu sei riuscito a salvargli la buccia a dispetto di tutto (e di tutte)… io non sono invece riuscito per nulla a farne un individuo di 1 Se fossero stati collegati in serie, il collasso del primo dispositivo avrebbe provocato l’interruzione istantanea del circuito e Moroboshi sarebbe diventato immediatamente impotente! 2 Evidentemente il numero 4 è fondamentale nell’esistenza di Ataru Moroboshi! 8 buon senso! E per questo devo anche esserti grato di non avercela con me: ti avrei risparmiato un mucchio di lavoro!” “Sciocchezze, amico mio, sciocchezze! La natura di Ataru Moroboshi non è diversa da quella di tanti suoi coetanei, sani ed esuberanti... è solamente un po’ più estremista. Ma, col tempo, si calmerà!” “Già… il tempo! Ecco qualcosa che non abbiamo più, vecchio mio: fra quattro giorni scarsi non saremo più in grado di controllare i suoi istinti, nemmeno verso la signorina Lamù… e allora…?” “Ma forse sarà un bene, chi ti dice il contrario? Forse, dopo una C,1 entrambi vedranno le cose sotto una diversa prospettiva… forse, diventando un uomo, riuscirà anche a comportarsi, finalmente, come tale!” “Vorrei che anche il capo avesse questa tua fiducia” replicò Simons scuotendo la testa “ma non hai saputo quel che ci ha detto, poco fa?” “No, che cosa vi ha detto…?” *** “Solamente quattro giorni, eh?” aveva risposto A1 dopo un’altra pausa piuttosto lunga “Non è proprio un grande margine per trovare una soluzione… ad ogni modo… Simons!” “Comandi!” “Quale livello ha raggiunto il Coefficiente Relazionale?”2 “1356 alle 12 di stamani, signore. Tuttavia, il valore è ancora nella zona convivenza… e mancano ancora 144 punti per arrivare alla zona di coppia!” “E ciò significa…?” insistette ancora Wellington, visibilmente irritato. Brad Fewer emise un soffiò di disapprovazione. Possibile che quei testoni dei suoi colleghi non prendessero l’abitudine di esprimersi in termini profani, almeno nei momenti critici? Era sempre palpabile il loro imbarazzo a parlare chiaro! “Significa che Ataru ha già accettato da tempo che la signorina Lamù viva accanto a lui, ma ancora non l’accetta come moglie. Il C.R. ha fatto continui progressi, negli ultimi tempi, tuttavia…” “…tuttavia” si intromise Fewer per favorire un veloce arrivo al nocciolo della questione, evitando così un’altra esplosione di Wellington “credo si debba ritenere che il tasso di incremento del C.R. non permetterà di raggiungere la zona di coppia prima che la tempesta ormonale si scateni a seguito del collasso dei SISAS… vero, Simons?” “Affermativo!” “Benissimo” esclamò il Coordinatore con uno strano tono di voce, fra il pacato e il beffardo “stando così le cose, miei cari signori, ritengo che rimanga un’unica soluzione…” “Naturalmente: e questa non può essere che la fuga. Ma definitiva, questa volta!!” Tutti volsero gli sguardi verso il collega che aveva parlato, mentre Wellington gli sorrideva minacciosamente: “Percival, io non ho chiesto il suo parere!” “Signore… mi perdoni l’impertinenza, la prego, ma deve ascoltarmi: quando l’ultimo ASD cesserà di funzionare, Ataru Moroboshi si precipiterà su Lamù… e io non sarò in grado di fermarlo! Ci sarà un rapporto completo… e quando la controparte raggiungerà l’orgasmo…” “…partirà una scarica elettrica dalle immani proporzioni, che ci distruggerà tutti” concluse Humper, sorridendo “sempre che tu abbia ragione!” “E quindi, secondo te, sarebbe un rischio da correre…?!” 1 Vedi nota 1 all’introduzione. 2 Per le spiegazioni sul “Coefficiente Relazionale” rimando i lettori al Cap. 3 del racconto “I dilemmi di quelli di Asuka”. 9 “August, ti ricordo che la tua collega, la responsabile genetica della signorina Lamù, ti ha già fornito le più ampie garanzie, su questo!” “Che a me non convincono del tutto, Jerry: ciò che può funzionare per gli umani di Uru, può non funzionare per quelli terrestri!” “Adesso basta, Percival! Punto uno: se la Genetica della controparte mi assicura, come ha già fatto, che il pericolo non sussiste, non spetta a lei porre il veto al rapporto. Punto due: bocciata l’idea della fuga, perché sarebbe solamente una pia illusione pensare di sfuggire a una donna che può viaggiare persino nell’iperspazio… ci abbiamo già provato troppe volte! Punto tre: vorrei finire quello che stavo dicendo, se non vi dispiace…!” Percival tacque e assentì con la testa, dopo aver deglutito. “Dunque” riprese A1 tornando a rivolgersi a tutti i presenti “la soluzione, come dicevo, non può essere che una sola: trasformare questo dannato libertino in un perfetto monogamo!” A queste perentorie parole, fece ovviamente seguito un ammutolimento generale. Allo sbigottimento di Percival, Humper e Simons faceva da contrasto la smorfia ghignante di Fewer. “Le… le dispiacerebbe ripetere, signore…?’” balbettò finalmente Simons. “Credo di essermi spiegato benissimo! Oh… e naturalmente dovrete riuscirci prima che quegli ordigni vadano completamente fuori servizio!” In anticipo sulle proteste degli altri, entrò in funzione il terminale comunicativo sul tavolo del Coordinatore: “Messaggio d’Emergenza per il Capo della sezione Immunitaria: altro ASD collassato nel condotto 22. Due feriti leggeri fra il personale della Sensitiva. Si richiede l’immediata presenza del signor Hoffman e del signor Humper. Ripetiamo…” “Potete andare, signori” commentò freddamente il Capo “aspetto un rapporto sulla situazione fra 24 ore esatte!” Rabbrividendo sotto il suo sguardo glaciale, agli altri non rimase che abbandonare l’ufficio. Capitolo 5: “Applicare un processo inverso!” ualche ora più tardi, i quattro principali “pelatori” della patata bollente erano radunati Qnel laboratorio di Jerrry Humper, il quale sedeva al suo posto davanti a una quantità impressionante di scartoffie zeppe di calcoli algebrici, formule chimiche e altri segni sempre meno comprensibili. Una tazza di caffè fumava accanto a lui e la sua fronte, appoggiata alla mano destra che impugnava un mozzicone di matita, era lucida di sudore; nondimeno il suo viso non lasciava trasparire alcuna emozione, segno evidente che il responsabile della sezione Sensitiva (dalla quale dipendevano la vista, l’udito, la favella, il tatto e l’olfatto di Ataru) stava concentrando tutte le sue energie nell’approccio mentale al problema. Altrettanto non si sarebbe potuto dire del suo collega Percival (capo della Genetica), intento a camminare avanti e indietro coi segni della più viva angoscia dipinti sul volto; sempre più spesso estraeva il fazzoletto dalla tasca del suo camice e si tamponava la fronte, ben più fradicia di quella di Humper. Nello stesso frattempo Hugh Simons (capo della Neuro) sedeva al lato opposto del tavolo di Humper, con le mani entrambe davanti alla bocca e lo sguardo abbassato; stava senza dubbio riflettendo profondamente, anche se non si sarebbe potuto dire con certezza se le sue riflessioni fossero di natura pratica come quelle del collega della Sensitiva. Infine, a completare il quadro, Brad Fewer (capo della Cerebrale) era appoggiato alla parete di fronte con le braccia conserte e osservava con espressione beffarda ora l’uno ed ora l’altro dei suoi colleghi. 10 A un certo punto, quando ormai Percival l’aveva inavvertitamente urtato per la terza o quarta volta, Humper sbuffò sonoramente e gli rivolse la parola: “Insomma, Gus: se tu la smettessi di esibirti nel ballo di San Vito, forse riuscirei a concentrarmi un po’ meglio per sbrogliare questa dannata matassa! Non trovi…?” Il collega si bloccò: “Sbrogliare la matassa…?!” rispose, sarcastico “Ma fammi il piacere, Jerry! Non capisci che stai cercando di risolvere un problema impossibile…?! Sai chi mi ricordi? Quegli alchimisti del Medio Evo che cercavano di ricavare l’oro dal ferro o dal piombo. Sei patetico…!” Per nulla turbato da questo giudizio, il collega si limitò ad alzare le spalle: “Tutti i problemi, per quanto astrusi, hanno la loro brava soluzione… si tratta solo di cercarla con pazienza!” “Jerry ha ragione, Gus” intervenne Hugh Simons “dopotutto, quando ci ordinarono di trovare un rimedio all’attrazione di Lamù nei confronti di Ataru, lui stesso risolse il problema in una settimana!” “Già… in una settimana” ribatté Percival “non in quattro giorni…” guardò il suo cronografo da polso “…anzi, per essere esatti: tre giorni, sedici ore e trentadue minuti, da questo istante!” il suo tono di voce era sempre più acuto. Simons mostrò le palme delle mani: “D’accordo, la situazione è certamente più critica, stavolta” convenne “ma, in fin dei conti, Jerry è un genio della bio-ingegneria: sono certo che il problema lo risolverà!” Dal canto suo, Brad Fewer si riscosse e si scostò dalla parete, infilando le mani nelle tasche del suo camice: “Beh, non è mia abitudine fare del disfattismo o scoraggiare dei colleghi volonterosi” disse “ma credo che stavolta la questione sia decisamente più complessa: a tempo debito, si trattò di sottrarre una sola donna dall’attrazione eccessiva che Moroboshi prova verso l’intero gentil sesso… ma adesso si tratta invece di convogliare questa attrazione verso un unico soggetto femminile!” A queste parole, Percival e Simons ammutolirono, mentre Humper reagì diversamente. Ascoltando il collega aveva smesso di tracciare i suoi scarabocchi sulla carta, aveva lasciato cadere la matita e posato le palme delle mani sul tavolo… poi, improvvisamente, sbatté i pugni sullo stesso tavolo, esclamando: “ESATTO…!!!” Gli altri tre lo fissarono con interesse e Fewer lo apostrofò con ironia: “Che ti prende, Jerry…? Ti è forse arrivata l’ispirazione cosmica?” Il capo della Sensitiva ruotò su sé stesso con la sedia girevole e guardò in faccia i suoi colleghi. Simons e Percival si aspettavano di vedergli un’espressione risentita dalla frase sarcastica di Fewer, ma il volto di Humper era invece raggiante: “L’ispirazione me l’hai data tu, adesso, Brad. Sei stato grande!” L’altro sbirciò i due colleghi e replicò: “Davvero? Ne sono lusingato! Ma che intendi dire…?” “Che hai colto nel segno, amico! In effetti, il problema da risolvere non era affatto differente da quello che dovetti affrontare all’inizio di tutta questa faccenda… era solo reciproco!” “Reciproco…?” chiese Simons. “Ma certo! Cosa dobbiamo fare, in fondo? Trasformare la poligamia di Ataru in monogamia. E fare in modo che questa monogamia sia diretta verso la signorina Lamù… in altre parole, si tratta di applicare un processo inverso a quello realizzato con i SISAS…!” La luce ironica negli occhi di Brad Fewer si stava rapidamente spegnendo, mentre la sua mano destra, portata alla bocca, ne manifestava il nuovo atteggiamento meditativo: “Spiegati meglio…!” disse, infine. “Ma è chiaro, Brad: gli ASD - o SISAS che dir si voglia - hanno semplicemente escluso una singola persona - cioè Lamù - dall’interesse di Ataru verso il sesso femminile. Quel che 11 adesso dobbiamo fare è concentrare invece tutto l’interesse di Moroboshi verso un singolo esponente dello stesso sesso: vale a dire Lamù!” il capo della Sensitiva enfatizzò la sua tesi battendo il pugno di una mano sul palmo dell’altra. Hugh Simons, dopo averlo ascoltato a bocca aperta, esclamò: “Ho capito: se l’attrazione di Ataru per l’altro sesso si manifesterà unicamente verso la signorina Lamù, Ataru diventerà finalmente monogamo…!” “Beh, Jerry” aggiunse Fewer, a sua volta “dopotutto Hugh l’ha detta giusta: sei un genio… teorico, almeno!” “Perché solo teorico?” chiese Simons. Fewer alzò una mano con fare diplomatico: “Sarà un genio pratico quando avrà scoperto come arrivarci. Non credo, infatti, che la soluzione si realizzi invertendo semplicemente il funzionamento dei SISAS…!” “No, certamente” rispose Humper, sorridendo “quei maledetti arnesi possono essere tarati soltanto su un’unica frequenza di onde cerebrali: non potrebbero escludere gli impulsi sensuali di tutte le donne, tranne Lamù!” Il capo della Neurologica, che aveva per il collega una fiducia pressoché illimitata, ribatté: “Ah, ma che importa… io non ho dubbi: in un modo o nell’altro, ci arriverai!” Come una doccia gelata arrivò invece il parere contrario di August Percival: “Non ci arriverai, Jerry…! Non può funzionare… è impossibile!” Capitolo 6: “Funzionerà…?” J erry Humper, che stava per immergersi nuovamente nelle sue riflessioni, rialzò la testa: “Beh… non pretendo affatto di ispirarti una fiducia illimitata, Gus! Ma suvvia: cerca di essere un po’ più ottimista!” “Non è questione di ottimismo… e non fraintendermi, Jerry” ribatté il capo della Genetica, scuotendo la testa “lo so quanto vali e, se ben ricordi, l’ho ribadito anche al Coordinatore. Ma lo sai bene qual è il problema di Ataru… da dove deriva la sua incontrollabile libidine: il PGT è praticamente assente!1 Il richiamo della donna (qualunque donna che appena respiri) è troppo forte, in lui, perché tu possa riuscire a dominarlo!” “Questo è vero, purtroppo” commentò il capo della Neuro “ed è il motivo per cui è finita male anche la storia con la signorina Myake… l’unica ragazza per la quale Moroboshi provasse dell’amore sincero…” si interruppe un istante e concluse “…a parte Lamù!” I quattro tecnici rimasero in silenzio e, dopo qualche momento, il buon Humper si rimise a tracciare le sue arcane formule matematiche sulla carta, mentre Percival ricominciava a passeggiare per la stanza. Il quadretto minacciava insomma di ritornare quello di prima, quando Fewer (nuovamente tornato ad appoggiarsi alla parete, con le braccia conserte), smise di rimuginare e buttò lì questa frase: “Ehi… e se provassimo a metterglielo noi, quel PGT che gli manca…?!” August Percival sbottò in una risata: “Ma cosa cavolo dici, Brad…?! Il PGT non lo possiamo mica fabbricare…! Arriva dalla madre, quello!” “Già… e, dalla signora Moroboshi, non è arrivato. Ci sarebbe da ridere, pensando che voleva partorire una femmina, anziché un maschio…!” ricordò Hugh Simons, amaramente. “D’accordo, che discorsi” replicò Fewer “ma io intendevo dire che si potrebbe farglielo assumere dall’esterno!” 1 Nell’uomo, una moderata presenza di ormoni femminili (progesterone o PGT) stempera opportunamente la virilità; viceversa, nella donna, una moderata presenza di ormoni maschili (testosterone o TST) stempera, altrettanto opportunamente, la femminilità. 12 “Dall’esterno…?! E dove lo troviamo?” chiese Percival, un po’ ingenuamente (dato il suo ruolo). “Beh, in farmacia, no?” rispose il capo della Cerebrale “Ci sono quei prodotti, a base di estrogeni…” “MA TU SEI SCEMO…!!!” urlò Hugh Simons, fuori di sé “E alle complicazioni psicologiche, non ci pensi…?? Ma ti pare? L’uomo più allupato di tutto l’universo che si reca in farmacia a comprare degli ormoni femminili…!?!” “Vabbé… allora trovala tu la soluzione, fenomeno” ribatté Fewer indicando il suo cronografo “ti avverto però che sono rimasti solo tre giorni, quindici ore e cinquantadue minuti… a partire da questo momento!” “State calmi, voi due” intervenne Humper “non serve a niente scaldarsi… inoltre, Brad, la questione non è così semplice!” “Che intendi?” “Non serve un PGT artificiale… certo, con quello si risolverebbe forse una parte del problema (la riduzione della libido di Ataru) ma non riusciremmo certamente a concentrare tutto il suo interesse per le donne su Lamù!” “E perché?” domandò Percival. “Perché, per ottenere questo, occorre che io crei un catalizzatore basato su una componente esclusiva del soggetto interessato. Il PGT può andare… ma dev’essere il suo PGT, non un PGT qualsiasi!” “Il suo…?? Intendi forse… il progesterone di Lamù…??!!” chiese Simons, ansiosamente. Il capo della Sensitiva annuì senza esitare: “Affermativo. E dovrà essere anche piuttosto concentrato!” “Ma… da dove diavolo lo prendiamo, il progesterone di Lamù?” domandò Fewer “E in che modo…?? Percival, che ti prende…?!” parlando, lo sguardo del capo della Cerebrale si era spostato sul collega della Genetica, il quale aveva ripreso a tamponarsi il sudore dalla fronte e dal collo, ora ben più copioso di prima. “August” lo apostrofò anche Simons “ti senti male…?” Percival smise di asciugarsi e lo guardò con una faccia sgomenta. Poi si passò un paio di volte la mano sulla bocca e iniziò a rispondere, con voce rotta: “Dove lo prendiamo, eh…? Piuttosto concentrato, eh…?” batté un pugno contro la parete “PORCA VACCA LA MISERIA…!!!” Humper, sebbene anche lui preoccupato per il collega, ebbe come un’illuminazione: “Ehi, Gus” lo chiamò gentilmente “non è che ti è venuta qualche idea…?” August Percival, responsabile della sezione Genetica (detta anche “Riproduttiva”) dell’uomo più allupato di tutto l’universo (titolo in contraddizione con il fatto che la detta sezione non era ancora stata utilizzata) avrebbe dato in quel momento qualsiasi cosa per non essere costretto - proprio lui - a fornire la chiave per la soluzione del problema! Tuttavia era suo dovere farlo. Perciò rialzò la testa verso il capo della Sensitiva… e parlò. “Jerry… c’è una sostanza organica, nella femmina… dove il PGT è concentrato in maggior misura… rispetto a tutto il resto del corpo! È anche una sostanza… non nociva per l’organismo maschile che la dovesse assumere… ed è anche… relativamente facile assumerla!” S’interruppe. I colleghi attendevano, tenendo spalancati gli occhi e soprattutto gli orecchi… poi, visto che il suo silenzio perdurava, Brad Fewer lo sollecitò: “Avanti, Gus: non tenerci sulle spine! Che cos’è…??” Percival guardò lui e guardò Humper… questi aveva forse già compreso e attendeva solo una conferma. 13 “È… è il… il… il VLF1…!!!” A quella risposta, Brad Fewer alzò gli occhi al cielo tornando a incrociare le braccia, mentre Hugh Simons si tappò la bocca con le mani, strabuzzando gli occhi. Quanto a Jerry Humper, come principale solutore tecnico del problema, reagì in modo totalmente diverso: tornò a dare le spalle ai colleghi, afferrò un foglio di carta e disse: “Gus… dammi subito la formula chimica del VLF!” Ormai conscio di scivolare lungo una china inesorabile, Percival gliela dettò con voce spenta. Subito dopo, il capo della Sensitiva s’immerse nuovamente nei suoi calcoli scientifici, mentre gli altri lo osservavano, increduli… possibile che la risposta fosse così ovvia? Possibile che il cerchio si dovesse chiudere in quel modo? Possibile, soprattutto, che l’evento che da ben quattro anni avevano cercato disperatamente di evitare rappresentasse, in realtà, la soluzione di tutti i problemi? Finalmente, dopo aver riempito almeno una mezza dozzina di fogli, Jerry si arrestò esaminando il risultato di un complicatissimo (tranne che per lui) calcolo matematico. “Certo… sicuro… inconfutabile…!” mormorò a voce non abbastanza bassa per non essere sentito. Brad Fewer gli pose una sola domanda: “Funzionerà…?” Humper si voltò nuovamente e gli rispose: “Sì… al 100%!” Il capo della Cerebrale rimise le mani in tasca e si girò verso i responsabili delle sezioni organiche destinate “in primis” a gestire le relazioni interpersonali dell’individuo con “la seconda metà del cielo”… la Neurologica e la Genetica, appunto: “Signori… avete sentito? La Cerebrale e la Sensitiva hanno fatto la loro parte… adesso tocca a voi!” Con un tonfo sonoro, i due piombarono al suolo, privi di sensi. Capitolo 7: “Vuole venire al sodo, sì o no?” P arte del Consiglio Organico di Ataru Moroboshi si stava riunendo nella saletta adiacente all’ufficio di Chris Wellington, riservata ai meeting d’emergenza. Jerry Humper era già al suo posto, occupato a dare un’ultima scorsa al suo rapporto; accanto a lui sedevano Hugh Simons e Gus Percival, quest’ultimo intento a fissare ansiosamente il posto a capo del tavolo dove, di lì a poco, si sarebbe seduto A1. Simons, da parte sua, non staccava lo sguardo dal pannello del cronometro che scandiva il fatidico count down: dalla messa fuori uso dell’ultimo ASD rimanevano in quel momento solamente due giorni, ventidue ore e trentasei minuti… dopodiché, l’inibizione forzata dell’organismo da loro gestito sarebbe andata a farsi benedire alla sola vista della “Principessa degli Oni”…! A un tratto Humper alzò gli occhi dai suoi appunti e diede una rapida panoramica ai convenuti: “Ci siamo tutti, a parte il capo…?” domandò. “No” rispose Fewer “manca Meals!” “Meals…?” replicò Simons “E che ci viene a fare? Che c’entra, lui…?” “Centra, centra” sospirò Humper riordinando i suoi fogli per l’ennesima volta “altroché, se centra…!” “Non capisco!” insistette il capo della Neuro. “Capirai…!” rispose Percival con voce atona e il mento in mezzo ai pugni. In quel momento si aprì l’ingresso e comparve il collega testé nominato, ovvero Larry Meals, soprannominato Sweeper, capo della Sezione Metabolica.2 Era forse il membro del 1 “Vaginal Lubricant Fluid” (Fluido Lubrificante Vaginale). 2 Dal verbo “to sweep” (spazzolare). Perciò il soprannome di Larry Meals si traduce in “Spazzola”! 14 Consiglio che prendeva più sul serio il proprio ruolo dentro a quell’organismo, tanto da aver coniato un motto che campeggiava scritto anche sopra una parete del suo ufficio: “Nulla esiste che non si possa digerire!” “Buongiorno a lor signori!” salutò. “Ciao, Sweeper” disse Brad “ti vedo in forma!” “Se lo dici tu! Sono stato impegnato fino adesso a trattare quella quadrupla porzione di sukiaky che quello scemo s’è ingurgitato a velocità supersonica… ho sudato sette camice per evitargli una colica. Quanto vorrei che la piantasse, con quelle gare di velocità idiote…!” “Non ti preoccupare: fra poco dovrai assimilare qualcosa di molto più digeribile!” gli disse Humper. “Questo, poi, sarà tutto da vedere…!” obiettò Percival. “Non capisco di che stiate parlando” ribatté Meals “e, soprattutto, gradirei mi spiegaste il motivo per cui sono stato convocato anch’io a questa riunione!” “Non mi dirai, caro Sweeper, che gli avvenimenti interni degli ultimi giorni ti hanno lasciato completamente all’oscuro!” commentò Simons. “Mah… non del tutto, in effetti… ho sentito che gli ASD stanno partendo uno dopo l’altro... che sarebbe arrivato il momento di mettere un punto fermo alla relazione fra Ataru e Lamù… ma la Metabolica cos’ha a che vedere, con tutto questo?” “Mettiti a sedere, va’ là…” gli fece cenno Humper “…fra un po’ sarà qui A1 e avrai modo di saperlo!” “Io mi auguro soltanto” disse l’altro, borbottando, mentre si accomodava “che il signor Moroboshi non sarà più costretto a ingurgitare qualche altra di quelle micidiali stelline iperpiccanti, cucinate dalla sua aspirante consorte… altrimenti non risponderò più degli effetti collaterali…!” “Sarà ben altro quello che dovrà ingurgitare” intervenne Percival, sempre mestamente “e gli effetti collaterali ce li avremo noi, sul groppone, non tu! In quanto al piccante… bah, per quanto ne so io, dovrebbe essere dolce… almeno nelle terrestri: nelle oni, non lo so!” “Ma che significa…? Piantatela di parlare per enigmi o io…” sentendosi stringere leggermente il braccio da Brad Fewer, il capo della Metabolica si interruppe, realizzando che Chris Wellington stava entrando proprio ora. Subito tutti i presenti si alzarono dalle sedie. “Comodi, comodi…!” disse A1 raggiungendo il suo posto. Dopo essersi sistemato nella poltrona, diede una fugace occhiata al contatore (che adesso segnava due giorni, ventuno ore e cinquantaquattro minuti), poi tornò a voltarsi verso i sottoposti, appoggiò i gomiti sul piano del tavolo e giunse le mani. “Allora, signori miei” iniziò, con un tono di voce da far tremare le vene ai polsi di tutti quanti “stando alla segnalazione giuntami poc’anzi dal signor Fewer, sembrerebbe che abbiate trovato una soluzione ai nostri problemi… e con due giorni abbondanti di anticipo sul Big Bang! Me ne compiaccio vivamente…!” osservò un istante tutti i presenti e aggiunse “Bene, signor Humper: la vedo ansioso di espormi il suo rapporto… cominci pure!” Il capo della Sensitiva si rialzò, scambiò un rapido sguardo con i colleghi vicini ed espose il suo resoconto con la voce più calma che gli fu possibile, scandendo accuratamente ogni parola: “Ebbene, signore… per arrivare a convertire la poligamia del nostro assistito in monogamia… siamo partiti dalle radici del problema. Come lei ben sa - e come le spiegai prima di progettare i SISAS - il morboso interesse per le donne - tutte le donne - provato da questo organismo, deriva dalla pressoché totale assenza di PGT… in quanto, nel corso della 15 sua gestazione, le colleghe genetiche della signora Moroboshi non furono in grado di fornircene!” “Non vollero fornircene” intervenne Percival “perché questa è la verità…!” “In realtà, August, non ne siamo del tutto sicuri. Però…” “Signori” Wellington batté il palmo della mano sul tavolo “vediamo di andare avanti, per cortesia…!” Humper ebbe un guizzo e continuò: “Sissignore… mi scusi…! Dunque… abbiamo ritenuto che il sistema più efficace per rendere monogamo Ataru Moroboshi… sia appunto quello di sfruttare la sua altissima percezione del richiamo femminile… concentrandolo, ovviamente, sulla signorina Lamù!” A1 lo fissò con espressione acuta: “Interessante… e lei sarebbe in grado di riuscirci, Humper?” L’altro riprese fiato e rispose: “Teoricamente, sì… attraverso la messa a punto di un catalizzatore sensitivo, basato su un’essenza esclusiva del soggetto in questione!” “Uhm… capisco. E… come conta di combattere l’allupamento morboso di Ataru, dovuto alla carenza di PGT?” “Ecco, signore… era proprio questo il problema… ma, paradossalmente, si è rivelato essere anche la chiave per la sua soluzione!” Brad Fewer cominciò a innervosirsi, riscontrando nel collega la solita maledetta abitudine alle perifrasi e, osservando Wellington di sottecchi, pensò: *Fra poco, esplode!* Il Coordinatore, invece, pur mantenendo l’espressione dura, replicò con voce tranquilla, pur se leggermente ironica: “Sono sicuro che lei non sta nella pelle dalla voglia di illustrarmela, caro Jerry!” quindi aggiunse, mentalmente ma facendo parlare gli occhi: *E sarà anche meglio che ti sbrighi…!* “Certo, signore! Vede… l’unico sistema per ridurre la libido di Ataru entro limiti, non dico ragionevoli, ma certamente gestibili… sarebbe quello di annullare la carenza di PGT mediante un’assunzione esterna di tale elemento ormonale. Tuttavia… scartata a priori l’ipotesi di ricorrere a sostanze chimiche artificiali (date le inevitabili implicazioni psicologiche, accennate dalla Neuro)… abbiamo convenuto che il PGT che meglio potrebbe servire allo scopo… sarebbe proprio quello naturale… della signorina Lamù!” Larry Meals cominciò ad avvertire uno strano formicolio per tutto il corpo, senza tuttavia poterselo ancora spiegare. “Tale elemento” continuò Humper dopo aver aspirato un’altra boccata di ossigeno “oltre a restituire al nostro organismo quel giusto equilibrio fra TST e PGT che gli è stato negato dalla nascita…” si arrestò per deglutire “…rappresenterebbe contemporaneamente la migliore sostanza di base per creare il catalizzatore necessario… a indurre il signor Moroboshi verso una relazione stabile - e soprattutto monogama - con la sua aspirante moglie!” Detto questo, Jerry Humper si risedette, riposò gli appunti sul tavolo e, dopo essersi terso la fronte sudata, si rivolse nuovamente verso A1. Questi lo soppesò per qualche momento, quindi osservò l’espressione pressoché impassibile di Fewer, quella tesa di Simons e quella di Meals, sempre più sbigottita col trascorrere dei secondi. Poi tornò a guardare Humper: “Lei mi deve perdonare, Jerry… non dubito che, sotto la sua guida, il vostro team abbia svolto un ottimo lavoro… e sono anche certissimo che, qualunque procedura abbiate in mente, funzionerà alla perfezione…” Al capo della Cerebrale non sfuggì il fatto che anche il Coordinatore cominciava a prendere il discorso alla larga, come se ora avesse anche lui paura di arrivare alla conclusione… e la cosa lo divertì alquanto! 16 “…sta di fatto” continuò A1 “che, per quanto io mi sforzi, non riesco assolutamente a immaginare in quale modo contiate di prelevare il PGT che ci occorre! Lei mi può aiutare?” parlando, volse però lo sguardo verso il capo della Genetica “O forse dovrei chiederlo a lei, signor Percival…?” Quello alzò il viso mostrando un’espressione disfatta e mugolò: “Signore… io credo che lei abbia già capito… e vorrei che mi esentasse dal rispondere!” Chris Wellington lo fulminò con uno sguardo d’acciaio. Subito dopo mostrò un sorriso peggiore della più truce delle grinte e replicò, con voce quasi metallica: “L’ho già detto una volta: a voi non deve interessare minimamente che io intuisca o meno a priori le vostre conclusioni… quando faccio delle domande, esigo delle risposte… CHIARE ED ESAUSTIVE! Ha capito, signor Percival…?” Il povero direttore della Genetica aprì e chiuse due o tre volte la bocca, a mo’ di pesce appena pescato. Per porre fine a quell’agonia, Humper si decise a intervenire al suo posto: “Le risponderò io, signore. Dopo aver considerato… che solo una dose appropriata di PGT…” fece un respiro “…particolarmente concentrato… sarebbe in grado di innescare il processo di concentrazione libica di Ataru verso un singolo soggetto…” altro respiro “…rimaneva soltanto da individuare quale sostanza, scaturente dall’organismo della signorina Lamù…” altro respiro “…fosse più utile al nostro scopo. Orbene…” “OH, INSOMMA” tuonò il Coordinatore, non potendone più “VUOLE VENIRE AL SODO, SÌ O NO…??!! MI AVETE ROTTO CON TUTTE QUESTE STRAMMALEDETTE CIRCONLOCUZIONI!! O ARRIVATE IMMEDIATAMENTE AL PUNTO O GIURO CHE VI SBATTO ALLA SQUADRA ESCATOLOGICA PER UN MESE INTERO…!!!” Visto come si stava mettendo, l’impavido Brad Fewer si levò a sua volta e, senza più mezzi termini, snocciolò in faccia al Capo la fatidica sentenza: “Signore… in poche parole, occorre spupazzarsi la signorina Lamù… farla venire… e suggerle il nettare dalla gnocca!!” La frase del capo della Cerebrale, risuonata secca come una fucilata, fu seguita da un lugubre silenzio. Capitolo 8: “Credete che si accontenterà di una B?” C hristopher W. Wellington, Organic Coordinator dell’uomo più allupato di tutto l’universo, il membro a cui spettava l’ultima parola per ciò che riguardava tutte le funzioni biologiche dell’individuo affidatogli dai signori Moroboshi (un tempo felice e tranquilla coppia del quartiere Tomobiki, prefettura di Nerima), dopo essere riuscito a far rientrare i bulbi oculari nelle orbite del proprio cranio, rimase qualche minuto a meditare silenziosamente, tenendo la dentatura appoggiata al pollice della mano destra e lo sguardo fisso al centro del tavolo. Ci rimase fino al momento in cui - con loro grande stupore - i capi-sezione convenuti a quel disgraziato meeting notarono le sue spalle scuotersi e lo videro fare una cosa che non accadeva da tempo immemorabile (sempre che fosse mai accaduta)! Lo videro ridere… dapprima sommessamente, poi sempre più forte, tanto che dovette appoggiare le mani sul tavolo, per sorreggersi. Adesso il suo era un riso forte e sguaiato, da fargli battere anche i pugni sul tavolo stesso. Sembrava non riuscisse più a fermarsi…! Finalmente si calmò e rialzò il capo, passandosi ripetutamente la mano sulla faccia… rivolse ai subordinati uno sguardo tutto sommato bonario, fece un ultimo risolino ed esclamò: “Aaah… questa mi ci voleva proprio: una bella risata è sicuramente il miglior tonico che ci 17 sia, non c’è dubbio! Bene, bene… mi auguro però che l’affermazione del signor Fewer non avesse unicamente questa intenzione…!” “Niente affatto, signore” si affrettò a rispondere il capo della Sensitiva “come il mio collega della Genetica le confermerà e come del resto ci ha rivelato lui stesso… la sostanza organica femminile che racchiude la maggior quantità percentuale di PGT è, senza ombra di dubbio…” qui dovette ancora fermarsi e fare un respiro profondo “…il Fluido Lubrificante Vaginale…!” A1 credette di vederlo preda di un brivido, mentre finiva di spiegarsi; ad ogni modo non commentò e si rivolse invece al malcapitato collega chiamato in causa: “Ebbene, signor Percival, conferma…?” Al poveraccio la domanda suonava oramai come quella che il carnefice rivolge al condannato per concedergli l’ultimo desiderio! Beccheggiò allora alcune volte con il mento, ma poi (notando che lo sguardo di Wellington non si ammorbidiva) ritenne opportuno usare anche la bocca: “Sì, signore… sì, è così…!” “Quindi, in termini più semplicistici” replicò A1 “sarà sufficiente inghiottire una buona dose di umore intimo di miss Lamù… e il problema sarà risolto…?” “Beh, non immediatamente” precisò Humper “una volta che potrò disporre del VLF, dovrei essere in grado di mettere a punto un catalizzatore che concentrerà, con ottime probabilità di successo, tutta la restante libido di Ataru sulla signorina Lamù… e questo, aggiunto al sentimento che essi provano l’uno per l’altra, dovrebbe stabilizzare il loro rapporto in maniera certamente definitiva!” “Magnifico!” esclamò Wellington, con viva soddisfazione “A proposito, signor Simons: che aggiornamento può darmi sul livello del C.R.?”1 “Stamattina è arrivato a 1425… ancora 75 punti e saremo in Zona Copp…” Hugh Simons si sentì urtare violentemente dal collega sedutogli accanto. Si voltò e si accorse che il capo della sezione Metabolica aveva appena avuto un sussulto spaventoso, degno di un ictus o di un infarto da primo grado. Era bianco come un cencio lavato, i bulbi oculari avevano assunto la forma del dirigibile Hindemburgh e le labbra gli formavano un circolo praticamente perfetto. “Prego, signor Meals: desidera qualche chiarimento…?” gli chiese il Coordinatore, non curandosi affatto di nascondere il suo accento malizioso. Larry “Sweeper” Meals emise solamente un confuso borbottio, prima di poter articolare qualche parola di senso compiuto: “Io… eh… uh… credo… e soprattutto spero… di aver capito male, signore…! Ma… se la frase del collega della Cerebrale non è precisamente una battuta… errr… la mia sezione dovrebbe… insomma… incamerare… e proprio dalla… ma… però… È UNO SCHERZO, VERO…??!!” “Mi meraviglio di lei, signor Meals: come può, dopo 17 anni di servizio, mettere in dubbio la serietà e la professionalità dei suoi colleghi?” ribatté A1, senza alcun mutamento d’accento. Il capo della Metabolica più veloce della Terra si era affrettato a slacciarsi il colletto della camicia, ruotando la testa per volgere mute e smarrite occhiate ai suoi “compagni di sventura”… ma, dopo aver osservato lo sguardo fatalista di Brad Fewer, quello malinconico di Hugh Simons e - in cauda venenum2 - quello terreo di August Percival, ebbe la malaugurata conferma che nessuna provvidenziale sveglia avrebbe posto fine a quello che, 1 Il “Coefficiente Relazionale” (vedi nota 2 al cap. 4). 2 Frase latina che significa “in coda al veleno” per indicare il fattore più negativo della serie. È la frase contraria al positivo dulcis in fundo. 18 purtroppo, non era affatto un incubo! Considerandola allora una reazione più che giustificata, lasciò che la rabbia montasse in lui… Adesso sì che aveva capito il motivo per cui era stato chiamato in causa per una mera questione di sesso e non per una qualche problematica energetica! Poteva accettare i primi tredici anni di servizio trascorsi a sobbarcarsi un carico di lavoro doppio del normale, per colpa della voracità di quel gourmet disgraziato… poteva anche abbozzare sugli ultimi quattro anni spesi a impazzire per assimilare senza danni letali le micidiali specialità del pianeta Uru, cacciati a forza nel suo povero esofago da quell’aliena cocciuta… ma che adesso gli si chiedesse di inghiottire - e soprattutto digerire - anche una buona dose del suo umore intimo… no: questo era decisamente troppo! Nonostante Ataru Moroboshi fosse soltanto uno stupido adolescente allupato o, nella migliore delle ipotesi, intendesse unicamente apparire tale (Meals non lo aveva mai capito e del resto non era di sua competenza), nondimeno il personale della sezione Metabolica aveva la sua dignità! “Voi… voi siete pazzi…!!! È una cosa… una cosa ABOMINEVOLE…! Io… io capisco il problema da risolvere… MA IN QUESTO MODO, NO…!! Ci dev’essere un altro sistema… CI DEVE ESSERE…!!!” “No, Meals, non c’è” replicò Jerry Humper “ce lo insegni tu che, a parte l’aria, tutte le sostanze che l’organismo necessita di assimilare, devono passare dalla tua sezione: alimenti, bevande, medicine… e anche…” “No, non dirlo… NON DIRLO…!!! E poi, insomma… dopo tutto questo tempo passato a rifiutarla e a indispettirla… anche tu, Simons: come pensi di riuscire a convincere quella donna a…” Fu interrotto da una risata isterica. Percival, forse scosso dall’atteggiamento del collega, sembrava essersi risvegliato dalla sua momentanea apatia: “CONVINCERE QUELLA DONNA…?? A FARE CHE, SWEEPER…? A SCOPARE CON LUI? È LA MIGLIORE DELLA SERATA, QUESTA! MA SE NON ASPETTA ALTRO, QUELL’ORCA ASSASSINA…!!” Hugh Simons lo riprese con fermezza: “Adesso stai esagerando, Gus! Convengo che mostri un atteggiamento un po’ invadente e un’indole leggermente dispotica… per non parlare della sua forte gelosia… ma sono atteggiamenti superficiali: dietro questi, Lamù possiede una bontà e una dolcezza eccezionali… i suoi sentimenti per Ataru sono profondi! Come affermano tutti i componenti del mio personale, noi non possiamo continuare a farla soffrire così… e tu non puoi permetterti di chiamarla orca assassina!” “Va bene, Hugh… ne riparleremo quando saremo stati inceneriti! Se penso alle scariche che ci molla durante un rapporto A o anche solo un abbraccio… posso ben immaginare cosa succederebbe nel caso di una C…! Quando le mie colleghe, là dentro, raggiungeranno il climax, vedrai che divertimento: il raccordo di giunzione1 farà da parafulmine… il midollo spinale trasporterà la scarica fin qui… l’intera centrale operativa fungerà da massa e… te saludi2…!” “Ma forse non sarà necessario un rapporto completo” intervenne Humper per cercare di calmarlo “dopotutto è sufficiente un po’ di petting per provocare l’uscita del VLF dall’interfaccia di passaggio3…!” “Anche tu ti crogioli nelle speranze… eh, Jerry? Siete proprio una bella manica di ingenui…! Credete che quella femmina assatanata si accontenterà di una B…? Dopo quattro 1 Apparato complementare all’interfaccia di passaggio dell’organismo femminile (vedi nota 3). 2 A quanto pare August Percival ha studiato biologia alla Bocconi di Milano! 3 Apparato complementare al raccordo di giunzione (vedi nota 1). 19 anni che la teniamo a digiuno? E credete soprattutto che quell’allupato sarà in grado di resisterle?” “Beh… ma dopotutto è compito tuo mantenere l’organismo sotto controllo!” insistette il capo della Sensitiva. “CON SOLO TRE ASD ANCORA IN FUNZIONE…?? NON CREDO PROPRIO…!!!” Si udì un improvviso scoppio, non molto attutito dalle pareti della sala riunioni. Conseguentemente, il pannello del contatore, che stava visualizzando un residuo di due giorni, sedici ore e cinquantaquattro minuti, scattò subito a segnare un giorno, ventidue ore e quarantasette minuti al Big Bang…! Hugh Simons sospirò: “Temo ne rimangano solo due, da questo momento…!” “Appunto!” puntualizzò Percival. Capitolo 9: “Cosa proverebbe, se andasse in bianco…?” C hris Wellington guardò Gus Percival con espressione decisamente annoiata… che, sulla sua faccia, appariva più minacciosa di un’espressione furente. Quindi gli disse: “Okay, Percival… ora basta! In tutti questi quattro anni, ogni volta che qui dentro si è accennato a un possibile rapporto sessuale con la signorina Lamù, lei ha tirato sempre fuori questa storia… che a me, tuttavia, convinceva ogni volta sempre di meno…” l’altro aprì la bocca per protestare ma il dito che A1 si posò sulle labbra lo ammonì severamente di lasciarlo proseguire “…e non mi ha convinto sempre meno soltanto per il rapporto che ci inviò la Genetica della nostra gentile consorte1… ma soprattutto per una considerazione abbastanza illuminante, di cui mi rese a suo tempo partecipe il signor Fewer…” Il capo della Genetica squadrò il collega della Cerebrale con uno sguardo decisamente poco amichevole e Fewer non poté fare altro che congiungere le mani e abbassare il proprio. “…il quale” continuò A1, inesorabilmente “alla mia domanda se esistessero rassicurazioni al suo peraltro ragionevole dubbio (se cioè effettivamente l’inibizione della scarica orgasmica funzionasse solo fra i membri della razza Oni) mi disse che avrebbe potuto esserci utile, al riguardo, un certo nastro giallo che quel monaco dabbene aveva consegnato ad Ataru, per consentirgli di neutralizzare i poteri della sua vivace mogliettina. Se lo ricorda, vero, signor Percival…?”2 Quest’ultimo impallidì come un cadavere, poi alzò lentamente il braccio destro, lo puntò dritto contro il collega della Cerebrale e sibilò: “Tu… TU, DANNATISSIMO IDIOTA…!!! Ma perché…? ME LO DICI, PERCHÉ…??!!” Brad Fewer respirò a fondo: “Il capo mi fece una domanda” iniziò a dirgli “e io gli diedi la risposta. Gli dissi solo la verità…!” i suoi occhi, puntati su quelli dell’altro, non esprimevano il minimo senso di colpa. Sospirò ancora e proseguì: “Senti, Gus… a nessuno di noi è risultato semplice fare il responsabile organico di un individuo come Ataru Moroboshi… un figlio non completamente accettato dai propri genitori perché nato maschio invece che femmina e non dotato, per di più, di un’intelligenza eccessivamente abbondante…” Hugh Simons, capo della Neuro, continuò: “…ma con una grande generosità interiore e un grande bisogno d’amore… quell’amore materno che la sua genitrice non ha mai saputo dargli con completezza e che lui, in tutti questi 17 anni, ha cercato disperatamente in tante 1 Dove si dichiarava che, durante un orgasmo provocato da un amplesso, le scariche non sarebbero partite, in modo da non porre in conflitto la riproduzione della razza Oni con l’incolumità della coppia. 2 Cfr. il 16° capitolo del fumetto “Il fiocco giallo della felicità” oppure il 13° episodio del cartone “Elettroshocks”. 20 donne, mascherandosi - per orgoglio - dietro quella che appariva, solo superficialmente, come una sfrenata libidine!” Dick Hoffman, capo dell’Immunitaria, convocato al meeting per rispondere a eventuali questioni mediche, aggiunse anche lui il suo parere: “Un ragazzo, inoltre, che per evitare a questo pianeta la sorte di subire il dominio di Uru, ha rischiato di minare la propria salute, spremendosi quasi fino al collasso per correre dietro alla sua avversaria…” “…e al quale, per quest’impresa riuscita, nessuno ha mai detto nemmeno grazie…!” intervenne ancora Simons “Da tutti, anzi, è stato osteggiato e disprezzato: dagli uomini perché invidiato come compagno di Lamù e dalle donne perché umiliate dalla sua preferenza per un’aliena! Grazie al Cielo esisteva una persona - una sola - che aveva scoperto il vero animo di Ataru… quell’animo disinteressato e stoico che lui soffocava col pragmatismo e l’egocentrismo, per reagire alle continue frustrazioni!” Fu la volta di Humper, per la Sensitiva: “Purtroppo abbiamo commesso l’errore di non capire il sentimento che questa persona provava realmente per lui… cosicché, scambiandolo per mera volontà di possesso, abbiamo costruito quegli ordigni per tenerlo lontano da lei. Per fortuna, così come il male distrugge sempre sé stesso, i SISAS stanno rapidamente neutralizzandosi, ora che hanno esaurito il loro compito!” “Proprio così” concluse Fewer, per la Cerebrale “perché adesso tocca a noi, i responsabili organici di Ataru (assieme alle nostre colleghe di Lamù) aiutare queste due anime gemelle, nate su due mondi così lontani1 a riunirsi per l’eternità!” “E quale miglior modo, per cementare quest’unione interplanetaria, di un reciproco dono della propria intimità fisica? Senza contare” replicò Simons “che questo ci permetterà di far cessare, una volte per sempre, il suo deprecabile comportamento da farfallone!” Percival fece un ultimo tentativo: “Ma… quel nastro, ormai, non esisterà più. E Sakurambo avrà troppa paura della reazione di Lamù, per azzardarsi a fabbricarne un altro…!” Simons sorrise: “Quel nastro esiste ancora, Gus. Lamù non l’ha mai distrutto e lo ha conservato gelosamente… proprio perché anche la sua Genetica nutriva un dubbio analogo al tuo e lei non avrebbe mai rischiato la vita del suo tesoruccio, tanto meno per fare l’amore con lui! Come vedi, non ci sono più ostacoli di sorta. Mi rendo conto che, dopo il modo in cui Ataru si è comportato fin qui, l’imbarazzo che proverà sarà notevole! Sarà dura, certo… ma, se tutti faremo la nostra parte, andrà tutto bene!” “È vero, Gus” disse ancora Fewer “tutti noi siamo pronti ad aiutarlo… aiutalo anche tu!” Il capo della Genetica manteneva lo sguardo basso. Non aveva più nulla da ribattere… il suo “gioco” era stato scoperto! C’era di buono che il Consiglio Organico non si stava trasformando per lui in una sorta di Corte d’Assise e ciò si doveva al fatto che tutti Coordinatore compreso - erano ben consci di come le paure di Percival fossero, là dentro, ben distribuite e condivise! Tuttavia, quando il loro compagno terminò le sue riflessioni, gli altri lo videro scuotere la testa: “No… voi non capite! Io ho mentito, d’accordo… e sono pronto ad accettare le sanzioni che mi spettano. È vero: il pericolo della scarica orgasmica era anche un pretesto! Ma l’ho usato a ragion veduta… perché lui non considera Lamù come la sua donna, ma come la sua dea: l’idolatria di quel buffone di Megane nei riguardi di Lamù è una cretinata, al confronto! Proprio perché in lei - nella sua bellezza, nel suo sguardo, nella sua essenza - 1 Secondo le informazioni da me reperite su un sito Web dedicato alla saga di Uruseyatsura, la distanza che separa il nostro Sole dalla stella triplice Tau Ceti (nella Costellazione dell’Unicorno) al cui sistema appartiene appunto il pianeta Uru (altrimenti detto Demon Star), ammonta a 11,7 Anni Luce, corrispondenti esattamente a ben 110.691 miliardi e 360 milioni di Km! 21 Ataru trova quello che nessun’altra… né sua madre, né Shinobu, né Elle1 gli ha mai saputo dare e che nemmeno potrà dargli mai! È per questo motivo che lui non ha mai trovato il coraggio di donarsi fisicamente a lei, come se temesse di sporcarla… oltre al fatto che non potrebbe mai sopportare di non riuscire a soddisfarla come merita...!” Gli altri erano ammutoliti. Si erano aspettati parole ben diverse da quelle che il loro “smascherato” collega stava pronunciando. Non un atto di contrizione, magari, ma sicuramente un discreto senso di colpa, presumibilmente seguito da un rinnovato proposito di riscatto! Tutti rimasero dunque sconcertati, anche se uno lo era un po’ meno degli altri... e a lui si rivolse direttamente Percival, continuando il suo discorso: “Cosa succederebbe se facesse cilecca durante l’atto…? Tu dirigi la Neuro, Simons… dimmi: cosa proverebbe se andasse in bianco? Ci hai pensato…?” Il responsabile della sezione Emotiva (o Neuro che dir si voglia) aveva aggrottato la fronte, dopo essersi reso conto che il suo collega non stava più parlando per sé stesso, ma per il ragazzo che tutti loro facevano vivere. “Vedi, Hugh” continuò Percival “non solo il suo orgoglio maschile ne uscirebbe distrutto… non soltanto diventerebbe - veramente e definitivamente - lo zimbello di tutti… ma rimarrebbe anche preda di un tale senso di colpa che non lo abbandonerebbe mai più. E non è escluso che potrebbe anche commettere una grossa sciocchezza!” Si arrestò un istante per dare modo ai colleghi di soppesare quanto finora aveva detto e poi concluse: “Io farò come volete, signori… se me lo ordinate, metterò a punto la mia sezione per la condizione C. Se unione fisica dev’essere, unione sia…! Ma voi pensateci bene… pensateci, prima di esporre quel povero ragazzo a un rischio di questo genere!” Finito di parlare si alzò, voltò loro le spalle e si diresse verso l’uscio; lo varcò e lasciò quella stanza. Brad Fewer emise un soffio che durò almeno mezzo minuto, poi commentò, rivolto verso Wellington: “A quanto pare, non si finisce mai di conoscere i propri simili… eh, signore…?” “Ha proprio ragione, Brad…!” rispose lui, assolutamente convinto di quello che diceva. Capitolo 10: “A ogni Sezione, la sua grana…!” A ugust Percival, lasciata la Centrale Operativa, era montato sulla prima unità cellulare di trasporto disponibile e, dopo una discesa di circa 50 cm,2 si ritrovava davanti all’ingresso allarmato della sezione Genetica, sul quale spiccava il simbolo di Athor, il dio egiziano della fecondità. Varcatolo dopo la necessaria identificazione, si recò direttamente nel suo ufficio. “Bentornato, capo! Tutto bene, lassù…?” gli chiese uno dei suoi assistenti. La smorfia che ricevette in risposta, assieme a un cenno desolato della mano, non presagiva nulla di buono. Il povero Percival, senza proferire una sola parola, raggiunse la sua scrivania e si lasciò cadere sulla poltroncina, appoggiando poi la fronte sul palmo della mano sinistra. Rimase così per almeno cinque minuti e si riscosse quando sentì appoggiare qualcosa sul piano dello scrittoio, che si accorse poi essere una tazza di tè fumante… alzò la testa e vide il volto sorridente del suo collaboratore. 1 La regina del pianeta omonimo, alla quale Ataru aveva fatto una promessa di matrimonio (un po’ estorta, a dire il vero) quando aveva l’età di 6 anni (cfr. il lungometraggio “Only You”). 2 Ipotizzando che Ataru Moroboshi, all’età di 17 anni, sia alto circa un metro e sessanta (i giapponesi non sono pertiche) la distanza fra la fronte e l’inguine dovrebbe più o meno essere questa. Si accettano eventuali correzioni. 22 Ricambiatogli il sorriso, afferrò la tazza e la contemplò un istante: “Grazie, caro Pitt… ma non credo che i nostri guai si risolveranno con una semplice tazza di tè!” “Male non fa, signore” rispose l’altro e domandò “ma… se posso chiederglielo… è stato così brutto…?” “Insomma…! Più che altro, caro Pitt, temo che ormai il tempo della tregua sia scaduto!” “Che significa, capo?” “Che dobbiamo prepararci al match finale con la campionessa del pianeta Uru… ma stavolta la grana principale non sarà della squadra di Burt Racer1… stavolta tocca a noi!!” “Intende dire che…” impallidì il subordinato. “Affermativo, Pitt: sta per scoccare l’ora del corpo a corpo intergalattico con la signorina Lamù…!” “Oh, santi numi…!!! Ma è proprio sicuro, capo…?!” “Sicuro, sicuro…” mormorò Gus, stropicciandosi la faccia “…stavolta non c’è proprio nulla da fare. Non possiamo più nemmeno aggrapparci all’incognita della scarica orgasmica: quel bastardo di Fewer ha rammentato ad A1 l’esistenza del nastro giallo!” “Adesso capisco il suo stato d’animo, signor Percival… sarà una prova dura!” “E non sai ancora il peggio, caro Pitt…!” “Non so proprio cosa potrebbe esserci di peggio - dal punto di vista delle incognite, ovviamente - di un rapporto completo con quella creatura esplosiva, signore…!” “E allora te lo dico io” rispose il superiore girandosi e guardandolo dritto in faccia “un rapporto orale, per esempio!” Il povero Pitt strabuzzò gli occhi e si coprì la bocca con le mani. Percival non aveva dubbi: ciò che vedeva sul volto del suo subordinato era terrore. Terrore puro! Si alzò, gli afferrò le spalle che tremavano come foglie e lo scosse, dicendogli: “Ehi, ehi… su, ragazzo! Nervi a posto! Non è niente, non è niente…!!” Ci vollero parecchi secondi prima che l’altro si riprendesse, balbettando: “Mi… mi scusi, signore…! Non so che mi abbia preso” in realtà lo sapeva benissimo “non… non ci badi, la prego… ora… ora mi passa!” Il suo capo sospirò: “Non preoccuparti… e soprattutto non fartene una colpa, Pitt: quella me la devo prendere tutta io, sta’ tranquillo!” “Ma… ma perché dice questo, signore? Lei è sempre stato una guida eccellente per tutti noi!” “Ma fammi il piacere… tanto per cominciare, io stesso non ho mai creduto che saremmo giunti a dover consumare un rapporto sessuale con quella benedetta orca! Contavo talmente sui SISAS di Humper, da non prendere mai seriamente in considerazione che un simile evento potesse concretizzarsi, con tutti i suoi annessi e connessi. E quindi non vi ho mai preparato, psicologicamente, alla cosa!” “E… crede lei che le altre sezioni dell’organismo lo siano più di noi?” “Ma nemmeno per sogno! Checché ne dicano quegli sbruffoni di Humper e Fewer… e anche Simons, bell’incosciente! A noi sono bastati i SISAS per resistere al fascino sensuale di Lamù… ma alla Neuro, per rallentare il più possibile l’aumento del suo C.R. prima verso la fascia dell’affetto e poi verso quella dell’amore, hanno fatto fare ad Ataru una figura da vero stronzo! E adesso Hugh è convinto che basterà qualche parolina dolce affinché Lamù si dimentichi di tutto e gli spalanchi immediatamente le braccia… e le gambe, naturalmente…!” detto ciò, afferrò la tazza di tè ancora piena e la vuotò velocemente, 1 Burt Racer è il capo della sezione Motoria. Si potrebbe considerare il vero vincitore della corsa che ha salvato il mondo dall’invasione degli Oni! 23 osservato con ansia dal suo collaboratore “Comunque, questi sono problemi loro… a ogni sezione, la sua grana… e sarà meglio affrontare subito la nostra, prima di ricevere il semaforo verde dalla Centrale Operativa!” “Quanto tempo abbiamo, per prepararci?” “Ormai sono rimaste soltanto quaranta ore scarse, prima che il TST si scateni alla sola vista della Dea degli Orchi! Quindi non abbiamo un minuto da sprecare. Il personale è al completo?” “Erano stati allertati subito prima della riunione, signore: sono tutti presenti e pronti!” “Benissimo… andiamo con ordine: voglio che si proceda a un check-up completo di tutti gli apparati, con particolare cura al circuito erettivo!” “Sissignore!” “Date anche un buon giro di vite ai freni inibitori: occorre ridurre al minimo - per quanto possibile - il rischio di un’eiaculazione precoce…!” “Bene!” rispose Pitt, con la fronte già imperlata di sudore. “Poi fate un minuzioso controllo del DNA… minuzioso, è chiaro? Voglio che i cromosomi degli spermatozoi siano perfetti. Se si arrivasse alla fecondazione, ricordate che è sempre la madre che rischia, specialmente una madre aliena!”1 “Stia tranquillo. Ma… lei non crede che Moroboshi vorrà prendere precauzioni, almeno per il momento…?” “Qualunque cosa decidano quelli di sopra, noi dobbiamo prevedere tutte le eventualità… sempre poi che quelli lo siano, in grado di decidere qualcosa…!” “Non capisco, signore!” “Pitt, non facciamoci illusioni: non saremo noi a controllare la battaglia delle lenzuola: a torto o a ragione, quelle di Lamù2 si considerano troppo in credito con noi, per lasciarci in mano il volante!” “Capisco, signore… ci daranno una bella strapazzata! Mi tornano i brividi solo a pensarci…!” “E tu non ci pensare: bada a fare il tuo lavoro e basta. Vai, adesso, vai!” “Agli ordini, signore!” il subordinato batté i tacchi, si inchinò e andò a impartire le opportune direttive. Rimasto solo, August Percival esaminò il fondo della tazza appena vuotata, scolandone le ultime gocce. Rimase poi qualche altro istante a osservare i posters appesi alla parete di fronte a lui, raffiguranti alcune delle più belle donne del pianeta, vive o defunte che fossero: Marylin Monroe, Audrey Hepburn, Gina Lollobrigida, Sophia Loren, Grace Kelly, Brigitte Bardot, Virna Lisi, Cindy Crawford, Valeria Marini e tante altre… Quindi appoggiò il mento alle braccia sul piano dello scrittoio e mormorò: “Accidenti… quando tutto sarà finito, quaggiù ci sentiremo come quelli dell’Apollo 11… o come quelli dell’Apollo 13! Armstrong, Lovell… pregate per noi!”3 1 Anni fa, leggendo una fanzine su Kimagure Orange Road, l’autore Izumi Matsumoto raccontava ai fan che Akemi Kasuga, madre di Kyosuke, era morta di parto alla nascita delle gemelle Manami e Kurumi. La ragione, diceva, stava nel fatto che la famiglia di Akemi era di origine extraterrestre (da cui i loro poteri ESP) e da ciò derivava un’incompatibilità genetica col padre dei ragazzi, Takashi. Il primo parto (quello di Kyosuke) era andato bene… il secondo purtroppo no! Di ciò si preoccupa chiaramente il buon Percival, elemento - ormai si sa - alquanto scrupoloso! 2 Intende le componenti delle sue sezioni organiche. Come avrete già compreso, se i membri organici di un organismo maschile sono uomini, quelli di un organismo femminile sono donne! Fa chiaramente eccezione l’organismo di Ranma Saotome, dove il cambio di sesso riguarda il suo corpo, ma non le sue equipes! 3 Neil Armstrong è l’arcinoto comandante della missione Apollo 11, allunata per prima nel 1969. Jim Lovell è il meno noto comandante della sfortunata missione Apollo 13, che dovette abortire il secondo allunaggio nel 1970 per un guasto improvviso che mise seriamente a repentaglio la vita dei tre astronauti. 24 *** A circa 20 cm più in alto sopra l’ufficio di Percival, il povero Larry Meals - altrimenti detto Sweeper - direttore della sezione Metabolica, stava tentando di assorbire lo shock. Steso sulla sua branda, cercava di rammentare gli episodi della vita di Ataru Moroboshi che più avevano messo in crisi il suo personale… Il duello gastronomico con Rei, l’ex fidanzato di Lamù: cinquantasette patate dolci ingurgitate in soli venti minuti! La prima volta che l’aspirante signora Moroboshi aveva costretto il suo maritino a ingoiare la sua “specialità”: sedici stellette arci-mega-strasuperpiccanti che avevano procurato un bruciore acuto al suo povero stomaco, durato ininterrottamente per tre giorni! E - tanto per mantenere basso l’umore - il ricordo più recente: l’antidoto alla trasformazione licantropica di Ataru, seguita all’assunzione delle polpettine dolci da mangiare romanticamente insieme al chiaro di Luna: antidoto dal sapore talmente amaro che, al suo confronto, il rafano sarebbe sembrato cioccolato! No… tutti gli altri colleghi dell’organismo lo avevano sempre preso in giro, ma non li biasimava: non potevano capire i salti mortali che lui era costretto a fare per salvaguardare la salute di quel benedetto ragazzo! L’unico che avrebbe potuto capirlo era un lontano collega - George Teller - che si ritrovava quotidianamente ad affrontare una situazione curiosamente analoga alla sua: la fidanzata del suo assistito non era un’aliena, ma l’infernalità della sua cucina non aveva nulla da invidiare a quella di Lamù…!1 E adesso la sua sezione avrebbe dovuto elaborare nientepopodimeno che… il fluido lubrificante vaginale dell’aspirante signora Moroboshi...! E anche una buona dose, per di più! Ciò che più preoccupava Meals era ovviamente il fatto che quella sostanza non sarebbe provenuta da una donna terrestre! Che sapore avrebbe avuto…? Dolce? Amaro? Sarebbe stata piccante come quelle micidiali stelline? Percival non poteva garantire nulla… e il guaio era che non bastava inghiottirla: occorreva farla trattare dal laboratorio epatico2 sotto la guida di Jerry Humper, per consentire alla Sensitiva di ricavare quell’indispensabile catalizzatore. Quanto tempo sarebbe occorso, prima di poterla finalmente espellere? Che conseguenze avrebbe avuto sugli apparati metabolici? Forse nessuna… ma, se ce ne fossero state di negative, la responsabilità sarebbe stata sua! *È sempre così: se il paziente guarisce, sono stati gli dei… se perisce, sono stati i dottori!* meditò tristemente il povero Sweeper. Non c’era molto altro che potesse fare, salvo avvertire i suoi addetti che controllassero bene le riserve salivari e quelle dei succhi gastrici…! *** Burt Racer si trovava nel suo alloggio della sezione Motoria, nuovamente all’interno della zona cefalica. Erano circa le 15: l’ora del sonnellino pomeridiano di Ataru, che precedeva l’uscita delle 17 per la caccia pre-serale alle ragazze. Aveva circa 2 ore di tempo per meditare tranquillamente sull’immediato futuro. E per smaltire la rabbia…! Rabbia per non essere stato convocato alla riunione e per aver saputo solamente dal collega della Cerebrale ciò che bolliva effettivamente in pentola. Inaudito: il capo della sezione Motoria trattato come l’ultima ruota del carro! 1 George Teller è il responsabile della Metabolica di Ranma Saotome… detto questo, detto tutto! 2 Il fegato. 25 Se ne stette immobile al centro della stanza, osservando i posters che allietavano le pareti, raffiguranti i più famosi velocisti e corridori della storia: Carl Owens, Abebe Bikila, Pietro Mennea… vicino a loro spiccava pure un poster pubblicitario di una nota marca di articoli sportivi: in esso la figura di Ataru - faccia tronfia e scarpe legate al collo - sovrastava la scritta: “Con queste scarpe, un uomo ha salvato il mondo! Mitzunokoshi: al servizio dell’uomo e al servizio del mondo!”1 Sulla parete opposta era invece rappresentato il medagliere di Ataru, ovvero le immagini di tutte le onorificenze che le maggiori Nazioni del pianeta gli avevano attribuito per la sua vittoria su Lamù, grazie alla quale il Pianeta Terra non era diventato una colonia della Stella Uru. In tale immagine si riconoscevano la Medaglia all’Onore Imperiale del Giappone, la Medaglia del Congresso degli Stati Uniti, la Victoria Cross britannica, la Legion d’Onore francese, la Medaglia d’Oro al Valor Civile italiana e tante altre… c’erano perfino l’Ordine di Lenin dell’URSS e la Croce dei Cavalieri dell’isola di Malta! Infine, non mancava il riconoscimento da parte delle Nazioni Unite: una pergamena firmata personalmente dal Segretario Kurt Waldheim, in carica nel 1978, sulla quale campeggiava la scritta: “YOU SAVED OUR WORLD!” Racer sospirò. Com’era stata effimera, quella gloria… aveva proprio ragione chi diceva quant’era facile precipitare dalle stelle alle stalle! Se i vari capi di stato che avevano concesso tutte quelle onorificenze al “Campione della Terra” avessero poi saputo come veniva adesso considerato dai suoi compaesani di Tomobiki, avrebbero stentato a crederci! Era proprio valsa la pena di rischiare il collasso cardiaco per tutta quell’ingratitudine umana? Ingratitudine derivante poi dall’invidia che tutta la popolazione maschile del pianeta (dai 13 anni in su) sentiva per Moroboshi, la cui vittoria gli aveva procurato anche il cuore della ragazza più affascinante dell’universo. Per non parlare del risentimento provato da tutta la popolazione femminile, che non gli perdonava di avere “scelto” una donna aliena, in luogo di una terrestre! Neanche ce ne fosse stata una, fra di loro - prima o dopo la sfida con Lamù - che avesse reagito positivamente alle sue avances, invece di tempestarlo di mazzate! L’unica che avesse veramente il diritto di sentirsi tradita era Shinobu Myake, sua ex fidanzata, ma tutte le altre avrebbero dovuto come minimo tempestarlo di baci, per averle risparmiate di finire probabilmente schiave di qualche nobile urusiano! Burt Racer si domandò poi se la scarsa considerazione che avvertiva certe volte da parte dei suoi colleghi non provenisse dal fatto di essere proprio lui “colpevole” di aver fatto vincere Ataru, procurandogli quella “moglie imprevista” che tanto dava da fare alle altre sezioni! Ma cos’avrebbe dovuto fare, secondo loro? Perdere, per poi farlo scappare tutta la vita, come un miserabile reietto? Che branco di imbecilli! E adesso mandavano Fewer a dargli grattatine sotto al mento per avvertirlo di preparasi al secondo confronto con miss bikini tigrato… il confronto sessuale, naturalmente! Eh, già… perché la sezione Genetica mica poteva provvedere da sola al “grande passo”: prima di arrivare alla C bisognava passare per la B… e ci provassero loro a praticare dei preliminari decenti senza la sezione Motoria! Come se anche la C non contemplasse poi tutta una serie di azioni meccaniche che lui - Burt Racer - avrebbe dovuto comandare, mentre Percival si sarebbe occupato “soltanto” degli apparati riproduttivi! 1 Mitzunokoshi è il nome della famiglia di Tobimaro, forzato boyfriend di Ryoko Mendo, sorella di Shutaro. Come si sa, i Mitzunokoshi sono proprietari della maggiore holding planetaria di articoli sportivi (almeno così ci racconta Rumiko Takahashi). L’immagine con le scarpe non l’ho inventata io: era disegnata su una fanzine che comprai diversi anni fa presso una fumetteria della mia città (la frase pubblicitaria, invece, è mia). 26 “Tu pensa solo a ricordare a quel fesso di Ataru di tagliarsi le unghie, farsi la barba e darsi lo stucco alle labbra” aveva replicato a Fewer, interrompendo le sue perentorie raccomandazioni “che alle mosse ci penso io!” Racer si recò nel locale adiacente, dove c’era la sua postazione operativa. Qui contemplò, davanti alla sua poltroncina di guida, le leve di comando degli arti inferiori e superiori, circondate da tutti gli altri pulsanti di controllo e le relative spie. Venne preso da un moto di panico… la sicurezza ostentata davanti al collega della Cerebrale si stava raffreddando pericolosamente e il povero Racer - il “salvatore del mondo”, come veniva chiamato là dentro - si ritrovò a fare considerazioni analoghe a quelle di Larry Meals. *La vittoria ha molti padri, ma la sconfitta…* scosse la testa *…no: la sconfitta non è orfana: la sconfitta ha sempre un capro espiatorio! E, se le cose vanno male, qui dentro il capro espiatorio sarò io…!* Pensato ciò, tornò nella sua stanza, dove lo sguardo gli ricadde sull’immagine di Ataru, quella con le scarpe attorno al collo. “Quel ragazzo non mi perdonerà mai, se non lo faccio vincere una seconda volta…!” si disse. *** Anche Hugh Simons era rientrato al suo reparto, ubicato accanto alla sezione Cardiaca. Tutto il personale della Neurologica lo stava aspettando con ansia, sapendo bene qual era stato l’ordine del giorno di quella riunione. Come lo videro fecero fatica a non abbordarlo subito per tempestarlo di domande. Dalla sua espressione, tutt’altro che tranquilla, capivano facilmente che i guai non erano affatto finiti, ma solamente incominciati! Finalmente, l’assistente che rispondeva al nome di Rusty Traynor e che aveva maggior confidenza con lui,1 si decise a rivolgergli la parola: “Com’è andata di sopra, signore…?” “Mm-mh…!” rispose Simons, scuotendo la mano. Si appressò poi alla sua consolle operativa, si sedette e accese il pannello che riportava in tempo reale la situazione delle relazioni interpersonali dell’organismo. Dopo aver segnalato la presenza di ben cinque pagine di nominativi (praticamente tutte le ragazze dell’orbe terraqueo e dintorni, conosciute al momento da Ataru Moroboshi) il quadro si stabilizzò sui primi 12 nominativi visualizzabili nella schermata.2 Pos. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Subject Lum Shinobu Myake Sakura Ran Ryoko Mendo Oyuki Benten Kurama Ryunosuke Fujinami Asuka Mitzunokoshi Tsuyuko Amamori3 Elle Rosenbach Current Update C.R. Pts. 1468 1201 987 821 716 712 665 541 439 284 204 147 Zone LOVE LOVE AFFECTION AFFECTION AFFECTION AFFECTION AFFECTION AFFECTION AFFECTION SYMPATHY SYMPATHY SYMPATHY Notice secret official official official official official official official official official official official page 1 by 5 > next page 1 L’abbiamo conosciuto nel capitolo 1: è quello che stava per essere investito dalla caduta del primo ASD. 2 Cinque pagine di 12 nominativi equivarrebbero a 60 ragazze “slumate” da Ataru Moroboshi! Non mi ritengo un “ferreo” conoscitore della saga: c’è qualcuno di voi lettori in grado di dirmi se sono stato “lungo” o “corto”? 3 È la ragazza perseguitata dalla “Maga della Pioggia” (cfr. episodi 91-92 del fumetto o la 53a puntata del cartone). 27 “Come mai il valore della regina Elle è ancora così in alto?” domandò Hugh, con voce priva di particolare emozione. Rusty fu preso in contropiede, aspettandosi considerazioni di tutt’altro genere: “Beh… sa com’è, capo: il primo amore non si scorda mai!” “Neanche dopo la faccenda del freezer?” “Se non ci fosse stato quell’incidente, il suo C.R. sarebbe molto più in alto… e forse noi non saremmo qui sulla Terra, signore!” “Evidentemente…! Vedo che il C.R. di Lamù non è ancora arrivato in zona coppia!” “No, ma il suo progresso è costante: stimiamo possa arrivare a 1500 entro ventiquattro ore o giù di lì!” Simons rifletté un istante, poi diede un’occhiata al display del contatore che misurava il residuo di vita degli ASD: in quel momento segnava 1 giorno, 10 ore, 24 minuti e 16 secondi… “Appena in tempo…!” commentò. “Per che cosa, signore?” “Per arrivare alla zona coppia prima del collasso dell’ultimo SISAS! Se l’inibizione di Moroboshi svanisse prima, non riusciremmo a controllare il rapporto C con la signorina Lamù in modo adeguato. E invece dobbiamo riuscirci, Rusty: voglio che quello sia soprattutto un atto d’amore da far percepire alle nostre colleghe, là dentro… non un banale scambio di fluidi da una Sezione Genetica all’altra!” “Quindi… è stato deciso, signore?!” “Già… non ti avevo detto che dovevi smetterla di preoccuparti per Lamù? Tutto arriva, per chi sa aspettare!” “Ma… ha già pensato al piano di approccio, signore?” Hugh Simons fu percorso da un brivido freddo. No, che non ci aveva pensato! Del resto, mica era facile…! Le obiezioni di Larry Meals alla riunione erano state pertinenti, dopotutto: dopo anni di rifiuti, tradimenti anche solo intenzionali (quante ragazze doveva ringraziare Simons, per aver respinto “cortesemente” Ataru?), punzecchiature e pesci in faccia, come si poteva spingere semplicemente quel ragazzo dabbene ad abbordare la sua “dolce metà” e dirle: “Senti, cara… ho una bella notizia per te: finora ho scherzato, ma la verità è che ti amo più di ogni altra! Facciamo l’amore…?” Non era poi così improbabile che Lamù, per ripicca, lo mandasse a quel paese col proposito di farlo friggere almeno per qualche giorno “Visto che tu mi hai fatto aspettare per quattro anni, facendo lo scemo con tutte le altre!” o magari dichiarasse, categorica: “Prima sposami ufficialmente, così dopo non avrai più scuse!” Sarebbe stato un vero disastro perché, partito che fosse l’ultimo ASD, gli ormoni di Ataru si sarebbero scatenati alla sola vista delle sue curve e lui non avrebbe più accettato nessun rifiuto: le sarebbe saltato addosso, anche a costo di violentarla! E questo non doveva assolutamente accadere, altrimenti il povero Ataru si sarebbe fatto schifo da solo per tutto il resto della sua povera vita. D’altra parte non era nemmeno possibile farle una corte come si deve; assumere cioè un graduale atteggiamento diverso (più affettuoso, più amorevole) affinché lei - che del resto non aspettava altro - gli aprisse dolcemente le braccia (e le gambe, come aveva detto Gus Percival). Un approccio del genere avrebbe indubbiamente funzionato, ma non sussisteva più il tempo per metterlo in pratica. “Signore… si sente bene…?” Hugh Simons si riscosse. Si era talmente immerso nelle sue meditazioni da estraniarsi completamente dalla realtà circostante: “Sì, sì… scusami, Rusty… ero soprappensiero!” 28 “In effetti la vedo molto giù, capo! Lei mi diceva di non preoccuparmi più per Lamù… ma questo non dovrebbe implicare che nemmeno lei dovrebbe più preoccuparsi?” “Sei troppo razionale per lavorare nell’Emotiva, Rusty” ridacchiò amaramente il suo superiore “e comunque ricordati che io sono il capo, quaggiù… e il capo deve sempre preoccuparsi!” “Lo so, signore” rispose Rusty cercando di esprimere rispetto nella voce “il fatto è che mi dispiace di vederla così in pensiero… più del necessario, forse!” Simons gli sorrise con riconoscenza: “Purtroppo non sto affatto esagerando, amico mio: la questione, se non grave, è in realtà veramente seria… e io, da bravo stupido, me ne sono reso conto soltanto adesso, pensa un po’!” “Di che cosa si è reso conto, signore?” “Finora ho sempre creduto che, per far finire tutta questa maledetta storia, la gatta più grossa da pelare ce l’avessero quelli di Percival, naturalmente… e invece ce l’abbiamo noi!” “A essere sincero, lo sospettavo anch’io, signore! Tuttavia… ce la faremo, non è vero…?” “Oh, puoi starne certo, Rusty… ce la faremo senz’altro! E lo sai perché?” “Pendo dalle sue labbra, signore!” “Perché la questione non è in che modo farcela… la questione è che dobbiamo farcela assolutamente. Tutto qui…!” Capitolo 11: “E se le dicesse semplicemente ti amo…?” C on uno scoppio assordante seguito da un interminabile sfrigolio, il “dispositivo antiseduttorio” n° 12 - il penultimo del circuito - mise fine per sempre alla sua attività inibitoria. Anche se l’involucro era stato trattenuto dalla rete di sicurezza che lo circondava (fatta installare in precedenza da Hoffman)1 innumerevoli frammenti erano stati proiettati all’intorno, mentre la parete del condotto nervoso era stata completamente imbrattata dalla sostanza elettrolitica dei condensatori saltati del SISAS. Richiamato dal fracasso, Brad Fewer era accorso sul posto trovandovi già Hoffman e altri due tecnici dell’Immunitaria, occupati a eseguire un rapido controllo-danni delle cellule nervose vicine, mentre Jerry Humper, il capo della Sensitiva, stava immobile con le mani dietro la schiena, a contemplare tristemente i residui dell’apparecchio. “Tutto bene, Jerry…?” gli chiese Fewer, posandogli una mano sulla spalla. L’altro lo guardò con faccia inespressiva, quindi si rivoltò verso il povero ASD che finiva di consumarsi, friggendo e sfrigolando: “Io sì… ma lui no…!” “Oh, andiamo” ribatté il responsabile della Cerebrale, sorridendogli amichevolmente “ne parli come se fosse tuo figlio!” Humper tornò a guardare il collega: “In pratica, lo è” disse, pacatamente ma con voce ferma “vedi, Brad… sono il primo a riconoscere che abbiamo commesso una solenne cazzata a installare questi aggeggi infernali. In effetti, pensandoci adesso, devo dire che era il peggior servizio che potessimo fare a quei due! Ad ogni modo, quando vedi il frutto del tuo lavoro disintegrarsi - sia pure per una buona causa - non ti viene tanto da sorridere…!” “Ti capisco” gli disse Fewer, stringendo la mano che teneva ancora sulla sua spalla “ma non è il momento di piangerci sopra: dobbiamo guardare avanti e non c’è molto tempo. Seguimi, piuttosto: il capo ci vuole subito nel suo ufficio!” “Un momento: vieni tu con me, prima!” “Dove?” “A controllare lo stato dell’ultimo SISAS!” 1 Il responsabile della sezione Immunitaria. 29 I due percorsero velocemente la distanza che li separava dal condotto ospitante l’ultimo apparato ancora in servizio e si arrestarono esattamente sotto di esso, tenendosi prudentemente a debita distanza. L’ASD n° 13 era al suo posto, ingabbiato come i suoi “defunti” predecessori, ma non mostrava nessun apparente segno di malfunzionamento… almeno visivo. “Cos’è questo ronzio…?” chiese Fewer. “Non lo immagini? Sta soffrendo, poverino… pensa che, da questo momento, quel povero shunter sta sopportando da solo l’intera carica sensuale della signorina Lamù, per non farla arrivare ai circuiti delle Genetica!” “Incredibile…!” istintivamente Fewer fece qualche passo indietro “Meno male che adesso Lamù si trova a bordo del suo UFO!” “È vero, ma ciò non cambia nulla!” “Ma come…?! Se lei non c’è, il carico sensuale dovrebbe abbassarsi… dico bene?” “Dici male, purtroppo: gli ASD non sbarrano la strada ai soli impulsi provenienti da informazioni percettive, ma anche da quelle mnemoniche! Anche quando Ataru e Lamù non sono insieme, le rimembranze mentali di quest’ultima sarebbero sufficienti a fargliela desiderare fisicamente. E i sogni, poi, non li conti?” “Hai ragione. Ne farà centinaia, su di lei!” ammise Fewer. “Appunto. Pensa che succederebbe senza questi affari - che di notte funzionano per di più a regime ridotto per potersi scaricare quanto possibile: te lo immagini lo spreco di STF1? Prosciugherebbe i serbatoi di Percival!” “Pazzesco…! E questo, quanto resisterà ancora, secondo te?” “Stando agli ultimi calcoli, dovrebbe collassare fra un giorno e mezzo… o poco più!” “Allora non c’è tempo da perdere. Vieni, andiamo dal capo!” “Si può sapere cosa diavolo vuole, ancora?” “Non ho idea: so solo che Simons gli ha chiesto udienza. Forse hanno bisogno di noi!” “Ma va’…! Non facciamoli penare più a lungo, allora!” “Da quando sei diventato così premuroso?” “Non saprei… forse da quando ho visto A1 sbellicarsi durante una riunione…!” Il collega della Cerebrale annuì con un risolino, riposandogli la mano sulla spalla. *** Varcata la porta dell’ufficio del Coordinatore, i capi della Cerebrale e della Sensitiva si trovarono al cospetto di Chris Wellington, occupato a esaminare un rapporto consegnatogli poco prima da Hugh Simons, ora seduto di fronte a lui. Si trattava di una relazione riassuntiva di tutte le “schermaglie amorose” intercorse fra Ataru e la sua fidanzata intergalattica, culminate (nel 99 % dei casi) con il consueto elettroshock finale. “Eccoci qua, signore!” si annunciò Fewer. “Sedete!” rispose A1, senza preamboli. Simons si spostò di lato per far spazio ai due colleghi. Humper si mise nel mezzo e subito il suo sguardo si pose inevitabilmente sul ritratto onirico della fatidica compagna di Ataru, accennato all’inizio di questa storia. Si trattava di un’immagine dove Lamù appariva abbigliata come una principessa orientale, coperta da una sorta di tunica candida, stretta da una cintura rabescata. Il generoso decolté era impreziosito da una collana composta da monili d’oro. I lunghi e verdi capelli le scendevano armoniosamente dietro la schiena, tranne due fluenti ciocche che si posavano 1 “Seed Transfert Fluid” (fluido di trasporto del seme). 30 graziosamente sui seni. Gli avambracci erano allargati in una sorta di muta contemplazione e la mano sinistra reggeva un’azzurra sfera di cristallo. Dalle ginocchia in giù, il corpo di quella stupenda creatura era immerso in un lago, poeticamente rischiarato da una falce di luna che faceva da cornice alla sua figura incantevole. Si sarebbe potuto pensare che l’elaborazione psichica di quell’immagine avesse attinto parecchio dalla filosofia “orientaleggiante” di Ataru, nel cui sospirato harem la bellissima Lamù avrebbe ovviamente occupato il posto della Favorita…! In realtà, il capo della Neuro non aveva dubbi, al riguardo: quell’immagine rappresentava il compendio dell’ideale di donna posseduto dal loro assistito. Lamù era la sua Venere sorgente dalle acque. Una sorta di donna-dea, per la quale l’ex campione della Terra aveva da sempre provato un sentimento a mezza via fra l’adorazione ed il terrore. Come più volte Simons aveva ribadito, stava appunto qui il nocciolo del problema: accettare il sentimento provato per quella ragazza - e quindi ricambiare quello che lei stessa provava per lui - avrebbe significato, almeno in teoria, diventare totalmente suo succube, nel senso che qualunque cosa lei gli avesse chiesto, lui lo avrebbe fatto… e se non ci fosse riuscito, si sarebbe sentito l’ultimo dei miserabili. E questo, ad Ataru Moroboshi, faceva troppa paura! Finito di contemplare la figura di Lamù, Jerry Humper sussurrò a Brad Fewer: “È un’impressione mia o quel ritratto sta sorridendo più del solito…?” “Forse perché le nostre omologhe stanno subodorando quello che succede qua dentro!” gli rispose l’altro, sempre a bassissima voce. “Mi sto perdendo qualcosa…?” domandò A1, col suo solito accento tagliente, appena permeato d’ironia. “No, signore” il capo della Cerebrale tossicchiò “nulla d’importante!” Wellington li scrutò entrambi di sottecchi e aggiunse: “Ho saputo che il penultimo ASD è appena partito!” “Affermativo, signore” rispose Humper “appena cinque minuti fa!” “Perciò, quanto tempo è rimasto…?” “Trentatré ore e sedici minuti da questo momento, signore!” Il Coordinatore indicò il collega della Neuro: “Il signor Simons ha richiesto questo incontro fra di noi per definire appunto il modus operandi nel quale spendere queste ore… a lei la parola, Hugh!” “Grazie! Dunque, amici miei… qui si tratta di fare, in poco più di un giorno, ciò che i normali innamorati fanno solitamente in giorni, settimane, mesi o anni… a seconda dei casi!” Simons indicò la solita immagine “Dobbiamo esprimere a quella signora là - e sarà bene, oramai, iniziare ad abituarci a chiamarla in questo modo - ciò che veramente il nostro assistito sente per lei… o, per meglio dire, ciò che ha sempre sentito da quattr’anni a questa parte!” “Fammi capire bene, Hugh: vorresti dare il via alla procedura canonica? Corteggiamentofidanzamento-matrimonio…?” “Esattamente, Brad. E con tanto di cerimonia, se fosse possibile!” “Pure…! Beh, o l’uno o l’altra, Hugh: o t’è rimasta troppa voglia di scherzare o sei diventato completamente pazzo…!” “Siete liberi di arrivare a questa conclusione, ragazzi. Prima, però, vi prego di ascoltarmi molto attentamente!” “Siamo tutt’orecchi, Simons” intervenne A1 “a condizione che la sua esposizione sia ragionevolmente breve…!” “Sarò telegrafico, glielo prometto!” “Perfetto. Vada avanti!” 31 “Per fare di Ataru un compagno monogamo, dobbiamo fargli assumere il VLF di Lamù, esatto?” “Esatto!” rispose Humper. “E, per farglielo assumere, dobbiamo fargli consumare un rapporto completo con lei, giusto?” “Ovvio!” annui Fewer. “Ma questo rapporto completo sarà impossibile, fin tanto che rimarrà in servizio anche un solo ASD. Non è vero?” “Verissimo” confermò il capo della Sensitiva “finché gli impulsi sensuali di Lamù vengono trattenuti dallo shunter, i sensori di Percival non li possono ricevere. N ente ricezione, niente alimentazione del circuito erettivo. Niente potenza al circuito erettivo, nessuna funzionalità del raccordo di giunzione. Niente disibinizione del raccordo di giunzione, niente amplesso!” “Un teorema perfetto, Humper” commentò il Coordinatore “fece proprio un ottimo lavoro, a suo tempo!” Punto sul vivo, il creatore dei SISAS si permise di osservare: “Feci quello che mi ordinò lei, signor Wellington!” La temeraria schiettezza di Humper fece accusare un brivido ai suoi colleghi, ma il capo si limitò a sorridere: “È vero, Jerry, ha ragione. E, se ci penso bene, devo ancora ringraziarla!” “Non è necessario, signore” fu la volta di Humper a rabbrividire “in tutta sincerità, non sono per niente fiero di quello che ho fatto!” “Lei ha fatto il suo dovere” ribatté A1, recisamente “e ciò non dovrebbe in ogni caso porle un problema di coscienza!” “Forse. Ma vorrei soltanto che finisse bene, per quei due… vorrei che Ataru fosse finalmente felice. Del resto, signore, non è per questo che siamo qui?” “E infatti ci stiamo lavorando, Humper” tagliò corto il capo “prosegua, Hugh!” “Signorsì… dicevo appunto che non vi potrà essere un rapporto completo fin tanto che l’ultimo SISAS sarà in funzione. E deve essere un rapporto completo! Non possiamo assolutamente limitarci a eseguire una B1 col solo scopo di eccitare Lamù e…” Simons dovette arrestarsi per estrarre il fazzoletto di tasca e tergersi la fronte umida “…provocare l’uscita del suo VLF!” Più per accademismo che per altro, Fewer si sentì spinto ad osservare: “E perché no? Intanto, si risolverebbe il problema di ottenere la sostanza base. Poi, quando Ataru sarà diventato monogamo…” “No, Brad, non capisci! Un semplice petting meccanico - senza eccitazione da parte di Ataru - potrebbe anche non far eccitare Lamù… anzi, la disgusterebbe! Una C, una completa unione con lei - un donarsi reciproco, insomma - sarebbe invece tutta un’altra cosa!” “Ma se abbiamo appena detto che la C è impossibile, fin tanto che funziona quell’arnese…!” “Appunto, è questo il problema! Il guaio è che, una volta saltato il SISAS, Ataru andrà giù di testa alla vista della sua anima gemella, foss’anche coperta da uno scafandro da palombaro! Una brutale copulazione a freddo rischierebbe ugualmente di disgustare Lamù, specialmente se lei vi fosse costretta a forza… e una volta che Moroboshi ne avesse in seguito preso coscienza, proverebbe un tale disprezzo per sé stesso da far avverare le nostre peggiori previsioni dal punto di vista psicologico! La vita di quei due ragazzi potrebbe uscirne rovinata per sempre… è un rischio che non dobbiamo assolutamente correre!” 1 Rapporto di pettting. 32 “Un bel casino” esclamò il capo della Cerebrale “questo è un perfetto circolo vizioso, maledizione: dobbiamo rendere monogamo Ataru prima che esploda la sua fame sessuale per Lamù, compressa da quattro anni. Per riuscirci, occorre che facciano l’amore… però non lo possono fare se prima non salta l’ultimo ASD! E, quando salterà, Ataru si getterà addosso a Lamù, prima di diventare monogamo…! Ah, siamo proprio in gamba… non c’è che dire!!” “È un vero disastro” mormorò Humper “ una situazione senza via d’uscita!” “Proprio così, signori” confermò il capo della Neuro “a meno che…” “A meno che cosa…? Parli, Hugh: non lo vede che stiamo friggendo, peggio che per una scarica della signora?” “…a meno che, da qui a 33 ore” Simons aveva sbirciato il suo cronografo “Ataru non riesca a convincere la sua dolce metà della concretezza dei suoi sentimenti. Del resto, lei l’ha già da tempo compresa, questa concretezza, grazie ai timidi e saltuari segnali che Ataru ci ha consentito di mandarle negli ultimi tempi. Non le occorre che un gesto di conferma, in fondo… e facciamoglielo, questo gesto…!!” “Tu parli bene, Hugh” ribatté Humper “ma non è mica così semplice! Dopo tutti quegli atteggiamenti da carogna che siamo stati costretti a fargli assumere, non è che possiamo d’un colpo metterle una bella letterina d’amore nell’armadietto della scuola o magari farle una serenata sotto l’UFO… ho paura che non ci crederebbe mai!” “No, infatti. Non possiamo fare così” convenne A1 “riusciremmo soltanto a renderlo ridicolo!” I quattro stettero ancora qualche momento a rimuginare. Poi, finalmente, il solito Brad Fewer la buttò lì: “E… se le dicesse semplicemente ti amo…?” Gli altri spalancarono gli occhi. Era quello, in effetti, il gesto che la “Principessa degli Oni” desiderava di più. Il segnale che mancava all’Emotiva di Lamù per far salire il Coefficiente Relazionale di Ataru Moroboshi oltre i 2000 punti!1 Era il sistema di maggiore efficacia… e quello di minor facilità esecutiva! “Non ce la faremo mai a fargli pronunciare quelle parole, lo sapete bene” rispose infatti Hugh Simons, con amarezza “le ha usate troppe volte, con troppe ragazze, allo scopo di ottenere i loro favori! Riuscire a usarle con Lamù, per fini ben più nobili, gli sarebbe impossibile. Sicuramente un giorno ci riuscirà… ma non adesso!” “E allora?” chiese Humper. “E allora dobbiamo pensare a qualcos’altro” rispose Wellington, ritrovando il suo tono ruvido “forza, signori, spremetevi il cervello: è un brainstorming, questo, non un simposio di filosofia!” Il rimuginamento ricominciò. Fu ancora una volta il prezioso Fewer a riprendere la parola2: “C’è una circostanza che forse ci può aiutare” i colleghi spalancarono gli orecchi, attendendo il resto “non è domani che cade il compleanno di Lamù…?” Simons credette di capire dove il collega andava a parare, ma non fu in grado di aiutarlo: “Non ne sono sicuro… quel maledetto calendario urusiamo è sempre stato indecifrabile, per questo organismo!” “Ma c’è il modo di saperlo?” Il capo della Neuro si pose una mano sulla nuca: “Beh, penso di sì… potremmo chiedere lumi a Ten!” “Trova qualcun altro: di quella peste, chi si fida?” 1 La soglia della Passione. 2 A dispetto del suo nome (few sta per poco) il capo della Cerebrale di Ataru non sembra affatto uno sprovveduto! 33 “Ran, allora!” “Perfetto… è anche nel suo interesse, aiutarci!”1 “Cos’hai in mente, Brad?” chiese Humper. “Vi risponderò con una domanda: le ha mai fatto un regalo per il suo anniversario?” “Nemmeno una volta!” rispose, secco, Simons. “Allora è il momento di farglielo: è il gesto che cercavamo!” “Non starai pensando a un anello, Brad! Come potrebbe permetterselo?” chiese il capo della Sensitiva. “Niente anello. Ma ci sei andato vicino!” “Che altro vorresti regalarle…?” “Un vestito!” Simons portò una mano al mento: “Mm… mi sembra un po’ banale!” “Potrebbe essere banale se fosse un vestito qualsiasi… non il tipo che intendo io!” Agli altri bastarono pochi secondi per comprendere l’idea del capo della Cerebrale. “Fantastico… sei grande, Brad: è l’uovo di Colombo!” esclamò il collega della Neuro. “Un’idea eccezionale, in effetti” aggiunse Humper “però c’è un problema: dove lo andiamo a prendere? E chi potrà assisterci nella scelta?” “Ho pensato anche a questo!” “Non dirmi che pensavi a sua madre o a Shinobu! Non mi sembra il caso…!” obiettò Simons. “Non pensavo a loro, infatti. Ma c’è una persona che fa al caso nostro: una che ha sempre saputo quali problemi si celassero dietro la relazione fra i nostri piccioncini e che ha tutti i requisiti per aiutarci!” “Di chi sta parlando…?” domandò Wellington. “Della dottoressa Sakura!” Dopo averci pensato un po’ su, i colleghi non poterono che convenire con Fewer; compreso il capo, che dichiarò, compiaciuto: “Molto bene, signori: sono pienamente soddisfatto dell’esito di questa seduta. Avete pieni poteri per procedere, ognuno per la parte di sua competenza. Potete andare!” I tre sottoposti si alzarono, apprestandosi a lasciare l’ufficio. Mentre Fewer apriva la porta, però, A1 aggiunse: “Ancora una cosa!” Quando si voltarono, i capi della Cerebrale, della Neuro e della Sensitiva, assistettero a un’altra scena inedita da parte del loro comandante: un sorriso disteso e assolutamente privo di sottintesi. “Avete fatto decisamente un ottimo lavoro… come sempre, del resto, in tutti questi 17 anni. Se finora non vi avevo mai detto niente del genere, non è perché non lo pensassi - da quel bastardo che, comprensibilmente, mi avrete forse sempre ritenuto - ma perché non volevo distrarvi dai vostri compiti fondamentali. Come sapete bene, un Coordinatore Organico ha il dovere di pretendere - e ottenere - la massima efficienza da tutte le sezioni, onde preservare la salute fisica e mentale dell’organismo affidatogli. Ma ora credo sia arrivato il momento di dirvelo… e parlo anche per i vostri colleghi non presenti, ai quali vi prego di riferire le mie parole: siete tutti veramente in gamba! Potete star sicuri che Ataru Moroboshi non è così sfortunato come pensano… e non solo perché si ritrova una donna come lei” indicò il ritratto “ma anche perché può contare su degli organici come voi. Grazie, signori… anche da parte sua!” 1 In quanto rivale di Lamù, come aspirante-moglie di Rei. 34 Piuttosto toccati da queste parole - bellissime quanto inaspettate da parte del loro comandante - Fewer, Simons e Humper lasciarono l’ufficio, pervasi da una grande gioia. Forse, la triste odissea di quel bizzarro ragazzo - migliore, tuttavia, di tanti altri “savi” stava veramente per concludersi e l’ormai disconosciuto salvatore del Pianeta Azzurro avrebbe finalmente raggiunto la sua meritata felicità. Capitolo 12: “Per quanto la strada sia ancora in salita, non dovrà più percorrerla da solo!” “A che punto sei, Evans?” “Ho terminato l’analisi in questo momento, signor Moore!” “Ottimo… fa’ un po’ vedere!” Il capo della sezione Cardiaca esaminò i dati passatigli dal suo assistente, facendo qualche cenno di approvazione: “Mmm… bene, bene… a quanto pare, l’atmosfera di questo pianeta è perfettamente compatibile con l’organismo umano terrestre!” “Sì, signore… c’è solamente una maggiore presenza di gas rari. Posso chiederle, tuttavia, perché mi ha fatto ripetere l’analisi che già facemmo quando venimmo quassù per la prima volta?”1 “L’ho ritenuto prudente, Evans, dal momento che stavolta ci rimarremo decisamente più a lungo… oltretutto, dovremo fornire parecchio comburente a Racer e a Percival per effettuare la condizione C!” “Ah, già… me n’ero dimenticato!” “Davvero? Ma se ti ho fatto eseguire per ben tre volte il check-up delle coronarie!” “Cosa vuole, signor Moore… pensavo facesse parte della normale routine!”2 “Non preoccuparti” ribatté il superiore, sorridendo “non ti biasimo se non ti sei ancora abituato all’idea… dopotutto, questo organismo sta per voltare una pagina fondamentale nella sua esistenza. Stiamo per entrare in un mondo nuovo!” Al buon Evans parve di avvertire un particolare accento da parte del suo capo, mentre pronunciava la parola entrare…! “In un certo senso ci siamo già arrivati, su un mondo nuovo” osservò, evitando di utilizzare lo stesso verbo di Moore “ma lei crede che torneremo mai sul nostro?” “Hai già nostalgia della Terra, Evans?” “Non proprio, signore… me lo chiedevo soltanto. Per quanto ne so, il signor Moroboshi non ha mai avuto troppe opportunità di controllo sulla propria esistenza!” “Purtroppo no” rispose l’altro, sospirando “d’altra parte è proprio attraverso le difficoltà e le sconfitte che si matura e s’impara a diventare padroni del proprio destino… e io credo che questo ragazzo abbia ormai imboccato la strada giusta!” “Purché non sia una strada troppo in salita, signor Moore!” Il responsabile della Cardiaca meditò qualche istante, poi commentò: “Non te lo so dire, amico mio… ma ora, per quanto la strada sia ancora in salita, non dovrà più percorrerla da solo. Ed è questa la cosa più importante!” 1 In occasione del torneo di “Setsubun” fra i Demoni e gli Dei della Fortuna. 2 Come aveva detto Rusty Traynor della Neuro nel capitolo 1 “Nessun essere umano riuscirebbe a usurare le coronarie come quel maledetto pervertito!” 35 *** Hugh Simons stava in piedi, con le mani in tasca, assorto nella muta contemplazione del display di controllo delle relazioni interpersonali. Il suo sguardo era fisso sulla prima riga della schermata, riportante le seguenti indicazioni: Pos. 1 Subject Lum C.R. Pts. 1800 Zone LOVE Notice official Il capo della Neurologica si lasciò avvolgere dal piacevole senso di pace che quelle scarne ma significative indicazioni gli trasmettevano. Soprattutto la nota “official” che, dopo quattro interminabili anni, aveva finalmente sostituito quell’assurdo quanto ipocrita “secret” che bollava il sentimento provato da Moroboshi per la sua compagna aliena. La nota attuale segnalava infatti che quel sentimento veniva ora pienamente accettato dall’animo del ragazzo! Il livello del C.R. di Lamù era poi salito ben oltre le sue più ottimistiche previsioni: non soltanto aveva superato la soglia dei 1500 punti che portavano in zona “coppia” la qualità della loro relazione, ma era andato più in alto, in virtù di un meraviglioso bacio che i due fidanzatini intergalattici si erano scambiati subito dopo la dichiarazione “sui generis” di Ataru! Un bacio che pur non essendo il primo della coppia dal punto di vista “tecnico” era incontestabilmente il primo che non fosse stato “rubato” da Lamù, ma bensì altrettanto desiderato dal suo “tesoruccio”! Un bacio profondo, sensuale, con tanto di lingua… nonché sorprendentemente privo della consueta scarica elettro-libidinosa da parte della ragazza. August Percival aveva stentato a crederci, soprattutto perché Lamù non stava indossando in quel momento nessun nastro giallo di protezione! Forse il capo della Genetica avrebbe potuto cominciare a respirare. Un bacio da 300 punti1… che aveva portato il C.R. a soli 200 dalla soglia della passione… che avrebbe presto ineluttabilmente superato, dal momento che l’ormai prossimo rapporto C gli avrebbe garantito un ulteriore guadagno di 500! Simons non riusciva a staccare gli occhi da quel monitor. Leggeva e rileggeva quella riga, come se temesse di vederla scomparire per doversi poi convincere di avere avuto solo un triste abbaglio! Ad un tratto avvertì il tocco di una mano sulla spalla. Voltatosi, vide il collega della Cerebrale che fissava anche lui il display del controllo interpersonale. Fewer distolse poi lo sguardo e gli sorrise: “Congratulazioni, Hugh: ce l’hai fatta!” Il capo della Neuro scosse la testa: “Il merito è tuo, Brad!” “Ma che cavolo dici?” “La verità! Chi ha fornito ad Humper la chiave per far diventare monogamo Ataru? Chi ha suggerito di fargli assumere esternamente il PGT che gli mancava? E, soprattutto, chi ha ideato la strategia per conquistargli la fiducia di Lamù?” “Beh, d’accordo… ma non basta avere le idee: bisogna anche tradurle in progetti e realizzazioni. E a questo avete pensato tu e Humper, cavandovela egregiamente!” “Ciò non toglie che, senza di te, avremmo tutti brancolato nel buio, senza speranza. E pensare che dirigi il cervello di un individuo che viene da tutti considerato il più stupido!” “Non da tutti… lo ha detto anche la mia collega, la capo-sezione della Cerebrale di Lamù, che Ataru Moroboshi non era uno stupido…” Simons rimaneva in attesa del resto. “…ma era un cretino!” 1 Un rapporto A fornisce un incremento del C.R. di 200 punti; 300 se dato con la lingua! 36 A questo punto, il capo della Neuro scoppiò in una fragorosa risata, subito imitato da Fewer. “Ah, poveri noi…” esclamò subito dopo Hugh Simons, asciugandosi gli occhi “…è tutto così incredibile: solo tre giorni fa stavamo in quattro attorno a un tavolo, tentando di risolvere l’impossibile… e ora siamo qui: Ataru si trova su Uru, sposato ufficialmente con Lamù e, fra non molto, al termine del banchetto, quei due si ritireranno per la loro prima notte di nozze! Faccio veramente fatica a credere che gli avvenimenti delle ultime ventiquattro ore siano realmente accaduti…!” “Che ne diresti, allora, di andarci a rivedere le registrazioni? Tanto per assimilare meglio l’idea!” “Perché no…? Dopo di te, collega!” I due risalirono quindi verso la zona cefalica, per raggiungere la centrale di Fewer. Capitolo 13: “Tanti auguri, signora Moroboshi!” S ul monitor sistemato nell’ufficio di Brad Fewer scorrevano le immagini mnemoniche relative alle ultime ventiquattro ore di vita trascorsa dal loro organismo. Immagini che mostravano inizialmente una sorpresa Ran confermare ad Ataru che in quel giorno, secondo il calendario urusiano, cadeva esattamente il diciottesimo compleanno di Lamù. Che mostravano in seguito un’ancor più sorpresa dottoressa Sakura mostrarsi disponibile ad accompagnare Ataru nella migliore boutique per la sposa che vi fosse a Tomobiki… immagini mostranti la mano di Ataru consegnare al titolare del negozio una lettera di presentazione del futuro presidente della Mendo Financial Group, che garantiva la solvenza delle 25 cambiali a dieci anni con le quali l’aspirante consorte di Lamù acquistava il migliore abito nuziale che la boutique potesse offrire alla clientela. “Ti offro l’ultima opportunità per diventare un galantuomo” gli aveva dichiarato un inedito Shutaro Mendo, nel quale il nuovo amore per Asuka Mitzunokoshi aveva ormai sostituito la precedente infatuazione per Lamù “ma se procurerai a quella meravigliosa creatura un’altra delusione - come quella dopo la vostra fuga dal pianeta El1 - io ti avverto, Moroboshi: non avrò più di te alcuna pietà!” Immagini che vedevano la stanza di Ataru, vista attraverso lo spiraglio della porta (dietro il quale il ragazzo stesso si celava) col pavimento sempre parzialmente coperto dal tappeto tigrato della sua “convivente”… tappeto sul quale aveva posato un pacco avvolto da una carta verde-azzurra (come i capelli di lei), abbellito da un nastro dorato sul quale si appuntava, in bella evidenza, un misterioso biglietto. Immagini di Lamù che volava dentro la stanza, attraverso la finestra appositamente aperta… la sua voce che chiamava “Tesorucciooo… dove sei…??” Lamù che vedeva il pacco… che si avvicinava e scorgeva il biglietto… che lo staccava con mano tremante. Lamù che leggeva queste semplici righe: “Tanti auguri, signora Moroboshi… …se sei ancora dell’idea di chiamarti così per il resto della nostra vita, questo potrà farti comodo!” e più sotto: “A dirtelo, non ce la faccio ancora… però te lo posso scrivere: TI AMO!!” 1 Rimando i lettori alla visione del film “Only You”. 37 Questa era stata l’ultima geniale trovata di Brad Fewer, gestore della Cerebrale dell’individuo più stupido del Pianeta… o almeno ingenuamente ritenuto sempre tale dai suoi compaesani! “Non ce la faremo mai a fargli pronunciare quelle parole!” aveva confermato il capo della sezione Emotiva. E il collega della Cerebrale aveva ribattuto: “E allora facciamogliele scrivere!” *** Gli azzurri occhi di Lamù rigarono di dolcissime lacrime le sue guance nivee, immediatamente imporporatesi… si inginocchiò sul pacco, strappando letteralmente il nastro, disintegrando quella povera carta, spalancando il coperchio… per rimanere senza fiato alla vista del più bel vestito da sposa che la moda terrestre avesse potuto concepire! Sulla Stella Uru erano molto più avanti nella tecnologia, d’accordo, ma abiti nuziali come quelli, decisamente non li facevano ancora. Lo prese delicatamente nelle sue graziose manine, se lo portò al seno e singhiozzò gioiosamente a lungo, mormorando ripetutamente: “Tesoruccio…!!! Tesoruccio…!!!” Subito dopo, si rialzò in piedi, gridando: “Tesoruccio…!!! Tesoruccio, dove sei…??! Tesoruccio, vieni fuori…!!! Lo so che sei qui…!! Ti scongiuro, vieni fra le mie braccia…!!! Vieni, presto…!!!” Wellington ordinò: “Coraggio, Burt… lo porti da lei!” “Roger…!” rispose il capo della Motoria. Calmo, misurato, lievemente sorridente, Ataru Moroboshi, 17 anni e mezzo, l’ex-eroe dell’Indipendance Day, entrò nella stanza. La sua ragazza, la sua donna, la sua dea, lo aspettava immobile con le braccia aperte… in una posa curiosamente simile a quella del famoso ritratto onirico! Ataru le si fermò a pochi centimetri e le fece una tenera carezza… “Come sei bella…!” mormorò ritirando la mano, bagnata dalle sue lacrime. Per tutta risposta, lei lo strinse nel suo abbraccio. Tenero dapprincipio, poi sempre più forte… sempre più stretto… le spie di allarme nella sezione Cardiaca cominciarono ad accendersi, finché sul pannello d’emergenza non comparve il messaggio WARNING: BREATHING INTERRUPTED! “Fatela smettere, lassù… se no sono guai…!!” avvertì la voce allarmata di Moore. “La… Lam… LAMÙÙÙ…!!!” gridò Ataru. Lei realizzò: “Oh…!! Scusami, amoruccio mio…!!!” esclamò, mollandolo immediatamente. “Non… c’è di che…!!!” rispose lui, con una smorfia, per le fitte di dolore. Si sentirono alcuni POP e alcuni CRACK…! “Danni…?” chiese A1, aperto il contatto con l’Immunitaria. “Lievi… un paio di costole incrinate, credo. Stiamo controllando!” rispose Hoffman. “Se il buongiorno si vede dal mattino…” mormorò Brad Fewer “…non vorrei mai che il buon Gus si preoccupasse nella maniera sbagliata!”1 Lamù guardò teneramente il suo tesoruccio, poi gli pose le mani sulle guance, attirandolo a sé… il contatto delle due bocche trasmise tutta la dolcezza di quel bacio, ma i segnali ricevuti da Humper arrivavano ai soli ricevitori della Neuro,2 poiché al collasso dell’ultimo ASD mancavano ancora 20 ore e 35 minuti. 1 Chi non indovinasse il senso di questa battuta di Fewer, mi scriva… gli risponderò personalmente! 2 Ciò permetteva comunque al C.R. di Lamù di salire di livello. 38 “Che facciamo, capo…?” chiese Percival “Non posso rispondere sensualmente… non ancora!” “Diamogliene l’illusione, almeno” rispose A1 “faccia del suo meglio, Burt: muova quella lingua, forza!” “Agli ordini, capo!” Burt Racer fece del suo meglio e la cosa sembrò funzionare: il sorriso di Lamù mantenne il suo splendore e i suoi occhi non smisero di brillare. A Percival venne la pelle d’oca, capendo immediatamente che la successiva signora Moroboshi non si sarebbe accontentata di una A… Lamù avvicinò infatti la bocca all’orecchio di Ataru e gli sussurrò: “Andiamo sull’UFO…?” “Alè…” esclamò Fewer “…questa qui proprio non ci voleva! E adesso…?” “Prendiamo tempo” replicò Wellington “lo faccia tergiversare, Brad!” “Non sarà facile, signore…!” “Beh, ci provi, perdio!!” “Sull.. sull’UFO…?” Ataru deglutì “A fare che…??” “Ma lo sentite…?” guaì Percival, disperato “A fare che…?? A giocare a carte, pezzo di deficiente!1 Brad, inventa qualcosa, per carità…!!!” “Sta’ calmo, Gus… ho un’idea, in proposito!” Simons sospirò di sollievo: finché c’era Brad Fewer, c’era speranza! “Beh, tesoruccio…” rispose Lamù con uno sguardo che Simons era incerto se definire maliziosamente dolce o dolcemente malizioso “…sono quattro anni che ti aspetto! Non vuoi….?” lo sguardo di lei si fece implorante e colmo di languido desiderio… “BRAAAD…!!!” “DATTI UNA CALMATA, GUS…!!” ordinò, secco, Fewer armeggiando sui comandi delle cellule riservate al ragionamento. “Io…” esitò Ataru “…certo, ma…” il suo sguardo si posò provvidenzialmente sull’abito da sposa, che prima Lamù aveva lasciato cadere a terra. Un secondo di tregua, sufficiente a Brad Fewer per ricevere l’ennesimo lampo di genio. Ataru raccolse l’abito, presentandolo alla fidanzata: “E tu? Non vuoi… intendo, prima di…?” Se possibile, gli occhi della ragazza brillarono ancora di più e si spalancarono: “Amore, sei dolcissimo” lo accarezzò a sua volta “ma io mi fido di te…!” Ataru chiuse gli occhi, covando come un senso di rimorso. Poi li riaprì: “Lo so… ma io preferisco così. Ti ho fatto disperare troppo, per meritarmi la tua fiducia… ora voglio guadagnarmela!” Lamù tornò ad abbracciarlo… “Oh, no… un’altra volta, no…!!” imprecò Hoffman. Ma stavolta la “stretta” rimase molto più “soft”… “Sei troppo buono, tesoruccio!” “No” rispose lui, con decisione “sono solo un mascalzone, che sta provando a diventare un bravo ragazzo!” Dopo qualche attimo, arrivò quella risposta che tutti i detrattori di Ataru - Megane in primis - avrebbero dovuto sentire per comprendere finalmente l’inspiegabile masochismo del loro ideale femminile! “Non è vero” rispose lei “sei solo un bravo ragazzo, che finalmente si è stancato di fingersi un mascalzone!” 1 Vi ricordate l’episodio del folletto Mujaki? È il n° 31 del fumetto “Sogni a occhi aperti” o il n° 42 del cartone “L’incubo di Ataru”. 39 Brad Fewer scosse la testa, guardando A1. “Che c’è che non va, Brad…?” chiese costui “Ha salvato ancora una volta capra e cavoli e non è contento?!” “Che vuole che le dica, signore? Il fatto che le donne riescano a capire gli uomini, molto più di quanto gli uomini riescano a capire sé stessi, mi sconcerta ogni volta di più! Come diavolo fanno…?” “Mah” rispose il responsabile della Genetica, incrociando le braccia “sarà perché li costruiscono loro…!”1 *** Le immagini mnemoniche sul monitor della Cerebrale continuavano a scorrere davanti agli occhi di Brad Fewer e di Hugh Simons. Immagini di Ataru e Lamù che parlavano… “Allora, quando lo facciamo…? Il matrimonio, intendo!” chiese lei. “Domani!” “Domani…?? Ma tesoruccio…!!” la ragazza rise di gusto. “Domani, Lamù: subito” le afferrò le braccia “è meglio non aspettare più…!” dichiarò, fissandola negli occhi. Simons cercò di mettere in quello sguardo tutta la sincerità d’intenti che animava ora il suo ragazzo: la sua anima gemella non avrebbe più dovuto avere dubbi! E non li ebbe. Mosse solamente un’obiezione pratica: “Ma… i preparativi… come facciamo…?” Egli annuì: “Sì, quaggiù sarebbe un problema. Ma se ci sposiamo da te…” “Da me…? Su Uru?” “Sì… come quella volta, ricordi? Dopo che mi liberasti dalle grinfie di Elle… anche allora avevi fatto predisporre tutto in un lampo, no? Lo puoi fare anche stavolta. E stavolta ti giuro… sulla mia stessa esistenza… che da parte mia non ci saranno sorprese!” I meravigliosi occhi di Lamù tornarono a inumidirsi. Gli diede un tenero bacio sulle labbra. “Io lo sapevo che tu mi amavi… l’ho sempre saputo…” gli accarezzò i capelli “…ti mancava solo un po’ di coraggio!” “È vero… scusami se ci ho messo tanto tempo per trovarlo!” *Già… giusto il tempo di scassare una dozzina di SISAS…!!* pensò Jerry Humper, ricordando tutta la fatica che aveva speso per idearli, progettarli e realizzarli! Ma era contento anche lui. “Dovremo avvertire tutti gli amici!” disse poi Lamù. Ataru scosse la testa: “No… puoi avvertire le tue amiche, se vuoi: Benten, Oyuki, Ran - Rei non so se sia il caso - ma i miei teniamoli all’oscuro!” “Ma, tesoruccio… non puoi!” “Sì, invece: non voglio rischiare che piantino grane, Lamù… specialmente Megane! Quando torneremo sulla Terra, faremo una festa con loro, magari… ma ora filiamo via: solo io e te!” “E i tuoi genitori…?” “Loro verranno, ovviamente. Puoi chiedere a Ran di dar loro un passaggio!” Lamù non dovette riflettere a lungo per concordare sul piano illustratole dal fidanzato. Pensando a tutto il caos che aveva sempre accompagnato la loro giovane vita in comune, quella era effettivamente la cosa migliore da fare. “Come vuoi tu, amoruccio mio…!” rispose, infine. 1 L’autore della fanfic dichiara di limitarsi a far parlare i suoi personaggi, senza per questo condividere le loro opinioni! 40 Capitolo 14: “Vi dichiaro marito e moglie!” L e ultime immagini registrate erano ovviamente quelle della cerimonia nuziale… Nel tempio erano presenti vari notabili del governo di Uru e anche diversi ufficiali delle forze armate, delle quali il futuro suocero di Moroboshi era appunto il comandante.1 C’erano inoltre tutti i membri della famiglia di Lamù, compresi Ten e sua madre (la cui presenza avrebbe garantito allo sposo di non finire incenerito per mano del “nuovo cugino”) le sue amiche Benten, Oyuki e Ran (portatasi dietro Rei, affinché si convincesse a dimenticare Lamù, una volta per tutte!) e anche la stessa Kurama, fortunatamente all’oscuro della recente “maturazione” di Ataru, che avrebbe potuto indurla a rivalutarlo come partner per la prosecuzione della sua specie! Fra i terrestri, oltre ai signori Moroboshi, figuravano anche la dottoressa Sakura (che aveva ben meritato di partecipare), assieme al fidanzato Tsubame Ozuno… e anche Shinobu, col suo nuovo ragazzo Inaba, per una volta sprovvisto della sua grottesca bardatura operativa. L’ex fidanzata di Ataru aveva cessato da diverso tempo di ritenersi rivale di Lamù e le due ragazze si consideravano ormai buone amiche. Tuttavia, qualche lacrimina, quella tenera e paziente fanciulla non riuscì a evitare di versarla! Anche Shutaro Mendo aveva voluto essere della partita (e in effetti gli spettava: senza la sua “fideiussione”, col cavolo che avrebbero accettato da Ataru le cambiali per il vestito della sposa!), assieme alla sua fidanzata Asuka Mitzunokoshi. Non mancava nemmeno il fratello di lei, affiancato dalla futura moglie Ryoko, sorella di Shutaro. Tobimaro Mitzunokoshi, futuro “doppio-cognato” di quest’ultimo (prospettiva che faceva inorridire entrambi) si era infatti fatalmente rassegnato a diventare tale. Del resto, se perfino quel “duro” di Moroboshi aveva capitolato, lui - uomo dall’indole ben più docile - che speranze avrebbe potuto avere di sfuggire alle grinfie della sua pretendente…? *** Lamù riusciva a mantenere un contegno sorprendentemente controllato, nonostante le sudassero le mani e sentisse vampe di calore dappertutto. Quel meraviglioso abito regalatole dal suo ormai prossimo marito era diventato peggio di una calzamaglia e non vedeva l’ora di liberarsene… anche per altre intuibili ragioni! Ma chi l’avrebbe potuta biasimare? Come faceva a convincersi che quel momento meraviglioso fosse finalmente arrivato…? Quando, dopo essere a malapena riuscita a balbettare il suo “sì”, udì le labbra del suo tesoruccio proferire la medesima risposta, fu sul punto di svenire e Benten, sua testimone assieme ad Oyuki (quelli di Ataru erano Sakura e Tsubame) dovette afferrarla da dietro! Lo scambio dell’anello fu leggermente più problematico: quella povera mano sinistra non voleva saperne di smettere di tremare e Ataru dovette afferrarle il polso con la sua, per poterglielo infilare con l’altra. Quando poi si trattò di infilarlo ad Ataru, Lamù fu costretta a trattenere il respiro: non se lo sarebbe mai perdonato, se quel piccolo cerchietto d’oro le fosse caduto! Il suo tesoruccio la fissò per infonderle coraggio… pian pianino Lamù avvicinò la fede al suo anulare… gli ultimi centimetri… gli ultimi millimetri… dentro! Era fatta…!!! “Aggancio riuscito” commentò Fewer “contiamo su te e Gus per quello di stanotte, Burt!” 1 Ho sentito spesso nominare Lamù col titolo di principessa, ma è un errore: suo padre NON è il sovrano del pianeta Uru ma, al massimo, il suo comandante militare (ha infatti guidato la spedizione per la conquista del Pianeta Terra). Inoltre, nella scena del film “Only You” dove Lamù sale su un caccia per inseguire la spia Rose che aveva appena rapito Ataru, un soldato, per avvertirla che l’apparecchio era guasto, si rivolge a lei col termine “signorina” e non con quello di “altezza”. 41 “Va’ a farti fottere!” rispose, seccato, il collega della Motoria. “Ma è appunto quello che…” “LA FINITE, PORCA PUTTANA…??!” gridò Percival, esasperato. Più il momento del lancio si avvicinava, più i suoi nervi si tendevano a corda di violino. “Calma, signoriii… calmaaa…!” ammonì il Coordinatore. “Vi dichiaro marito e moglie” recitò infine il celebrante “baciate pure la sposa!” Colorate da un rosso acceso, le guance di Lamù luccicavano per le lacrime che colavano incessanti. Il viso di sua moglie sembrava quello di un coniglietto impaurito, ma lui non riusciva a ricordare di averla mai vista così bella! Le sollevò il velo e suggellò con quel bacio la loro promessa… una promessa che aveva de facto scambiato con lei quattro anni addietro, al termine della famosa gara che aveva visto tramontare i sogni di conquista della Terra da parte di Uru, facendo sorgere invece il loro coronato sogno d’amore. Un bacio, però, tuttora privo di sensualità, a causa delle quattro ore e mezza di funzionamento rimaste ancora al tredicesimo ASD. Hugh Simons sperò ardentemente che quel bacio sarebbe stato anche l’ultimo ad essere privo dell’apporto di August Percival! *** La registrazione era terminata. Brad Fewer spense il monitor. “Bene, bene… il meno è fatto, caro Hugh!” “L’hai detta giusta, amico… è proprio così! Comunque, ti ringrazio di tutto: senza di te non ce l’avrei mai fatta a portarlo fino a questo punto!” “Dai, non sottovalutarti… sono certo che riuscirai a farlo diventare un ottimo marito!” “Me lo auguro… per lei, soprattutto! Temo però che avrò ancora bisogno delle tue idee geniali…!” “La Cerebrale è sempre qui, amico. Ma ti consiglio di affrontare un problema alla volta: ora ci aspetta il rendez-vu…!” Riscosso da quelle parole, il capo della Neuro diede un’ultima occhiata al contatore: ancora quarantacinque minuti…! “Hai ragione” Simons si alzò dalla sedia “è ora di prepararsi!” “Già… beh, allora…” Fewer tese la mano al collega “…in bocca al lupo, Hugh! O, per meglio dire… in bocca all’orca!!” Stavolta l’acutezza del capo della Cerebrale aveva toppato: come poteva, il capo della Neuro, rispettare la consuetudine e rispondere “Crepi!” all’indirizzo della dolce Lamù…? “Non è un’orca, Brad: è una donna fantastica. È sarà una moglie meravigliosa, vedrai!” Il collega sorrise al suo accento un po’ risentito e corresse il tiro: “Ti credo. Beh, in questo caso… buon allumaggio:1 a te, a Burt e a Gus!” Non ci volle molto a Simons, per capire il gioco di parole. “D’accordo… buon allumaggio! E grazie ancora, amico mio!” rispose, stringendogli la mano. Capitolo 15: “Devo veramente ringraziare quel computer…?” “N on più andrai, farfallone, amorosooo… notte e giorno, d’intorno girandooo… delle belle turbando il riposooo… narcisetto arancino d’amooor…!” 1 Non è un errore di battitura, ma un gioco di parole fra il nome della nostra aliena preferita e il termine “allunaggio”! 42 Il quartetto canoro formato da Shinobu, Sakura, Ryoko e Asuka stava superbamente producendosi nell’interpretazione della celebre aria “Non più andrai”, tratta dall’opera “Le Nozze di Figaro”, musicata - su libretto di Lorenzo da Ponte - dal sublime Wolfgang Amadeus Mozart! Le invitate terrestri dello sposo non avevano potuto resistere alla tentazione di dedicare al loro beneamato (si fa per dire) “complanetario” il viatico più azzeccato che ci fosse per l’ormai ex “santo patrono dei libertini”…! A costui venne da chiedersi più che altro se il grande genio musicale terrestre del XVIII secolo fosse conosciuto anche sul pianeta della sua neo-ufficializzata consorte… c’era da ritenere di sì, considerato il successo ottenuto, almeno giudicando dai fischi e dagli applausi dei convenuti al banchetto nuziale che stava volgendo al termine. L’eventuale risposta positiva lo spingeva inoltre a domandarsi da quanto tempo quell’alieno popolo “cornuto” li stesse tenendo d’occhio, prima che le alte sfere urusiane prendessero la decisione di “conquistare” il pianeta Terra. Shutaro Mendo si poneva curiosamente la stessa domanda e, per dirla tutta, era persino stupito di notare un generale moto di simpatia verso il neo-genero del comandante di quella fallita spedizione! D’accordo, alla maggior parte del popolo Oni stava a cuore la felicità della loro “excampionessa”, ma avrebbero pur dovuto avere almeno un po’ di risentimento verso il responsabile della loro sconfitta! A meno che… considerato che la Terra era pur sempre il pianeta più caotico e complesso dell’universo, gli urusiani non ringraziassero sotto sotto Moroboshi per aver impedito loro di ficcare le mani in quel maledetto vespaio! La mente di Moroboshi andava d’altro canto un po’ più il là… l’ineffabile Brad Fewer non era infatti mai stato del tutto convinto della casualità della scelta operata dal famoso Computer dell’U.I.I.C.1, che aveva “estratto a sorte” uno fra i 4 miliardi e passa di terrestri esistenti al momento della sfida, andando a pescare - guarda caso - proprio un individuo di sesso maschile, coetaneo della sfidante Oni e - tutto sommato - tutt’altro che fisicamente da buttare!2 Oltretutto, dava anche da pensare il fatto che, all’equivoca proposta di matrimonio del vittorioso terrestre, avesse fatto seguito l’approvazione - per non dire la benedizione - del padre di lei, che concedeva senza nessuna remora la propria figlia unica al pargolo di una semplice famigliola piccolo-borghese! Beh, per ciò che riguardava il capo della sua Cerebrale, quegli orchi tigrati potevano fare fessi 4 miliardi e rotti di terrestri, ma non lui… tant’è che, quando fu chiesto allo sposo di dire due parole dopo il taglio della torta, nemmeno Ataru Moroboshi resistette alla tentazione di levarsi il sassolino dalla scarpa. Guardò la sua sposa, si sorrisero e si alzarono. “Naturalmente…” esordì Ataru “…se dicessi che questo è il giorno più felice della mia vita, direi soltanto una banalità… per cui non lo dico!” risatine “Ho sempre saputo di essere un ragazzo qualunque… mediocre, magari…” silenzio “…anche se forse - dal momento che mi ritrovo quest’abito addosso” guardò sua moglie “qualcosa di buono, in me, c’è chi l’ha trovato…!” Gli venne istintivo guardare verso i suoi genitori… suo padre era calmo, appena sorridente. Sua madre aveva gli occhi lucidi e la faccia rossa. Rimorso? Ataru ebbe un guizzo e continuò: “Con ciò non voglio dire che le persone che hanno avuto a che fare col sottoscritto fin dall’inizio della mia vita, non mi apprezzassero… tant’è vero 1 Uruseian Interspace Information Center (Centro Informazioni Interspaziali di Uru). 2 Al di là delle opinioni “di parte” di tutti i suoi amici e conoscenti! 43 che l’affetto e l’attenzione dei miei cari genitori - che mai nulla mi hanno fatto mancare non è mai venuta meno, nonostante la mia proverbiale vivacità…” altre risatine “…e quindi approfitto di questa felice occasione per ringraziarli di cuore!” Il signor Moroboshi allargò il sorriso e assentì col capo; la signora si terse le lacrime e gli mandò un bacio con la mano. “Per non parlare della mia migliore amica” continuò lo sposo, fissando Shinobu “che ha reso felici gli anni della mia infanzia e della mia adolescenza… non lesinandomi - se del caso - alcuni salutari schiaffoni, quando la mia povera mamma era ormai troppo stanca per darmeli…!” La battuta provocò uno scoppio di risate e Shinobu dovette anche lei chiamare in causa il fazzoletto… “Quindi, grazie, Shinobu… e grazie anche a te, Inaba, per l’affetto che le porti… e anche perché sono sicuro che sarai per lei il compagno fedele che io non sono mai riuscito a diventare!” Shutaro Mendo era senza fiato. Cos’era mai accaduto, negli ultimi tempi, dentro la testa di quell’individuo…? Possibile che avesse finto, per anni, di essere un debosciato cerebroleso, per poi… “Devo inoltre dire grazie alla splendida dottoressa Sakura” lei lo fissò, gli occhi che le brillavano “che ha saputo tante volte - nella sua qualità di ottima psicologa - ascoltare i miei problemi interiori, i miei dubbi e le mie angosce… come ha sempre ascoltato, del resto, quelli di mia moglie!” avvertì la stretta della sua mano “Credo di non sbagliare affermando che, se oggi siamo qui… sposati…” dovette fermarsi e tossire: Wolfe e Moore non erano riusciti a evitargli un groppo alla gola “…lo dobbiamo a lei, più che a chiunque altro. E, naturalmente, non vediamo l’ora di ricambiare il favore suo e di Tsubame, nel farci da testimoni!” I due si guardarono, sorridendo e sorrisero quindi alla coppia intergalattica. “Un grazie particolare va poi rivolto al mio caro amico Mendo, per l’aiuto fondamentale che mi ha fornito per poter esternare alla mia dolce, nonché elettrica metà” Gus Percival fu scosso da un brivido e da un atroce dubbio (la signora Lamù se lo era poi portato dietro il nastro giallo…?) “la mia repentina proposta di matrimonio…!” l’interessato fece un gesto bonario “Non ultimo… un grazie, dal profondo del mio cuore, alla mia splendida seconda mamma” ella rispose imitando il gesto della prima “per aver messo al mondo questa sublime creatura…!” Gli astanti non resistettero più e scoppiarono in un tripudio di applausi e di fischi… la gioia era incontenibile e non solo per la felicità dei due novelli sposi, ma anche per la felice scoperta che tutti potevano toccare con mano: eccolo, finalmente, il vero Ataru Moroboshi! Alcuni di loro lo avevano, in verità, da sempre sospettato (Oyuki, Sakura)… altri ne erano piacevolmente sorpresi (Benten, Ryoko)… altri ancora non lo avrebbero mai immaginato (Shutaro, Kurama). C’era infine chi lo aveva sempre saputo e questo non poteva che darle un discreto dolore! Anche se il destino l’aveva infine ripagata con l’amore di Inaba, la dolce Shinobu Miyake era effettivamente l’unica terrestre che avesse pagato di persona la decisione di quel corpulento comandante alieno che, un infausto giorno di quattro anni prima, i signori Moroboshi si erano ritrovati nel loro salotto! L’ex fidanzata del salvatore del pianeta si sarebbe rammaricata per tutto il resto della sua vita di non essere stata capace di tirare fuori il meglio di quanto si celava nell’animo di Ataru Moroboshi, impresa riuscita invece a quella stupenda quanto fortunata ragazza aliena, 44 venuta a sgraffignarglielo fin da una distanza di 12 anni luce… e tutto grazie al capriccio di un Computer! Lo “sgraffignato” aveva nel frattempo alzato la mano per ringraziare e chiedere silenzio… e tutti quanti si erano zittiti, capendo che non aveva ancora finito. Era infatti venuto il momento di togliersi il famoso sassolino dalla scarpa: il suo sguardo si rivolse infatti verso l’austero suocero. “Avanti: fagli la domanda… e fagliela…!” lo stava incitando Brad Fewer. “Sì, fagliela… così guadagniamo ancora un po’ di tempo!” approvò Humper sbirciando il suo cronografo. Al collasso dell’ASD n° 13 mancavano ormai un’ora e diciannove minuti soltanto. “Per concludere, vorrei naturalmente ringraziare il mio caro suocero… è ovvio che non lo ringrazio per la decisione di attaccare la Terra, perché sarei antipatriottico” coro di risate “ma lo ringrazio di essere stato magnanimo con la sua figliola e di averle concesso di dividere la sua vita con l’uomo che aveva scelto!” detto ciò, alzò il bicchiere “A questo punto, non mi rimane che fare un brindisi… non a questo felice consesso, perché sarebbe scontato e quindi banale” altre risate “e nemmeno a qualcuno in particolare… bensì a qualcosa… più precisamente, a un’entità che dobbiamo tutti ringraziare per essere qui, oggi, a festeggiare questo straordinario avvenimento!” I genitori di Lamù si guardarono dubbiosi e tornarono poi a guardare il genero, che il comandante militare del pianeta Uru scrutava con viso leggermente preoccupato… “Mi riferisco, naturalmente… al computer che scelse l’avversario della vostra campionessa per la sfida che doveva decidere sul destino della Terra, pescando il sottoscritto fra oltre quattro miliardi di esseri umani! Per tutti questi anni me lo sono sempre chiesto” disse Ataru spaziando con lo sguardo per tutta la sala “ricordo bene cosa mi disse mio suocero: abbiamo scelto un umano a caso! Allora, perché proprio io e non una ragazza? Perché non un vecchietto di novant’anni…? Beh, la risposta che mi diedi allora era… perché sono uno sfigato cronico! Perché nessuno mi può battere, nell’attirare guai…!” Tutti lo stavano a sentire… chi divertito e chi preoccupato. “Ma ora…” continuò guardando la sua bellissima sposina “…ora che so - che sono sicuro di essere, in realtà, l’uomo più felice e più fortunato del mondo… o meglio del cosmo” altre risatine “quest’ipotesi non regge più e allora mi chiedo… anzi, lo chiedo a te, papà” e si rivolse al suocero “è stato veramente un caso? Devo veramente ringraziare quel computer? O devo invece ringraziare qualcun altro…?” Parecchi secondi di silenzio fecero seguito a quella domanda. Poi, l’interpellato si degnò di rispondere. “Caro figliolo” disse il padre della sua dolce metà “non si può avere tutto, dalla vita” qualche risata si sentì ancora “e questa curiosità credo proprio che dovrai tenertela…!” Ataru rispose, alzando il bicchiere: “D’accordo, papà… in fondo, anche questa è una risposta! Alla salute!” A questo punto, le grida di “Alla salute!” e “Viva gli sposi!” non si fermarono più, mentre gli sposini si scambiavano un altro tenerissimo bacio che, seppur non supportato ancora dalla Genetica di Percival, faceva raggiungere al C.R. di Lamù la quota di 1950 punti…! Capitolo 16: “Controllori genetici di Ataru Moroboshi, attenzione…!” L’ astronave del padre di Lamù stava decollando per riportare gli ospiti terrestri sul loro pianeta. Era stata un’iniziativa della dottoressa Sakura quella di lasciare subito gli “sposi novelli” alla loro privacy (Lamù aveva insistito che non era necessario, ma un 45 discreto cenno del neo-marito l’aveva convinta). Gli ospiti, del resto, si erano mostrati unanimemente d’accordo, specialmente Shinobu e Shutaro, per comprensibili umane ragioni (reciprocamente analoghe a quelle di Asuka e di Inaba). A che pro - pensavano i primi struggersi dal rammarico mentre gli sposini avrebbero consumato finalmente il vincolo nuziale? E a che pro - pensavano i secondi - rischiare di assistere a pericolosi “rigurgiti di fiamma” da parte degli ex rifiutati? Le ultime battute di congedo erano state significative… *** “A presto, Shinobu… ti voglio bene! E perdonami, se te l’ho portato via…!” “Non crucciarti, Lamù… non credo che avrebbe funzionato a lungo. Comunque, amalo anche per me!” Con gli occhi lucidi, le due ragazze si erano abbracciate e baciate sulle guance, ufficializzando una volta per sempre la conclusione della loro rivalità. Si era poi avvicinato Shutaro e aveva stretto dolcemente la mano di colei alla quale sarebbe per ora rimasta una piccola - ma non insignificante - parte del suo cuore, almeno finché la solo internamente fragile Asuka Mitzunokoshi non fosse riuscita a recuperare anche quello… ma era comunque sulla buona strada! Lamù aveva sentito la mano di Mendo tremare leggermente nella sua… “Grazie del tuo affetto, Shutaro… e non preoccuparti: Ataru mi farà felice. È il solo che può farlo!” “Non chiediamo altro, Lamù… buona fortuna!” Un po’ più in là, stavano salutando lo sposo… “Grazie di avermela tolta da piedi…!” aveva detto Ran ad Ataru. “Ti ho solo restituito il favore!” aveva risposto lo sposo alla ex-rivale della moglie, lanciando un’occhiata al suo fidanzato, Rei. “Ora puoi farcelo a noi, un favore” gli aveva poi detto Oyuki con voce soave, ma ferma “falla felice. È bizzarra, ma è tanto buona!” “Tranquilla, Oyuki: se non ne fossi convinto, non sarei qui!” “Soprattutto” aveva aggiunto Benten strizzando l’occhio “vedi di recuperare il tempo perduto!” “In che senso…?” “Proprio in quel senso lì…!” aveva risposto la “dea della fortuna” dandogli una discreta manata sotto la cintola…! “Mannaggia, che botta!” aveva esclamato Hoffman, osservando il grado di dolore sul proprio display. “Ma bene!! Proprio quello che ci vuole, prima del rodaggio” aveva imprecato Percival “vacci piano, Easy Rider: sono ancora nuovi…!!” “Rallegrati: saprai a chi dare la colpa, in caso di guai!” aveva motteggiato Racer. “Grazie di cuore anche a te, Sakura… per tutto!” “Non ringraziarmi, Ataru: ho sempre capito cosa ti tormentava, quando venivi da me… ho visto il tuo atteggiamento verso di lei migliorare nel tempo… lentamente, ma con costanza. Meritavi la mia fiducia: ora devi solo conservarla!” “Farò del mio meglio!” aveva replicato lui, sospirando. “Non sarà difficilissimo: ti basterà non mentire più a te stesso!” Per la prima volta, Sakura l’aveva baciato… solo sulla guancia, è vero, ma era stato un evento notevole! Come quello avvenuto subito dopo… 46 “Ciao, cuginetto…!” “Ciao, Ataru… e tratta bene Lamù, altrimenti…” Ten aveva fatto un’inspirazione dimostrativa. “Ricevuto e compreso!” “Beh, devo andare… la mia mamma si è presa una vacanza e vado un po’ a stare con lei!” “Mi fa piacere. A proposito…” “Sì…?” aveva chiesto la piccola peste, che già gli aveva voltato le spalle. Il “parente-acquisito” gli aveva teso la mano: “Amici…?” L’esitazione di Ten era durata solo pochi secondi: “D’accordo… amici!” gliela strinse e svolazzò via, prima che gli spuntassero i lucciconi agli occhi. *** “Abbiamo degli amici meravigliosi!” disse Lamù quando l’astronave non fu più visibile. “Già…!” si limitò a risponderle Ataru. Si erano ormai ritirati in camera da letto… il gusto dell’arredamento era chiaramente stravagante secondo i canoni terrestri, tuttavia il tocco romantico non mancava. Abituato a dormire sul futon, Ataru si augurò soltanto (e Hoffman con lui) di ricordarsi, la mattina dopo, di dover scendere da quella relativa altezza senza rischiare di rompersi la schiena… o ciò che ne sarebbe restato (era sempre l’opinione di Hoffman)! “Mi aiuti, tesoruccio…?” chiese la sposina presentandogli la sua. Un sovraccarico di adrenalina avvertì Hugh Simons che l’ora X si stava avvicinando sempre di più… Ataru si appressò, avvicinò le mani al colletto del vestito ed ebbe un blocco momentaneo. “Beh…? Che le prende, Racer?” lo riprese Wellington “Non ha mai slacciato dei bottoni?” “Su una donna no, cavolo…!” rispose agitato il capo della Motoria, armeggiando coi comandi delle dita e accingendosi a slacciare il bottone più basso. “Inizia dall’alto, idiota!” lo richiamò il capo della Neuro. “E non rompere… io manovro un corridore, non un cameriere…!” “Da stasera manovri un marito, se nessuno ti ha informato!” Burt Racer sbuffò e riprese la delicata operazione, arrivando bene o male alla fine. L’esitazione che avvertiva nelle mani del suo giovane compagno era per Lamù la più dolce delle sensazioni. Era proprio vero che i maschietti più “assatanati” diventavano i più timidi, al momento del “grande passo”! L’intenzione della Genetica di Lamù era quella di farsi scivolare l’abito nuziale dalle spalle, per scioccare lo sposino con la vista della mogliettina in baby doll… ma la sua Neuro non volle transigere dal piano che aveva preparato. “Grazie, amoruccio” disse lei reggendosi il vestito che già le scopriva le spalle “vado e torno…!” Detto ciò varcò la porta del bagno e la richiuse. “Fuori l’aria, presto!” comandò Moore, della Cardiaca. Durante quella calmante espirazione, Ataru Moroboshi fece una riflessione amara: *Allora è proprio vero che noi allupati, davanti al letto, diventiamo cuccioli…!* imprecò, mentalmente. 47 *** August Percival, dopo aver scambiato le ultime disposizioni con Burt Racer e con Hugh Simons, stava finalmente percorrendo il corridoio che lo avrebbe portato verso il suo “posto di combattimento”! Il condotto che recava all’ingresso della sezione Genetica risuonava all’eco dei suoi passi né troppo lenti, né troppo veloci - che sembravano addirittura rimbombare, nonostante la relativa morbidezza delle suole degli stivali protettivi.1 Ricordava un film americano che il suo assistito aveva visto assieme ai suoi compagni di scuola - dopo aver marinato la medesima - ambientato in un carcere giudiziario dove i condannati a morte percorrevano un lungo corridoio per recarsi nella sala dove c’era la sedia elettrica. Se ben ricordava, il titolo del film era “Il Miglio Verde”... il povero Gus si chiese se quel corridoio rimbombasse come quello che lui stava percorrendo in quel momento! Arrivato davanti all’ingresso, si arrestò un momento a riprendere fiato. *Coraggio, Gus: è come cavarsi un dente… magari la tua collega, là dentro, sta peggio di te…!” Effettuato il riconoscimento, il portello della centrale genetica si aprì automaticamente. *Seee… domani! Se non è affogata nella bava…!* concluse il suo pensiero, varcandolo. All’interno, tutti i tecnici della “Ripro” (come veniva anche chiamata la loro sezione) erano già ai loro posti, davanti alle rispettive consolle. All’apparire del loro direttore, si alzarono in piedi all’unisono. “State comodi, state comodi… non cominciate ad agitarvi prima del dovuto!” Raggiunta la sua postazione, Percival si sedette e carrellò l’intera sala… notando che, sulla parete di fondo, qualche spiritosone aveva applicato un pannello che raffigurava la traiettoria della missione Apollo 11, dove però, al posto della Luna, c’era il pianeta Uru, ben riconoscibile per l’atmosfera “tigrata”. Come se non bastasse, un secondo pannello su una parete laterale riportava un’immagine di Lamù, un po’ meno vestita del solito e caratterizzata da una posa alquanto seducente… sotto di lei, la scritta: “C’mon, lander babe!”2 (con la C bene in evidenza). Sulla parete opposta, compariva infine un ultimo striscione: “È TROPPO TARDI PER AVER PAURA!” Tutti i bio-tecnici, prima di risedersi, fecero un applauso di incoraggiamento al capo… e a loro stessi! “Siamo in forma, qua sotto, eh…? Mi fa piacere, perché ne avrete bisogno!” commentò lui prelevando il registro contenente l’elenco della check-list. Dopo averlo aperto davanti a sé, Percival indossò la cuffia-microfono. Il fedele Pitt3 gli pose accanto la solita fumante tazza di tè e il capo lo ringraziò con un cenno. Quindi iniziò. “Controllori genetici di Ataru Moroboshi, attenzione: datemi un GO-NO GO per l’amplesso. Coronarie…” “GO!” “Adrenalina…” “GO!” “Cardioritmo…” “Per me, GO!” “Pressione sanguigna…” 1 Cioè gli stivali isolanti anti-scariche di Lamù! 2 “Vieni, ragazzo terrestre!” 3 Vedi cap. 10. 48 “GO, capo!” “Temperatura interna…” “GO!” “Comburente…” “È GO!” “Calorie…” “GO!” “Fluidi gastrici…” “Per me GO!” “Testosterone…” “GO, capo!” “Circuito erettivo…” “NO GO… in attesa ricezione corrente!” Percival diede una rapida occhiata al contatore del tempo di vita dell’ASD n°13: meno 4 minuti e 23 secondi! Sospirò e proseguì: “Inibitori…” “GO!” “Fluido Trasporto…” “Per me GO!” “Equilibrio Gameti…”1 “GO!” “DNA reticolo …” “GO!” “Prostata…” “GO, capo!” “Comunicatore intersezionale…” “È GO!” August Percival fece un respiro profondo, dopo aver chiuso gli occhi. Dovette deglutire un paio di volte, prima di riaprirli e avvicinare la bocca al microfono del comunicatore. “Qui Genetica a Centrale Operativa… siamo pronti per l’amplesso…!” *** “Bene, Percival” rispose A1, dalla Centrale Operativa “sezione Motoria: la vostra situazione?” “Tutto il personale ai propri posti” rispose la voce di Burt Racer “siamo pronti per i preliminari!” “Bene… signor Meals: la Metabolica è pronta a incamerare il VLF?” “Siamo pronti… signore!” rispose l’interpellato, con le dita mezze slogate, a forza di incrociarle. “OK… le squadre del signor Hoffman e del signor Humper sono già presso l’ASD n° 13?” “Affermativo, signore!” risposero essi stessi. “Signor Moore e signor Simons: i parametri cardiaci e psichici sono nella norma?” “Tutto bene, salvo un po’ di agitazione” risposero “ma è normale, date le circostanze!” A1 rivolse una muta interrogazione al capo della Cerebrale, che rispose: “Una prima volta è sempre una prima volta… anche per Ataru Moroboshi!” 1 La quantità di spermatozoi di tipo X dev’essere esattamente uguale alla quantità di spermatozooi di tipo Y. Secondo voi, Lamù preferirebbe avere un maschietto o una femminuccia…? 49 “Al suo posto avrei detto soprattutto, signor Fewer!” Questi alzò le spalle: “Lei lo conosce meglio di me, signore!” Ma Chris Wellington, Organic Coordinator dell’uomo più allupato dell’universo intero, scosse la testa: “Nessuno conosce del tutto Ataru Moroboshi… nemmeno Ataru Moroboshi!” infine alzò la testa ed annunciò: “Bene, signori: si va su Lamù…!”1 Capitolo 17: “Beh…? Com’è che non salta…??” A taru estrasse il pigiama nuovo fiammante che gli era stato regalato da sua madre (o almeno così credeva: in realtà era stata Shinobu, ma questo lo avrebbe saputo diverso tempo dopo!)2 e lo sottopose a un esame rapido ma altrettanto accurato, onde evitare che rimanesse qualche spillo attaccato alla stoffa, con le conseguenze che si possono immaginare. Dopodiché si spogliò del tight da cerimonia e se ne rivestì con la rapidità di un pompiere, tanto che la madre del suo nuovo cuginetto lo avrebbe sinceramente applaudito! Aveva appena allacciato l’ultimo bottone (con quelli maschili Burt Racer se la cavava bene), quando la porta del bagno si aprì e la sua dolce sposina ricomparve… Un fiotto abbondante di adrenalina fu registrato dai sensori di Hugh Simons e accelerò notevolmente il ritmo della stazione di pompaggio di Patrick Moore… l’ormai giovane signora Moroboshi si ripresentò alla vista del suo novello sposo avvolta in un graziosissimo quanto succinto négligé di un tenue color pesca, che le lasciava oltretutto scoperte le gambe e le braccia. Non era eccessivamente trasparente, ma era di certo sufficiente a disinibire in maniera decisa qualunque maschio assai meno arrapato del famoso Ataru Moroboshi… sempre che non fosse stato dotato di quei maledetti dispositivi! La fronte del ragazzo si ritrovò subito imperlata da innumerevoli gocce di sudore e una discreta vampata di caldo attraversò contemporaneamente la sua faccia. La “pelle d’oca” era insomma in piena attività… ma, sotto la cintura, l’organismo rimaneva del tutto inerte… Al rapporto, Simons riferì infatti che le spie dei sensori psichici erano una vera luminaria e i galvanometri delle correnti nervose si trovavano praticamente a fondo scala… la Cardiaca di Moore registrava già 45 pulsazioni al secondo e la pressione del sangue era sui 135… ma, nella sezione di August Percival, tutte le spie dei ricevitori sensuali erano rimaste spente, mentre i galvanometri riposavano inesorabilmente sullo zero! Singolarmente paradossale per l’uomo più allupato di tutto l’universo! “È incredibile” commentò il Coordinatore Wellington “questo ragazzo subiva regolarmente un’erezione alla vista di ogni femmina dai 13 ai 45 anni, a meno che non fosse assolutamente ributtante! Ora ha davanti a sé una fanciulla di una bellezza e una sensualità paurose… ed è come se fosse castrato!!” “Potenza dei SISAS, signore” sospirò Brad Fewer, che gli era accanto “bisogna ammettere che il nostro amico Humper aveva fatto decisamente un ottimo lavoro!” “Già, non lo si può negare” ribatté A1, ma aggiunse “purché non abbia troppo ecceduto…!” *Lo sapremo tra poco…!* replicò a sua volta il capo della Cerebrale, anche se solo mentalmente. Sapeva bene che i contrattempi si presentano sempre a ridosso del traguardo e, proprio per questo, non riusciva a liberarsi da uno spiacevolissimo presentimento. “Sei… incantevole…!” sussurrò Ataru alla sua donna. Lei gli rispose con un sorriso la cui dolcezza fece saltare almeno quattro circuiti neuronici di Simons… quindi gli si appressò e gli mise le mani sulle spalle… poi si alzò sulle punte dei piedi nudi (il pavimento della stanza era interamente ricoperto da una morbida moquette, 1 Naturalmente, se Wellington avesse diretto una missione Apollo, avrebbe detto: “Si va sulla Luna!” 2 Secondo voi è stato una specie di dispetto nei confronti della sua rivale vincitrice…? Ma no… in fondo Shinobu è buona! 50 ovviamente a strisce giallonere) e, dopo aver chiuso gli occhi, gli schioccò un tenero bacetto a fior di labbra. Subito dopo, sempre senza dire una parola, si avvicinò al letto e si affrettò a entrare sotto le coltri… Meals dovette comandare ben tre deglutizioni per consentire alla sezione di Moore di riprendere un respiro abbastanza regolare! “Va… ehm… vado anch’io in bagno, un momento…!” balbettò Ataru. “Ti aspetto… maritino mio…!” rispose la sua dolce metà, coi teneri occhioni luccicanti. *** Presso la postazione di Simons i quadri di controllo erano praticamente impazziti e i galvanometri non facevano che “tergicristallare” dallo zero al fondo scala… e alcuni erano già andati fuori uso! “Accidenti, signore” commentò Rusty Traynor, rivolgendosi al suo capo “va bene che la sensibilità di Moroboshi per l’altro sesso è sempre stata proverbiale… ma gli strumenti non erano mai impazziti così, dal momento che li avevamo tarati proprio ad uso e consumo del suo straordinario allupamento. E nemmeno con la signorina… cioè con la signora Lamù avevano mai reagito in questo modo! Come lo spiega…?” “Non le era mai stato così vicino… e per periodi tanto prolungati” rispose il capo della Neurologica “devono essere i ferormoni…!”1 “Ma… i ferormoni li emanano tutte le femmine e non mi risulta che…” “Sì, ma nelle terrestri è diverso: è risaputo che i prodotti per la cosmesi e l’igiene intima contengono sostanze che neutralizzano, in una certa misura, l’efficacia dei ferormoni… evidentemente su questo pianeta sono riusciti a produrre dei detergenti e dei profumi che ne mantengono intatta l’intera potenza!” “Caspita, capo… speriamo che gli INBY2 del signor Percival riescano a reggere, una volta che sarà cessato il funzionamento dell’ASD n° 13…!” Il capo di Traynor guardò in faccia il suo fidato assistente, sembrando riflettere per un istante. Poi, annuendo, si avvicinò al comunicatore intersezionale: “Simons da Emotiva!” “Parlate, Emotiva!” risposero dalla Centrale. “Signor Wellington… ritengo opportuno che la neutralizzazione del SISAS non avvenga alla presenza di Lamù… e che il signor Moroboshi abbia bisogno di almeno un paio di minuti di relax, prima di tornare in camera da letto!” “Concordo perfettamente, Simons” rispose il Coordinatore “non è per caso che lo stiamo mandando in bagno, infatti! Signor Racer” disse poi, diretto al capo della Motoria “lo metta immediatamente sotto la doccia: fredda, mi raccomando!” “Ma vuole scherzare…??” protestò subito il capo della Cardiaca “Non ha mai fatto una doccia fredda, fino ad ora… e poi, con l’emozione di stasera?! Potrebbe restarci secco…!” “Vabbè… d’accordo, Moore. Niente acqua fredda, allora, Burt: ma la tenga meno calda che può!” *** Mentre lo “sposo novello” stava cercando di mitigare i “bollori” sovracintolari3 con una rapida doccia appena appena tiepida, le due squadre dell’Immunitaria e della Sensitiva erano piazzate alla minima distanza di sicurezza dalla posizione di aggancio dell’ASD n° 13: 1 Sostanze che accentuano il desiderio del partner. 2 Inibitor Brakes (freni inibitori). 3 Probabilmente è un neologismo… ma intendevo dire “sopra la cintola”! 51 l’ultimo SISAS rimasto a inibire l’organismo dell’uomo più allupato di tutto l’universo nei confronti della donna che lo aveva finalmente fatto suo… o meglio che lo avrebbe fatto suo non appena quel diabolico marchingegno fosse definitivamente saltato in aria! “Allora, attenzione tutti” disse Humper “mancano solo 40 secondi! Dato che la disintegrazione di questo shunter potrebbe risultare decisamente più violenta rispetto a quella dei precedenti, al mio segnale chiudete gli occhi, spalancate la bocca e tappatevi gli orecchi!” “D’accordo, Jerry” rispose il capo dell’Immunitaria “sentito, ragazzi? Preparatevi!” Mentre tutti i tecnici eseguivano l’ordine, il capo della Sensitiva si appressò al terminale comunicativo presso la parete: “Humper da Sensitiva!” “Parlate, Sensitiva!” risposero dalla Centrale. “Siamo a D meno 30. Dite alla Genetica di stringere al massimo gli inibitori: la reazione potrebbe avere un’entità superiore a quella prevista!” “Abbiamo già provveduto, Jerry!” rispose Percival. “Sei sicuro che sia sufficiente a evitarvi un’eiaculazione…?” “Dipende dall’intensità della scarica sensuale mnemonica che Simons ci rovescerà addosso!”1 “Proveremo ad attenuartela il più possibile, August!” rispose Simons, dalla Neuro. “Provarci non basta, Hugh! E bada che, se ci parte una scarica di STF, ci serviranno almeno quindici minuti, per ricaricare…!” “In questo caso ci faremo in quattro, Gus!” “Allora ci conto!” “D meno 20…” annunciò Humper “…continua il conteggio!” *** Ataru chiuse l’afflusso d’acqua e afferrò l’asciugamano, strofinandosi con energia. Poi uscì dalla doccia e si rivestì col pigiama… Fewer osservò ironicamente che si poteva anche fargli indossare un semplice accappatoio, ma Simons preferiva seguire un approccio “tranquillo”: probabilmente il ragazzo si sarebbe scatenato anche troppo, una volta partito il tredicesimo SISAS, senza bisogno di eccitarlo ulteriormente con atteggiamenti da latin lover…! Il neo-maritino si avvicinò poi al mobile da toeletta e si diede un’attenta manicure. Poi, essendosi già sbarbato prima del banchetto serale, prese dentifricio e spazzolino e iniziò a lavarsi i denti. Dopo una vigorosa ripassata, si sciacquò accuratamente con del collutorio e finalmente appoggiò le mani ai bordi del lavandino, guardandosi allo specchio. “Tesorucciooo…! Vieniii…?” fece una suadente voce, oltre la porta. Mai come allora quell’affettuoso appellativo, riecheggiato migliaia di volte attraverso i sensori acustici di Humper, aveva generato una scarica di adrenalina così forte, al punto da provocare un’extrasistole alla stazione di Moore! “Arrivo, Lamù… ho quasi fatto!” Ataru afferrò infine un pettine e si diede una veloce ravvivata alla zazzera castano-scuro. Poi si sorrise: dopotutto, non era poi così male! “Coraggio, vecchio mio” si disse l’amico, ripetendo la frase del suo capo genetico “in fondo è come cavarsi un dente…!” 1 Mnemonica perché, essendo in bagno, Ataru non può vedere Lamù, rimasta in camera da letto. In caso contrario la scarica sensuale sarebbe stata percettiva e quindi di intensità ben maggiore! 52 *** “...meno 10… 9… 8… 7… 6… 5… 4… 3… 2… 1… 0…!! ATTENZIONE…!!!” I quattro tecnici dell’Immunitaria e gli altri quattro della Sensitiva, secondo le disposizioni ricevute, strinsero le palpebre mentre, contemporaneamente, si tappavano i padiglioni auricolari tenendo aperta la bocca… Passarono altri cinque secondi dopo che Humper ebbe annunciato la fine del count down… …poi dieci… poi quindici… “Beh…” sbottò finalmente Dick Hoffman, il capo dell’Immunitaria “…com’è che non salta…??” Jerry Humper alzò gli occhi dal quadrante del suo cronografo e fissò l’ultimo superstite del suo sudato lavoro, vale a dire il sensual impulse selective auto shunter n° 13… l’ultima barriera fra il loro assistito e il consumo del vincolo nuziale con la donna dei suoi (tormentati) sogni! “Non capisco… probabilmente il contatore non era sincronizzato perfettamente con l’effettivo tempo di vita degli ASD. Sarà di sicuro questione di secondi…!” Il tempo continuava inesorabilmente a scorrere… “…o di minuti…!” aggiunse sarcasticamente Hoffman, fissando il collega. Il responsabile della Sensitiva aveva già la fronte madida di sudore. C’era poi un particolare che lo impensieriva alquanto: ormai quel benedetto shunter avrebbe dovuto sopportare un carico tale di energia impulsiva da farlo letteralmente friggere come una padella di tempura sul fuoco… vale a dire che avrebbe dovuto emettere non un semplice ronzio (come quello avvertito da lui stesso e dal capo della Cerebrale quando l’apparecchio era rimasto “solo”)1, bensì un tale frastuono da rendere quasi impossibile intendersi ai membri organici lì presenti… e invece l’apparecchio rimaneva assolutamente silenzioso! Ormai era passato più di un minuto e mezzo dall’esaurimento del tempo di “fine-vita” dell’ASD e, immancabilmente, la voce di August Percival tornò a farsi sentire attraverso il comunicatore intersezionale: “Ehi, che sta succedendo…?! Come mai non arriva ancora corrente al circuito erettivo?” Dopo aver deglutito per umettare la gola secca, Humper rispose al collega: “Il SISAS non è ancora saltato, Gus… cercate di avere ancora un po’ di pazienza!” “Quaggiù possiamo avere tutta la pazienza del cosmo, Jerry” ribatté, ironico, il capo della Genetica “bisogna però vedere se ce l’avranno anche le nostre colleghe, nell’organismo ricevitore…!!” Il capo della Sensitiva non seppe che rispondere, troppo occupato a controllare i brividi che gli serpeggiavano lungo la schiena. A un certo punto uno scalpiccio di passi si udì dal fondo del condotto nervoso e comparvero ben presto alcuni tecnici della Cerebrale, al seguito di Brad Fewer. “Ehi, che state combinando…?” domandò quest’ultimo “Il capo comincia a innervosirsi parecchio, in centrale operativa!” “Non riusciamo a capire, Brad” gli rispose immediatamente Humper, indicando il SISAS “quell’affare non salta!” “Come sarebbe non salta…?!” replicò sgomento il collega, fissandolo. “Perlomeno non è ancora saltato” s’intromise Hoffman “riteniamo ci fosse uno sfasamento nel contatore del tempo di vita. Sicuramente succederà da un momento all’altro!” 1 Vedi cap. 11. 53 “Beh, lo spero proprio” commentò, semiserio, il capo della Cerebrale “perché non oso pensare alla reazione della signora, se le bruciassimo la prima notte di nozze!!” *** “Tesoruccio, che succede…?” tornò a risentirsi la dolce voce della sposina “Ti senti poco bene…??” “Ma è roba da matti” imprecò immediatamente Chris Wellington “queste sono cose che si sentono chiedere le femminucce vergini… mica i maschietti…!!” “Evidentemente c’è sempre l’eccezione che conferma la regola” ribatté Hugh Simons sforzandosi di sorridere, senza però riuscirci “ad ogni modo non possiamo farlo rimanere in questo bagno ancora per molto, signore!” “No, infatti” confermò A1, emettendo un rumoroso sospiro “va bene… torniamo in camera da letto. Coraggio, Burt!” “Sissignore!” rispose questi, agendo sui comandi degli arti inferiori. Dopo avere esclamato un “Eccomi” non troppo deciso, Ataru Moroboshi abbandonò il suo momentaneo “rifugio” per rientrare nell’alcova nuziale. Ciò che vide lo spaventò (e se qualcuno gli avesse predetto che un giorno si sarebbe spaventato per una cosa simile, si sarebbe strozzato dal ridere): sopra le coltri del prossimo “campo di battaglia” intergalattico, dentro il quale si sarebbe dovuto svolgere, di lì a pochissimo, il secondo e ben più decisivo confronto fra la Terra e il pianeta Uru, stava appoggiato ed inerte il seducente négligé che aveva precedentemente coperto le grazie della sua donna… segno evidente che quest’ultima era già pronta ad accoglierlo come mamma l’aveva fatta! Il suo bellissimo viso mostrava un colore appena appena rosato e ciò dimostrava altresì che la mogliettina stava facendo del suo meglio per tenere a bada l’incertezza e l’imbarazzo, volendo offrire al maritino solamente la sua dolcezza e la sua sensualità! “Bentornato, amoruccio” disse Lamù ad Ataru con un tono che, se Humper non fosse stato occupato in ben altre faccende, si sarebbe affrettato ad analizzare per rilevarvi eventuali tracce di soffusa ironia “tutto a posto…?” “A… altroché…!” rispose il ragazzo, con voce impercettibilmente tremula. Ma non era tutto a posto. Già il povero Meals aveva dovuto comandare altre tre deglutizioni per rendere meno secca la sua povera gola. Ma era il non sentire assolutamente nulla nelle proprie parti basse, ciò che sgomentava maggiormente il povero salvatore del Pianeta Azzurro, nonché conquistatore della sua probabile mancata governatrice! Cos’avrebbe detto, quella meravigliosa fanciulla, quando si fosse accorta che non lo stava eccitando per niente…? No… non doveva assolutamente finire in quella maniera. Il destino non poteva essere così crudele con quella coppia, dopo avere contribuito a crearla, partendo da quei due punti così distanti dell’universo…! Capitolo 18: “Genetica, abbiamo un problema!” J erry Humper, con la voce ormai carica di tensione, si rivolse al collega dell’Immunitaria: “Dick, levami di mezzo quella rete: voglio controllare da vicino!” “Ma sei matto…?!” intervenne Fewer “Vuoi fartelo scoppiare in faccia??!” Il capo della Sensitiva si voltò verso di lui: “Brad, non credo che quell’ASD sia prossimo a scoppiare!” “Ma come…?” 54 “Se così fosse, qui dentro ci sarebbe un tale fracasso che non potremmo nemmeno sentirci… avanti, Dick!” “D’accordo!” il capo dell’Immunitaria estrasse di tasca un telecomando e lo diresse verso l’apparecchio. Com’ebbe premuto il pulsante, la gabbia protettiva che avvolgeva l’ASD si liberò dagli agganci che la ritenevano alla parete e piombò a terra, con un rumore sordo. Humper si avvicinò, scostò la gabbia con una pedata e alzò verso lo shunter un rilevatore di campo, identico a quello con cui il capo della Neurologica aveva esaminato l’ASD n° 1 quando era andato fuori uso all’inizio della storia.1 Dopo un po’, il capo della Sensitiva avvicinò il rilevatore al viso e lo esaminò con attenzione; poi tornò a puntarlo verso il derivatore: “Non capisco…” lo udirono mormorare i due colleghi e i loro tecnici, rimasti indietro “…eppure non mi sembra guasto!” “Che succede, Jerry…?” chiese Fewer, sempre timoroso di vedere quell’infernale ordigno esplodergli addosso. “Brad, vieni qui… presto!” “Eccomi!” rispose l’altro, raggiungendo l’amico. “Prendimi sulle spalle!” “Ma allora vuoi proprio farci ammazzare…!?” sbottò Fewer. “Ti ripeto di stare tranquillo. Avanti, fammi salire!” Borbottando qualcosa di inintelligibile, il capo della Cerebrale curvò la schiena sporgendo i palmi delle mani per fare scaletta al collega. Costui si affrettò a salirgli sulle spalle e ad avvicinare le sue mani allo shunter… “Ma… non è possibile…!!” “E adesso che c’è…?” chiese Fewer. “È FREDDO!!” esclamò il collega, dopo averlo toccato. “E allora?” “Ma come e allora?! Dovrebbe essere rovente, porco giuda…!” “Non sarà magari una sorta di temporaneo effetto rovesciato? Sai, la classica calma prima della tempesta!” “Ma non dire assurdità…! Quest’affare non è più saturo, te lo dico io!” “Come sarebbe a dire…?!” intervenne Hoffman “Abbiamo di fronte quella bomba di Lamù: bella, nuda e calda nell’alcova… e quell’affare non è più saturo? Come può essere possibile una cosa del genere…??” “Questo non lo so” rispose Humper, con voce ormai isterica “il guaio è che non so neanche cosa fare…!!” “Comincia allora a venire giù” rispose Fewer “perché sei tutt’altro che leggero!” Il collega si affrettò ad obbedire. Contemporaneamente, dall’altoparlante del comunicatore intersezionale tornò a berciare la voce agitata di Percival: “Insomma, volete metterci in condizione di procedere o no…? Simons mi dice che l’amico ha già il cardiopalma, mentre da noi impera tuttora la pace dei sensi! E la Dea degli Orchi sta aspettando. Volete proprio farla incazzare…??!” gridò, sempre preoccupato di rimanere vittima della famosa scarica orgasmica. Con la bocca asciutta come un deserto, Humper si appressò al microfono del comunicatore: “Genetica, abbiamo un problema!!”2 “Ne avevamo un vago sospetto…! Possiamo fare qualcosa?” “Temo di no… il guaio è che il SISAS non vuol saperne di saltare!” 1 Vedi cap. 1. 2 Ebbene, lo confesso: non vedevo l’ora di batterla, questa frase. Troppo forte, il film Apollo 13! 55 Un nanosecondo dopo, Humper dovette allontanare la testa dal ricevitore, a tutela dei suoi poveri timpani… “OHE, NON FACCIAMO SCHERZI, LASSÙ, EH…??! SE QUEL COSO NON SI LEVA DAI COGLIONI1, QUAGGIÙ SIAMO DEL TUTTO IMPOTENTI…!!!” “August, cerca di stare calmo” s’intromise Fewer “dobbiamo studiare la situazione… faremo il più in fretta possibile!” “Vi conviene! Anzi, ci conviene a tutti… perché, se la signora si convince che l’abbiamo fregata una seconda volta2, è la volta buona che ci riduce in cenere…!!!” “Brad, dobbiamo tornare in centrale operativa. Dick, tu rimani qui con la tua squadra: avvertimi immediatamente, se succede qualcosa!” “Sta’ tranquillo, Jerry!” “E non state troppo vicino a quell’affare!” si raccomandò, partendo. Era comunque una mera formalità, giacché il capo della Sensitiva era perfettamente consapevole che l’improvviso scoppio del SISAS n° 13 fosse oramai l’ultimo dei problemi…! *** Con la velocità di due razzi, Brad Fewer e Jerry Humper raggiunsero la Centrale Operativa, dove Chris Wellington e Hugh Simons li attendevano con un aspetto non propriamente rilassato. Soprattutto quello di A1 era, al contrario, decisamente “temporalesco”… “E allora…??” chiese subito loro, senza por tempo in mezzo. “C’è un contrattempo, signore” rispose immediatamente Fewer “sembra che l’ASD abbia difficoltà a saltare!” “Che cosa…??!” sibilò, minaccioso, il capo. E quando il Coordinatore Wellington sibilava, faceva ben più paura che se stesse gridando come un ossesso “Vorrete scherzare, spero!!” commentò, fulminando con lo sguardo i due sottoposti. Humper deglutì e aggiunse: “Purtroppo no, signore… e temo che la cosa sia più seria di quanto sembri. Il fatto è” a questo punto il capo della Sensitiva guardò il collega della Neuro “che l’ASD n° 13 si sta comportando come se non fosse più saturo: è freddo e non emette più alcun ronzio!” “MA COME SAREBBE…??!” gridò Wellington “Ma se i precedenti dodici sono partiti uno dopo l’altro, con effetti sempre maggiori! I primi collassavano semplicemente… e gli ultimi hanno iniziato persino ad esplodere!” “Lo so, signore! Come spiegai all’inizio, ogni volta che ne saltava uno, i superstiti dovevano sopportare un carico sensuale via via sempre più intenso… e infatti l’MTBF3 non mancava di ridursi in maniera progressiva. Non riesco proprio a capire…!” “Ma siete sicuri che non sia già andato fuori servizio, senza manifestare alcun effetto esterno…?” domandò A1, cercando di dominare come poteva il suo nervosismo. “Disgraziatamente sì, dal momento che Percival continua a non ricevere corrente per il circuito erettivo!” Chris Wellington strinse i pugni. Sul display che registrava l’attuale percezione visiva dell’organismo compariva una Lamù “pudicamente” coperta dal solo lenzuolo, con un braccio piegato sotto la nuca e l’altro disteso lungo il fianco, al di sopra del lenzuolo stesso. 1 Mai, tale termine, era stato così fuori di metafora! 2 La prima volta era stato quando Ataru era scappato via, prima di pronunciare il suo sì al tentato matrimonio con Lamù, dopo la loro fuga dal pianeta Elle (cfr. il film Only You). 3 Medium Time Between Failure: tempo medio fra le disfunzioni. 56 Il dolce viso mostrava un’espressione sorridente, anche se già leggermente perplessa… per non dire piuttosto impaziente! “Che si può fare…?” chiese il Coordinatore, con voce dura ma imponendosi di tenere a bada la collera. Forse, per la prima volta, il capo cercava d’essere d’aiuto ai suoi subordinati, invece di sferzarli a risolvere il problema da soli. “Non lo so… bisognerà analizzare il problema, individuare una soluzione” rispose Humper “ma ci vorrà del tempo!” “MA NON ABBIAMO TEMPO…!!!” gridò Hugh Simons, angosciato, indicando il display visivo “GUARDALA: E LÌ CHE LO ASPETTA! E SE QUESTA VOLTA NON LA FACCIAMO FELICE, SARÀ LA FINE. DI TUTTO…!!!” “Cerca di calmarti, Hugh” intervenne Fewer, posandogli una mano sulla spalla “per male che vada, rimanderemo di un giorno o due. In fondo lo ha aspettato per quattro anni… non mi sembra poi tutta questa tragedia!” “Ma allora non volete capire…!! Vi rendete conto, sì o no, che questa è LA LORO PRIMA NOTTE DI NOZZE…??! Non possiamo mandargliela in bianco!! Cosa potrebbe dire Ataru alla sua SPOSA? CHE GLI È VENUTO MAL DI TESTA…??!!” il povero capo della Neuro aveva ormai gli occhi schizzanti fuori dalle orbite. “Simons ha ragione” intervenne Wellington “occorre risolvere il problema. Ma subito!!” puntualizzò, con voce secca. “Per risolverlo subito avrei bisogno di sapere come mai la carica sensuale sullo shunter è diminuita. Perché senz’altro sta lì, la chiave di tutto!” “Diminuita…?” chiese il capo della Cerebrale. “Ma certo. È l’unico motivo per cui quello shunter si è dissaturato!” “Ma come può essere diminuita? Prima che installassimo quegli affari, Ataru sbavava come un bulldog, alla sola vista delle curve di Lamù! Non è possibile che adesso lei non lo ecciti più. Come può essere…?” “Oddio… oddio…!!!” mormorò Hugh Simons, dopo essersi messo le mani sulla bocca. A sentire quelle parole, sia i due capi-sezione che l’Organic Coordinator si voltarono verso il capo della Neuro, che le stava pronunciando già da un po’ mentre ascoltava quanto si dicevano i suoi due colleghi. Pallido come un cadavere, il povero Simons rialzò con fatica lo sguardo e fissò il viso di A1: “Signore…” sussurrò, con angoscia “…mi perdoni… ma temo proprio che sia tutta colpa mia!” Capitolo 19: “A voi, Motoria: fatela impazzire!” A quelle parole, i capi della Cerebrale e della Sensitiva rimasero allibiti, mentre A1 si limitò a corrugare marcatamente la fronte. “Si spieghi, Simons!” ordinò, sempre con voce secca. “Ecco, signore… vede… per mettere in grado il signor Moroboshi di affrontare la signora Lamù… e proporsi finalmente a lei come suo marito nel modo più convincente… ho dovuto enfatizzare al massimo il sentimento che il ragazzo provava per lei… in modo che superasse tutta la reticenza e l’intimidazione che sentiva nei suoi confronti. Per fare questo… ho dovuto giocoforza potenziare la sensibilità di Ataru nei riguardi delle sensazioni psichiche che lui riceveva dalla sua presenza e dalla sua immagine mentale!” “E allora…?” chiese Humper, già in preda a una vaga ansietà, pur non sapendo dove il collega volesse andare a parare. 57 “Vedi, Jerry… per far sì che Ataru riuscisse a vincere il suo orgoglio e si dichiarasse a lei, sia pure graficamente1… e che arrivasse addirittura a chiederle di sposarlo subito, sono… sono stato costretto ad adottare un espediente un po’ drastico…!” “Hugh: la smetta di tergiversare, porca miseria… e venga al dunque!!” ruggì il Coordinatore. “Ho… ho…” balbettò il povero Simons, fissando il collega della Sensitiva, non osando guardare dalla parte del capo “…ho collegato direttamente i sensori psichici all’elaboratore emotivo… in modo che agisse con più efficacia sul Coefficiente Relazionale della signora!” Humper strabuzzò gli occhi e gridò: “CHE COS’HAI FATTO…??!” “Jerry, cerca di capire: era l’unico modo possibile per aumentare il C.R. di Lamù in tempo utile, in modo che Ataru potesse dichiararsi e sposarla, prima che l’ultimo ASD arrivasse a fine vita!” “Ma Hugh, sei diventato matto?! Ti rendi conto che, escludendo in quel modo i circuiti selezionatori, hai assorbito anche gli impulsi sensuali provenienti dalla ragazza? Ecco perché la carica sul circuito anti-seduttorio è diminuita…!!” “Un momento, un momento” s’intromise Wellington “avreste la bontà di tradurmelo in termini un po’ più profani?!” Il capo della Sensitiva si passò più volte la mano sulla faccia. Quindi si fece coraggio e rispose: “Si tratta di questo: tutte le informazioni, mnemoniche e percettive, che l’individuo riceve da un soggetto femminile relazionantesi con lui, vengono trasmesse della Sensitiva alla Neuro… questa li analizza tramite una serie di circuiti che ne smistano una parte verso l’elaboratore emotivo e un’altra parte verso l’elaboratore sensuale della Genetica… o, nel nostro caso, verso il circuito degli ASD!” “Quindi…??” incalzò A1, con sguardo sempre più feroce. “Ecco… smistando tutti i segnali verso l’elaboratore emotivo per incrementare maggiormente il C.R. di Lamù ed escludendo in tal modo l’uscita verso l’elaboratore sensuale, Simons ha praticamente interrotto il sovraccarico sugli ultimi due ASD: il 12 e il 13. Evidentemente, il 12 ha fatto in tempo a saturarsi e saltare” specificò, guardando Fewer “mentre il 13 ha avuto più tempo per scaricarsi e ritornare al di sotto della soglia di sicurezza…!” Il Coordinatore piantò addosso al capo della Sensitiva uno sguardo talmente intenso, da farlo vacillare: “Jerry… sta forse cercando di dirmi che quel maledetto ordigno non salterà più…??!!” “Sì… cioè no, ma…” il povero Humper deglutì dolorosamente, con la gola ormai in fiamme “…affinché salti, occorre farlo saturare di nuovo. E l’unico modo per riuscirci in tempi rapidi è… proprio un rapporto completo con la signora Lamù. Ma, con la Genetica inibita, questo è impossibile…!” “Ma… scusa, Jerry” intervenne prontamente Fewer, mentre osservava di sfuggita lo sguardo di Wellington farsi, mano a mano, sempre più torvo “non si potrebbe escludere semplicemente tutto il sistema…?” Humper si voltò verso il collega della Cerebrale, con sguardo desolato: “Sì, Brad, si potrebbe” mormorò, con voce flebile “ma non è una faccenda da sbrigare in cinque minuti!” “Quanto ci vuole? Avanti!!” gridò A1, senza preamboli. Il capo della Sensitiva fece un profondo respiro ad occhi chiusi, prima di rispondere: “Ci vogliono dalle 4 alle 6 ore, intervenendo sul sistema nervoso centrale… bisogna che 1 Cioè tramite il biglietto che accompagnava il pacco contenente l’abito da sposa. 58 l’organismo sia immerso nel sonno più profondo, per non rischiare di provocare danni sensibili ai neuroni!” Un sonno profondo… che Moroboshi, a dispetto del suo passato da “egoista”, non avrebbe di certo goduto, dopo avere bidonato in quel modo la sua vergine sposa! Ascoltando queste pessime notizie, Brad Fewer continuava a scrutare ansiosamente il capo, aspettandosi che la sua furia esplodesse da un momento all’altro… cosa peraltro comprensibile, visto il grottesco vicolo cieco in cui si erano cacciati! Evidentemente quell’impiastro di Sakurambo aveva ragione: un amaro destino avrebbe perseguitato quel povero ragazzo per tutta la vita. E, con lui, la sua consorte aliena! Inaspettatamente, al posto di un’imprecazione o un ruggito di collera, l’Organic Coordinator dell’uomo (almeno per il momento) più sfigato di tutto l’universo si produsse in una risata bassa e ghignante. Quindi si rivolse ai suoi collaboratori: “Signori… date le circostanze prodottesi, mi trovo costretto - con mio sommo rammarico - a ritirare quanto vi dissi al termine del nostro ultimo briefing sulla Terra…”1 Il povero Simons teneva gli occhi bassi, mentre Humper si azzardò a protestare: “Ma, signore…” “E IN QUANTO A LEI, SIGNOR HUMPER” continuò, puntandogli il dito contro “SAPPIA CHE IL SUO FOTTUTO SISTEMA ANTI-SEDUTTORIO DEL CAZZO È UN VERO SCHIFO…!!!” A questo punto Jerry Humper, il membro che più aveva consumato le sue facoltà per rimediare a tutti i problemi che avevano afflitto l’organismo di Ataru nei quattro anni di “convivenza forzata” con la Principessa degli Oni (per non parlare dei precedenti tredici), non seppe più trattenersi… “COME SI PERMETTE, MALEDETTO TIRANNO FIGLIO DI PUTTANA??!! È STATO LEI A ORDINARMI DI REALIZZARLO PER TENERE A FRENO MOROBOSHI!!” A siffatta reazione, il capo non fece una piega e mantenne il suo cipiglio sinistramente sorridente, mentre gli altri due capi-sezione avevano già smesso di respirare. “Esatto” rispose “e adesso le ordino di levarglielo dai coglioni! Ma non in sei ore” si appressò quindi al comunicatore intersezionale “Genetica da Centrale Operativa…!” “Parlate, Centrale!” “Quanto tempo richiedono dei preliminari abbastanza completi?” Dopo qualche secondo di perplessità, Percival si affrettò a rispondere: “Di… dipende dalle caratteristiche proprie della partner…! Considerando la sicuramente elevata sensibilità della signora Lamù… ritengo saranno sufficienti dai tre ai cinque minuti e…” si sentì chiaramente il rumore della deglutizione del capo-sezione “…sarà pronta per la penetrazione!” “Grazie, signor Percival!” il Coordinatore si rivoltò verso Humper “Ha sentito? Le do cinque minuti. Cinque minuti, non un secondo di più! Mentre la Motoria preparerà la controparte a ricevere Moroboshi, lei toglierà di mezzo l’ASD dai ricevitori della Genetica… a costo di distruggerlo!” concluse, fissandolo. “Distruggerlo…?! Ma lei è pazzo! Non possiamo neutralizzarlo in maniera violenta: potrebbe accadere l’irreparabile…!” “È un ordine, Humper!” puntualizzò A1 con voce sibilante. “Se lo attacchi al culo, il suo ordine, razza d’incosciente! Io non metterò in pericolo la vita di questo organismo!” 1 Vedi cap. 11. 59 All’improvviso lo sconvolto capo della Sensitiva si sentì stringere una spalla. Voltatosi, si accorse che era Simons: “Jerry… fai come dice. Come responsabile della Neuro, ti posso garantire che vale la pena di correre qualche rischio…” “Ma, Hugh…” “…perché, se la povera Lamù si mette in testa di non piacere sessualmente al suo tesoruccio, sarà un guaio molto, ma molto grosso…! Lui non l’ha mai vista piangere sul serio1… se lo facesse, allora sì che potrebbe accadere l’irreparabile!” Negli occhi del collega, Jerry Humper vi lesse tutta l’amorevole ansietà per i due protagonisti dell’intera epopea, mista al rimorso per il serio contrattempo che, sia pure in buona fede, aveva provocato. Alla fine, annuì: “Ok… d’accordo, allora. E che gli dei ci aiutino!” concluse, accingendosi a lasciare la stanza. “Brad, vada con lui” ordinò Wellington “avrà sicuramente bisogno di lei!” “Signorsì!” “In quanto a lei, Simons, provveda immediatamente a ricollegare i selezionatori ai ricevitori psichici, così quell’arnese infernale ricomincerà a caricarsi!” “Subito, signore!” Detto ciò, Chris Wellington tornò ad avvicinarsi al comunicatore intersezionale. “Centrale Operativa a tutti i reparti: partiamo coi preliminari! Tocca a lei, signor Racer: mi raccomando, sia eccitante ma delicato: la condizione B2 dovrà durare il più a lungo possibile!” “Posso anche farla durare quanto la corsa, signor Wellington…!” non si trattenne dal motteggiare Racer. Il capo stette al gioco: “Purtroppo, stavolta devo darle molto meno di dieci giorni, Burt. Ma so che ci porterà ancora alla vittoria!” *Eccolo, il solito infame ricatto emotivo…!* pensò Racer, grugnendo. Ma poi rispose: “Conti su di noi: faremo l’impossibile!” “Ne sono certo. Signor Percival: la Genetica si tenga pronta a intervenire, non appena tornerà a ricevere corrente!” “Ricevuto!” “Bene… a voi, Motoria: fatela impazzire!” Capitolo 20: “Accidenti, è proprio verde dappertutto…!!” L a prima cosa che a Moroboshi venne in mente di fare, fu di montare sul letto dalla parte sua e rimanere lì, seduto, a contemplare la sua donna meravigliosa… l’incertezza lo attanagliava. Avvertendo il suo imbarazzo, che la riempiva di tenerezza, Lamù gli carezzò la guancia e gli disse: “Sai che, negli ultimi tempi, ti sei fatto più bello?” “Da… davvero…?” balbettò lui. “Sì, davvero!” “Beh… per te era un po’ più difficile… dato che eri già stupenda fin dall’inizio!” “Tesoruccio…!” rispose lei, con gli occhi già umidi. Il ragazzo glieli terse con un dito… “Piangi…?” “Sì… ho paura…!” “Paura…? Per…” 1 Esprimendo cioè un dolore vero. Le poche volte che Lamù lo ha fatto, nel corso della storia, erano più che altro scenate di gelosia. 2 Il petting. 60 “No, non per quello! Ho paura di svegliarmi, domattina… e scoprire di aver fatto solamente un bellissimo sogno!” Ataru scosse energicamente la testa: “No…! Non stai sognando, Lamù: è tutto vero! D’ora in poi sarò un marito, per te…!” “Amoruccio…!!” *** “Bravo, Rusty… continua così” esclamò Simons armeggiando sopra un complicato pannello circuitale “ho quasi finito!” Terminata l’ultima delicata operazione sui componenti, il capo della Neuro richiuse lo sportello di protezione. “Ecco fatto! Adesso, tutti gli impulsi provenienti dalla signora verranno smistati verso l’elaboratore sensuale, andando a ricaricare quel maledetto ASD… così vedremo, se non salta!!” “Significa che ha escluso del tutto la trasmissione verso l’elaboratore emotivo, capo?” domandò un altro assistente. “Oramai non ce n’era più bisogno, Greebs” rispose Simons “col C.R. della signora a quota 1974, non serve farlo innamorare ancora di più…! Rimetteremo tutto a posto, dopo che avranno consumato!” “Speriamo di ricordarcene, signore!” “Conto su di te, per questo, Greebs. D’ora in poi, se gli Dei lo vorranno, gestiremo finalmente un uomo normale!” Nel frattempo, Jerry Humper e Brad Fewer erano ritornati presso il famigerato ASD n°13, tuttora presidiato dalla squadra dell’Immunitaria. “Novità, Dick…?” chiese subito Humper. “Credo di sì… l’arnese, qui, ha ricominciato a ronzare!” “Bene, significa che Simons ha ripristinato i selezionatori. Adesso l’ASD ricomincerà a saturarsi… il guaio è che ci metterebbe troppo a saltare per conto suo, quindi dobbiamo levarlo noi di mezzo!” “E in che modo…?” chiese Hoffman. “In qualunque modo! Ma dobbiamo riuscirci prima che la signora sia pronta per l’amplesso… Racer è già partito coi preliminari!” “Santo cielo” esclamò il capo dell’Immunitaria “quanto tempo abbiamo…?” “Ehe…! Bisognerebbe chiederlo alla collega di Percival…!1 La nostra Genetica ha stimato non più di cinque minuti. Ed è questo il tempo che mi ha dato il capo!” “Ma è assurdo! Non ce la faremo mai a neutralizzarlo in cinque minuti…!” replicò Hoffman, sgomento. “Beh, confido che Racer e Simons riusciranno a darci un po’ più di respiro… non molto: solo un po’!” “Ma, Jerry…” intervenne Fewer, con estrema ansietà “…hai qualche idea su come fare?” Il capo della Sensitiva sospirò: “Pensavo di bypassare l’apparecchio, ma sarebbe troppo rischioso: potrebbero partire delle scariche deleterie per i circuiti nervosi! Non rimane che metterlo fuori uso…!” “Sì, ma come…?” “Smontandolo: non si può fare altro!” “Ma… se lo smonti, interrompi il circuito… e Ataru diventa impotente!” obbiettò Hoffman. 1 Cioè alla direttrice della Genetica di Lamù! 61 “Perché, adesso com’è? È ovvio che, subito dopo, dovrò sistemare il bypass fra i due punti di connessione. Solo che, senza più la presenza dei condensatori, lo potrò fare senza pericolo!” “E poi…?” chiese, a sua volta, Fewer. “Quando gli sposini si saranno sfogati e Ataru avrà raggiunto almeno il terzo stadio del sonno, mi occuperò di rimuovere tutta quella porcheria di circuito. Così la faremo finita, una volta per tutte, con questa dannata storia…!” “Ok, Jerry… sei un grande” commentò il capo della Cerebrale, battendogli una mano sulla spalla “siamo nelle tue mani!” “Ti sbagli, Brad: siamo nelle mani di Racer, in questo momento…! Presto, Dick: procurami una scala e gli attrezzi!” “Subito! Ragazzi…” fece poi, schioccando le dita al suo personale. “Agli ordini, signore!” risposero questi. *** Burt Racer mise le mani sui comandi muscolari, dopo avere aperto il canale con la sezione Genetica. “Gus, io sono pronto!” annunciò. “E allora vai, che aspetti? Lo sparo dello starter?” replicò Percival, udibilmente1 irritato. “Sì, ma… mi chiedevo cosa fare, per prima cosa!” Il capo della Genetica si mise una mano sulla faccia: *Santi Numi… dopo che l’ho erudito per tutto il pomeriggio! Cominciamo bene, cominciamo…!!* Aspirò una boccata d’ossigeno e gridò: “Comincia a baciarla sulla bocca, deficiente! Poi procedi sul collo… poi scendi più giù!” “Giù dove…?” *Ma proprio qui dentro, dovevo capitare…?!* si chiese il povero Percival, sbuffando “OK, Burt, ho capito…” rispose poi, rassegnato “…ti guido io. Tu bada solo a seguire esattamente le mie istruzioni!” “Roger…! Pilota a navigatore: pronto al decollo!” “Fa anche lo spiritoso…!” commentò a bassa voce il capo della Genetica, verso il suo assistente Pitt. “Forse è meglio così, signore” rispose lui, sempre sussurrando “credo che lo faccia per esorcizzare il momento: il signor Racer mi sembra parecchio teso!” “Dì pure terrorizzato…!” replicò Percival, con un ghigno. *** La morbidezza delle labbra di Lamù era sublime… ormai erano diverse le volte che l’aveva baciata, ma ogni volta quel tocco lo mandava sempre più in estasi. Se ne staccò a malincuore e iniziò a baciarle il collo candido… “Mmm… tesoruccio…!!” gemette lei. La fragranza della sua pelle era sconvolgente. Ormai, almeno la metà degli apparati della Neuro stavano funzionando coi circuiti d’emergenza… come aveva giustamente ipotizzato Simons, i ferormoni della Principessa degli Oni, non inibiti da nessun prodotto chimico terrestre, funzionavano a pieno ritmo! Era il momento di procedere oltre… ma il prosperoso seno di Lamù era ancora ricoperto dal lenzuolo. Lei fissò negli occhi il suo compagno e sussurrò: “Coraggio, tesoruccio…!” 1 Analogismo di “visibilmente”! 62 Ataru allungò la mano verso l’orlo ed esitò… con l’arto che tremava leggermente. “Forza, Burt: levalo via. Muoviti…!!” comandò Percival. “Fai presto, tu, a fare il macho, là sotto: mica la vedi, tu…!!!” protestò il capo della Motoria. L’altro sospirò: “Non li avevi, però, tutti questi problemi durante la corsa… quando Fewer ti ordinò di strapparle il reggiseno!” “Ma era diverso… c’era in gioco la salvezza della Terra!” “See, see…! Avanti, campione: poche storie!” Centimetro dopo centimetro, l’azione “trainante” di Racer scoprì lentamente il perfetto e prosperoso seno dell’aliena… “Accidenti…” sibilò Wellington “…sarà almeno una quarta misura…!” “Altri tre circuiti andati fuori servizio, signor Simons!” “Inserisci gli ausiliari, Rusty!” “Capo, siamo già a due terzi del sistema centrale che funziona con gli ausiliari…!” L’altro sospirò: “Non ritengo di poterci fare nulla, amico mio!” “Speriamo bene, signore!” “Già… speriamo bene…!” replicò il capo della Neuro, sinceramente preoccupato di cosa sarebbe accaduto quando il buon Racer avrebbe finalmente scoperto anche il rimanente…! Ataru rimaneva in contemplazione della meraviglia che aveva davanti, osando appena sfiorarlo… “Scusa se non è troppo grande!” scherzò Lamù. “Mi stai sfottendo…? È semplicemente fantastico…!” sussurrò lui. “E allora, Burt…?” incalzò Percival, impaziente “Immagino saprai cosa fare, adesso…!” “Devo… devo fargli baciare i… i…” “Bravo, proprio quelli. Procedi…!” “Comincio dal destro o dal sinistro…?” Stavolta il capo della Genetica perse la pazienza: “Burt, un’altra di queste domande idiote e giuro che vengo su a mollartene uno sul grugno!! SBRIGATIII…!!!” Le labbra di Ataru si chiusero presto attorno a uno di quei due rosei e deliziosi bottoncini. Mentre con la mano destra continuava a massaggiarle l’altra ghiandola mammaria, il ragazzo fu preso dall’istinto di succhiare dell’improbabile latte dalla prima… quel latte che sua madre non gli aveva mai fornito da poppante (il motivo è che non aveva potuto, ma alla Neuro di Simons c’erano rimasti male e anche all’Immunitaria se ne erano chiaramente dispiaciuti). Il piacere sensuale provato da quel preliminare non impedì a Lamù di avvertire anche tutta la dolcezza di quel gesto… sapeva di quel particolare del latte e la sua ormai ufficiale suocera si era confidata con lei, prima di congedarsi dopo la cerimonia: “Lamù… figlia mia: ti prego di dare a mio figlio anche quella parte di amore materno che io non sono riuscita ad offrirgli…!” La nuora l’aveva abbracciata e le aveva risposto: “Fidati di me, mamma…!” E ora pensava, accarezzandogli la testa: *Amore… quando avremo un bambino, spero di avere tanto di quel latte da poterne dare, finalmente, un po’ anche a te…!* *** “Che ti prende, Dick…?!” domandò il capo della Cerebrale osservando il suo collega battersi il palmo della mano sulla tempia. 63 “Mah… non so” rispose Hoffman “mi stavano fischiando le orecchie!”1 Fewer non fece commenti, tornando a osservare Humper, all’opera sull’ordigno. Appollaiato sulla scala fornitagli dai tecnici dell’Immunitaria, aveva le tasche del camice zeppe di attrezzi e teneva in quel momento un cacciavite stretto in bocca. Con una mano stringeva una chiave a brugola e con l’altra cercava di far leva sulla stessa tramite un martelletto, nell’intento di svitare un bullone di fissaggio. “Come va, Jerry…?” “Potrebbe andare meglio” rispose lui, con la voce alterata dal cacciavite “sto facendo più in fretta che posso, ma questi bulloni sono praticamente incollati…!” “Colpa dei tuoi tecnici, che lavorano troppo bene” ironizzò Fewer “se li avessero stretti un po’ di meno…” “Magari fosse quella, la ragione” ribatté lui “temo invece che le correnti di funzionamento, in tutti questi anni, li abbiano magnetizzati, saldandoli alla struttura!” “Pensi di farcela a svitarli tutti?” “Te lo saprò dire alla fine…!” rispose Humper, con tono palesemente preoccupato. *** “Ooohh… tesoruccio… sei fantastico…!!” esclamò la sposina, concentrando tutta la sua attenzione sui suoi capezzoli “Ora… scendi giù… vai più giù…!!” Ataru smise di sbaciucchiarle il seno e si sollevò, ansimando leggermente. Le sue mani tremanti si avvicinarono nuovamente all’orlo del lenzuolo: il momento di scartare completamente la caramella era alfine arrivato! “Burt, l’hai sentita?” domandò Percival al collega della Motoria. “Sì… ma cosa…” Il capo della Genetica si impose di stare calmo: “Il lenzuolo, Burt: levalo di mezzo!” “Tu… tutto…??” “Sì, Burt: TUTTO…!!” Il capo della Motoria fece un respiro, poi deglutì: “D’accordo…!” disse, tergendosi il sudore dalla fronte. *Decisamente, Racer avrebbe di gran lunga preferito un’altra gara di corsa…!* pensò Wellington. Sarebbe superfluo e monotono descrivere le sensazioni provate dal salvatore del mondo mentre finiva di scoprire completamente lo stupendo corpo della sua giovane donna… non fu tanto l’ombelico a fargli effetto (il succinto bikini tigrato l’aveva sempre lasciato scoperto, anche se più saltuariamente da quando Lamù, iscrittasi al Liceo Tomobiki, aveva dovuto quotidianamente indossare l’uniforme scolastica) quanto ciò che - finalmente e immancabilmente - gli si rivelò più in basso…! L’avvenimento fu caratterizzato da un curioso particolare biologico: il pensiero che scaturì nella mente di Ataru Moroboshi fu il medesimo che attraversò contemporaneamente il cervello dei due membri del Consiglio Organico che avevano accesso al monitor della percezione visiva della ragazza: Chris Wellington e Burt Racer (escluso Jerry Humper, occupato con il SISAS). *Accidenti…* si dissero *…è proprio verde dappertutto…!!!* 1 Come si sa, il latte naturale della madre è la miglior fonte di anticorpi per il sistema immunitario del bambino. Ecco perché Hoffman si era rammaricato del fatto che la madre di Ataru non gliel’avesse potuto dare. Il collegamento con l’attuale proposito della sua mogliettina viene da sé. 64 Capitolo 21: “Devi leccarle la patatina!!” S ubito dopo, nella centrale di Simons, scoppiò il finimondo… Gli ultimi circuiti principali del sistema nervoso centrale saltarono irrimediabilmente, assieme a una non trascurabile parte di quelli ausiliari. La conseguenza immediata fu una scarica elettrica non indifferente che scaturì dai pannelli, seguita da un’improvvisa fiammata…! “Estintore… estintore…!!!” gridò Simons, disperato. Rusty Trynor si affrettò ad obbedire, inondando i pannelli psichici con un mare di schiuma estinguente. In contemporanea, il capo della Neuro si affrettò a mettersi in comunicazione col suo collega della Cardiaca: “Patrick… Patrick… tutto bene, lì da te…??!” “Poteva andare peggio… ma siamo già a 50 pulsazioni al secondo e la pressione è arrivata a 147…! Cerca di ridurmi subito l’adrenalina, Hugh!” “Farò il possibile, appena riusciremo ad attivare i pannelli d’emergenza. Resisti ancora un po’!” “Ok, ma fa’ presto…!” Simons si rivolse allora al suo fidato assistente: “Rusty, com’è la situazione…?” “Critica: abbiamo l’intero sistema centrale affidato ai circuiti ausiliari… dei quali, solo la metà sono ancora funzionanti!” “Quanto ci vorrà, per ripristinarli?” “Potremmo farcela in venti o trenta minuti. Ma…” “Ma cosa…?” “Occorre che l’organismo si sfoghi al più presto sessualmente… perché solo così il sistema nervoso si raffredderà, tornando a regime normale!” “Capisco… il problema è sempre quel maledetto SISAS!” “Lo so, signore. Però non capisco io: con le sollecitazioni che abbiamo ricevuto - tutte trasferite all’elaboratore sensuale - quel maledetto arnese dovrebbe ormai essere saltato da un pezzo…!” “Hai ragione… senti, io vado a vedere che succede. Voi, intanto, continuate ad assistere la Motoria e la Genetica nei preliminari. Affido a te la baracca, Rusty!” “Vada pure, signore: faremo del nostro meglio!” “Non ne ho il minimo dubbio. A dopo!” *** Il frastuono provenuto dalla centrale emotiva era naturalmente arrivato anche alla postazione dell’ASD n°13… Fewer e Hoffman avevano alzato gli occhi e quest’ultimo aveva esclamato: “Misericordia!! Che sta succedendo, là sopra…?” “Non lo so… e non lo voglio sapere…!” rispose Humper, sempre più nervoso, intento a lottare con l’ennesimo bullone. Il capo della Cerebrale, che invece lo voleva sapere, si avvicinò al comunicatore e aprì il canale intersezionale. “Qui Neuro, parla Trynor!” risposero. “Qui Fewer, dall’ASD n° 13. Abbiamo sentito un certo bailamme provenire dalle vostre parti! Cos’è successo?” L’assistente di Simons illuminò il collega del suo capo e chiese, a sua volta, un aggiornamento della situazione. Fewer rispose che stavano facendo tutto il possibile e chiuse il contatto. Quindi tornò presso Hoffman. “Allora…?” chiese lui. 65 “Hugh sta venendo qui!” rispose Fewer, asciutto. “Sì, ma… che è accaduto, alla Neuro?” “Il sistema nervoso è rimasto quasi del tutto fuori uso!” “Santi numi…! Per quale motivo?” “Il nostro amico ha visto il triangolo verde…!” Hoffman sbarrò gli occhi: “E che cavolo sarebbe il…” “AHIII…!!!” gridò all’improvviso Jerry Humper. Il capo della Cerebrale si voltò verso di lui e commentò, serafico: “Vedo che tu hai capito…!” “Un’altra volta… vedi di non pronunciare certe frasi, mentre sto lavorando con gli attrezzi…!!” disse l’altro, succhiandosi poi due dita, con sguardo incazzato. Prima che Fewer potesse metterci una pezza, comparve Hugh Simons, correndo trafelato. “Gente… c’è un’emergenza!” “Un’altra…? Beh, una più o una meno…!” disse, sarcastico, il capo della Cerebrale. “Non fare lo spiritoso! La faccenda è seria: ho il sistema centrale che sta partendo…!” “Non mi stupisce, dopo ciò che ha visto il signorino…!” “Piantala, Brad!” intervenne il capo dell’Immunitaria. “Già” ribatté, piccato, il capo della Neuro “il fatto è che, se non lo facciamo sfogare al più presto, qui finisce male! Potrebbe anche avere una crisi depressiva violenta… non so se mi spiego!” “Ti spieghi benissimo. Prova adesso a spiegarlo anche a quel fottuto arnese!” ribatté Fewer, indicandolo col pollice, senza voltarsi. “MALEDIZIONE…!!!” Il grido isterico di Jerry Humper fu seguito dal rumore metallico di una chiave inglese che veniva scagliata a terra dal povero capo della Sensitiva. I tre colleghi lo guardarono… era disfatto: la fronte gocciolante di sudore, il respiro affannoso e le mani sanguinanti. “Non ce la faccio, ragazzi… questo figlio di puttana non vuole cedere! È impossibile…!!” “Jerry…!” esclamò Fewer. Il capo della Neuro si avvicinò al collega e lo guardò negli occhi: “Ne sei proprio sicuro? Non c’è proprio nulla da fare…?!” “Ho paura di no, Hugh… sono riuscito a svitare tutti i bulloni della struttura, tranne quelli che trattengono i cavi di collegamento… devono essersi magnetizzati per bene!” “Dannazione…!” esclamò Fewer. “E se… se li neutralizzassimo con gli spara-anticorpi?” chiese il capo dell’Immunitaria. Humper scosse la testa. “Non servirebbe, Dick: quest’affare non è un corpo estraneo!” “Ma porca miseria…” saltò su Simons “…non possiamo arrenderci così!! Se i bulloni non si svitano, usiamo la fiamma ossidrica, per Shinto…!! “Ma sei matto…?! Qui dentro? Non se ne parla neanche” affermò Hoffman, categorico “vuoi rischiare di farlo cadere in coma?!” “Beh, se tu preferisci farlo cadere in depressione…!” Passarono ancora alcuni angosciosi istanti di riflessione… poi Brad Fewer rialzò gli occhi dal pavimento e domandò: “E se usassimo dell’acido?” “Dell’acido…?” replicò Hoffman. “Sì… per corrodere i condotti!” “Mah… non so. Temo che nessun acido proveniente da questo organismo potrebbe sciogliere quei maledetti cavi… vero, Jerry?” 66 Costui era rimasto seduto in cima alla scala e teneva gli occhi fissi sui colleghi. Le sue mani erano avvolte nel fazzoletto, macchiato dal sangue delle escoriazioni provocate da quel frenetico quanto inutile lavoro. “Nessun acido… proveniente da questo organismo…!” sussurrò. “Jerry… stai bene…?” gli domandò Fewer, preoccupato. “Che mi venga un accidente…!!” esclamò il capo della Sensitiva. Subito dopo saltò giù dalla scaletta e si avvicinò al comunicatore. “Humper a Genetica!” “Qui, Genetica. Parla Percival!” “Gus… dimmi, presto: il VLF contiene anche dell’acido, vero…?” “Altroché! E potente, anche. Seppure innocuo per l’apparato gastrico dell’organismo!” “Ne sei sicuro?” “Certo. Ho faticato non poco a convincere Meals di questo particolare…!” “Tuttavia… è molto corrosivo per le altre parti, vero?” “Più dell’acido solforico. Di un po’, Jerry: dove vuoi arrivare…?” “A toglierti quel SISAS dalle palle, ecco dove! Gus: mi serve il VLF… subito!!” “Allora rivolgiti a Burt: è lui che può procurartelo, in questo momento!” “D’accordo… passami la Motoria!” Trascorsero pochi secondi, poi si udì la voce dell’interessato: “Racer, da Motoria!” “Burt… a che punto sei, coi preliminari?” “Stavamo per baciarle l’ombelico...” “Aumenta i giri: ho bisogno del VLF!” “Prego…?” Humper fece un respiro profondo: “Il fluido vaginale, Burt… mi serve! Devi stimolarle la… la… insomma, hai capito… no…?!” “Veramente no…!” Brad Fewer e Hugh Simons si coprirono il volto con la mano e Hoffman scosse ripetutamente la testa. Il capo della Cerebrale si ricordò poi, con sgomento, che il collega della Motoria non era stato affatto informato di quel particolare!1 “Oh, insomma, Burt… DEVI LECCARLE LA PATATINA!! HAI CAPITO, ADESSO…??!” Seguì qualche secondo di teso silenzio… dopo i quali Brad Fewer, scostando le dita dall’occhio sinistro, domandò: “Ha capito bene…?” “Hai capito, Burt…??” ripeté Humper, nel microfono del comunicatore. Dopo qualche altro secondo, si avvertì finalmente la voce flebile del capo della Motoria: “Sì… credo di aver capito…!” “Bravo... allora fallo!!” ordinò il capo della Sensitiva. “Devo… devo proprio…??” “BURT, PER AMOR DEL CIELO… SBRIGATI A TIRARLE FUORI QUELLA ROBA O SIAMO FOTTUTI…!!!”2 Il vincitore della famosa corsa per la salvezza del pianeta Terra dal dominio di Uru, si convinse finalmente che non c’era più nulla da ribattere… e obbedì. “Motoria a Sensitiva…” rispose a bassa voce “…roger. Procedo…!” e pensò, altresì: *Se è destino che così sia… amen!* 1 Cioè del fatto che fosse necessario procurarsi il VLF per ottenere il famoso catalizzatore che avrebbe reso Ataru un marito fedele. 2 In realtà, era proprio tutto il contrario! 67 Nello stesso istante, Humper si metteva in contatto con l’altra sezione interessata alla mossa seguente: “Humper a Metabolica. Mi senti, Larry…?” “Forte e chiaro…!” rispose Sweeper Meals, un po’ titubante. “Bene… appena il VLF sgorgherà dalla vagina di Lamù, stai pronto a succhiarlo tutto. Mi raccomando, Larry: non perderne neanche una goccia!” “Ma… ma… tu mi assicuri che non ci brucerà l’esofago… vero…??” “Stai tranquillo, Larry: i tuoi apparati non ne risentiranno minimamente. Aspettami, vengo lì!” “Jerry, noi che dobbiamo fare…?” chiese Fewer. “Niente, per ora. Dick, tu ordina ai tuoi tecnici di preparare tre o quattro spara-anticorpi… scarichi!” “D’accordo. E poi?” “Poi aspettami qui. Ci rivediamo il prima possibile!” “Ok! Buona fortuna, Jerry!” “Anche a voi. Ne avremo bisogno tutti!” Capitolo 22: “Al diavolo… vuole vederlo nudo!!” I l ragazzo (momentaneamente) meno allupato di tutto l’universo smise di sbaciucchiare l’ovviamente bellissimo ombelico della sua principessa, soffermandosi poi a contemplare quel meraviglioso giardino un poco sottostante… “La situazione, Evans…?” “Cardioritmo 65… pressione 154, signor Moore!” “Cribbio… se Hugh non si sbriga, qui rischiamo l’infarto!” La fronte di Ataru era ormai completamente madida e il suo torace praticamente in preda alle convulsioni… poi da Lamù arrivò un suggerimento provvidenziale: “Hai caldo, amoruccio…?” “Sss… sì… un po’…!” rispose lui, fra un affanno e l’altro. “Levati quel pigiama, allora…!” sussurrò la mogliettina, sorridendo. Pur fremendo palesemente d’impazienza, Lamù stava imponendosi di accettare i tempi del suo compagno: le componenti del suo Consiglio Organico si erano probabilmente accorte che i colleghi della controparte avevano qualche problemino da risolvere…! Hugh Simons e Gus Percival non erano tuttavia così fessi da non vedere, dietro quel “suggerimento pratico”, il malcelato desiderio della ragazza di essere ricambiata per lo spettacolo offerto al maritino… non era difficile da capire: c’era arrivato persino Burt Racer! “Al diavolo” esclamò il capo della Motoria “questa vuole vederlo nudo…!!” “Che si aspettava, di diverso…?” domandò sussurrando l’assistente Pitt al suo capo, mentre questi scuoteva la testa. “Fai progressi, Burt” confermò poi, sarcasticamente “hai fatto jackpot!” “Maledizione… lo sapevo che finiva così!!” “La par condicio non si discute… forza, asso: l’orca assassina vuole vedere la preda in versione integrale!” “E piantala di sfottere!!” gridò Racer, esasperatamente imbarazzato, mentre i comandi degli arti gli scivolavano via dalle mani sudate. Togliere la parte di sopra non fu un’impresa da poco… il colore paonazzo che rivelò il volto di Moroboshi dimostrava chiaramente che aveva quasi rischiato di soffocare. Per fortuna la diretta esposizione dell’epidermide all’aria circostante permise immediatamente una 68 traspirazione nettamente migliore; il conseguente calo della temperatura interna diede perciò modo alla Neuro di rimettere in efficienza diversi circuiti ausiliari e anche qualche primario (a tutto vantaggio della sezione Cardiaca). “Signor, Moore: il cardioritmo è calato a 58 e la pressione a 152!” “Bene… vuol dire che Simons è riuscito a ridurci l’adrenalina” commentò il capo-sezione, visibilmente sollevato. E aggiunse, a bassa voce: “Appena in tempo…!” Ma il sollievo dei tecnici della Cardiaca durò poco, perché Racer, compiendo sforzi sovrumani, stava sfilando ad Ataru i pantaloni del pigiama! Il ragazzo era seduto sul letto, di fronte alla sua partner… far passare l’elastico posteriore sotto le natiche era stato relativamente facile, ma rimaneva da sfilare completamente l’indumento dalle gambe del giovanotto… e forse Racer non ce l’avrebbe mai fatta, senza l’aiuto della sua collega, all’interno di Lamù, che le fece afferrare l’elastico anteriore: un decimo di secondo dopo il povero indumento andava a fare quattro chiacchiere con la moquette del pavimento! *** “Un uomo nudo di fronte a una donna, non vede una donna: vede un metro!” Questa frase, pronunciata tempo addietro da Perma1 durante una delle loro prime conversazioni sul sesso, rimbombava prepotente fra i neuroni del povero Ataru… e Brad Fewer, trovandosi momentaneamente fuori sede, non poteva essere di molto aiuto. Era lì, seduto (o meglio rannicchiato) sul lettone coniugale, come la precedente signora Moroboshi l’aveva fatto ed esposto quindi alla contemplazione della sua dolce metà! Burt Racer si domandava come si sentisse in quel momento il suo assistito… quanto a lui, si sentiva le braccia di piombo. Ah, quelle belle gare di corsa…! Sentì nella cuffia la voce di A1: “Lo faccia scendere dal letto e alzare in piedi… coraggio!” “Ma, signore… è sicuro che sia il caso…?!” *Roba da matti…!* pensò Gus Percival coprendosi il volto e aspettandosi l’ennesima sfuriata dal Coordinatore. Fortunatamente per il “pilota” di Ataru, Wellington scelse di adottare un atteggiamento più paternalista: “Preferisce che sia lei ad allargargli di forza le gambe? Lo metta in piedi, è un ordine!” Detto fatto… il salvatore del Pianeta Azzurro si ritrovò a lasciarsi “ammirare” dalla sua “conquistatrice” aliena… sentendosi tutto sommato molto più tranquillo di quanto avesse potuto immaginare. Probabilmente le “prese di tempo” guadagnate con lo strip e le esitazioni della Motoria, avevano dato modo alla Neuro di riattivare un altro pezzo del sistema centrale! “Non mi sbagliavo” dichiarò Lamù “ti sei fatto molto più bello…!” Dopo avere deglutito ben tre volte, Ataru replicò: “È merito tuo… a forza di scappare, mi sono tenuto in forma…!” Lei scoppiò in una risata argentina… poi si accomodò sul guanciale accostato alla testiera del lettone e dischiuse lentamente le gambe… “I primari 4, 5 e 6 sono partiti di nuovo, Rusty!” “Puttana la miseria” imprecò il coadiutore di Hugh Simons “li avevo appena riattivati!” La Principessa degli Oni sporse la mano destra e iniziò a fare segno con l’indice al suo da sempre sospirato partner: “Vieni qui, amore mio… vieni dalla tua Lamù… su…!” “Avanti, Burt” disse Percival “e cerca di non farlo barcollare!” “Posso almeno stringergli i pugni…?!” “Nemmeno: fallo stare rilassato!” 1 Non è vero: gliel’ho prestata io. Comunque è una battuta, non una mia convinzione personale (nota per le lettrici)! 69 *Rilassato, sì… come se dipendesse da me e non da Simons!* brontolò Racer, mentalmente, nel farlo avanzare. Il Coordinatore, precedentemente edotto sul piano di Jerry Humper,1 si rivolse contemporaneamente a Fewer, tornato da poco in Centrale Operativa: “Brad, mi raccomando: se la signora gli chiede di prenderla subito, dovrà inventarsi qualcosa!” Il capo della Cerebrale annuì nervosamente, anche se temeva di essere ormai a corto di idee…! Fortunatamente (forse Sakurambo stava dormendo) non ce ne fu bisogno: dando il benservito agli ultimi strascichi di pudore, la signora Lamù Moroboshi allargò ancora un po’ più le gambe, portandosi le mani sul grembo. “Forza, lupacchiotto mio… leccamela!!” esclamò, allargando con le dita le grandi labbra, procurando a suo marito un tale brivido lungo la schiena, che più gelido non aveva mai sentito. Nella Centrale Operativa, Wellington e Fewer tirarono un sospiro di sollievo. “È andata” esclamò A1 “ci siamo, finalmente!” “Per un attimo ho temuto il peggio!” “Anch’io… ma si vede che la scalogna si è stancata di perseguitarci!” “Può darsi. Tuttavia…” “Cosa, Fewer…?” “…sono sempre più convinto della non casualità del risultato di quel fantomatico Computer!” Il Coordinatore sembrò perplesso, ma poi realizzò il pensiero del suo subordinato e annuì, sorridendo: “Ritiene che abbia importanza, a questo punto?” “No, signore… credo proprio di no!” Dopo essere nuovamente montato sul letto, Ataru si avvicinò alla forcatura composta dalle splendide gambe della sua compagna, quindi si distese supino, avvicinando il viso alla palpitante femminilità di lei, già decisamente umida, dopo i preliminari precedenti. “Dai, tesoruccio… leccamela… leccamela…!!!” lo incitò. Leggermente stupito dal fatto che la giovane non volesse venire immediatamente posseduta, Brad Fewer si domandò se l’amico Simons fosse riuscito ad inviare una sorta di messaggio telepatico alla collega della controparte, ottenendo così quella richiesta che collimava perfettamente colle necessità di Humper e di Percival. A cose fatte, non avrebbe certamente mancato di chiederglielo! Dopo avere voluttuosamente inspirato l’essenza afrodisiaca del suo sesso (cosa che fece risaltare tutti i circuiti primari che il tenace Rusty Trynor era riuscito a rimettere in sesto fino a quel momento) il “prode” Ataru posò i palmi delle mani sulle cosce di Lamù e iniziò finalmente ad assaggiare quel meraviglioso frutto proibito, assaporandone tutta la fragranza… mentre quelle fantastiche piccole labbra carnose si bagnavano sempre di più. “Tesoruccio… anf… anf… sei bravissimo… anf… mmm… continua… continua…!!” Il ragazzo (o meglio il capo della sua Motoria, al quale sembrava essere passata la paura) non se lo fece ripetere due volte e continuò a lavorare con quel notevole attrezzo che aveva nella bocca (in attesa si potesse chiaramente rimettere in moto quello situato fra gli arti inferiori)! La Principessa degli Oni stava letteralmente impazzendo… aveva iniziato a muovere ritmicamente il bacino, mentre le sue dita s’erano piantate nella cotenna del partner… “Speriamo che non stringa troppo forte…!” osservò Fewer, riferendosi alla scatola cranica. “Già, speriamo…!” gli fece eco il collega della Genetica, riferendosi invece a tutt’altro! 1 Cioè della necessità di acquisire il lubrificante vaginale per poter neutralizzare l’ASD “coriaceo” e quindi consentire l’amplesso. 70 Non trascorsero ancora troppi istanti prima che la ragazza, oramai cucinata a dovere, formulasse però la seconda e definitiva richiesta: “Tesoruccio… mmm… anf… sei fantastico… mmm… amore… anf… adesso… adesso prendimi… prendimi subito…!!!” *** Brad Fewer espirò rumorosamente l’aria che aveva subito prima introitato. “Ci siamo…!!” disse. “Già…” ribadì A1 “…sarà bene esaminare la situazione!” Avvicinatosi al comunicatore intersezionale, si mise in contatto con la postazione del famigerato ASD n° 13: “Hoffman: mi sente?” “Forte e chiaro, signore!” rispose il capo dell’Immunitaria. “Come vanno le cose…?” “L’apparato sta emettendo un ronzio abbastanza forte e al tatto emana già un calore discreto… ma non sembra ancora cedere, per il momento!” “Continuate a tenerlo sotto controllo e avvertitemi di ogni novità! Brad” disse poi al capo della Cerebrale “farà bene a tornare là: forse Humper e Hoffman avranno bisogno di aiuto, quando sarà il momento!” “Vado subito!” “Bene… e lei, signor Racer, ci dia dentro: quel benedetto liquido deve venir fuori il più presto possibile!” “Sto facendo del mio meglio, signor Wellington!” “Non basta: deve farla venire, non si ricorda…?!” “Sì, mi ricordo… ma come…??” A questo punto intervenne Percival: “Sei più ottuso di un’ameba, Burt!! Basta che segui le mie istruzioni, fesso…!” “Me se sono dieci minuti che le stiamo slinguazzando la…” “Quello era il punto 1, scimunito! Ora devi passare al punto 2!” “Ah, giusto: il punto due…” replicò Racer, tornando in preda all’agitazione “…il punto due…” “IDIOTA: STIMOLALE IL CLITORIDE, PORCA MISERIA…!!!” urlò il capo della Genetica, ormai fuori di sé. “Ho capito, il clitoride! Dunque, il clitoride… ma dove diavolo è…??” “È QUELLA SPECIE DI BOTTONCINO PIÙ IN ALTO, DEFICIENTE!!” “Ah, già…!!!” “E fa’ attenzione, perché è sensibilissimo: dacci qualche passata con la lingua e poi faglielo sbaciucchiare!” *Ma sentitelo, il sozzone!! Meno male che era lui, l’imbarazzato…!* si disse Racer manovrando nervosamente i comandi mascellari *Giuro che, se questa diavolessa scatenata lo sfida di nuovo ad acchiapparella, ci faccio sedere Gus, su questa poltroncina…!!!* Capitolo 23: “È la cosa peggiore che possa capitare al responsabile di una Genetica maschile!” P resso la Centrale Epatica, la piccola squadra della sezione Metabolica, capitanata da Sweeper Meals, stava in ansiosa attesa degli eventi presso una delle valvole di 71 campionamento: precisamente la quarta,1 riservata all’esame delle sostanze meno conformi alla nutrizione. A un certo punto, lo sparuto gruppo dei metabolisti venne raggiunto dal capo della Sensitiva. “E allora, Jerry…?” lo apostrofò subito Meals. “Fra poco ci siamo, Sweep: Burt ci sta dando dentro!” Il collega scosse la testa: “Non dev’essere facile, per lui…!” “Beh, ti dirò: ero preoccupato anch’io, all’inizio… ma, da quel che ho sentito negli ultimi minuti, sembra che se la cavi piuttosto bene, a giudicare dai mugolii della signora! Dopotutto, il nostro pilota è sempre stato all’altezza delle circostanze!” “Non lo nego… certo che qui dentro c’è stata una vera rivoluzione, da una settimana a questa parte! Non ti sembra assurdo?” “Cosa?” “Beh, insomma… tutta questa fatica per ottenere un qualcosa che il ragazzo avrebbe potuto avere fin da subito…!” Humper sorrise: “Un cuoco gusta meglio i suoi piatti, rispetto a un semplice commensale!” Il capo della Metabolica corrugò perplesso le sopracciglia: “Ti spiacerebbe tradurre?” “È semplice, Larry: che gusto ci sarebbe stato, per Ataru, a fiondarsi subito nelle braccia di Lamù? Anche se si dice che siano le donne a scegliere i loro compagni, piuttosto che viceversa, questi ultimi sentono il bisogno di credere di essere loro a conquistarle… o di illudersi di questo, se preferisci!” “Sarà come dici” ribatté l’altro, scuotendo di nuovo la testa “ma, da come il signor Moroboshi detestava quella Oni nei primi tempi, avrei dato del pazzo a chiunque mi avesse predetto che un giorno si sarebbero messi insieme!” “Ma Larry” replicò il collega, sorridendo ancora “guarda che Ataru non ha mai detestato Lamù! S’incazzava con lei solo perché non sopportava quel suo modo di dare tutto per scontato. Io, personalmente, la giustifico perché, in fondo, era una ragazzina… ma se avesse usato un po’ più di furbizia e di ambiguità, ti garantisco che sarebbero già sposati da anni! Sai qual’era il suo guaio? Essere troppo esplicita con lui!” “Incredibile… io l’ho sempre considerata una femmina veramente diabolica!” “Perché tu la giudicavi principalmente per l’aspetto culinario!” commentò Humper, ridendo. “Cosa vuoi che ti dica” borbottò Meals “era il mio mestiere, in fondo. E, per dirla tutta, spero vivamente che le cose miglioreranno soprattutto in questo senso!” “Animo, Sweeper” continuò a sghignazzare il collega “abbi fiducia!” *Qui si tratta di avere fede, altroché fiducia…!* osservò mentalmente l’altro, ancora leggermente restio a convincersi. *** “Tesoruuucciooo…!!! Ammh…!! Sei meravigliosooo…!!! Mmm…!!!” gridava Lamù, mentre il tocco delle labbra del suo uomo, che avvolgevano il suo clitoride, la stava mandando in estasi oltre il massimo dell’immaginabile. Il problema era che, oltre a queste pur innegabili conferme di apprezzamento, continuavano ad arrivare anche richieste per un altro tipo di prestazione…! “Mmm… anf… anf… basta… amore… dai, prendimi… mmm… scopami…!!! Amore, presto… ti prego…!!!” 1 Tanto per cambiare! 72 Quelle preghiere quasi disperate logoravano terribilmente i nervi a quel “finto puritano” di August Percival, impotente (è il caso di dirlo) davanti alla sua postazione. Purtroppo, il galvanometro collegato al circuito erettivo, rimaneva sempre inerte sullo zero! “È terribile” gemette, stringendo i pugni alle tempie “non ci resisto…!” “Coraggio, capo” cercava di confortarlo il devoto Pitt “tenga duro!” “Se la situazione non si sblocca in fretta, io rischio l’infarto, amico! È la cosa peggiore che possa capitare al responsabile di una Genetica maschile: non poter soddisfare la partner del proprio assistito…!!” “La nostra impotenza è solo temporanea, signore: fra poco il signor Humper riuscirà a toglierci di mezzo quel maledetto arnese!” “Purché faccia presto, però…!” rispose il suo capo, sospirando. Il buon Pitt fu spinto a posare una mano sulla spalla del suo responsabile. *Povero signor Percival* pensò *ed io che credevo che avesse paura della signora Lamù… invece non vedeva l’ora di farla felice! Credo che solo il signor Sandusky abbia avuto un’esperienza peggiore di questa: dopotutto, se c’è qualcosa di peggio che vedere la propria sezione inibita, è senz’altro quella di vedersela sparire…!*1 Inesorabile, Burt Racer continuava a fare agire la bocca del ragazzo sul clitoride di Lamù… “AMM… TESOROOO… TI PREGOOO… ANF… TI SUPPLICOOO… METTIMELO DENTROOO!! PRESTOOO…!!!” Anche per Jerry Humper, che attendeva presso la Centrale Epatica, quelle urla provenienti dalla sposa non erano affatto piacevoli da sentire… *Mi dispiace, principessa* le disse, sperando ingenuamente che il suo pensiero potesse giungere fino a lei *ma dovrà venirgli in bocca, prima, se vorrà perdere la verginità con lui…! Coraggio, signora Lamù: un ultimo sforzo!!” Quelli di Hugh Simons non se la passavano meglio… ormai l’integrità del sistema nervoso centrale era affidato alle briciole della rete di protezione: l’infaticabile Rusty Trynor aveva smesso di affannarsi inutilmente, dal momento che i circuiti saltavano a una velocità doppia di quella con la quale lui stesso poteva ripararli! “MMMHHH… ANF… ORG… AMORUCCIOOO… DAIII… DAIII… PRENDIMIII… CHE COSA ASPETTIII…??!!” Trynor si rivolse al capo-sezione, osservando: “Non potrà resistere ancora per molto!” “Me lo auguro…!” sussurrò Simons, impercettibilmente. “OOORGH… AMMMH… ATARUUU… NON CE LA FACCIO PIÙÙÙ… IO STO IMPAZZENDOOO…!!! IO… IO… IO VENGOOO…!!!” Finalmente, dopo tanto penare, un fiotto di caldo nettare candido rifluì dall’attributo della ragazza… “Presto, Burt: lo succhi… lo succhi!!” gridò il Coordinatore. Il capo della Motoria, ormai “svezzato” e pronto ai comandi, spostò la bocca in posizione… poi, con un ultimo comando secco, portò le labbra di Moroboshi ad aderire con perfetta tenuta a quelle piccole della rosea e fremente conchiglia della Oni. Non una goccia ulteriore di fluido lubrificante - oltre a quelle che erano già uscite - sarebbe più andata persa, ma avrebbero preso tutte ineluttabilmente la via gastrica! 1 Omologo di Percival nell’organismo di Ranma Saotome, Igor Sandusky è l’unico direttore genetico maschile che abbia potuto verificare le sue conoscenze teoriche dentro una vera genetica femminile. Non credo che scriverò altre fanfic organiche dopo questa e quella su Saint Tail… ma sappiate che, nella mia fantasia (malata?), quelli di Sandusky fecero appena in tempo a fiondarsi fuori dalla loro centrale, immediatamente dopo il tuffo nelle Sorgenti Maledette. Se fossero scomparsi con la loro “Ripro” esterna (lo scroto, per intenderci) non è infatti per nulla scontato che sarebbero ricomparsi nella nuova Ripro femminile interna! L’avventura fece comunque di Sandusky un vero luminare della ginecologia e divenne il responsabile genetico più consultato dai colleghi di molti organismi maschili. 73 *** “Sì… bene, ho capito. Qui siamo pronti!” Jerry Humper chiuse il contatto del comunicatore intersezionale e si rivolse a Larry Meals “Puoi aprire la valvola di campionamento, Sweep: il VLF sta arrivando!” “Di quanto la apro…?” chiese questi. “Completamente: dobbiamo prelevare tutto quello che c’è!” “Bene!” approvò il capo della Metabolica, al quale non andava a genio che anche una piccola parte di quella “inquietante” sostanza venisse smistata verso l’apparato digerente! Si fece quindi consegnare da un suo tecnico un apposito contenitore sigillato e, dopo averne aperto l’orifizio, vi ci infilò il becco della valvola in questione. A un certo punto, una spia rossa poco distante cominciò a lampeggiare. “Ci siamo!” annunciò. Pochi istanti dopo, il contenitore iniziò a riempirsi… Meals credeva di essere stato previdente nell’utilizzare un contenitore abbastanza capace! Tuttavia, quando il liquido superò i due terzi della capacità senza dare cenno di diminuire l’afflusso, iniziò leggermente a preoccuparsi: “Accidenti… ma quanto ne ha, quella femmina assatanata…?!” “Farai bene a chiudere la valvola, Larry!” “Non mi piace l’idea di farglielo digerire…!” “Non preoccuparti: meglio questo che intaccare le pareti del condotto gastrico!” “E va bene!” si convinse il collega, agendo sul rubinetto della valvola e interrompendo il flusso del lubrificante. Fatto questo, si affrettò a richiudere l’apertura della tanica e la porse immediatamente ad Humper “Tieni, presto… questa roba mi mette a disagio…!” “Ti capisco” disse l’altro “abbiamo sempre avuto tutti una certa paura di lei… ma confido che tutto questo stia per finire!” alzò il contenitore trasparente all’altezza del viso e contemplò quella sostanza, non troppo fluida, non troppo cremosa e candida come la neve “Eccola… eccola, finalmente, la fine di tutti i nostri guai!!” Larry Meals ribatté con una frase che, pur rientrando nella sua sfera professionale, risuonava in quel momento un po’ cretina: “Chissà che sapore ha…!” Humper lo guardò con un’aria strana e gli chiese: “Che ne dici, assaggiamo…?’” “Ma che sei, uscito pazzo…??!!” gridò Sweep, scandalizzato. “Beh, allora non ti rimane che chiederlo ai tuoi collaboratori, su alla Centrale Gustativa!” Dopo un attimo di esitazione, il capo della Metabolica annuì: “D’accordo!” e si mise in contatto con la squadra preposta al controllo dei sensori papillari: “Parla Meals: datemi un rapporto analitico sulla sostanza introdotta!” Il referto arrivò dopo una manciata di secondi: “Il sapore è dolce e delicato, leggermente acidulo… assimilabile allo yogurth al limone!” “Ho capito…” rispose Meals, paonazzo come una prugna matura “…grazie, Chip!” “Presenta anche un leggero retrogusto di banana…” “PUÒ BASTARE!!” tagliò corto il capo-sezione, richiudendo il contatto. Quindi guardò il collega della Sensitiva “Sembra abbastanza innocuo, tutto sommato!” “Visto? E tu che non mi credevi!” “Del senno di poi ne son piene le gole!” “Le gole…? Non erano le fosse?” Prima che Meals potesse rispondere, dal circuito intersezionale si avvertì nuovamente la voce dell’ancora vergine consorte: “TESORUCCIOOO… TI VOGLIOOO…!!! VUOI DECIDERTI A PRENDERMI, SÌ O NOOO…???!!!” 74 “Farai bene a portare quella roba a Dick, prima che la situazione precipiti!” osservò Meals. “Hai ragione: me ne stavo dimenticando…! A più tardi, Larry!” *** Presso la postazione del famigerato SISAS n° 13, Dick Hoffman e Brad Fewer attendevano con impazienza il ritorno del loro collega, assistendo, un po’ preoccupati e un po’ sollevati (era veramente una sensazione strana), alla rapida risaturazione dello shunter, che stava ormai emettendo un rumore abbastanza forte e anche il calore irradiato all’intorno si faceva sentire discretamente. Nondimeno, il maledetto affare rimaneva incrollabile al suo posto! “Certo che è tamugno, però…!!” commentò Fewer. “Già… mi chiedo se non era il caso di invitare qui dentro alcune componenti organiche di Lamù! Forse, grazie alla loro scienza più avanzata della nostra, avrebbero risolto più velocemente il problema!” “Forse… ma poi avrebbero magari preteso di linciare il povero Jerry! Non credo proprio che fosse il caso…!” “Prima o poi lo verranno a sapere comunque!” osservò Hoffman. “Io non me lo auguro… altrimenti, dubito che ci potremo mai togliere questi dannati stivali!” dichiarò il collega della Cerebrale, alzando enfaticamente il piede. “ATARUUU… INSOMMAAA… SCOPAMIII… AVANTIII…!!!” “E comunque sarà meglio affrontare un problema alla volta…!” aggiunse con un guizzo, all’ennesimo urlo di Lamù “Forza, Jerry… quanto ci metti, accidenti, a te…??!” “Temo che la signora si stia incazzando… non vorrei che poi ci scaricasse apposta una scarica elettrica proprio quando siamo dentro, tanto per dare ragione a Gus!” “Se succedesse questo, caro Dick, temo che il povero Percival non avrebbe modo di esternare la sua amara soddisfazione… né noi potremmo più ascoltarlo!” Hoffman si lasciò scappare un brivido. “Sono qui, gente!” si udì finalmente dal fondo del condotto la voce del capo della Sensitiva, che comparve ben presto recando la preziosa tanica. Un suo assistente lo accompagnava munito di una valigetta, mentre altri due portavano con loro alcuni attrezzi e un grosso cordone elettrico. “Alla buon’ora, amico! La signora è già venuta da un bel po’…! Non senti come sbraita?” “Non sono sordo, Brad… il fatto è che quest’affare pesa!” “Dev’essere un liquido ad alto peso specifico!” osservò il capo dell’Immunitaria. “Lascia perdere… avete gli spara-anticorpi?” “Sì, eccoli!” rispose Hoffman, facendo cenno ai suoi assistenti. “Bene… riempitene i serbatoi con questa roba, svelti!” Senza porre più tempo in mezzo, i tecnici dell’Immunitaria caricarono le loro armi col prezioso fluido lubrificante della Principessa degli Oni. “Ora che dobbiamo fare…?” chiese Hoffman. “Molto semplice: regolate i getti al massimo e puntateli contro i conduttori dell’ASD!” “Capito!” “Mi raccomando, però: solo sui conduttori. Cercate di evitare di coinvolgere l’involucro quanto più potete: è meglio non rischiare pericolosi effetti collaterali!” “Di che genere?” s’informò Fewer. “Se lo sapessi, te lo direi!” 75 L’altro non aprì più bocca, limitandosi a mettere le mani dietro la schiena, ovviamente con le dita incrociate. Non appena quelli dell’Immunitaria furono in posizione, il loro capo domandò: “Procediamo…?” “Aspetta un attimo” lo fermò Humper, facendo cenno al suo tecnico con la valigetta. Questi l’aprì e ne presentò il contenuto: si trattava di maschere protettive “mettetevi queste, prima… altrimenti l’afrore del liquido vi butterà a terra!” Gli altri si affrettarono ad obbedire, imitati dai colleghi della Sensitiva. “Anche noi, Brad, svelto!” “Va bene!” Indossata la maschera, Humper tornò ad aprire il contatto con la Genetica: “Gus… mi senti?” “Forte e chiaro! A che punto siete…?” “Stiamo per neutralizzare lo shunter… fra non molto dovresti ricevere la corrente per i tuoi apparati!” “Quaggiù sono ore che siamo pronti, Jerry!!” rispose il collega, con una lieve punta polemica. “Lo so, Gus… pazienta ancora per un istante!” “BASTA CON QUELLA BOCCA, TESORUCCIOOO… DAMMELOOO…!!! LO VOGLIOOO…!!! LO VOGLIO DENTROOO…!!!” “La senti…??!!” domandò Percival ad Humper, con tono ormai isterico. “Sì, la sento” ribadì il collega “tieniti pronto!” e chiuse il contatto. Quindi tornò presso il capo della Cerebrale e diede il via alla squadra dell’Immunitaria. “Siete pronti…?” I quattro spara-anticorpi vennero puntati, due contro il cavo di ricezione dello shunter e due contro il cavo di trasmissione. “Pronti!!” risposero. Il capo della Sensitiva abbassò violentemente il braccio destro: “FUOCO…!!!” Capitolo 24: “Lascia che il tuo corpo si fonda con il mio…!” getti di VLF ad alta pressione investirono le due estremità dell’ASD n° 13, Quattro provocando in breve una discreta nuvola di vapore, oltre naturalmente a una notevole quantità di scintille… “Speriamo che funzioni…!” disse Brad Fewer. “Deve funzionare…” replicò Jerry Humper, stringendo i pugni “…deve!” “Certo che deve” puntualizzò a sua volta Hugh Simons “è la nostra unica speranza!” concluse, con un sussurro. “Siamo stati dei pazzi a separarli in questo modo” disse ancora il capo della Sensitiva “non mi perdonerei mai se la loro storia dovesse andare in malora!” Il collega della Cerebrale, non del tutto tranquillo su quello che sarebbe stato il risultato finale, si sentì spinto a dire qualcosa all’amico: “Smettila di farti dei sensi di colpa, Jerry… in fin dei conti non è stata un’idea tua!” “Anche l’idea di lanciare la bomba atomica non è stata di Robert Oppenheimer” ribatté l’inventore degli ASD “però è stato lui a realizzarla!” “Sì, ma…” non sapendo bene cosa rispondergli, Fewer buttò lì la prima cosa che gli venne in mente… toppando “…se non lo avesse fatto lui, lo avrebbe magari fatto qualcun altro!” 76 “Appunto” rilanciò Humper, un attimo prima che il collega si rendesse conto di avere detto una fesseria “mentre, qui dentro, io solo ero in grado di costruire quegli ordigni della malora. E se qualcuno costruisce le armi, ci sarà poi chi le adopera!” A questo punto intervenne il capo della Neuro, posandogli una mano sulla spalla: “Prendila in questo modo, Jerry: il tempo che i tuoi SISAS ci hanno concesso, evitando che Ataru saltasse subito addosso a Lamù, in obbedienza ai suoi istinti, è servito a farlo innamorare di lei. Se Ataru avesse soddisfatto immediatamente il proprio appetito sessuale con Lamù, avrebbe magari potuto stancarsene, in futuro. Mentre così…” Humper gli sorrise, riconoscente: “Grazie, amico mio… comunque vada, ti sarò eternamente grato per queste tue parole!” “Signore, c’è una chiamata per lei” lo avvertì uno dei suoi tecnici “al comunicatore!” Il capo della Sensitiva fu scosso da un brivido, ma raggiunse subito l’apparecchio. “Qui Humper…!” “Jerry, sono Wellington. Come siamo messi…?” Il subordinato deglutì: “Stiamo attaccando lo shunter col VLF, signore. Purtroppo non posso darle nessuna stima su quanto ci metterà a cedere… se non dirle che sta reagendo piuttosto violentemente!” “Humper… lo capisce o no che non abbiamo più margine per tergiversare?!” Humper sospirò: “Lo so, signore. Posso solo consigliare di insistere coi preliminari, in modo da accentuare la carica sensuale sullo shunter, contribuendo al suo collasso!” “Jerry… il collasso lo sta per avere il povero Percival… nervoso!” Il capo-sezione tornò a sospirare, chiudendo gli occhi: “Mi ci faccia parlare un attimo!” Pochi istanti più tardi, gli giunse all’orecchio la voce disperata del capo della Genetica: “Maledizione, Jerry!! Ti decidi o no a levarmi di mezzo quella maledetta cintura di castità elettronica…??!!” “Stiamo facendo tutto il possibile, Gus. Resisti ancora due o tre minuti…!” “NON CE LI ABBIAMO DUE O TRE MINUTI, PORCO MONDO FOTTUTO!! E NEMMENO DUE O TRE SECONDI: LA SIGNORA ESIGE DI ESSERE POSSEDUTA. ADESSO…!!!” Jerry Humper si spremette le meningi ancora funzionanti, facendo appello alle facoltà mentali che gli erano rimaste: “Ok… ok, forse puoi fare qualcosa! Se…” “Se…??” chiese Percival, speranzoso. “Se usi la penetrazione morbida…” “Ma tu sei pazzo! Con una vergine…?? Hai idea di quanto stringa, la vagina di una vergine…??” Humper tornò a sospirare: “Hai ragione… era un’idea balorda. Dobbiamo affrettare il collasso del SISAS, se non cedono i condotti!” “Occorre più energia sensuale in entrata” intervenne Fewer “magari, se glielo tocca…” “NO…!!!” urlò Gus Percival, istericamente “ANCORA MOSCIO NO: NE VA DELLA MIA REPUTAZIONE!!” “Ha ragione” disse Simons “e poi ve l’ho già detto: lei non deve assolutamente accorgersi che non lo sta eccitando!” “E va bene” gli rispose direttamente Humper “allora torna al tuo posto e tienila a bada con qualche parolina dolce… procurami solo un minuto, Hugh. Uno solo… e ti giuro che salterà!” Hugh Simons fissò profondamente il suo collega e vi lesse una fiducia che non capiva quanto fosse dettata dalla disperazione… sempre che questo discorso potesse avere un qualche senso. 77 “Ci proverò…!” e, d’impulso, gli tese la mano. Dopo una forte e significativa stretta, Simons lasciò la compagnia, tornando di corsa verso la sua centrale. *** Il torace di Lamù, coronato da quelle due magnifiche rotondità, si sollevava spasmodicamente come in preda a vere e proprie convulsioni… la setosa pelle del suo viso aveva perso il consueto candore per assumere un colorito che tendeva decisamente verso il rosa acceso. I suoi occhi, d’un azzurro stupendo come il verde dei suoi morbidi capelli, luccicavano d’implorante desiderio… e Ataru era lì, sopra di lei: colmo di determinazione a darle tutto sé stesso, quanto ancora impotente nel concretizzare la sua volontà di farla felice. “Tesoruccio…” gli chiese finalmente la sua donna, con un filo di voce “…cosa c’è che non va…? Sono io…?” Hugh Simons, capo della sezione Emotiva di quel ragazzo apparentemente così complicato, strinse i denti predisponendosi a farlo rispondere. Quanto aveva temuto quella terribile domanda…! “No… no, Lamù! È che… mi sembra tutto troppo bello per essere vero… poi…” Lei, sempre rimanendo supina sul giaciglio, alzò un braccio per accarezzarlo… “Poi…?” “… temo… temo di non meritarmelo, ecco!” “Ma tesoruccio…!!! Come fai solo a pensare una cosa del genere…?!” Lui deglutì e l’accarezzò a sua volta: “Lamù… posso chiederti una cosa…?” “Dimmi…” “Perché ti sei innamorata di me?” Lei spalancò i suoi occhioni color del mare, ma la collega di Simons si convinse subito che quella era una domanda seria, più che una semplice presa di tempo. Fece quindi assumere alla ragazza il sorriso più dolce che le riusciva e le consentì di esprimere finalmente tutto quello che aveva sempre pensato: “All’inizio… forse mi ero solo incapricciata, di te… ma dopo…” “Dopo…?” sussurrò il ragazzo. “Ti ricordi di Imo-chan?” Ataru parve perplesso. A un cenno di Simons, Trynor si mise in contatto con la sezione di Fewer, dove l’archivio mnemonico venne rubricato a tempo di record. “Il bruco…?” La ragazza annuì, sempre sorridente: “Solo tu hai difeso quella creaturina innocente da tutti i nostri compagni di scuola… solo tu desideravi che diventasse una bella farfalla… com’é poi avvenuto. È stata una cosa bellissima!”1 “Lamù…!” “E quella non è stata… né la prima, né l’ultima volta… che mi sono accorta di ciò che nessuno… e soprattutto nessuna… per mia fortuna… si era mai accorta!” “Di che cosa…?” “Del tuo ardore… della tua bontà… della tua sete di vita! E anche…” “E anche…?” “…del fatto che tu mi ami più della tua stessa anima… anche se eri troppo orgoglioso per ammetterlo…!”2 1 Cfr. l’episodio 33 del fumetto “Farfallina” o la puntata 48 del cartone “Il piccolo bruco”. 2 Sempre per dare a Cesare quel che è di Cesare, faccio presente che anche questa considerazione era contenuta nella famosa fanzine, citata nel cap. 10. 78 Una lieve percezione di umidità fu registrata dalla Sensitiva di Lamù, proprio sui capezzoli della ragazza… alcune lacrime di commozione erano sgorgate dagli occhi del suo tesoruccio! Fece per parlare, ma la sua anima gemella gli posò un dito sulla labbra per lasciarla proseguire: “Non so se quel computer sia stato manipolato o meno… ma, se così fosse, io benedico chiunque l’abbia fatto, Ataru…” dicendo questo, gli circondò la schiena con le braccia, attirandolo dolcemente a sé “…e adesso lasciati andare, tesoruccio… lascia che il tuo corpo si fonda con il mio…!” *** All’interno del condotto 26, che ospitava l’ultimo superstite del famigerato sistema ALIN (Anti-Lum Inibitor Network)1 regnava ormai un’atmosfera da tregenda, tra il frastuono delle continue scariche e i loro bagliori sinistri, illuminanti le nubi prodotte dal VLF che evaporava al contatto degli ormai roventi conduttori dello shunter! “Salta, maledetto figlio di puttana… salta…!!!” ruggiva insistentemente Dick Hoffman, di solito così calmo e compassato. Jerry Humper stava immobile accanto a lui, con le braccia conserte e l’espressione tesa, lo sguardo puntato contro la sua diabolica creatura, come se volesse telepaticamente comandargli di sparire dalla scena definitivamente…! Nessuno seppe mai se la fine di quello spossante travaglio si dovette al prolungato effetto corrosivo del fluido vaginale di Lamù sui conduttori o quello delle sue carezze sempre più spinte che avevano provocato la nuova saturazione dei condensatori interni. La ragazza era infine arrivata a stringere dolcemente nella sua mano calda l’ancora inerte “raccordo di giunzione”… e Gus Percival, informato del fatto, aveva avuto un sussulto di panico… “Merda” imprecò “ora capirà che siamo morti…!!” Ad ogni modo, proprio quando tutti (interni ed esterni…) stavano per perdere ogni speranza… il Sensual Impulse Selective Auto Shunter n° 13, quella dannata cintura di castità elettronica che imprigionava le virtù del povero Ataru Moroboshi, rovinò finalmente al suolo… e il cupo rimbombo prodotto da quella caduta risuonò nelle orecchie di tutti gli organici presenti come il suono più delizioso che avessero mai udito… naturalmente, sempre dopo l’allegra voce di Lamù! Dopo innumerevoli peripezie, “il muro di Tomobiki”, che separava da quattro anni quei due teneri cuori intergalattici, era infine ineluttabilmente crollato. Per sempre! Capitolo 25: “Genetica a Centrale Operativa: tutti i sistemi in funzione! Ripeto: tutti i sistemi in funzione!!” U n attimo dopo la caduta dell’ultimo ASD, due dei tre assistenti della Sensitiva si avvicinarono al nefasto ordigno; seguendo quindi direttive ricevute in precedenza, impugnarono altrettante bombolette portatesi dietro e vi spruzzarono addosso il contenuto. “Che roba è, quella…??” domandò Fewer ad Humper. “Un preparato neutralizzante al Bromuro… in modo da renderlo inerte del tutto!” “Ottima idea!” approvò il capo della Cerebrale. Poi, dopo avere meditato un istante, gli chiese “E come diavolo ti sei procurato del Bromuro, qui dentro…?!” s’informò. Il collega lo guardò bonariamente: “Me lo ha dato Sweeper… sono anni che la signora Moroboshi - sua madre, intendo - glielo propina a colazione, a pranzo e a cena per renderlo meno allupato. Ma ci voleva ben altro…!” 1 Rete inibitoria anti-Lamù. 79 “Signore, qui abbiamo finito!” annunciò uno dei suoi tecnici, prima che Fewer potesse ribattere. Il “povero” ASD era ormai interamente ricoperto dalla citata sostanza. “Bene… è pronto il cavo per il bypass?” “Affermativo!” “Procediamo, allora: sistemate la scaletta!” detto ciò, il capo della Sensitiva si fece consegnare dal portatore della valigetta un paio di guanti isolanti. Quando mise piede sul primo scalino dell’attrezzo, fu fermato da uno degli altri due suoi collaboratori: “Lasci fare a noi, signore!” “No, Logan” rispose lui, deciso “ci penso io!” “Ma…” “Ho detto di no: allora l’ho castrato io e adesso lo discastro io: glielo devo!” ciò detto, salì in cima alla scaletta, per farsi poi consegnare il conduttore; sistemato a mo’ di ponticello fra i due punti di connessione dello shunter, avrebbe richiuso provvisoriamente il circuito sensuale verso la centrale di Percival. “Ehi, Jerry… c’è forse pericolo...?” gli chiese Brad Fewer, leggermente inquieto. “No, no...” rispose lui, con voce non eccessivamente tranquilla “…voi, però, state un pochino distanti, eh?” “Un momento, capo” intervenne sempre il portatore della valigetta “metta almeno questi, per favore!” e gli porse un paio di occhiali protettivi. “Grazie, Slim” sorrise Humper. Si rivolse poi agli altri due “datemi quel cavo!” Questi gli porsero il conduttore, le cui estremità erano munite di due appositi occhielli. Il capo della Sensitiva ne assicurò subito il primo al terminale d’uscita, collegato ai ricevitori della Genetica. Ciò fatto, fece un respiro profondo e avvicinò cautamente il secondo al terminale di entrata, collegato - attraverso l’elaboratore emotivo - ai sensori menemonico/percettivi dell’organismo. Non appena la distanza fra l’occhiello e il terminale diminuì oltre una certa misura, si formò istantaneamente fra i due punti un vero e proprio arco voltaico…! “JERRY…!!!” gridò Fewer, allarmato. “Tranquillo, Brad…” rispose subito lui, sprizzando sudore “…è tutto sotto controllo!” Mano a mano che il capo-sezione annullava la distanza, l’arco in questione aumentava immancabilmente d’intensità e il povero Humper si sentiva avvampare ferocemente il viso. Tuttavia non desistette e, con un ultimo coraggioso sforzo, riuscì ad agganciare al terminale opposto l’altra estremità del cavo… Un lampo spaventoso (degno della peggiore ira di Lamù) fu accompagnato da un fragoroso scoppio. Contemporaneamente, il corpo di Jerry Humper veniva respinto a terra, assieme alla scala! “MISERICORDIA…!!!” urlò Dick Hoffman. “Jerry… mio Dio…!!! Jerry, stai bene…??” gli fece eco Fewer. L’eroico capo della sezione Sensitiva annuì, tossendo fragorosamente… anche se mostrava una faccia non proprio rilassata, a giudicare dalle non lievi bruciature. “È fatta, Brad…” sibilò “…è fatta!” “Tu sei completamente pazzo…!! Guarda come ti sei conciato!” “Sto benone…” rispose lui, ansimando “…aiutami ad alzarmi!” Non del tutto tranquilli, i suoi colleghi lo rimisero in piedi. “Sarà meglio che ti faccia medicare!” gli disse Hoffman. “Dopo, dopo…” rispose Humper, con ostinazione, avvicinandosi al comunicatore intersezionale. Afferrato il ricevitore, stabilì il contatto con la Genetica: “Gus…!! Gus, mi senti…?” 80 “Ti sento, Jerry!” rispose lui. “Ce l’abbiamo fatta, Gus… quel mostro non esiste più! Adesso hai tutta la corrente che ti serve… fa’ subito felice quella povera ragazza: ha già aspettato troppo!” Senza attendere risposta dal collega, Humper richiuse il contatto e si rivolse al capo dell’Immunitaria: “Dick… quanto fluido c’è rimasto, nella tanica…?” “Un buon terzo, direi!” rispose Hoffman, dopo aver controllato. “Bene… dovrebbe essere… sufficiente per… il catalizzatore!” “Jerry… cosa ti senti…??” gli chiese Fewer, con estrema apprensione. “Tranquillo, Brad… tranquillo… è tutto a posto…! Sì… adesso… è proprio… tutto a posto…!” e chiuse gli occhi, abbandonando la testa sulla spalla del collega… “Jerry…” l’amico lo afferrò per le braccia e lo scosse ripetutamente “…Jerry, per l’amor del Cielo… JERRY…!!!” Dick Hoffman si affrettò a tastargli il polso e a posargli una mano sul cuore… fortunatamente, subito dopo, stava già respirando di sollievo: “Non preoccuparti, Brad: è solo svenuto. Portiamolo in infermeria, presto!” disse poi ai suoi assistenti. Mentre lo trasportavano via, al capo della Cerebrale venne fatto di pensare che, dopo tutto ciò che aveva compiuto, il povero Jerry Humper avrebbe senz’altro meritato di ricevere per lo meno le più scrupolose e amorevoli cure da parte della dottoressa Sakura in persona! *** Nel medesimo istante in cui il prode Humper veniva scaraventato a terra dalla violenza della scarica seguita al ripristino del circuito sensuale, a poche decine di centimetri più in basso, i pannelli di controllo della centrale Genetica tornavano a illuminarsi: dopo un letargo di quattro anni, tre mesi e tredici giorni, potevano nuovamente ricevere gli impulsi sensuali provenienti da quella meravigliosa fanciulla dai capelli verdi e dai cornini dorati. August Percival (è il caso di dirlo) si sentì rinascere, quando la lancetta del galvanometro che misurava la corrente di funzionamento del circuito erettivo abbandonò finalmente la posizione dello “Zero” per risalire velocemente verso il fondo scala…! Non appena l’amperaggio superò la soglia che consentiva il collegamento con la sezione Cardiaca, il manometro che registrava la pressione di pompaggio del sangue verso il raccordo di giunzione (presente anche presso la sezione di Moore) mostrò l’ago posizionarsi su quel valore che avrebbe permesso finalmente di realizzare quello storico “rendez-vous” interplanetario! “Tutti ai propri posti” ordinò il capo-sezione “ripetiamo la check list! Veloci…!!” Istantaneamente, tutti i componenti della Genetica si sistemarono davanti alle rispettive consolle. “Tutto il personale in posizione, signore!” annunciò il coadiutore Pitt. Percival prese un ultimo respiro e cominciò quell’ultimo controllo. “Coronarie…” “GO!” “Adrenalina…” “GO!” “Cardioritmo…” “È GO!” “Pressione…” “GO, capo!” “Temperatura…” 81 “GO!” “Comburente…” “Per me GO!” “Calorie…” “GO!” “Fluidi gastrici…” “GO!” “TST…” “È GO, signore!” “Inibitori…” “GO!” “Fluido Trasporto…” “GO!” “Equilibrio Gameti…” “Per me GO!” “DNA…” “GO!” “Prostata…” “GO…!” “Circuito erettivo…” “GO… livello corrente normale!” A questo punto, il buon August Percival, a dispetto di tutte le proprie passate ansietà, si concesse una drizzata di schiena e gonfiò fieramente il petto… “Genetica a Centrale Operativa” annunciò, nel comunicatore intersezionale “tutti i sistemi in funzione! Ripeto: tutti i sistemi in funzione…!!!” Immediatamente dopo, un molteplice e gioioso “HURRÀ…!!!” si udiva rimbombare gridato in tutte le sezioni dell’organismo. *** A seguito di quell’annuncio, l’indomito Burt Racer si risistemò sulla sua poltroncina, si sputò sulle palme delle mani e afferrò i comandi dei muscoli addominali… “Sezione Motoria a Centrale: pronti per la condizione C!! Forza, ragazzi” disse Racer ai suoi assistenti “abbiamo un’altra sfida da vincere! E vinceremo…!!!”1 Una significativa occhiata di Brad Fewer, appena tornato in Centrale Operativa, indusse il Coordinatore Wellington a moderare l’elevato entusiasmo del capo della Motoria, che poteva magari rivelarsi controproducente… era forse il caso di stemperare leggermente anche l’inusitato entusiasmo del capo della Genetica! “Signor Racer, signor Percival: mi compiaccio e mi rallegro vivamente della vostra determinazione” comunicò loro “ma ritengo comunque opportuno raccomandarmi con voi di non montarvi la testa! Ricordatevi questo, piuttosto: voi rappresentate oggi il sesso forte del Pianeta Terra. Moltissimi complanetari di Ataru Moroboshi vorrebbero essere al suo posto, in questo momento… rendeteli fieri di lui!” Dopo pochi secondi, la risposta arrivò istantanea da entrambe le sezioni: “Sissignore…!” E finalmente, dopo un’ultima manciata di secondi, il display del controllo emotivo, ovviamente situato presso la sezione di Hugh Simons, mostrava quel messaggio che per 1 Ogni riferimento storico e/o politico è da ritenersi puramente casuale! 82 tanto, tanto tempo, tutti i componenti organici del ragazzo (nuovamente) più allupato di tutto l’universo avevano da sempre sperato e temuto di vedere un giorno apparire… “RELATION TYPE C IN PROGRESS - SUBJECT: LUM”…! *** Una nuova era si apriva così nelle relazioni fra i popoli del cosmo: il primo rapporto sessuale fra due individui di diversi pianeti…! Capitolo 26: “Benvenuti, vi abbiamo atteso a lungo!” “G enetica a Motoria: raggiunta pressione di aggancio” annunciò Gus Percival “tocca a te, Burt: puoi procedere col rendez-vou!” “Roger” rispose il collega “siamo in posizione… stiamo per raggiungere l’interfaccia di passaggio!” “Mi raccomando, Burt” intervenne Hugh Simons “cerca di non spingere troppo forte: ricordati che è illibata… o, almeno, dovrebbe esserlo!” Non l’avesse mai detto! Subito dopo, il manometro che misurava la pressione erettiva subì una diminuzione paurosa… Percival andò fuori dai gangheri: “Accidenti a te, Hugh!! Ti sembra il momento di dire una cosa del genere…??” “Scusami, Gus… il fatto è che Ataru non è il suo primo amore e allora…” “SIMONS, STIA ZITTO…!!!” urlò A1, esasperato. “Signore” Pitt avvertì il suo capo “siamo di nuovo sotto la soglia di efficienza!!” “Al diavolo!!! E adesso che cosa facciamo…?” Fortunatamente, intervenne come al solito l’ottimo Brad Fewer a salvare la situazione: “Niente paura, Gus: c’è un rimedio molto semplice!” “Sbrigati a dirmelo, allora!!” “Ma certo” *Dovrebbe conoscerlo anche lui, però, visto il mestiere che fa* “baciala: ora gli impulsi sensuali li puoi prendere tutti!” Il capo della Genetica fece schioccare le dita: “Ah, giusto…!! Sei grande, Brad!” “Meno male che c’è lei, Fewer “sospirò il Coordinatore al capo della Cerebrale. Quindi si rivolse al capo della Neuro “e lei, signor Simons, cerchi invece di starsene un po’ più tranquillo… se capisce ciò che voglio dire…!!” “Sissignore…!” rispose costui, deglutendo mortificato. *** La sensazione trasmessagli dal contatto con la pelle liscia e calda di Lamù era qualcosa di indescrivibile… per non parlare di ciò che sentiva in corrispondenza dei suoi capezzoli! Senza perdere altro tempo, Ataru abbracciò la schiena della sua donna e mise la propria bocca su quella di lei… “Amoreee… mmm…!!!” riuscì appena a proferire la ragazza. Adesso, tutte le percezioni conseguenti… la morbidezza delle sue labbra, il sapore della sua saliva e il tocco della sua lingua venivano finalmente ricevute per intero dall’elaboratore sensuale. E infatti ci volle solo un centesimo di secondo affinché le lancette del galvanometro e del manometro sulla consolle di August Percival tornassero ai massimi livelli! “Ci siamo!!” disse “Burt, ci sei…?” 83 Il capo della Motoria rispose prontamente: “Raccordo di giunzione in posizione ottimale, davanti all’interfaccia di passaggio!” Il capo della Genetica strinse i pugni e tornò a drizzare la schiena. Fece un ultimo respiro e dichiarò: “Ok, entriamo…!! E che Volta, Ampere e Watt ce la mandino buona…!” Come per rassicurare August Percival, primo pioniere del sesso spaziale,1 la signora Lamù Moroboshi mormorò, fra un mugolio e l’altro: “Ora prendimi, amore… su…!! E non aver paura: guarda che cos’ho!” e s’indicò le corna… Fu con notevole stupore (e con immenso sollievo) che il maritino notò le deliziose - tali infatti le aveva sempre trovate - cornine di Lamù “abbellite” da due fiocchetti gialli realizzati col famoso nastro “made in Sakurambo”2 che, neutralizzando momentaneamente i poteri extraterrestri di Lamù, avrebbero garantito in maniera assoluta che nessuna scarica più o meno letale avrebbe accompagnato il successivo orgasmo della donna. A dispetto dell’estrema importanza che rivestiva, nessuna delle tre sezioni aventi accesso al monitor della visuale dell’organismo, si era accorto di quel particolare…! Passi per Jerry Humper, occupato a neutralizzare il sistema ALIN3… passi anche per Burt Racer, alle prime armi con quel tipo di procedure… ma stavolta chi aveva toppato di più era proprio il grande capo in persona! “Beh, cos’ha da guardarmi in quel modo, Fewer…?!” protestò A1 “Potrò ben fare qualche errore anch’io, o no?” poi, tanto per sviare il discorso, riportò la sua attenzione verso il comunicatore intersezionale “Ha sentito, signor Percival? È tutto a posto, ora. Proceda, signor Racer!” “Si.. siss.. signorsì…!!” rispose lui, che aveva apparentemente perso un po’ di baldanza. Impugnò quindi la leva che comandava i movimenti del bacino e annunciò: “Spinta in avanti…!” Non appena l’estremità anteriore del raccordo di giunzione entrò in contatto con le labbra dell’interfaccia di passaggio, Gus Percival sentì dietro di sé un frastuono poco rassicurante! “Cos’è successo…??” “Sono saltati gli inibitori 1 e 2, signore!” gli riferì il controllore addetto agli stessi. Il capo della Genetica sudò freddo: gli INBY4 erano cinque in tutto. Se partivano prima del dovuto, la conseguenza sarebbe stata un’imbarazzante eiaculazione precoce! “Genetica a Motoria” disse Percival “stringere di due tacche il PCG!”5 “Roger!” “Pitt, dov’è arrivato il livello di eccitazione?” “Siamo a DEFCON3, signore!” “Maledizione, di già…??! Burt, sbrigati a entrare del tutto!!” Il capo della Motoria si affrettò ad obbedire… sennonché, dopo pochi attimi, venne quasi sbalzato dalla poltroncina, mentre le spie della zona interessata segnalavano un sovraccarico: il raccordo di giunzione era stato fermato da un ostacolo! Contemporaneamente, si udì un discreto gridolino provenire dalla ragazza. “E adesso che diavolo succede…?!” imprecò Racer. “Accidenti… me n’ero dimenticato” rispose Percival “dev’essere l’imene…!” “Ah…” fece quell’ingenuotto di Pitt “…allora ce l’hanno anche le Oni…?!” “A quanto pare…!” ribatté il suo capo “Almeno, adesso, sappiamo che è vergine!” 1 Per la cronistoria, il secondo sarà Rudy McKenzie, capo della sezione Genetica di Tetsuya Wakatsuki (ai lettori indovinare chi è quest’ultimo personaggio)! 2 Probabilmente quel nastro era stata l’unica creazione sensata di quel bonzo, in vita sua! 3 Anti Lum Inibitor Network (Rete Inibitoria Anti Lamù). 4 Freni Inibitori. 5 Il muscolo “pubococcigeo”… serve - entro un certo linite - a frenare le “emissioni indesiderate”. 84 Ataru s’era subito sollevato, tenendo le mani posate amorevolmente sulle spalle della sua sposa… lei gli sorrideva felice, anche se i suoi meravigliosi occhi azzurri erano bagnati di lacrime. “Lamù…!” “Dai, tesoruccio… forza…!” “Sì, ma… dimmelo, se ti faccio male…!” Lei scosse la testa e ribadì: “Avanti…!!!” *** “Ehi, che cosa faccio…??” domandò Burt Racer, impacciato “Abbiamo tamponato contro qualcosa…!” “È l’imene, Burt!” spiegò il collega della Genetica. “Che cos’è…?!” “Un diaframma che dobbiamo perforare per proseguire nella penetrazione!” “E a cosa diavolo serve…?” Percival sbuffò: “Ti dispiace se te lo spiego un’altra volta? Ora levalo di mezzo e basta!” “D’accordo” rispose il vincitore dell’onigokko,1 sputandosi sulle mani “arretriamo leggermente per la rincorsa… e poi avanti tutta!!” disse, agendo sulle leve. “Ehi, un momento” gridò il capo della Neuro, non ritenendo questa volta di dover rimanere zitto “Non t’azzardare a farle più male del necessario, hai capito?? O guai a te!!” “Beh, ma allora che debbo fare…??!” chiese Racer. “Mantieni una spinta costante, ma regolare” intervenne il capo della Genetica “vedrai che basterà…!” *O almeno lo spero* concluse, mentalmente, con lo sguardo sulle spie degli INBY, tuttora in “zona rossa”…! “Ricevuto…” rispose ancora il pilota “…vado!” Ataru chiuse gli occhi e rimise in moto il bacino… al che la povera Lamù emise un altro gridolino, questa volta un po’ più forte! E lui si bloccò di nuovo… “Amore… ti faccio male…??!” Era la prima volta che la chiamava in questo modo… e lei, a dispetto della situazione, parve felicemente meravigliata da ciò. Tornò allora a sorridere, più dolcemente di prima: “No… ti amo… dai… continua!!” e strinse le labbra, come a impedirsi di lamentarsi ancora. “Ma…” “DAIII…!!!” Ataru fu preso però da un momento di sconforto: *Io… io non ci riesco…! Non posso farle del male fisicamente..!* Notando la sua esitazione, Hugh Simons imprecò: “Maledizione, non ce la fa…!” *Maledetto diaframma del cavolo* rimuginò Brad Fewer *sarà un gran giorno, quando la biologia spiegherà a cosa serve quell’arnese, oltre a rendere psicologicamente difficile il primo rapporto fisico fra un uomo e una donna…!* “Signore, è partito l’INBY n° 3” avvertì Pitt, alla Genetica “siamo a DEFCON2!!” Gus Percival strinse i pugni, disperato… quando, ad un tratto, il comando del muscolo addominale iniziò a muoversi da solo, senza che Burt Racer lo avesse più toccato! Una spinta diretta sul fondoschiena di Ataru diede luogo all’ultimo movimento necessario per mandare a fondo corsa l’introduzione del raccordo di giunzione nell’interfaccia di passaggio! I sensori all’estremità del membro segnalarono chiaramente alla Genetica di 1 La sfida degli Oni, consistente nella famosa gara di corsa. 85 Percival che l’imene era stato perforato: Lamù stessa aveva provveduto ad annullare quest’ultima impasse…! I sensori tattili della sezione di Humper confermarono quindi l’avvenuto posizionamento dell’addome di Ataru Moroboshi sul grembo della sua fantastica compagna. Sospirando di sollievo, più di quanto avesse mai fatto un pilota del modulo di comando di ogni missione Apollo dopo il riuscito aggancio con il LEM, Burt Racer fu in grado di dare finalmente il sospirato annuncio: “Motoria a Centrale Operativa: attracco consolidato!!” “È andata…!!” commentò con soddisfazione Brad Fewer, alzando i pollici. A1 annuì, senza commentare. *** Allorché si sentì completamente avvolto da lei, Ataru tornò a sollevarsi, contemplando il viso della sua dolcissima metà… Lei teneva gli occhi chiusi, bagnati dalle lacrime causatele dal dolore provato nella deflorazione… il suo busto si alzava e si abbassava, sempre meno affannosamente, assieme a quei due meravigliosi seni. Infine tornò ad aprire gli occhi e a sorridergli, con un’estasi che dimostrava come non fosse mai stata felice come in quel momento! “Mio…” mormorò, deliziata e quasi incredula “…sei tutto mio… e io sono tutta tua… per sempre!!” A questo punto, Ataru Moroboshi vinse una volta per tutte le sue ultime inibizioni psicologiche… Hugh Simons digitò ancora una volta quella difficile frase, fino ad allora sempre sbarrata dall’elaboratore emotivo… ma stavolta la risposta che comparve fu di accettazione e il messaggio venne perciò smistato verso la Sensitiva, vale a dire verso le corde vocali. “Lamù…” sussurrò Ataru, fissando la sua donna negli occhi “…IO TI AMO…!!!” Nuove lacrime, non più di dolore (ormai completamente svanito) sgorgarono dalle sue iridi azzurro cielo. Abbandonandosi al suo primo vero e proprio pianto di gioia, la “Principessa degli Oni” abbracciò teneramente il suo Principe Terrestre, riuscito a terminare quel tormentato viaggio di dodici anni luce, per congiungersi finalmente a lei. Ormai, né Shinobu, né Ran, né Kurama, né Elle, né nessun’altra ragazza del cosmo, glielo avrebbero mai più potuto sottrarre! Volle allora prendersi un’ultima rivincita… Assaporando la fantastica sensazione che il membro del suo tesoruccio le dava, pulsando dentro di lei, gli prese il volto fra le mani: “Hai visto, tesoruccio…?” sussurrò “Alla fine, te l’ho fatto dire!” Lui però non si scompose più di tanto e le rispose, sorridendo: “Già… è vero! Però, con quella, non vale…!” Lei scoppiò in una risata gioiosa, tornando a baciarlo. *** Hugh Simons fece un annuncio attraverso il comunicatore intersezionale: “Signor Wellington: la Sensitiva ha ricevuto un messaggio dalla Neuro della controparte… chiedo il permesso di trasmetterlo a tutti i reparti!” Il Coordinatore scambiò un’occhiata consultiva col capo della Cerebrale, il quale gli rispose con un cenno che l’altro interpretò come un semplice “perché no?” “Permesso accordato, signor Simons!” “Bene… leggo: Ai nostri colleghi terrestri: benvenuti! Vi abbiamo atteso a lungo, ma finalmente siete arrivati! Ora, dateci dentro…!!” 86 Chris Wellington fece una smorfia e guardò nuovamente Fewer, che ridacchiava. “Risponda: Alle nostre colleghe di Uru: ben trovate e scusateci del ritardo. Faremo del nostro meglio per recuperare!” “Ricevuto, comandante” rispose Simons “lo trasmetto subito!” “Bene… Genetica e Motoria, tocca a voi: fate il vostro dovere! E fatelo bene!” Mentre dava il ricevuto a quella direttiva, l’ineffabile August Percival, liberato infine dall’incubo della famigerata “scarica orgasmica”, si chiese improvvisamente se sarebbero bastate le calorie fornite dalla Metabolica per soddisfare completamente la signora Lamù, dopo quattro lunghi anni di forzata astinenza! Per opportuno che fosse, non osava chiederlo al povero Sweeper… e nemmeno ne aveva più il tempo, giacché la collega urusiana di Burt Racer aveva già dato il via alle spinte pelviche della giovane amante di Ataru…! Capitolo 27: “Lo ritiene giusto, nei loro confronti?” S e qualcuno avesse potuto osservare l’aspetto dei reparti interni dell’organismo di Ataru Moroboshi, subito dopo il termine dell’ultimo rapporto C, intercorso durante la prima notte di nozze con la Principessa degli Oni (o la Dea degli Orchi, come la chiamavano i membri della Genetica) avrebbe assistito a uno spettacolo abbastanza impressionante: dovunque, presso tutte le postazioni operative, come anche nei condotti transitori, tutti i membri del personale biologico giacevano completamente inerti, crollati in un profondissimo sonno, dovuto al pressoché completo esaurimento che la (o meglio le) performance relative al dovere coniugale appena compiuto, avevano provocato…! Chi stava accasciato sulla propria consolle con la mano ancora protesa verso i comandi che aveva precedentemente azionato, chi giaceva addirittura riverso sul pavimento con le braccia allargate e la bocca spalancata… nessuno, assolutamente nessuno, era rimasto in piedi: nemmeno i componenti della sezione Immunitaria! D’altronde, non è raro che, all’atto di uscire dal concessionario dopo avere acquistato un’auto nuova fiammante, ci venga raccomandato di non spingere mai l’acceleratore fino in fondo e di moderare la richiesta delle prestazioni teoriche del mezzo, almeno durante tutto il periodo del rodaggio… raccomandazione di cui, evidentemente, le colleghe organiche dell’organismo della partner extragalattica si erano assolutamente infischiate! Il pronostico di Barry Pitt, coadiutore del capo-sezione della Genetica - “Ci daranno una bella strapazzata!” - si era immancabilmente avverato in pieno! Gli ultimi a crollare erano stati naturalmente gli elementi di Hoffman, di poco preceduti da quelli di Humper. L’eroico capo della Sensitiva, non appena il suo assistito aveva ceduto al sonno, non aveva aspettato nemmeno che venisse raggiunto il terzo stadio del medesimo: si era accontentato del secondo e aveva lavorato come un matto per smontare dal sistema nervoso centrale i circuiti deviatori che avevano smistato, fino a poche ore prima, tutti gli impulsi sensuali provenienti da Lamù verso l’ormai disattivato sistema ALIN. Poi era rientrato nel suo laboratorio, aveva dato una superficiale sistemata alle sue carte e, senza nemmeno stendersi sulla brandina, si era riversato sul suo scrittorio, completamente distrutto! A rimuovere i punti di derivazione dove prima stavano collegati gli ASD, ci avrebbero pensato i suoi tecnici, nei giorni successivi. Anche il grande comandante Armstrong (pardon: Percival) era caduto addormentato al suo vittorioso posto di combattimento… ed era stato portato fino al suo giaciglio dal fedele Pitt e da un altro assistente. Dietro di lui, volute di acre fumo biancastro si levavano ancora 87 dall’apparato INBY n° 5, l’unico freno inibitore rimasto intatto, mentre le briciole degli altri quattro giacevano sparpagliate tutte intorno! Al personale della Genetica (come di tutte le altre sezioni) avevano rimbombato a lungo le orecchie, dopo che le loro colleghe avevano raggiunto il climax, là dentro all’organismo ricevitore…! “TEEESOOORUUUCCIOOOOOO...!!!” I misuratori d’intensità erano andati tutti a fondo scala e i poveri trasduttori acusticoelettrici,1 che inviavano le informazioni uditive alla Cerebrale e alla Neuro, erano rimasti fuori uso per almeno mezz’ora! Tuttavia, “l’astronave Moroboshi” ce l’aveva fatta: benché si trovassero ormai a DEFCON 1 da parecchie spinte, l’ultimo INBY aveva tenuto botta e il comando di “rilascio” dell’STF2 era scattato solo un decimo di secondo dopo l’avvenuto orgasmo della controparte! Il sospirone di sollievo scaturito dal petto di August Percival era stato veramente liberatorio… “È fatta, gente…” aveva esclamato verso i suoi sottoposti “…ce l’abbiamo fatta…!!!” Tutti i componenti della sezione Genetica avevano manifestato palesemente il loro giubilo, chi applaudendo e chi fischiando. Subito dopo, dal comunicatore intersezionale, si era udita la voce di Burt Racer: “Ho sentito bene, Gus…? Me lo confermi? È venuta dopo di lui…?” Percival, così timoroso e impacciato all’inizio della storia, aveva drizzato ancora una volta la schiena e risposto al suo collega: “Affermativo, Motoria… grazie della collaborazione: le vostre mosse sono state vincenti! Terra-Uru 2 a 0… per ora!”3 “EEEVVVAAAIII…!!!” non seppe trattenersi dal gridare il vincitore della nuova sfida intergalattica. Anche Cristopher Wellington aveva fatto sentire la sua voce autorevole: “Coordinatore a Genetica e a Motoria: ottimo lavoro, signori! Ottimo lavoro!!” e aveva alzato fieramente in alto il pollice. Burt Racer aveva mantenuto la promessa: grazie (anche) a lui, Ataru Moroboshi, il prescelto (casualmente?) dal famigerato Computer del Centro Informazioni Interspaziali di Uru, aveva vinto una seconda volta… e il capo della sua Motoria non avrebbe dovuto più temere di fungere da capro espiatorio! *** “Terra-Uru 2 a 0… per ora!” aveva detto Gus Percival. E aveva detto bene… perché col cavolo che il Consiglio Organico della neo-signora Moroboshi - Genetica in testa - si sarebbe accontentata di un rapporto solo, quella notte! Senza che la squadra di Patrick Moore avesse nemmeno avuto il tempo di tirare il fiato del loro assistito, la Motoria della signora aveva afferrato la testa dell’ormai “battezzato” sposino e gli aveva stampato un bacione talmente sensuale, da ricaricare quasi istantaneamente il raccordo di giunzione! “Secondo round, signori!” aveva commentato il capo della Genetica, quando aveva visto la lancetta del manometro tornare al livello di pressione funzionale a un nuovo amplesso. “Speriamo ci bastino le calorie, capo!” “Già: speriamo, Pitt… perché temo che non sarà l’ultimo…!” E infatti quel secondo rapporto non era stato affatto l’ultimo… e nemmeno il penultimo o il terzultimo! E non solo la Genetica aveva cominciato a scricchiolare… dopo la terza o la quarta volta, il povero Moore aveva iniziato a preoccuparsi seriamente per lo stato delle 1 Sarebbero i timpani. 2 Il fluido seminale. 3 L’1-0 era stato il punteggio dopo la corsa… 88 coronarie, mentre il povero Sweeper (Larry Meals) aveva accusato un pauroso calo di zuccheri nel sistema circolatorio! In quanto alla Motoria… beh, il grande pilota Collins (pardon, Racer) non si ricordava più tutte le acrobazie che aveva dovuto fare a suo tempo per acchiappare quella ragazzina tutto pepe durante la famosa corsa per l’indipendenza della Terra, come anche tutte le “mosse di catch” concomitanti alle loro litigate, seguite dalle classiche scariche elettriche… ma era stata sicuramente tutta roba da poppanti, paragonato alle prestazioni che gli erano state richieste in quella prima notte di vita coniugale dalla sua assatanata (…) mogliettina! E se il buongiorno si vede dal mattino… *** Insomma, come poc’anzi descritto, l’aspetto interno dell’organismo umano maschile terrestre di Ataru Moroboshi, reduce dall’adempimento dei propri neo-doveri matrimoniali, si sarebbe presentato molto simile ad un campo di battaglia coperto di morti, allo sguardo di eventuali osservatori…. …osservatori che erano effettivamente entrati… o - per essere più precisi - entrate…! Difatti, non appena il suo prode maritino era crollato sfinito, dopo l’ennesimo amplesso, la sua dolce (piccante, nd Meals) mogliettina, aveva continuato ad abbracciarlo, cullandolo teneramente… e poi l’aveva baciato un’ultima volta sulle labbra. Poi, finalmente (come aveva gridato all’unisono l’intera equipe organica del marito) si era lasciata abbandonare anche lei a un giusto sonno ristoratore! Se non ché… proprio attraverso le bocche dei due sposini, per mezzo di quell’ultimo bacio conclusivo, una piccola squadra dell’organismo umano femminile urusiano di Lamù, era entrata nell’interfaccia di prelievo nutrizionale1 e stava arrancando ora verso l’interno della sezione Metabolica… “Bleach…” esclamò una componente “…è tutto umido, qui!” “Sì… generalmente le lingue lo sono!” le rispose la capo-squadra. “Ed è anche maledettamente buio, fra l’altro!” “Le bocche non sono mai illuminate, Sue. Cerca di pazientare un po’: appena saremo all’interno, ci sarà luce!” “Sempre che ai nostri colleghi sia rimasta abbastanza energia per alimentare il circuito d’emergenza!” commentò una terza componente. “L’obiezione è pertinente, Leanna… ma speriamo che questi maschietti terrestri siano più robusti di quello che sembrano!” Una risata cristallina fece seguito a quella battuta. “Ssst, ragazze…!! Volete farvi scoprire subito?!” “Secondo me, stanno tutti in braccio a Morfeo, signora!” “È probabile, ma è anche stupido rischiare: non è affatto scontato che qualche membro dell’Immunitaria non sia ancora in giro… ho sentito dire che Dick Hoffman è un soggetto particolarmente scrupoloso!” Parlando, le quattro componenti della squadra Oni erano giunte all’estremità della gola. “Capo-squadra, dove si va…?” L’altra fece luce con la sua torcia elettrica. Diede poi uno sguardo ai suoi appunti e rispose: “Da quella parte!” “È sicura…? Questi organismi potrebbero non essere esattamente uguali ai nostri!” 1 La bocca, appunto. 89 “Ma sì, che lo sono! Quella lì è la trachea… dobbiamo raggiungere la sezione Cardiaca, così potremo entrare dal portello per l’ispezione ventricolare. Ci siete?” “Sì, signora!” “Bene… andiamo!” *** “Eccoci…!” esclamò la capo-squadra, quando furono giunte davanti a un portello grande quanto bastava per attraversarlo una alla volta. “È in grado di aprirlo?” chiese Sue. “Nessun problema!” Con poche agili ed esperte mosse, la capo-squadra fece scattare il sistema di apertura interno. La sua subordinata si chiese come mai la biotecnologia terrestre fosse ancora tanto indietro da non prevedere nemmeno un sistema di bloccaggio atto a prevenire le introduzioni non autorizzate! Come il portello fu aperto, la conduttrice di quella piccola squadra organica aliena varcò il pertugio e si trovò dentro un condotto verticale, munito di scaletta che portava verso l’alto. Una freccia, sempre verticale, riportava la scritta: “To the control room”. La capo-squadra scosse la testa e sussurrò alle altre: “Saliamo!” Il pozzo terminava con una seconda botola, accompagnata da un’altra scritta: “Push to open”. Stavolta l’esploratrice aliena ebbe un attimo d’esitazione, poi emise una ghignatina beffarda e spinse su la botola senza più esitare. Dopo una manciata di secondi, la squadra dell’organismo di Lamù si ritrovò all’interno della camera di controllo della sezione Cardiaca, i cui pannelli denunciavano il regolare funzionamento della stazione di pompaggio. Tutto sembrava in ordine, tranne i misuratori dei parametri coronarici, ancora pericolosamente in zona critica. Due membri della sezione si trovavano sprofondati nelle loro poltroncine, russando sonoramente… “Bel modo di controllare che hanno, questi qui…” sussurrò la capo-squadra “…sogni d’oro, ragazzi!” si affrettò poi a raggiungere la porta che dava sul corridoio e stavolta ne aprì prudentemente solo uno spiraglio. Rassicurata dal silenzio assoluto, spalancò anche quella ed uscì, seguita dalle sue compagne. Il condotto era rischiarato appena dalle deboli luci dell’impianto d’emergenza, ma era comunque sufficiente per procedere. La capo-squadra spense quindi la sua torcia. “Le luci sono accese, signora Mavis!” “Già… si vede che qualche caloria gli era rimasta, dopotutto!” “E ora, dove ci dirigiamo?” “Vediamo un po’… la Neuro dovrebbe essere qui accanto. Se noi…” “Ah, ma c’è scritto: guardi la!” La capo-squadra alzò lo sguardo verso la parete di fronte e sgranò gli occhi alla vista di due ulteriori frecce riportanti le seguenti indicazioni: Sezioni Cefaliche (Cerebrale - Sensitiva - Motoria): su Sezioni Corporee: (Immunitaria - Metabolica - Genetica): giù Sezione Neurologica: 5 centimetri verso sinistra “Da non crederci… scommetto che all’ingresso dell’Immunitaria troveremmo uno zerbino con su scritto Benvenuti…!” “Secondo lei ci stanno prendendo in giro…?” chiese l’assistente Sue. 90 La sua superiora la guardò in faccia e le sorrise, bonariamente: “Se è per questo, era da quattro anni che ci prendevano in giro! Su, andiamo!” *** Anche nella centrale del controllo emotivo il personale della Neuro era del tutto fuori combattimento. Qualcuno aveva fatto in tempo a sistemarsi sopra un semplice materassino, ma i più si erano semplicemente lasciati stendere al suolo. In quanto al capo-sezione, stava dormendo profondamente sulla sua poltrona, le braccia a penzoloni e il capo appoggiato allo schienale. “Vedo che anche qui hanno dichiarato forfait” commentò Judy Mavis, la capitana della pattuglia esplorativa “voi due state di guardia nel corridoio” disse poi alle altre “qua dentro bastiamo io e Sue!” “Sissignora!” “Sarei proprio curiosa di vedere in che stato sono, giù alla Genetica!” disse la nominata Sue. “Temo che dovrai tenerti la curiosità” replicò Judy “perché, non appena avrò finito qui, ce la fileremo più che alla svelta! Come ho già detto prima, non escludo che qualche elemento dell’Immunitaria possa essere ancora sveglio!” “Certo, signora. Però… ciò che stiamo per fare… lei lo ritiene giusto, nei loro confronti?” La capo-squadra sospirò: “Giusto o meno, è quanto ci hanno ordinato. Su, al lavoro!” A questo punto, Sue si avvicinò al corpo inerte del capo della Neuro e, vincendo ogni residua remora, frugò prima nelle tasche e poi nel colletto del suo camicie, sussurrando: “Lei permette… vero, signor Simons?” Ben presto ne estrasse una piccola chiave luccicante, assicurata ad un cappio che la funzionaria organica di Lamù si affrettò a sfilare dal collo del dormiente. Prima di consegnarla alla sua superiora, Sue Ellen la osservò riposare sul palmo della sua mano: “Insisto a credere che ci stiamo comportando male, signora… fra un po’ ce l’avrebbero data loro stessi!” “Può darsi… ma probabilmente non avrebbero fatto prima quel che adesso siamo venute a fare noi! E poi, con tutto quello che il signor Moroboshi ha fatto patire alla signora Lamù, fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio. Dammi qua!” Con leggera riluttanza, Sue obbedì e consegnò alla signora Mavis la Chiave di Blocco Relazionale che, secondo le severe normative del Regolamento Biologico, il responsabile della sezione Emotiva doveva portare sempre con sé e non separarsene mai!1 Avutala in mano, la caposquadra Mavis (coadiutrice di Eileen Venus, responsabile della Neuro della Principessa degli Oni), si avvicinò alla console dell’ignaro Hugh Simons. Fu con sollievo che poté rendersi conto dell’assoluta identicità degli apparati neuronici rispetto a quelli dell’organismo di sua provenienza e, senza esitare oltre, digitò sulla tastiera le istruzioni relative alla procedura che era venuta a compiere. Dopo avere acceduto al menù principale di controllo, Judy Mavis aprì questa schermata: GENERAL OPTIONS e, fra le possibili scelte, operò quella seguente: INSERIMENTO BLOCCO PREFERENZA RELAZIONALE Data la conferma, sul monitor comparve l’istruzione successiva: 1 In realtà, non tutti gli organismi umani - specie maschili - seguono questa rigida procedura: infatti, il capo della Neuro di Alan Asuka (Philip Marlowe) non la portava affatto appesa al collo, ma la lasciava semplicemente depositata presso la consolle dell’elaboratore emotivo. E così, la squadra di Seya… ma questa è un’altra storia! 91 INTRODURRE CHIAVE DI BLOCCO E GIRARLA IN POSIZIONE DI ATTESA Compiuta la suddetta operazione, il display rispose ancora col messaggio: INSERIRE NOMINATIVO PRESCELTO La factotum della Neuro di Lamù si terse il lieve strato di sudore dalla fronte, quindi digitò quel nome tanto significativo per milioni di ragazzi terrestri, ma così fondamentale per uno solo di tutti loro. PREMERE “INVIO” PER CONFERMA Judy lo fece… NOMINATIVO REGISTRATO ATTENZIONE: UNA VOLTA SETTATO IL BLOCCO NON SARà POSSIBILE RIMUOVERLO SENZA RIPETERE LA PROCEDURA TRAMITE LA CHIAVE L’UNICO ESEMPLARE NELL’ORGANISMO è CUSTODITO DALLA NEURO IN CASO DI DISTRUZIONE O SMARRIMENTO SOLO LA NEURO DELLA GENITRICE è IN GRADO DI PRODURRE UN DUPLICATO1 Poco più sotto si leggeva la domanda fatale: PREMERE “ESC” PER ANNULLARE O “INVIO” PER CONFERMARE A questo punto la signora Mavis si voltò per avere una sorta di tacito consenso dalla sua aiutante… ma la buona Sue si limitò a guardarla, cercando di rimanere impassibile. Ciò visto, la funzionaria organica aliena si decise e diede la conferma. GIRARE LA CHIAVE IN POSIZIONE DI “SETTAGGIO” ENTRO 10 SECONDI AL TERMINE DEL CONTEGGIO, IL MESSAGGIO PRECEDENTE verrà RIPETUTO Mano a mano che i secondi restanti diminuivano, la mano di Judy tremava sempre di più… quando il contatore arrivò a -4, l’inviata di Lamù mormorò: “Perdonaci, Ataru… lo facciamo per il suo bene… e anche per il tuo!” e girò la chiave. PREFERENZA BLOCCATA SU NOMINATIVO INSERITO RI-ELABORAZIONE COEFFICIENTI RELAZIONALI IN CORSO ATTENDERE TERMINE PROCEDURA Judy Mavis tornò a tergersi la fronte e chiuse gli occhi, tenendo le mani appoggiate sul piano della consolle. Mentre aspettava l’esito di quella discutibile operazione, si chiese se una qualche pattuglia organica maschile si fosse mai introdotta all’interno di una Neuro femminile per rubare il cuore di una donna e consegnarlo su un piatto d’argento allo spasimante che lo aveva reclamato! Per parte sua, ne dubitava. *** Finalmente, un BEEP prolungato avvertì che la procedura aveva avuto termine. L’esecutrice della medesima dovette fare violenza su sé stessa per volgere il suo sguardo verso il display… 1 Questo rendeva impossibile a quelli di Alan rimuovere il blocco, dal momento che la signora Asuka era già morta. 92 PROCEDURA ESEGUITA CON SUCCESSO PREMERE “INVIO” PER VISUALIZZARE I NUOVI LIVELLI DEI CODICI Con la mano tuttora tremante, ma decisa (ormai non aveva più senso esitare), la caposquadra di Lamù premette infine il tasto indicato e, immediatamente dopo, comparve sul display la prima delle cinque pagine contenenti i nominativi delle femmine conosciute dall’organismo di Ataru Moroboshi, significativamente mutato dall’ultimo check-up eseguito da Hugh Simons… Pos. Subject C.R. Pts. Zone Notice 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 Lum ± Shinobu Myake Sakura Oyuki Benten Tsuyuko Amamori Ryunosuke Fujinami Ran Asuka Mitzunokoshi Kurama Ryoko Mendo Elle Rosenbach 1974 998 751 375 372 298 283 278 127 64 49 25 LOVE AFFECTION AFFECTION AFFECTION AFFECTION SYMPATHY SYMPATHY SYMPATHY SYMPATHY SYMPATHY CONSIDERATION CONSIDERATION official official official official official official official official official official official official page 1 by 5 > next page Current Update Più tardi, il responsabile della Neuro di Ataru avrebbe constatato che, al di là del sopravvenuto blocco che impediva a qualsivoglia altra ragazza di superare la soglia dei 1000 punti - rendendo così impossibile l’instaurarsi di anche un solo triangolo amoroso l’elaboratore emotivo aveva ricalcolato i coefficienti di tutti gli altri soggetti femminili attraverso la consapevolezza di quello che Ataru provava (o meglio aveva sempre provato) per la sua fantastica compagna venuta dallo spazio profondo. Si tenga infatti presente che il livello di alcune ragazze prima corrispondente a una relazione “affettuosa” era dovuto a un’interpretazione emotiva leggermente “forzata”, frutto di una sintesi ancora troppo condizionata dall’aspetto “estetico” (parliamo di Ran, Kurama e Ryoko Mendo).1 Ora, invece, l’affetto o la simpatia attribuite alle conoscenze più importanti dell’organismo erano molto più obiettive e quindi più reali. Ad ogni modo, ecco cos’erano venute a fare le quattro componenti della squadra “lamuttiana”: la loro missione consisteva appunto nell’impossessarsi una volta per sempre del cuore di “Tesoruccio” in modo che la loro assistita non dovesse mai più soffrire per ulteriori sbandamenti del suo ormai ufficializzato maritino! Il Consiglio Organico della “Principessa degli Oni” aveva discusso a lungo sull’opportunità di compiere una mossa del genere… miss Venus, la capo-sezione della Neuro, aveva cercato di convincere la loro Coordinatrice a soprassedere, facendo osservare che negli ultimi giorni le azioni comportamentali del signor Moroboshi erano state tali da meritare - finalmente - la fiducia della signora Lamù: non l’aveva infine sposata? Non l’aveva fatta felice? Non le aveva detto “ti amo”…? Non aveva dunque soddisfatto tutti i suoi desideri? Cosa si poteva mai pretendere di più...? Ma miss Rowena Starlet (ovvero L1), la Coordinatrice dell’organismo di Lamù, non si era lasciata persuadere: la loro assistita aveva patito troppo in quei quattro anni di convivenza e non avrebbe più sopportato alcun tradimento - anche solo platonico - da parte del ragazzo! La loro unione era stata troppo sospirata, per non dover essere anche protetta! Dopotutto, 1 Vedi cap. 10. 93 Moroboshi aveva anche lasciato trasparire del rimorso, quelle volte che Lamù gli aveva mostrato della sofferenza per i suoi sfarfallamenti, anziché limitarsi a scaricargli la sua ira fulminante… ed era quindi anche nel suo interesse metterlo al riparo da ulteriori future tentazioni! Inoltre, miss Agilla Afros, responsabile della Genetica, aveva manifestato il sospetto che il giovanotto avesse infine accontentato Lamù col matrimonio anche per potere finalmente soddisfare i propri appetiti sessuali, dal momento che nessun’altra se lo filava! Proprio quest’ultima considerazione aveva determinato nel Consiglio un voto di quasi unanime approvazione per quell’Operazione che si era appena svolta all’interno del consorte di Lamù! “I nostri colleghi diventeranno furiosi, nei nostri riguardi…!” aveva comunque fatto presente Eileen Venus. “Oh, senza alcun dubbio” aveva annuito la Coordinatrice Rowena Starlet “ma vedrete che, a cose fatte, ci ringrazieranno!” Capitolo 28: “Bastardi misogini… non ci posso credere…!!!” L’ inviata della Neuro di Lamù estrasse la chiave dal suo alloggiamento e la ripose in una tasca della sua tuta. “Andiamocene” disse alla sua assistente “non abbiamo più niente da fare, qui…!” “D’accordo signora!” replicò Sue Ellen, pensando fra sé e sé che avevano fatto anche troppo! Si affrettarono quindi a uscire nel corridoio, dove ritrovarono le loro due compagne. “Possiamo andarcene!” annunciò loro la signora Mavis. “Capo-squadra” replicò invece una di esse “c’è qualcosa che dovrebbe vedere!” “Di che si tratta?” “Una cosa che abbiamo visto… vorremmo il suo parere!” rispose l’assistente che portava il nome di Leanna. Miss Mavis si limitò a seguire la compagna, che la condusse, attraverso un breve tratto di condotto, nel punto dove si vedevano spuntare due misteriosi terminali di connessione, in alto lungo la parete. La stessa presentava evidenti segni di una qualche reazione abbastanza violenta: era annerita quasi fino al pavimento e sparsa di grosse chiazze di corrosione. “Per la Zebra Tigrata dell’Unicorno…!1 Cos’è mai successo, qui…??” “Dev’essere saltato qualche sorta di apparato, non c’è alcun dubbio!” rispose Leanna. “Sì, è probabile” ribatté Sue “ma di che genere?” “Questo non lo sappiamo” rispose Leanna “ma, di sicuro, ha qualcosa a che fare con la natura dei due terminali!” “Che natura…?” domandò la capo-squadra. “Legga quelle targhette, signora!” Judy Mavis aguzzò la vista e prese atto che presso uno dei due terminali era sistemata una placca riportante la scritta “Sensual Current INPUT”, mentre quella sistemata presso l’altro terminale riportava invece “Sensual Current OUTPUT”. A completare il quadro una terza targa - abbastanza affumicata, ma ancora leggibile - troneggiava al centro poco sotto i terminali e le gentili esploratrici aliene poterono leggervi sopra una dicitura piuttosto inquietante: “Anti Seduction Device n° 13”…! Se quei mammalucchi della Sensitiva si fossero limitati a scrivere sulla targa il semplice acronimo “ASD”, probabilmente la coadiutrice della Neuro di Lamù non si sarebbe 1 È il segno zodiacale di Lamù. 94 soffermata troppo a riflettere sull’utilizzo a cui fosse stato destinato l’apparato collegato in precedenza a quei due terminali… ma sapere che si trattava di un “dispositivo anti seduttorio” non solo non le tornava proprio, ma non le piacque manco per niente…! *Come potevano esserci dei dispositivi del genere, qui dentro…? Quel disgraziato si arrapava anche alla vista di una Barbie nella vetrina di un giocattolaio!* Rimugina e rimugina, alla fine un atroce sospetto si fece strada nella sua mente, finendo suo malgrado per cristallizzarvisi… “No… non può essere…!! No, sarebbe troppo…!!!” mormorò, non del tutto sottovoce. “Signora, che le succede…?” domandò Sue, premurosamente. Judy non le rispose e si rivolse invece alla componente della loro Sensitiva: “Leanna… ti sei fatta un’idea di cosa ci fosse appeso, lì sopra?” “Temo di sì, signora… ma avrei bisogno di un riscontro, per esserne sicura!” La capo-squadra annuì, decisa: “Okay… allora facciamo subito una visita alla Sensitiva!” “Ma abbiamo il tempo per farlo, signora Mavis?” intervenne Sue. “Dobbiamo rischiare… non ce ne andremo da qui con un dubbio del genere! E poi è sulla strada per ritornare. Avanti, sbrighiamoci!” *** Dopo essere risalite fino alla zona cefalica - e avere incontrato lungo il percorso altre cinque postazioni di quei misteriosi marchingegni - le componenti della pattuglia organica urusiana giunsero finalmente davanti all’ingresso della sezione di Jerry Humper, custodita (si fa per dire) da un altro paio di dormienti membri dell’Immunitaria. Il fragore del loro russare era oltremodo rassicurante… “Questi qui non si sveglieranno prima di una settimana…!” commentò Judy Mavis. “Ha notato quegli stivaletti che portano ai piedi? Che cosa saranno?” Leanna, la collega della Sensitiva, rispose con un sogghigno e indicò alla sua assistente la scritta sulla parete che avvertiva di non appoggiarvisi per non rischiare di subire qualche scarica dall’esterno! Per chiarire meglio il concetto, imitò poi la classica postura che assumeva Lamù prima di lanciare le sue saette contro l’uomo della sua vita. “Oh, capisco…” esclamò Sue Ellen “…poverini!” “Poverini un corno!!” ribatté Judy, categorica. Quindi aprì l’ingresso e lo varcò. L’interno mostrava i panelli di controllo tutti in posizione di stand-by, mentre il pavimento era anche lì popolato da alcuni tecnici, sempre in braccio a Morfeo. La capo-squadra si avvicinò a una seconda porta riportante una scritta che indicava l’ufficio del capo-sezione. “Caro signor Humper… spero che le mie siano solo stupide fantasie scientifiche. Lo spero proprio… per lei!” detto ciò, entrò nella stanza. L’ufficio-laboratorio di Jerry Humper era ingombro di strumenti per analisi chimiche ed elettriche. Le pareti sostenevano alcuni grafici, uno dei quali fu subito riconosciuto da Leanna come la sintesi delle scariche ricevute dall’organismo di Ataru in tutti quegli anni. In calce si leggevano anche le note di Hoffman sull’entità dei danni provocati. *Mi dispiace…! Sperò proprio che non ce ne sarà mai più bisogno!* si disse Leanna con una lieve punta di rimorso: era stata proprio lei l’incaricata del lancio di quelle scariche! Il capo della Sensitiva di Moroboshi stava dormendo riversato sul suo tavolo da lavoro, circondato da una moltitudine di fogli zeppi di calcoli e di formule. Teneva la testa appoggiata sulle braccia e mostrava un’espressione leggermente sorridente. “Coscienza tranquilla, eh…? Meglio per te!” commentò miss Mavis, a bassa voce, scartabellando velocemente fra tutte quelle carte “Niente… forse… no, questo non c’entra… allora questo? No, nemmeno!” 95 “Signora… forse qui!” Sue Ellen aveva adocchiato un armadietto etichettato “ARCHIVIO” e, con il buon senso di tutti gli assistenti, aveva pensato che potesse essere il posto giusto per trovare ciò che stavano cercando. La capo-squadra si avvicinò annuendo e cominciò ad esaminarne il contenuto. Nel primo contenitore, niente… nel secondo, neppure… nel terzo… “Ah… ci siamo…!!” esclamò miss Mavis, dopo avere frugato per qualche secondo e avere scorto una cartella etichettata “ASD”. Si affrettò ad estrarla e a passarla alla sua aiutante, dopo averne prelevato il contenuto. Con occhi inquieti, scorse febbrilmente quei fogli… SYSTEM ALIN PROJECT (Anti Lum Inibitor Network) Paragrafo 1: Caratteristiche del dispositivo SISAS (Sensual Impulse Selective Auto Shunter) Parametri Elettrici - Procedura di Installazione - Range di funzionamento Paragrafo 2: Schema di Collegamento - Accensione e messa a regime - Taratura sul Soggetto Inibitore Paragrafo 3: Procedura di scaricamento - Controllo della Funzionalità - Dismissione del Sistema “Bastardi misogini…” le sue labbra tremavano “…non ci posso credere…!!! Leanna!” “Eccomi, miss Mavis!” rispose la collega della loro Sensitiva. Quando questa le fu accanto, Judy le porse il fascicolo. “Da’ un’occhiata… e dimmi che non è vero, ti prego!” Leanna esaminò con veloce attenzione il contenuto di quei fogli e non le ci volle molto per capire che cosa descrivevano… “Non credo ai miei occhi… i nostri scienziati avevano studiato una cosa del genere per prevenire gli abusi sessuali, però non era mai stato considerato realizzabile… non possono esserci riusciti…!” “Dobbiamo presumere che lo abbiano fatto, invece!” replicò Judy, con un tono di evidente ira repressa “Brutti figli di puttana! Ma pensa…! Povera signora…!!” “Adesso capisco perché non era mai riuscita a sedurlo…! Ed ecco perché suo marito ha fatto fatica a… beh, ad arrivare al sodo, ieri sera: probabilmente non riuscivano a disinserirlo!” Miss Mavis annuì: “Si vede che erano sorte delle complicazioni… ma perché non lo hanno disinserito per tempo, allora…?” “Questo, bisognerebbe chiederlo a lui!” rispose Leanna, girandosi verso Humper, che continuava tranquillamente a dormire. “Già… ed è proprio quello che farà il Consiglio Organico… assieme a un mucchio di altre domande!” “Vuole… vuole forse dire che…” “Proprio così, Leanna: lo portiamo con noi! Ragazze” le altre due componenti della squadra si avvicinarono, pronte agli ordini “prendete su quel genio diabolico e andiamocene da questo fottuto covo di maschilisti…!”1 “Ma, signora” protestò Sue Ellen “non possiamo sequestrare un membro del Consiglio Organico della controparte… è contro tutte le regole!” 1 Più “fottuto” di così… (nd Percival)! 96 Judy Mavis sogghignò: “Stronzate!! Sono stati loro i primi a calpestare tutte le regole! Avanti, muoviamoci, prima che qualcuno si svegli!” Senza più replicare, Sue Ellen e la quarta componente del “commando organico urusiano” presero per le ascelle e per le gambe il povero Humper e lo trasportarono fuori, seguite dalla signora Mavis e da Leanna. E l’ultima - manco a dirlo - chiuse la porta. Lo spostamento d’aria conseguente fece muovere alcuni fogli sul tavolo di Humper, uno dei quali cadde a terra… essendovi stato il capo della Sensitiva appoggiato sopra, nessuna di loro aveva potuto vederlo e, men che meno, leggere quanto c’era scritto: CATALIZZATORE SENSITIVO PRO INDUZIONE MONOGAMIA IN ATARU (basato sul progesterone contenuto nel fluido lubrificante vaginale di Lamù) L’indomito Jerry Humper ci aveva lavorato per ore, dopo avere neutralizzato del tutto la famigerata rete ALIN… e non avrebbe mancato di realizzarlo, subito dopo essersi goduto un più che meritato riposo. Ma ora… chi può dire se l’avrebbe mai più potuto fare…? Capitolo 29: “Dubito che ce lo rimanderanno indietro!” L a sezione Sensitiva riuscì a mettere finalmente a fuoco l’immagine in concomitanza col risveglio dell’organismo… e la leggera ansia per la lentezza con la quale era riuscita a farlo svanì subito quando Ataru si trovò di fronte il bellissimo viso di Lamù. “Ciao…!” le sussurrò, cercando di sorriderle. “Ciao, tesoruccio…!” gli rispose lei, con lo stesso tono di voce e rendendogli il sorriso. Poi gli diede un tenerissimo bacio sulle labbra “Come stai…?” “Bene… mi pare…!” il ragazzo si sollevò lentamente dal guanciale, trovando quel movimento più faticoso di quello che pensava “Che ore sono…?” La mogliettina si portò velocemente la mano alla bocca, cercando di mantenere un’espressione seria, ma invano: “Vorrai dire che giorno è…!” “Come sarebbe…?!” chiese lui, cercando di connettere quanto poteva (Fewer non era in grado riaccendere troppe cellule cerebrali allo stesso tempo, almeno finché la Metabolica non fosse stata in grado di rifornirlo in maniera sufficiente). “Lo sai quanto hai dormito?” Ataru corrugò le sopracciglia, non troppo impaziente di ricevere la risposta: “Quanto…?” Lamù alzò la mano destra, tenendo ripiegato il pollice. “QUATTRO GIORNI…??!!” esclamò il maritino, decisamente spaventato. Aveva contemporaneamente drizzato la schiena, avvertendo però una discreta fitta di dolore “AHIII…!!!” “Fermo, fermo…!” Lamù gli afferrò premurosamente le spalle “Non devi fare movimenti bruschi, amoruccio mio…!” “Santi Numi, Lamù… ma si può sapere cos’abbiamo combinato, l’altra notte…? Io mi sento a pezzi…!!” “Scusami, tesoruccio, scusami…” la sposina abbassò pudicamente gli occhi, esprimendosi con un tono singolare, dove il rimorso si mischiava alla felicità “…lo so che avremmo dovuto smettere dopo la sesta volta… ma è stato più forte di me!!” “La sesta…?? Ma… e dove saremmo arrivati?? No, non me lo dire!!” fece poi, sempre timoroso nel sentire la risposta. “Otto… no… nove, credo!” Ataru avvertì un’altra fitta, più forte, alla schiena… 97 “Io l’ho sempre detto che sei una megalomane…!!!” sbottò, con un tono un po’ risentito “Porca miseria, Lamù… va bene che te lo dovevo… ma un po’ di misura!! Lo sai che potevo anche restarci secco…?!” il ragazzo non voleva parlare sul serio, ma ebbe un guizzo quando si accorse che le spalle di Lamù cominciarono ad essere scosse dai singhiozzi “Ehi, cara… guarda che stavo scherz…” “Oh, tesoruccio…!!!” lei lo abbracciò, scoppiando in lacrime “Ero così preoccupataaa… sigh… sob… sob…!! Se il dottore non fosse… sniff… riuscito… sob… a calmarmi dicendomi che non era… sob… niente di grave… sniff… sarei morta di pauraaa…!! BOOOHHH…!!! SIGH…!!! SOB…!!!” Lui rimase sconcertato da questa reazione e si affrettò a ricambiarle l’abbraccio. “Ma davvero…? Mi hai fatto visitare…?” “Per forza… sniff… non… non ti risvegliavi più… sniff… credevo che fossi…” “Su, su…” replicò lui, accarezzandole la testolina verde “…ora è passato. Sto bene, sto bene!” Lei lo guardò, sorridendo tra le lacrime: “Sniff… davvero…??” “Sì, sì… almeno credo! Un buon bagno mi rimetterà in sesto, vedrai!” “Giusto! Corro subito a preparartelo… così lo facciamo insieme!” “Ehi, calma: se vuoi che mi riprenda del tutto… sarà il caso che porti pazienza, almeno fino a stanotte…!” Lamù tornò indietro e lo baciò sulla guancia: “Stai tranquillo, amoruccio mio: ti farò solo un bellissimo bagnetto. Tu pensa solo a rilassarti… fidati!” E lo baciò di nuovo… *** La porta della saletta riservata ai meeting d’emergenza, prospiciente all’ufficio di Wellington, si aprì, tornando a mostrare la figura del capo dell’Immunitaria. “Allora…?” domandò A1, senza preamboli, circondato dai restanti membri del Consiglio Organico. Hoffman scosse la testa: “L’abbiamo cercato dappertutto… anche nei posti più inverosimili… niente!” Il Coordinatore batté il pugno sul tavolo e imprecò sottovoce, chiedendosi quando mai le grane sarebbero finalmente terminate, dentro a quell’organismo disgraziato. “Io non capisco” borbottò “cosa gli potrà mai essere successo…??” Brad Fewer se ne stava a braccia conserte, fissando la superficie del tavolo per le riunioni: atteggiamento piuttosto insolito per la sua indole flemmatica e razionale. “Era distrutto…” disse “…nelle ultime settimane non s’era dato un attimo di tregua. E anche dopo la fine di quell’ordigno infernale… ha voluto completare l’opera a tutti i costi, escludendo del tutto la rete ALIN. Non vorrei…” esitò “…non vorrei che avesse avuto un esaurimento improvviso e…” “Non pensarci neanche!!” sbottò improvvisamente Hugh Simons “Non può essere: era troppo contento d’essere riuscito ad abbattere la maledetta barriera anti-Lamù. Non vedeva l’ora che quei due potessero finalmente essere felici!” “A proposito, Simons” intervenne A1 “i vostri circuiti selezionatori sono stati resettati per inviare nuovamente parte degli impulsi mnemo-percettivi della signora verso l’elaboratore emotivo?”1 1 Vedi cap. 20. 98 Il capo della Neuro annuì: “Il mio assistente Greebs sta provvedendo proprio ora, signore. Gli ho detto di farci rapporto, non appena avrà finito!” A quel punto si sentì ancora bussare alla porta e Wellington diede l’avanti. Nathan Greebs, il citato assistente di Simons, entrò seguito da Danny Logan, elemento di fiducia della Sensitiva (quello che aveva tentato di dissuadere il loro capo dal bypassare personalmente i terminali dell’ASD n° 13). “Con permesso!” disse il primo. “Ah, giusto te, Greebs” lo apostrofò immediatamente Simons “hai terminato la procedura per ripristinare il collegamento con l’elaboratore emotivo?” L’interpellato sembrò esitare un momento, poi rispose: “Sì, signor Simons: dieci minuti fa… ma è successo un fatto nuovo!” “Un fatto nuovo…??” domandò A1, prevenendo Simons “Di che si tratta? Si spieghi!” “Sissignore…” il subalterno della Neuro deglutì “…ecco: il signor Trynor, subito dopo il resettaggio dei selezionatori, ha effettuato un check-up dei Codici Relazionali” si rivoltò verso il proprio responsabile “come da istruzioni, volevamo appurare se quello della signora Lamù avrebbe subito il previsto aumento di 500 punti dovuti all’avvenuto rapporto C!” “Giusto, Greebs” annuì Simons “ebbene…?” Per tutta risposta, il suo assistente si cavò di tasca uno stampato e glielo porse: “Questo è il risultato dell’analisi, signore!” Il responsabile della Neuro allungò la mano per afferrare quel foglio e lo esaminò con cura, riferendo con soddisfazione all’assemblea che il livello della Principessa degli Oni era ormai arrivato a 2474 punti1… non poté tuttavia evitare di rendersi contemporaneamente conto che anche i C.R. di tutte le altre conoscenze femminili di Moroboshi si erano notevolmente modificati verso il basso!2 “Ma… come possono essere scesi tutti così? Non abbiamo ancora messo a punto il catalizzatore sensitivo…!”3 Pur avendo parlato a mezza voce, il suo collaboratore lo aveva perfettamente udito: “Signore… secondo Trynor, i nuovi livelli relazionali farebbero ritenere che…” fece un respiro profondo “…sia stato reso operativo un blocco di preferenza!” Hugh Simons alzò la testa e impallidì: “Che cosa…??” subito dopo gli venne istintivo tastarsi il petto e i suoi colleghi lo videro trasalire: “Santo Cielo…!!!” “Che le succede, Hugh…?!” chiese il Coordinatore, con la voce già carica del suo proverbiale nervosismo. Finora, purtroppo, il suo fiuto per i nuovi contrattempi non lo aveva mai tradito! Il povero Simons continuava a darsi piccole pacchette sul torace, poi si cacciò una mano nel colletto slacciato, alla disperata ricerca di qualcosa che non si trovava più dove avrebbe invece dovuto essere… “Oh, no… oh, misericordia… questo no…!!!” “SIMONS…!!! SI PUÒ SAPERE COS’ALTRO CAZZO HA COMBINATO…??” Coi bulbi oculari ormai fuori dalle orbite e la carnagione diafana, il subordinato sibilò, con voce rotta: “La chiave di blocco… non ce l’ho più…!!” Il Coordinatore Wellington cominciò a scuotere la testa con tale violenza che sembrava volesse lanciarla da qualche parte… lanciò invece verso lo sciagurato capo della Neuro uno sguardo così feroce che nessuno, là dentro, gli aveva mai veduto finora: “SIMONS… IL 1 Le “volte” erano state 9, ma possiamo supporre che il guadagno di 500 punti sia relativo a un’intera “notte d’amore”… altrimenti si comincerebbe a esagerare! Non vogliamo mica che Ataru diventi scemo come Megane, non è vero…? 2 Vedi la lista al cap. 27. 3 Quello per rendere monogamo Ataru. 99 DEGRADO DELLA SUA EFFICIENZA STA RAGGIUNGENDO UN LIVELLO DECISAMENTE PREOCCUPANTE, OLTRE CHE INTOLLERABILE!! LE MANCAVA SOLTANTO DI SMARRIRE LA CHIAVE DI BLOCCO…!!” “Ma io non l’ho smarrita, signore” protestò il poveraccio, con voce angosciata “non me la toglievo mai di dosso, glielo giuro… nemmeno durante il riposo!!” “Lo posso confermare, signore” intervenne in sua difesa l’assistente Greebs “sono certo che la chiave è stata sottratta al signor Simons dallo stesso che ha poi settato il blocco!” “MA CHI…?? SENZA LA MINIMA DELIBERA DEL CONSIGLIO, POI!! CHI AVREBBE MAI POTUTO COMMETTERE UN’INFRAZIONE DI UNA TALE GRAVITÀ, QUI DENTRO…??!” “Nessuno” rispose immediatamente Brad Fewer, con voce secca e decisa “mi sento di garantirlo per l’intero personale organico. Signore” aggiunse poi, guardando bene Wellington negli occhi “per quanto appaia assurdo e grave… credo di potere esprimere una sola ipotesi: c’è stata un’infiltrazione esterna!” Il Coordinatore dell’organismo rimase lungamente a studiare lo sguardo del capo della Cerebrale, come a volersi convincere che quest’ultimo stava parlando sul serio. “Ma chi…?? Chi avrebbe mai osato tanto…??!” “Sicuramente gli stessi che hanno rapito il signor Humper, signore!” Questa frase era stata pronunciata da Danny Logan, il membro della Sensitiva entrato assieme a Nathan Greebs e che, già da qualche minuto, cercava inutilmente di attirare l’attenzione dei presenti su di sé. Chris Wellington lo accontentò subito, chiedendogli, con tono duro: “Che diavolo intende dire, lei…?!” “Signore…” rispose l’altro, esitando “…quali che fossero le sue intenzioni, il nostro capo non se ne sarebbe mai andato lasciando il suo ufficio con tutti i suoi appunti in vista e l’archivio aperto… e c’è di peggio!” “Continui…!” lo incalzò il Coordinatore. “Non troviamo più la cartella contenente il progetto ALIN!” Ormai in preda a un terribile sospetto, Wellington domandò, aggrappandosi all’ultima speranza: “Non potrebbe… averlo distrutto lui…?” “No, signore: non senza dirci niente, glielo assicuro. Lo hanno senz’altro preso i rapitori!” Brad Fewer, con la testa appoggiata sconsolatamente ad una mano, non poté fare a meno di intervenire: “Le rapitrici… vorrete dire!” precisò, emettendo un rumoroso sospiro. Il Coordinatore si voltò di scatto verso di lui: “Fewer… davvero lei ritiene che…” la voce di A1 era tremante, cosa assolutamente inedita, da parte sua. Il capo della Cerebrale sospirò di nuovo: “Questo organismo è stato praticamente inerte, nelle ultime novantasei ore… anche l’Immunitaria aveva il personale fuori servizio! Ora… l’elaboratore emotivo presenta un blocco preferenziale (ed è superfluo chiedersi su quale soggetto)… la chiave per l’eventuale sbloccaggio è sparita… Humper non si trova e il progetto dei SISAS nemmeno…” Brad Fewer allargò le braccia con amara eloquenza “…non è difficile capire chi avesse interesse a fare tutto questo!” Chris Wellington lasciò passare una manciata di secondi, come per metabolizzare quanto aveva sentito dal suo subalterno. Poi tutti lo videro stringere i pugni ed emettere un sordo ruggito: “Ah… è così, dunque…?! Dopo tutto il mazzo che ci siamo fatti per indurre Moroboshi a rendere felice la sua fidanzata (impostasi, notare bene!)… quelle sgualdrine avrebbero osato arrogarsi il diritto di violare questo organismo… e prendersi di prepotenza ciò che stavamo per offrir loro spontaneamente…?! MA NON ESISTE!!” “Signore, aspetti…!” cercò di intervenire Fewer, alzando la mano. 100 “No, Brad…! È vero che l’abbiamo fatta penare per anni… è vero che non siamo sempre riusciti a evitare che Ataru si comportasse da carogna… è vero che le lesinava persino i baci… sono vere tante altre cose… ma stavolta quelle hanno davvero esagerato! No, questo non lo posso accettare! Rowena Starlet mi sentirà…!!” Detto ciò, il Coordinatore di Ataru Moroboshi voltò le spalle ai convenuti e rientrò nel suo ufficio, sbattendo la porta. Al fracasso fece seguito un silenzio piuttosto cupo, interrotto poi da una voce lamentosa… “Povero Jerry” gemette il capo della Neuro “lo uccideranno…!!” A tale affermazione lapidaria, il collega della Cerebrale si riscosse. “No… non sono così feroci! No, non lo faranno… nondimeno…” “Nondimeno…?” chiese Hoffman. “Beh… dopo lo scherzetto di quegli affari…” scosse la testa “…dubito fortemente che ce lo rimanderanno mai indietro…!” Mentre Hugh Simons si coprì gli occhi con una mano, gli altri colleghi si guardarono l’un l’altro, con la più viva preoccupazione dipinta sul volto. Capitolo 30: “L’ha realizzata lei, tutta questa roba?” “S ignor Humper…! Signor Humper, si svegli!!” “Eh…? Come…? Cosa…? Chi…??” Il malcapitato direttore della Sensitiva di Moroboshi si riscosse dal torpore e cercò di riordinare le idee… aprì quindi gli occhi, fissando la figura che cercava di riportarlo alla realtà. Come si rese conto di trovarsi al cospetto di un elemento organico di ovvia natura femminile, fece un vero e proprio salto sulla branda dove lo avevano coricato. “Ma… e lei chi sarebbe…??!!” La funzionaria organica che aveva provveduto a rianimarlo si lasciò scappare un ghigno e incrociò le braccia, volgendogli uno sguardo ironico. Ma poi decise di essere più conciliante e gli tese la mano: “Mi presento subito, signor Humper: sono Wendy Neblos, direttrice della sezione Immunitaria!” Il povero Humper tentò di assimilare le parole che aveva appena sentito, ma qualcosa non gli quadrava! Poi gettò uno sguardo panoramico sul locale dove si trovava, constatando con sgomento che non assomigliava per nulla al suo laboratorio, né tanto meno a quello di Dick Hoffman…! “L’Immunitaria…? La sezione Immunitaria di chi…??!” domandò. “Dell’organismo umano femminile urusiano della signora Lamù!” rispose l’altra. Il capo della sezione Sensitiva di Ataru Moroboshi chiuse gli occhi e respirò profondamente… per quanto assurda e incredibile apparisse quella risposta, egli non ebbe il minimo dubbio che la sua interlocutrice gli stava dicendo la pura verità! “Mi troverei dunque…” chiese ancora, riaprendo gli occhi e sbarrandoli. Miss Neblos annuì semplicemente con la testa. Al suo posto, più di un suo collega avrebbe dato a questo punto in escandescenze, ma lui, una volta realizzata la situazione, decise saggiamente di mantenere un atteggiamento pacato. “E… potrei sapere come sono capitato qui dentro…?” L’organica “lamuttiana” tornò a sorridere: “Mi dispiace, ma non sono autorizzata a spiegarglielo… tuttavia potrà chiederlo direttamente al nostro Consiglio Organico!” Il poveraccio fu scosso da un brivido: “Il vostro…?” 101 “Comunque, per il momento, ho l’ordine di condurla semplicemente dalla nostra Coordinatrice. Vuole avere la bontà di seguirmi?” chiese infine Wendy, indicando la porta spalancata. “Ritengo di non essere in grado di rifiutare” sospirò Humper “Non è vero, miss Neblos…?” “Credo proprio di no!” *** Durante il tragitto verso l’ufficio di “L1”, il responsabile della Sensitiva di Moroboshi fece del suo meglio per impedirsi di pensare a come sarebbe finita l’avventura in corso. Le eventuali conseguenze potevano essere troppo spiacevoli per non rischiare di fargli perdere la lucidità mentale e Jerry Humper sapeva di quanto ne avrebbe avuto bisogno! Al suo passaggio le componenti organiche incontrate lungo il percorso lo guardavano con una discreta varietà di espressioni, che andavano dall’impassibilità più completa all’ostilità più assoluta: anche un’intelligenza meno acuta della sua avrebbe intuito che queste ultime appartenevano, senza ombra di dubbio, alla sezione Emotiva della moglie del suo assistito! Humper richiuse gli occhi e tornò a sospirare: *Addio, colleghi* si disse mentalmente, forse a scopo scaramantico *è stato bello lavorare con voi…!* Si riscosse quando sentì la voce della sua accompagnatrice: “Siamo arrivati, signor Humper: si accomodi pure!” gli disse, dopo avere aperto una seconda porta. Dopo aver deglutito e respirato a fondo, il “prigioniero” varcò l’ingresso e si trovò di fronte alla scrivania della Coordinatrice Organica della Principessa degli Oni: Rowena Starlet in persona! Manco a dirlo, sulla parete dietro di lei campeggiava un ritratto di Ataru Moroboshi, in una delle sue espressioni più strafottenti.1 “Le presento la signora Starlet, la nostra Coordinatrice!” così dicendo, miss Neblos riattraversò l’ingresso e lo richiuse, lasciandoli soli. La nominata “capa” dell’organismo lamuttiano non alzava la testa dai documenti che stava consultando. Cosicché, obbedendo a un subitaneo impulso, Jerry Humper stese la mano destra: “Molto onorato! Io sono…” “Lo so chi è lei” fu la secca risposta di L1 “si sieda!” Il malcapitato si rese conto di aver commesso una cretinata, quindi ritirò la mano e obbedì, deglutendo un’altra volta. Tanto per esorcizzare lo spiacevole momento, rifletté che la temperatura presente in quell’ufficio era decisamente alta… ma gli sembrò di sentire ancora più caldo quando si accorse che la signora Starlet stava consultando proprio i fogli del progetto ALIN…! A un tratto, la direttrice organica di Lamù tese un braccio verso la sua destra: “Questa è miss Eileeen Venus, la responsabile della nostra Neuro!” Jerry Humper ebbe un sussulto quando si accorse della presenza di una terza entità nel locale che occupavano… si rialzò di scatto e stava per ripetere l’inopportuno gesto della mano; però si bloccò in tempo, ripiegando su un lieve inchino. “Buongiorno, Miss Venus…!” borbottò, a bassa voce. Pur rimanendo seduta, quest’ultima gli rispose con un inchino molto più profondo e poi lo fissò con attenzione. Non v’era ombra di sorriso nella sua espressione, ma nemmeno del disprezzo. Anzi, sembrava quasi esserci una parvenza di comprensione, se non quasi di rispetto! Jerry Humper emise un leggerissimo sospiro di sollievo e si risedette. 1 Ogni lettore se la immagini come preferisce! 102 “Bene, veniamo al punto…” riprese a parlare Rowena Starlet “…l’ha realizzata lei, tutta questa roba?” e, così dicendo, la Coordinatrice lamuttiana sventolò il famigerato progetto ALIN davanti al suo disgraziato ideatore… che annuì, silenziosamente. “Signor Humper, non l’ho sentita!!” Se mai il poveretto si fosse chiesto se la direttrice organica della Principessa degli Oni potesse avere un caratterino identico a quello del Coordinatore del suo consorte, ora quel dubbio non ce lo aveva più! Tossicchiò per schiarirsi la gola: “Sì… è opera mia!” “Ah, bene…! Lo sa? La sua omologa della nostra Sensitiva, miss Anya Orion, non voleva crederci, neanche dopo avere letto questi documenti! Dalle conoscenze in nostro possesso, ritengo che, dalla comparsa della specie umana nel Cosmo, nessuna Sensitiva fosse mai riuscita a realizzare una cosa simile… e c’è riuscito lei…!” “Già…” ribatté l’interessato, tenendo gli occhi bassi “…ci sono riuscito… purtroppo!” L1 assunse un’espressione beffarda: “E perché purtroppo…? Il suo è uno straordinario traguardo scientifico, signor Humper… come direttrice di un organismo biologico, devo sinceramente complimentarmi con lei!” Humper fissò con sguardo apparentemente neutro la sua interlocutrice, che continuava a sorridergli: “Ovviamente… le mie congratulazioni non possono che rivestire il puro aspetto scientifico… perché, dal punto di vista meramente umano… quello che lei ha compiuto, signor Humper, rappresenta una vera e propria mostruosità! Spero che almeno se ne renda conto…!!” Mano a mano che L1 procedeva nel parlare, la sua voce si faceva sempre più metallica e la sua espressione più dura. Nondimeno, il povero Humper non riabbassò il suo sguardo. “Sarei un ipocrita, se lo negassi” rispose, con tono sommesso ma fermo “ma spero, a mia volta, che lei si renda conto che le mie azioni derivano da ordini ben precisi. La mia responsabilità - alla quale non mi sottraggo - è semplicemente tecnica!” “E le sembra poco…?” Questa significativa domanda non gli era stata rivolta dalla sua accusatrice diretta, bensì dalla seconda entità che lo stava ascoltando. Si girò allora verso di lei. “Lo so” rispose, sospirando “non è affatto poco, miss Venus! È vero… avrei potuto rifiutarmi di risolvere il problema postomi, dicendo semplicemente al mio Coordinatore che non era una cosa possibile. Tuttavia…” “…tuttavia non lo ha fatto!” L1 concluse la frase per lui. Humper tornò a guardare quest’ultima e confermò: “No… infatti!” “E perché…?” tornò a chiedergli la responsabile della Neuro. Cosa rispondere? Che A1 non gli avrebbe mai creduto, dopo tutte le diavolerie che in precedenza era riuscito a concretizzare? Che, sotto sotto, il suo Coordinatore era riuscito a stuzzicare la sua vanità nell’affrontare una sfida impossibile come quella?1 Che si era infine convinto a farlo perché aveva compreso le buone intenzioni che c’erano dietro? Quest’ultima spiegazione era in effetti la più sincera, ma avrebbe implicato raccontare a quelle “gentili signore” tutta la storia e ci sarebbe voluto troppo tempo. Inoltre, non toccava nemmeno a lui. Jerry Humper, come funzionario responsabile dell’organismo umano terrestre di Ataru Moroboshi, poteva dare in quel momento una sola risposta sensata. E così fece. 1 Sfida consistente nel far “resistere” Ataru Moroboshi, il “superarrapato per eccellenza”, alle irresistibili avances di Lamù! 103 “Perché era mio preciso dovere fare quanto disposto dal nostro Coordinatore, al di là di quali fossero le mie opinioni personali. Il Regolamento Biologico parla chiaro, signora Starlet!” Tenendo le mani giunte a mazzetto, la Coordinatrice di Lamù guardò a lungo in viso il suo interlocutore e si convinse della sua buona fede. Sospirò: “D’accordo, signor Humper… credo anch’io che tutta la faccenda non sia piaciuta neanche a lei! Ad ogni modo, comprenderà che qua dentro ne vogliamo sapere un po’ di più, non pensa…?” “È vero, signor Humper” intervenne a questo punto miss Venus “noi vogliamo sapere per quale motivo il vostro assistito ha respinto, per ben quattro anni, tutte le più semplici manifestazioni di affetto da parte della signora Lamù…” s’interruppe un istante e lo guardò fissamente “…nonostante l’amasse profondamente!” “Dunque… lo avevate capito…?” “MA CERTO CHE AVEVAMO CAPITO!!” saltò su L1, con accesa veemenza “Ci credevate proprio così tonte…?! Un individuo che non sia innamorato non affronta una giungla elettrica per strappare la sua ragazza dalle grinfie di un moderno Tarzan mentecatto… o un intero esercito paramilitare privato per recuperare la stessa donna dalle mani del suo rivale!”1 “Per non parlare” aggiunse ancora la responsabile della Neuro “di quella volta che Lamù trasformò in ragazzo l’aspetto esteriore di un delfino onde far ingelosire il suo tesoruccio. Se ne ricorda?” L’altro annuì. Altroché, se se ne ricordava: Hugh Simons ci aveva quasi perso la testa! “Lo sa, signor Humper? Quando, alla fine, il signor Ataru esclamò: quella è la mia donna…! Tutte noi toccammo il cielo con un dito!” “Me lo immagino…! Cosa volete che vi dica? Il responsabile della nostra Neuro ve lo disse fin dal principio che avevate imbrigliato il puledro sbagliato!” “Oh, niente affatto” ribatté, decisa, L1 “il puledro era proprio quello giusto… e non solo per il giudizio della signora Afros…!” “Che sarebbe…?” s’informò Humper. “È la nostra responsabile genetica!” gli spiegò miss Venus, arrossendo. “Ah… capisco!!” “Mi fa piacere… ma anche la qui presente responsabile emotiva le potrebbe confermare che nessun uomo aveva mai detto o scritto alla signora frasi più belle e significative di quelle dettele da Moroboshi, in quest’ultimo periodo. E sì che ne aveva ricevute di lettere d’amore, al liceo Tomobiki!” “Lo sa che il C.R. del signor Ataru ha superato i 2900 punti?” gli riferì sempre miss Venus. Humper la guardò e le fece un lieve sorriso: “Se le interessa… da noi, quello della signora Lamù è arrivato a 1974!”2 Gli occhi della responsabile emotiva si bagnarono di lacrime. Posò la sua mano sulla spalla del collega: “È meraviglioso, per me, venirlo a sapere…!” “Senza dubbio” ammise la Coordinatrice “tuttavia, quel che piacerebbe sapere a me… è quando sono stati superati i 1000 punti!3 Ha inteso, signor Humper?” “Ho inteso perfettamente. Ma io non sono affatto autorizzato a fornirle questo tipo di informazioni!” Lo sguardo di Rowena Starlet tornò a indurirsi: “Io però sono autorizzata… anzi, sono obbligata ad ottenerle!!” 1 Il primo avvenimento è narrato negli episodi 298-301 del fumetto, mentre il secondo è presente solo nel cartone. 2 Ovviamente, Humper non è ancora al corrente dell’ulteriore guadagno di 500 punti! 3 Ovvero quando Ataru si era effettivamente innamorato di Lamù. 104 “Devo…” Humper deglutì di nuovo “…devo forse considerarla una minaccia?!” “Veda un po’ lei…!” rispose L1, allargando le mani. Prima che l’altro potesse ribattere, miss Venus tornò a posargli la mano sulla spalla… “Jerry…” lui sussultò a sentirsi chiamare per nome “…noi vorremmo scoprire per quale ragione Ataru, nonostante amasse Lamù da tempo, si fosse imposto di non toccarla nemmeno con un dito… mentre invece correva dietro a tutte le altre! Lo capisce? Non siamo così sciocche da non comprendere che un ragazzo sano e virile come Moroboshi avesse lei sue esigenze…! Ma quello che invece non riusciamo a comprendere… è perché non volesse farsi soddisfare da lei, visto che si amavano. È questo che abbiamo bisogno di sapere!” “E allora avete prelevato l’elemento sbagliato: io sono il capo della Sensitiva, non della Neuro!” “Sì, forse la nostra capo-pattuglia ha fatto un errore di valutazione” osservò la signora Starlet “ad ogni modo, non credo che sarà possibile effettuare un’altra spedizione del genere!” “Nemmeno io” confermò Humper “potere star sicure che Dick Hoffman non si farà sorprendere una seconda volta!” “Appunto… per cui dovremo rinunciare ad avere Hugh Simons nostro gradito ospite. Ma lei è qui, signor Humper… e non riuscirà a farci credere di non essere in grado di rispondere alle domande che rivolgeremmo al suo emerito collega…!” “Infatti non lo tenterò nemmeno: in effetti, io sono in grado di rispondere… ma non posso!” La Coordinatrice di Lamù batté il pugno sul tavolo: “Signor Humper… io credo che lei non si renda conto della propria situazione. Guardi che non se la caverà col nome, il grado e la matricola…! A noi servono quelle informazioni. E le otterremo: in un modo o nell’altro!” “Jerry” la responsabile della Neuro tornò a fissarlo negli occhi “lei mi deve credere: stiamo parlando anche nell’interesse del signor Moroboshi. Anzi, stiamo parlando nell’interesse della loro felicità! Lamù non deve avere dubbi sul fatto che, se si sono finalmente sposati, è perché lui voleva viverle accanto… e non solo perché il sistema creato da lei era venuto meno e il ragazzo aveva bisogno di… consumare! Mi comprende…?” Gli occhi umidi e imploranti di Eileen Venus facevano molta presa sull’animo di Jerry Humper; ma lui aveva ugualmente le mani legate. “Io la comprendo perfettamente, Eileen. Ma, come ho già detto, non posso parlare, senza l’autorizzazione del mio Coordinatore!” A questo punto, bussarono alla porta… “Avanti!!” gridò nervosamente Rowena Starlet. L’uscio si aprì e comparve una collaboratrice della Sensitiva: “Mi scusi, signora Starlet… miss Orion mi manda a riferirle che è in arrivo una chiamata sul telefono rosso!” A quell’annuncio, L1 sbarrò gli occhi e poi si irrigidì. Il citato “telefono rosso” non era altro che il canale telepatico dedicato alle comunicazioni col Coordinatore della controparte! “Grazie, miss Leanna” si rivolse quindi agli altri due “se volete scusarmi… miss Venus, le dispiace accompagnare il signor Humper in anticamera, mentre io ricevo la chiamata?” “Certo, signora!” rispose lei, alzandosi. Il loro “ospite” fece altrettanto, accingendosi a seguire la capo-sezione. Stava per varcare la porta, quando la Coordinatrice di Lamù gli parlò di nuovo: “La prego di pazientare ancora un momento, signor Humper… sono sicura che la sua autorizzazione sta arrivando!” 105 Capitolo 31: “Quando cesserete di tenerglielo al guinzaglio?” R owena Starlet, appena si ritrovò sola nel suo ufficio, afferrò la cornetta del “telefono rosso” e premette su di esso il pulsante per attivare la comunicazione. “Qui parla Rowena Starlet, nome in codice L1, Coordinatrice dell’Organismo femminile di Lamù!” dichiarò, con voce piatta. La risposta che avvertì nel ricevitore era invece piuttosto agitata: “E qui parla Christopher Wellington, nome in codice A1, Coordinatore dell’Organismo maschile di Ataru Moroboshi!! Esigo di sapere, seduta stante, cosa diavolo le è saltato in mente, signora Starlet…!!!” “Abbassi la voce, signor Wellington: ci sento benissimo!” “Può darsi che il suo udito sia perfetto, cara collega… ma altrettanto non scommetterei sulle sue facoltà mentali! Ciò che ha ordinato di fare alle sue tirapiedi, rappresenta una delle più sporche violazioni del Codice Biologico che la storia naturale ricordi! Non credevo si potesse cadere così in basso, parola mia…!!” La Coordinatrice di Lamù si rammaricò di non potere usufruire anche di un collegamento video, così da poter vedere in faccia il suo interlocutore e mostrargli contemporaneamente il proprio sorriso beffardo. “Chi la fa l’aspetti, caro collega! Le garantisco che la decisione del nostro Consiglio Organico è stata molto sofferta… ma, dopo tutti i rospi che il vostro giovanotto ha fatto mandar giù alla mia povera assistita, non la reputo abbastanza ottuso per non capire quanto la signora Lamù necessitasse di qualche garanzia per il futuro!” “VERGOGNATEVI…!! Siamo riusciti a far sì che il ragazzo concedesse alla vostra assistita tutto quanto gli aveva da sempre richiesto, matrimonio compreso!! Ma no, a voi non bastava: dopo averlo incastrato giocando sull’equivoco, volevate addirittura che il signor Moroboshi diventasse il suo burattino, vero…?! Delinquenti!!” “Moderi i termini, signor Wellington” ribatté L1, imponendosi di restare calma “noi non abbiamo incastrato nessuno!” “AH, NO, EH…?! Delinquenti e bugiarde, quindi! Ma se lo sapete benissimo che quando il nostro assistito ha gridato Io la sposerò! durante la gara, si riferiva alla signorina Myake, non a Lamù!!” Rowena fece un respiro profondo: “Chris… è inutile che lei faccia il furbo! Ammesso e non concesso che in quel momento fosse davvero così… Lamù non poteva saperlo! Inoltre, non può negare che il legame fra il vostro assistito e quella ragazza non fosse poi così profondo, dal momento che le preferenze della signorina Shinobu si sono rivolte immediatamente verso Shutaro Mendo, non appena quel damerino è comparso sulla scena!” “Ciò non toglie che, per costringerlo ad accettare la convivenza con lei, Moroboshi sia stato ricattato da Lamù con la storia del pagamento della corsa in spazio-taxi!” “Già… ma, una volta pagata quella corsa, il vostro assistito poteva sempre ripudiarla in seguito. E non mi risulta che lo abbia mai fatto!” “La sua faccia tosta è davvero incommensurabile, signora Starlet… e in che modo avrebbe potuto ripudiarla? Quali occasioni avrebbe avuto, per farlo? Me lo dice…??!!” “Beh… per esempio quando Lamù dovette assentarsi per rinnovare il permesso di soggiorno sulla Terra. Sappiamo bene che, in quella circostanza, Ataru s’incontrò con Shinobu! La cosa strana, però, è che il vostro ragazzo si presentò all’appuntamento con la bambolina di Lamù nel taschino… quasi volesse far capire alla sua prima fiamma che l’intenzione di tornare con lei fosse soltanto una semplice ipotesi!” “Ma voi… come lo avete saputo…??” chiese A1, del tutto sgomento. 106 “La signorina Shinobu lo raccontò a Lamù, dopo aver deciso di mettersi col signor Inaba. A quel punto, desiderava veramente diventare sua amica. E allora…” *Donne…!!!* ruggì mentalmente il Coordinatore di Ataru *Si alleano persino tra ex rivali, pur di metterli nei guai!!* “Per non parlare di quando suo padre le organizzò una festa di fidanzamento…” continuò L1, imperterrita “…se non ricordo male, il vostro assistito era talmente entusiasta all’idea di ritornare libero, da farsi 12 anni luce rannicchiato nella navetta di Ten, pur di mettere i bastoni fra le ruote ai progetti del suo futuro suocero!” Chris Wellington cominciò a tamponarsi la fronte col fazzoletto… “Era una questione di principio! Se al padre di Lamù non andava più a genio che sua figlia vivesse con Moroboshi, avrebbe dovuto dirglielo!” “Capisco, signor Wellington. Immagino allora che, quando Lamù precipitò col suo disco nella tenuta dei Mendo e il signor Ataru fece impallidire le gesta di Rambo, pur di recuperarla, fosse anche quella una questione di principio…!” “Sì… sì…!!” proferì il poveretto, meccanicamente. “E quando Shingo, il gorinjardiniere di Mendo, rapì Lamù per portarla nella sua jungla elettrica e il suo assistito non esitò un istante per andarsela a riprendere… era sempre una questione di principio?” “BASTA…!!!” esausto, A1 sbuffò come una locomotiva, poi s’impose anche lui la calma e continuò nel tono più pacato che poteva “Cosa sta cercando di farmi dire, signora Starlet? Che Ataru non ha mollato Lamù perché si era innamorato di lei? Ma questo è palese, porca miseria!! Ed è per questo che io non posso digerire il furto di quella chiave: le sembra poco, per uno come lui, averla voluta portare vergine al matrimonio?! Qua dentro abbiamo fatto degli sforzi incredibili per conquistare la vostra fiducia… ma, operando quel blocco preferenziale, voi avete spietatamente dimostrato di non riconoscercela!!” “Signor Wellington, lei può anche non credermi, se vuole… ma l’abbiano fatto soprattutto per mettere al riparo il ragazzo dalle sue future tentazioni!” “Lo vede? LO VEDE…?? Anche dopo che Ataru le ha messo quel sospirato anello al dito, Lamù non si fida ancora di lui!!” “Non esattamente: Lamù si fida del suo cuore… ma non dei suoi istinti!” A1 sospirò nuovamente, esasperato: “Signora Starlet… vorrei che la sua obiettività la costringesse a ricordarsi che le uniche corna che la signora Lamù si ritrova, sono quelle naturali che le spuntano sulla testa… altre non ne ha!” La Coordinatrice sorrise a questa perentoria affermazione e, se la conversazione avesse goduto anche di un collegamento video, il suo collega si sarebbe potuto accorgere che quel secondo sorriso non era per nulla beffardo, ma solo felice! L1 si sentì però in dovere di spegnerlo, aggiungendo: “Lo riconosco… tuttavia, questo si deve anche al fatto che il giovanotto, esercitando le sue innumerevoli avances, è sempre stato respinto. Ma la cosa potrebbe anche non durare per sempre! E, se mai capitasse, alla povera Lamù si spezzerebbe definitivamente il cuore… e io non posso permetterlo, signor Wellington!” Il suo collega lasciò trascorrere diversi secondi di silenzio, prima di rispondere. “D’accordo… lo ammetto! Disonorerei la mia posizione, se disconoscessi le sue responsabilità. Comunque, se la cosa può tranquillizzarla, il mio responsabile della Sensitiva stava appunto per provvedere, proprio in questo senso!” Rowena Starlet spalancò gli occhi: “E in che modo…?” Fu la volta di Chris Wellington di assumere un’espressione beffarda: “Pensavo gliene avesse già parlato lui stesso, a dire il vero!” 107 Il volto di L1 s’indurì di nuovo: “Lei dovrebbe avere più fiducia nella lealtà dei suoi subordinati: il signor Humper si è dimostrato un leale funzionario del suo organismo e non ha derogato affatto da quelli che erano i suoi confini!” “Su questo non avevo il minimo dubbio, cara collega. La mia era solo una battuta di spirito, se vuol saperlo!” A questo punto, L1 sospirò stancamente: “Va bene… ora smettiamola di beccarci, Chris! I nostri due assistiti hanno bisogno che le nostre equipes lavorino di mutuo accordo, d’ora in poi. Ma affinché s’instauri finalmente una totale fiducia, il nostro Consiglio Organico - e in primo luogo la direttrice della nostra Neuro - ha bisogno assolutamente di sapere perché avete inibito sessualmente il signor Moroboshi nei confronti della sua fidanzata!” A1 tornò a rimuginare per qualche istante… “Una totale fiducia, lei dice…! E come la mettiamo col blocco preferenziale?” Rowena meditò qualche momento, poi rispose “Beh… se lei autorizzasse il suo direttore sensitivo a fornirci delle spiegazioni convincenti, forse potremmo anche decidere di rimettervi in condizione di toglierlo!” Chris Wellington emise un sonoro grugnito… ma sapeva di non avere molta scelta. “Ricatti, induzioni, coercizioni…” non rinunciò comunque a sfogarsi “…quando cesserete di tenerglielo al guinzaglio, signora Starlet…?” La collega parve presa in contropiede, ma subito rispose: “Quando voi cesserete di nasconderglielo, signor Wellington. Non prima, certamente!” A1 accusò il colpo e sospirò: “Mi faccia parlare con Humper!” “Subito!” e mise la linea in attesa. *** “Pronto…!” “Jerry, è lei…??” “In persona, signore!” “Ah… che sollievo, amico mio! Sta bene…??” “Sì, signore!” “Cosa le hanno fatto?” gli chiese A1, con un involontario tremito nella voce. “Solo qualche domanda… per ora! Ma le assicuro che…” “Non si preoccupi, Jerry: è tutto a posto! Non ho la minima riserva sul suo rispetto per le procedure. Anzi, le parlo per concederle il mio benestare a dir loro quanto vogliono sapere!” “Come dice…?” “La storia dei SISAS… può parlargliene, Jerry!” “Ne è sicuro…?” “Sì, Jerry: solo così ci restituiranno quella maledetta chiave! Non posso che concordare con quello che dice Simons: amare Lamù più di qualsiasi altra donna dev’essere una scelta interna di Ataru Moroboshi, anche se indotta dal suo piano!” “Devo anche parlare del catalizzatore sensitivo…?” “Jerry, gli dica quello che vuole… purché la facciano tornare qui! Non possiamo permetterci di perdere un elemento prezioso come lei… e non soltanto per motivi tecnici, se capisce ciò che intendo dire!” Humper sorrise: “Sì, credo di capire, signore… e la ringrazio!” “Non c’è di che. A presto e buona fortuna, Jerry!” “Grazie ancora, signore… arrivederci!” 108 Capitolo 32: “Il motivo è semplice… e contorto al tempo stesso!” Jerry Humper, capo della sezione Sensitiva di Ataru Moroboshi, entrò nella sala Quando riunioni del Consiglio Organico di Lamù, si sentiva abbastanza tranquillo, nonostante gli sudassero le mani e avvertisse un discreto formicolio nelle gambe… *Maledizione! Perché proprio io devo affrontare questa situazione…?* gli venne fatto di pensare *Quel che dirò fra poco influenzerà probabilmente i rapporti dei Moroboshi per anni e anni! Se dico qualcosa di sbagliato o qualcosa che verrà frainteso, rischierò di minare la loro raggiunta felicità! Ma io sono solo un tecnico… non sono uno psicologo, come Simons. Perché deve cadere sulle mie spalle, una simile responsabilità…?!* “Benvenuto, signor Humper” annunciò la signora Rowena Starlet, la Coordinatrice Organica “si accomodi, la prego!” gli disse con un sorriso, indicandogli il posto vuoto a capo del tavolo che ospitava le nove componenti del consiglio. *Sembra proprio il posto dell’imputato…* pensò Humper *…disgraziate!* Nondimeno, si sedette. “A proposito” continuò L1 “le presento le altre nostre quattro responsabili organiche: miss Minerva Platos della Cerebrale, miss Fiona Mercury della Motoria, miss Amelia Valens della Cardiaca e miss Clementina Artus della Metabolica!” “Signore…!” borbottò sommessamente il novello Radames1 appoggiando sul tavolo le mani giunte e accennando un inchino con la testa. Quelle gli restituirono il saluto mantenendo tuttavia la loro espressione impenetrabile. L1 credette bene di intervenire: “Si metta pure a suo agio, Humper… questo non è processo: lei è qui fra amiche!” A queste parole della loro Coordinatrice, le otto responsabili di sezione aggiunsero immediatamente il loro sorriso verso l’interessato. Costui, nonostante trovasse quella rassicurazione un po’ ironica, si rasserenò leggermente e ringraziò. “Allora, Jerry…” il passaggio dal cognome al nome provocò in lui una strana sensazione di diffidenza (stile grattatina sotto il mento…) ma subito si convinse delle implicite buone intenzioni e quella sensazione sparì “…il suo Coordinatore mi ha testé confermato di averla autorizzata a illuminarci sul sostanziale interrogativo che noi tutte ci siamo poste in questi anni… e cioè quale sia la ragione che ha indotto Ataru Moroboshi a imporsi un comportamento assolutamente incoerente con i suoi reali sentimenti - per lo meno, da un certo periodo in poi - fino al punto di reprimere addirittura i suoi più… naturali istinti! Cosa ci può dire, al riguardo?” Jerry Humper cercò di non badare alla sensazione che stava provando in quel momento: quei diciotto occhi puntati su di lui pungevano come altrettanti spilli acuminati! “Signore…” iniziò, titubante, slacciandosi il colletto della camicia “…la questione, in verità, è abbastanza complessa… e non credo di poterla riassumere in quattro parole. Rischierei di omettere dei particolari essenziali!” “Non si preoccupi, Jerry: in questo momento Ataru e Lamù sono usciti a fare una passeggiata. Può quindi prendersi tutto il tempo che vuole!” “Bene… in tal caso, vi chiedo il permesso di cominciare dall’inizio!” “D’accordo… l’ascoltiamo, Jerry!” “Dunque... allora… occorre innanzitutto tener presente chi sono i genitori di Ataru… una classica coppia di piccoli-borghesi, il cui benessere è strettamente legato agli alti e bassi di un complesso sistema produttivo, vigente in un moderno paese tecnologicizzato, come il 1 Personaggio dell’Opera Aida di Giuseppe Verdi, chiamato a rispondere delle sue “malefatte”. 109 Giappone: un sistema che impone ai cosiddetti salariati - sto parlando chiaramente di suo padre - di impegnare la maggior parte della giornata al servizio dell’azienda e non della famiglia. Le relativamente poche ore che un uomo può dedicare alla moglie e ai figli sono immancabilmente condizionate dallo stress accumulato sul lavoro e dal caos affrontato nello spostamento casa-ufficio. Se poi la suddetta persona si ritrova con un carattere non molto forte - come appunto il signor Moroboshi - la faccenda si fa ancora più precaria. Nondimeno, i signori Moroboshi hanno lavorato duramente (lui in ufficio, lei in casa) per garantire alla loro famiglia un livello di sopravvivenza più che dignitoso. Il loro è stato malgrado le apparenze - un matrimonio d’amore e l’attesa di un figlio una speranza che li riempiva di gioia. Se non che…” si arrestò, apparentemente imbarazzato. “Coraggio, Jerry… vada avanti!” “Beh… magari ciò che dirò vi sembrerà sciocco e banale, considerato anche che siete di un altro pianeta… per farla breve: il signor Moroboshi desiderava una femmina… non sappiamo se lo disse per far piacere alla moglie o per sua convinzione, comunque lo disse. Perciò, quando nacque Ataru… la signora rimase fortemente delusa! Che lo fosse per non aver potuto accontentare il marito1 o perché anche lei non voleva un maschio, sta di fatto che ci diede sempre l’impressione - più o meno inconscia - di amare suo figlio con riserva, semplicemente a causa del suo sesso!” “Questo è molto triste” disse Eileen Venus, la direttrice della Neuro “ma siete proprio sicuri che lo amasse di meno?” “Per la maggior parte del tempo, no… purtroppo, l’inizio della sua vita coincise con un episodio… biologicamente spiacevole!” “Quale…?” domandò preoccupata la signora Afros, responsabile della Genetica. “Sua madre gli precluse l’allattamento al seno” Humper si fissava le punte delle dita premute le une contro le altre “biologicamente è uno svantaggio per il sistema immunitario ma, di per sé, non è una tragedia… succede a tante donne, vissute appunto in uno stressante contesto moderno. Però nega al bambino quel contatto intimo con la propria madre, molto più significativo di tante pur sincere moine! E, quando a questo si aggiungono poi frasi di un certo tipo…” “Quali frasi…?” intervenne miss Platos, della Cerebrale. Humper la guardò fissamente e le rispose: “Voi ne siete state testimoni (il più delle volte Lamù era presente)… passino pure dichiarazioni del tipo Avrei voluto una bambina… ma voi vi rendete conto dell’effetto che può fare, a un figlio, sentirsi dire dalla propria madre non dovevo farti nascere…?!” Prima ancora che qualcuna delle presenti potesse scuotersi dal suo ammutolimento, Humper puntualizzò il concetto: “Fa male, care colleghe… molto male! Ataru Moroboshi ha sempre avuto il sospetto che l’amore di sua madre fosse - se non di facciata - un semplice atto dovuto, privo di qualsiasi trasporto interiore. Ed è qui che si colloca una delle ragioni della sua ossessione per le donne: la ricerca - altrove - dell’affetto materno!” “Ma Lamù gli ha dato anche tanto affetto materno…!!” non seppe trattenersi miss Venus, gridando. “Eileen, lo lasci proseguire!” la esortò L1, alzando la mano. Jerry Humper sorrise alla collega della Neuro: “È vero, miss Venus… e mi creda: lui lo ha sentito. Ne fa infatti fede la sua antipatia per Ten, al quale la signora Lamù faceva necessariamente da vice-mamma!” 1 L’ironia è che sono proprio i maschietti a decidere il sesso del nuovo individuo concepito! 110 Minerva Platos spalancò gli occhi: “Avevo sospettato una cosa del genere… questo, in effetti, spiega molte cose!” Jerry annuì: “Avevano entrambi molto bisogno di colmare quel vuoto, esistente per ragioni diverse. Se avessero saputo spartirsi l’affetto di Lamù, sarebbero diventati ottimi amici, quasi fratelli. Così non è stato e… ce ne dispiace. Sinceramente!” “A dire la verità” si intromise L1 “l’antipatia di Ten per Ataru era dovuta soprattutto al modo con cui quest’ultimo trattava sua cugina!” “Solo successivamente, però, quando ha capito che lei lo amava davvero!” precisò miss Venus. “Ad ogni modo, non divaghiamo” intervenne ancora Rowena Starlet “altrimenti il signor Humper perderà il filo del discorso… tornando quindi al punto, vorrei chiederle una cosa, Jerry!” “Mi dica…!” “Quando Lamù conobbe Ataru, questi stava con Shinobu. Perché non si era attaccato a lei, sempre per il motivo che ha detto prima?’ L’altro tornò ad assumere un’espressione seria: “Vede… il signor Moroboshi aveva un certo problema biologico… alla sua nascita, quando la nostra equipe organica assunse il controllo del suo organismo, ci accorgemmo che quest’ultimo era praticamente privo di PGT. Come ben sapete, per garantire uno sviluppo equilibrato, occorre che sia presente anche una minima parte dell’elemento ormonale del sesso opposto, pena l’insorgere di aspetti troppo… enfatizzati della propria femminilità o mascolinità… in primis, le pulsioni sessuali!” Miss Agilla rimase a bocca aperta: “Ecco perché allora…” Humper tornò ad annuire: “Esatto! Questo fattore, combinandosi con la disperata ricerca di amore materno che il ragazzo non percepiva dalla madre, ha generato la famosa maniacale attrazione di Ataru Moroboshi verso il gentil sesso e, di conseguenza, il suo… biasimevole farfallonismo!” “Un momento, signor Humper” obiettò sempre la responsabile genetica “attrazione sessuale e farfallonismo non vanno necessariamente di pari passo! Insomma, una volta instauratasi una relazione stabile con una donna, dovrebbe essere naturale per l’uomo trovare in lei quello che cerca, senza andare a cercarne cento altre…!” Al capo-sezione di Moroboshi scattò a questo punto un sogghigno divertito: “Ci sono due punti deboli nel suo ragionamento, miss Afros… innanzitutto, tutte le femmine sono - come del resto i maschi - meravigliosamente diverse le une dalle altre. Almeno entro certi limiti (certamente superati da Moroboshi) un certo farfallonismo è fisiologico per cercare di trovare veramente la donna giusta. Inoltre - e qui sta il punto - anche il rapporto con la signorina Shinobu era in qualche modo forzato da quest’ultima, che gli stava praticamente appiccicata dai tempi dell’asilo! In qualche modo, anche la sua prima ragazza aveva fatto lo stesso errore di Lamù. Quando invece, signore mie, ai maschietti piace credere di essere loro a scegliere, anziché venire scelti… come in realtà succede, almeno nella maggior parte dei casi!” Rowena Starlet rimase qualche istante a meditare, coprendosi la bocca con la mano destra: “Però” disse poi “da quel che ne sappiamo, il comportamento di Ataru non era così sfacciatamente libertino, ai tempi della sua relazione con Shinobu Myake!” Jerry Humper ebbe un sussulto: “E voi… come lo sapete…?!” “Lei non se ne curi… sappia comunque che quelle due non erano affatto quelle nemiche che sembravano far credere! Rimane il fatto che il vostro assistito si è comportato molto più sfacciatamente con Lamù che non con Shinobu… e noi vorremmo saperne il perché, signor Humper!” 111 Questi sospirò e sembro riflettere per qualche momento. Poi disse: “Noi riteniamo... che questo suo… peggioramento… fosse una reazione alle pressioni incessanti e sempre più forti che la signora Lamù ha esercitato su di lui, fin dall’inizio della loro relazione. Pressioni che lo spingevano immancabilmente a fuggire da lei! Insomma… Ataru Moroboshi è una persona dall’indole molto indipendente, che non riusciva a capacitarsi del fatto che il controllo della sua vita fosse stato assunto da una ragazza un po’… prepotente… che tentava di cambiare il suo modo di essere. È stato come se Lamù, col suo atteggiamento possessivo, sfidasse Ataru a continuare col suo atteggiamento… libertino! E un individuo dall’indole ribelle come quella del suo futuro marito non poteva non raccogliere quella sfida!” “Anche dopo che si era innamorato di lei…?” chiese a questo punto Eileen Venus. La domanda fece venire al povero Humper la pelle d’oca. Ad ogni modo, dopo averci pensato un po’ su, le rispose con voce tranquilla: “Questo… può anche essere stato il suo modo di… mettere alla prova i sentimenti della sua pretendente. E forse anche i suoi medesimi!” La responsabile della Neuro lamuttiana non commentò quella risposta, ma la sua Coordinatrice organica raccolse subito la palla al balzo: “Quello che dice è abbastanza illuminante per noi, Jerry… e adesso credo proprio sia giunto il momento di farle quella famosa domanda!” “Quale…” Humper deglutì “…quale domanda…?” “Quando è stato che Ataru Moroboshi si è innamorato veramente di Lamù? O - per chiederlo in termini scientifici - quando è stata superata la soglia dei 1000 punti da parte del suo Coefficiente Relazionale…?” Il collega della controparte rimase per un tempo abbastanza lungo a fissare il volto di Rowena Starlet… poi, improvvisamente, girò lo sguardo verso Eileen Venus e dette la sua risposta: “Quando Lamù scomparve misteriosamente, dopo avergli lasciato soltanto una piccola bambolina. Fu allora che Ataru Moroboshi capì che non avrebbe trovato in nessun’altra quello che cercava veramente. E quando Lamù ricomparve… quando lui la rivide improvvisamente appollaiata su quel muro di cinta… fu allora che lesse nei suoi occhi l’amore che lei provava per lui… e se ne innamorò definitivamente. È stato allora!” Prima che qualcuna delle componenti del Consiglio lamuttiano potesse esprimere un commento a quella rivelazione, Jerry Humper appoggiò la fronte alle mani intrecciate e continuò a parlare: “Voi non potete minimamente immaginare lo sconquasso che provocò questo avvenimento all’interno del nostro organismo… ricordo ancora tutto come fosse ieri: il nostro Coordinatore non voleva credere al responso dell’elaboratore emotivo! Ordinò al responsabile della nostra Neuro di smontarlo pezzo per pezzo per verificare la presenza di una qualche disfunzione… e quando fu persuaso dai nostri tecnici che il computer diceva la verità… non disse una parola e se ne andò. Non lo rivedemmo per tre giorni!” “Fu allora che Wellington le ordinò di inibire la Genetica di Ataru nei confronti di Lamù?” chiese Rowena Starlet. “No… lo avevamo già fatto da un po’ di tempo!” “E perché lo avevate fatto…?” chiese allora la responsabile della Neuro. “Proprio perché - come mi disse allora A1 - non volevamo che Lamù consumasse un rapporto con Ataru, prima che lui le avesse ricambiato i sentimenti!” rispose con voce ferma Humper, rimanendo nella stessa posizione di prima. Un silenzio di tomba fece seguito a quella spiegazione. Le componenti del Consiglio Organico di Lamù non sapevano cosa pensare… o meglio lo sapevano ma non sapevano invece come comportarsi. Ma un’altra domanda venne allora spontanea alle labbra di Eileen 112 Venus: “Ma allora… quando avete constatato che Ataru provava finalmente dell’amore per Lamù, perché non avete disinserito quegli apparecchi…?” Ancora una volta, Jerry Humper si trovò leggermente spiazzato. Nondimeno, aveva la risposta anche per questa domanda. “Il motivo è semplice… e contorto al tempo stesso! Quando… quando Ataru si è reso conto di essersi innamorato di Lamù… ha trovato contemporaneamente impossibile mostrarle i suoi sentimenti dopo essersi comportato, per così tanto tempo, nel modo che più a lei dava fastidio! È stato tremendo scoprire quanto fosse difficile mostrarle ciò che provava… e quindi… ha continuato a scappare. In precedenza era scappato perché si sentiva oppresso dall’atteggiamento impositivo di lei… ora scappava per paura di affrontare i suoi veri sentimenti! Il guaio era che… scappando e continuando a comportandosi in quel modo orribile (inseguendo le altre e trattandola male) non faceva altro che peggiorare la situazione, suscitando per giunta le sue ire. Era un vero e proprio circolo vizioso… un circolo che non sapevamo assolutamente come spezzare…!” Di nuovo le componenti organiche di Lamù non dissero una parola. Intuivano però che il loro “ospite” non aveva ancora finito. Infatti, lui appoggiò la fronte su una mano e continuò: “Paradossalmente… ci hanno pensato i SISAS a risolvere il problema… cinque giorni fa, hanno cominciato a saltare uno dopo l’altro! All’inizio non mi capacitavo di cosa stesse succedendo… poi ho capito: Lamù non era più la ragazzina che aveva sfidato Moroboshi per il destino della Terra… insomma, non era più una semplice… lolita, se mi passate il termine! Era diventata una donna. Il vostro organismo mandava ormai impulsi sensuali di una tale intensità, che i miei shunter non potevano più reggere! Tuttavia… non potevo semplicemente disinserire il circuito… perché, se lo avessi fatto, Ataru avrebbe perso il controllo di sé stesso e sarebbe saltato addosso alla sua ragazza senza nessun riguardo… brutalmente! E la nostra Neuro non voleva una cosa del genere: non credeva che Lamù ne sarebbe stata eccessivamente felice…!” Eileen Venus e Agilla Afros si scambiarono un’occhiata significativa. Poi la prima rispose: “Beh, Jerry… certo che la cosa l’avrebbe sorpresa. Forse un po’ sconcertata…! Ma, dopotutto, se già lui l’amava…” “Hugh Simons riteneva che… una volta che il vincolo fosse stato… consumato… Lamù avrebbe sofferto troppo se Ataru avesse successivamente continuato a dare la caccia alle altre ragazze. E così… Chris Wellington ci ordinò… di rendere Ataru… un individuo perfettamente monogamo!” Le responsabili organiche di Lamù si guardarono l’un l’altra, chi sorridendo, chi strabuzzando gli occhi. “Immagino” Rowena Starlet rivolse ad Humper un sorriso benevolo “che anche questa grana sia stata rifilata a lei…!” “A me, a Brad Fewer, a Hugh Simons e ad August Percival. Ci fu imposto di risolvere il problema prima che l’ultimo ASD cessasse di funzionare! Ci ritirammo nel mio laboratorio a pensare. Sembrava in effetti un problema impossibile… quando, grazie alle imbeccate del nostro capo della Cerebrale e di quello della Genetica, intuii come arrivare alla soluzione: rendere monogamo Ataru voleva dire in pratica indirizzare tutta la sua fame dell’essenza femminile (emozionale e fisica) verso un singolo soggetto, vale a dire la signorina Lamù. Avrei potuto riuscirci attraverso la creazione di un catalizzatore sensitivo… tuttavia, la difficoltà stava nel trovare la sostanza più adatta a innescare questo processo!” “E quindi, come c’è poi riuscito…?” chiese la signora Afros. 113 Humper la guardò e arrossì quasi subito come un peperone… questo fece arrossire per simpatia almeno mezzo Consiglio Organico, che sentiva di intuire già la risposta, pur senza ancora immaginarsi quale fosse! Il loro collega maschile fu tentato di restare sul vago… ma poi, comprendendo che quelle non l’avrebbero mollato fino a che non avesse spiattellato tutta la faccenda per filo e per segno, si rassegnò a parlare… “Il capo della nostra Genetica” cominciò, fissando con interesse il centro del tavolo “era molto scettico che si potesse polarizzare l’allupamento di Ataru verso un singolo soggetto, proprio a causa della cronica carenza di PGT, di cui parlavo prima. A questo punto… il capo della nostra Cerebrale suggerì che si poteva incamerare del PGT supplementare dall’esterno… ma io ribattei che il PGT, per non limitarsi a rendere più equilibrato Ataru e innescare invece il processo monogamico su di lui… avrebbe dovuto essere… proprio quello della signora Lamù! E allora…” “E allora…??” insistette, implacabile, L1. “Beh… non era facile venirne a capo… ci voleva in pratica una sostanza organica di Lamù per creare il catalizzatore monogamico… una sostanza che contenesse inoltre una ricca dose di PGT! Ma quale poteva essere? Era questo il problema!” Rowena Starlet - che non era certo meno acuta di Chris Wellington - si accorse chiaramente della titubanza di Humper, ma non desistette. Anche perché, con la coda dell’occhio, aveva visto la signora Afros arrossire ancora più di Humper e portarsi una mano alla bocca. “Immagino però che lo abbiate scoperto. Non è vero…?” “Beh… effettivamente… sì!” “Mi fa piacere, signor Humper. Dunque, cos’avete usato…?” “Ecco…” “Era il suo succo, signora Starlet!” La voce della responsabile genetica fece voltare la testa di L1 verso di lei. Prima che le fosse richiesto, Agilla Afros completò la spiegazione: “Il lubrificante vaginale… è la sostanza che contiene la maggior percentuale di PGT nell’organismo femminile. Ecco di cos’avevano bisogno…!” Anche Rowena Starlet, a dispetto della sua posizione, non poté evitare di arrossire violentemente. Quindi si rivolse verso Jerry Humper e gli domandò, con un filo di voce: “Dunque… è così…?!” Tuttora rosso in faccia, anche se meno acceso delle due organiche femminili, il poveraccio confermò, annuendo. Poi terminò la spiegazione: “Sarebbe… bastato un semplice… rapporto orale per… risolvere la questione! Ma il capo della nostra Neuro voleva che tale rapporto si esercitasse nell’ambito della loro prima notte d’amore… e, per convincere la signora Lamù sulla serietà delle intenzioni di Ataru, ci disse che il sistema migliore era ufficializzare il loro rapporto con il matrimonio. Il resto lo sapete!” “Veramente non sappiamo ancora tutto” domandò la signora Afros, dopo essersi ripresa “come mai il signor Ataru ha fatto così fatica a…” tornò ad arrossire. Il povero Humper la imito: “Per spingere Ataru a superare le sue ultime remore e sposarsi ufficialmente con Lamù, il signor Simons aveva instradato tutte le sensazioni che riceveva da lei sul circuito emotivo… cosicché l’ultimo ASD, non ricevendo più impulsi dal vostro organismo, si era dissaturato, continuando perciò a inibire la Genetica!” “E non potevate spegnere tutto?” chiese miss Anya Orion, la sua collega della Sensitiva di Lamù. 114 “Non ce n’era il tempo: per consentire ciò, Ataru doveva essere profondamente addormentato. Ma, prima, dovevano consumare… per cui, l’unico sistema era neutralizzare l’apparecchio!” “E come ci siete riusciti…?” Nuovo rossore del povero Humper… a questo punto, la signora Starlet tornò a voltarsi verso miss Afros, che non si fece pregare: “Il VLF è un liquido potentemente corrosivo, signora!” “Ho capito…!” sospirò la Coordinatrice di Lamù. Tornò quindi a guardare Jerry Humper “Quindi… in parole povere… tutto quello che avete fatto è stato semplicemente per…” “…per procurare finalmente a Lamù quel compagno fedele che si meritava. O meglio, quando avrò messo a punto quel catalizzatore, Ataru lo diventerà. Ci dispiace di averci messo tanto, credetemi… e dateci ancora un po’ di fiducia!” “Forse, per questo, basterebbe mantenere il blocco preferenziale…!” non si trattenne dal dire Anya Orion. Eileen Venus la fulminò con un’occhiata e si volse verso L1: “Signora… io credo che, lasciando fare al signor Humper, l’amore di Ataru avrebbe molto più valore per Lamù…!” Rowena Starlet sorrise ancora: “Ne convengo, miss Venus. Credo sia giunto il momento di riconoscere che i nostri colleghi meritano la nostra piena fiducia… e il signor Humper più di tutti!” terminò di parlare facendo un cenno di assenso alla responsabile della Neuro. Questa si alzò allora in piedi e raggiunse il posto occupato da Jerry Humper, che si alzò a sua volta. La collega estrasse da una tasca del suo camice la famigerata “chiave di blocco” e la mise sulla mano di Humper, che chiuse poi nelle sue. “Dica al signor Simons… di avere sempre cura del cuore d’oro del suo tesoruccio!” gli disse, con le lacrime agli occhi. “Non dubiti… e lei faccia altrettanto con quello della sua principessa!” rispose lui, sorridendo. “D’accordo…!” Capitolo 33: “La mia anima gemella… sei tu!” E ra sdraiato, con la testa appoggiata al grembo della sua fantastica consorte, intento a contemplare il rosato cielo di Uru… la strana atmosfera dai mille colori che permeava tutto l’ambiente era oltremodo rilassante, anche se la temperatura era decisamente più calda rispetto a quella normale estiva delle fasce temperate terrestri. Ma già la Metabolica di Sweeper si stava abituando. Ormai era chiaro che lo stile “succinto” dell’abbigliamento degli Oni rispondeva a precise esigenze termiche più che a esigenze “seduttive” delle femmine (i maschi giravano infatti più coperti, ma forse il “sesso forte” di quel pianeta godeva di un coefficiente termico differente)! Fortunatamente l’umidità era abbastanza bassa da compensare la più alta temperatura ma, nonostante questo, Ataru si sentiva particolarmente spossato… lui e Lamù avevano infatti camminato per diverse ore attraverso quel paesaggio dai mille colori cangianti. La giovane moglie era felice di mostrare al maritino le meraviglie del suo mondo natale e Ataru non aveva obiettato. Dopo qualche banale scambio di battute con le quali Lamù aveva spiegato al compagno come si chiamava quel particolare animale che scorazzava in un prato o quella strana pianta dai frutti così saporiti, i due non si erano più detti una parola, anche se avevano continuato a camminare tenendosi per mano. Quel contatto aveva rammentato ad entrambi quella magica notte di Natale di tre anni prima, quando Lamù aveva salvato Ataru dalla trappola che i suoi “amici” gli avevano teso per punirlo del suo pessimo comportamento nei confronti della ragazza. Anche se lo 115 avevano fatto per “vendicarla”, Lamù non aveva sopportato l’idea che il suo tesoruccio venisse umiliato in quel modo e la gratitudine di lui era stata notevole, nonostante si fosse limitato ad esprimerla con una semplice domanda: “Perché non camminiamo un po’ assieme…?”1 Quella era stata una svolta fondamentale nella loro relazione perché, per la prima volta, Ataru aveva, non solo accettato, ma addirittura richiesto la sua compagnia! Contemporaneamente, infatti, Hugh Simons aveva avvertito Wellington che il C.R. della ragazza era giunto a quota 301, superando di 1 punto la soglia dell’affetto! Non era tutto: prima ancora di esprimere quella richiesta, lo stesso Ataru si era sorpreso a pensare, mentre guardava la sua “coatta” fidanzata: *È la prima volta che mi accorgo di quanto è bella!* …dove la parola “bella” era stavolta riferita al suo viso e non aveva riguardato il solo aspetto esteriore, ma certamente anche l’animo della fanciulla. Non molto tempo prima, durante un appuntamento che Lamù era riuscita a “strappare” al suo tesoruccio, il giudizio espresso da quest’ultimo - “Niente male la pollastrella!” - si era limitato invece al suo fisico, ma era comunque stato sufficiente per far superare al suo C.R. i 50 punti della soglia di simpatia! Anche quella sera di Natale i due ragazzi avevano camminato a lungo attraverso i vicoli di Tomobiki e ogni tanto la mano di Ataru aveva aumentato (inconsciamente?) la stretta su quella di Lamù… e ogni volta lei aveva sussultato, perché, per la sua responsabile emotiva (la buona Eileen Venus), quelle strette erano state ben più eloquenti di qualsiasi messaggio vocale: nessuna componente del suo Consiglio Organico aveva infatti dubitato neppure per un attimo che il loro significato recondito fosse appunto “Ti voglio bene!” *** Ataru Moroboshi aveva chiuso gli occhi, concentrandosi maggiormente sui centimetri della sua tempia che le dita di Lamù stavano dolcemente sfiorandogli … “Dormi, amoruccio mio…?” sussurrò lei. “No…!” lui rispose. Lei continuò ad accarezzarlo… “Sei felice…?” tornò a chiedergli, subito dopo. Lui attese qualche secondo, prima di rispondere. “Troppo…!” sospirò infine. “E perché sospiri…?” Altri secondi di riflessione… “Perché non credo di meritarmelo… non dopo tutto quel che ti ho fatto passare…!” “Tesoruccio…! Ancora…?” disse lei, con una punta di rammarico. “Un individuo può fuggire da tutto, Lamù… meno che da sé stesso! E se ripenso a come sono stato cieco, testardo e orgoglioso in tutto questo tempo… non riesco a darmi pace!” La ragazza abbracciò teneramente il collo del suo sposo e poggiò delicatamente il mento sopra il suo capo… “Ti aiuterebbe… sapere che mi sento in colpa anch’io?” Il ragazzo alzò un po’ la testa e si voltò a guardarla: “Tu…?? E perché…?” Lei lo fece riappoggiare sul suo grembo e riprese ad accarezzarlo: “Hai dimenticato che mi sono fidanzata con te grazie a un equivoco?” 1 L’episodio è il n° 27 del fumetto “Ti ringrazio per non avermi deluso” trasposto nelle due puntate del cartone “Un natale mozzafiato” (parte 1 e 2). 116 Ataru corrugò la fronte, colpito che proprio lei pronunciasse una simile ammissione: “Non potevi sapere che, durante la corsa, mi riferivo a Shinobu!” “Ma dopo l’ho saputo… e ho fatto finta di niente!” Un po’ di silenzio… “Beh… se è per questo… anch’io!” A quest’altra ammissione, ben più significativa della sua, gli occhi di Lamù si riempirono di lacrime e il ragazzo si sentì baciare fra i capelli… “Poi… per convincerti a farmi restare con te, ti ho anche ricattato!” La corsa in spazio-taxi… uno dei giorni più terribili della sua vita! “Io non ti ho mai scacciato, però…!” Lamù si terse gli occhi con la mano: “Con i miei poteri… non eri in grado di farlo!” “Ma con le mie carognate sì…!” lui sospirò di nuovo “Lamù, le tue scariche strapazzavano il mio corpo, non il mio cuore!1 Invece non so proprio come abbia fatto il tuo, a resistere per tanto tempo!” “Forse… perché non era così limpido come credi tu!” “Ma che cosa stai dicendo…??” “Ataru… l’amore è un sentimento meraviglioso… ma lo è quando si dà e si riceve: non lo si può imporre! Se ti avessi offerto semplicemente il mio cuore… e avessi aspettato con pazienza che tu lo accettassi spontaneamente… forse avremmo entrambi sofferto di meno…!” Ataru si alzò e si sedette al suo fianco. Poi, lentamente, mise un braccio attorno alla sua spalla nuda e lei appoggiò la testa nell’incavo della sua. Si alzò un po’ di vento e scompigliò i loro capelli, intrecciandone qualche filo… “Lamù… vuoi sapere una cosa?” “Dimmi…” “Sono contento che tu lo abbia fatto!” “Fatto cosa…?” “Sono felice che tu ti sia imposta… e che abbia resistito per tutti questi anni!” “Davvero…?!” “Davvero! Perché, se tu mi avessi piantato… io probabilmente sarei rimasto solo… oppure mi sarei messo con un’altra, magari con Shinobu… ma non sarei mai stato veramente felice!” “Ne sei sicuro? Shinobu era il tuo primo amore!” “È vero… ma non avrebbe funzionato!” “E perché…?” “Perché lei mi vuole molto bene… ma non è mai stata la mia anima gemella” il ragazzo girò il volto verso il suo e si perse nei suoi occhioni azzurri “la mia anima gemella… sei tu!” “Tesoruccio…!!!” Le lacrime scendevano copiose sulle guance rosate di Lamù… Ataru le accarezzò allora i verdi capelli, spingendo dolcemente il suo volto contro il proprio… finché le loro labbra si unirono nel bacio più ardente che mai coppia di amanti si fosse scambiato nell’intera storia dei rapporti fra le due metà del cielo…! *** Fu proprio durante quel bacio meraviglioso che l’ottimo Jerry Humper ebbe modo di rientrare “in sede”, facendo chiaramente lo stesso percorso del precedente “commando” 1 Fibrillazione a parte (nd Moore)! 117 femminile alieno. Come giunse nella sala controllo della sezione Cardiaca, trovò ad accoglierlo Patrick Moore, Dick Hoffman, Brad Fewer, Hugh Simons e naturalmente Chris “A1” Wellington. “Bentornato fra noi, Jerry!” disse quest’ultimo, visibilmente soddisfatto. “Ben ritrovati, amici miei!” “Come si sente…?” tornò a domandargli A1, evidentemente ancora in preda a qualche scrupolino di coscienza. “In piena forma, signore, grazie. Pronto per mettermi al lavoro sul catalizzatore sensitivo!” “Accidenti, Jerry” esclamò il capo dell’Immunitaria “sei veramente instancabile! Dovresti invece aver più cura di te stesso, date le tue responsabilità!” Il “reduce” capo della Sensitiva sorrise: “Credo proprio che sarà la mia ultima fatica… sono quasi del tutto sicuro che, d’ora in avanti, fra i nostri due piccioncini regnerà un’eccellente armonia!” “Cosa te lo fa pensare?” gli chiese il capo della Neuro, ancora leggermente dubbioso. Per tutta risposta, Jerry Humper si cavò di tasca il “maltolto” e lo gettò al collega: “Toh…! E bada di non fartela soffiare un’altra volta!” “Mi ha levato le parole di bocca, signor Humper!” ribadì il Coordinatore, guardando severamente Simons. Costui contemplò allora la fatidica chiavetta di sblocco dell’elaboratore emotivo, nuovamente nel palmo della sua mano: “E così ce l’hanno resa… faccio quasi fatica a crederci!” “Allora siamo in due” ribadì il collega della Sensitiva “perché io stesso stento a credere di trovarmi di nuovo da queste parti!” “Perché?” chiese il capo della Cerebrale. “Beh… se proprio volete saperlo, più d’una delle nostre gentili colleghe ha espresso qualche piccola riserva sul fatto di lasciarmi andare… con questa chiave, poi!” “E tu come le hai convinte?” chiese Fewer, sorridendo maliziosamente. “Gli ho semplicemente detto che ero l’unico in grado di fabbricare quel benedetto catalizzatore! Dopotutto, anche la loro Neuro preferisce che l’amore di Ataru per Lamù rimanga il più spontaneo possibile!” Improvvisamente, gli altoparlanti del circuito di comunicazione intersezionale diffusero il seguente messaggio: “Emergenza… emergenza… è richiesta urgentemente la presenza del signor Percival alla sezione Genetica… ricevuta richiesta rapporto C dall’organismo partner… esecutivo! Il signor Percival si presenti immediatamente alla sezione Genetica… ripeto!” Subito dopo, alcuni tecnici della Riproduttiva, preceduti dal capo-sezione, sorpassarono velocemente quel’improvvisato “comitato di buon ritorno”. August Percival fece appena in tempo a lanciare un rapido saluto al “rilasciato” collega: “Salve, Jerry… sono felice di rivederti!! Scusa, ma ho da fare…!” “Vai, vai, Gus… ci vediamo più tardi!” l’altro scomparve ben presto dalla vista e il responsabile della Sensitiva scosse la testa “Cavolo… non abbiamo certo delle colleghe pudibonde: siamo in mezzo a un prato, dopotutto!” “E con questo?” domandò sempre Fewer, con la stessa malizia di poco prima. “Già… e con questo?” ammise Humper “Mah… povero Percy… mi sa che ha finito di riposare, qua dentro!” “In compenso, riposerai tu!” commentò Simons. “Lo spero proprio, Hugh: dopo aver somministrato al ragazzaccio la sua medicina, voglio farmi almeno una dormita di tre giorni!” 118 “Se la merita, vecchio mio… se la merita” gli confermò A1 battendogli la mano sulla spalla “mi auguro di cuore che non saremo più costretti a farla camminare sulle mani!” “A proposito di camminare” intervenne Hoffman “se vuoi darmi i tuoi stivali, Jerry…” “Perché?” “Perché non ne avremo più bisogno, d’ora in poi” spiegò il capo dell’Immunitaria presentando al collega un paio di calzature, ben più confortevoli, che da quattro anni giacevano nel magazzino “anche questa tua invenzione è stata provvidenziale, per noi tutti… ma è stata anche una discreta tortura per le nostre povere estremità!” Humper notò in effetti che tutti i suoi colleghi erano tornati ad indossare le vecchie calzature antecedenti all’Independance Day! Senza dire altro si cambiò le scarpe ed emise poi un vero sospirone di sollievo: “Aaah… mi sento rinascere! Ma, dite un po’… siamo proprio sicuri di poterli eliminare?” “Beh, la tua omologa Anya Orion ci ha fatto la solenne promessa che nessuna scarica partirà mai più dal loro organismo, contro di noi!” rispose Fewer. “Questa sì che è una notizia...! Ma forse sarebbe prudente conservarli, almeno per un po’ di tempo… non si sa mai!” “Cosa temi ancora, Jerry?” chiese ancora Fewer, decisamente ottimista “Non hai sentito tutto ciò che gli sposini si sono detti, poco fa?” “Sì, d’accordo. Però…” “Lei cosa ne pensa, signor Simons?” chiese A1 al capo della Neuro, tanto per tagliare la testa al toro. “Beh… le premesse sono indubbiamente molto promettenti per una felicissima vita di coppia. Tuttavia…” “Tuttavia…?” insistette Wellington. “…c’è sempre in agguato la crisi del settimo anno…!” Il Coordinatore si rivolse allora a Hoffman, che teneva ancora in mano gli ex stivali di Jerry Humper: “Li metta da parte…!” disse. *** Il catalizzatore sensitivo ebbe pieno successo! Lo “sblocco” preferenziale operato da Hugh Simons grazie alla chiave restituitagli, aveva permesso ai C.R. di alcune amiche di Ataru di tornare a livelli più alti: Shinobu Myake era tornata a 1260 punti, Sakura a 950, Oyuki a 672 e Benten a 574… ma il punteggio di Lamù rimaneva “stratosfericamente” irraggiungibile a quota 2730: non esisteva più nessun pericolo che si instaurasse alcun effettivo triangolo! L’assunzione “esterna” del progesterone della sua dolce metà aveva garantito finalmente il giusto equilibro ormonale all’ex ragazzo più allupato di tutto l’universo che, pur mantenendo la sua “focosa” virilità, era adesso perfettamente in grado di controllarla alla presenza di tutte le rappresentanti del gentil sesso, indipendentemente dalla qualità di ciascuna relazione interpersonale (amicizia o semplice conoscenza) e poteva quindi riservarla tutta “intera” alla sua adorata mogliettina! Questo permise naturalmente anche a Lamù di liberarsi da quella diffidenza patologica di cui era sempre stata “vittima” e poté godere finalmente dell’amicizia di tante sue coetanee, ora veramente felici che la simpaticissima spaziale avesse finalmente coronato il suo sogno. Il ritorno sulla Terra dei neo-coniugi Moroboshi aveva di poco preceduto un festoso party organizzato nella tenuta dei Mendo, messa gentilmente a disposizione dal loro “amico di famiglia”. Shutaro aveva in qualche modo “preparato” il terreno, soprattutto verso i loro compagni di scuola, onde prepararli allo shock di vedere Ataru e Lamù sposati! 119 Alla festa ci vollero una mezza dozzina dei giannizzeri di Mendo per trattenere il povero Megane e impedirgli di fare una vera e propria strage… il poveretto dovette successivamente essere sorvegliato per un bel po’ di tempo, fino a quando non parve abbastanza sicuro che avesse abbandonato i suoi propositi suicidi! Quanto al primo marito intergalattico della storia universale, diede finalmente prova di essere un compagno fedele e affettuoso, tanto che fu presto chiaro che i famosi stivali protettivi sarebbero rimasti per sempre chiusi nel loro magazzino. Oltretutto, fra non molto, la giovane coppia avrebbe avuto ben altro a cui pensare…! Epilogo: “Tu volevi che io vincessi, non è vero…?” U na sera di non moltissimo tempo dopo, rientrando da un ordinario briefing alla Centrale Operativa, il capo della sezione Genetica ritrovò il suo fido assistente Barry Pitt occupato a esaminare un microfilm con la massima attenzione. “Ben rientrato, capo!” “Grazie, Pitt… tutto bene, qui?” “Tutto bene!” rispose Pitt stropicciandosi gli occhi. “Va’ pure a riposarti, Barry: provvedo io a terminare il controllo!” disse Gus, posandogli una mano sulla spalla. “Oh, non si preoccupi, signore… stavo giusto per finire!” “Mi dispiace di averti imposto questo tour de force… ma la mia collega urusiana mi ha confermato che questo è il periodo migliore… e sai bene quanto sia importante verificare la perfezione reticolare del DNA!” “Ma certo, capo… stia tranquillo: le nostre colleghe disporranno delle migliori informazioni per costruire il primo organismo umano interplanetario!” “So perfettamente di essere in ottime mani, amico mio. Vado a fare un ultimo controllo del miscelatore cromosomico, allora: ci vediamo fra dieci minuti, in camera di controllo!” “A dopo, signore!” I due si separarono con un sorriso leggermente tirato. Nonostante fossero ormai abbastanza “navigati” in quel genere di operazioni, la consapevolezza del momento rendeva tutti un po’ nervosi: quella notte le due Genetiche non avrebbero “operato” solamente per il puro piacere degli sposi, ma avrebbero eseguito il compito più importante che giustificava la loro esistenza! Con tutta la sua scrupolosità, il capo della Genetica moroboshiana non poteva essere perfettamente tranquillo: fecondare una donna di un’altra galassia era un atto troppo solenne e avventuroso per considerarlo normale routine! Comunque, quando giunse il momento “fatidico” e l’assistente preposto al controllo ebbe annunciato “Avvenuto rilascio STF!” un notevole senso di sollievo si diffuse in tutto il personale della “Ripro”. L’ottimo August Percival aveva assolto egregiamente il proprio compito: ora, un compito un po’ più impegnativo, toccava alla collega Agilla Afros! *** Qualche giorno dopo August Percival venne chiamato in tutta fretta nell’ufficio di Christopher Wellington. Il capo della Genetica aveva appena sostenuto una spossante discussione coi colleghi dell’Immunitaria, della Cardiaca e della Metabolica circa il modo migliore per convincere il Consiglio Organico della controparte sulla necessità di moderare leggermente l’intensità dei rapporti C… va bene che la “signora” voleva essere assolutamente sicura di rimanere incinta, ma se le assistenti di Agilla Afros e di Fiona 120 Mercury1 non si fossero date una calmatina, Ataru Moroboshi sarebbe potuto andare incontro a qualche problema! Per fortuna il calendario del ciclo mestruale di Lamù, che l’omologa di Percival aveva gentilmente fornito a quest’ultimo, indicava che presto si sarebbe potuto sapere qualcosa…! “Eccomi, comandante. Aveva bisogno di me…?” Il Coordinatore dell’Organismo aveva la cornetta del “telefono rosso” in mano. “La responsabile genetica della signora ha una comunicazione da farle personalmente!” “Davvero?” chiese l’altro, in tono nervoso “Di che si tratta…?” “Risponda, invece di far domande!” ribatté A1, porgendogli la cornetta, che Gus afferrò con la mano che tremava. “Pronto…? Sono Percival!” “Felicissima di sentirla, Gus… volevo ringraziarla direttamente!” “Per cosa…??” “Oh, che adorabile ingenuotto! Per quel che ci avete fornito l’altra notte, no? Può comunicare a tutti i suoi colleghi che Ataru Moroboshi diventerà papà! E sa una cosa? Sono due!!” “DUE..??!!” urlò August Percival, facendo sobbalzare Wellington sulla sedia. “Proprio così: due gemelli biovulari. E di sesso opposto, per giunta! Le faccio i miei più vivi complimenti per l’ottima miscelazione cromosomica! Dica al signor Simons che può iniziare a pensare ai nomi!” “È… è una notizia fantastica, collega… immagino che la vostra Neuro sarà al settimo cielo!” “Può ben dirlo, Percy! Anzi, la signora Venus mi ha raccomandato di superare me stessa nell’esprimervi tutta la nostra gratitudine! A stanotte, carissimo...!” Il collega ebbe un guizzo: “Ecco… a questo proposito, volevo dirle…” Troppo tardi. Agilla aveva già tolto la comunicazione! Rassegnato, il direttore della prima Genetica “intercosmica” mise giù lentamente la cornetta volgendo verso A1 uno sguardo abbastanza indecifrabile. “Novità…?” chiese quest’ultimo, con fare sornione. “Sì… una ottima, l’altra un po’ meno! Quale preferisce sentire, per prima…?” *** “Insomma, Hugh: non hai modo di rallentare questi dannati tremiti? Fatico a non farli cadere…!!” “Sto facendo del mio meglio, Burt… dopotutto non è un exploit da poco per Ataru Moroboshi… pensa un po’: da libertino a padre di famiglia!” “Ad ogni modo” intervenne Brad Fewer “i pargoletti sembrano gradire… si addormenteranno più facilmente!” “Comunque sono stupendi…” sussurrò Percival “…stupendi!” “Nessun dubbio, in proposito” confermò Chris Wellington “i miei complimenti al bioarchitetto. E alla sua collega della controparte, naturalmente!” “Riferirò con piacere, signore” rispose il capo della Genetica “comunque non va dimenticato che il grosso del lavoro l’ha fatto lei… il nostro contributo è stato relativamente piccolo…!” “Tanto piccolo quanto fondamentale, signor Percival: non lo ridimensioni più del necessario!” 1 La responsabile della Motoria. 121 “Il capo ha ragione, papà” lo burlò Jerry Humper dandogli una pacca sulla nuca “mi viene poi da ridere, se ricordo tutta la paura che avevi all’inizio!” “Oh, finiscila… che ne sapevo io, che la signora aveva conservato quel nastro?”1 “Ora che ci penso” se ne uscì il capo della Cerebrale “chissà se i gemelli hanno ereditato i poteri della madre!” “Lo sapremo presto” rispose Percival “Comunque, penso di sì: non vedete che hanno le corna?” “Vero” ammise Humper “invece Shutaro non le ha… curioso, però: a parte il colore dei capelli, il maschietto sembra la copia del padre e la femminuccia la copia della madre!” Ed era esattamente così… fra le braccia del neo papà riposavano beatamente due bellissimi neonati, che già rivelavano le medesime fattezze dei loro genitori. Ataru rimaneva imbambolato a contemplarli, incapace di spiccicare una parola e Lamù l’osservava teneramente dal suo letto, con gli occhi luccicanti di gioia immensa. “Se lo volete sapere, io lo trovo meraviglioso” dichiarò il capo della Sensitiva “questo è sicuramente il giorno più bello della mia vita… oltre che della loro!” “È un grande giorno per noi tutti, Hugh, sicuramente” ammise Brad Fewer “ma perché hanno deciso di dargli proprio questi due nomi?” “Elementare, Brad” rispose Simons “sono i nomi delle persone che più hanno amato i loro genitori, dopo gli stessi partner. I loro padrini saranno felici di sapere che l’amore di Ataru e Lamù per i propri figli conterrà implicitamente una parte dell’affetto per i loro migliori amici!” “Quella ragazza è buona come il pane” sospirò il capo della Sensitiva, leggermente commosso “pensare che abbiamo fatto di tutto per scatenare le sue ire… fortuna che ci siamo fermati in tempo!” “Vorrà piuttosto dire: fortuna che i SISAS hanno ceduto in tempo, caro Jerry!” lo burlò A1. L’interessato accusò il colpo, ma subito assunse un’espressione di pacata dignità: “Forse non è stata una questione di fortuna, signore… può darsi che sia stato lo stesso Ataru a vincere la resistenza di quei maledetti ordigni, quando si è reso conto che Lamù meritava di essere pienamente corrisposta!” “Forse” replicò il Coordinatore, sorridendo “ad ogni modo, è veramente bizzarro che una donna s’innamori perdutamente di un uomo, solo perché quello l’ha battuta in una gara di corsa…!” “In effetti” ammise Fewer, per parte sua “tuttavia, per quanto sia bizzarro, è molto più stravagante che un comandante alieno pianifichi l’invasione di un pianeta, per poi giocarsi tutto con una sfida di acchiapparella…!” “Beh, che questi Oni fossero un po’ strambi, ormai si sa…!” disse Simons. Il capo della Cerebrale scosse la testa. Aveva ancora in archivio l’ambigua risposta che il nonno dei due frugoletti - dormienti fra le braccia del suo assistito - aveva dato al genero durante il banchetto nuziale2 e, in tutto quel tempo, più aveva cercato di seppellirlo, più quel dubbio era tornato a galla! “O sono strambi” borbottò “o non erano quelle le loro vere intenzioni…!” *** Qualche tempo dopo, mentre Ataru stava tentando di studiare per il test d’ammissione all’università (nonostante le insistenze di Lamù, lui voleva sostenere la sua nuova famiglia 1 Il famoso nastro giallo isolante di Sakurambo. 2 Vedi capitolo 15. 122 nei sei mesi all’anno in cui vivevano sulla Terra) fu interrotto da uno scoppio di risate e, all’improvviso, due piccoli bolidi piombarono nella sua stanza saltando sul kotatsu…! “Bambini, smettetela con questa confusione” li redarguì la madre, spuntando dalla camera adiacente “il papà sta studiando…!” *O almeno ci prova…!* pensò quest’ultimo, con ironia… poi però sorrise e afferrò quei due deliziosi diavoletti: “Su, su.. venite qui… che ne dite se facciamo un patto?” “Che patto…?” chiese il maschietto. “Dicci, papà…!” replicò la femminuccia. “Allora… se il babbo vi racconta una favola, voi andate dopo a fare una bella passeggiata con la mamma e sarete così buoni da fare tutto quello che vi dice! Okay…?” “Sì, sì… promesso…!!!” dissero i piccoli, in coro. “Dunque, vediamo un po’… potrei raccontarvi di come la mamma e il papà si sono conosciuti...!” “Sì, sì… dai, papà… racconta!” lo incitò Shutaro. “Che bello…!” replicò Shinobu. “Allora…” accondiscese il padre abbracciando i due figlioletti che si erano accoccolati ai suoi fianchi “…dovete sapere che vostro nonno, cioè il papà della mamma, era un gran burlone…!” “COSA…??” esclamò la moglie. “Beh, in senso buono, intendo!” “See, see…!” borbottò Lamù sedendosi anche lei all’altro lato del kotatsu e prendendo una crocchetta di riso da un paniere. “Un giorno, quel gran burlone di vostro nonno, convocò il suo esercito spaziale e disse ai suoi ufficiali: sapete che si fa? Andiamo a conquistare la Terra! Allora la flotta del pianeta della mamma salpò per quello del vostro papà… e quando le astronavi arrivarono sopra questa città, vostro nonno si presentò a casa di vostro papà e gli lanciò una sfida…!” “Una sfida…?” chiese Shinobu. “Che sfida…?” chiese anche Shutaro. “Gli disse: tu dovrai rincorrere mia figlia - cioè la vostra mamma - e, se entro dieci giorni riuscirai a prenderla e a toccarle le corna, io dirò alla mia flotta di tornare a casa… se invece non ci riuscirai, allora conquisterò la Terra e sarete tutti nostri schiavi!” “Il nonno era così cattivo…?” chiesero i due bambini rivolgendosi alla madre che, con palese imbarazzo, rivolse uno sguardo supplichevole al marito. “Ma no! Il nonno - ve l’ho detto - era un gran burlone! Voleva soltanto fare uno scherzo ai terrestri! Non sapeva, però, che il vostro papà era molto veloce a correre e quindi avrebbe avuto buone possibilità di vincere… e infatti ha vinto!” “E allora…?” chiese la bambina. “E allora il nonno dovette ordinare alla sua flotta di ritirarsi, così la Terra rimase libera… ma la mamma - che durante la corsa si era innamorata di papà - gli disse che, avendole toccato le corna, avrebbe dovuto sposarla… perché, sul pianeta degli Oni, toccare le corna a una ragazza equivaleva a farle una proposta di matrimonio!”1 “Ma è proprio vero…?” chiese Shutaro, con interesse, guardando la madre. “Beh, vedi…” disse lei, con fare piuttosto agitato. “Sì che è vero” rispose la piccola, con estrema convinzione “me lo ha detto la zia Ran!” “Shinobu…!!!” la sgridò la mamma. 1 Questa “versione” l’ho letta su un’edizione pirata dell’ “anime-comic” relativo alla prima puntata del cartone. 123 “Ma allora, papà” intervenne il piccolo Shutaro “il nonno ti ha costretto a sposare la mamma…!” “Shutaro, cosa dici…?!” esclamò Lamù, sempre più in preda al panico. “Ma no, ma no…” le venne in aiuto il marito “…il nonno aveva sfidato il vostro papà a toccare le corna di sua figlia pensando che lui non ci sarebbe mai riuscito, dal momento che la mamma poteva volare!” “E allora come hai fatto a prenderla e a toccarle le corna…?” chiese Shinobu, mettendo le manine sulle sue. Ataru incrociò le braccia, gonfiò il petto e chiuse gli occhi: “È stata la forza dell’amore” rispose, con sguardo severo “volere è potere!” “Allora anche tu ti eri innamorato della mamma…?!” dedusse il piccolo Shutaro. “Eh, già… è proprio così! Bravo, figliolo: sei proprio sveglio!” “Già… come suo padre…!” commentò la moglie “Adesso basta, bambini: usciamo a prendere una boccata d’aria, su… papà deve lavorare. Andate ad aspettarmi in giardino!” “Va bene… ciao, papà!” dissero in coro i due, correndo fuori dalla stanza. Quando furono usciti, Lamù si avvicinò al marito e lo baciò sulla guancia: “Grazie, tesoro… quando saranno cresciuti, gli spiegheremo meglio!” “E che vorresti spiegargli? Che ho vinto la corsa solo perché ti avevo strappato il reggiseno…?” Per quanto già moglie e madre, la dolce Lamù non riuscì a non arrossire: “Sei il solito sporcaccione!! Lo sapevi bene che quella era la tua unica possibilità di vincere, eh…?!” “Non lo nego… ciò che ancora non so, è un’altra cosa!” “Quale…?” chiese lei, ansiosamente. “Come mai, quando sei venuta a casa mia, quella sera, non mi hai tramortito con una scarica elettrica, per riprendertelo…?”1 Lamù trasalì… cercò qualcosa da rispondergli, ma non trovò nulla. Il suo tesoruccio le accarezzò allora teneramente la guancia: “Dì la verità, Lamù… non era solo per darmi sportivamente una possibilità… tu volevi che io vincessi! Non è vero…?” La sua donna lo fissò per alcuni secondi e infine annuì, sussurrando: “Sì…!” “E… lo volevi perché pensavi che non fosse giusto che la Terra venisse invasa?” Un’altra breve attesa e un nuovo sussurro: “Non era solo questo…!” “Allora, quel che Ran ha raccontato a Shinobu… è la verità?” “Sì… beh, non è proprio una legge… ma è una tradizione!” “Un po’ come… quando calpestai l’ombra di Elle…?” “Sì…!” “Posso farti un’ultima domanda?” “Dimmi…!” “Per caso… Ran è anche un’esperta di computer…?” Un nuovo sussulto di Lamù e un nuovo rossore acceso sul suo volto… “Credo di sì…!” “Beh, in tal caso” disse Ataru, posandole le mani sulle spalle “la prossima volta che la vedi, potresti farmi un favore?” “Quale…?” 1 Qui faccio ovviamente riferimento alla versione del manga, scartando invece quella dell’anime, dove Ataru “pesca” il reggiseno di Lamù grazie a una pistola a ventosa nell’ultimo giorno della gara. La versione cartacea mi sembra infatti molto più convincente e, del resto, è anche quella che viene ripresa nel film “Beautiful Dreamer” (dove infatti il nostro “campione” estrae l’indumento dell’avversaria da sotto la sua canotta). 124 “Dille che tuo marito la ringrazia per l’ottimo lavoro…!” concluse posando le sue labbra su quelle di Lamù… Dopodiché, i due si persero completamente l’uno nell’altra… tanto che Shinobu e Shutaro dovettero uscire con i nonni…! *** “Complimenti, signor Fewer” disse il Coordinatore Wellington al capo della Cerebrale “grazie a lei, anche questo mistero è stato svelato!” “Niente di che, signore… bastava solo mettere insieme qualche pezzo!” “Certo che quella donna è diabolica” commentò Hugh Simons, il capo della Neurologica “meravigliosamente diabolica, per la verità!” “Tutte le donne sono diaboliche…!” puntualizzò il capo della Genetica, August Percival. “Sì, va bene” ammise Jerry Humper, il capo della Sensitiva “però, chi avrebbe mai immaginato un piano macchinoso come questo?!” “Oh, altre fanno anche di peggio” intervenne Burt Racer, della Motoria “pensate che ce ne sono di quelle che diventano addirittura delle ladre, pur di farsi inseguire dal poliziotto di cui si sono innamorate!” “Cosa…??” esclamò Simons “Non ci credo!!” “Come no? Pensa che, l’altro giorno, stavo giusto parlando con Rip Kirby, un mio collega che gestisce la motoria del detective Asuka Junior… mi chiedeva qualche consiglio per…” FINE