nitario, nel loro amore per il prossimo. Se Hitler ordina ai suoi 'figli' di bruciare i libri, un padre protegge sua figlia dall'orrore grazie alle parole di quei libri. Perché l'arte è una sorta di coscienza salutare, e in quegli anni bui provvidenziale a risollevare le persone dall'umiliazione e dall'ignominia subita. Racconto edificante, Storia di una ladra di libri partecipa a una tendenza attuale che mostra cittadini tedeschi irriducibili e resistenti contro lo stato delle cose. Impeccabilmente interpretato da Geoffrey Rush, Emily Watson e la giovane Sophie Nélisse, abile nell'esibire l'anima più genuina dell'infanzia e a far conoscere tutta la vulnerabilità della fase più delicata nello sviluppo di un individuo, Storia di una ladra di libri rivela una superficie liscia e una narrazione senza asperità. Il film 'storico' di Brian Percival ha tutte le caratteristiche ma anche i limiti di uno spettacolo familiare, che rinuncia alla (più) complessa costruzione del romanzo per una maggiore presa spettacolare. 'Ricostruttore', piuttosto che autore, il regista inglese pasticcia con la 'mortale' voce fuori campo, che dovrebbe essere il filtro tra gli accadimenti e il lettore e finisce invece per penalizzare la storia, intervenendo approssimativamente sullo svolgimento. Nella versione originale poi, in italiano il doppiaggio assorbe il garbuglio linguistico, intercala l'inglese col tedesco, impiegato come mero richiamo realistico ed elementare décor sonoro. Nondimeno Storia di una ladra di libri resta un film comunicativo, in grado di catturare lo spettatore e donargli un insegnamento veramente sentito. Perché per Brian Percival i libri hanno un valore rilevante, culturale e formativo. Insieme al cinema, possono veicolare contenuti importanti, farsi serbatoio dei capitoli della storia universale della formazione umana, nutrimento dell'immaginario, senza rinunciare ad emozionare. Marzia Gandolfi www.mymovies.it Mercoledì26novembre,ore16.30-19.00-21.00 Giovedì 27 novembre, ore 19.00 - 21.15 Un film di Francesco Munzi, con Marco Leopardi e Peppino Mazzotta Luciano, Rocco e Luigi sono tre fratelli calabresi. Luigi, il più giovane, è un trafficante internazionale di droga, mentre Rocco, milanese d'adozione, è un imprenditore grazie ai soldi sporchi di Luigi. C'è poi Luciano, il maggiore, che si culla ancora nell'idea di una Calabria preindustriale. A causa di una azione compiuta da Leo, il figlio ventenne di Luciano, i tre fratelli saranno chiamati ad affrontare i nodi irrisolti del passato… MERCOLEDI 19 NOVEMBRE 2014, ORE 16.30-19.00-21.15 GIOVEDI 20 NOVEMBRE 2014, ORE 19.00-21.15 Il cast tecnico. Regia: Brian Percival. Soggetto: Markus Zusak. Sceneggiatura: Michael Petroni. Direttore della fotografia: Florian Ballhaus. Montaggio: John Wilson. Scenografia: Simon Elliott. Costumi: Anna B. Sheppard. Musiche: John Williams. Origine: USA, 2013. Gli interpreti. Geoffrey Rush (Hans Hubermann), Emily Watson (Rosa Hubermann), Sophie Nélisse (Liesel), Ben Schnetzer (Max), Nico Liersch (Rudy Steiner), Barbara Auer (Ilsa Hermann), Rainer Bock (Borgomastro Hermann), Oliver Stokowski (Alex Steiner), Matthias Matschke (Wolfgang). Durata: 2h11. La trama. Nella Germania della Seconda Guerra Mondiale, Liesel, una vivace e coraggiosa ragazzina viene affidata dalla madre ad Hans Hubermann, un uomo buono e gentile, e alla sua irritabile moglie Rosa. Con l’aiuto del papà adottivo, Liesel imparerà a leggere e, grazie all’amicizia con un ebreo di nome Max nascosto nello scantinato, il suo amore per la lettura diventerà incontenibile, trasformandola in una incallita ladruncola di libri. Ci sono film in cui il Libro ha la potenza di salvare l'uomo, come in effetti accade, tramandando il valore della memoria, come dimostra il 'Diario di Anna Frank'. Dopo 'The Reader', ecco 'Storia di una ladra di libri', tratto dal un voluminoso best seller da 8 milioni di copie dell'australiano Markus Zusak, edito da Frassinelli, dove una ragazzina viene affidata nella Germania nazista del '38 a una coppia adottiva, dopo la fuga della madre comunista. (...) produzione Fox in versione patinata, un po' per signore, musicata a note sempre alte dallo spielberghiano John Williams (47 nomination all'Oscar) e ripresa con dolly sfrenati da Florian Ballhaus, mentre Brian Percival, regista di molte puntate dello smagliante 'Downton Abbey', si adagia nel rassicurante stile che smussa gli angoli anche di una storia selvaggia che inizia e finisce con la voce fuori campo della Morte. Il libro rischia di puntare troppo sulla poesia del dolore, mentre la medicina omeopatica della lettura rimane sullo sfondo ma non diventa redenzione né catarsi, rimane colore anche se promuove la libertà di pensare. Una quasi fiaba che rivela il viso dolce diabolico della 14enne Sophie Nélisse accanto alle facce note di Emily Watson e del grande Geoffrey Rush. Maurizio Porro Il Corriere della Sera 27 Marzo 2014 Da un romanzo di Markus Zusak venduto in otto milioni di copie, una parabola umanista che sventola la bandiera della cultura contro la barbarie. (...) Brian Percival invece, uno dei registi della serie 'Downton Abbey', non ne mostra altrettanto nel mettere in scena una rappresentazione ligia ai modelli del 'film storico' (magniloquenza, scene madri, colore grigiastro da archivi d'epoca), che appiattisce i personaggi sullo sfondo e si guarda bene dal discutere gli stereotipi di repertorio. I tedeschi non fanno che gridare, la brava famiglia protegge l'adolescente e nasconde un giovane rifugiato ebreo nel sottoscala... ma occorre davvero tanto manicheismo per convincere il pubblico che i nazisti erano cattivi? Roberto Nepoti La Repubblica 27 Marzo 2014 Persino tra le macerie sboccia un bocciolo di speranza: circondata dalle miserie umane durante la Seconda Guerra Mondiale, la bambina protagonista di Storia di una ladra di libri scopre un inaspettato innamo- ramento per la letteratura. Nessuno avrebbe scommesso su di lei, analfabeta e povera, data in adozione dalla mamma, eppure Liesel (l’esordiente Sophie Nélisse) inizia quest’incredibile viaggio. La storia, tratta dal bestseller di Markus Zusak (Frassinelli), parte dall’incontro con Hans Hubermann (Geoffrey Rush), tedesco di mezza età generoso e integerrimo, che la accoglie in casa con la moglie Rosa (Emily Watson), burbera e scontrosa o, come la descrive la piccola, simile ad un “temporale con i tuoni”. L’unica parentesi di serenità, scritta con un gessetto bianco sul muro della cantina, è rappresentata dall’alfabeto che Liesel impara a leggere. “Una persona – le dice Hans – vale quanto la propria parola”: la sua onestà intellettuale non viene messa in discussione dai disagi subiti dopo il rifiuto del regime nazista e neppure l’indole ottimista, che esprime nel suono dell’adorata fisarmonica. Lo strumento, capace di irritare oltre misura la moglie, è stato il regalo dell’ebreo che gli ha salvato la vita: per ripagare quel debito di riconoscenza nasconde il figlio Max (Ben Schnetzer) per farlo scampare alla deportazione. Con pennellate delicate il regista Brian Percival (Downton Abbey) tratteggia, grazie ad un cast sublime e ad una toccante colonna sonora, il ritratto poeti- co e struggente di una famiglia che tragiche circostanze rendono fuori dal comune. Niente retorica né buonismi: si arriva dritti al cuore della storia, dove i veri orrori vengono sfiorati, accennati, intravisti, sempre attraverso lo sguardo a tratti disincantato di Liesel, con quegli occhioni da bambolina velati da lacrime di malinconia e incredulità. Ecco come la tredicenne di origini canadesi stupisce e commuove senza sembrare mai “piccola” accanto a giganti del calibro di Geoffrey Rush ed Emily Watson. Alessandra De Tommasi www.cinematografo.it 26 Marzo 2014 Ispirato al best seller di Markus Zusak, 'La Ladra di libri' è un film illustrativo che tuttavia prende qualche forza dalla storia che racconta: l'odissea di un'adolescente orfana, affidata alle cure di una matura coppia nella Germania nazista. (...) Nella pellicola c'è una fastidiosa voce narrante, niente di meno della Morte in persona e la regia di Brian Percival soffre di una certa piattezza, però la Liesel di Sophie Nelisse è luminosa e Geoffrey Rush ed Emily Watson sono commoventi genitori adottivi. Alessandra Levantesi Kezich La Stampa 27 Marzo 2014 Adattamento del romanzo di Markus Zusak, Storia di una ladra di libri è un racconto di formazione ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale in un piccolo villaggio della Germania. Nato da un'urgenza e dall'infanzia dell'autore, il libro di Zusak descrive una crescita forzata e indotta dalla crudeltà degli uomini. Ma la violenza della guerra e l'assurdità del mondo degli adulti vengono fiaccate dai libri e dalla letteratura, corsie preferenziali per la conoscenza. E attraverso i libri la giovane protagonista abbandona la superficialità tipica dell'età e impara a leggere (tra le righe), capendo quello che la circonda, scoprendo i misteri della vita e della sua assenza. Tradotto in trenta lingue, "La bambina che salvava i libri" è sceneggiato da Michael Petroni (Le Cronache di Narnia - Il viaggio del veliero) e diretto da Brian Percival (Downton Abbey), che decide per una regia classica e decisamente didascalica. Messa in scena che non rivoluziona il genere ma rende il film accessibile e concentrato sul suo soggetto: la dittatura dell'incultura. L'innocenza della protagonista si scontra presto coi terribili 'uomini grigi' di Hitler, che rubano 'il tempo' a chiunque osi contrariarli. E al fuoco della loro follia, la piccola Liesel sottrae i libri, unendo l'attenzione per gli altri alla forza di un sorriso. La speranza risiede nei suoi gesti e in quelli dei suoi genitori, nella loro voglia di libertà, nel loro bisogno comu-