OCCHI GRIGIO-VERDE
Storia di una ladra di libri – Oggi
PREFAZIONE
“Nelle mia religione ci insegnano che ogni essere vivente, ogni foglia, ogni uccello, sono vivi
solo perché contengono la parola segreta per la vita. È l’unica differenza tra noi e un grumo di
argilla. La parola. Le parole sono la vita, Liesel. Tutte quelle pagine bianche le regalo a te per
riempirle.”
- da Markus Zusak, Storia di una ladra di libri
Le parole sono vita. Sono vita quando percuotono l'animo degli uomini, quando illuminano i
loro occhi, quando echeggiano nelle loro menti bramose di verità, quando si insinuano dalle
spaccature del loro cuore per far attecchire la speranza.
Il nostro mondo è assetato di parole. Parole che riescano a cambiare il suo destino, ad
impugnare le redini del suo futuro ed a cancellare l'orrore della guerra, del male, della Morte.
Ed è proprio per uccidere la morte che Leyla Marrash decide di dare inizio ai suoi piccoli
furti, che la rendono una vera Ladra di Libri per le strade di una città dalla bellezza sconfinata ma
stregata ed incatenata indissolubilmente all'orrore della Guerra, la più orribile creatura che l'uomo
abbia creato.
Ambientato nell'odierna Palmira e raccontato con la voce graffiante della Morte in un
remoto futuro, lontano nel tempo ma sempre vicino nei nefandi avvenimenti che in tutte le epoche
storiche e in ogni anfratto del globo terrestre hanno afflitto l'Umanità, Storia di una ladra di Libri –
Oggi cerca di instaurare un parellismo fra la Shoah operata dai Nazisti e quella che oggi si è
imposta come costante del mondo orientale e non solo a causa dell'Isis.
Ispirandomi all'opera originale di Markus Zusak, ho voluto rendere omaggio a tutte le
vittime che la discriminazione ha mietuto in tutti i tempi, considerando la memoria non solo come
una scia di storia impigliata fra le nostre menti ed i nostri cuori, ma come una forza senza eguali che
riesce a trainare il mondo, che segna, insegna ed imprime nelle nostre anime tracce di passato per
ricordarci sempre di non dimenticare ieri e gettare salde basi per il domani.
Ed è proprio la memoria a ricordarci quanto la Shoah non resti confinata fra le pagine mai
scritte ma solo strappate della storia del secolo scorso, ma sia oggi più intensa che mai nel bullismo,
nel femminicidio, nella xenofobia, nel terrorismo, la cui eco è sempre più viva in ogni angolo del
mondo e si propaga a macchia d'olio. Prime fra le ultime stragi figlie del terrorismo ed orfane di
ogni valore sono appunto i genocidi che portano i jihadisti a trucidare donne, uomini e bambini
yazidi con un'aridità senza eguali.
Nella breve opera che presento si fa riferimento a molte delle terribili realtà concatenate
all'ISIS: attacchi che radono al suolo intere città, come la stessa Palmira, mercato degli umani,
violenze sulle donne, addestramento di bambini yazidi per renderli mine vaganti del terrorismo
islamico, ma anche all'azione di volontari dall'ineffabile forza che rinunciano alla propria libertà per
quella dei prigionieri degli jihadisti, con la storia del Salvatore di anime liberamente ispirata a
quella di Abu Shujaa.
La narratrice cerca di spiegare quanto l'uomo sia assuefatto alla violenza, a tal punto da
considerarla l'unica soluzione alla violenza stessa, l'unico modo per arginare il sangue che provoca,
l'unica via d'uscita per spezzare le catene della Guerra e sfuggire a un destino brutale.
Un meccanismo contorto ed irrazionale quello dell'orrore che attanaglia l'anima degli
uomini, quello della guerra che strega i loro animi ammaliandoli e portandoli inevitabilmente alla
morte, come una sirena sibillina che divora però fino all'osso valori ed ideali sbranando le loro
anime. Ma nella sua Odissea, ogni uomo dovrebbe sempre essere pronto a conservare nella mente e
nel cuore la pace e la fratellanza come priorità assolute, nonostante queste convinzioni possano
talvolta portarlo alla morte, proprio come accadrà inevitabilmente alla Ladra di libri.
Un inno alla speranza che un giorno, mentre nei nostri cuori continua a risuonare il grido di
Martin Luther King “I have a dream”, tra Shoah e Shalom l'uomo riesca a diventare un germoglio
di pace in un campo di fiori, in un campo di Vita, e non un seme di guerra in un campo minato, in
un campo di Morte.
I. BIANCO
Un attimo.
Qualche parola.
Un paio di occhi grigio-verde.
Qualche barlume di infinito.
*** ANTEFATTO ***
Basta davvero poco a rendere meravigliosa la vita ed il più delle volte si tratta di un qualcosa di essenziale al
cuore ma invisibile agli occhi.
Non c'è nulla di più meraviglioso della vita. Sembra scontato, retorico e tremendamente ovvio e generalmente
lungi da me il ricadere nella banalità, ma prima di addentrarci in questa storia mi sembra doveroso precisarlo.
*** UN SEMPLICE FATTO: Prima o poi morirai. ***
Se vi state chiedendo chi io sia, sappiate che per ora dovrò omettervi questo particolare. Probabilmente se ve lo
dicessi non ci credereste, per voi uomini è impensabile lasciarsi guidare dall'ignoto, è praticamente impossibile fidarsi
del mistero e stentereste a credere alle storie che vi racconterò. Eppure vi assicuro che tutto ciò che leggerete fra queste
righe è accaduto davvero ed è rimasto impresso sugli arenili di qualche universo non troppo lontano da qui. E, per
evitare che un giorno il tempo cancelli quella piccola orma sospesa nell'infinito, ho deciso di donarla a voi, perché
possiate diventare depositari di questo piccolo granello di sabbia in quella grande clessidra che imprigiona l'eternità.
*** REAZIONE AL SUMMENZIONATO FATTO ***
Non potrete MAI conoscere l'infinito se non vi soffermate sulle sfumature del mondo.
E se pensate ancora che questa storia non sia realmente accaduta, pensate a quanto sia grande l'universo e a
quanto invece sia piccolo l'uomo. Pensate a quanto sia eterna la Storia ed a quanto sia minima la vostra esistenza.
Disseminate nei meandri del tempo e dello spazio, impigliate fra gli attimi monotoni dell'eternità, nascoste negli sguardi
che si incrociano per strada, snodate fra i passi dei mendicanti e aggrovigliate nei pensieri dei bambini, queste storie
sono accadute davvero, e questo vi basti per credere nella vita e nell'infinito. E vi assicuro che l'infinito non è un
orizzonte troppo lontano per essere raggiunto: è incastonato nei vostri sguardi, incatenato alle vostre anime, cresce con
voi, vive nel vostro vivere. È come una goccia di argento vivo che è iniettata nel vostro sangue sin da prima della
nascita, che è versata nel vostro cuore al primo gemito. Sta a voi l'abilità di non arruginire mai la vostra anima.
Siatene degni custodi, siatene garanti responsabili, siatene artefici ogni giorno, diffondete l'infinito negli
sguardi, nelle azioni, nelle parole.
II. AZZURRO
La vita è l'arte dei semplici e non l'artificio dei complessi. Non c'è un profilo assoluto che appartenga
all'ipotetica persona che possa calzare a pennello i panni di artista perfetto. Ma se ci fosse sono certa che sarebbe molto
simile a quello della Ladra di Libri. A lei la vita era stata cucita addosso, sembrava che fosse stata creata apposta per lei.
Non c'è molto da dire sul suo conto, d'altra parte ha avuto una vita troppo breve per poter sviluppare quella complessità
dei grandi che si acquista pian piano negli anni e che richiederebbe troppe pagine per essere raccontata. Inutile
precisarvi che voi esseri umani nascete tutti potenzialmente semplici.
Ed è certo che la complessità, un po' come il male, la guerra e tutte le suppellettili superflue dell'anima che
rendono difficile la vostra vita, non è propria degli uomini, ma degli adulti. E dunque la Ladra di libri, come tutti i
bambini, era meravigliosamente semplice ed è questo che la rendeva speciale al cospetto di tutti gli altri uomini che
trascorrevano apaticamente la loro insignificante esistenza, senza riuscire a vivere, senza badare alle sfumature
d'infinito che coloravano le loro giornate, senza prestare attenzione alle piccole cose che se solo fossero state notate
avrebbero reso grande la loro vita.
*** UNA PICCOLA TEORIA ***
Ognuno può essere speciale, perché ogni creatura è un piccolo miracolo del grande creato.
Il fattore “specialità” è implicito nell'uomo, è proprio di ogni individuo. Basta avere il coraggio di cercarlo, di
trovarlo e di trasformarlo da un potenziale confinato in qualche anfratto di anima ad una valvola di sfogo sul cuore da
cui far fuoriuscire la parte migliore del proprio essere.
III. GIALLO
La storia che mi appresto a raccontarvi è un po' la storia di tutte le storie. Storie di uomini per gli uomini, che
dicono qualcosa sulle loro azioni e che hanno qualcosa da dire sui loro valori, su ciò che sono, su cosa vorrebbero
essere, su cosa fanno e su cosa sognano.
Ho avuto la fortuna di conoscere un bel po' di storie, e talvolta mi è capitato di lasciarmi distrarre dai miei
innumerevoli impegni da alcune di esse, ma nessuna era riuscita a conquistarmi come questa, nessuna mi aveva fatto
provare un sentimento così magicamente meraviglioso. Per questo ho deciso di essere indegna cantastorie di questo
racconto, che profuma di infinito ed è imbevuto di una felicità sottile e tagliente, non fosse altro per provare l'ebbrezza,
almeno una volta, di donare la vita eterna ad un essere umano ed alla sua storia.
*** UN ALTRO FATTO ***
Tutti hanno diritto a guadagnarsi l'immortalità, se hanno la straordinaria capacità di cavalcare alle soglie della
vita e di spalancare le porte più recondite del vivere, se ne hanno il coraggio, la maestria ed anche la fortuna.
E poi converrete con me che nessuna storia, neanche la più banale ed insulsa, neanche la più assurda e sciocca, merita di
finire nell'archivio di un triste dimenticatoio, non fosse altro per quell'inesorabile attimo che l'ha resa speciale.
Quell'attimo fugace che appartiene ad ognuno dalla nascita, a cui si è predestinati senza volerlo, ma che si attende,
anche se inconsapevolmente, si sogna e si desidera e finisce con lo scorrere nelle vene del suo prescelto, vivendo nei
suoi respiri, pulsando nel suo petto all'unisono con il suo cuore.
IV. ROSSO
*** UNA DOMANDA E LA SUA RISPOSTA ***
Chi è l'eroe? L'eroe è quello strambo personaggio che, per intelligenza, coraggio o pazzia, comprende che essere
diversi è l'unico modo per fare la differenza.
E fare la differenza è importante, è la forza che traina il mondo, che delinea ogni orizzonte: è l'unica arma che
ha l'uomo per cambiare, per crescere, per vivere.
*** REAZIONE ALLA SUMMENZIONATA RISPOSTA ***
Per fare la differenza non è necessario compiere grandi opere, basta qualche piccola impresa che, se fatta con
amore e semplicità, sfiora l'infinito, conquista l'impensabile.
Le imprese che hanno reso Leyla Marrash degna di essere definita un'eroina sono racchiuse nell'epiteto che
qualcuno, fra le strade di quella città impregnata di orrore, aveva voluto assegnarle: Ladra di Libri, anche se credo che
più che rubarli, Leyla provvedesse a salvare i libri.
*** UN DATO SIGNIFICATIVO***
Erano anni difficili per l'umanità quelli che seguirono l'alba del XXI secolo.
Oggi qualcuno pensa ai primi decenni del 2000 come ad un secondo Medioevo, come ad altri tormentatissimi
secoli bui che eclissarono quei valori di pace, uguaglianza e fratellanza che sembravano ormai consolidati a quell'epoca
e che affermavano che tutti gli uomini fossero figli di un unico Dio e che appartenessero tutti senza alcuna gerarchia
sociale alla stessa razza umana. Ma purtroppo, evidentemente, non erano poi così ovvi e scontati per annullare del tutto
la follia che anche in quegli anni, come in quelli precedenti e quelli a venire, indusse gli uomini ad arrogarsi il diritto
assurdo di giudicare altri uomini e li portò ad avere la pretesa inconcepibile di classificarli come “diversi” o, per meglio
dire, come “sbagliati”. E fu così che nel mondo si andarono a consolidare, ancora una volta nella storia dell'uomo, due
fazioni, l'una di oppressi, gli yazidi, e l'altra di oppressori, i jihadisti, entrambe formate da uomini che erano al
contempo vittime e carnefici dell'umanità e che si apprestavano ad essere complici di una shoah senza tempo che è
razzia senza scrupoli ed è l'incarnazione più spietata ed incomprensibile dell'irrazionalità umana.
*** UN FATTO SIGNIFICATIVO ***
Avevo un gran da fare a quel tempo, che mi portava a palleggiare senza sosta fra gli anfratti del globo terrestre.
Ma ci fu un periodo, che resta tutt'oggi scolpito nella mia mente millenaria, in cui fui costretta a trasferirmi
quasi in pianta stabile in una cittadina siriana: Palmira.
Palmira era la concretizzazione della natura umana: ritraeva le sfumature più incantevoli che l'uomo riesce a
scolpire nei suoi beni e la perversa e malsana mania che è propria del suo animo contorto di far proliferare il lato più
orrido e raccapricciante del male per distruggerla. E vi sembrerà assurdo che i cavalieri apocalittici assetati di sangue
che assediarono Palmira combattessero la loro guerra annientatrice in nome di una religione, che, per definizione,
inquadrerebbe tutti gli uomini come fratelli e vorrebbe confinare le loro vite sotto un unico cielo misericordioso e non
sotto una cappa oppressoria di cattiveria.
*** LE RIFLESSIONI***
All'inizio di quel soggiorno obbligato, facevo confusione fra quei due nomi così simili di popoli così diversi o,
almeno, le due popolazioni in questione avevano di diverso solo il credo religioso, ma questo bastava ai jihadisti
per attaccare accanitamente, sotto il nome di “ISIS”, gli yazidi, imputandoli come “infedeli” e per distruggere la
loro storia.
La tradizione degli yazidi voleva che uno dei sette angeli della loro religione che veneravano come “Angelo Pavone”,
avesse riempito con le sue lacrime sette anfore per spegnere le fiamme dell'inferno. Eppure l'inferno siriano sembrava in
quell'epoca più ardente che mai e le sue fiamme bruciavano vivamente negli occhi di quei soldati apostoli della morte.
V. NERO
*** UNO SGUARDO AL PASSATO: La terra siriana era dura, testarda, aspra, insanguinata. ***
Ma per Leyla questo non era sufficiente ad annichilire il suo amore per Palmira, che era la sua terra, che
nutriva il suo cuore con la sua bellezza amena, che le apparteneva.
Leyla veva solo 9 anni quando fu costretta a crescere, quando mentre gironzolava fra le baracche del mercato della città
stringendo la mano del fratello maggiore Jawad ascoltò nel silenzio assordante che impregnava Palmira un impetuoso e
frastornante fragore di orrore e la sua eco di morte allargarsi a macchia d'olio fra le vie gremite della sua città.
*** DUE PAROLE DIFFICILI: Ho paura.***
Lelyla e Jawad corsero a perdifiato verso la loro abitazione in centro dove vivevano con i genitori. Mentre si
avvicinavano a casa Marrash, la loro diventava sempre di più una corsa a ostacoli fra macerie e cadaveri esanimi ed il
cielo era sempre più plumbeo, impregnato dal fumo maledetto di quella bomba assassina e dal suo odore soffocante.
*** UNA SEMPLICE VERITÀ: La guerra è la più orribile creatura che gli uomini abbiano creato.***
Ed io vidi allora per la prima volta la piccola Ladra di libri, anche se fino ad allora non poteva ancora essere definita
tale. Vidi la sua delicata premura nel tentare di tranquillizzare il fratello atterrito, la sua forza nello svincolarsi dalle
ceneri degli edifici distrutti, la speranza che straripava dai suoi occhi in quella corsa disperata e l'orrore ineffabile nel
vedere che la sua casa si era trasformata in un mucchio di macerie che celavano i corpi esangui dei loro genitori.
Mentre lo sconforto lacerava latente la loro anima, due uomini con il volto coperto si avvicinarono ai due
bambini e, dopo aver scaraventato fra la polvere Leyla, presero per un braccio il suo giovane fratello e lo portarono via
strattonandolo violentemente. Non ho mai capito cosa spinse i due uomini a risparmiare la vita a Leyla, contrariamente
a quanto fecero con gli altri abitanti di Palmira. E neanche lei riuscì a comprendere cosa avesse intenerito i due boia per
non trucidarla.
*** SUPPOSIZIONI (CERTE) SUL DESTINO: Il destino esiste. ***
Nella confusione di quei terribili attimi, Leyla vide fra le macerie un piccolo opuscolo scuro con un ricamo
dorato sulla copertina, che probabilmente era stato smarrito da uno dei due uomini che avevano rapito Jawad. Non
sapeva leggere ma restò incuriosita da quel libro e decise di tenerlo con sé, nascondendolo sotto la giacca. Così, fra i
tanti perché senza risposta che tormentavano la sua mente graffiata dal dolore, la ladra si ritrovò sola con la sua
solitudine e con quel libro, fra le arterie intrise di sangue di quel cimitero a cielo aperto.
VI. VERDE
*** CONSIDERAZIONI SUL TEMPO ***
Oggi era il domani di ieri: il tempo scorre velocemente davanti all'eternità.
Ora Leyla sembrava pian piano risollevarsi da quell'incubo terrificante: erano trascorsi quattro anni dall'inizio
della guerra a Palmira e benché la situazione restasse estremamente critica, gli indigeni avevano trovato un precario
equilibrio per sopravvivere agli attacchi nemici.
Leyla era ospite di una nuova famiglia da cui era stata adottata qualche tempo dopo la perdita dei suoi cari, ma
non c'era giorno in cui non ripensasse ai suoi genitori, volati in cielo con lo stesso fragore mostruoso di quella bomba,
ed al fratello, a cui chissà quale sorte era spettata.
Akram e Aisha, i suoi genitori adottivi, amavano Leyla con tutto il loro cuore e si assicuravano che non le
mancasse nulla perché crescesse dignitosamente, come ogni bambino meriterebbe di crescescere a prescindere dal suo
luogo di nascita.
*** ALCUNI DATI ***
Akram era un uomo aperto e generoso. Aisha era una donna austera e silenziosa.
Akram e Aisha erano due genitori perfetti agli occhi di Leyla.
Ma nonostante i loro sforzi, il terrore dell'oblio che affliggeva Palmira ed il suo popolo ed il fardello di un
passato così doloroso impedivano a Leyla di crescere serenamente.
Un giorno appena tornata a casa trovò nella cucina della sua abitazione una donna sulla ventina, con il corpo
scheletrico, lo sguardo spento e ricolmo di lacrime gelide come quell'inverno che assediava Palmira ed il dolore tatuato
sul volto. Era stesa sul divano fra le braccia di Aisha che la accarezzava involontariamente e fissava assente ed
agonizzante il vuoto con la bocca semi-aperta e gli occhi sbarrati. Sua madre con la voce tremante le disse : “Hadha hu
'ukhtuk”.
*** TRADUZIONE VELOCE: “Questa è tua sorella”.***
Leyla era comprensibilmente sbigottita da quell'incontro e nella sua mente affiorarono tante domande su quella
giovane donna che si era insinuata nella sua vita improvvisamente. Le sue curiosità vennero appagate dal racconto
crudo e straziante di Farah, questo il nome della ragazza. La giovane aveva una voce stridula e sottile, che squarciava
l'animo dei suoi ascoltatori così come irrompeva nel silenzio. “Sono stata catturata nel 2011 durante il primo attacco a
Palmira dai miliziani dell'ISIS ed ho vissuto in condizioni disumane che non possono essere neanche lontanamente
immaginate da chi non ha conosciuto la barbarica furia degli jihadisti. Sono stata ingabbiata, picchiata, violentata,
schiavizzata, venduta al mercato degli esseri umani, spogliata della mia dignità e macchiata dai fiotti di sangue di altre
donne a cui la vita ha riservato il mio stesso destino e che hanno preferito il suicidio a quella morte perpetua che già
aveva rapito la nostra anima, abbandonando i nostri corpi a flagellatori senza cuore. Per fortuna anche nelle notti più
oscure, proprio mentre le lacrime ti impediscono di vedere le stelle, ci sono luci che riescono a squarciare anche
l'oscurità più nefanda. La mia luce e quella delle altre schiave dell''ISIS che hanno condiviso quest'incubo con me è
stata Manqudh Alnnufus, il Salvatore di anime, che oggi vi chiedo di accogliere in questa casa come fosse per voi un
figlio”. E solo allora Layla scorse un uomo sulla quarantina seduto in un angolo di quella stanza ed assorto in preghiera
come in una mistica estasi.
Conoscevo bene Farah e le sue compagne di sventura ed ogni volta che le avevo incontrate avevo sentito sprigionarsi in
me un senso di compassione che non si addice bene al mio ruolo ma che ero quasi obbligata a provare davanti a quelle
vittime innocenti, martiri di un dolore che i loro occhi loquaci incatenati al silenzio cercavano di urlare. Avevo anche
conosciuto la fama di Manqudh, profeta di una Pasqua attesa incessantemente dai prigionieri e dai loro cari.
*** BREVE MA IMPORTANTE PRECISAZIONE ***
All'epoca dei fatti il mondo era frustato dalla violenza.
L'uomo era riuscito a creare una rete di uomini e donne che cooperavano in Siria, Iraq e Turchia per la libertà
di tutte le vittime rapite e torturate dall'Isis ed operava senza armi e violenza, si limitava ad osservare da lontano le
abitudini degli aguzzini che sorvegliavano quei lager brutali e pianificava la fuga delle donne, degli uomini e dei
bambini che vi erano rinchiusi.
Ma ovviamente intraprendendo la sua attività di “Salvatore”, Manqudh aveva deciso di rinunciare alla sua
libertà per quella delle persone che riusciva ad emancipare dalle catene della schiavitù jihadista ed era ormai diventato
uno dei ricercati più ambiti dall'ISIS. Così aveva cercato rifugio presso la casa di Farah, una delle ragazze che aveva
liberato nel suo ultimo blitz.
Quando Farah aveva interrotto il suo terribile racconto, i genitori l'avevano accompagnata nella sua camera,
una stanza che era restata per anni chiusa e a cui Leyla non aveva mai potuto aver accesso. Nella cucina erano rimasti
solo Leyla e Manqudh, che restava inabissato nella sua preghiera. Leyla sedette sul divano e quando si accorse che
l'uomo aveva finito di pregare lo guardò negli occhi neri e cerchiati ed espresse con il suo sguardo tutta la sua
ammirazione. Ma la sua incontenibile curiosità verso quell'uomo li portò quasi naturalmente ad un dialogo denso di
emozioni e di sentimenti. “Cosa ti mancherà di più in questo esilio forzato?” chiese Leyla. “Leggere. - rispose Manqudh
- La cosa che mi mancherà di più sarà leggere. Perché solo i libri riescono a salvare davvero noi uomini. Leggere ci
rende liberi. Il potere delle parole ci emancipa dalle catene dell'interesse materiale, ci salva da tutto il male che ci
circonda e tenta di affogarci nell'odio, di soffocarci con la cattiveria e di ucciderci con tutte le spregevoli insidie che
divorano i valori e annichiliscono la vita. Non fidarti di chi disprezza i libri, perché, estraneo alla bellezza della lettura e
della cultura, resterà per sempre miope al cospetto dello stupore stupefacente della vita che esplode intorno a noi.
Probabilmente se la cultura di cui i libri sono depositari si diffondesse capillarmente come riesce a propagarsi la
violenza, tutto quest'odio non esisterebbe”.
*** DUE PROBLEMI DEL MONDO ***
1) La Guerra.
2) L'Ignoranza.
VII. BLU COBALTO
Manqudh aveva proprio ragione: il potere delle parole cambia il mondo. E così il giorno seguente, ancora
affascinata da quel discorso meraviglioso, Leyla tornò a casa con un libro da donare al suo ospite. Lo aveva visto
sgusciare fuori dalla tasca di un uomo altolocato e ben vestito e aveva pensato fra sé e sé che quel signore ne avrebbe
potuti comprare a bizzeffe, mentre per Manqudh quella sarebbe stata una delle poche storie che avrebbe potuto leggere
prima che il nemico allentasse la pressione su di lui e potesse nuovamente uscire da quella casa.
*** UN DATO DI FATTO ***
L'uomo ha la necessità di giustificarsi con la propria coscienza
Una volta maturata questa convinzione, Leyla sfilò delicatamente il libro dalla tasca dell'uomo, che non si accorse
minimamente della manovra, e scappò via. Quando Manqudh venne a sapere del piccolo furto di Leyla, pur essendo
palesemente contento del regalo, rimproverò la ragazzina impertinente, che però non si curò troppo della ramanzina ed
il giorno seguente ripetè il misfatto. La vittima successiva fu una commerciante di stoffe che riservava un piccolo spazio
ai libri sulla sua bancarella. Leyla pensò che se ne fosse sparito qualcuno sicuramente non ci avrebbe fatto caso e così,
mentre la donna era intenta a vendere la sua merce, ripetè il furto. Ed i colpi della piccola ladra si fecero sempre più
frequenti e questo permise al suo amico di trascorrere le sue gionate monotone a divorare quei libri bellissimi. Manqudh
si propose inoltre di insegnare anche a lei l'arte della lettura, per condividere insieme le emozioni ineffabili che le parole
riescono a donare. Ogni giorno più motivata, Leyla si specializzò sempre di più nel rubare libri ed iniziò a prendere i
suoi furtarelli come una vera e propria missione. La guerra infatti si era ormai imposta prepotentemente sul territorio
siriano e benché non ci fossero ancora attacchi terroristici particolarmente decisivi, il nemico continuava a logorare la
cultura di quel popolo, facendo razzia di ogni cosa che potesse rappresentare una parte della loro storia. Trasformandosi
in una vera e propria “Ladra di libri”, Leyla pensava che avrebbe salvato un pezzo delle tradizioni della sua gente e le
avrebbe gelosamente preservate dalla voragine del male conservandoli nella sua casa.
*** SINTESI DEL PENSIERO DELLA LADRA: Chi dimentica la storia è carnefice dell'avvenire.***
VIII. VIOLA
La mia veneranda età mi ha permesso di assistere a molte primavere, ma quella del 2015 fu per Palmira quella
più buia e più fredda che la storia possa ricordare. Proprio in primavera per gli yazidi si concentrano le celebrazioni più
sentite per osannare l'Angelo Pavone, origine del bene e del male. Con l'impegno delle celebrazioni religiose la Ladra fu
costretta a rallentare i suoi furti per dedicarsi alla preghiera insieme alla sua famiglia ed al Salvatore di anime. Inoltre in
quei giorni le minacce da parte dell'ISIS si fecero sempre più frequenti e proccupanti per gli yazidi che vivevano sempre
di più immersi in un clima di tensione e oppressione.
Furono giorni estremamente delicati anche per Manqudh Alnnufus e tutti gli uomini e le donne che facevano
parte dell'organizzazione da lui creata. Gli attacchi mossi dagli jihadisti erano diventati insostenibili non solo per la
Siria, ma anche per l'Iraq, la Turchia e persino per alcune zone dell'Europa. L'ISIS mieteva vittime in ogni dove e
seminava il terrore in ogni angolo della Terra.
Così Manqudh aveva deciso di improvvisarsi condottiero di un esercito che era pronto a dare la vita per
combattere la morte che i jihadisti diffondevano: uomini e donne di ogni età erano pronti a scendere in campo contro
quella strage senza eguali che tormentava il loro paesi come un cancro inarrestabile. E così, l'intero Oriente si preparava
a rivoltarsi nel grembo della sua terra nella vana speranza di debellare per sempre quella guerra maledetta.
*** TRE VERITÀ SULLA GUERRA: È stupida, assurda, maledetta.***
D'altronde il popolo degli yazidi sapeva che la ... non avrebbe potuto evitare di inghiottirli, anche se avesse
voluto, perché le armi del nemico erano troppo potenti per risparmiare le loro vite. E così tutti si preparavano a vivere la
loro morte cercando di essere almeno per un attimo “eroi”.
*** UN'IPOTESI: Chi muore da eroe non muore mai.***
Per non rischiare di essere scoperti e torturati, Manqudh pensò che sarebbe stato meglio ritirarsi in una zona
abbandonata della periferia con tutti coloro che vollero seguirlo. La famiglia di Leyla aderì al complotto ed anche la
piccola Ladra, nonostante fosse appena un'adolescente, decise di combattere in difesa del suo popolo. Qualche giorno
prima di trasferirsi in quel rudere prima dell'apocalisse volle ritirarsi nella sua stanzetta per ripensare alla sua giovane
ma intensa vita. Iniziò a scrivere senza sosta quelle poche certezze che la vita le aveva donato e quei tanti dubbi che la
morte che si era impossessata di Palmira aveva disseminato in lei. Iniziò a scartabellare fra i libri che aveva accumulato
in quegli anni, i migliori della sua vita. E ritrovò anche quel piccolo opuscolo scuro con la copertina decorata da ricami
dorati. Ora lo riconosceva. Doveva essere il libro sacro di quei due scagnozzi della morte che si erano appropriati della
vita di suo fratello, gliene aveva parlato Manqudh: era al-Qurʾān, il Corano. Aprì la prima pagina con le mani tremanti e
si accorse di avere la vista sfocata a causa delle lacrime. E mentre si aspettava chissà quale inno di morte e distruzione
lesse: “As-sàlam àleikum”. La pace sia con voi.
*** UN FRAMMENTO DI VERITÀ ***
Gli uomini sono stati creati per vivere nella libertà e nella pace, ma è forse insita in ognuno di loro l'incapacità di
sottostare a questa volontà divina.
IX. GRIGIO-VERDE
Era il 23 maggio del 2015 e lo ricordo tutt'oggi come uno dei giorni più tristi e terribili della storia dell'uomo. Arrivò per
Manqudh e i suoi il segnale di battaglia già largamente annunciato che catalizzava l'intera Palmira. L'ISIS conquistò la
città e fu inferno: fiamme ardenti divampavano fra le strade della città, grida struggenti divoravano il silenzio e la quiete
ed il rosso denso del sangue penetrava nelle anime degli abitanti. Nel frattempo il rudere in cui Manqudh aveva raccolto
i suoi era gremito da uomini e donne giunti da ogni dove e tutto era pronto per contrastare il nemico.
*** UNA BREVE VISIONE ***
Ogni uomo crede, da qualche parte nella sua anima, che l'unica vera soluzione alla violenza sia la violenza.
L'armata si riversò in città per cercare di difendersi e lo spargimento di sangue fu troppo ingente perché le
parole conosciute da voi uomini possano descriverlo. Leyla, schierata fra le prime file dell'esercito con il volto semicoperto da un velo si trovò faccia a faccia con un giovane poco più grande di lei. Manqudh le aveva spiegato che in una
situazione come questa avrebbe dovuto uccidere il suo nemico, altrimenti sarebbe stato lui ad ucciderla.
Ma poteva diventare anche lei un'assassina se voleva che la morte cessasse per sempre di sottrarre anime alla
sua terra? In quel momento non importava più nulla in quel teatro orripilante, perché quello era il suo attimo.
*** UNA POSSIBILITÀ ***
Esistono uomini e donne che non sono in grado di spogliare dell'Umanità la vostra umanità.
E così, in quell'attimo sospeso nell'eternità al di là del bene e del male, c'erano solo lei e quel ragazzo. C'erano
la ragazza che aveva salvato i libri ed il ragazzo con gli occhi grigio-verdi e con chissà quale storia alle spalle. O, per
meglio dire, la Ladra la storia di quel ragazzo la conosceva eccome, semplicemente non lo sapeva perché, in quattro
anni così densi, due bambini con un vissuto così tormentato diventano adulti. E quando si diventa adulti cambiano i
volti, le idee, gli ideali. Ma nonostante vivere da oppressi, con il fiato della guerra sul collo, e convivere con gli
oppressori, che ti plasmano con le loro convinzioni, riesca a cambiare l'intero vivere di due bambini, questo non riesce a
cambiare il colore grigio-verde dei loro occhi: occhi partoriti dal dolore di una stessa madre.
*** POSTILLA SULLA GUERRA ***
In battaglia non conta il colore degli occhi, ma il colore della divisa indossata.
E quel ragazzo misterioso che lei fissava negli occhi e che probabilmente qualche anfratto del suo cuore era
riuscito a riconoscere come Jawad, non ebbe il coraggio di esitare e premette quel maledetto grilletto. Ed ecco che a
Leyla, che aveva trascorso la sua vita a rubare libri, fu rubata la vita e proprio dall'uomo che lei aveva amato più della
sua stessa esistenza. E così andai a raccogliere anche l'attimo di Leyla Marrash e lo riposi sul nastro trasportatore
dell'eternità.
*** PRESENTAZIONE DI UNA NARRATRICE INEDUCATA: Sì, sono la Morte. ***
X. BIANCO
Vi confesserò che ad assistere alle vicende di voi umani, talvolta finisco con l'illudermi che la vostra forza
sconfinata possa davvero riuscire a vincermi. Vi chiederete come può la Morte essere sconfitta... Ebbene, posso
assicurarvi che la piccola Ladra di libri c'era quasi riuscita, perché aveva spiccato quel folle volo verso la conquista
della libertà ed aveva compreso che non c'è nulla di più meraviglioso della vita. Peccato solo che voi esseri umani
abbiate avuto la seducente capacità di far intromettere nelle vostre contorte vicende l'unico male peggiore dela morte: la
Guerra. E la guerra è la guerra, e non esistono altri termini così terribili per esplicitare le sue empie caratteristiche, per
dare voce al silenzio che inghiotte, per quantificare l'alone di sangue che la contorna e raccontare il retrogusto amaro dei
conflitti che dissemina sulla Terra e che talvolta sfiorano l'assurdo. La guerra è guerra, e non c'è nulla che riesca ad
eguagliare il suo spregiudicato onore nell'essere il più grande disonore dell'Umanità, nell'essere il cancro che divora i
valori degli uomini, il morbo più invalidante che lede l'anima di un intero pianeta. La guerra è guerra ed è un inferno. E
sono l'aridità d'amore, l'indigenza di valori, la fiamma diabolica del male che brucia senza illuminare ad appicare un
incendio che dell'inferno ha tutte le caratteristiche, compresa la più agghiacciante: la Morte.
Quando la Guerra allentò la sua morsa su Palmira, la mano pietosa di un soldato con gli occhi griglio-verde
gettò un fiore rosso sul corpo esanime della Ladra di libri per dire addio ad un altro fiore mai appassito, ma reciso
troppo in fretta per crescere e far sbocciare i suoi sogni. Perché purtroppo la guerra è guerra, e non è un campo di fiori,
ma un campo minato. Ed essendo un inferno non può esserci posto per gli angeli che vogliono combatterla. Ma la risata
diabolica del male non può spegnere il sorriso di Dio, quel sorriso di misericordia che sprona gli uomini a vivere come
fratelli e che traspare dalla genuinità dei semplici, come da quello della Ladra di libri, e non dal ghigno malefico di un
esercito apocalittico assetato di sangue.
Non mi biasimerete di certo se nel prendere fra le mie braccia l'anima della Ladra di libri ho provato
quell'egoismo sopraffino nell'aver conquistato la vita di una ragazza che aveva intrappolato nei suoi occhi, anch'essi
grigio-verde, tutte le sfumature della vita, che aveva colto tutte le parole che gli uomini possano comprendere. Le mie
mani accartocciate come le pagine di un libro abbandonato all'inferno sfiorarono le sue, delicate come la primavera che
le aveva tolto la vita, ed ora che non c'erano più parole alle soglie di un mondo dov'è sola luce, c'era solo, libera ed
incontaminata, la pace. Quella pace che le aveva sottratto la Vita e che ora le restituivo io, la Morte.
*** ULTIMA POSTILLA DALLA VOSTRA NARRATRICE: Sono perseguitata dagli esseri umani. ***
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Storia di una ladra di libri