Epatite C
Cenni storici
La diagnosi sierologica di epatite A e B rivelò un
legame fra numerosi casi di epatite posttrasfusionale ed un ipotetico agente non-A,
non-B
La trasmissione sperimentale allo scimpanzé rese
disponibile un pool di plasma contenente
l’agente infettivo a titolo elevato
Il clonaggio e la sequenziazione del genoma (Choo
et al., 1989) furono condotti prima che fosse
possibile visualizzare il virione
HCV
• HCV è un virus collocato in un genere
separato (Hepacivirus) appartenente
alle Flaviviridae
• E’ dotato di involucro ed ha un
diametro di circa 50 nm
• L’acido nucleico è RNA a filamento
singolo
Genoma
• Comprende circa 9400 nt, ha polarità
(+), manca di un tratto 3’ poli(A)
• Vi sono due regioni non codificanti (NCR)
alle due estremità 5’ e 3’
• 5’-NCR è altamente conservata
Mutazioni
• La capacità di mutare rapidamente è
posseduta da una regione ipervariabile
(HVR-1) che codifica 31 aa
• Questa codifica un dominio collocato
all’estremità N-terminale di E2, e
produce variabilità di quasispecie
• Ciò consente al virus di sfuggire alla
risposta immunitaria; per tale motivo
molte infezioni cronicizzano
Genotipi
• Si riconoscono fino a 11 genotipi
maggiori, di origine non recente
• Altri autori enumerano 6 genotipi
maggiori e oltre 50 sottotipi
• Sussiste diversità per quanto attiene
a potere patogeno e responsività al
trattamento
Genotipi ed area geografica
• I genotipi 1, 2 e 3a predominano in
Nord America, Europa e Giappone
• In Europa sono relativamente comuni
3a e 1a fra i giovani ed i drogati, 1b
fra i pazienti con oltre 50 anni d’età
• Il genotipo 4 prevale in Egitto, Medio
Oriente, diverse aree africane
Serbatoio
• Rappresentato da 170 milioni di
persone con infezioni croniche
distribuite su scala mondiale
• I dati sono stimati da ricerche di
sieroprevalenza nei donatori di sangue
– Nord Europa: 0,2-0,5%
– Sud Europa, Giappone: 1,2-1,5%
– USA: 1,2%
Trasmissione
• Molti dei sieropositivi hanno una storia di
rischio parenterale
–
–
–
–
droga per vena,
trasfusioni,
terapia con emoderivati,
terapia iniettiva con siringhe di vetro nel passato)
• L’evidenza di trasmissione sessuale o
verticale/perinatale è minima (ma non nulla)
• Non è chiara la modalità di acquisizione in
molti soggetti sieropositivi
Soggetti a Rischio
• Nati da madri infette
• Coloro che hanno ricevuto una trasfusione di sangue
prima del 1992
• Coloro che hanno ricevuto sangue, prodotti del
sangue o trapianto di organi solidi da un donatore
affetto da epatite C
• Pazienti in dialisi renale da lungo tempo
• Soggetti che vengono frequentemente a contatto con
oggetti contaminati
– categorie di lavoro a rischio sono i dentisti, i barbieri, gli
agopuntori, coloro che praticano tatuaggi e piercing, se
eseguiti senza rispettare le norme di sicurezza igienica
• Drogati parenterali
• Soggetti con molteplici partner sessuali
Altre attività gravate da rischio
• Scambio di oggetti personali, come
spazzolino da denti e rasoio
• Anche le procedure endoscopiche
rappresentano un comportamento a
rischio di epatite C
Persone da sottoporre a ricerca di HCV
Diagnosi
• Ricerca di anticorpi specifici nel siero
EIA, RIBA (Recombinant Immuno
Blot Assay)
• Ricerca del genoma del virus nel
plasma/siero (RT-PCR qualitativa e
quantitativa)
• bDNA assay quantitativo: ibridazione
con oligonucleotidi ramificati,
amplificazione del segnale
Fattori associati con la cirrosi
Epatopatia terminale ed epatoma
• Negli USA HCV rende conto del
– 60-80% dei casi delle epatiti croniche
– Fino al 50% dei casi di cirrosi, epatopatia
terminale, HCC
• Non è chiaro il meccanismo dell’epatopatia
(citopatico diretto o immuno-mediato)
• Non vi sono forme intermedie a DNA né v’è
integrazione
Profilassi post-esposizione
• Non è indicato il trattamento con
immunoglobuline umane
• Non vi sono studi controllati sull’impiego
di IFN o antivirali
• Gli esposti dovrebbero essere sottoposti
a valutazione sierologica (anti-HCV) e
transaminasemica (ALT) di base, con
controlli ripetuti nel tempo
Possibili sviluppi futuri
Palumbo e coll. hanno riportato un effetto
protettivo di immunoglobuline contenenti
anticorpi anti HCV sulla trasmissione sessuale
del virus
Anticorpi monoclonali umani neutralizzanti
diretti contro epitopi di E2 hanno dimostrato
di poter prevenire l’infezione ex vivo di
frammenti di fegato umano (studio preclinico)
Palumbo F et al., BioDrugs 1999, 12:291-300
Eren R et al., J Virology 2006, 80:2654-64
Terapia
• Il trattamento dell’epatite C cronica che offre i
maggiori vantaggi è rappresentato da un ciclo
di 24, oppure 48 settimane di PegInterferone-alfa-2a e Ribavirina
• I pazienti infettati dal genotipo 2 o 3 dell’HCV
hanno probabilità 2-3 volte maggiore di
rispondere alla terapia a base di Interferone
rispetto a coloro che sono infettati dal
genotipo 1
Peg-IFN
• Il PegInterferone è un Interferone alfa
modificato chimicamente con una catena di
polietilen-glicole ( PEG ), che permette di
allungare l’emivita
• La più lunga emivita consente una
somministrazione settimanale di Interferone
anziché 3 volte a settimana
• Il PegInterferone è più attivo dell’Interferone
standard nell’inibire il virus HCV, con
percentuali di risposta sostenuta più alte, ed
un profilo di tollerabilità simile
Ribavirina
• La ribavirina è un farmaco antivirale per
os, che ha attività contro numerosi virus
• La sola ribavirina ha scarso effetto nei
confronti del virus HCV, ma associata
all’Interferone aumenta la percentuale
di risposta sostenuta di 2-3 volte
Terapia precoce
• V’è consenso crescente a favore di un
avvio precoce del trattamento con IFNα nell’epatite C a decorso prolungato
– Pazienti ancora viremici dopo 2-6 mesi
dall’infezione acuta
• Tuttavia è controverso il regime
ottimale di trattamento
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Epatite C - Haik Zarian