Responsabilità e deontologia
Insieme di regole di autodisciplina e di comportamento
autodeterminate da un gruppo professionale, alla luce dei
valori della professione stessa
(J. Bentham, 1834)
Deontologia
Ieri
DOVERI
AUTODEFINITI DA
UNA PROFESSIONE
CHE
SCATURISCONO
DAI VALORI DELLA
PROFESSIONE
STESSA
Oggi
RESPONSABILITA’ E
IMPEGNI DEL
PROFESSIONISTA
CHE
SCATURISCONO
DAI VALORI DELLA
PROFESSIONE
STESSA
Il Codice Deontologico
!   E’ il manifesto degli impegni dell’infermiere
!   Indica i modelli di comportamento che l’infermiere si
impegna a realizzare
!   E’ il decalogo delle responsabilità che l’infermiere
stesso si attribuisce, responsabilità che scaturiscono dai
valori della professione
Che cos’è un Codice
Deontologico
Oltre al processo di evoluzione professionale e alle disposizioni legislative
relative al sistema sanitario il Codice Deontologico rappresenta una
coordinata fondamentale che può orientare l’attività di assistenza
infermieristica in maniera da risultare non solo tecnicamente
avanzata, ma anche consapevole, responsabile, etica.
Va ricordato che, mentre nel 1965 il Codice Internazionale di Etica
dell’infermiera all’art. 7 dichiarava che : “L’infermiera è tenuta ad
eseguire gli ordini del medico in maniera intelligente e leale” , nel 1973 il
Codice del Consiglio Internazionale delle infermiere indicò un cambiamento
di rotta nel ruolo attribuito alle infermiere: la “responsabilità primaria”
non è più nei confronti dei medici, ma dei pazienti e cioè “di coloro che
hanno bisogno della cura dell’infermiera” richiamando allo stesso tempo ad
una azione “collaborativa con coloro che lavorano insieme a lei “. Questa
nuova prospettiva ha tra l'altro portato, in tempi diversi, all’adeguamento
dei codici deontologici nei vari paesi e in Italia (1977, 1999 e, da
ultimo, nel 2009).
Cosa afferma il Codice Deontologico?
Capo I
!  
Articolo 1 L'infermiere è il professionista
sanitario responsabile dell'assistenza
infermieristica.
!  
Articolo 2 L'assistenza infermieristica è servizio
alla persona, alla famiglia e alla collettività. Si
realizza attraverso interventi specifici, autonomi
e complementari di natura intellettuale,
tecnico-scientifica, gestionale, relazionale ed
educativa.
!  
Articolo 3 La responsabilità dell'infermiere
consiste nell’assistere, nel curare e nel prendersi
cura della persona nel rispetto della vita, della
salute, della libertà e della dignità
dell'individuo.
Capo III
!  
Articolo 11 L'infermiere fonda il proprio operato su
conoscenze validate e aggiorna saperi e competenze
attraverso la formazione permanente, la riflessione
critica sull'esperienza e la ricerca. Progetta, svolge e
partecipa ad attività di formazione. Promuove, attiva e
partecipa alla ricerca e cura la diffusione dei risultati.
!  
Articolo 12 L’infermiere riconosce il valore della
ricerca, della sperimentazione clinica e assistenziale
per l’evoluzione delle conoscenze e per i benefici
sull’assistito.
!  
Articolo 13 L'infermiere assume responsabilità in base
al proprio livello di competenza e ricorre, se
necessario, all'intervento o alla consulenza di
infermieri esperti o specialisti. Presta consulenza
ponendo le proprie conoscenze ed abilità a
disposizione della comunità professionale.
Perché parlare di deontologia?
DEONTOLOGIA
RESPONSABILITA’
COMPETENZE
Codice Deontologico e
responsabilità
!  
Il Codice è un insieme convenuto di regole e aspettative per
orientare la pratica della professione (..) con la funzione anche di
promuovere e mantenere gli standard etici di condotta
professionale (Johnstone, 1999). Rappresenta da sempre un
modello nel campo dei doveri professionali ma ora è anche un
discorso sulla responsabilità. In particolare la legge 26 febbraio
1999, n. 42 “Disposizioni in materia di professioni sanitarie” (che
ha abolito il mansionario) all’art. 1 si precisa infatti che “..il campo
proprio di attività e di responsabilità sanitarie (…) è rappresentato dai
contenuti degli specifici codici deontologici”.
!  
Questo contribuisce a rendere il Codice Deontologico sempre più
uno strumento reale e un riferimento concreto per la professione.
Infermiere come agente morale
Persona che compie scelte di natura etica poiché il suo
agire è condizionato, ma non interamente
determinato, dalle richieste dell’assistito,
dall’organizzazione del lavoro, dall’integrazione
con gli altri operatori.
Responsabilità
Cosa pensa oggi la nostra società
della responsabilità dei sanitari?
Responsabilità
La responsabilità di oggi guarda al futuro, alla possibilità di progettare
e salvaguardare l’intera comunità degli esseri viventi,
mentre quella con cui finora ci siamo confrontati è una
responsabilità che esprime un giudizio sul passato, su ciò che
è stato fatto in violazione di norme della morale o del diritto e
si traduce in sanzioni e biasimo
(H. Jonas)
Un’etica della prevenzione
e della conservazione
dell’esistente, piuttosto che un’etica della
punizione e della riparazione
(H. Jonas)
Responsabilità
RIFLESSIONE CRITICA
“l’individuo che apprende deve essere capace di:
- rendersi aperto, senza pregiudizi,
verso nuove esperienze
- riflettere e osservare queste esperienze
da differenti prospettive
- creare concetti che integrino le sue osservazioni
in teorie logiche e usare queste teorie per prendere decisioni e
risolvere
problemi“
(Kolb)
Responsabilità
SAPERE ESPERIENZIALE
“la logica riflessiva sostiene nel professionista
l’atteggiamento di analisi, di ricerca e di critica in
funzione di uno sviluppo e adeguamento continuo
della propria competenza”
(K. Popper)
Responsabilità
Gli operatori sanitari sono tutti, ex lege, portatori di una
posizione di garanzia nei confronti dei pazienti….
posizione che va sotto il nome di posizione di protezione,
la quale è contrassegnata dal dovere giuridico incombente
al soggetto di provvedere alla tutela di un certo
bene giuridico contro qualsiasi pericolo
atto a minacciarne l’integrità
(Corte Cassazione, IV sez. pen. – sent. 2/3/2000, n. 447)
Deontologia
COSCIENZA
COSCIENZA
INDIVIDUALE
PROFESSIONALE
Coscienza professionale
!   Assumersi la responsabilità dei risultati più
che della conformità delle azioni a norme e
consuetudini. Bisogna tendere a ridurre la
dispersione delle energie proprie e altrui e
individuare percorsi di assistenza da assicurare
più che singole prestazioni da erogare
Coscienza professionale
!   Migliorare la propria professionalità e
contribuire a migliorare l’intero sistema,
proponendo soluzioni innovative a partire
dalla propria esperienza. Per far ciò si devono
mettere continuamente in discussione le
abitudini consolidate, malgrado la sicurezza
che danno, vedendo i problemi non come
ostacoli , bensì come opportunità di
miglioramento
Coscienza professionale
!   Affrontare l’incertezza e il dinamismo assumendo
decisioni, senza aspettarsi soluzioni dall’esterno ed
evitando atteggiamenti del tipo “questo non mi
compete”
Coscienza professionale
!  
Rispettare e valorizzare nel luogo di lavoro le
diversità culturali di cui sono portatori i diversi
professionisti con competenze tecnico-specialistiche e
manageriali
Coscienza professionale
!   Contribuire a ottimizzare l’uso delle risorse,
soprattutto quelle umane, rendendolo il più
possibile equo ed efficiente. Si tratta di
programmare il proprio lavoro e quello degli
operatori di supporto, di integrarsi
nell’equipe e di valutare il rapporto costi/
benefici delle scelte e delle decisioni
Responsabilità
!   Superamento della conoscenza nozionistica, a favore
di un sapere applicato e integrato, critico e flessibile
!   Acquisizione di una capacità di coordinamento, di
sapiente utilizzo delle risorse di ogni tipo e di
valutazione dei risultati a fronte dei costi
!   Combinazione dell’orientamento assistenziale con
quello gestionale, per il conseguimento del miglior
equilibrio possibile tra il bene della persona assistita e
i legittimi interessi dell’azienda
Quattro principi guida sottesi al
Codice Deontologico
!   l’AUTONOMIA: rispetto per l’autodeterminazione del
paziente e coinvolgimento del paziente nelle decisioni che lo
riguardano;
!  
la BENEFICIALITÀ: orientamento al bene del paziente
secondo i suoi valori e il suo interesse;
!   la NON MALEFICIALITÀ: evitare ciò che nuoce o
danneggia il paziente;
!   - la GIUSTIZIA / EQUITA’: opporsi a discriminazioni e
ingiustizie e promuovere un’equa distribuzione delle
(limitate) risorse.
Questioni etiche e
deontologiche
nella ricerca
Ricerca infermieristica ed etica
!   Nel condurre la ricerca, gli infermieri devono
impegnarsi ad osservare i codici etici e principi di
carattere generale che si applicano a tutte le discipline.
!   La ricerca infermieristica solleva importanti problemi
deontologici, i principali riguardano la salvaguardia dei
diritti e dell’autonomia degli individui che accettano di
diventare soggetti di ricerca.
Quattro principi fondamentali
Consiglio d’Europa 1996
!  
Il “ principio di benevolenza ”, che si riconduce ai benefici potenziali che i soggetti si
attendono;
!  
Il “ principio della non malevolenza ”, che implica l’astenersi dal peggiorare la situazione
del paziente;
!  
Il “ principio del rispetto della dignità ” e l’autonomia dell’individuo;
!  
Il “ principio di giustizia ”, che si riferisce al diritto del paziente ad un trattamento
imparziale e alla riservatezza.
Esigenze etiche
Codice di Norimberga e Dichiarazione di Helsinki
1. 
La ricerca non potrà essere legittimamente condotta se
l’importanza dell’obiettivo non è proporzionata al rischio
per il soggetto
2. 
Valutare attentamente in anticipo i rischi prevedibili e
metterli a confronto con i vantaggi
3. 
Nella pubblicazione dei dati mantenere l’esattezza dei
risultati
4. 
Ogni soggetto deve essere adeguatamente informato sugli
scopi i metodi, i benefici e i potenziali rischi
Obiettivi della ricerca
!   Evitare sofferenze inutili
!   Evitare inconvenienti
!   Mancanza di libertà
Come condurre una ricerca
eticamente corretta
1. 
Valutare attentamente le condizioni di eleggibilità
2. 
Il nuovo trattamento/intervento deve avere una ragionevole
probabilità di essere efficace
3. 
Aderire agli standard internazionali
4. 
Approccio scientifico e requisiti del ricercatore
5. 
Impegno alla verità in tutti gli aspetti del processo,
controllo dell’ipotesi,-dichiarazione dei dati ( Tracy, 1986)
6. 
Informare correttamente l’utente e richiederne il consenso
informato
Quando una ricerca non è eticamente
corretta
!  
Si prevede un beneficio già confermato
!  
La ricerca è mal pianificata e mal eseguita
!  
Problema non rilevante
!  
Razionale debole o assente
!  
Mancanza di responsabilità da parte dei ricercatori (disegno-conduzione-analisi)
!  
Si commettono errori sistematici (conclusioni che esagerano il beneficio)
!  
Pochi pazienti
!  
Risultati non pubblicati (vincoli di comunicazione o pubblicazione)
Problemi etici e difficoltà di previsione
Problemi etici possono intervenire in corso d’opera
Interrompere lo studio
Etica individuale e collettiva
Intervento efficace
per la condizione clinica
BISOGNO AL
MOMENTO
Conseguimento
progresso
dell’infermieristica
UTENTI FUTURI
Chi è garante
!   Comitati etici
!   Ricercatori
Il consenso informato (1)
!   Nessun cliente, paziente o membro del personale deve mai
partecipare a sua insaputa a un progetto di ricerca
infermieristica;
!   La partecipazione deve essere volontaria, basata
sull’informazione e su un consenso esplicito;
!   Bisogna sempre ricordare che la collaborazione volontaria
alla ricerca, può essere sempre e comunque ritrattata;
!   Quando nella ricerca sono coinvolti soggetti vulnerabili ed
individui in difficili e spesso critiche condizioni di vita, quali
potrebbero essere, bambini, persone in stato incoscienza,
moribondi, può essere legittimo e doveroso richiedere il
consenso per procura.
Il consenso informato (2)
!   Il ricercatore ha il dovere di assicurare i potenziali
soggetti abbiano:
- INFORMAZIONE completa riguardante la loro
partecipazione allo studio.
- COMPRENSIONE degli OBIETTIVI e delle
MODALITA’ dello studio.
- MODULO COMPRENSIBILE da firmare per il
consenso prima della partecipazione allo studio.
Il consenso informato (3)
!  
INFORMAZIONI RIPORTATE NELLA PREPARAZIONE DEL
CONSENSO:
1. Titolo dello studio
2. Persone coinvolte nello studio
3. Invito a prendere parte allo studio
4. Ragioni per cui un soggetto è invitato a partecipare
5. Chiara descrizione degli obiettivi dello studio
6. Descrizione dettagliata delle procedure
7. Rischi potenziali psicologici, sociali o fisici con esplicitazione della
probabilità di manifestazione, severità e durata e protezioni per
contenerle
8. Potenziali benefici dello studio
9. Considerazioni economiche
10. Considerazioni sulla riservatezza
11. Libertà dei soggetti di porre qualsiasi quesito e di lasciare lo studio
senza conseguenze
Good clinical Practice (GCP)
Le norme di buona pratica clinica
!   Secondo la definizione del DM 15 Luglio 1997 , “la buona
Pratica clinica” è uno standard internazionale di etica e qualità
scientifica per progettare, condurre, registrare gli studi clinici
che coinvolgono esseri umani.
Le GCP rappresentano le linee guida di condotta etica e
scientifica, finalizzate a studiare procedure per la
organizzazione , esecuzione e documentazione degli studi
clinici , la loro verifica, fissando anche la responsabilità delle
parti coinvolte.
LINEE GUIDA PER VALUTARE LA
PROTEZIONE DEI DIRITTI UMANI NEI
REPORT DI RICERCA
!  
Il problema di ricerca è significativo?
!  
Il progetto ha un significato scientifico?
!  
Il disegno di ricerca è in grado di massimizzare i benefici e minimizzare i rischi per i
soggetti umani?
!  
La selezione dei soggetti è eticamente appropriata per studiare il problema di ricerca?
!  
Esiste evidenza di consenso volontario e informato?
!  
Il consenso informato è espresso da un tutore legale o un rappresentante di un soggetto
che è incapace di dare il proprio consenso?
!  
I soggetti sono stati invitati a prendere parte allo studio in un momento di stress elevato?
!  
E’ garantito l’anonimato?
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