Forti e Vegetariani Dott.ssa Filippa Di Bartolo il risparmio sulla materia prima Residui industriali di agrumi, alghe marine essiccate, residui di semi sgusciati di anacardi, semi e residui della lavorazione delle arachidi, banane essiccate e sfarinate, polpa e residui di barbabietola da zucchero, sottoprodotti della lavorazione della birra, bucce di cacao, farina di carne con ossa, lieviti da petrolio, farine di sangue, siero di latte, scarti essiccati di uova, urea, semi disoleati di uva, zucchero, e molto altro. L'alimentazione VEGANA esclude qualsiasi prodotto di origine animale ed ammette esclusivamente alimenti vegetali (anche marini). • Le diete vegetariane correttamente pianificate, comprese le diete totalmente vegetariane o vegane, sono salutari, adeguate dal punto di vista nutrizionale, e possono conferire benefici per la salute nella prevenzione e nel trattamento di alcune patologie. • Le diete vegetariane ben pianificate sono appropriate per individui in tutti gli stadi del ciclo vitale, ivi inclusi gravidanza, allattamento, prima e seconda infanzia e adolescenza e per gli atleti. Una dieta vegetariana è in grado di soddisfare le raccomandazioni correnti per tutti questi nutrienti. Le proteine che assumiamo con la dieta vengono digerite e demolite nei singoli aminoacidi di cui sono composte, i quali poi vanno a finire in un deposito, il "pool aminoacidico“, da cui l'organismo riprende quelli necessari a sintetizzare le proteine che gli servono in base alle esigenze. Perché possa avvenire la sintesi proteica, è necessario che l'organismo abbia a disposizione tutti i 20 diversi aminoacidi, 11 non essenziali e i 9 essenziali (AAE) che devono essere introdotti con i cibi. IL fabbisogno giornaliero raccomandato (RDA):0.8-‐1 g per kg di peso corporeo al dì, pari al 10-‐15% delle calorie totali. CIBI e PORZIONI GRAMMI di PROTEINE Pesce 250 g 58,3 fabbisogni nutrizionali proteici alla stregua Carne 250 g 72,2 Fagioli borlotti cotti 250 g 16,5 Seitan 250 g 63,6 Le proteine vegetali possono soddisfare i di quelle animali. I legumi, considerati a medio valore biologico, mancano di AAE solforati (metionina e cisteina), ma basta accoppiarli ai cereali per avere tutte le scorte di AAE. Nei nostri tessuti gli AAE derivati dai cibi animali sono indistinguibili da quelli Lenticchie cotte 250 g Funghi secchi 250 g 17,9 provenienti da cibi vegetali. 101,5 AAE dalle piante (legumi e cereali per la Gli animali di cui ci nutriamo assumono gli mucca, alghe per il pesce) Se è vero che un singolo cibo vegetale non soddisfa esattamente la dose raccomandata è anche vero che La natura ci offre una vasta varietà di cibi vegetali! Basta assicurarsi un ricco assortimento durante tutta la giornata. Non occorre infatti combinarle insieme nello stesso pasto, perché il consumo di diverse fonti di aminoacidi nel corso della giornata è in grado di assicurare l’assunzione di tutti gli aminoacidi essenziali in misura adeguata per le persone sane. Il Comitato per la Nutrizione e la Salute, del Nutrition Board NRC USA già nel 1989 consigliava che gli apporti in proteine non oltrepassassero il doppio del livello raccomandato! • E’ stato dimostrato che diete ad elevato contenuto proteico -‐ articolate sull’assunzione di carne, uova e derivati del latte, con ridotto apporto di frutta, verdura e cereali -‐ sono dannose per la salute, in quanto aumentano il rischio di comparsa di alcuni tipi di Tumore. L’assunzione di Proteine ricche di aminoacidi essenziali è infatti correlata con la presenza di elevati livelli di IGF-‐I, (Insulin-‐like Growth Factor I) implicato nello sviluppo dei principali tipi di Tumore. • Le Proteine animali, inevitabilmente accoppiate con i Grassi Saturi e il Colesterolo, favoriscono la comparsa di arteriosclerosi e cardiopatia. Inoltre, producono scorie acide che provocano la perdita di Calcio dall’osso (Osteoporosi). Nella dieta occidentale tradizionale si consuma circa il doppio delle Proteine necessarie e si tratta prevalentemente di Proteine di origine animale. I cibi animali contengono infatti circa il 30% di Proteine, contro il 10-‐15% dei cibi vegetali. I Grassi sono responsabili di molteplici effetti all’interno dell’organismo. Essi incrementano la produzione di ormoni, stimolano la produzione degli acidi biliari ACIDI GRASSI “BUONI ACIDI GRASSI “CATTIVI” possono proteggere dalle : sono collegati a un aumento malattie cardiache, di trovano nell’olio di del rischio di malattie cardiache; gli alimenti oliva, frutta secca, semi di girasole vegetali ne contengono pochissimi : possono avere risvolti sono acidi grassi monoinsaturi che vengono idrogenati e servono per prolungare la positivi sulla salute umana a patto che conservazione del cibo e per cucinare ad alte siano consumati con sobrietà e in parziale sostituzione dei grassi saturi. Possono nella carne e nei latticini, margarina, burro, ridurre i livelli di colesterolo nel sangue cheeseburger, cracker salati) sono acidi grassi polinsaturi necessari alla dieta: comprendono la famiglia degli omega 3 e omega 6 temperature. Si trovano nei cibi fritti e lavorati, • Sono da 2 a 4 volte più dannosi degli acidi grassi saturi Il colesterolo non è un nutriente "essenziale", in quanto l'organismo è in grado di produrne le quantità necessarie ai propri fabbisogni (circa 800 mg/ die). Il colesterolo assunto con la dieta é colesterolo in eccesso, che andrà a innalzare i livelli di questo grasso nel sangue, favorendo l'arteriosclerosi. E’ un grasso contenuto esclusivamente nei cibi animali, il Regno Vegetale né è privo. L’eccesso di colesterolo nel sangue è strettamente associato, insieme ai grassi saturi, alle cardiopatie coronariche. • Molti Studi indicano che le diete ad alte percentuale di Grassi aumentano il rischio individuale di sviluppare Arteriosclerosi e Tumore (mammella, colon, prostata, polmone) e possono anche influenzare negativamente la sopravvivenza di coloro che hanno già contratto queste malattie. • Causando l’ aumento di reazioni da radicali liberi provocano danni ossidativi al DNA e diversi tessuti del corpo ( rischio di artrite, cancro, malattie cardiache) • I lacto-‐ovo Vegetariani generalmente assumono il 10% in meno di grassi rispetto ai non Vegetariani; i Vegani circa il 20% GRASSI VEGETALI • Contengono colesterolo e acidi grassi saturi. • Sono strettamente • Sono ricchi di acidi grassi polinsaturi e monoinsaturi, poveri (ad eccezione di oli associati al cancro di colon, tropicali) di acidi grassi mammella, prostata, saturi e totalmente privi di polmone, ovaie colesterolo Alimenti vegetali che li contengono Acido Linolenico (OMEGA 3) Acido Linoleico (OMEGA 6) • Foglie verdi delle piante; • Semi (girasole, canapa, zucca, sesamo); • alghe di mare; • noci (nocciole e arachidi); • semi (lino, canapa); • grano; • noci (nocciole, arachidi) • soia; • oli estratti da questi alimenti. • oli estratti da questi alimenti. I vegetariani e i vegani non devono preoccuparsi troppo di non assumere gli OMEGA_ 3 del pesce, cioè gli acidi grassi a lunga catena DHA ed EPA. Questi infatti sono i prodotti di conversione dell’acido Linolenico presente nei vegetali. • Le diete vegetariane/vegane risultano generalmente ricche di acidi grassi Omega-‐6; i vegetariani dovrebbero comporre la loro dieta facendo attenzione a mantenere un rapporto di 2:1 e 4:1 tra Omega 6 e Omega 3 • I soggetti con aumentate richieste di omega-‐3, come le donne in gravidanza o in allattamento, possono trarre vantaggio dall'assunzione di microalghe ricche di DHA • Gli Acidi Grassi Omega-‐3, contenuti elettivamente nell’olio di semi di lino (acido alfa-‐linolenico), secondo vari Studi, ridurrebbero sensibilmente l’incidenza di Tumori di mammella e colon. Sia gli Acidi Grassi Monoinsaturi che gli Acidi Grassi Omega-‐3 sono in grado di conferire protezione nei confronti delle cardiopatie, riducendo l’aggregabilità piastrinica. Il componente di globuli rossi e muscoli La dose giornaliera raccomandata è di 10-‐15 mg. E' convenzione che le quantità raccomandate di ferro nei vegetariani siano di 1.8 volte quelle dei non-‐vegetariani Legato alle emoproteine muscolari, è presente al 40% nelle carni e nelle uova, il restante 60% è in forma non-‐eme Il ferro inorganico. I cibi vegetali (legumi, cereali integrali, verdure verdi, frutta secca e semi) sono ricchissimi di Ferro non-‐eme che è molto più sensibile sia alle sostanze e alle pratiche che inibiscono che a quelle che facilitano l'assorbimento del ferro a partire dal cibo. Accoppiare i cibi ricchi di Ferro con Vitamina C Evitare l’associazione con cibi ricchi di (latticini, acque Minerali), (caffè, cioccolato, vino rosso), (spinaci) Eliminare i da legumi e cereali integrali con accorgimenti quali l’ammollo preventivo seguito da abbondanti risciacqui o la germinazione di cereali, semi e legumi L’anemia da carenza di Ferro non è più diffusa nei vegetariani rispetto agli onnivori, anche se i primi presentano riserve di Ferro più limitate.* Ciò costituisce un VANTAGGIO : un eccesso di Ferro può combinarsi con specie reattive dell’ossigeno, i radicali liberi: elevati depositi di Ferro costituiscono fattore di rischio per molte malattie croniche. * Fonte: Am J Clin Nutr. 1994 May;59(5 Suppl):1233S-‐1237S. Iron status of vegetarians. Craig WJ. • Quasi tutto il calcio dell'organismo è contenuto nello scheletro che è la banca del calcio. Nel sangue piccole quantità di calcio sono indispensabili per importantissime funzioni quali la contrazione del muscolo scheletrico e cardiaco, permette la coagulazione e la trasmissione degli impulsi nervosi. ll fabbisogno di Calcio nella popolazione generale è di circa 1 g al dì, e questo quantitativo è generalmente garantito nei Lacto-‐Ovo-‐Vegetariani. Nei Vegani, l’assunzione di Calcio può essere inferiore, ma questi soggetti presentano un fabbisogno ridotto rispetto agli individui che assumono cibi animali, dal momento che il consumo esclusivo di Proteine vegetali è in grado di ridurre le perdite di questo minerale, mantenendone positivo il bilancio all’interno dell’organismo, soprattutto se gli introiti di Sodio sono anch’essi ridotti. Quando si porta il consumo di Proteine animali da 35-‐40 a 78 g. al dì le perdite di calcio arrivano ad aumentare anche del 53% COME RIDURRE LE PERDITE DI CALCIO Limitare l’introito di Sodio; , se in eccesso viene riassorbito dai reni a scapito del Calcio che viene perso con le urine. Evitare di assumere troppe proteine animali che acidificano il pH del sangue e muovono le riserve del calcio dalle ossa. Dopo i 30 anni, quando fisiologicamente le perdite iniziano ad aumentare, scegliere una dieta e uno stile di vita che aiutino a mantenere i livelli di calcio Assumere 6-‐8 porzioni di cibi ricchi di calcio nel corso della giornata (fonti ottimali di Calcio sono “greens and beans”, cioè legumi e verdure a foglia verde quali broccoli, cavoletti di Bruxell, cavoli, cavoli verdi, crucifere, bietole da coste, ed altre verdure verdi, eccetto gli spinaci). Usare tofu arricchito di calcio Bere acque povere di sodio e ricche di calcio Correre, passeggiare, alzare pesi Attenzione a non incorrere in carenze di Vitamina D di cui sono poveri gli alimenti vegetali: è sufficiente prendere il sole 10-‐15 minuti al dì su mani e viso per le persone con pelli chiare e 30 minuti per quelle con pelli scure. • Le proteine animali causano acidificazione del sangue che porta ad estrarre il calcio dalle ossa, con conseguente aumento della calciuria con ossa più sottili e fragili. • Questa teoria fu espressa già nel 1920 (Sherman,H.C.), poi ripresa nel 1982 da Barzel fino a studi più recenti che hanno evidenziato come statunitensi, europei e abitanti del Sud Pacifico (Australia e Nuova Zelanda) siano i paesi con il maggior consumo di latte e anche quelli con i più elevati tassi di fratture dell’anca (considerato indice affidabile di gravità dell’osteoporosi (Frassetto L.A. et al., 2000) • La vitamina B12 è indispensabile per il corretto svolgimento di importanti tappe metaboliche: la sintesi degli acidi nucleici che permette tra l'altro la formazione dei Globuli Rossi, il metabolismo di proteine e lipidi, assicura l'integrità del Sistema Nervoso centrale e periferico. • La B12 non è prodotta dagli animali, ma da microorganismi! • I cibi vegetali non contengono Vitamina B12 se non come frutto di inquinamento, mentre i cibi animali (carni, uova e latticini) contengono la Vitamina B12, essa viene assunta dall’animale tramite i batteri presenti nel terreno (o aggiunta come integratore ai mangimi); quella non utilizzata per i fabbisogni dell’animale viene depositata in fegato e muscoli. • Da ciò non si deve dedurre che la Dieta Vegetariana sia inadeguata, piuttosto che le attuali misure di igiene degli alimenti compromettono un’assunzione naturale di Vitamina B12, cosa che invece non succederebbe in una ipotetica vita “in Natura”. • Un’adeguata assunzione di B12 è fondamentale a tutte le età e non riguarda solo i vegetariani/vegani ma anche donne in gravidanza, bambini, adolescenti e coloro che superano i 50 anni (hanno difficoltà a sintetizzare il “fattore intrinseco” che lega la B12 insieme al Calcio) • La B12 viene riciclata dall’organismo in maniera efficiente e le sue riserve possono bastare anche per 2/3 anni ma questo varia da persona a persona • I vegani e i vegetariani che assumono limitate quantità di latticini e uova e coloro che devono far fronte a carenze possono attingere SOLO da CIBI ARRICCHITI O INTEGRATORI: alghe di mare, alga spirulina, funghi, noci e legumi non costituiscono fonti affidabili di B12 E’ quindi essenziale integrare la B12 con I valori normali ematici sono compresi tra 200 e opportuni preparati, facilmente reperibili in 900 pg/ml; a livelli minori di 100 pg/ml è commercio, al fine di ottenere il massimo dei necessaria l’integrazione: le basse quantità di vantaggi dalla Dieta Vegetariana, annullando gli B12 non riescono infatti a contenere l’aumento di effetti dannosi della carenza di B12. omocisteina (dannosa per le pareti arteriose). L’ • anemia macrocitica che ne può derivare può Nei Vegani, per mantenere livelli ematici di B12 essere evidenziata da un semplice emocromo. sopra i 300 pmol/l è necessaria una quantità assorbita di circa 1.5 mcg/die. Questa quantità è Esami di laboratorio da eseguire per il controllo ottenibile con l’assunzione di: della B12: • • B12 sierica • Omocisteina • Acido Folico • Emocromo Integratori di Vitamina B12 3 mcg/die a partire da cibi fortificati assunti nel corso di parecchi pasti, oppure • 10 mcg/die da un’unica dose giornaliera di integratore, oppure • 2000 mcg/settimana da un supplemento in unica assunzione, probabilmente il metodo più comodo. STUDI SUI VEGETARIANI • I due principali studi prospettici sono: • Il Mortality Study Seventh Day Adventist (ha confrontato vegetariani avventisti con Non-‐vegetariani in generale) • L’Adventist Health Study (che ha confrontato Vegetariani e Non Vegetariani, tutti Avventisti) • Fondamentale è stato anche il contributo del “Progetto Cina”, un importante studio epidemiologico durato ventisette anni e realizzato in collaborazione con varie università: Cornell University, Oxford University, la Chinese Academy of Preventive Medicine; finanziato dai National Institutes of Health, dall’American Cancer Society e dall’American Institute for Cancer Research. Sono stai messi a confronto dati epidemiologici di pazienti americani, nippo-‐americani e cinesi. 1. Cancro 2. Osteoporosi 3. Cardiopatie 4. Diabete 5. Sindrome Metabolica • I vegetariani tendono a presentare ridotti tassi di molti tipi di cancro se confrontati con la popolazione generale. I dati che derivano dall'Adventist Health Study hanno dimostrato che i non-‐vegetariani presentavano un sostanziale aumento del rischio sia per i tumori del che della in confronto ai vegetariani ascrivibili a una minore assunzione di grassi saturi. • Il consumo di carni rosse e carni trasformate risulta associato in modo consistente con un aumento del rischio di cancro del colon-‐retto. Mangiare una salsiccia al giorno o una porzione di prosciutto, pancetta, salame o hot dog, fa salire del 20% il rischio del cancro al colon. E' quanto affermano gli scienziati del World Cancer Research Fund (Wcrf) secondo i quali i britannici, grandi consumatori di salsicce e bacon, sarebbero tra i più esposti, con 16000 decessi all’anno. (World Cancer Research Fund, Food, Nutrition, Physical Activity, and the Prevention of Cancer: A Global Perspective, American Institute for Cancer Research, Washington, DC (2007). Luglio 2012 Una ricerca pubblicata di recente e condotta dall’Università della Southern California (USC) e dall’Istituto di Prevenzione del Cancro della California (CPIC) ha rilevato che la cottura di carni rosse ad alte temperature può aumentare il rischio del cancro alla prostata fino al 40% I ricercatori sospettano che sia dovuto alla formazione di agenti cancerogeni che danneggiano il DNA: amine eterocicliche (HCA) che si formano durante la cottura della carne rossa e pollame e gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) che si formano durante la cottura alla griglia o dal fumo che viene a contatto con la carne. Joshi AD, Corral R, Catsburg C, Lewinger JP, Koo J, John EM, Ingles S, Stern MC -‐ “Red meat and poultry, cooking practices, genetic susceptibility and risk of prostate cancer: results from the California Collaborative Prostate Cancer Study” -‐ Carcinogenesis, Oxford Universit 20.885 medici americani studiati per 13 anni (1982-‐1995), il Physicians' Health Study, ha dimostrato che i soggetti che mangiavano 2 porzioni e mezzo di latticini al giorno, avevano un aumento del 30% del cancro della prostata rispetto a quelli che mangiavano mezza porzione al giorno di latticini o niente (1 porzione USA = 100 gr formaggio fresco o 30 gr formaggio dolce). Questo studio diretto dalla dottoressa June Chan e colleghi dell'Università di Harvard (USA) è stato pubblicato nell'ottobre del 2001 sull' American Journal of Clinical Nutrition. Lo studio è il sedicesimo lavoro che ha dimostrato questo legame tra latticini e cancro prostatico, in seguito fu scoperto che l'IGF-‐1 accelera la crescita delle cellule del cancro mammario. • In forte contrasto con questi dati uomini che mangiano 3 o più portate al giorno di verdura hanno un calo del rischio del 48% di contrarre un cancro prostatico. Il licopene dei pomodori e dei meloni, il betacarotene dei vegetali sono associati in modo particolare alla riduzione del rischio del cancro. • Nonostante la comune credenza che sia sufficiente assumere quantità adeguate di Calcio per proteggere la salute dell’osso, si è visto che l’incidenza di questa malattia è elevata proprio in quei Paesi dove pure è elevato il consumo di Calcio alimentare sotto forma di latticini con aumento della calciuria del 53% quando si porta il consumo di Proteine animali da 35 a 78 g. Alla perdita di Massa Ossea concorrono diversi fattori, denominati “Ladri di Calcio”: le Proteine nella dieta, soprattutto quelle animali; il Sodio, sotto forma di Sale da Cucina, e quello contenuto nei Cibi Animali confezionati; la Caffeina; il Fumo; la mancanza di Attività Fisica; il Fosforo, contenuto nella carne. E’ stato dimostrato che la dieta Vegana e quella latto-‐ovo vegetariana offrono una maggiore protezione nei confronti delle malattie cardiache. Negli Avventisti del Settimo Giorno è stato riscontrato una frequenza di attacchi di cuore del 20 % in meno rispetto alla popolazione in generale, ascrivibile a : • Riduzione del livello di colesterolo totale; • aumento di assunzione di fibre, proteine vegetali, grassi polinsaturi, contribuiscono a mantenere bassi livelli di colesterolo sierico (135-‐165mg/dl contro i 177-‐205 mg/dl della popolazione in generale); • Aumento di antiossidanti (vit E, carotenoidi, vit.C, flavonoidi) che contrastano l’ossidazione del colesterolo LDL , quello cattivo; • Diminuzione della pressione arteriosa grazie a maggior assunzione di potassio, magnesio, fibre e concomitante diminuzione di sodio e di grassi saturi; • Minore BMI (indice di massa corporea). • I vegani rappresentano, a livello mondiale, la categoria di persone con la più bassa frequenza di diabete di tipo 2. • Lo studio di Snowdon del 1985 sugli Avventisti del settimo giorno collega il minor rischio a : Ridotta obesità Minor consumo di grassi saturi Maggior consumo di fibre che migliora la risposta del glucosio nel sangue Maggiore assunzione di magnesio (insufficienti quantità di questo minerale porterebbero a una resistenza all’insulina) Maggior consumo di cibi non raffinati con basso indice glicemico • Uno studio pilota di Nicholson nel 1999 ha confrontato l’andamento del diabete in soggetti vegani e un gruppo di controllo che seguiva un regime onnivoro ma povero di grassi. ALIMENTAZIONE VEGANA GRUPPO DI CONTROLLO 50% riesce a ridurre i farmaci per os per il controllo della glicemia 35% riesce a ridurre l’insuina 15% riesce a interrompere la terapia Riduce la glicemia ma nessuna possibilità di ridurre la terapia farmacologica Condizione che racchiude insieme quei fattori di rischio metabolici che aumentano la possibilità di sviluppare malattie cardiache, ictus e diabete. Diagnosticata in presenza di tre o più dei seguenti fattori di rischio: • Obesità centrale (circonferenza vita >102 per i maschi, > 88 per le femmine); • Glicemia a digiuno > 110 mg/dl; • Ipertensione arteriosa (PA >130/85); • Ipertrigliceridemia (>150 mg/dl); • Ridotto colesterolo HDL (il colestrerolo buono) <40 mg/dl • Un recente studio dei ricercatori Rizzo et al., ha confrontato diversi modelli dietetici (773 soggetti) in relazione ai fattori di rischio metabolici e alla sindrome metabolica. • I risultati hanno mostrato che il modello dietetico vegetariano era associato a valori medi significativamente più favoreli di pressione arteriosa, circonferenza vita,BMI, glcemia e trigliceridi ematici rispetto ai non vegetariani. CONCLUSIONI Numerose pubblicazioni hanno accertato come -‐ grazie all'abbondante introduzione di vitamine, minerali, fibre, carboidrati complessi, oligoelementi -‐ nelle persone che basano la propria alimentazione su cibi di orgine vegetale, sia considerevolmente minore l'incidenza di gravi patologie quali tumori, ipertensione, arteriosclerosi, infarto, ictus, diabete, obesità, osteoporosi, calcoli e altre patologie che costituiscono le principali cause di malattia e mortalità nei paesi industrializzati, patologie appunto denominate dell’ “ABBONDANZA” . • ALIMENTAZIONE CARNEA ALIMENTAZIONE VEGETARIANA La carne è l'ambiente ideale per la coltura della maggior parte dei germi; • secchi, nella manioca e nelle patate, che vengono favorisce lo sviluppo di tutte le malattie depositati come riserva energetica sotto forma di degenerative come quelle cardiovascolari glicogeno nel fegato e nei muscoli; Essendo troppo ricca di proteine, la carne può essere causa di insufficienza renale; • Aumenta la resistenza fisica grazie ad una notevole presenza di amidi, nei cereali, nei legumi Essendo troppo ricca di grassi, la carne ed il cancro; • • • Evita la stitichezza grazie all'elevata presenza di fibre che regolarizzano il transito intestinale; • Riduce i rischi di malattie cardiocircolatorie e cancro grazie ad una percentuale di lipidi meno L'alimentazione ricca di albumine e elevata e più equilibrata; riduce il rischio di altre grassi favorisce la proliferazione dei malattie degenerative fra le più comuni della batteri della putrefazione, con malassorbimento delle vitamine e produzione di sostanze cancerogene. nostra società, come: artrite, artrosi, diabete, obesità, osteoporosi. BIBLIOGRAFIA GENERALE • Diventare Vegani_Vesanto Melina, Brenda Davis-‐ Gruppo Editoriale Macro • McDougall,j., 2rapid reduction of serum cholesterol and blood pressure by a twelve-‐day, very low fat, strictly vegetarian diet”, J.Am.Coll. 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