LA CULTURA COME CREAZIONE
SOCIALE
CHI CREA LA CULTURA?
CHI CREA LA CULTURA?
La risposta della sociologia:
la cultura e le opere culturali sono creazioni
collettive, prodotti sociali.
Tratto da SlideFinder - Prof.ssa Gaia Peruzzi Sociologia della cultura
Le risposte più diffuse nel senso comune:
il genio individuale produce cultura!
I sociologi e le correnti della sociologia che sostengono la
concezione della cultura come creazione sociale:
1.
Emile Durkheim
2.
interazionismo simbolico
3.
studi sulle subculture
4.
ricerche su innovazione culturale.
EMILE DURKHEIM (1858-1917)

Per la sociologia della
cultura, Durkheim è
importante perché fonda la
teoria della cultura come
rappresentazione
collettiva. La cultura
risponde al bisogno di
rappresentare la stessa
esperienza del sociale, che
trascende gli individui e le
loro motivazioni psicologiche.
LO STUDIO DI DURKHEIM SUL SUICIDIO

Durkheim mostra come anche un gesto estremo,
che nel sentire comune si fonda su un disagio di
tipo psicologico, ha profonde radici sociali.
 tentativo di stabilire un criterio scientifico
oggettivo per studiare la società che sia
indipendente dalle motivazioni psicologiche degli
individui
LA RELIGIONE SECONDO DURKHEIM/1
Durkheim vuole studiare la società
moderne, che sono società complesse
a solidarietà organica (e non più
a solidarietà meccanica).
2)
Per farlo va indietro a studiare le
forme elementari della religione,
ovvero il sistema di idee principale
con cui gli uomini guardano e
apprendono il mondo.
3)
La religione primordiale che
esamina è il totemismo degli
aborigeni australiani e degli indiani
d’America.
Immagine tratta da http://www.roma147.org/147/totem.html
1)
LA RELIGIONE SECONDO DURKHEIM/2




Dato che tutto può essere oggetto sacro, la sacralità del simbolo
religioso non sta in un determinato oggetto ma deriva dal significato
(connotativo) che la società conferisce all’oggetto stesso.
Gli individui attraverso il simbolo si sentono parte di una
comunità. Il senso del sacro, ovvero della società, si manifesta
nell’esperienza del singolo quando è in armonia morale con i suoi
compagni. Allora “[…] ha più fiducia, più coraggio e forza nell’azione,
proprio come il credente che pensa di sentire lo sguardo di Dio diretto verso
di lui” (Durkheim, 1912).
La società utilizza il simbolo sacro per riunirsi ed
autorappresentarsi (distinguendosi da altre società).
Dio e la società sono la stessa cosa perchè i simboli religiosi non sono
altri che un modo in cui la società rappresenta sé stessa. La sacralità
deriva quindi dal fatto che il simbolo rappresenta la comunità: “[…] così se
è allo stesso tempo simbolo di Dio e della società, non è forse perché Dio e
la società sono la stessa cosa?”
 La forza religiosa non deriva da un totem o da un Dio ma
dall’esperienza del sociale!
LA FUNZIONE DELLA CULTURA


I gruppi e le società hanno bisogno di rappresentazioni di
sé stesse per ispirare unità e mutuo aiuto  cultura
Il sociologo che vuol comprendere un gruppo di persone,
deve cercare le forme in cui costoro esprimono il proprio
stare insieme, fare società; se vuol comprendere un
prodotto culturale, deve interrogarsi su perché e come le
persone lo usano.
Tratto da SlideFinder - Prof.ssa Gaia
Peruzzi - Sociologia della cultura
APORIE DEL PENSIERO DI DURKHEIM

Se la cultura è del tutto indipendente dalle
motivazioni individuali, come si spiega il
cambiamento culturale? Da dove deriva?
LE SUBCULTURE
Una subcultura è un gruppo sociale i cui membri
hanno interazioni così forti da sviluppare significati
propri, diversi dall’ambiente culturale che sta loro
intorno.
I significati, la cultura prodotta da una subcultura si
definisce idiocultura (“cultura propria”).
LE SUBCULTURE/2
I membri di una subcultura condividono:
un
linguaggio
norme di convivenza
alcune
degli
preferenze di consumo
stili di vita.
La subcultura può configurarsi come una controcultura.
Culture e subculture sono mondi sociali in cui si entra
apprendendo i significati condivisi dal gruppo.
Tratto da SlideFinder - Prof.ssa Gaia
Peruzzi - Sociologia della cultura
delle
UN CASO ESTREMO: LA SUBCULTURA
MAFIOSA
Roberto Saviano parla della mafia in Italia Vieni via con me Rai3 15-11-10 parte 1
http://www.youtube.com/watch?v=x7ckreSbdOs

L’IDIOCULTURA: CULTURA DEL SUBGRUPPO
ORGANIZZATA IN SIMBOLI





I simboli devono basarsi su informazioni note
I simboli devono essere funzionali
I simboli devono essere facilmente utilizzabili
I simboli devono essere appropriati
I simboli devono essere utilizzati ripetutamente
L’INTERAZIONISMO SIMBOLICO
Questa corrente della sociologia della cultura si interroga su
quali siano i meccanismi microsociologici con cui le
norme sociali vengono interiorizzate dagli individui?
Tentativo di analizzare come la dimensione sociale
influisce sulla dimensione psicologica individuale.
L’INTERAZIONISMO SIMBOLICO/2
I membri di una cultura spesso
danno per scontate le proprie
norme e i propri ruoli, come se
fossero dati, “naturali”.
L’interazionismo
simbolico
è
invece interessato ad esplicitare il
modo in cui gli individui creano
attivamente le proprie norme e i
propri ruoli.
Foto tratta da
http://www.disonline.it/immagini%20vita%20quotidiana%20oggi.htm
Il significato culturale nasce
dall'interazione tra gli individui:
il significato è un prodotto sociale.
L’INTERAZIONISMO SIMBOLICO/3
Per la costruzione della propria identità è fondamentale la
dimensione sociale, in particolare i giudizi delle altre persone e
della società su di noi, i ruoli che impersoniamo.
 Il sé si forma solo in relazione con altri.
Come gli individui interiorizzano questi giudizi? Come costruiscono
socialmente il proprio sè?
ALCUNI ESEMPI DI TEORIE
INTERAZIONISTE
C. Cooley, 1902
Nell’interazione c’è uno “specchio del sé” che prevede tre
momenti:
1) il sé immagina la reazione di un altro alla propria azione
2) il sé immagina il giudizio dell’altro sulla propria azione
3) il sé ha una reazione emotiva.
G. Mead, 1934
Il bambino impara a tenere conto dei ruoli degli altri: passa dal
gioco semplice (play), al gioco complesso (game) e infine
interiorizza un “altro generalizzato”.
E. Goffman, 1959
Ogni individuo nell’interazione è un attore sulla scena pubblica
che interpreta un ruolo e realizza delle performance. La
percezione del giudizio degli altri rafforza o indebolisce
l’identificazione nel ruolo.
GOFFMANN: LA METAFORA TEATRALE
Ribalta:
luogo dove si mette in
scena il ruolo da incarnare,
nascondendo comportamenti e
atteggiamenti contrari ad esso.
Retroscena:
luogo dove si prepara e
ripassa la parte, dove l’attore può
lasciare la maschera ed uscire dal
ruolo, dove si prendono accordi sulla
rappresentazione.
Foto tratta dal sito: www.ilcapoluogo.com
L’identità è un concetto chiave
nell’interazionismo simbolico. Il sé
cerca di proiettare dei significati su
coloro con cui interagisce e di
interpretare i significati veicolati dagli
altri.
GOFFMANN: UN ESEMPIO
Un professionista presenta un lavoro ad un
cliente (scena) e ne discute poi con i colleghi
(retroscena).
 Tuttavia il suo ruolo con i colleghi è a sua volta
una scena, che ha come retroscena ad esempio il
suo gruppo di amici esterno al lavoro.
 A sua volta, nel gruppo di amici, il professionista
interpreta un ruolo che può avere come
retroscena la dimensione familiare.

 In ognuna di queste scene, il soggetto cerca
conferme della sua adeguatezza al ruolo che sta
ricoprendo.

Durante queste interazioni, la cultura acquisita
viene utilizzata ma le reazioni degli altri
modificano le percezioni e sono causa della
creazione di nuova cultura.
LA TEORIA DEI BISOGNI DI MASLOW E
L’INTERAZIONISMO SIMBOLICO


Per la teoria dei
bisogni di
Maslow (1962),
l’uomo soddisfa
prima i bisogni
primari e solo
successivamente
i bisogni sociali.
Per i teorici dell’interazionismo simbolico, invece, la costruzione
del sé sociale è un bisogno fondamentale dell’uomo e parte
integrante di ogni azione umana.
RICERCHE SU INNOVAZIONE SOCIALE
Come si produce l’innovazione culturale?
La teoria del riflesso ipotizza che ogni cambiamento culturale sia la
conseguenza di una trasformazione sociale.
 es. vita nelle foreste americane in seguito al disboscamento
La teoria weberiana mostra che questo non è sempre vero: talvolta un
prodotto culturale anticipa le trasformazioni sociali.
 es. lo spirito del capitalismo


Risulta perciò difficile individuare esattamente
se l’origine del cambiamento culturale risiede in
un precedente cambiamento delle condizioni
materiali o sociali oppure se la sfera della cultura
produce cambiamenti in autonomia.
Ciò che è possibile osservare, tuttavia, sono delle
regolarità nei fenomeni di innovazione culturale
(vedi slide successiva).
CARATTERISTICHE
DELL’INNOVAZIONE
CULTURALE
Le teorie della produzione culturale riconoscono che il
cambiamento culturale può essere anche casuale, ma
segnalano delle costanti che sembrano caratterizzare
comunque questi processi di trasformazione:
1) alcuni periodi, caratterizzati da instabilità e crisi
(es. cambiamento demografico, guerra, mutamenti
economici), sono più favorevoli di altri alla produzione di
innovazione culturale.
2) le innovazioni si basano sulla cultura
precedente:
i creatori culturali reagiscono a
convenzioni più che innovarle radicalmente
3) alcune innovazioni hanno più probabilità di altre di
affermarsi, e questo dipende anche dalle possibilità
materiali della loro diffusione.
IL SESSANTOTTO/1
Il movimento culturale nato nel sessantotto apporta un
serie rilevante di mutamenti e innovazioni artistiche e
culturali. La sua particolarità e rilevanza risiede nella
simultaneità e la vastità geografica della sua diffusione,
partita dagli Stati Uniti.
Alcuni argomenti chiave delle proteste:
Critica del principio di autorità (nella famiglia, nella
scuola, nell’Università ma anche nella politica
internazionale)
Critica della morale tradizionale
Affermazione dell’uguaglianza
Critica del consumismo
Affermazione di una maggiore libertà sessuale
Ruolo della donna
IL SESSANTOTTO/2
Tuttavia anche il sessantotto ha cause materiali e
sociali:
Prosperità economica
 Movimenti per i diritti civili degli afroamericani
 Baby boom
 Guerra del Vietnam

IL TEAM BUILDING AZIENDALE: ESEMPIO DI
SVILUPPO GUIDATO DELLA COSTRUZIONE DI CULTURA
Dal sito: www.eventmedia.it
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3. cultura come creazione collettiva