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PG
PRIMO
PIANO
MEDIO ORIENTE
e terrorismo
ROMA - Nelle mani dell'Isis o
presto libere. A venti giorni dal
loro rapimento in Siria, si torna
a parlare di Vanessa Marzullo e
Greta Ramelli, ma se il britannico Guardian scrive di due italiane finite nelle mani degli jihadisti dello Stato islamico senza
citarne il nome, il quotidiano
panarabo al Quds al Arabi riferisce che Vanessa e Greta sono
state rapite un gruppo di ribelli
che con l'Isis non ha nulla a che
fare, che stanno bene e che
verranno presto rilasciate. Una
cattiva notizia e una buona
notizia, entrambe impossibili
da verificare. L'unica certezza,
al momento, è che delle due
cooperanti, rapite all'inizio di
agosto, così come di padre
dall'Oglio, scomparso sempre
in Siria ormai
un anno fa,
non si sa più
nulla.
Dopo la diff u s i o n e
dell'atroce video che mostra la decapitazione del
giornalista
americano
Jim
Foley,
l'ipotesi più temuta arriva
dunque dal
Guardian che,
senza fare direttamente il
nome delle
due cooperanti, stila un elenco degli oltre 20
prigionieri dell’Isis: gli ultimi
sequestrati sono un danese, un
giapponese e due donne italiane, appunto. Il quotidiano britannico non dice di più - e al
momento questa indiscrezione
non avrebbe trovato conferma mentre il giornale arabo dedica
a Vanessa e Greta un articolo
ricco di particolari, citando una
fonte del gruppo di ribelli
Ahrar ash Sham che avrebbe
annunciato la cattura di uno dei
rapitori delle ragazze. La fonte
assicura al giornale che le due
Venerdì 22 agosto 2014
IL MISTERO
I TIMORI
Le due cooperanti
sono scomparse
all’inizio di agosto
Nessuna notizia
ormai da un anno
di padre Dall’Oglio
PauraperVanessaeGreta
«Sononellemanidell’Isis»
Il britannico Guardian: due italiane tra i 20 prigionieri degli jihadisti dello Stato islamico
Ma un giornale arabo smentisce: le hanno rapite alcuni ribelli, presto saranno liberate
La cellula del terrore
Beatles
Leader
Si fanno chiamare così i tre
terroristi, probabilmente
di nazionalità britannica,
appartenenti alla cellula che ha
barbaramente decapitato
il reporter Usa James Foley
Secondo il Guardian sarebbero 20
gli stranieri ostaggio dei militanti
islamici nella roccaforte di Raqqa
Gli esperti di antiterrorismo
stimano fino a 500
gli estremisti di nazionalità
britannica “irretiti” dall’Isis
dopo essersi recati
a combattere in Iraq e Siria
TURCHIA
Al Hasakah
Aleppo
Jihadisti stranieri
Potrebbe essere l’uomo
del video della decapitazione.
Si fa chiamare John e,
secondo gli esperti che ne
hanno analizzato l’accento,
potrebbe venire dalla zona
di Londra
SIIR
SIRIA
IRIA
RIA
RI
R
IA IRAQ
RAQ
RA
R
AQ
AQ
Mosul
Ebril
Kurdistan
Raqqa
Kirkuk
Dayr az Zawr
LIBANO
Baiji
Tikrit
SIRIA
Falluja
I familiari:
speriamo
di poterle
riabbracciare
Damasco
IRAN
Ramadi
Baghdad
Kerbala
GIORDANIA
Najaf
Provincia con zone
occupate dallo Stato
Islamico (Is)
Città occupata dall’Is
IRAQ
Nassiriya
Bassora
ANSA
SCOMPARSI
Il gesuita padre Paolo Dall’Oglio
e, nella foto in alto, Greta Ramelli
(a sinistra) con Greta Marzullo
Sono stati tutti e tre rapiti in Siria
cooperanti «stanno bene» e che
saranno liberate «forse nelle
prossime ore». E spiega che il
rapitore finito nelle mani del
gruppo avrebbe confessato che
«stava trattando con le autorità
italiane per raggiungere un accordo su un riscatto». Si tratterebbe di un «membro di una
brigata dell'opposizione siria-
na» - e dunque non dello Stato
islamico - catturato nei pressi
di Sarmada, località a ridosso
del confine con la Turchia nella
regione di Idlib.
IL CASO L’angoscia della madre di Gianluca Salviato, il tecnico veneto sparito a Tobruk lo scorso marzo
«Il ministro vada in Libia e chieda di mio figlio»
Nicola De Rossi
MARTELLAGO (VENEZIA)
«Il ministro Mogherini vada anche in Libia a parlare di mio
figlio». Con le attenzioni della
diplomazia concentrate sulla situazione della Siria e dell'Iraq e
sulla sorte degli italiani rapiti
laggiù, rischia di passare in secondo piano quella, avvolta nel
buio più fitto, di un altro ostaggio
veneto sequestrato nell'altrettanto caldo fronte libico da ben 153
giorni: il quarantottenne Gianluca Salviato. E l'anziana mamma,
Gelsomina Bergamo, non nasconde il timore, con la relativa
amarezza, che il suo caso venga
dimenticato. Il tecnico impiantista di Trebaseleghe, nel Padovano, dove abita con la moglie
Maria, ma originario di Martellago, nel Veneziano, dove risiedono gli anziani genitori, le due
sorelle e il fratello, è in mano ai
suoi ignoti rapitori (islamici?)
dalla mattina del 22 marzo. Dopo
l'allarme dato dai familiari, che
non riuscivano più a contattarlo,
l'auto di Salviato, che lavorava a
Tobruk per l'impresa Ravanelli
di Venzone impegnata nella realizzazione degli impianti idrici
della città, è stata rinvenuta
lungo il tragitto tra l'hotel dove
pernottava e un cantiere dove
aveva un appuntamento, ma non
è mai giunto: all'interno, le dosi
d'insulina vitali per la sopravvivenza del tecnico che, altro forte
elemento di preoccupazione per
la famiglia, è diabetico. Da allora più nulla. «Siamo al punto di
partenza, non sappiamo niente:
chi l'ha rapito, perché, cosa vuole. Siamo stanchi, distrutti,
dall'angoscia per la sua sorte,
dall'attesa, dal non sapere» spiega la sorella Cristiana, che però
continua a dirsi ottimista sul
rilascio («ci crediamo sempre»)
e anche sicura che «i rapitori, se
mio fratello è vivo, gli hanno
procurato l'insulina». Cristiana,
che con la cognata sente a cadenza quasi giornaliera la Farnesina, ribadisce anche la certezza
che «stanno lavorando e facendo
tutto il possibile: dobbiamo fidarci del nostro Stato». E arriva
anche a comprendere il fatto che
«dal Ministero non ci dicano
nulla. Siamo isolati nelle infor-
mazioni, ci piacerebbe avere più
considerazione intesa come fiducia, ma capisco che è il loro
modo di operare, che devono
tenere lo stretto riserbo per la
tutela dell'ostaggio. Del resto,
abbiamo scelto da subito un
profilo basso, anche perché questa gente che ha in mano mio
fratello non pensi che sia una
persona importante: è solo un
tecnico emigrato in Libia per
vivere, perché qui in Italia non
trovava lavoro». Ma la mamma
di Salviato è molto meno «diplomatica». Due settimane fa aveva
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