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Lunedi 7 Luglio 2014
«Ford ci costerà tre miliardi di dollari»
La Chair della Ttc Maria Augimeri attacca il sindaco di Toronto sulla metropolitana e sugli streetcar
TORONTO - Le politiche sul trasporto pubblico promosse dal sindaco di Toronto Rob Ford avranno un conto salatissimo per i cittadini: circa 3 miliardi di dollari.
È l’accusa lanciata dalla presidente della Ttc Maria Augimeri che in
un’intervista al Corriere Canadese
attacca il primo cittadino.
 ARTICOLO A PAG. 3
L'EDITORIALE
Villa Charities
e responsabilità
dirigenziale
I
l primo passo in una crisi gestionale è quello di ammettere che
ci sia un problema e riconoscere
la responsabilità. Il secondo, presentare una scusa sincera. Terzo,
delineare misure correttive.
È stata la formula seguita con
successo e soddisfazione dalla
Maple Leaf Foods quando questioni di tipo sanitario provenienti dal
suo stabilimento di Toronto minacciarono la salute e la vita dei
consumatori. Il possibile danno
alla reputazione mise in pericolo
l’esistenza stessa della compagnia.
La processione a Oppido Mamertina, in Calabria
“Inchino” alla casa del boss, è bufera
Calabria, la statua della Madonna portata davanti all’abitazione del capo clan
 ARTICOLI A PAG. 7
 SEGUE A PAG. 5
LA POLEMICA
NAPOLITANO
CICLISMO
Tour, Nibali
in maglia gialla
 ARTICOLO A PAGINA 16
Tagli ai rifugiati, governo nel mirino
La Corte federale boccia i cambiamenti, Alexander annuncia il ricorso
OTTAWA - Il governo federale
farà ricorso sulla decisione della
Corte federale riguardo ai tagli sui
fondi per la salute dei rifugiati. Lo
ha detto il ministro dell’Immigrazione Chris Alexander ribadendo
il fatto che l’esecutivo conservatore intende procedere senza ascoltare le raccomandazioni che arrivano dai piani più alti della giustizia canadese.
 SEGUE A PAG. 2
Il monito del Colle:
«Senza i giovani
non c’è futuro»
 ARTICOLO A PAG. 6
LUNEDI 7 LUGLIO 2014 • CORRIERE CANADESE
2
CANADA
IMMIGRAZIONE
Tagli ai rifugiati, la Corte contro Alexander
I cambiamenti
al programma
sono stati giudicati
“crudeli e fuori
dalla norma
e tali da scioccare
le coscienze
dei canadesi”
Le coperture
sanitarie per chi
faceva richiesta
di asilo erano state
tagliate mettendo
seriamente
a rischio la salute
dei bambini
(segue dalla prima)
stero - ha detto Berger chiedendo
poi al ministro in che modo può
dichiarare un richiedente asilo come fasullo quando i cambiamenti vengono applicati a coloro che
ancora non avuto udienza per determinare il loro status. Ottawa
ha tagliato i benefit medici per i
nuovi arrivati nel 2012, lasciando
molti immigrati con una assistenza sanitaria di base minima senza
però comprendere le cure per la
vista e per i denti.
I richiedenti asilo e anche quelli provenienti da Paesi considerati sicuri possono risultare idonei
in base alla nuova legge per l’assistenza soltanto quando rappresentano una minaccia per la salute pubblica. Ciò significa nessuna
copertura per i problemi cardiaci,
gravidanza, vaccinazioni per i più
piccoli, diabete e tutti quei disturbi che minacciano la salute dei rifugiati ma non mettono a rischio
la collettività.
Il medico Doug Gruner ha detto
che Alexander non è stato sincero con i canadesi quando ha detto che la sua politica tocca soltanto i richiedenti asilo che sono stati bocciati.
«È al cento per cento disinformazione - ha detto - Perché questi
provvedimenti non solo riguardano tutti i richiedenti asilo, di cui circa la metà diventa cittadino
canadese, ma anche i rifugiati che
vengono qui come permanent resident per poi diventare cittadini canadesi. Questi sono rifugiati
sponsorizzati dai privati. Vengono
qui chiamati dai gruppi delle chiese e dalle organizzazioni sociali in
accordo con il governo federale
canadese e quando arrivano, grazie a questa nuova legge non possono avere accesso al sistema sanitario».
La Provincia dell’Ontario ha ripristinato i benefit lo scorso gennaio: la mossa è stata aspramente
criticata da Ottawa che ha accusato la Provincia di intromissioni in
aree di competenze federali.
L’esecutivo si è poi giustificato dicendo che il programma per
i rifugiati è diventato sempre più
costoso passando dai $50,600,000
nel 2002/2003 ai $91,000,000 del
2012/2013.
Venerdì la Corte Federale ha
infatti dato quattro mesi di tempo al governo per cambiare i tagli federali ai rifugiati e ha anche
minacciato di revocare i cambiamenti. Ma Alexander durante una
conferenza stampa ha dichiarato
che il governo vuole “seriamente
e vigorosamente difendere gli interessi dei contribuenti canadesi”
ribadendo di voler salvaguardare
“i veri rifugiati”.
Ad occuparsi del ricorso sarà la
Corte di appello federale e in ultima istanza la Corte Suprema se
anche quest’ultima decisione verrà contestata da una delle parti in
causa. L’oggetto del contendere
sono le modifiche al Interim Federal Health Program (IFHP).
Tutto verte sulla distinzione tra
rifugiati “falsi” e “veri” che ha generato non poche polemiche su
tutto il pacchetto di riforme dei
rifugiati.
La Corte Federale ha definito il
trattamento dei rifugiati da parte
del governo “crudele e fuori dalla
norma” perché mette in pericolo
la loro salute e ferisce la coscienza dei canadesi.
Il giudice Anne Mactavish stabilito che il “federal cabinet” ha
sì il potere di portare dei cambiamenti in linea con dei principi seri e responsabili. Mentre invece
le persone interessate sono state
soggette a trattamenti “crudeli e
contro le norme”.
“Questo in particolare, ma non
esclusivamente, nei confronti dei
bambini che sono stati portati in
questo Paese dai loro genitori” ha
scritto a pagina 268 della sua decisione.
“Le modifiche del 2012 all’Interim Federal Health Program potenzialmente mettono in pericolo la salute, la sicurezza e indubbiamente le vite di questi bambini innocenti e vulnerabili in maniera tale da scioccare le coscienze dei canadesi e oltraggiare gli
standard di decenza della società
canadese”.
La Canadian Doctors for Refugee Care, la Canadian Association
of Refugee Lawyers e la Justice for
Children and Youth hanno accolto
molto positivamente la notizia. Il
medico Phillip Berger, cofondato-
re della Canadian Doctors of Refugee Care, ha attaccato Alexander e le sue affermazioni riguardo
al fatto che molte persone richiedenti asilo fossero “fasulle”.
Alexander non è stato il primo
a usare questa definizione: prima
di lui era stato il suo predecessore
Jason Kenney.
«Sono senza parole quando vedo quanto il ministro Alexander è
disinformato riguardo al suo dica-
LA VIGNETTA di Ynot
The Court
has rendered
the verdict
La Corte
ha emesso
il verdetto
t/
Yno
7/ 14
Una lunga serie
di bracci di ferro
e di sconfitte
con i tribunali
TORONTO - IL governo
conservatore è ancora una
volta in conflitto con le decisioni della Corte. Il braccio
di ferro vede una lista quasi interminabile di provvedimenti giudicati incostituzionali o rimandati al mittente.
Ultimo caso la decisione di
rigettare i tagli alle coperture sanitarie per i richiedenti asilo giudicati “crudeli e
non secondo le norme”. Il
governo ha già detto che ricorrerà in appello ma i precedenti non aiutano di certo Alexander e compagnia.
A giugno la Corte ha stabilito che i fornitori dei servizi internet, non devono rendere noti i nomi, gli indirizzi e i numeri di telefono
dei loro clienti ai funzionari della legge senza un mandato e che ciò potrebbe forzare il governo a cambiare la legge sul cyberbulling
(il C-13) e la digital privacy
(S-4) attualmente sotto esame in parlamento. Ad aprile è stata la volta del tentativo di Harper di riformare il
senato. La Corte ha stabilito
che la riforma, compresa il
mandato a termine e le elezioni del Senato o l’abolizione del Senato stesso, possono essere fatte soltanto con
il consenso di almeno sette
province rappresentanti della metà della popolazione.
Sempre ad aprile la Corte ha
affermato che i trasgressori
possono ricevere un credito
extra per il tempo speso sotto custodia prima della sentenza. Ciò contro il Truth in
Sentencing Act che voleva
frenare questa pratica permettendola soltanto in particolari circostanze.
A marzo, un giudice della
corte federale ha concesso
un’ingiunzione agli utilizzatori di marijuana in possesso di una licenza personale
consentendogli di continuare a far crescere l’erba a casa loro almeno fino a quando non si conoscerà l’esito del loro ricorso al nuovo
sistema varato dal governo.
A marzo la Corte Suprema
ha decretato che il giudice
Marc Nadon non era idoneo a rappresentare il Québec
perché nominato dalla corte
federale e non da una della
provincia francofona.
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CORRIERE CANADESE • LUNEDI 7 LUGLIO 2014
3
CANADA
CITY HALL
Augimeri: «Rob Ford ci costerà tre miliardi»
A sinistra,
uno dei nuovi
modelli
della
metropolitana
di Toronto;
a destra,
la chair
della Ttc
Maria
Augimeri
La chair della
Ttc contesta la
metropolitana per
Scarborough e la
volontà di togliere
gli streetcar dalle
strade della città
Leonardo N. Molinelli
TORONTO - Tre miliardi di dollari. Ecco quanto rischia di costare ai cittadini di Toronto l’eventuale rielezione di Rob Ford come
sindaco di Toronto secondo Maria Augimeri. Un miliardo in tasse sulla proprietà per le tre fermate della metropolitana a Scarborough e due per eliminare gli
streetcar e sostituirli con autobus
e subway. La prima è una tassa
che già è in vigore, il secondo un
provvedimento che il sindaco “dimesso” dal Consiglio comunale ha
promesso in caso di rielezione.
«Non ci possiamo permettere
la rielezione di Rob Ford» dice la
chair della Ttc al Corriere Canadese prima di spiegare perché un
nuovo mandato di Ford costerebbe tantissimo ai cittadini di Toronto. «Tutti si ricordano di lui perché ha tolto i 60 dollari della
tassa sulle targhe, ma con la nuova metropolitana di Scarborough
si pagherà molto di più» spiega
Augimeri.
«Questo progetto servirà la
metà della gente visto che ci saranno tre fermate invece di sette e
poi mancano i soldi» prosegue la
consigliera ricordando che la nuova subway viene finanziata con
un aumento delle tasse sulla proprietà, ovvero la casa, per i prossimi 30 anni «nonostante Ford abbia sempre detto che non avrebbe mai alzato le tasse». Per questo nelle bollette comunali per chi
ha case di proprietà è apparsa per
la prima volta una nuova voce, il
“transit expansion levy”, ovvero la
tassa per finanziare il nuovo tratto di subway voluto da Ford perché a Scarborough «si meritano»
la metropolitana. «A me è arrivata una bolletta di circa 17 dollari
per i primi sei mesi, il che significa che quest’anno pagherò circa 30 dollari. Ma ogni anno, per i
prossimi 30 anni, la tassa aumenterà sempre di più» spiega sottolineando che ognuno pagherà in
base al valore della sua proprietà,
ovvero della casa.
Un piano approvato dal Consiglio comunale col voto decisivo di
tutti i consiglieri italiani, tranne
proprio Maria Augimeri.
«Hanno votato tutti col sindaco, tranne me. Sarebbe bastato che uno solo di loro avesse vo-
tato contro e non avremmo questo progetto che peserà sulle spalle dei nostri cittadini per i prossimi 30 anni» continua la consigliera di York.
Augimeri era tra coloro che erano favorevoli al progetto di Lrt
per il quale c’era stato un finanziamento provinciale di un miliardo di dollari. Un progetto che prevedeva sette fermate, invece delle
tre presenti nel progetto di metropolitana approvato dal Consiglio,
e che è stato riproposto in questa campagna elettorale da David Soknacki e Olivia Chow, che
la consigliera sostiene nella loro
corsa a City Hall.
«So che gli italiani sono ancora
molto arrabbiati per quello che è
successo a St. Clair - dice Augimeri - e ne hanno tutte le ragioni. Io
stessa ho votato contro quel progetto, ma questa è una cosa diver-
re con Bombardier per 204 nuovi streetcar da 1.2 miliardi di dollari e altri 60 per cui invece non
ci sono i soldi» dice la consigliera
per far capire perché il progetto di
Ford è infattibile. Inoltre, spiega la
consigliera, la Ttc ha speso mezzo miliardo per costruire un edificio a Leslie (Leslie Barns) come
deposito e centro di mantenimento per questi nuovi mezzi.
«Per sostituire uno streetcar
servono tre bus - continua Augimeri - quindi servono più garage.
Senza contare che gli streecar fatti per Toronto sono modelli unici per la configurazione dei binari
della città» e quindi non possono
essere rivenduti.
Insomma, secondo la chair del
trasporto pubblico, le decisioni di
Rob Ford stanno già costando alla città e ai suoi abitanti un miliardo di dollari in nuove tasse. Se poi
Marcia accelerata per il disegno di legge sulla prostituzione
OTTAWA - Un percorso accelerato e fuochi d’artificio. Sono queste
le caratteristiche della maratona
in corso alla commissione giustizia della House of Commons per
la discussione del nuovo disegno
di legge sulla prostituzione presentato dal governo Harper.
Il governo dice che l’accelerazione è dovuta alla ristrettezza dei
tempi dovuta al termine di dicembre dato dalla Corte suprema come termine ultimo per creare una
nuova legge.
Il ministro ombra della Giustiza
dell’Ndp Françoise Boivin ha già
annunciato che vuole che il governo rallenti e ripresenti un nuovo disegno di legge più vicino ai
dettami della Charter of Rights
sand Freedom sfruttando i mesi
estivi. L’alta corte canadese ave-
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va già stracciato la vecchia legge
sulla prostituzione lo scorso dicembre dando un anno di tempo al governo per farne una nuova che fosse fedele proprio ai dettami della Charter of Rights and
Freedoms.
Per il ministro della Giustizia
Peter MacKay (nella foto)invece il
governo deve far approvare il disegno di legge la prossima settimana perché è una misura ritenu-
who got to know me
and my needs.
- Dante R.
ta molto urgente.
MacKay sarà il primo a parlare stamattina nella seduta speciale della commissione prevista per
questa settimana, nella quale verranno sentite in tre giorni quelle
che normalmente sarebbero le testimonianze da valutare in più di
un mese.
Non è la prima volta che succede che le commissioni siano chiamate ad un lavoro supplementare in estate. Certo il programma
della commissione per questa settimana è quantomeno ambizioso, visto che nel programma sono previste oltre 60 testimonianze in poco più di 20 ore di audizioni che inizieranno questa mattina per terminare giovedì mattina. «Sarà una settimana intensa»
il commento di Boivin.
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sa. Non si tratta di streetcar ma di
treni veri e propri, come a Eglinton». Un progetto alternativo che
nelle speranze della chair della Ttc potrebbe essere votato dal nuovo Consiglio comunale dopo il voto del 27 ottobre anche perché il
progetto di Scarborough, confida
Augimeri, «non credo verrà mai iniziato». In fin dei conti, spiega, la
metropolitana che da Downsview
arriverà a Vaughan «l’ho votata 25
anni fa ed è ancora in costruzione.
E lì già c’erano i soldi».
Ma a far scagliare la chair della Ttc contro Ford non è solo la
questione della metropolitana per
Scarborough. Venerdì mattina infatti il candidato sindaco ha promesso via radio che se verrà eletto toglierà gli streetcar e li sostituirà con autobus e subway. Un
progetto assurdo per Augimeri.
«Abbiamo un contratto in vigo-
davvero il sindaco fosse rieletto e
portasse avanti il piano di eliminazione degli streetcar ci sarebbero altri due miliardi di spese inutili che porterebbero appunto a
tre miliardi il costo delle decisioni del sindaco. Un costo pesantissimo per una città che «è l’unica,
in Canada e nel resto del mondo,
in cui è il Comune a dover pagare i costi del trasporto pubblico e
delle case popolari»
«Ford dice sempre di essere un
business man che fa tornare i conti - conclude Augimeri - adesso
abbiamo le prove del contrario».
Una posizione molto dura per
la consigliera che corre per essere rieletta nel suo ward numero
9 (York Centre). Contro di lei ancora quel Gus Cusimano col quale nelle scorse elezioni c’è stata una querelle terminata in tribunale con la conferma dell’elezione di
Augimeri e l’ammissione di Cusimano di aver votato in riding dove
non poteva. Per questo la consigliera era stata molto dura con lui in un’intervista concessa sempre
al Corriere a metà febbraio. «Se ho
offeso qualcuno - dice Augimeri
riferendosi al termine «criminale» usato verso Cusimano - me ne
scuso con l’interessato».
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LUNEDI 7 LUGLIO 2014 • CORRIERE CANADESE
4
CANADA
CALGARY
LAC-MÉGANTIC
Scomparsa nonni e bimbo, interrogato un uomo
Oltre mille persone
ricordano la tragedia
di un anno fa
TORONTO - Scomparsi nel nulla. Da lunedì scorso di Nathan
O’Brien e dei suoi nonni Kathy e
Alvin Liknes, non si sa più nulla.
Da ieri l’Rcmp e la polizia di Calgary stanno setacciando una proprietà rurale ad Airdrie appena a
nord est della città, oltre a interrogare un uomo in qualità di “persona informata dei fatti”. L’uomo
sarebbe il proprietario sia del terreno sul quale viene condotta la
ricerca che di un furgone Ford-150
di colore verde che è stato notato
nella zona dove risiedono i coniugi Liknes la sera in cui la polizia
ritiene esserci stato “un crimine
violento”. Durante una conferenza stampa gli agenti hanno affermato che “l’uomo è stato interrogato e sta collaborando anche se
in modo parziale”.
Data l’estensione del terreno
gli agenti potrebbero necessitare
complessivamente di 36 ore per
controllare ogni punto del podere mentre l’avviso “Amber Alert”
emesso per la ricerca di Nathan
che ha cinque anni rimane ancora in vigore. Al momento la polizia non ha rilasciato molte informazioni riguardo al corso delle
indagini anche se ha confermato
la presenza di sangue nella abita-
zione dei Liknes: non è stato ancora stabilito se questo appartiene a una sola oppure a più persone. «Stiamo anche esaminando dei segni lungo il lato esterno della casa e presto determineremo la loro importanza nell’am-
bito dell’investigazione - ha detto
il sergente della squadra omicidi
della polizia di Calgary Doug Andrus - speriamo di riuscire a trovare vive queste persone. La nostra è ancora una indagine circa
tre persone scomparse». La po-
lizia ha ricevuto oltre 200 “segnalazioni” relative alla scomparsa del bimbo e dei suoi nonni
ma non rilascia altre dichiarazioni mentre le indagini proseguono
in modo serrato. Il furgone Ford
F-150 di colore verde era stato,
ad esempio, avvistato numerose
volte nella zona dove risiedono
i Liknes che il giorno precedente
alla scomparsa avevano organizzato una vendita di mobili e suppellettili nella propria casa in vista del loro trasferimento ad Edmonton. Il nipotino Nathan aveva voluto trascorrere la notte dai
nonni. Poi la loro scomparsa avvolta nel mistero.
CRONACA
Sparatoria su George Street, muore un uomo
TORONTO - Una persona è
morta mentre un’altra è rimasta
ferita a causa di una sparatoria
avvenuta ieri mattina su George Street, nei pressi di Dundas e
Jarvis. La vittima è stata ricoverata al St. Michael’s Hospital in
condizioni molto gravi ma dopo
qualche ora è deceduta mentre
l’altro uomo ha riportato ferite
da arma da fuoco ad un polso.
¬A Georgina un uomo di 39 anni è morto dopo essersi lanciato
con il suo paracadute. Secondo
la York regional police, la vittima era un esperto paracadutista e si stava esercitando con la
Parachute School of Toronto: il
paracadute dell’uomo non si è
aperto.
¬ Un uomo di 30 anni è stato ricoverato al Sunnybrook Hospital
dopo essere stato accoltellato
alla schiena e picchiato con una
scala durante una lite all’esterno
di un bar. È accaduto a Scarborough nelle vicinanze di Markham Road e Luella Street. La
polizia sta dando la caccia a otto
uomini.
TORONTO - Oltre mille persone hanno marciato in silenzio
nel luogo dove a Lac Mégantic il 6 luglio di un anno fa il deragliamento e l’esplosione di un
treno cisterna ha ucciso 47 persone e distrutto trenta case. Proprio all’1.15 del mattino di domenica, momento in cui la tragedia
si è consumata, è stato osservato un minuto di silenzio dalla comunità che dista 250 chilometri
da Montréal e che è stata colpita da una tragedia che ancora oggi è visibile nel paesaggio: tante case e aziende sono ancora inaccessibili, il lungolago e il parco debbono ancora essere puliti e l’odore del petrolio continua
ad essere presente nell’aria. Nel
terreno, infatti, furono riversati
milioni di litri di greggio. Prima
della marcia nella chiesa Ste-Agnes è stata celebrata una messa
a ricordo delle vittime ed il sindaco della cittadina Colette Roy
Laroche ha parlato ai presenti ricevendo applausi fragorosi
e due standing ovation. «Quella
che ci ha colpito è stata una delle peggiori tragedie nella storia
del Canada - ha detto il sindaco
- ora dobbiamo voltare pagina».
OLTRE 290MILA SENZA LUCE
PROBLEMI IN UNO STABILIMENTO
L’uragano Arthur colpisce le Province Marittime
Health Canada alla GSK: “Trenta giorni per agire”
TORONTO - Come previsto la tempesta
post-tropicale Arthur ieri si è abbattuta sulle province Marittime lasciando senza energia elettrica oltre 290mila case ed aziende.
In New Brunswick a rimanere al buio sono
stati oltre 140mila utenti inclusi oltre 52mila nella zona di Fredericton. In Nova Scotia
a rimanere al buio sono stati 113mila utenze mentre nel Nuovo Brunswick sono state
86mila.
TORONTO - Health Canada fa la voce
grossa ed invita, senza mezzi termini, il
colosso farmaceutico GSK a risolvere entro trenta giorni i problemi presso l’unico
impianto del Canada che produce i vaccini antinfluenzali. È stato in una email inviata il 3 luglio da Health Canada alla casa farmaceutica che viene chiesta alla GSK
(GlaxoSmithKline) una azione tempestiva
per risolvere i problemi evidenziati duran-
Sabato scorso la zona è stata colpita da violente piogge e da forti venti. Non sono mancati gli avvisi dell’Rcmp circa la possibilità di
sradicamenti di alberi, di caduta delle linee elettriche con l’invito a rimanere al riparo nelle
abitazioni. L’uragano Arthur è stato declassato
a tempesta post tropicale quando ha raggiunto le Province Marittime sulla costa orientale.
La tempesta ha causato anche cancellazioni di
voli e ritardi all’aeroporto di Halifax.
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presente tra i banchi del parlamento provinciale.
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4376663
Amministrazione:
L'On. Joe Volpe, Presidente
Francesco Veronesi, Direttore
Nicola Sparano, Vice-Direttore
EVENING 31
EVENING
9 6 4
Sab. 5 lug. 2014
MIDDAY
3 6 9 7
EVENING
1 9 4 6
K.T. WEB Printing Ltd.
287 Bridgeland Ave.
Toronto, On, M6A 1Z6
CORRIERE CANADESE • LUNEDI 7 LUGLIO 2014
5
OPINIONI
L'EDITORIALE
Villa Charities e la responsabilità dirigenziale
(segue dalla prima)
La pronta azione della dirigenza e del presidente del consiglio
d’amministrazione arginò il lusso
di notizie negative. Il pubblico si
allontanò dal criticismo e si diresse a una valutazione dei meriti
delle nuove misure. Da un impatto
negativo si passò a uno positivo. In
poco tempo, la compagnia ritornò
a crescere.
Fu chiaro che i dirigenti della
Maple Leaf Foods avevano a cuore
il loro prodotto e il loro mandato.
In netto contrasto, il modo in
cui i Board di Villa Charities e Columbus Centre stanno gestendo le
rivelazioni sugli incidenti agli asili: i bambini sotto la loro cura che
si fanno male, persi o abbandonati
a se stessi, mancanza di conformità che ha provocato indagini di natura regolamentare e inanziaria,
un’indagine di contabilità forense.
La loro prima reazione? Scaricare alcuni manager di medio livello,
gente che era lì da più di vent’anni e che presumibilmente sapeva
come prendere ordini. Secondo,
si sono chiusi “a riccio” nella spe-
ranza che i loro problemi sarebbero spariti. Terzo, hanno deciso
di parlare solo attraverso il loro
avvocato, che sembra vivere con il
credo del “no comment”.
Dovrebbero licenziare chiunque paghino per avere consigli e
chiedere la restituzione dei loro
soldi. Non sembra che questo accadrà.
Come custodi di un simbolo iconico della comunità italiana di
Toronto, forse si ritengono al di
fuori di ogni possibile critica. For-
se non sono più a contatto con la
comunità.
Sin dal settembre del 2012 sono
invece impegnati in un progetto
di risviluppo edilizio la cui connessione con gli obiettivi statutari
dell’organizzazione deve ancora
essere spiegato.
In questo contesto, gli asili e le
loro clientele sono poco più che
un generatore di entrate. O forse,
potrebbe essere che a loro non interessa più?
ENGLISH VERSION
Villa Charities and corporate responsibility
T
he irst step in crisis management is to admit the problem
and acknowledge responsibility.
Second, ofer a sincere apology.
Third, outline corrective measures.
It’s a formula followed with
success and satisfaction by Maple
Leaf Foods when health issues
emanating from their processing
plant in Toronto threatened the
health and lives of their consumers. The potential reputational
damage put the viability of the
business in jeopardy.
The swift action of the senior
management and Chairman of
the Board stemmed the low of
negative news. The public turned
away from criticism and to an assessment of the merits of the new
measures. A serious negative became a positive. Soon, the company resumed its forward and
upward trajectory. It was clear
that the principals at Maple Leaf
Foods actually cared about their
product and their mandate.
Contrast that with the way
the Boards of Villa Charities and
Columbus Centre are handling
the revelation of the incidents at
the Day Care Centres: children in
their “care” hurt, lost or left idle
and on their own; non-compliances that prompted investiga-
tions of a regulatory and inancial
nature; a forensic audit of their
inances.
Their irst reaction? Dump
some middle managers – people
who had been there for more
than twenty-ive years and who
presumably knew how to take
orders. Second, they “turtled” in
the hope their problems would
go away. Thirdly, they decided to
speak only through their lawyer,
who in turn appears to live by the
credo of “no comment”.
They should ire whomever
they paid for that advice and ask
for their money back. Neither is
likely to happen.
As custodians of an iconic
symbol of Toronto’s Italian community, maybe they feel themselves beyond the reach of criticism. Maybe, they are no longer
in touch with the community.
Since September of 2012, they
are focusing on a redevelopment
construction project for the campus whose connection to the
charter objects (purpose) of the
organization has yet to be illustrated.
In this context, the Day Care
Centres and their clientele are
little more than revenue generators. Or maybe, could it be that
they just no longer care?
LA LETTERA
Indagini sugli asili, le domande rimaste senza risposta
Il 28 maggio 2014, prima di iniziare
la nostra serie di articoli in merito
alle indagini sugli asili gestiti da
Villa Charities, il Corriere Canadese inviò una email a Nina Perfetto
(Board Chair di Villa Charities e
Karen Manarin (Chair del Columbus Centre), con una serie di domande. Il giorno dopo arrivò la risposta a firma di Michael Fraleigh,
avvocato di Villa Charities. Pubblichiamo le due email in versione integrale in italiano e in inglese.
S
ignora Perfetto, Signora Manarin, stiamo lavorando su una
storia legata a Villa Charities e alle
sue attività. Al momento il nostro
interesse si focalizza sull’indagine
(indagini) condotte sugli asili da
voi gestiti.
Apprezzeremmo i vostri commenti e/o le vostre risposte alle
nostre domande (prima di andare
in stampa). Più nello speciico, per
favore fate riferimento alla email
allegata spedita a voi dal Child
Care Quality Assurance and Licensing, Early Learning Division,
MEDU, Toronto Region.
Il manager ha ritenuto necessario di portare la vostra attenzione
alla sezione 3(1) del Day Nurseries
Act (DNA) e ai vostri obblighi come gestore sotto la legge.
1. Quando come Chair e componenti del Board siete venute a
conoscenza che i vostri centri non
rispettavano i requisiti della legge
e/o le linee di condotta del ministero?
2. Potreste mettere a disposizione del Corriere le copie delle linee
di condotta e delle procedure eseguite dal vostro staf prima dell’inizio delle indagini?
Lo stesso manager ha richiamato la vostra attenzione alla sezione
21(1) del Day Nurseries Act, che tra
le altre cose ribadisce le responsabilità del Board e del Direttore nel
caso in cui in Corte siano provate
contravvenzioni e colpevolezze.
3. Il Board ha i verbali che ci
potete fornire che include le risoluzione adottate dalla dirigenza e
dallo staf per far sì che le linee di
condotta e le procedure siano conformi con la DNA?
4. Documenti in nostro possesso
suggeriscono che gli asili di Villa
Charities sono soggetti a due inda-
gini, una inanziaria, che riguarda
una signiicativa quantità di denaro. Avete stabilito un piano di pagamento nel caso in cui doveste
restituire il denaro o pagare una
multa? Se così, quanto lo implementerete o lo comunicherete al
pubblico?
5. Avete afrontato le questioni
di gestione di staf che hanno portato alle indagini? Il Board riterrà
qualcuno responsabile? Se così, chi
sarà?
6. Avete adottato misure correttive riguardo le questioni di non
conformità nei tre asili, così diventino rispettosi della conformità?
Ce le potete elencare? Gli investigatori del ministero e del comune
sono ancora lì presenti per visionare i cambiamenti? Se non è così,
quando è stato il loro ultimo gior-
no negli asili?
Il documento riferito alla domanda numero 4 suggerisce che
chi si è lamentato - e le cui preoccupazioni hanno causato le indagini - possa essere il genitore (o i
genitori) di un bimbo soggetto di
un incidente classiicato come Fatto Grave (SO) il 12 settembre 2013
o vicino quella data.
7. Quando voi e il board siete
stati informati delle modalità con
cui è stato gestito questo caso SO?
Quando avete approvato il rapporto?
8. Apparentemente un accordo
inanziario è stato raggiunto per
fare conto con le questioni mediche e legali che potrebbero essere
emerse. Avete autorizzato questa
negoziazione?
9. Chi ha presentato denuncia
era rappresentato da un avvocato?
Quando l’accordo è stato ratiicato
dal Board? L’accordo è ancora in
vigore?
Abbiamo intenzione di pubblicare la storia nei prossimi due
giorni. Il vostro input potrebbe aiutare i nostri lettori a comprendere meglio la vicenda.
LA RISPOSTA
giamo come avvocati di Villa
Charities. Mi è stato chiesto
di rispondere alla vostra email del
28 maggio 2014 diretta alla signora
Perfetto e alla signora Manarin.
In allegato alla vostra email c’era una lista di domande che avete
generato insieme a una email conidenziale tra la signora MacLeod
e Perfetto e Manarin copiata solamente ai funzionari del ministero e
A
del Comune.
Villa Charities riconosce che
preoccupazioni riguardo certi aspetti del funzionamento dei suoi
programmi per gli asili sono stati
portati alla sia attenzione nel febbraio 2014. Da quel momento Villa
Charities sta lavorando da vicino
con il ministero dell’Istruzione e
con la Città di Toronto per assicurarsi una conformità in corso con
tutti i requisiti legislativi e contrattuali. Possiamo assicurarvi che la
sicurezza dei bimbi è stata sempre primaria come la realizzazione di programmi di qualità. Villa
Charities non commenterà più su
questo. Ogni questione in sospeso
sarà gestita in accordo con le procedure legislative e-o contrattuali
in vigore.
Michael B. Fraleigh
ENGLISH VERSION
M
s Perfetto; Ms Manarin We
are working on a story related to Villa Charities and its
activities. Presently, our interest
is focused on the audit(s) being
conducted on the Day Cares
Centres you operate.
We would appreciate your
comments and/or your answers
to the questions below (before
we go to print).
More speciically, please refer
to the attached copy of an e-mail
sent to you by the Child Care
Quality Assurance and Licensing, Early Learning Division,
MEDU, Toronto Region.
The manager, felt it necessary
to draw your attention to Section
3(1) of the Day Nurseries Act
(DNA) and to your obligations
as Operator under the Act.
1. At what point did you as
Chair and as a Board become
aware that your Centres were
not compliant with the requirements of the Act, and/or Ministry policies?
2. Can/will you make available
to the Corriere copies of your
Centres’ policies and procedures
that your staf executed before
the audits began?
That same manager calls to
your attention Section 21(1) of
the Day Nurseries Act, which
among other things refers to
Board and Director liabilities in
the event of Court tested contraventions and convictions.
3. Are there Board minutes
you can/will make available that
point to resolutions indicating
instruction to management and
staf that Centre policies and
procedures be executed in compliance with DNA?
4. Documents in our possession suggest that Villa Charities
Day Care Centres are subject to
two (2) audits – one of them is
inancial, involving a signiicant
amount of money. Have you established a (re)payment plan in
the event you are required to
make restitution or pay a ine? If
so, how will you implement it or
communicate it to the public?
5. Have you addressed any
management/staf issues that
led to the audits? Will the Board
hold anyone accountable? If so,
Who?
6. Have you taken corrective measures regarding the
non-compliance issues at the
three (3) Centres, so that they in
fact become compliant? Can/will
you list them for us? Are Ministry and City investigators still
on site to supervise any changes?
If not when was their last day at
the Centres?
The documents referred to in
4. above, suggest that the complainant whose concerns triggered the audits may be the parent(s) of a child subject of a Serious Occurrence(SO) incident,
in or around September 12, 2013.
7. When were you and the
Board made aware of the manner in which reporting of this SO
was handled? When did you approve the Report?
8. Apparently a inancial arrangement was struck to deal
with the legal and medical issues
that may [have] emerge(d). Did
you authorize its negotiation?
9. Was the complainant represented by counsel? When was
the arrangement conirmed by
the Board? Does that arrangement still hold?
We plan to go to print in the
next couple of days. Your input
may help our readers understand
the issues better.
VILLA CHARITIES’ ANSWER
e are counsel to Villa
Charities and I have been
asked to respond to your email
W
of May 28, 2014 directed to Ms.
Perfetto and Ms. Manarin.
Attached to your email was a
list of questions which you have
generated along with a conidential email from Ms. MacLeod to
Ms. Perfetto and Ms. Manarin
copied only to Ministry and City
oicials.
Villa Charities acknowledges
that concerns regarding certain aspects of the operation
of its Day Care Programs were
brought to its attention in February 2014.
Since that time Villa Charities
has worked closely with the Ministry of Education and City of Toronto oicials to ensure ongoing
compliance with all legislative
and contractual requirements.
We can assure you that the
safety of the children has at all
times been paramount as has the
delivery of quality programming.
Villa Charities will not be
commenting further on this.
Any outstanding issues will be
dealt with in accordance with
the legislative and/or contractual processes in place.
Yours very truly,
Michael B. Fraleigh
LUNEDI 7 LUGLIO 2014 • CORRIERE CANADESE
6
ITALIA
IL PRESIDENTE
Il monito di Napolitano: diamo lavoro ai giovani
Teodoro Fulgione
CORMONS (Gorizia) - L’Europa,
unita, deve rilettere sulla lezione
storica della Grande Guerra, sulle
divisioni che, cento anni fa, portarono al primo grande conlitto bellico che in poco tempo dal
continente si estese al mondo intero. E deve individuare soluzioni
a cause di disagio sociale come la
mancanza di lavoro tra i giovani.
Solo così si potranno evitare gli
errori del passato e si potrà proseguire verso un sentiero di integrazione e di pace. È il monito
del presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano che ha scelto
il Friuli Venezia Giulia per commemorare il conlitto del 1914-18,
al quale l’Italia prese parte solo a
partire dal 1915, e soprattutto per
onorare le oltre trecentomila vittime che persero la vita «in quei
cento chilometri quadrati» nei
pressi dell’attuale conine con Austria, Slovenia e Croazia.
Proprio per questo Napolitano ha voluto pranzare con i rappresentanti di questi tre Paesi, ora membri comuni dell’Ue (a Cormons ha ospitato i presidenti sloveno e croato, ed il presidente del
consiglio federale austriaco), con
i quali ha poi assistito al concerto
della pace al Sacrario di Redipu-
glia.
Il conlitto del ‘14-’18, così sanguinoso, deve essere nelle intenzioni del presidente un «punto di
partenza di una rinnovata rilessione e analisi critica». In particolare, «è di lì che deve venire
una presa di coscienza della assoluta necessità di sradicare nazionalismi aggressivi e bellicisti,
dando vita a un progetto e concreto processo di integrazione e
unità dell’Europa». Sono parole
che il capo dello Stato ha pronunciato al termine della visita di una mostra sulla “Grande Guerra”
allestita a Monfalcone. Napolitano ha scelto la cittadina, sede degli storici cantieri navali che, come ha ricordato, sono vanto «del-
la competitività italiana», come
prima tappa della sua visita di due
giorni in Friuli Venezia Giulia, la
regione più orientale e mitteleuropea del Paese, e in Slovenia. In
un clima duramente segnato dalla crisi economica che colpisce la
zona, il capo dello Stato è stato accolto con afetto ed entusiasmo. E
dopo la mostra Napolitano ha voluto salutare la folla che lo attendeva in strada. Ha stretto mani, invitato a guardare con iducia al futuro.
Ha condiviso lo stato d’animo
di un ragazzo che, tra la gente, gli
chiedeva cosa fare per la mancanza di lavoro: «Se non c’è lavoro
per i giovani, è inita per l’Italia»,
ha risposto con un chiaro cenno
di incoraggiamento. È il clima di
siducia uno dei nemici da combattere.
Così come, allo stesso modo, la
coesione continentale deve rappresentare l’antidoto alle forze disgregatrici. Al concerto serale tenuto da Riccardo Muti a Redipuglia, presso il sacrario militare italiano che ospita centomila soldati italiani morti durante la prima guerra mondiale, con Napolitano prendono parte anche i rappresentanti di Austria, Croazia e
Slovenia. Proprio in quest’ultimo
Paese si recherà oggi Napolitano.
VATICANO
Il Papa: il sistema dell’economia sfrutta l’uomo
Fausto Gasparroni
CITTÀ DEL VATICANO - «Il sistema economico oggi sfrutta l’uomo, gli impone un giogo insopportabile, al quale solo pochi privilegiati possono sottrarsi». Papa Francesco torna a denunciare l’economia che crea disuguaglianze ed emarginazioni: lo fa con parole molto forti, mentre sprona i fedeli a
«dare sollievo e ristoro» e a farsi
carico dei problemi delle tante persone che vivono in situazioni disagiate e precarie, dei poveri, degli
immigrati.
Il Papa, all’Angelus in Piazza San
Pietro, commentava l’invito evangelico di Gesù che dice «Venite a
me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro»: un invito che «si estende ino ai nostri
giorni, per raggiungere tanti fratelli
e sorelle oppressi da condizioni di
vita precarie, da situazioni esistenziali diicili e a volte prive di validi punti di riferimento». «Nei Pae-
si più poveri, ma anche nelle periferie dei Paesi più ricchi - ha sottolineato Bergoglio - si trovano tante persone stanche e sinite sotto il
peso insopportabile dell’abbandono e dell’indiferenza».
Proprio su quest’ultimo concetto il Papa si è sofermato con toni accorati: «L’indiferenza, quanto male fa ai bisognosi l’indiferenza umana! E peggio, l’indiferenza
dei cristiani!». Un nuovo richiamo,
quindi, contro quella «globalizzazione dell’indiferenza» su cui aveva puntato il dito un anno fa nella
sua visita a Lampedusa, tra la desolazione dei morti in mare.
«Ai margini della società - ha insistito Francesco - sono tanti gli
uomini e le donne provati dall’indigenza, ma anche dall’insoddisfazione della vita e dalla frustrazione». E se «tanti sono costretti ad emigrare dalla loro patria, mettendo
a repentaglio la propria vita, molti
di più - ha detto il Ponteice - portano ogni giorno il peso di un siste-
NUOVA
ma economico che sfrutta l’uomo,
gli impone un giogo insopportabile, che i pochi privilegiati non vogliono portare».
Il suo «venite a me», secondo
Bergoglio, Gesù lo dice «anche a
coloro che possiedono tutto, ma il
cui cuore è vuoto e senza Dio»: è
comunque “per tutti, ma in modo
speciale per questi che sofrono di
più», promettendo di «dare ristoro
a tutti». Ed è qui che nasce un altro invito, che è «come un comandamento, quello a caricarsi del peso degli altri con amore fraterno».
Per il Ponteice argentino, «una
volta ricevuto il ristoro e il conforto di Cristo, siamo chiamati a nostra volta a diventare ristoro e conforto per i fratelli, con atteggiamento mite e umile, ad imitazione del Maestro». E sono «la mitezza e l’umiltà del cuore» ad aiutarci «non solo a farci carico del peso
degli altri, ma anche a non pesare
su di loro con le nostre vedute personali, i nostri giudizi, le nostre cri-
tiche o la nostra indiferenza».
All’indomani della visita in Molise (ieri ha salutato e ringraziato
la «brava gente» della regione per
«l’accoglienza calda, calorosa che
non dimenticherò mai») in cui ha
lanciato il suo appello ad afrontare
decisamente la “piaga” della disoccupazione, specie giovanile, Francesco è tornato oggi sulle tante forme di disagio e marginalità create
da quella che, nella sua esortazione apostolica “Evangelii gaudium”,
vero manifesto del suo pontiicato, ha chiamato «economia che uccide».
Tesi che, tra commentatori americani e britannici, gli è valsa anche
l’accusa di essere un «marxista»,
per non dire un «leninista».
«Io dico solo che i comunisti
ci hanno derubato la bandiera. La
bandiera dei poveri è cristiana. La
povertà è al centro del Vangelo. I
poveri sono al centro del Vangelo»,
ha però replicato Bergoglio nella
recente intervista al Messaggero.
Sos incidenti:
è emergenza
distrazione
ROMA - Incidenti mortali ancora
in calo, compresi quelli del sabato
sera, che coinvolgono quasi sempre ragazzi giovanissimi. Ma il dato positivo corre di pari passo con
il consolidamento di un nuovo allarme: negli ultimi anni è andato
via via aumentando il numero degli incidenti prodotti dalla distrazione, quasi sempre per la consuetudine dissennata di parlare
al telefono o mandare messaggini
mentre si è al volante.
A confermare il miglioramento
del trend è la Polizia Stradale, che
ricorda come nel 2012 siano state
3.653 le vittime di incidenti (più di
10 al giorno), assai di più dei 3.400
resi noti dall’Istat nel 2013. «Ma
gli incidenti del sabato sera continuano a essere la principale causa
di morte tra i giovani», spiega Luciana Baron della Polizia Stradale. Sul banco degli imputati quasi sempre l’alta velocità, il mancato uso delle cinture di sicurezza e
naturalmente l’uso di alcol e droghe.
Ma una novità ormai consolidata è purtroppo quella della distrazione: “troppe persone, e ancora una volta in prima ila ci sono i giovani, guidano non concentrati perché distratti dall’uso di telefonini, smartphone o addirittura
tablet”.
Molto è stato fatto in questi anni per la prevenzione, racconta
ancora l’esponente della Ps: “prosegue il nostro impegno, ma anche di altri organismi, per la campagna ‘Guido con prudenza’, e anche il progetto Icaro, anch’esso
dedicato ai giovani - dalla scuola
materna all’università - per l’educazione alla guida”. Ma il numero degli incidenti tra i giovani, soprattutto al sabato sera, preoccupa anche l’Ue, informa ancora Baron: “insieme alle polizie stradali di 14 paesi europei stiamo lavorando al progetto ‘Icarus’, che ha
analizzato tra l’altro i comportamenti di 1.000 giovani di ciascuno Stato, un impegno forte che ha
previsto anche la realizzazione di
un ilm dedicato all’importanza di
una guida attenta”.
Da non prendere sotto gamba,
inine, la lista dei consigli per evitare al minimo i rischi: far controllare le condizioni del veicolo
prima di mettersi in viaggio, moderare sempre la velocità.
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CORRIERE CANADESE • LUNEDI 7 LUGLIO 2014
7
ITALIA
Massimo Lapenda
OPPIDO MAMERTINA (REGGIO CALABRIA) - Non è bastata
la scomunica del Papa ai mafiosi
per fermare le ingerenze della ‘ndrangheta nei riti religiosi in Calabria. L’ultimo episodio, a quindici
giorni dalle dure parole del Pontefice, è avvenuto a Oppido Mamertina dove la processione della Madonna delle Grazie della frazione
Tresilico si è fermata davanti all’abitazione del presunto boss della
‘ndrangheta Peppe Mazzagatti, 82
anni, condannato all’ergastolo ed
ai domiciliari per motivi di salute. Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha definito l’episodio
come «deplorevoli e ributtanti rituali cerimoniosi» mentre il Vescovo, monsignor Francesco Milito, ha annunciato «provvedimenti
energici».
La processione è partita normalmente dalla piccola chiesetta di Tresilico con in testa molti
amministratori comunali, alcuni
sacerdoti ed i carabinieri. Giunti
nei pressi dell’abitazione di Mazzagatti l’eige della Madonna si è
fermata per mezzo minuto con un
tentennamento, chiamato “Inchino”, in segno di saluto. Quando il
comandante della stazione dei
carabinieri si è accorto di quanto stava accadendo è uscito dalla
processione ed ha avviato le procedure per l’identificazione di tutte le persone che stavano partecipando al rito religioso.
I militari hanno anche realizzato un video di quanto stava accadendo in modo da poter avere uno
strumento per identificare in modo inequivocabile tutti i partecipanti. La relazione fatta dai carabinieri è ora conluita in una informativa che gli investigatori invieranno alla Procura della Repubblica di Palmi ed alla Dda di
Reggio Calabria. L’inchino durante la processione è stato rivolto al boss Peppe Mazzagatti, condannato all’ergastolo per omicidio ed associazione mafiosa, ritenuto uno dei principali protagonisti di una delle più sanguinose
faide della ‘ndrangheta di Oppido
Mamertina verificatasi negli anni
‘90.
Sulla vicenda il Vescovo di Oppido-Palmi ha espresso parole di
dura condanna perché si tratta di
«un fatto grave. Faremo chiarezza
fino in fondo e prenderemo provvedimenti».
Il sindaco, Domenico Giannetta, ha afermato che “se ci sono stati gesti non consoni siamo
i primi a prendere le distanze ma
ci pare che durante la processione è stata ripetuta una gestualità
che va avanti da oltre 30 anni, con
la Vara rivolta verso una parte del
paese».
Alfano si è complimentato con
i Carabinieri che hanno preso le
Sconcerto
del Vescovo
Milito:
«Fatto grave»
“Inchino” a casa del boss
bufera sulla processione
distanze da quelli che il ministro
giudica «atti incommentabili».
La Presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy
Bindi, ha telefonato al maresciallo dei carabinieri Andrea Marino
per ringraziarlo per la lealtà alle istituzioni e il senso dello Stato dimostrati. «Quanto è avvenuto nel corso della processione - ha
detto - sconcerta e addolora e la
Commissione antimafia intende
approfondire i fatti incontrando
anche lo stesso maresciallo Marino».
Duro è anche il commento del
procuratore aggiunto della Dda di
Reggio Calabria, Nicola Gratteri,
secondo il quale il gesto compiuto è«un vero e proprio atto di sfida alle parole di scomunica pronunciate da Papa Francesco. Be-
ne il comportamento dei Carabinieri ora la Procura farà il suo lavoro».
Non è la prima volta che in Calabria emergono ingerenze della criminalità nei riti religiosi. In
occasione della festa di Pasqua
in due comuni del vibonese c’era stata una forte polemica sullo svolgimento della processione
dell’Afruntata.
LARINO
I detenuti si ribellano alla scomunica
LARINO (CAMPOBASSO) - La
scomunica di Papa Francesco a
esponenti di mafia e ‘ndrangheta fa efetto sui detenuti ad alta
sicurezza del carcere di Larino
(Campobasso). E in molti chiedono chiarimenti sul significato
e sui rilessi pratici del provvedimento, innanzitutto se abbia ancora senso, per loro, partecipare
alla messa.
«È una cosa sorprendente, che
conferma quanto il Papa, parlando, incida nelle coscienze» è
il commento dell’arcivescovo di
Campobasso-Bojano, Giancarlo
Bregantini.
La scomunica era arrivata dal
Papa, il 21 giugno nel corso della
visita pastorale a Cassano all’Jonio. Nel corso dell’omelia nella messa alla Piana di Sibari, con
una chiarezza senza precedenti,
Papa Francesco aveva detto: «I
mafiosi non sono in comunione
con Dio, sono scomunicati». Mai
un Papa aveva pronunciato queste parole. E infatti Famiglia Cristiana sottolinea che non è possibile “nessuna attenuante dopo
le parole di Francesco”. E sull’atteggiamento dei detenuti di Larino, diversi dei quali legati alla criminalità organizzata, il settimanale dei Paolini parla di “ritorsione” perché considerano la
scomunica “un afronto”.
Il vescovo di Termoli-Larino,
monsignor Gianfranco De Luca, ha colto l’occasione, ieri, celebrando una Messa nel penitenziario molisano, per illustrare il
messaggio del Papa e dire che è
diicile accogliere Dio se si ha
“la notte” nell’animo.
«I detenuti ne avevano parla-
to con il cappellano - racconta
Bregantini - Quest’ultimo ha invitato il vescovo De Luca a spiegare il senso dell’intervento del
Papa. Ciò dimostra come non sia
vero che dire certe cose sia clericalismo. In realtà le parole del
Papa, come quelle della Chiesa e di Gesù Cristo, hanno sempre una valenza etica che diventa sempre culturale ed economica, quindi con grandi rilessi politici».
«Questa mattina la messa era afollata - riferisce l’ispettore
capo della polizia penitenziaria
del carcere di Larino, Nicola Di
Michele - Quello di Larino è un
carcere modello. Per esempio,
se decidono di prendere iniziative, i nostri detenuti usano sempre scrivere una lettera alla direzione».
OPPIDO MAMERTINA - È fortemente contrariato il vescovo della diocesi di Oppido-Palmi, mons.
Francesco Milito, dopo aver appreso la notizia della sosta della processione davanti all’abitazione del presunto boss della ‘ndrangheta Giuseppe Mazzagatti.
Mons. Milito oltre a prendere le
distanze dall’episodio annuncia
che saranno presi dei «provvedimenti energici in modo da far capire che non ci possono essere alleanze contro la fede». Mons. Milito, 66 anni originario di Rossano
(Cosenza), guida la diocesi di Oppido-Palmi dal 4 aprile del 2012.
Ieri dopo aver saputo della vicenda della processione della Madonna delle Grazie, il prelato non ha
esitato il fatto come «molto grave».
«In tempi brevi - ha aggiunto prenderemo tutte le informazioni
in modo da avere un quadro completo, sia sui fatti che sulle persone, di quanto è accaduto. La cosa
certa è che prenderemo dei provvedimenti». Il Vescovo, che ieri mattina era a Oppido Mamertina, è poi partito per impegni pastorali. Ma il suo pensiero è sempre rivolto a quanto accaduto in
questi ultimi giorni. «Non c’è bisogno di comprovare, perché c’è il
fatto, e basta. C’è soltanto necessità di avere elementi di comprensione maggiore. Al di là di questo,
le mie posizioni saranno molto energiche sull’argomento. Saranno
tali da far capire che bisogna nel
modo più assoluto ricordarsi sempre che non ci possono essere alleanze di alcun genere che siano
contro la fede. Questo è un punto fermo, quali che siano le tradizioni ataviche, i collegamenti che
possono esserci, le interpretazioni che si possano dare».
Il prelato afronta anche il tema
della crescita della coscienza civile in Calabria contro la ‘ndrangheta.
«C’è, da parte di tanta gente
un rifiuto netto - ha detto - anche
perché qualcuno paga di persona. In tante parrocchie si fa opera di educazione delle coscienze
senza concedersi un attimo di tregua. Ma non si può negare che attorno e accanto a questa posizione ferma di tante persone, sopravvive ancora, per tanti motivi, questa forma di omertà, di paura, di
non avere il coraggio, o di volere
comunque imporre stili che, comunque, con la fede nulla hanno
a che fare».
PERUGIA
DELITTO YARA
Sparatoria in strada, quattro feriti
Bossetti, tutto ruota attorno al Dna
PERUGIA - Il colpo di pistola sparato dal
padre lo ha raggiunto mentre era in braccio alla mamma, dopo una discussione tra
i genitori ormai separati. Sull’auto di un’amica della donna con la quale dovevano recarsi in piscina, a Perugia. Ora il piccolo, di
poco più di due anni, è in condizioni molto
gravi all’ospedale Meyer di Firenze. Gravissimi in quello del capoluogo umbro i due ex
compagni. L’uomo ha infatti tentato di suicidarsi con la stessa arma dalla quale è partito anche il proiettile che ha ferito l’amica
dell’ex convivente.
Tutto è successo nel giro di pochi minuti in una piccola via di Ponte Valleceppi,
quartiere della periferia perugina. In strada, di fronte alla casa dell’amica della mamma del piccolo (che ha subito una grave
frattura a una mascella).Dalle indagini condotte dai carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore Manuela Comodi, è emerso
che l’uomo, carrozziere trentaduenne del
posto, incensurato, ha sparato quattro col-
pi con una Beretta semiautomatica calibro
nove regolarmente detenuta. Tra lui e la ex
compagna, dalla quale si era separato a settembre, c’è stata una discussione.
Per una telefonata alla quale la donna non
avrebbe risposto ma tra i due c’erano stati
in passato degli screzi legati anche al mantenimento del figlio e per il fatto che l’artigiano non accettava la separazione. Nessuna denuncia comunque, anche perché la ex
compagna lo considerava “un padre esemplare”.
Dopo la mancata risposta alla telefonata
l’uomo è riuscito a sapere che l’ex compagna sarebbe andata in piscina con l’amica
e l’ha probabilmente seguita fino a casa di
quest’ultima.
Bambino, madre e amica sono saliti sulla
Citroen di quest’ultima dopo una discussione e a quel punto - è emerso dagli accertamenti - sono partiti i colpi di pistola. L’uomo si è poi puntato la pistola alla testa e ha
nuovamente fatto fuoco.
MILANO - È il Dna l’elemento cardine
dell’accusa contro Massimo Giuseppe Bossetti e ora i suoi legali potrebbero richiedere che venga ripetuto l’esame con cui è stato individuato Ignoto 1, poi identificato nel
muratore di Mapello detenuto dal 16 giugno
scorso nel carcere di Bergamo con l’accusa
di aver ucciso Yara Gambirasio.
Qualora gli avvocati Silvia Gazzetti e
Claudio Salvagni decidessero in tal senso,
l’esame avverrebbe in contraddittorio tra le
parti e a occuparsi degli accertamenti sarebbe la professoressa Sarah Gino, dell’Università di Torino, che è già incaricata di
partecipare alle analisi su quanto rilevato
dai Ris di Parma sull’autovettura e sull’autocarro del muratore. Alla metà della settimana prossima dovrebbero cominciare le
analisi sui reperti prelevati dalla Volvo e dal
furgone: peli, polveri e altro materiale che è
stato rilevato dal Luminol ma che potrebbe
non essere necessariamente sangue.
Se lo è, e a chi appartiene, lo stabiliranno
in contraddittorio in consulenti delle parti.
La probabile mossa dei difensori arriva
il giorno dopo il passaggio al contrattacco
di Massimo Giuseppe Bossetti, che ieri ha
deciso di afrontare un interrogatorio investigativo dopo aver risposto per due volte “non ho nulla da dire” al pm di Bergamo
Letizia Ruggeri. Nell’interrogatorio, fissato
per martedì, forse darà la sua versione del
come il suo Dna sia stato trovato sugli slip e
i leggings di Yara.
Mentre la procura è evidentemente alla
ricerca di qualche altro elemento che possa aiancare la prova del dna per costruire un’accusa più articolata nei confronti del
muratore bergamasco, alcune indiscrezioni riguardo una consulenza dell’Università
di Pavia, che non è ancora stata depositata,
smentiscono che tra i peli trovati sul corpo
della tredicenne di Brembate ce ne siano di
Bossetti. Tra le prove, poi, ancora non ci sono i risultati sulle tracce di Dna.
LUNEDI 7 LUGLIO 2014 • CORRIERE CANADESE
8
ESTERI
TERRORISMO
Attacchi da Shabaab, Kenya ancora sotto assedio
Giuseppe Maria Laudani
NAIROBI - I paradisi turistici del
Kenya ancora una volta sotto attacco. Almeno una trentina di persone - tutte keniane - hanno trovato la morte nella regione costiera
di Lamu, nel nord del Paese, in attacchi rivendicati dagli al Shabaab
somali legati ad al Qaida ma che la
polizia ha attribuito ad un gruppo
separatista che reclama l’indipendenza della costa.
In un altro grave episodio, avvenuto a 300 km più a sud, nella regione di Mombasa, una turista russa è morta dopo essere stata colpita in una sparatoria. Una
vicenda che per le forze della sicurezza sembrerebbe essere legata ad una rapina, alla criminalità
locale.
Secondo la ricostruzione della
polizia, ieri mattina la turista stava
visitando Fort Jesus, un forte portoghese del XVI secolo - patrimonio mondiale dell’Unesco - insieme con altre due persone quando
tre uomini armati hanno aperto il
fuoco contro il gruppo e rubato una borsa che conteneva macchine
fotograiche e telefonini.
«Stiamo cercando gli assalitori», ha detto la polizia, senza fornire ulteriori particolari. Una vicenda tragica, dai contorni ancora
poco chiari, ma che rischia di dare un ulteriore colpo di grazia al
settore del turismo in Kenya, già
pesantemente colpito negli ultimi
anni, soprattutto nelle regioni settentrionali, per i raid degli estremisti.
Risalgono invece alla notte tra
sabato e domenica gli attacchi avvenuti a Hindi e Gamba - nell’area
turistica di Lamu - con una trentina di morti.
Stando a quanto hanno riferito testimoni e fonti della sicurezza alla Bbc online, un gruppo di
uomini armati ha fatto irruzione
in un centro commerciale nel villaggio di Hindi, mentre un altro
gruppo attaccava nelle stesse ore
una stazione di polizia a Gamba.
«I primi risultati dell’inchiesta
rivelano che l’attacco sarebbe stato compiuto da elementi del Consiglio repubblicano di Mombasa,
un gruppo separatista», ha afermato all’Afp Grace Kaindi, un responsabile della polizia, che ha
Militari in strada dopo l’attacco terroristico
sottolineato la matrice “politica e
religiosa” degli attentati.
Elizabeth Opindo, testimone
del raid a Hindi, ha raccontato che
gli assalitori hanno incendiato la
sua casa ma che lei è stata «risparmiata perché loro non uccidono le
donne». La testimone ha poi pre-
cisato che il commando armato
«parlava inglese swahili e somalo».
Ma nelle stesse ore è poi giunta
la rivendicazione degli Shabaab.
Non è la prima volta che gli estremisti islamici si lanciano in simili
attacchi in queste aree del Kenya.
Lo scorso giugno i terroristi si
resero responsabili del massacro
a Mpeketoni con almeno 49 morti,
mentre nel settembre del 2013 si
spinsero ino a Nairobi assaltando
un noto centro commerciale con
più di sessanta vittime.
I loro attentati sono una risposta all’intervento armato dell’esercito kenyano in Somalia nell’ambito della forza dell’Unione africana.
Cacciati da Mogadiscio nel 2011
gli estremisti continuano a controllare ancora vaste zone rurali
della Somalia, dove portano avanti varie azioni di guerriglia mordi
e fuggi ma anche attentati sanguinari. Meno di 24 ore fa hanno rivendicato una nuova strage nella
capitale somala facendo esplodere un’autobomba nelle vicinanze
del Parlamento. Un ennesimo attentato terroristico che ha lasciato sul terreno almeno quattro persone.
LO SCANDALO
Nel Datagate anche foto osé e lettere d’amore
NEW YORK - Il “Grande Orecchio” di Obama non risparmia
nessuno. E ora c’è la conferma
che sotto la presidenza del primo presidente afroamericano
degli Stati Uniti gli 007 della Nsa
hanno spiato più cittadini comuni che sospetti terroristi. E nei
loro archivi vengono conservati
ile che contengono informazioni e immagini di migliaia e migliaia di persone che nulla hanno
a che fare con le indagini.
Dati che dovrebbero essere eliminati, come scambi di corrispondenza strettamente privati
o imbarazzanti fotograie.
Le nuove rivelazioni sono
del Washington Post, e si basano sulla mole di documenti ottenuti dalla talpa Edward Snow-
den. Carte che coprono un arco
di tempo che va dal 2009 al 2012
e che dimostrano come la fuga di
notizie che ha scatenato il Datagate sia molto più consistente di
quanto tenti di accreditare l’amministrazione Obama.
In particolare il Washington
Post ha scoperto come su dieci account internet violati dagli
007 Usa (da Google a Microsoft,
da Yahoo a Facebook) ben nove
appartengono a dei cittadini americani o a dei residenti negli
Stati Uniti.
Questo nonostante per legge
la Nsa possa spiare solo cittadini
stranieri che si trovano fuori dai
conini degli Stati Uniti.
A meno che non ottenga
un’autorizzazione speciale dalla
Foreign Intelligence Surveillance Court (Fisc) motivata da chiari indizzi di colpevolezza verso
cittadini degli Stati Uniti.
Negli archivi della Nsa ci sono anche informazioni raccolte
e conservate dagli 007 su almeno 10.000 persone ignare e non
obiettivo di indagine.
Informazioni in molti casi deinite di natura voyeuristica: tante foto che ritraggono giovani donne in costume o in biancheria intima in pose osé, uomini che esibiscono il proprio isico, bambini nudi nella vasca da
bagno o distesi mentre vengono
baciati dalla madre.
Immagini inquietanti, dunque,
che nulla hanno a che fare con la
sicurezza nazionale.
LONDRA
Addio al bigliettaio, su bus solo prepagati
Anna Lisa Rapanà
LONDRA - Niente più contanti
per salire sui double decker, gli inconfondibili bus rossi a due piani
che percorrono Londra in lungo e
in largo. La rivoluzione è scattata
ieri mattina all’alba: da ora per le
corse sugli autobus si accetteranno solo biglietti prepagati, tessere
e abbonamenti. Salire sul bus
con le monete pronte in mano da
consegnare al conducente in cambio del biglietto è evidentemente
considerato un gesto obsoleto, visto che solo lo 0,7% dei passeggeri
ormai ricorreva al contante.
Da qui la decisione dei responsabili di Transport of London (Tl)
che, nei loro calcoli, consentirà di
risparmiare 24 milioni di sterline
all’anno, rendendo il servizio più
agile ed eiciente.
Gli “efetti collaterali” saranno
minimi anche per i molti turisti
sempre presenti a Londra che, sottolineano ancora a Tl, nella gran
parte si avvalgono comunque di
biglietti prepagati.
Mentre per le emergenze è stata
trovata una soluzione: da circa un
mese infatti per i detentori di abbonamento o tessera prepagata è
stato attivato il programma ‘’ancora una corsa’’ che consente di effettuare un viaggio extra di bus in
caso di credito esaurito o insui-
ciente, in attesa della nuova ricarica.
Si modiicano così le abitudini dei londinesi, e così sarà ancor
di più a partire dal prossimo anno con un altro cambiamento epocale che vedrà, stando ai piani,
scomparire completamente le igura del bigliettaio presso le stazioni della metropolitana.
Misura che ha già provocato
proteste e scioperi. Intanto i treni
della “Tube” (così viene chiamata
la metropolitana a Londra) sfrecceranno non-stop 24 su 24 per tutto il weekend, come già accade in
altre capitali, per la gioia di chi ama vivere la capitale “by night”.
Per contro tuttavia il vasto piano di ristrutturazione prevede l’eliminazione di tutte le biglietterie
con personale, mantenendo quindi attivi esclusivamente i servizi
self-service.
Niente più ile allo sportello
chiacchierando con il bigliettaio
o la bigliettaia, quindi, spesso igure familiari specialmente nelle stazioni più periferiche e an-
che depositari di vasta conoscenza che dispensano consigli e sapienti indicazioni su come utilizzare al meglio la vasta rete di treni e linee che ogni giorno accoglie
milioni di persone.
Un ruolo che di fatto tra pochi
mesi scomparirà: se il progetto
entrerà in vigore così com’è, verranno eliminati quasi 1000 posti
di lavoro tra lo staf delle stazioni
(sugli attuali 5.750). Una decisione che ha indotto i sindacati a dichiarare una vera e propria guerra a suon di scioperi e di proteste
che, come accaduto già nei mesi
scorsi, ogni volta mandano in tilt
la città dimostrando quanto la
Tube sia vitale per il suo funzionamento.
Ma Tl e il sindaco di Londra
non cedono di un millimetro: questa rivoluzione si farà, insistono.
Il primo cittadino, Boris Johnson, assicura: le novità «contribuiranno a consolidare la reputazione di Londra quale migliore città
sul Pianeta dove vivere, lavorare,
fare i turisti e investire».
Tecnico italiano
rapito in Libia,
forse estorsione
Luca Mirone
TRIPOLI - Ore di attesa e di ansia per Marco Vallisa, il tecnico italiano scomparso sabato mattina
nell’ovest della Libia, rapito insieme con due suoi colleghi stranieri. E mentre ancora non c’è nessuna rivendicazione su quello che da
Tripoli ormai si dà per certo sia un
sequestro, si iniziano a ipotizzare
le possibili piste. Tra le quali potrebbe prevalere quella di un rapimento a scopo di estorsione. Come lasciato intendere dallo stesso
fratello di Vallisa - «ci attendiamo
la richiesta di un riscatto» - e alla
luce della zona in cui è avvenuto il
fatto, un’area costiera lontana dalle tensioni jihaidiste.
Solo prime ipotesi, teoriche, vista la situazione del turbolento paese nordafricano dove la sicurezza è a rischio.
Anche per gli addestratori italiani - i 28 militari che preparano i colleghi libici - costretti oggi a trasferirsi in ambasciata dopo
gli scontri tra governativi e ribelli nella capitale, vicino alla zona in
cui risiedono.
A Roma le autorità italiane sono impegnate per chiarire i contorni della vicenda Vallisa, seguita personalmente dal ministro degli Esteri Federica Mogherini, e la
Farnesina ha attivato a tutti i canali disponibili per ottenere la sua
liberazione. Di sequestro hanno
parlato stamane fonti del governo di Tripoli, e gli stessi familiari del tecnico italiano hanno detto di aspettarsi una richiesta di riscatto.
Vallisa, 53 anni e esperto di costruzioni impegnato in un cantiere della modenese Piacentini Costruzioni, è scomparso insieme
con altri due colleghi, il bosniaco Petar Matic e il macedone Emilio Gafuri, nella città costiera
di Zuwara, abitata in prevalenza
da berberi. Secondo le prime ricostruzioni, la loro macchina è stata ritrovata con le chiavi inserite nel quadro, circostanza che rafforza la tesi del rapimento a scopo
estorsivo. La scomparsa dei tre è
avvenuta infatti nell’ovest del Paese, zona lontana dalla Cirenaica in
cui si concentrano le forze ‘jihadiste’.
Intanto, cresce l’ansia a Roveleto di Cadeo. Vallisa vive nella cittadina emiliana con la moglie Silvia Bolzoni, farmacista del paese e
consigliere comunale, e i tre igli
che frequentano le scuole elementari. Il fratello Corrado ha raccontato di averlo sentito l’ultima volta
venerdì, che aveva «la stessa voce
di sempre e non aveva timori, anche perché la zona in cui lavora è
sempre stata tranquilla». Quindi,
si è detto «convinto che l’abbiano
sequestrato», aspettandosi una richiesta di riscatto, in «armi o soldi».
Il sindaco di Cadeo, Marco Bricconi, ha ricordato che il tecnico
della Piacentini Costruzioni è in
Libia «da uno o due mesi, ma aveva già avuto esperienze di lavoro
all’estero».
Vallisa viene descritto come una persona capace, esperto in
meccanica e opere di perforazione, molto generoso nei rapporti umani. E con una forte passione per
la politica: nel ‘95 si era candidato sindaco.
CORRIERE CANADESE • LUNEDI 7 LUGLIO 2014
9
SPORTISSIMO
Il Brasile cerca il nuovo Amarildo
“C’è vita senza Neymar?”, se lo chiede soprattutto Scolari. Tante soluzioni per sostituire O Ney
BELO HORIZONTE - “C’è vita
senza Neymar?”, “Troveremo un
altro Amarildo?”. Titoli, ma soprattutto interrogativi, con cui
“Felipao” Scolari deve fare i conti
in queste ore. Perché, come dice
il folletto Bernard, l’uomo che
potrebbe prendere il posto della
«stella di cui la Coppa sente la
mancanza» (deinizione di Blatter), «dover sostituire “Ney” per
Felipao è una complicazione incredibile».
Proprio vero, e a dimostrarlo
sono i numeri. Da quando è tornato ad allenare la nazionale brasiliana, quindi dall’inizio del 2013,
Scolari non ha mai schierato una
formazione senza Neymar: nei
2.460 minuti di tempo regolamentare (quindi supplementari con il
Cile esclusi) in cui ha guidato il
Brasile in 27 partite, il ct ha fatto
a meno del suo campione soltanto
per 148’.
E sono state solo quattro le volte in cui “O Ney” è stato sostituito
dal tecnico quando mancava più
di un quarto d’ora alla ine.
In una di queste circostanze,
quando il n. 10 è uscito al 26’ st
della partita del Mondiale contro
il Camerun, peraltro già abbondantemente vinta, Neymar è stato sostituito da Willian, e questo
potrebbe essere un indizio, unito
Neymar
ko dopo la
ginocchiata di
Zuniga,
Marcelo si
dispera
avendo forse
intuito la
gravità
dell'infortuio
che costringerà il capitano
del Brasile a
seguire dalla
tribuna sia la
semiinale che
l'eventuale
inale mondiale
all’intesa che l’ex dello Shakhtar
ha cementato con Oscar in quasi
un anno di militanza comune nel
Chelsea.
Ma Scolari, allenatore da sempre innamorato dei mediani, starebbe pensando anche a un centrocampo tutto di sostanza per
arginare il “kurzpasspiel”, ovvero
il tiqui-taka in salsa tedesca, della
squadra di Loew.
Ecco allora che potrebbe parti-
re con un 4-3-3 in cui Oscar viene
spostato in avanti accanto a Fred e
Hulk, mentre al posto di Neymar
giocherebbe un “volante” in più,
quel Luiz Gustavo che ha scontato
la squaliica e avrebbe ai lati Paulinho e Fernandinho.
L’opzione numero tre è Bernard, di cui Scolari è calcisticamente innamorato da tempo, al
punto da dire una volta, per esaltarne le qualità tecniche, che «ha
molta allegria nelle gambe».
Questo attaccante brevilineo
di 21 anni (è il più giovane della
Sele:ao) potrebbe anche servire
per mettere in diicoltà i lunghi,
e non sempre veloci, della difesa
germanica.
«Per Neymar siamo ancora tristi - commenta Bernard - è diicile sostituirlo, parlo come giocatore e come persona, vista l’energia
positiva che sa trasmettere. Forse,
sul campo, ci vuole uno rapido,
intelligente e abile, ma per una
partita come quella contro la Germania, una delle migliori nazionali viste qui, bisogna prendere in
considerazione tanti fattori, per
poi arrivare a quella inale che
tutti sogniamo. Le scelte spettano
a Felipao».
E c’è anche il problema del reparto arretrato: nelle 26 partite in
cui hanno fatto coppia al centro
della difesa, Thiago Silva e David
Luiz non hanno mai perso, ma
adesso il capitano è squaliicato, e
Felipao deve decidere se sostituirlo con Dante, “esperto” di calcio
tedesco (gioca nel Bayern) o con
quell’Henrique che è il suo pupillo dai tempi del Palmeiras.
In ogni caso, la verità di fondo
rimane una: la Seleçao di Scolari non sa ancora come sia la vita
senza Neymar, e deve imparare
alla svelta. La via forse è quella
indicata sempre da Bernard: «Al
Minerao la spinta per vincere può
darcela il pubblico - dice - Inconvenienti e complicazioni fanno
parte di un Mondiale, ma bisogna
crederci comunque. L’anno scorso con l’Atletico Mineiro proprio
“Io ci credo” era lo slogan nostro
e della tifoseria, e siamo arrivati
ino in fondo vincendo la Coppa
Libertadores. Vorrei che ora suc-
TEDESCHI
COLOMBIA
La Germania è fiduciosa, Podolski scherza
Zuniga e la figlia minacciati
BELO HORIZONTE - La chiamano “Bralemanha” e le hanno assegnato l’oscar della simpatia, peraltro inora ampiamente meritato,
ma prima o poi doveva arrivare il
momento della resa dei conti. Rivale nella semiinale mondiale del
Brasile che continua a inseguire il
sogno dell’Hexa sarà quella Germania stanca di side per il terzo e
quarto posto.
Finora c’è stato solo il confronto diretto della inale per il titolo
del 2002 a Yokohama, e Scolari,
che c’era anche allora, spera che
vada a inire allo stesso modo. Se
poi “Felipao” dovesse anche conquistare la Coppa eguaglierebbe il
record di partite vinte da tecnico
ai Mondiali: appartiene proprio a
un tedesco, il leggendario Helmut
Schoen, che ne vinse 16.
Spetta al suo successore di tanti
anni dopo, “Jogi” Loew, impedire
che ciò accada, del resto il ct ci
crede visto che ripete da giorni
che la su Germania «ha tutte le
qualità per arrivare ino in fondo».
Intanto, ma solo ino al match
di domani a Belo Horizonte, si è
già guadagnata l’afetto di milioni
di brasiliani, fra capoeira e danza Lepo Lepo dei tedeschi sulla
spiaggia del ritiro baiano, o foto di
416-652-6829
Neuer, Schweinsteiger e Podolski
vestiti con le maglie del Bahia e
del Flamengo, quest’ultima quasi
uguale, per una precisa strategia
di marketing a quella che i tedeschi indosseranno nel match del
“Minerao”.
Ci sono state foto, autograi e
“selie” per i tifosi, Podolski si è
perino avvolto in una bandiera
del paese ospitante per seguire
Brasile-Cile dalla televisione, ora
però la Seleçao è diventata l’avversaria da battere per il “Mannschaft” del record della quarta
semiinale iridata consecutiva, e
quindi bisogna concentrarsi nel
modo giusto.
Quindi si festeggia di meno, e
si vede di più il Brasile come un
ostacolo, anche se nemmeno oggi
Schweinsteiger rinuncia a parole
afettuose e sfoggio di fairplay.
«Prima di tutto fatemi dire esordisce in conferenza stampa
- che siamo tutti molto tristi per
il fatto che Neymar non possa
giocare contro di noi. A perderci
sarà prima di tutto lo spettacolo: i
migliori dovrebbero sempre poter
stare sul campo, perché è il posto
più adatto a loro».
Ma la perdita del suo campione può essere anche la scossa che
serve al Brasile.
«Adesso che ha perso Neymar
- dice ancora Schweinsteiger immagino che la nazionale brasiliana si compatti e unisca ancor
di più le sue forze attorno a due
tecnici di valore come Scolari e
Parreira. Si tratta di allenatori che
hanno anche grande esperienza, e
penso che quella di martedì sarà
una sida non solo sul campo ma
anche fra le panchine. Vincerà chi
giocherà la partita più intelligente. Il fattore campo? È un vantaggio per loro, unito alle grandi doti
tecniche che hanno. Ma ripeto
che il confronto più da seguire, e
che può risultare decisivo, sarà tra
i due allenatori».
Teoria interessante, e stimolante per un Loew che sembra aver
riequilibrato la squadra riportando Lahm nell’antico ruolo di terzino.
Intanto il solito Podolski trova
ancora il modo di scherzare, postando le sue foto accanto a Ronaldo Fenomeno e Ronaldinho:
«Meno male per noi che i miei
due idoli non giocano», è la considerazione inale, segno di una
Germania che si avvicina a questa
grande sida libera da pressioni
particolari.
RIO DE JANEIRO - Infuriati per
la ginocchiata alla schiena sferrata a Neymar, che ha interrotto anzitempo il Mondiale del n. 10 della
Seleçao, i tifosi brasiliani hanno
utilizzato la rete e i social network
per sfogarsi contro il colombiano
del Napoli che ora, secondo fonti
a lui vicine, sarebbe anche preoccupato.
L’esterno della nazionale di
Pekerman è stato fatto oggetto di
insulti razzisti e chiamato “macaco”: «Merita di sofrire per il resto
della vita», è quanto gli ha scritto
un internauta mentre un altro lo
ha deinito «sporco giocatore della Colombia».
Ma a preoccupare di più il calciatore, che ora sta pensando di
rivolgersi alle forze dell’ordine
sono state le minacce rivolte,
sempre via internet, alla iglia.
Tutto ciò nonostante alcuni
giornali brasiliani di ieri, pur non
“assolvendo” il colombiano, facciano notare come Zuniga sia un
calciatore corretto, che in 142 partite giocate con il Napoli dal 2010
al 2014 ha ricevuto solo 13 cartellini gialli e appena tre rossi.
Ieri però Zuniga è stato anche
attaccato dall’attuale presidente
della Cbf Josè Maria Marin, he
inaugurando un centro sportivo
a Belem ha chiesto alla Fifa “una
sanzione esemplare” per il giocatore del Napoli. «Se hanno dato 9
giornate a Suarez perché avrebbe
dato un morso - ha detto Marin -,
a lui quanto devono dare? Neymar è un calciatore importante,
nei confronti del quale dall’inizio dei Mondiali si era scatenata
un’autentica caccia all’uomo. È inita come sapete e qualcuno deve
pagare».
*Nella foto, il fallo di Zuniga
su Neymar
LUNEDI 7 LUGLIO 2014 • CORRIERE CANADESE
10
MONDIALI
Van Gaal-Krul, la mente ed il braccio
Olanda avanti con i rigori: il ct fa entrare il 12 solo per i penalty, il portiere ne para due. Costa Rica addio con rimpianti
SALVADOR - Mago Van Gaal. L’Olanda guadagna la semifinale dei
Mondiali contro l’Argentina grazie
a un incredibile colpo di teatro del
suo allenatore. È la fine dei tempi
supplementari, per più di 120 minuti gli arancioni sono andati a
cozzare sul muro del Costa Rica: 15
tiri nello specchio della porta, con
3 fra pali e traverse (due con Sneijder, uno con Van Persie) e alcune
parate miracolose di Navas, non
sono bastati per vincere.
E allora il “santone” seduto sulla panchina olandese ne inventa
una delle sue: fa entrare il secondo portiere Tim Krul, che in precedenza si era scaldato, all’ultimo
minuto dei tempi supplementari
per sfruttarne l’abilità nel parare i
rigori. Cillessen esce ma con evidenza non gradisce la sostituzione,
e la mancata fiducia del tecnico nei
suoi confronti, ma anche il gigante
di 1,94 che in Inghilterra difende la
porta del Newcastle deve recitare
la sua parte, perché al Mondiale
si va avanti anche usando le armi
segrete.
Così Krul entra appena in tempo per mettersi all’opera in occasione dei tiri dal dischetto: prova
gli avversari, fa vari gesti, para i
penalty di Ruiz e Umana e regala
ai suoi la semifinale contro Messi.
Fra le prime quattro di Brasile 2014
ci sono quindi le nazionali più titolate, eccezion fatta per l’Italia il
cui posto viene preso da chi la finale l’ha giocata per tre volte senza mai vincerla, appunto l’Olanda
che vorrebbe provarci ancora. Ed
è curioso pensare che se le semifi-
IL TABELLINO
Tim Krul il portiere para-rigori fatto entrare apposta da Van Gaal neutralizza il tentativo di Umana
nali di Belo Horizonte e San Paolo
saranno all’insegna dell’Europa, 40
anni dopo ci sarà la stessa finale
del 1974: Germania-Olanda, con
un altro Muller, stavolta Thomas,
a sfidare gli arancioni.
Al Maracanà l’Olanda deve comunque ancora arrivarci, e intanto
si gode questo successo così sudato, in tutti i sensi, sul Costa Rica,
che restando chiuso e ripartendo
in contropiede stava per provocare
l’ennesima sorpresa.
Recrimina infatti sulla mancata
concessione nei tempi regolamentari di un rigore per un fallo di Indi
Martins su Campbell e sul miracolo compiuto da Cillessen al 117’,
quando il portiere olandese che
sarebbe uscito poco dopo ha evitato la capitolazione dei suoi con
un “miracolo” su conclusione di
Ruiz. Un minuto dopo l’Olanda ha
replicato con la traversa colpita da
Sneijder, che fa il paio centrato in
precedenza su punizione e con la
traversa presa da Van Persie, che
la sua parte l’ha fatta ma ha chiuso il match dando l’impressione di
essere esausto: è stato comunque
bravo a trovare la forza di trasformare uno dei rigori.
Detto anche delle parate decisi-
Olanda (3-4-3): Cillessen 6
(15’ sts Krul 8); De Vrij 6, Vlaar
6.5, Indi Martins 6 (1’ sts Huntelaar s.v.); Kuyt 6.5, Wijnaldum
6, Sneijder 7, Blind 6.5; Depay
5 (30’ st Lens 6), Van Persie 6,
Robben 7. (22 Vorm, 7 Janmaat,
8 De Guzman, 12 Verhaegh, 13
Veltman, 14 Kongolo, 16 Claasie, 10 Leroy Fer). All.: Van Gaal 7.5.
Costa Rica (3-4-1-2): Navas
7.5; Umana 6, Gonzalez 6, Acosta 6; Tejeda 6.5 (6’ pts Cubero s.v.), Diaz 5.5, Borges 6.5,
Gamboa 5.5 (33’ st Myrie sv.) ;
Ruiz 6; Campbell 5.5 (20’ st Urena 5), Bolanos 6. All.: Pinto
6.5.
Arbitro: Irmatov (Uzbekistan) 5.5.
Sequenza rigori:
Borges
(gol), Van Persie (gol), Ruiz
(parato), Robben (gol), Gonzalez (gol), Sneijder (gol), Bolanos (gol), Kuyt (gol), Umana
(parato).
ve di Navas, su conclusioni di Van
Persie e subito dopo Sneijder, Depay e Vlaar, e quindi reso omaggio
a un estremo difensore che verrà
ricordato fra i protagonisti di questo Mondiale, la verità è che questa partita alla fine l’ha vinta Van
Gaal con la sua mossa a sorpresa.
Krul in campo, e in porta, solo per
i rigori, l’Olanda non ha finito di
stupire.
L’OPINIONE
Se si perde, in Brasile sanno di chi è la colpa
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aranno due semifinali di fuoco. Europa contro Sudamerica. Con le due europee favorite anche se si troveranno
davanti un ambiente a dir poco surriscaldato. I brasiliani stanno già mettendo le mani avanti: hanno accusato l’arbitro spagnolo Velasco Carballo di non aver preso provvedimento contro Zuniga per il fallaccio su
Neymar.
A dire il vero ai colombiani è andata peggio: il gol di Yepes poteva anche essere
considerato regolare e il rosso su Julio Cesar era grosso come una casa. Terribili sono stati gli insulti all’arbitro spagnolo Velasco Carballo. I colombiani hanno persino
ofeso la sua povera madre, incolpevole di
fronte alle sviste del suo sventurato igliolo.
Tornando al calcio il Brasile oltre a Neymar
dovrà fare a meno anche di Thiago Silva.
Troppo per una compagine disorganizzata
come quella verdeoro sostenuta più che altro dall’orgoglio e poco altro. I panzer tedeschi sembrano troppo forti per il gruppo guidato da Scolari, una delle Seleçao più
scarse della storia dei Mondiali che francamente non merita di vincere questo titolo.
La Germania appare invece insuperabile.
Forte isicamente, tecnica, la squadra di Loew gioca un calcio moderno e soprattutto
dispone di una panchina lunghissima che
può sopperire a qualsiasi carenza di un singolo. Se batterà il Brasile è inutile dire che i
favoriti sono loro.
L’unico limite sembra essere la scarsa dimestichezza con le inali. Dal 2006 a oggi,
i tedeschi sono sempre arrivati alle semiinali ma hanno sempre mancato l’appunta-
mento che conta. Sarà ancora così? I tempi sembrano essere cambiati. Molto combattuta appare l’altra semiinale con l’Olanda di Van Gaal leggermente favorita. Gli Oranje giocano meglio, anche se potrebbero
essere stanchi per i 120 minuti giocati contro un generoso Costa Rica.
L’Argentina non è organizzata come l’Olanda ma Messi è il migliore giocatore al
mondo e può decidere una partita come e
quando vuole. Mancherà Di Maria e in una squadra che dipende dai singoli questa è un’assenza che può essere determinante. Dall’altra parte Robben è a mio avviso il miglior giocatore di questo Mondiale. Imprendibile sulla fascia, l’olandese del
Bayern crea un’ininità di occasioni e costringe sempre gli avversari a fargli fallo.
La diferenza potrebbe farla Van Gaal, il
più esperto dei quattro allenatori. La inale sembra essere dunque Germania-Olanda
con gli olandesi che ci riprovano dopo la
delusione del 2010. Molto dipenderà anche
da come le due squadre arriveranno all’appuntamento.
Una vittoria degli Oranje sarebbe forse
la cosa migliore per noi italiani: a diferenza dei crucchi, loro non ci ofendono, stanno più al posto loro. E questo non guasta.
Guardare le quattro semiinaliste giocare
potrà essere molto interessante anche per
noi italiani soprattutto per capire come riprogrammare la nostra scuola calcio e allestire una Nazionale degna della nostra tradizione. Dobbiamo prendere il meglio da
tutti e quattro i Paesi. Al momento siamo
superiori soltanto nell’insultare l’arbitro.
Ma con le parolacce non si vince. Non c’è
Velasco Carballo che tenga…
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CORRIERE CANADESE • LUNEDI 7 LUGLIO 2014
11
MONDIALI
ARGENTIINA-BELGIO 1-0
Higuain manda i “diavoli rossi” all’inferno
L’ALBICELESTE CI CREDE
Non solo Messi,
la punta Napoli irma l’1-0: il
sogno continua ma senza Di
Maria
ROMA - Sofrendo ino alla ine,
ma col cinismo tipico delle grandi squadre, l’Argentina rispedisce
all’inferno i “diavoli rossi” del
Belgio e taglia il traguardo delle
semiinali mondiali dove aspetta
l’Olanda di Van Gaal.
Lo fa nel giorno in cui il suo solista più atteso, Leo Messi, resta a
secco: con la Pulce per una volta a
digiuno, ci pensa il Pipita Higuain
a togliere le castagne dal fuoco ai
sudamericani con una giocata che
è un mix di abilità e opportunismo.
La migliore risposta a chi negli
ultimi giorni ha montato il caso di
una squadra Messi-dipendente. Il
Belgio delle giovani promesse, al
dunque, si mostra immaturo non
demeritando ma confermandosi
poco concreto in fase realizzativa.
Argentina con la novità Biglia
al centro del campo e con Basanta al posto dello squaliicato Rojo
sulla sinistra mentre sul fronte
belga Wilmots spiazza tutti lasciando fuori Mertens per dare
spazio a Mirallas e riproponendo
Origi al centro dell’attacco e non
Lukaku grande protagonista negli
ottavi. È l’Argentina a dare subito l’impressione di voler fare la
partita e Di Maria ci prova dalla
distanza: è il prologo al gol che arriva un minuto dopo, all’8’, tanto
bello quanto viziato dal caso. Lo
sigla il “Pipita” Higuain, in qui
uno degli oggetti misteriosi del
Mondiale, fortunato nell’approittare di un rimpallo sul passaggio
di Zabaleta.
Una deviazione benedetta che
aggiusta la palla sul destro del
puntero argentino, che è un fulmine a coordinarsi e a colpire in
mezza girata indirizzando la palla a mezza altezza nell’angolino
più lontano grazie a un befardo
efetto a uscire. Il Belgio si mette a ruminare il suo gioco fatto
di trame e di passaggi ma senza
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Di Maria a terra,
Rizzoli chiama
la barella
Higuain dopo il gol al Belgio, il suo primo al mondiale
coloso, mentre i sudamericani afidano al Pocho Lavezzi il compito
di colpire in contropiede, specie
dopo aver perso Di Maria per un
problema al polpaccio che poi si
rivelerà molto grave visto che per
l'attaccante del Real il mondiale
inisce qui.
Con Hazard che cerca spazi
che non trova, per i “diavoli rossi”
è De Bruyne a provarci dalla distanza con Romero che respinge a
pugni uniti. Ma la prima e unica
vera occasione del primo tempo
il Belgio la confeziona sul inire
della frazione quando Mirallas gira di testa dal centro dell’area sul
cross di Vertonghen lambendo il
palo. Senza squilli il primo tempo
di Messi: la Pulce ha la palla buona su calcio da fermo, ma tira alto
sulla traversa.
La ripresa comincia con l’Argentina che prova a chiudere in
contropiede: è ancora Higuain,
con un’azione personale, ad involarsi verso la porta. Il suo tiro, a
Courtois battuto, scheggia la traversa. Sabella, che segue la scena
dalla panchina, segue la traiettoria lasciandosi cadere all’indietro
tra le braccia dei suoi assistenti.
Wilmots capisce che
deve rischiare e rivede le scelte
iniziali: dentro Mertens e Lukaku
per Origi e Mirallas. Il Belgio ne
beneicia e si rende pericoloso in
più circostanze con Fellaini (colpo di testa alto ancora su un cross
di Vertonhghen) e con De Bruyne
sul cui cross per poco Garay non
fa la frittata.
Messi si fa ipnotizzare da
Courtois fallendo il 2-0, ma e’
Lukaku, a un minuto dallo scadere
dei cinque di recupero concessi
da Rizzoli, ad avere sul sinistro
la palla del pareggio: ma il suo tiro-cross strozzato libera l’urlo represso in gola dei tanti argentini
presenti allo stadio. In semiinale
ci va l’Argentina, che non è più solo l’Argentina di Messi.
Argentina (4-2-3-1): Romero 6.5,
Zabaleta 6.5, Demichelis 6.5, Garay 6.5, Basanta 6.5, Biglia 6.5, 14
Mascherano 6, Di Maria 7 (33’ pt
Perez 6.5), 22 Lavezzi 7 (26’ st Palacio sv), Messi 7, 9 Higuain 8 (36’
st Gago sv). All.: Sabella 7.
Belgio (4-3-3): Courtois 6, Alderweireld 5.5, 15 Van Buyten 6,
Kompany 7, Vertonghen 6.5, Witsel 6, De Bruyne 6, Fellaini 5,
Mirallas 5.5 (15’ st Mertens 6), 17
Origi 5 (15’ st Lukaku 5.5), Hazard
5.5 (30’ st Chadli). All.: Wilmots 6.
Arbitro: Rizzoli (Italia) 7.
Reti: nel pt 8’ Higuain.
Angoli: 4-3 per il Belgio
ROMA - Ora che l’incantesimo che la voleva fuori dalle semifinali
mondiali da 24 anni è stato sfatato e che anche il Pipita Higuain si è
sbloccato ritrovando la via smarrita del gol.
Ora, insomma, che anche i bookmakers danno l’Argentina come
la favorita per la vittoria finale, per gli uomini di Sabella diventa difficile nascondersi. L’euforia del giorno dopo la vittoria sul Belgio è
solo in parte appannata dall’infortunio ai lessori subito da Angel Di
Maria che priva “l’Albiceleste” di una pedina importante, ma viene
da sorridere se si pensa che ino a ieri l’obiezione principale che
veniva mossa ai sudamericani era quella di essere Messi dipendenti.
Come se non fosse una squadra con tante frecce al suo arco.
Mercoledì prossimo nella semiinale contro l’Olanda, il ct Sabella
con ogni probabilità riproporrà la squadra che ha afrontato il Belgio
sopperendo all’assenza del talento del Real Madrid inserendo Perez
a centrocampo e avanzando il raggio d’azione del Pocho Lavezzi al
ianco di Gonzalo Higuain. «Angel - si rammarica Sabella - è molto
importante per noi, con lui la squadra èmolto equilibrata, ma abbiamo tante soluzioni».
Ma proprio il Pipita, in ombra ino sabato, potrebbe essere l’arma
in più dei biancocelesti nelle battute inali del torneo. Il suo guizzo
da opportunista ha deciso il quarto di inale col Belgio regalando
all’Argentina l’ennesima vittoria di misura in questo Mondiale, prova
di un team che sa unire ai fronzoli dei suoi solisti anche il cinismo e
la solidità delle grandi squadre.
«Io già penso alle semiinali - ha detto il puntero del Napoli - abbiamo ancora due partite per passare alla storia».
Tutta la stampa argentina ha esaltato il successo sul Belgio e inneggia al sogno Mundial. «Addio alla maledizione - scrive il Clarin
- per la prima volta in 24 anni, è tra le prime quattro».
Mentre per la Nacion è «più vicino il sogno di un terzo trionfo
dopo il 1978 e il 1986». Il popolare Cronic avvisa i prossimi avversari
in semiinale e in un ipotetica inale: «Adesso arrivano olandesi e
brasiliani: possono tremare» a dimostrazione di un certo ottimismo.
Mercoledì sera, contro l’Olanda, per l’Argentina sarà anche un
amarcord benaugurante: le due squadre, infatti, si afrontarono in
una indimenticabile inale nei Mondiali del 1978 vinta dai padroni
di casa sudamericani 3-1 con Mario Kempes mattatore. Il remake,
trentasei anni dopo, vedrà in campo altri protagonisti. Uno su tutti si
candida a ripercorrere quelle gesta: si chiama Leo Messi, uno - come
ha detto Sabella - capace di «portare l’acqua anche nel deserto».
I BIG MATCH DEL PASSATO
Le 4 big ricordano sempre le finali mondiali del 1978 e del 2002
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Sabella: «Messi porta
l’acqua nel deserto»
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ROMA - Tutto come previsto, o quai. Le
quattro big del calcio mondiale sono in
semiinale. Nessuna sorpresa, dunque
Quattro big, Quattro grandi squadre
con tradizione mondiale e con campioni very. Brasile-Germania e Argentina-Olanda hanno un sapore particolare.
Quello che chi ama questo sport non
può far inta di non sentire. Nel Mondiale brasiliano le super potenze del
calcio si incrociano. E se per Brasile e
Argentina era quasi un obbligo arrivare
almeno in semiinale in un torneo che si
disputa in Sud America, per Germania
e Olanda sono piacevoli conferme dopo
gli ottimi percorsi del 2010. Per tedeschi
ed oranje, tra l’altro, arrivano anche due
possibili occasioni di rivincita: i primi
vogliono cancellare il 2002, gli olandesi
il 1978, in quella inale che grida ancora
“vendetta”.
Argentina-Olanda del ’78 – L’Olanda,
in realtà, una rivincita sull’Argentina
se l’è già presa nel 1998. La squadra di
Hiddink, in quell’occasione, eliminò la
Seleccion dal Mondiale francese, conquistando la semiinale. Era, infatti, un
quarto di inale quello di Marsiglia, deciso dai gol di Kluivert e Berkgamp, dopo il momentaneo pareggio di Claudio
Lopez. Questa volta, però, conta ancor
di più. Questa volta è semiinale e per
questo gli olandesi paragonano questa
partita a quella del 1978, a quella inale
persa 3-1 nei supplementari grazie alle
reti di Kempes e Bertoni. Nei quattro
precedenti ai Mondiali l’Olanda nei
tempi regolamentari non ha mai perso
con l’Albiceleste: due vittorie e due pareggi. Ma l’Argentina ha dalla sua una
statistica incredibile: nelle quattro volte
in cui è andata in semiinale Mondiale
(1930, 1978, 1986 e 1990) è poi sempre
andata anche in inale.
Brasile-Germania del 2002: C’è un
risultyato che “brucia” ancora tanto. Il
2-0 della inale 2002, con la doppietta di Ronaldo e l’errore clamoroso di
Kahn, non è ancora stato digerito. Ecco perché, 12 anni dopo, la squadra di
Low vuole vendicare quella di Voeller.
Incredibile notare come due storiche
protagoniste dei Mondiali (20 partecipazioni il Brasile, 18 partecipazioni la
Germania, otto titoli iridati in due, 14 inali in due) si siano incontrate solo una
volta nella fase inale di un Mondiale.
Eliminando la gara con la Germania
Est del 1974, infatti, l’unico precedente
è quello di Yokohama, nel torneo nippo-coreano vinto dai brasiliani. Quale
miglior rivincita potrebbe esserci se
non quella di battere i padroni di casa
nel loro Mondiale?
In altio, Argentina'Olanda del 1978, in basso Brasiie'Germania del
2002.
CORRIERE CANADESE • LUNEDI 7 LUGLIO 2014
12
MONDIALI
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Rihanna tifa Olanda, tristezza Shakira
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ROMA - Rihanna, la popolare cantante delle Barbados, tifa Olanda ai Mondiali di calcio in Brasile.
Poco prima dell’inizio dell’incontro con il Costa Rica, vinto ai rigori dagli Oranje grazie ad una
mossa a sorpresa del ct Louis Van Gaal, Rihanna ha
twittato ai suoi 36,1 milioni di follower, un sua foto,
ovviamente in posa sexy.
La giovane cantante, in ginocchio sul prato di
uno stadio accanto ad un pallone del mondiale, veste una mini canottiera con i colori della bandiera
olandese (rosso-bianco-blu), e porta gli stessi colori sulla sua guancia destra. La dedica è rivolta ai
calciatori della Nazionale di Arjen Robben, Wesley Sneijder e Robin Van Persie: “For my Dutch
boyz!!!”, per i miei ragazzi olandesi.
Rihanna, uno dei personaggi più seguiti in assoluto su Twitter, ama il calcio, ma sembra cambiare
squadra abbastanza spesso: i suoi due cinguettii
precedenti erano dedicati all’attaccante della Colombia James Rodriguez, definito “Una leggenda”,
mentre qualche giorno prima aveva salutato le prestazioni sia del Brasile sia della Germania, oltreché
degli Stati Uniti, con una quasi dichiarazione d’amore al ct Juergen Klinsmann.
Sul mondiale è intervenuta anche Shakira, che
canterà alla cerimonia di chiusura al Maracanà.
Non è stato un mondiale positivo per la cantante
colombiana, fidanzata al difensore spagnolo Gerard Piqué, eliminato con la Roja campione d’Europa 2012 e del Mondo 2010, ai gironi.
Ai suoi 25,8 milioni di follower, ha espresso tutta la sua tristezza per l’eliminazione della Colombia, sconfitto dal Brasile: “Ho le lacrime agli occhi
e l’orgoglio nel cuore, per il mio Paese, per il suo
talento, e il miglior risultato della Colombia nella
storia del Mondiali”.
MARCATORI
James Rodriguez
aspetta e spera
La cantante Rihanna con la foto che ha inviato al mondo via Twitter
GRUPPO A
GRUPPO B
29 GIUGNO alle 12:00
28 GIUGNO alle 12:00
1A
BRASILE
OLANDA
4 LUGLIO alle 4 PM
2B
OLANDA
CILE
8 LUGLIO alle 4 PM
BRASILE
28 GIUGNO alle 16:00
1C
9 LUGLIO alle 4PM
OLANDA
GRUPPO E
GRECIA 2C
13 LUGLIO alle 15:00
4 LUGLIO alle 12 PM
FRANCIA
2F
GRUPPO G
1G
5 LUGLIO alle 12 PM
ARGENTINA
GERMANIA
ARGENTINA
1 LUGLIO alle 16:00
GRUPPO H
BELGIO 1H
GERMANIA
ALGERIA
ARGENTINA 1F
SVIZZERA 2E
GERMANIA
2H
GRUPPO F
1 LUGLIO alle 12:00
NIGERIA
30 GIUGNO alle 16:00
GRUPPO D
COSTA RICA
URUGUAY
FRANCIA
2A
COSTA RICA 1D
30 GIUGNO alle 12:00
1E
MESSICO
29 GIUGNO alle 16:00
COLOMBIA
COLOMBIA
2D
1B
5 LUGLIO alle 4PM
BRASILE
GRUPPO C
RIO DE JANEIRO - James Rodriguez è il capocannoniere con due
reti di vantaggio su Messi, Muller
e Neymar. Anche Neymar è fuori gioco, quindi Rodrugez per restare capocannoniere del sperare
che né Messi né Mueller facciano
altri due gol. Ecco la classifica
6 reti: J. Rodriguez (Colombia)
4 reti: Messi (Argentina); Neymar
(Brasile); Mueller (Germania).
3 reti: E. Valencia (Ecuador);
Benzema (Francia); Robben e Van
Persie (Olanda); Shaqiri (Sviz.ra).
2 reti: Cahill (Australia); Slimani
e Djabou (Algeria); David Luiz
(Brasile), Martinez (Colombia);
Gervinho e Boni (Costa d’Avorio);
Mandzukic e Perisic (Croazia);
Hummels (Germania); Musa (Nigeria); A. Ayew e Gyan (Ghana);
Depay (Olanda); Suarez (Uruguay); Dempsey (Usa); Sanchez
(Cile); Ruiz (Costarica).
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CORRIERE CANADESE • LUNEDI 7 LUGLIO 2014
13
SPORT
Prandelli va a sedersi su una panchina d’oro
Stipendio principesco per guidare il Galatasaray. In Brasile l’ex ct aveva due contratti in tasca?
ROMA - Guai a chiamarlo imperatore. Cesare Prandelli assumerà la
guida del Galatasaray con la stessa
umiltà di quando accettò la chiamata della Fiorentina, o del Parma.
La sua sarà una panchina con vista Bosforo, ma l’ex ct azzurro - reduce dal fallimento in Brasile - non
vuole ostentare l’arroganza del generale ottomano. Il suo obiettivo
non è fuggire dall’Italia, che si lecca le ferite rimediate oltreoceano,
ma restituire titoli e successi alla
squadra più blasonata di Turchia.
Nell’antica Costantinopoli, Prandelli avrà innanzi tutto il compito
di sostituire Roberto Mancini che,
per uno strano scherzo del destino, potrebbe ricambiargli il favore,
prendendosi la panchina della Nazionale.
Non sono in pochi, soprattutto sui social network, ad accusare Prandelli di avere afrontato il
Mondiale con un doppio contratto
in tasca: quello appena rinnovato
con la Figc e quell’altro, sicuramente più ricco, sottoscritto con
il presidente Aysal. L’allenatore
di Orzinuovi, in realtà, avrebbe avviato contatti con il club di
Istanbul solo dopo il rientro in Italia, non prima o durante l’avventura in Brasile.
Prandelli avrebbe riiutato anche le avance del Tottenham, scegliendo la strada che porta verso
oriente.
L’oferta dei turchi era davvero
seducente: triennale da 4,5 milioni, più 500mila di bonus in caso
SI CERCA NUOVO PRESIDENTE
Figc, settimana calda
Galliani pro Tavecchio
Prandelli, dal lop mondiale con l’Italia alla panchina d’oro del Galatasaray
di conquista dello scudetto e altri
500mila se riuscisse a qualiicarsi
per i quarti di Champions.
Resta poi un milione da dividere tra i suoi collaboratori, che lo
seguiranno sulle rive del Bosforo:
l’ex centrocampista del Parma, Gabriele Pin, con Renzo Casellato,
sarà ancora il suo vice; Giambattista Venturati continuerà a svolgere
le mansioni di preparatore atletico
e Vincenzo Di Palma di preparatore dei portieri, magari aiancandosi a Claudio Tafarel, campione del
mondo con la maglia del Brasile a
Usa ‘94, anche lui ex parmense.
Prandelli deve plasmare una
squadra che dovrà adeguarsi ai
nuovi regolamenti federali (cinque
stranieri in campo e tre in panchina), ridare luce a qualche stella
apparsa appannata ultimamente,
come il brasiliano Felipe Melo o
l’olandese Wesley Sneijder che,
però, rispetto al collega di ruolo,
sta disputando un Mondiale all’altezza della propria fama. In arrivo
anche Samuel Eto’o, per il quale
sarebbe pronto un biennale da 3,5
milioni a stagione.
Nel mirino anche il difensore cagliaritano Davide Astori. Il Galatasaray punterebbe anche a Osvaldo
e al luidiicante cileno Vargas.
ROMA - Tra tre settimane esatte, il 27 luglio, scadranno i termini per
presentare le candidature per la presidenza della Federcalcio, “acefala”
dalle dimissioni di Giancarlo Abete dopo il ko azzurro ai Mondiali e in
questo weekend si sono intensiicati i conciliaboli tra le cordate a sostegno dei possibili candidati, che nella prossima settimana muoveranno le
loro pedine.
Il lavorio più intenso riguarda al momento Carlo Tavecchio, il presidente della Lega Dilettanti che è sul punto di dire se è disponibile all’investitura. Come annunciato all’Ansa, lo farà martedì, quando si riunirà
il direttivo. Al momento sarebbe forte di un fronte di appoggio che va,
ovviamente, dalla sua Lega, a quella di Serie A - che non è unita ma vede
una netta maggioranza a suo favore - e anche alla Lega Pro.
Tra i “grandi elettori” di Tavecchio ci sono l’ad del Milan, Adriano Galliani, e il presidente della Lazio, Claudio Lotito. Proprio a Forte dei Marmi, dove il dirigente rossonero è in vacanza, avrebbe incontrato in questi
giorni vari presidenti e dirigenti, tra i quali lo stesso n.1 biancoceleste,
quelli del Genoa, Enrico Preziosi, e del Torino, Urbano Cairo, e anche
l’ad del Sassuolo di Squinzi, Giovanni Carnevali. Obiettivo di tanto impegno, oltre alle trattative di mercato, pianiicare una strategia atta a far
conluire il maggior numero possibile di soggetti sull’esperto dirigente
dei Dilettanti.
Alcuni club di serie A, guidati dalla Juve di Andrea Agnelli, così come
l’Assocalciatori e l’Assoallenatori, sono comunque alla ricerca di un contraltare credibile, ma nessuno, in realtà, vorrebbe arrivare ad una spaccatura che renderebbe oltremodo diicili i due anni di gestione del prossimo presidente della Figc. Mercoledì si tiene poi l’assemblea della Lega
di Serie B, che ha vari punti all’ordine del giorno (tra i quali le date della
prossima stagione), ma si parlerà anche e soprattutto di politica sportiva.
I cadetti guidati da Abodi sono di solito legati a ilo doppio alle decisioni
della Serie A, che farà la sua assemblea all’incirca una settimana dopo,
anche in vista del varo del calendario 2013/14. A quel punto, la situazione
sarà più chiara.
MLS
Bradley torna e Toronto Fc ritrova la sconfitta
TORONTO – Bentornato campione. Michael Bradley torna a Toronto e i Tfc interrompono la loro striscia di imbattibilità che
durava da sei partite, ovvero da quando il
numero 4 era partito per il Mondiale.
Sembra un paradosso ma è così. Sabato
i Reds hanno perso 2-1 contro i Dc United
di Enzo Concina ed Erik Thohir al termine di una partita stanca e senza ritmo dopo che nelle settimane precedenti avevano vinto tre gare su tre tra le mura amiche.
Tre invece i pareggi esterni, tra cui quello
di New York con i padroni di casa che hanno trovato il pari al 94’. C’è insomma qualcosa che non va.
Nessuno mette in dubbio il valore di Bradley, giocatore di buona qualità in Europa
ma che qui in Nord America diventa chiaramente un fenomeno. Però è chiaro che i
numeri parlano da soli e pongono problemi
che è meglio risolvere prima di inire male.
L’ex romanista ha avuto un impatto fortissimo sulla squadra, a livello di gioco ma
anche di spogliatoio, e questo lo si è visto
bene a inizio stagione con le prime due vittorie consecutive della storia di Tfc a inizio stagione e la vittoria di Columbus. Poi
però qualcosa si è rotto, il livello delle prestazioni è calato e sono arrivate tre sconitte consecutive con Colorado, Dallas e New
England. Niente di compromettente visto
che Tfc dopo 14 partite ha 21 punti frutto
di sei vittorie, tre pareggi e cinque sconitte
(la coppia Winter e Mariner ne totalizzò 23
in tutta la stagione di e anni fa)e può tranquillamente qualiicarsi ai play-of. Però un
problema Bradley esiste, soprattutto se è
vero che i dirigenti Reds sono entrati nella
trattativa tra New York Fc e Frank Lampard
per cercare di dirottare il campione inglese
sul Lago Ontario.
Nelle settimane in cui l’ex romanista è
stato in Brasile i canadesi Kyle Bekker e Jonathan Osorio hanno dimostrato di aver
tanta qualità e a loro si è aggiunto il potente Colleen Warner arrivato da Montréal. Al
suo ritorno Bradley ha ovviamente ripreso
il suo posto in mezzo al campo, salvo poi
venire sostituito intorno al 70’ proprio da
Osorio al termine di una gara in cui ha fallito una clamorosa occasione da gol ma anche servito due o tre assist a Defoe dimo-
strando comunque di essere in grado di fare la diferenza Lega. Julio Cesar, che dopo
il Mondiale diicilmente tornerà a Toronto, ha aiutato Joe Bendik nella sua maturazione. Bradley, per età e status nella Lega,
rischia invece di fare l’opposto con i giovani che stanno nella sua ombra. Soprattutto se poi la sua presenza crea problemi d’equilibrio.
Resta quindi da capire se l’americano è
stato un afare sia pubblicitario che sportivo o se invece non possa rischiare di essere controproducente per Tfc, che ha giovani interessanti e di livello in quel ruolo che
rischiano di non giocare mai anche per colpa di mister Nelsen che non sembra avere
alternative al suo 4-4-2 che si aida solo alla giocata del singolo.
Può sembrare una bestemmia, ma forse non lo è. In fondo anche l’altro Dp della
squadra, il brasiliano Gilberto, si è sbloccato solo dopo ben 11 partite e su punizione,
ma continua a non dare sicurezze a Nelsen
che continua a preferirgli Luke Moore, assecondato anche da Defoe.
Tornano insomma alla mente le parole
dell’ex manager di Gilardino Beppe Bozzo che a gennaio, dopo l’acquisto di Bradley per dieci milioni, disse al Corriere che
«a Roma stanno ancora ridendo».
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Salute. Giornata ideale per sottoporvi a eventuali esami medici di routine, cure termali e terapie naturali volte a risanare vecchi malanni.
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22 NOV-21 DIC vostra forma a cui, onestamente, negli ultimi
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arrendevoli, otterrete tutto ciò che desiderate.
Salute. Per alleviare i dolori reumatici utilizzaCAPRICORNO te compresse di artiglio del diavolo o massag22 DIC-21 GEN giate le parti interessate con olio di alloro.
Amore. Dovrete sacrificare un po’ della vostra
libertà per entrare nel magico sodalizio dell’amore di coppia. A voi scegliere se ne valga la
pena…
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22 GEN-21 FEB quando il “malessere” più che del corpo è
dell’anima: curatela dedicandovi a pratiche
spirituali.
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accettare senza remore, naturalmente a condizione che il cuore non sia già impegnato
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LUNEDI 7 LUGLIO 2014 • CORRIERE CANADESE
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TOUR DE FRANCE
Impresa Nibali, tappa e maglia gialla
SHEFFIELD (Inghilterra) - Un italiano torna ad imporsi al Tour, e
lo fa con con grande personalità.
Siamo solo alla seconda tappa, ed
è prematuro trarre conclusioni,
ma ciò che ha fatto Vincenzo Nibali è stato davvero speciale.
Ha vinto per distacco, seppur
lieve, befando i suoi avversari, s’è
preso la maglia gialla e ha uicializzato le sue pretese sull’edizione
101 del Tour de France, che è partita ieri da Leeds in Inghilterra, e
sta già riservando tante sorprese.
Una vittoria imperiosa, quella
di Nibali, cercata e attesa con pazienza. Per tutti i 201 km da York
a Sheield il capitano dell’Astana è rimasto sornione in mezzo
al gruppo dei migliori, a ruota di
Chris Froome e Alberto Contador
i grandi favoriti. Non li ha mai
persi di vista nelle nove salite, con
altrettanti gran premi della montagna che hanno caratterizzato
questa impegnativa seconda tappa in terra britannica. A 2 km dall’
arrivo l’italiano ha colto l’attimo,
una distrazione del gruppo dei
migliori che ormai forse si preparavano allo sprint, ed è volato
via imprendibile verso il traguardo.
Ha confermato Nibali a ine
gara, «ho visto che il gruppo si
è “fermato” e allora sono partito
io».
L’inattesa accelerazione di Ni-
Vincenzo Nibali con la maglia
bali ha sorpreso tutti, la reazione è stata lenta. Lo “squalo dello
Stretto” ha dovuto solo stringere
i denti e puntare dritto all’arrivo.
Braccia alzate e maglia gialla. E i
convinti applausi dello storico direttore di gara del Tour Prudhomme, una bella soddisfazione. Un
colpaccio per questo corridore
che aveva iniziato la stagione non
benissimo, oggetto pure di qualche polemica per l’assenza di risultati. Ma il siciliano non s’è
perso d’animo e pian piano ha
cominciato a tirare fuori il meglio
di sé. Prima ha vinto il tricolore al
Campionato italiano. A Sheield
ha fatto vedere di che cosa è capace. Giorni fa aveva dichiarato
che bisogna inventare qualcosa di
sorprendente per battere Froome
e Contador.
Oggi c’è stato il primo assaggio.
Il Tour è lungo e i rivali non staranno a guardare. Ma ha fatto un
bell’efetto vedere un italiano in
maglia gialla dopo 5 anni. L’ultimo a indossarla era stato nel 2009
Rinaldo Nocentini, la portò per 8
tappe, poi fu 14mo.
Nibali ha i numeri per arrivare
più lontano; lui che in bici sembra
di ghiaccio, attento e calcolatore,
sul podio con quella maglia s’è
messo a piangere per l’emozione.
Era dai tempi di Pantani che non
vedevamo tanta ribalderia tricolore al Tour, correva l’anno 1998.
Hamilton trionfa in casa
Questa seconda tappa britannica,
come la prima di ieri, ha riservato sorprese in dall’inizio. Intanto
con il ritiro, peraltro temuto, di uno dei protagonisti più attesi, quel
Mark Cavendish, re delle volate
e capitano della Omega-Pharma,
che in fretta e furia ha pure dovuto ridisegnare i suoi piani per
questo Tour. Il povero Cavendish
ieri è caduto nel bel mezzo dello
sprint, trascinandosi appreso l’incolpevole australiano Simon Gerrans (cui oggi ha chiesto scusa),
ma ha avuto la peggio.
Lussazione della spalla destra
e danni ai legamenti, Tour inito,
e rischio di un intervento chirurgico. L’altra sorpresa è stata la
folla immensa che anche oggi ha
accompagnato i corridori per tutto il percorso di gara, sono stati
calcolati più di 2 milioni di persone, come il primo giorno. Festa
di popolo e strade invase, in certi
tratti i ciclisti hanno corso inilandosi nella lingua d’asfalto lasciata
libera dalla gente, e tanti telefonini in cerca di improbabili selie in
mezzo al Tour sono volati per aria
nella ressa. Un successo che ha
sorpreso gli stessi organizzatori
del Tour.
Domani (oggi per chi legge, ndr) la carovana arriva a Londra,
traguardo a Buckingham Palace,
tappa in linea, niente salite, arrivo
per velocisti.
ARRIVO & CLASSIFICA
Vincenzo primo
con 2” su tutti
ROMA - Ordine d’arrivo della seconda tappa del Tour de France
da York a Sheield di 201 km:
1) Vincenzo Nibali (Ita/Ast) in
5h08:36. (media 39,1 km/h);
2) Greg Van Avermaet (Bel/Bmc)
a 0:02;
3) Michal Kwiatkowski (Pol/Opq);
4) Peter Sagan (Slo/Can);
5) Tony Gallopin (Fra/Ltb);
6). Michael Albasini (Svi/Ori);
7) Andrew Talansky (Usa/Grm);
8) Bauke Mollema (Ola/Bkn);
9) Tejay Van Garderen (Usa/
Bmc);
10) Romain Bardet (Fra/Alm) tutti con lo stesso tempo di Avermaert.
Classifica generale
1) Vincenzo Nibali 9h52:43.
2) Peter Sagan a 0:02.
3) Greg Van Avermaet 0:02.
4) Michael Albasini 0:02.
5) Chris Froome 0:02.
6) Bauke Mollema 0:02.
7) Jürgen Van den Broeck 0:02.
8) Alberto Contador 0:02.
9) Tejay Van Garderen 0:02.
10. Jakob Fuglsang 0:02.
WIMBLEDON
F1: Alonso sesto, paura per incidente al ferrarista Raikkonen
Errani-Vinci, ecco le regine
SILVERSTONE - Un trionfo nella
gara di casa e il titolo mondiale di
nuovo a portata di mano. Non poteva andare meglio il Gran Premio
d’Inghilterra per Lewis Hamilton
che oltre a salire sul trono della
sua Silverstone riaccende la lotta
per il titolo piloti portandosi a soli quattro punti di distanza dal leader del campionato Nico Rosberg.
Compagno di squadra alla Mercedes che al 30/o giro, mentre era
al comando, si è dovuto arrendere
per problemi al cambio chiudendo mestamente sul prato inglese la sua gara. Podio meritato per
la Williams del inlandese Valtteri Bottas, secondo davanti all’onnipresente australiano della Red
Bull Daniel Ricciardo, ancora una
volta capace di precedere il campione del mondo Sebastian Vettel,
quinto dopo un avvincente duello
con la Ferrari di Fernando Alonso.
Lo spagnolo, sesto al traguardo, lotta come può in dal via, dalla seconda partenza dietro alla safety-car resasi necessaria dopo lo
spaventoso incidente tra le monoposto di Kimi Raikkonen e Felipe
Massa. Collisione avvenuta al primo giro in seguito ad un testacoda del inlandese uscito zoppicando dalla sua F14 T completamente
distrutta ma che se l’è cavata con
qualche escoriazione una botta alla caviglia sinistra.
Una corsa nata malissimo per
la Rossa con il botto da paura di
Raikkonen e inita con un bel pò
di frustrazione per la sida-spettacolo, con in palio solo il quinto posto, persa da Alonso contro
il rivale degli ultimi anni Vettel a
pochi giri dalla bandiera a scacchi. Un sorpasso subito che mette nell’ombra la coraggiosa prova
dell’asturiano nonostante i cinque
secondi di penalizzazione al pitstop rimediati per l’errato posizionamento sulla griglia di partenza.
Alonso che scattava dalla retrovie è riuscito a portarsi velocemente in zona punti dando la
LONDRA - La vittoria più importante perché la più difficile, inattesa persino insperata, sicuramente la più prestigiosa che le proietta nella storia del tennis: vincendo
anche i Championships Sara Errani e Roberta Vinci conquistano
l’ultimo titolo Slam che mancava
nel loro superbo palmares.
Si chiama Career Grand Slam,
e nell’era Open solo altre quattro
coppie prima di ora erano riuscite
a vincere i quattro Major nel corso
della carriera.
Una ristretta cerchia di campionesse, tra le quali leggende della racchetta come Martina Navratilova e le sorelle Williams. Ma è
un’impresa nell’impresa perché è
il primo trionfo italiano sull’erba
londinese.
In meno di un’ora, gestendo
al meglio tensioni e nervosismo,
le sorelle d’Italia sono entrate in
questo esclusivo pantheon tennistico.
Al termine di una finale, contro
la coppia composta dall’ungherese
Timea Babos e dalla francese Kri-
La Ferrari di Raikkonen mentre viene trasportata via
sensazione di poter lottare anche per il podio visto che la sua
F14 T è stata a lungo la terza monoposto più veloce in pista dopo
le due Mercedes. Ma, col passare
dei giri, la rincorsa del ferrarista
ha perso d’intensità, frenata da una buona McLaren guidata da Jenson Button (quarto a pochi decimi da Ricciardo) e frustrata da un
Vettel non certo irresistibile come
una volta.
Di un altro pianeta, com’era
prevedibile, le Mercedes con Nico Rosberg fermato solo dal cambio nella corsa all’ennesimo sigillo e Lewis Hamilton pronto a
prendersi tutto, dagli applausi alle rinnovate speranze di poter rivincere il titolo. L’inglese, partito dalla sesta piazza dopo le deludenti qualiiche di sabato, riesce a
restare sempre nella scia del compagno di squadra che ora, perso
quasi l’intero vantaggio in classiica (prima del via aveva 29 punti di
distacco) dovrà rifare i suoi conti
per diventare campione del mondo con la Mercedes.
E di conti ne dovrà fare anche
la Ferrari dopo l’ennesima gara da dimenticare con una F14 T
che sembra andare avanti ad intermittenza, incapace di ofrire i-
nora qualche soddisfazione sia ad
Alonso che ai tanti cuori in rosso
che non possono far altro che attendere tempi miglior, dal 2015 in
poi.
Ordine d’arrivo
1) Lewis Hamilton (Gbr/Mercedes) 306,198 km percorsi in 2 ore 26’52’’094 alla media di 125,091
km/h; 2) Valtteri Bottas (Fin/
Williams-Mercedes) a
30’’135;
3) Daniel Ricciardo (Aus/Red
Bull-Renault)
46’’495; 4) Jenson Button (Gbr/McLaren-Mercedes) 7’’390;
5)
Sebastian
Vettel (Ger/Red Bull-Renault)
53’’864; 6) Fernando Alonso
(Spa/Ferrari)
59’’946 7.
Classifica Mondiale piloti
1) Nico Rosberg (Ger) 165 punti; 2) Lewis Hamilton (Gbr) 161; 3)
Daniel Ricciardo (Aus) 98; 4) Fernando Alonso (Spa) 87; 5) Valtteri
Bottas (Fin) 73; 6, Sebastian Vettel (Ger) 70; 7) Nico Hülkenberg
(Ger) 63; 8) Jenson Button (Gbr)
55; 9. Kevin Magnussen (Dan) 35;
10. Felipe Massa (Bra) 30.
Classiica Mondiale costruttori:
1) Mercedes-AMG 326 punti;
2) Red Bull 168; 3) Ferrari 106 4)
Williams 103; 5) Force India 91; 6)
McLaren 90; 7) Toro Rosso 15; 8)
Lotus 8; 9) Marussia 2.
stina Mladenovic, che le vedeva
nettamente favorite.
Ma che è stata più complicata (almeno a livello mentale) di
quanto non suggerisca il punteggio finale (6-1 6-3).
Perché l’appuntamento con la
storia rischiava di condizionare
(in negativo) le due azzurre, subito avanti però in apertura di match. A fare la differenza i guizzi
sottorete di Roberta, la solidità da
fondocampo di Sara, ma soprattutto un’aggressività che hanno messo alla corda tutte le avversarie.
Oltre alla due italiana è entrata nella storia anche Eugenie Bouchard che è stata battuta (6-3, 6-0)
nella finale del singolare femminile da Petra Kvitova.
La Bouchard è la prima canadese ad aver raggiunto una finale di
Grans Slam.
In campo maschile, vittoria di
Novak Djokovic che in finale ha
battuto Roger Federer in cinque
set: 6-7, 6-4, 7-6, 5-7, 6-4.
*Nella foto, Errani e Vinci dopo la vittoria.