Educazione all’investimento Che cos’è un fondo comune di investimento L’esigenza: investire i propri risparmi L'idea che ha portato alla nascita dei Fondi Comuni di Investimento è semplice. La situazione da cui partire per comprenderla è quella, non infrequente, di un risparmiatore che voglia acquistare azioni, obbligazioni o titoli di Stato, attirato dai potenziali guadagni che questi strumenti possono offrire. Difficilmente, però, il singolo risparmiatore sarà nelle condizioni adatte per operare efficacemente nei mercati obbligazionari o azionari. Basti pensare, ad esempio, al tempo e alle competenze necessari per informarsi sui mercati e prendere quindi decisioni consapevoli sul proprio investimento. Oppure, al fatto che la quantità di denaro a disposizione può essere modesta, quindi non sufficiente a garantire una diversificazione adeguata del portafoglio. La soluzione: d’Investimento il Fondo Comune Che fare, allora, per non rinunciare ad investire? Una buona soluzione è quella di unirsi ad altre persone con esigenze simili. Si raccolgono cioè i risparmi di tutti gli interessati e li si mette insieme in un fondo che in qualche misura è comune a tutti, perché ciascuno degli aderenti ne possiede una parte (una quota), più o meno grande, in proporzione al capitale che ha versato. Quindi, nel fondo comune d’investimento vengono raccolti i risparmi di piccoli e grandi investitori e impiegati nei mercati finanziari in funzione del profilo di rischio/rendimento previsto per ciascun prodotto e nel rispetto di specifici limiti alla concentrazione dell'investimento su singoli emittenti. Grazie alle dimensioni dei patrimoni raccolti e alle ampie opportunità di investimento, i risparmi di tutti i sottoscrittori beneficiano di un’elevata diversificazione e godono al tempo stesso dei vantaggi propri di un servizio di gestione svolto da qualificati operatori del settore. Il tutto con la possibilità di entrare e uscire dall'investimento in qualsiasi momento. Il gestore del fondo: la SGR La società che si occupa della gestione dei fondi comuni d’investimento si definisce Società di Gestione del Risparmio (SGR). La SGR risponde a precisi e rigorosi requisiti e al suo interno ha risorse con professionalità e competenze necessarie ad operare efficacemente sui mercati. La SGR si impegna ad investire al meglio i risparmi che le sono stati affidati, a fronte di una commissione di gestione, che viene addebitata al portafoglio del fondo. Ciascun investitore parteciperà poi ai guadagni (o alle eventuali perdite) del fondo in proporzione alla quota che possiede. La diffusione dei fondi Nati negli Stati Uniti negli anni '20 del secolo scorso, i fondi comuni d’investimento si sono diffusi in Italia a partire dalla prima metà degli anni '801. Da allora hanno assunto un'importanza crescente nel panorama dei prodotti finanziari affermandosi, grazie alle loro caratteristiche e ai vantaggi impliciti, come uno strumento 1 La legge che ha istituito in Italia i fondi comuni di investimento è la Lg 77 del 1983. PAG. 1 DI 2 Educazione all’investimento d’investimento in grado di offrire elevati livelli di efficienza. I fondi comuni rappresentano tuttavia ancora una quota piuttosto modesta delle attività finanziarie delle famiglie italiane. E addirittura in calo marcato nel corso dell’ultimo decennio, come emerge con chiarezza dal grafico sottostante. Evoluzione % dell’incidenza dei fondi comuni sulle attività finanziarie delle famiglie in alcuni Stati occidentali Evoluzione % dell’incidenza dei fondi comuni sulle attività finanziarie delle famiglie italiane Fonte: Eurostat, OECD Fonte: Assogestioni – I fondi comuni nei portafogli delle famiglie italiane (Quaderno di ricerca 1/2010) Questo andamento è probabilmente frutto di insufficiente cultura e maturità finanziaria che non rende possibile l’adeguata conoscenza dello strumento e ne limita l’utilizzo, impedendone un uso appropriato. Queste conclusioni sembrerebbero trovare conferma dall’esame del confronto internazionale, visibile nel grafico seguente. La presenza dei fondi comuni nei portafogli delle famiglie italiane non solo è inferiore a quella dei principali Paesi occidentali, ma è anche caratterizzata da una significativa volatilità che ne ha portato l’incidenza dai livelli più elevati del campione a inizio decennio a quelli attuali, che rappresentano il punto più basso tra quelli degli Stati presi in considerazione. PAG. 2 DI 2